Abbiamo TRE CERVELLI: UNO in TESTA, UNO in PANCIA (addominale-Intestino) ed UNO nel Cuore
Questi 3 cervelli sono rispettivamente collegati con le loro terminazioni finali nei 3 strati (parti) del cervello di sopra.
vedi: La teoria dei tre cervelli di Paul MacLean: Cervello rettile, quello emotivo e la neocorteccia o cervello pensante + CERVELLO, come funziona.
Con tutta probabilità anche gli animali hanno questi tre cervelli.
Tutti sanno che l’automobile abbisogna del carburante (energia) per muoversi ed di un guidatore al volante che la manovri. Ugualmente l’uomo e l’animale, abbisogniamo di cibo (energia) e del cervello vivo con una mente funzionante che indirizzi il corpo ove si desidera.
La vettura ha una spia che indica il livello del carburante, l’uomo e l’animale hanno la fame (spia) che indica che abbisogniamo di energia e la sazietà che indica quando il “serbatoio” è pieno, perché nell’ipotalamo abbiano una zona del cervello di sopra che controlla ed analizza il glucosio (zucchero) nel sangue (oltre a certe funzioni del pancreas ad esso collegato) e quando questa sostanza scende al di sotto di certi valori, parte un comando bio elettrico/chimico che tramite il sistema nervoso raggiunge vari organi e vengono percepiti gli stimoli della fame.
Quando al contrario abbiamo mangiato a sufficienza, altre cellule che sono sensibili all’aumento del glucosio nel sangue, informano il sistema bio cibernetico che occorre smettere di mangiare.
Altrettanto chiaramente tutti sanno che la pancia entra a pieno titolo anche in tutte le situazioni nella quali non centra il “vuoto” ed il “pieno”.
Ogni situazione che comporta una certa variazione di energia emotiva (aumento della frequenza cardiaca e della respirazione), es. l’innamorarsi od il perdere un amore, il cercare lavoro od il perderlo, avere paura o coraggio, ecc. ecc., una parte importante del tubo digerente viene ad essere interessata, lo stomaco e/o la pancia; si mangia di più o di meno a seconda del tipo di persona.
Fin dall’antichità si afferma che la pancia (intestino) è la sede secondaria delle emozioni e principale dell’ inconscio; ma per potere avere queste funzioni, occorre che la pancia abbia un “cervello” che possa elaborare i dati autonomamente da quello superiore, recenti scoperte (studi di neurogastroenterologia) hanno confermato che il cervello enterico esiste, eccome e che esso funziona autonomamente da quello superiore; i naturisti lo sanno molto bene, infatti non esiste malato che non venga curato iniziando dall’apparato digerente, la medicina ufficiale non lo considera neppure…nelle sue “terapie” sintomatiche !
Come sempre più spesso succede, la medicina naturale e popolare, non solo non ha torto, ma addirittura viene sempre più confortata dalle ricerche e scoperte della scienza.
La digestione avviene in maniera autonoma ed intelligente perché le cellule endocrine (conosciute in passato come, cellule di Kuitschitzky) sono state definite di recente come paraneuroni, essendo molto simili alle cellule nervose, le quali inviano gli appositi segnali a fegato, pancreas, cuore, polmoni, cioè a tutti gli organi del corpo) per far si che la digestione avvenga in modo adatto alla situazione.
Questi paraneuroni non assicurano solamente questo tipo di funzioni, ma assolvono anche ad altre ancora poco conosciute dalla scienza ufficiale e che sono quelle di essere la “sede” o parte della rete neuronica ove si posiziona la mente reattiva/emozionale, parte di quella inconscia; questi paraneuroni + i neuroni della rete nervosa intestinale, colloquiano incessantemente con il cervello di sopra (nel cranio), normalmente in armonia ed in altri (stato di pre o malattia) in disarmonia.
L’intestino quindi metabolizza emozioni e invia messaggi al “cervello principale”, quello “di sopra”.
Stress e ansia ne alterano il funzionamento, ma è vero anche il contrario: i disordini intestinali possono provocare variazioni dell’umore.
vedi: Dove è la mente ? – Stati d’ansia ed Intestino
Le RICERCHE MOSTRANO un NESSO fra MICROBIOMA Intestinale (intestino) e CERVELLO – 09/01/2015
Chiamate collettivamente microbioma, le migliaia di miliardi di microbi che abitano il corpo umano vivono principalmente nell’intestino, dove ci aiutano a digerire il cibo, a sintetizzare le vitamine e a difenderci dalle infezioni. Ora, recenti ricerche sul microbioma hanno dimostrato che la sua influenza si estende ben oltre l’intestino, fino ad arrivare al cervello. Negli ultimi 10 anni, vari studi hanno collegato il microbioma intestinale a una serie di comportamenti complessi, come umori ed emozioni, appetito e ansia.
Il microbioma intestinale sembra contribuire al mantenimento della funzionalità cerebrale, ma non solo: potrebbe anche incidere sul rischio di disturbi psichiatrici e neurologici, fra cui ansia, depressione e autismo. Una delle modalità più sorprendenti con cui il microbioma influisce sul cervello è durante lo sviluppo.
“Esistono delle finestre evolutive critiche in cui il cervello è più vulnerabile poiché si sta preparando a rispondere al mondo circostante”, spiega Tracy Baie, docente di neuroscienze presso la facoltà di veterinaria dell’Università della Pennsylvania. “Così, se l’ecosistema microbico della madre si modifica – per esempio a causa di infezioni, stress o diete – ciò cambierà il micro bioma intestinale del neonato, e gli effetti possono durare tutta la vita.”
Altri ricercatori stanno esplorando la possibilità che il microbioma abbia un ruolo nelle malattie neurodegenerative come l’Alzheimer e il Parkinson.
Fonte: MedicalXpress.com : http://tinyurl.com/kaa2j36
Commento NdR: ma ciò può accadere anche e non solo per i Vaccini che il neonato subisce dai due, tre mesi in avanti…infatti se una madre ha delle amalgami dentali in bocca (contengono mercurio) il neonato potrà subire delle conseguenze anche gravi.
Una nuova connessione tra intestino e cervello – 14/12/2018
L’eccesso di sale nella dieta può favorire l’insorgenza di ictus e di disturbi cognitivi attraverso un meccanismo che coinvolge il sistema immunitario ed è indipendente dall’aumento della pressione del sangue-
È ben noto che una dieta a elevato contenuto di sale porta a una pressione del sangue elevata, un fattore di rischio per una serie di problemi di salute, tra cui malattie cardiache e ictus. Ma nel corso dell’ultimo decennio, gli studi sulle popolazioni umane hanno indicato una connessione fra assunzione di sale e ictus indipendente dalla pressione alta e dal rischio di malattie cardiache, suggerendo l’esistenza di un anello mancante tra assunzione di sale e la salute cerebrale.
È interessante notare che c’è una crescente mole di lavori che dimostrano la presenza di un sistema di comunicazione tra intestino e cervello, ora comunemente chiamato asse intestino-cervello. L’alterazione dell’asse intestino-cervello contribuisce a una vasta gamma di malattie, tra cui il morbo di Parkinson e la sindrome dell’intestino irritabile.
Di conseguenza, il campo delle ricerche sull’asse intestino-cervello è in rapida crescita ed evoluzione. Cinque anni fa, un paio di studi hanno dimostrato che un’elevata assunzione di sale porta a profondi cambiamenti immunologici nell’intestino, che causano una maggiore vulnerabilità del cervello a problemi autoimmunitari, che si verificano quando il sistema immunitario attacca per errore le cellule e tessuti sani del proprio organismo; e questo ha suggerito che forse è proprio attraverso il segnali immunitari che l’intestino comunica con il cervello.
Ora, una nuova ricerca mostra un’altra connessione: i segnali immunitari inviati dall’intestino possono compromettere i vasi sanguigni del cervello, portando a un deterioramento della salute cerebrale e a un danno cognitivo. Sorprendentemente, la ricerca svela una connessione intestino-cervello non descritta in precedenza e mediata dal sistema immunitario, suggerendo che il sale in eccesso possa avere un impatto negativo sulla salute del cervello negli esseri umani attraverso il danneggiamento dei vasi sanguigni del cervello, indipendentemente dal suo effetto sulla pressione sanguigna.
Questa ricerca propone nuovi obiettivi terapeutici per contrastare l’ictus, la seconda causa principale di morte a livello mondiale, e le disfunzioni cognitive. La riduzione dell’assunzione di sale è applicabile alle persone in tutto il mondo, poiché quasi tutti gli adulti consumano troppo sale: in media 9-12 grammi al giorno, circa il doppio del livello massimo di assunzione raccomandato (cinque grammi) dall’Organizzazione mondiale della sanità.
Sperimentando sui topi, i ricercatori hanno scoperto che le reazioni immunitarie nell’intestino tenue innescano una cascata di risposte chimiche che raggiungono i vasi sanguigni del cervello, riducendo il flusso sanguigno alla corteccia e all’ippocampo, due regioni cerebrali cruciali per apprendimento e memoria. A sua volta, questo ha portato a un declino nei test sulle prestazioni cognitive. La compromissione dell’apprendimento e della memoria è apparsa chiaramente anche in assenza di un aumento della pressione sanguigna; i ricercatori hanno osservato che l’intestino reagisce al sovraccarico di sale inviando segnali immunitari che sono il punto di partenza del deterioramento di tutto il complesso vascolare del cervello, compromettendone così le funzioni cognitive.
Anche se questo studio è stato finora condotto solo su animali da laboratorio, gli scienziati ritengono che con tutta probabilità le sue conclusioni valgano anche per le persone.
La riduzione dell’assunzione di sale ha dimostrato di avere effetti benefici per la salute generale, ma i ricercatori volevano sapere se questi effetti si estendono alla cascata di segnalazione da poco identificata che inizia nell’intestino e raggiunge i vasi sanguigni del cervello, influenzando in ultima analisi le funzioni cognitive. Quando i topi sono stati riportati a una dieta normale dopo averne seguita una ad alto contenuto di sale, gli effetti nocivi sulla salute causati dall’eccessiva assunzione di sale sono stati eliminati, e lo stesso è avvenuto con un intervento farmacologico che ha interrotto i segnali immunitari.
Le implicazioni di questa nuova connessione fra intestino e cervello si estendono a diversi disturbi autoimmuni, tra cui sclerosi multipla, artrite reumatoide, psoriasi e malattie infiammatorie intestinali, che hanno dimostrato di attivare la stessa via di segnalazione immunitaria coinvolta in questo studio. Questi disturbi autoimmuni comportano un alto rischio di ictus e sono legati al cattivo funzionamento dei vasi sanguigni nel sistema nervoso. Questa ricerca è anche la dimostrazione che ciò che mangiamo influenza il nostro modo di pensare e che parti del corpo apparentemente isolate possono avere un ruolo vitale nella salute del cervello.
Questi risultati motivano lo studio del modo in cui lo stress quotidiano a cui sono sottoposti il nostro sistema digestivo e i nostri vasi sanguigni potrebbe cambiare il cervello e, di conseguenza, come vediamo e sperimentiamo il mondo.
By Jonathan D. Grinstein / Scientific American – Tratto da: lescienze.it
Infine vi sono i Batteri detti “Psicobiotici” – vedi: Spirito
Cosa sono gli psicobiotici ?
Sono probiotici che alterano la mente, e i ricercatori affermano che possono migliorare l’umore, diminuire l’ansia e la depressione e apportano molti altri benefici. I probiotici sono microrganismi vivi che sono simbiotici con i batteri intestinali positivi e che riescono ad arrivare nell’intestino integri. Ad esempio i fermenti dello yogurt non sono considerati probiotici perché muoiono appena entrano in contatto con i succhi gastrici non sopportandone l’acidità.
Fino a qualche anno fa era difficile credere che alterando i batteri nell’intestino, si potesse gestire meglio lo stress, migliorare l’umore, e anche curare ansia o depressione. Eppure ci sono moltissime ricerche scientifiche pubblicate da vari ricercatori in tutto il mondo che riguardano la connessione intestino-cervello e che stanno dimostrando proprio questo.
Ora sappiamo che è possibile modificare i batteri intestinali in modo da influenzare positivamente l’umore e la funzione del cervello. Uno dei principali modi è quello di assumere gli psicobiotici.
Gli psicobiotici sono organismi vivi che, se ingeriti in quantità adeguate, producono un beneficio per la salute nei pazienti affetti da malattie psichiatriche.[1] Questa definizione, coniata nel 2013, è troppo limitante se ci si basa sulla più recente ricerca che dimostra che non c’è bisogno di avere una depressione clinica, un disturbo d’ansia, o qualche altro disturbo psichiatrico affinché gli psicobiotici influenzino positivamente il cervello.[2] Chi soffre di stress cronico, depressione, o di ansia ha il potenziale per beneficiare di questa classe di probiotici.
Come gli psicobiotici agiscono sul cervello
1. Uno dei modi per cui questi probiotici “alterano la mente” è attraverso la loro capacità di produrre vari composti biologicamente attivi, come i neurotrasmettitori. Diverse molecole con funzioni neuroattive come l’acido gamma-amminobutirrico (GABA), la serotonina, le catecolamine e l’acetilcolina possono essere prodotti dai batteri intestinali.[3] Quando questi neurotrasmettitori sono secreti all’interno dell’intestino, possono attivare cellule all’interno del rivestimento epiteliale che a loro volta rilasciano molecole che stimolano la funzionalità cerebrale e influenzano il comportamento.
2. Una seconda modalità attraverso cui gli psicobiotici agiscono sul cervello è esercitando effetti sul sistema di risposta allo stress del corpo, che coinvolge il cervello e le ghiandole surrenali.[4] Questo sistema, noto come asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA), diventa disfunzionale in caso di stress cronico o malattia. Quando si verifica una disfunzione dell’asse HPA, la produzione ritmica di cortisolo e di altri ormoni legati allo stress diventa perturbata. Questo potrebbe svolgere un ruolo centrale nel provocare disturbi dell’umore e problemi cognitivi.[5]
3. Un terzo modo per cui gli psicobiotici possono agire sul cervello è attraverso la loro azioni anti-infiammatoria.[6]
I livelli cronicamente elevati di infiammazione in tutto il corpo e nel cervello sono ormai noti essere una delle principali cause della depressione e di altri disturbi dell’umore e cognitivi. Questa infiammazione può derivare dall’intestino, e alcuni psicobiotici apportare i loro effetti benefici nel cervello abbassando l’infiammazione.
Quali probiotici sono psicobiotici ?
La ricerca sta cominciando a identificare quali probiotici abbiano effetti sul sistema nervoso e quali siano questi effetti.
Negli studi effettuati in persone sane, diversi psicobiotici hanno dimostrato di migliorare l’umore e la funzione cognitiva e di diminuire i sintomi di stress e ansia. Alcuni psicobiotici hanno anche dimostrato di curare la depressione, l’ansia, e altri problemi di salute mentale e cognitivi nei pazienti con disturbi psicologici e / o altre condizioni mediche.
Psicobiotici per la depressione e l’ansia
È stato effettuato uno studio clinico su pazienti con disturbi depressivi maggiori, in cui alcuni hanno assunto integratori prebiotici, altri un placebo per otto settimane.[7] L’integratore prebiotico era costituito da Lactobacillus acidophilus, Lactobacillus casei, Bifidobacterium bifidum (2 miliardi di CFU ciascuno). Dopo otto settimane, i pazienti che hanno ricevuto il probiotico avevano diminuito in modo significativo i punteggi totali sulla Beck Depression Inventory, un test ampiamente utilizzato per misurare la gravità della depressione, rispetto ai pazienti che avevano assunto il placebo. Inoltre, avevano una significativa diminuzione della infiammazione sistemica come misurato dal hs-CRP, i livelli di insulina erano significativamente più bassi, si era ridotta la resistenza all’insulina, e si era verificato un significativo aumento di glutatione, un antiossidante.
Altri psicobiotici hanno conseguenze benefiche sull’umore e sui sintomi di ansia, ma anche in persone senza questi disturbi. In uno studio per analizzare i possibili effetti su ansia, depressione, stress in volontari sani, è stato utilizzato un probiotico che contiene Lactobacillus helveticus r0052 e Bifidobacterium longum R0175 (Probio’Stick®), ed è stato dimostrato che esso aveva alleviato lo stress psicologico, in particolare la depressione, la rabbia, l’ostilità, e l’ansia quando assunto per 30 giorni.[8] I ricercatori hanno concluso che L. helveticus r0052 e B. longum R0175 hanno effetti psicologici benefici nei soggetti sani. Possono contribuire a rafforzare l’umore e alleviare l’ansia nelle persone affette da varie malattie croniche.
Lo stesso probiotico studiato sopra (Lactobacillus casei ceppo Shirota) è stato utilizzato in un altro studio controllato con placebo nei pazienti con sindrome da stanchezza cronica.[9] I pazienti sono stati divisi in gruppi in cui uno ha ricevuto 24 miliardi di unità formanti colonie di Lactobacillus casei, ceppo Shirota e un altro un placebo al giorno per due mesi. Le persone che avevano assunto il probiotico avevano una significativa diminuzione dei sintomi di ansia. Molti psicobiotici supplementari hanno dimostrato di poter curare la depressione e l’ansia in studi su animali. Il Lactobacillus plantarum, ceppo PS128, per esempio, è noto per l’effetto di aumentare la dopamina e la serotonina e di diminuire i comportamenti di depressione nei topi.[10]
Nei topi depressi che sono stati sottoposti a stress precoce, questo stesso psicobiotico diminuisce il cortisolo, normalizza il sistema di risposta allo stress (HPA), e diminuisce la depressione.[11] Sia il Bifidobacterium longum e sia il Bifidobacterium breve riducono l’ansia e migliorano le prestazioni nei test cognitivi nei topi.[12] [13]
Psicobiotici per lo stress
È stato anche dimostrato che gli psicobiotici aiutano le persone e gli animali sottoposti a stress. Una bevanda di latte fermentato (kefir) contenente il Lactobacillus casei, ceppo Shirota, ha impedito un aumento di cortisolo ed ha aumentato i livelli di serotonina negli studenti di medicina stressati.[14] Inoltre, la bevanda probiotica ha diminuito i sintomi fisici legati allo stress come dolore addominale e sintomi del raffreddore.
Gli autori dello studio hanno concluso che l’assunzione di Lactobacillus casei, ceppo Shirota “può esercitare effetti benefici per prevenire l’insorgenza di sintomi fisici nei soggetti sani esposti a situazioni di stress.”
Il Lactobacillus helveticus NS8 è stato confrontato con l’SSRI (citalopram) nei ratti con depressione, ansia e disfunzioni cognitive a causa dello stress cronico.[15] Il prebiotico ha funzionato meglio del citalopram nel ridurre l’ansia indotta da stress, depressione e disfunzioni cognitive. Esso ha abbassato il cortisolo e riportato i livelli di serotonina e di altri neurotrasmettitori cerebrali alla normalità.
Altri probiotici contenenti Lactobacillus helveticus hanno anche dimostrato, in studi condotti su animali, di poter ridurre la depressione legata allo stress e all’ansia, influenzando la serotonina, il cortisolo, e altri composti neuroattivi.[16]
Ad esempio, il Lactobacillus helveticus r0052 combinato con il Lactobacillus rhamnosus R0011 ha normalizzato i comportamenti simili all’ansia e le carenze di apprendimento e di memoria nei ratti immuno-deficienti con disfunzioni dell’asse HPA.[17]
Alcuni prebiotici sono anche psicobiotici ?
I prebiotici possono anche agire come importanti regolatori dell’umore e della funzione del cervello. I prebiotici non sono organismi vivi come i probiotici, ma sono sostanze vegetali che stimolano la proliferazione dei batteri positivi intestinali.
In un recente studio è stato dimostrato che essi riducono la secrezione dell’ormone dello stress, il cortisolo, e migliorano l’elaborazione emotiva in volontari sani. I partecipanti hanno ricevuto uno dei due prebiotici (frutto-oligosaccaridi, FOS, o Bimuno-galactooligosaccharides, B-GOS) oppure un placebo (maltodestrine) al giorno per tre settimane. I livelli di cortisolo al mattino erano significativamente più bassi dopo l’assunzione B-GOS rispetto a chi aveva assunto il placebo. I partecipanti che avevano assunto B-GOS hanno anche mostrato aumenti positivi sulla vigilanza e attenzione, che è un’indicazione che il prebiotico ha avuto effetti anti-ansia. Nessun effetto è stato trovato dopo la somministrazione di FOS.[18]
Le persone con l’intestino irritabile spesso hanno l’ansia e / o depressione, condizioni correlate direttamente con la disbiosi e con la diminuzione dell’attività intestinale e della diversità microbica.[19] Uno studio ha trovato che una miscela prebiotica contenente galactooligosaccaride ha dato benefici sull’ansia nella sindrome dell’intestino irritabile.[20] Il trattamento giornaliero con questa miscela per 4 settimane ha ridotto i punteggi di ansia e ha avuto un notevole impatto positivo sulla qualità della vita.
Conclusione
Nel complesso, i risultati di questi studi dimostrano che gli psicobiotici hanno il potenziale di avere un impatto positivo sulla funzionalità del cervello, sul miglioramento dell’umore, sul trattamento della depressione e dell’ansia, e aiutano a gestire lo stress. I migliori psicobiotici ed i relativi dosaggi devono ancora essere determinati. In generale sono raccomandati almeno 10 miliardi di CFU al giorno per la maggior parte dei probiotici, tra cui gli psicobiotici, ma possono anche essere utili apporti superiori o inferiori. Basta fare una prova per almeno un mese prima di decidere se funzionano o meno.
La chiave della salute è nel nostro intestino e gli antichi di ogni tradizione lo sapevano benissimo. Ippocrate, padre della medicina moderna, ha detto 2400 anni fa: “Tutte le malattie hanno origine nell’intestino“.
Commento NdR: anche e pur rispettando gli autori dello studio, precisiamo: non è che un singolo batterio influisce sulla psiche, ma è l’insieme sinergico di TUTTI i batteri autoctoni della flora intestinale, il microbioma, che permette al soggetto di avere una psiche / mente lucida ed attenta, senza distrazioni dai malesseri causati dalle alterazioni della flora foriera di qualsiasi danni o ammalamento.
Riferimenti
[1] Dinan TG et al. Psychobiotics: a novel class of psychotropic. Biol Psychiatry. 2013 Nov 15;74(10):720-6.
[2] Tillisch K et al. Consumption of fermented milk product with probiotic modulates brain activity. Gastroenterology. 2013 Jun;144(7):1394-401, 1401.e1-4.
[3] Wall R et al. Bacterial neuroactive compounds produced by psychobiotics. Adv Exp Med Biol. 2014;817:221-39.
[4] Ait-Belgnaoui A et al. Probiotic gut effect prevents the chronic psychological stress-induced brain activity abnormality in mice. Neurogastroenterol Motil. 2014 Apr;26(4):510-20.
[5] Stuart Watson and Paul Mackin. HPA axis function in mood disorders. Psychiatry Volume 5, Issue 5, 1 May 2006, Pages 166–170
[6] Clin Ther. 2015 May 1;37(5):984-95.
[7] Nutrition. 2015 Sep 28. pii: S0899-9007(15)00391-3.
[8] Br J Nutr. 2011 Mar;105(5):755-64.
[9] Gut Pathog. 2009 Mar 19;1(1):6.
[10] Behav Brain Res. 2016 Feb 1;298(Pt B):202-9.
[11] Brain Res. 2015 Nov 24. pii: S0006-8993(15)00862-8.
[12] Neurogastroenterol Motil. 2014 Nov;26(11):1615-27.
[13] Behav Brain Res. 2015;287:59-72.
[14] Benef Microbes. 2015 Dec 21:1-12.
[15] Neuroscience. 2015 Dec 3;310:561-77.
[16] Psychoneuroendocrinology. 2013 Sep;38(9):1738-47.
[17] Am J Physiol Gastrointest Liver Physiol. 2014 Oct 15; 307(8): G793–G802.
[18] Psychopharmacology (Berl). 2015; 232(10): 1793–1801.
[19] Neuropsychiatr Dis Treat. 2015; 11: 715–723.
[20] Aliment Pharmacol Ther. 2009 Mar 1;29(5):508-18.
Tratto da dionideam.it
Il sistema cerebrale piu antico, che è responsabile delle pulsioni, è strettamente correlato ad un “secondo” sistema nervoso “addominale” (GUT), formato dall’insieme di nervi che percorrono la parete del canale alimentare e la mucosa intestinale allo scopo di controllare le funzionalità digestive e di assorbimemto del cibo.
I due cosi detti “due cervelli” sono connessi da una ricca rete di fibre nervose (GUT-BRAIN AXIS) e comunicano interattivamente. Ciò spiega lo stretto legame tra mente digestione, cosi che la forte irritabiltà intestinale (gastroenterite acuta) può alterare profondamente il comportamento psichico e comportamentale delle persone.
Di tale malessere fisico/psichico soffrono moltissime persone . Infatti circa 1/3 della popolazione adulta (con una netta prevalenza del sesso femminile) che vive nei paesi occidentali si trova in condizioni di stress prodotto da infiammazione del colon, in gran parte è causato da cattiva alimentazione e da uno stile vita poco salutare .
“Factors influencing the human gut microbiome and its effect on the development of diet related diseases and brain development “
Ricapitolando: oltre al cervello contenuto nel cranio che soprassiede alla formazione e controllo dell’organo mente – programmi di elaborazione dei dati, per creare la nuova personalità con i propri schemi mentali che si formano a poco a poco e luogo ove si manifesta la CoScienza con l’Ego/IO identificato e personalizzato, infatti ne esiste un altro che ha circa 100 milioni di neuroni, molto di più di quanto sono nel midollo spinale che sono disseminati come una maglia a rete attorno all’intero intestino (dentro nella testa, la radice della parola contiene la parola testa) fino all’ano, ai quali si deve aggiungere quelli dello stomaco dell’esofago e della bocca.
Questa rete neuronica complessa che è un vero e proprio cervello autonomo, è il più antico cervello legato alla sopravvivenza dell’animale e dell’uomo, nella ricerca del cibo per vivere, che si è specializzato nel corso dei millenni indipendentemente da quello di sopra, seguendo una evoluzione parallela, ma separata, pur mantenendo una posizione di aiuto e/o di contrasto (a livello inconscio) per il cervello di sopra, luogo che manifesta la coscienza dell’essere stesso; infatti tutti noi ci “sentiamo” sopra e non sotto, ma dal cervello di sotto siamo sempre influenzati….fin dalla nascita tutti i neonati cercano di succhiare il latte della mamma…., senza pensare e/o volitivamente scegliere di farlo, cosi come dobbiamo bere, mangiare, digerire ed il tutto automaticamente ed autonomamente con il concorso anche del sistema nervoso autonomo legato al cervello di sopra.
I due cervelli, il cranico e l’enterico (plesso mienterico e submucosale), sono connessi dal nervo vago.
Il cervello enterico, detto addominale o viscerale, nella sua evoluzione, oltre a soprassedere alle funzioni vitali, ricerca del cibo, elaborazione delle sostanze necessarie alla vita delle nostre cellule, compito assai riduttivo per una cosi grande massa di neuroni, la natura ha previsto di investirlo di proprietà legate alle funzioni derivanti dalle emozioni ed all’inconscio del soggetto; infatti le sue cellule producono neurotrasmettitori (il 95% della serotonina è prodotta in quella sede) e proteine che contribuiscono al buon funzionamento del Sistema Nervoso Centrale (SNC) e quindi dell’intero apparato bio cibernetico – il corpo; esso (il cervello
enterico) secerne delle sostanze psicoattive (oppiacei, antidolorifici, calmanti) che influenzano gli stati di animo.
La serotonina ci dicono i ricercatori, è interessata anche del riflesso peristaltico.
Riassumendo: Il cervello enterico (gastrointestinale) produce sostanze psico-attive che influenzano direttamente gli stati d’animo, come la serotonina, la dopamina, sostanze oppiacee e antidolorifiche. Il collegamento tra i due cervelli, quello di sopra e quello di sotto, è assicurato dal midollo spinale del nervo vago.
Al cervello addominale=intestinale (secondo cervello, intestino tenue soprattutto) sono affidate le decisioni viscerali, cioè spontanee e inconsapevoli, infatti l’inconscio risiede qui; l’encefalo (cervello di sopra, nel cranio) assorbe le emozioni dagli organi di senso dall’esterno come, irritazione, stress e rabbia, trasmettendole, successivamente, al secondo “cervello” (quello addominale), e viceversa, che sviluppa sensazioni e che contemporaneamente puo’ creare, se necessario, le patologie psicosomatiche o bioenergetiche che colpiscono lo stomaco e l’intestino.
Infatti, noterete che con stato d’animo alterato, il malessere si ripercuote sullo stomaco e sull’intestino; di contro, se il vostro intestino fa le bizze, siete emotivamente stanchi e nervosi.
Quando il cibo, ormai divenuto bolo intestinale, passa nel tubo digerente a contatto con la mucosa intestinale, i neuroni situati nella sede interessata al passaggio del bolo, si stirano e stimolano di conseguenza delle cellule (enterocromaffini) a liberare la serotonina che a sua volta agisce su altri neuroni che sono situati sotto la mucosa stessa, che comandano a loro volta le cellule muscolari, all’interno dell’epitelio della mucosa del tubo od apparato digerente, di dilatarsi e/o di contrarsi creando un flusso di “contrazione” a monte e “dilatazione” a valle (come i movimenti di un bruco) per far avanzare in una unica direzione (verso l’ano) il chimo – cosi’ è chiamato il cibo ingerito dalla bocca e predigerito dallo stomaco, quando transita nella parte all’uscita dello stomaco verso e nel duodeno, poi esso è chiamato chilo – dal duodeno, digiuno e nell’ileo, zone nelle quali convive la nostra flora autoctona biovitale – batteri, funghi, enzimi – flora deputata a demoleculizzare (ridurre in molecole), il chilo (che è il bolo – cibo – pronto ad essere assorbito, in sostanze vitali e/o non, (a seconda del tipo di digestione – flora batterica – pH – temperatura – stress o meno stimoli di peristalsi, di intensità più o meno adatte, che si producono nella parete del tubo digerente) e che, una volta assorbite dalla mucosa intestinale per mezzo dei villi, vengono in seguito trasportate dal sangue alle cellule per il loro nutrimento e per la loro “specializzazione” per altre cellule del corpo ed infine questi residui del cibo/sostanze, ormai per noi “devitalizzate” trasportate nel colon (ascendente, traverso, discendente, sigmoideo, pelvico), dove vengono ivi disidratate e trasformate in scorie, chiamate ormai feci, che una volta raggiunta l’ampolla rettale, debbono essere eliminate dall’ano.
Se per caso la serotonina viene ad essere troppa, lo stato di eccitazione prevale e si producono scariche di feci acquose (diarrea), perché la peristalsi troppo veloce impedisce la disidratazione delle feci.
Se per caso al contrario, vi è una scarsa produzione di serotonina, la stitichezza compare, le feci divengono dure perché stazionano troppo nell’intestino crasso (colon) e si disidratano per l’assorbimento dei liquidi entro contenuti.
Nei due casi vi è un meccanismo di regolazione automatica, quando l’organismo è in salute e/o in stato emotivo normalmente accettabile; quando questi due casi sono alterati (salute e/o emozioni forti), immediatamente variano, di poco o molto, le fasi del controllo e regolazione della serotonina e quindi si apre una o l’altra direzione di funzioni di “trattenimento” o di “eliminazione” cogestite dai due cervelli (centrale ed intestinale; alle volte le due fasi compaiono alternativamente per certi periodi di tempo che possono durare anche anni.
Vi sono anche vari problemi legato alla peristalsi:
1. mancata produzione di sufficiente serotonina per attivare la peristalsi.
2. troppo stress al quale è sotto posto l’individuo, che investe i due cervelli (superiore e quello intestinale), cioè tensione fisica che impedisce il rilassamento della parete del tubo digerente.
3. elevata temperatura nel tubo digerente, sopra tutto dal duodeno alla valvola ileo cecale – (ileo/cieco) zona ove si trova l’appendice, per fermentazioni e/o putrefazioni esagerate del chimo/chilo, che richiedono liquidi in loco (sangue e linfa) per tentare di spegnere il “fuoco intestinale” che si produce, liquidi che vengono sottratte alle altre parti/organi e sistemi, ma e sopra tutto dalla periferia del corpo, la pelle; con il tempo le parti del tubo digerente interessate dal cronico aumento di temperatura oltre i 36,5 gradi, si ingrandiscono / ingrossano e il tutto poi, essendo appesantito, prolassa facilmente (scende per gravità), andando a schiacciare le parti basse del ventre, sopra tutto vescica e prostata, sull’ampolla anale (dove stazionano le feci non ancora evacuate dall’ano e che in genere è quasi sempre infiammato specie nei maschi) parti che al loro volta infiammandosi ed aumentando la loro normale e funzionale temperatura (36,5 gradi) formano altre patologie tipo: prostatiti + infiammazioni alla vescica, richiamando in un giro vizioso parassiti, funghi, ecc. – il “fuoco intestinale” si spegne solo seguendo le indicazioni del nostro Protocollo della salute
- infiammazione della mucosa del tubo digerente che impedisce, per troppo afflusso di sangue nelle zone interessate dai muscoli deputati alla contrazione a monte e dilatazione a valle della parete del tubo stesso per far scendere il tutto verso l’ano.
- alle volte avviene per l’insieme di questi ultimi 3 punti, l’inversione della peristalsi intestinale, chiamata anti peristalsi, che invece di tendere a stimolare nella giusta direzione le due fasi: contrazione a monte, dilatazione a valle, in modo da indurre e provocare lo spostamento del chimo/chilo verso il colon-ano, tende invertendone la fase, a far risalire lungo il tubo digerente il tutto (chimo/chilo) provocando non pochi guai; alle volte il fenomeno si presenta solo per piccoli periodi di tempo, ma comunque il fenomeno è molto dannoso perché indice ancor più la produzione di tossine che vengono riassorbite e riveicolate dal sangue intossicando sempre di più il soggetto.
- mancanza di movimento fisico, immobilità del soggetto (stare troppo a letto, seduti, e/o inattivi).
Per molto tempo si è pensato che il cervello di sopra (nella testa) avesse la predominanza e/o superiorità in tutte le funzioni vitali, ma da quando sono state fatte le scoperte che tutta la parete, la mucosa intestinale è cosparsa di neuroni legati alle funzioni vitali dell’apparato stesso, si è compreso che vi è una totale integrazione dei due cervelli, distanti e separati, ma operanti in sintonia ed integrazione per le funzioni vitali dell’essere stesso. La sensazione che ha allo stomaco, quando si è sotto stress intellettivo, si spiega con la produzione di determinati ormoni che vanno a stimolare i centri nervosi della mucosa stomacale.
Quando siamo sotto posti ad una forte emozione (paura) corriamo subito al gabinetto per eliminare le feci o l’urina, perché i sensori nervosi intestinali e quelli attorno alla vescica sono investiti di determinati stimoli di eliminazione.
Altro fatto utile alla comprensione di questi meccanismi è che per esempio durante il sonno, quando non vi sono stimoli esterni per i due cervelli, molto spesso chi ha problemi digestivi soffre di insonnia e/o ha incubi notturni.
Un altro fatto risulta dall’utilizzo improprio di determinati farmaci, es. quelli gastroenterici producono alterazioni cerebrali/mentali nella testa e gli psicofarmaci producono effetti indesiderati nell’intestino.
Con tutta probabilità la sindrome del colon irritabile è dovuta ad una irregolare comunicazione fra il cervello di sotto e quello di sopra e/o viceversa; in questo caso la quantità di impulsi nervosi è a favore del cervello enterico, perché vi si sommano gli impulsi derivanti dall’inconscio che “vive” nel DNA contenuto nelle cellule neuroniche che vi sono nel cervello di sotto, il quale invia i propri segnali anche all’encefalo superiore, nel sistema limbico cerebrale, area deputata ad interpretare ed elaborare i segnali delle sensazioni emotive, ricevute anche dal cervello inferiore; quando questi segnali superano certi livelli, come spesso capita nei depressi e/o negli ansiosi, l’intestino si muove automaticamente in una delle due direzioni sopra citate (stitichezza/diarrea) e lo stress è indicato alla variazione di questo livello.
Un esempio: i bambini che soffrono di colon irritabile da piccoli, hanno la quasi certezza di soffrire anche da grande, di ansia e/o depressione.
Il cervello di sotto (enterico) è in grado di metabolizzare e memorizzare le ansie, le emozioni, di elaborarle con quelle già memorizzate nell’inconscio in precedenza e/o nelle vite passate e di fornire quindi le variazioni di livello delle funzioni adatte dell’apparato intestinale e quindi dell’intero sistema bio cibernetico – il corpo- a seconda dello “stato mentale/spirituale” inconscio necessario all’essere stesso per la sua personale evoluzione. Con l’ipnosi si “parla sopra tutto” con il cervello di sotto.
Di sicuro è il cervello di sopra nella testa che raccoglie i dati, li elabora suscitando le emozioni, ma è la pancia che riferendo la sua “versione”, prepara un profilo emotivo sul quale vanno ad impiantarsi le attività del cervello superiore.
Il cervello di sotto è in grado di recepire e riconoscere non soltanto i vari cibi adatti introdotti nella bocca, ma anche le sostanze velenose, in quest’ultimo caso, suscitando reazioni immediate per eliminarle: il vomito, se il riconoscimento è comunque precoce e veloce; se l’individuazione è più tardiva, l’accelerazione della peristalsi si scatena per generare la diarrea e quindi l’eliminazione dall’ano delle feci acquose.
Quindi è chiaro che ogni situazione emotiva e/o di cibo – liquido e/o solido – cosi come introduzione di farmaci e vaccini, non adatti, generano nel cervello di sotto (intestinale) delle piccole, medie, grandi reazioni, utili ad ogni situazione (conscia e/o inconscia gestite dai due cervelli) vissuta nella vita quotidiana.
Il cervello di sotto quindi, non è solo legato alle reazioni al cibo ingerito, ma può pensare, prendere decisioni, provare sensazioni autonomamente da quello di sopra, come insegna la neurogastroenterologia, vedi la colite, l’ulcera, i bruciori di stomaco ecc. che sono proprio malattie causate dallo stress (emozioni forti, non digerite…rimane il Conflitto Spirituale irrisolto perché non si accettano le prove della vita) ed i mediatori con causali sono poi i batteri che si mutano perché le condizioni del terreno intestinali di pH sono variate e quindi per sopravvivere si mutano; agire contro di essi senza modificare il loro terreno intestinale, il pH della digestione e risolvere il conflitto spirituale, è l’errore più grave che si possa fare in terapeutica medica !!!
Il cervello intestinale è quindi il motore della vita fisica e di quella emotiva, che quindi interagisce in quella spirituale dell’essere stesso !
Un altro compito del cervello enterico, è quello di organizzare l’insieme bio cibernetico (il corpo) dei batteri che convivono in noi per aiutarci a vivere ogni giorno – noi naturisti li chiamiamo angeli/demoni perché deputati alla nostra migliore sopravvivenza e /o quando divengono per cosi dire “patogeni” per il ns. insegnamento…… indicandoci attraverso la sofferenza che subiamo, che abbiamo trasgredito le leggi che regolano la perfetta salute – chi sbaglia paga ed i cocci sono suoi;
Cosi come l’intestino si nutre di cibi che smembra, riducendoli e sintetizzando molecole, elaborate per il fabbisogno dell’organismo, cosi il cervello si nutre di informazioni che vengono registrate, sintetizzate ed elaborate per il fabbisogno dell’Essere = Vedi: Ego/IO – l’analogia fra le funzioni cerebrali ed intestinale chiarisce il fatto che anche l’intestino è a sua volta un secondo cervello funzionale alla Vita ed è, come abbiamo già detto, intercollegato ed interdipendente con il cervello di sopra nel cranio.
L’intestino (tubo digerente) rappresenta il fuori del corpo, la pelle/mucosa della parte anaerobica (senza aria), ed in esso vivono circa 400 specie di questi batteri indispensabili alla vita dell’intero sistema, in un “appartamento” di circa 400m2 – di circa 8 m. nell’uomo adulto, la stragrande maggioranza di questi batteri è probiotica/eubiotica ed essi sono anche deputati a mutarsi, quando le condizioni di salute intestinale (pH) variano per l’introduzione di cibi inadatti intossicati, farmaci, vaccini e/ di situazioni vissute di stress lo impongono, per regolare e mantenere se possibile lo stato di Salute Perfetta, aggredendo e “mangiando” ed eliminando le proteine tossiche contenenti virus, dei vaccini, le sostanze tossiche dei farmaci, le sostanze tossiche dei cibi inadatti alla alimentazione salubre, i microbi inadatti ingeriti con i cibi e/ acque malsane, batteri non residenti e non attinenti alla ns. specie umana.
Non a caso circa il 65-70% delle funzioni del nostro sistema immunitario risiede nell’intestino nella mucosa e/o sotto di essa. Quasi la metà delle feci sono composte da batteri; ciò significa che circa 100 mila miliardi di microrganismi della colonia intestinale è in continuo e costante rinnovamento (sempre che l’alimentazione sia salubre ed adatta al singolo essere e questi NON utilizzino Vaccini, farmaci (specie antibiotici) che inevitabilmente distruggono questa sacra flora batterica fondamentalmente indispensabile alla vita sana.
La presenza di una flora autoctona ben ordinata rappresenta il benEssere, la perdita di certe parti di essa e/o la mutazioni di parti di essa, fa la differenza fra salute e malattia.
Quando viene impedito il normale sviluppo della flora batterica, con azioni contro di essa (vedi sopra), la mucosa intestinale diviene infiammata e tumefatta, generando qualsiasi tipo di malattie….. fino alla morte, per la produzione di tossine e parassiti, funghi patogeni, che circolando attraverso il sangue nell’organismo intero alterano le funzioni cellulari, tissutali, organiche e sistemiche fino a produrre dolore, sofferenza e morte se non si interviene velocemente e bene, per riordinare il tutto INIZIANDO proprio dall’intestino, dalla bocca all’ano….. conCausa (fisiologica) della malattia. (vedi Protocollo della Salute e Flora Batterica).
Possiamo quindi affermare che la Salute o la malattia iniziano in bocca……e seguono le ns. emozioni e/o nozioni (Etica, comportamenti errati o meno) sul come mantenere o recuperare la Perfetta Salute.
Quindi la Causa primaria di ogni malattia è sicuramente di ordine spirituale……e cioè sono gli errori comportamentali non in Etica (consci ed inconsci) del soggetto che agisce contro la sua stessa vita sana; al contrario essere nel Bene significa godere appieno del proprio BenEssere !
Vedi: Conflitti Spirituali irrisolti
Circonvoluzioni cerebrali ed intestinali (similitudini)
Neurofisiologia: si emoziona, soffre, gioisce. Insomma, l’intestino è “intelligente” – 8 Luglio 2001
La scoperta di uno scienziato americano darà anche una svolta ai metodi di cura
E invece ciò che la scienza ha battezzato come «secondo cervello» vive sì nel ventre di ciascuno di noi (come Alien, appunto) ma è una sorta di chiave che regola stress, ansia e tensione.
Il nostro secondo cervello, quindi, vive nella pancia e svolge «importanti funzioni che si riflettono sull’intero organismo». Ne è convinto Michael D. Gershon, esperto di anatomia e biologia cellulare della Columbia University, che ha presentato anche a Milano la «teoria dei due cervelli».
BASI SCIENTIFICHE – «La teoria dei due cervelli poggia su solide basi scientifiche – spiega l’esperto americano – Basti pensare che l’intestino, pur avendo solo un decimo dei neuroni del cervello, lavora in modo autonomo, aiuta a fissare i ricordi legati alle emozioni e ha un ruolo fondamentale nel segnalare gioia e dolore. Insomma, l’intestino è la sede di un secondo cervello vero e proprio. E non a caso le cellule dell’intestino – aggiunge Gershon – producono il 95% della serotonina, il neurotrasmettitore del benessere»
La RISCOSSA – «A lungo l’intestino è stato considerato una struttura periferica, deputata a svolgere funzioni marginali. Ma la scoperta di attività che implicano un coordinamento a livello emozionale e immunologico ha rivoluzionato questo pensiero – spiega Umberto Solimene dell’Universitá di Milano, direttore del centro collaboratore Oms per la medicina tradizionale – Nella pancia troviamo infatti tessuto neuronale autonomo».
EMOZIONI – L’intestino rilascia serotonina in seguito a stimoli esterni, come immissione di cibo, ma anche suoni o colori. E a input interni: emozioni e abitudini. «Insomma questo neurotrasmettitore è come un direttore d’orchestra, che manovra le leve del movimento intestinale», dice il ricercatore americano, autore di un best seller su «The Secondo Brain», il secondo cervello. Studi su cavie geneticamente modificate, ma anche in vitro, «hanno dimostrato l’esistenza di un asse pancia-testa». Per Gershon è la prima a dominare, almeno in certi campi. «La quantità di messaggi che il cervello addominale invia a quello centrale è pari al 90% dello scambio totale», sostiene il ricercatore. Per la maggior parte si tratta di messaggi inconsci, che percepiamo solo quando diventano segnali di allarme e scatenano reazioni di malessere.
ESEMPI – Per chiarire il ruolo del cervello intestinale Gershon spiega: «Quanti hanno sperimentato la sensazione delle “farfalle nello stomaco” durante una conversazione stressante o un esame ?».
È solo un esempio delle emozioni «della pancia», come nausea, paura, ma anche dolore e angoscia.
Insomma, nella pancia c’è un cervello che «assimila e digerisce non solo il cibo, ma anche informazione ed emozioni che arrivano dall’esterno».
Il Cervello nella pancia
Un po’ di rispetto per la pancia, per favore. Perche la pancia “sente”. Metabolizza emozioni. Smista informazioni. Reagisce alle sollecitazioni dell’ambiente circostante, soffre. E gioisce.
Già: nell’intestino vive e opera un secondo cervello. Un computer operoso e sofisticato. costituito da un’intricatissima matassa di neuroni (centinaia di milioni) e di cavi nervosi. Che è capace di governare in piena autonomia le delicate funzioni della complessa macchina digestiva.
Parola di Michael D. Gershon, professore di anatomia e biologia cellulare alla Columbia University.
Il professor Gershon ha dedicato trent’anni allo studio di questo “cervello enterico” e dei suoi rapporti con quello pensante, riversando in un best seller, dal titolo “The Second Brain”, gli intrigantissimi risultati ottenuti.
Un neurotrasmettitore, la serotonina, regola umore, sonno, dolore e anche le contrazioni addominali
La teoria del “secondo cervello” nella pancia è d’indubbio interesse nelle mani dei camici bianchi, che stanno cominciando a guardare con occhi nuovi la cura di vari malanni dell’apparato digerente.
Un celebre esempio ?
La sindrome dell’intestino irritabile, che affligge circa il 10 per cento della popolazione italiana. È un disturbo del tutto benigno; di sicuro, però, fiacca seriamente il paziente, con dolori (in genere nel basso addome a sinistra) e difficoltà nell’andare di corpo. C’è chi accusa soprattutto diarrea, chi, invece, è afflitto da stipsi, mentre in altre persone i due problemi si alternano. L’intestino non è colpito da danni materiali, “fisici”: “semplicemente” non funziona a dovere.
Resta il fatto che qualcosa, in quella complessa foresta di connessioni nervose che è il cervello enterico, è andato in tilt.
E qui entrano in ballo le originali osservazioni di studiosi come Gershon, che hanno spinto i farmacologi a rinverdire le soluzioni per placare i capricci intestinali. Come ?
La parola a Marcello Tonini, professore ordinario di farmacologia presso il Dipartimento di Scienze Fisiologiche e Farmacologiche dell’Università di Pavia. “Ultimamente”, ci dice Tonini, “la ricerca ha posto molta attenzione al ruolo della serotonina nella regia dell’attività intestinale”.
Che cos’è la serotonina ? Una. sostanza, dalle molte azioni e presente, guarda un po’, in entrambi i nostri cervelli: in quello superiore, è un messaggero chimico coinvolto nel controllo dell’umore, del sonno e della sensibilità al dolore; dabbasso, nell’intestino, mette in moto una progressione di contrazioni e rilassamenti della muscolatura, che sono poi quei movimenti che fanno avanzare il cibo che ingeriamo.
Cellule specializzate
“Il 95 per cento di tutta la serotonina presente nel nostro corpo”, riprende Tonini, “viene prodotta: proprio nel tratto gastrointestinale, da una popolazione di cellule chiamate “enterocromaffini”, che rilasciano questa sostanza in seguito a stimoli diversi: tipicamente dopo l’assunzione di cibo”.
La serotonina, insomma, è una specie di direttore d’orchestra che manovra le leve del movimento intestinale.
Una riprova singolare ? “Il fatto che le persone con intestino irritabile che soffrono per lo più di diarrea hanno un maggior numero di cellule produttrici di serotonina. Ma stiamo osservando anche il contrario e cioè che nelle forme dove la stitichezza prevale è ridotta la densità di quella popolazione cellulare e perciò la quantità della serotonina”.
Morale: la liberazione di questo messaggero chimico potrebbe subire dei continui alti e bassi.
Il che spiegherebbe l’alternanza di stitichezza e diarrea nello stesso individuo.
Più equilibrio
Parola d’ordine, dunque: ripristinare nel “secondo cervello” l’equilibrio della serotonina.
Anche perché agire sulla serotonina significa porre rimedio a un altro cruccio del paziente: l’iper-sensibilità viscerale.
Perciò bisogna usare dei farmaci “intelligenti”, dotati della proverbiale marcia, in più rispetto alle armi tradizionali. Ovvero: devono calibrare il movimento intestinale, regolare la percezione del dolore e del senso di gonfiore, e normalizzare pure le secrezioni d’acqua e sali nell’intestino.
Tre obiettivi, una sola pillola. Così ecco una nuova generazione di medicine: quelle che potenziano o inibiscono (se è la stipsi o la diarrea il problema da sanare) l’attività di vari interruttori (tecnicamente, “recettori”) sui quali va ad agire la serotonina. “In particolare i riflettori sono puntati oggi su un paio di farmaci”, riferisce Tonini, “messi a punto per accendere l’attività della serotonina (grazie all’interazione con specifici bersagli detti in gergo “5-HT4”) e per trattare quindi la sindrome dell’intestino irritabile associato a stitichezza.
I loro nomi: tegaserod (attualmente in corso di registrazione negli Stati Uniti) e prucalopride (molecola che potrebbe essere addirittura destinata al trattamento della stispi in generale). Esercitano una potente azione “procinetica”, come diciamo noi: cioè facilitano la progressione del contenuto intestinale nei tratti bassi dell’apparato digerente”.
By Edoardo Rosati – a cura del Dott. Marco Fornaciari (medico) – Tratto da: Corriere Salute
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Micheal Gershon, professore di Anatomia e Biologia Cellulare alla Columbia Univeristy, ha presentato di recente i suoi 30 anni di studio sull’ammasso cellulare di neuroni e nervi situati nell’intestino e chiamato per la sua attività “Il SECONDO CERVELLO”, o “CERVELLO ENTERICO”. Queste definizioni sembrano appropriate perché, primo, possiede gli stessi neurotrasmettitori del midollo spinale e del cervello, secondo, presiede alle funzioni di coordinamento enzimatico digestivo, ghiandolare, muscolare, pressorio, chimico-fisico, ormonale immunitario… “le cellule nervose preposte alle funzioni suddette se si trovassero nel cervello per trasmettere le informazioni richiederebbero nervi grandi come cavi di alta tensione”.
Nei congressi di Gastroenterologia è sempre più frequente ascoltare relazioni che accomunano disfunzioni gastrointestinali con disfunzioni della flora batterica e stati di malumore non disgiunti spesso da ansia e depressione.
Per i vecchi medici di famiglia, la Medicina Olistica e la più moderna PNEI (Psico Neuro Endocrino Immunologia) questi legami tra psiche e intestino sono, e sono stati da sempre un cardine della loro professione.
Le ipotesi tra i legami e il buon funzionamento delle interazioni tra i vari Tre cervelli sono almeno tre:
1) Energetica – MTC
2) Meccanica, stimolazione meccanica dell’intestino con rilascio di neurotrasmettitori e liberazioni cefalica di endorfine (benessere)
3) Ricondizionamento dell’ambiente intestinale con spostamento percentuale della flora batterica intestinale in favore di Bifidus B.B. e Lactobacilli eutrofici, che spiegherebbe inoltre altre funzioni benefiche su intestino irritabile, difese dai patogeni, dai tumori, assorbimento di oligoelementi e vitamine…
Le tre ipotesi sono compatibili tra loro, ma, certamente la terza ci fornisce una chiave di lettura molto più vasta e affascinante. In ogni caso, a conferma delle tesi e ricerche del Prof. Gershon si deve riconoscere che il legame tra il “Cervello Cefalico” e il “Secondo Cervello” non è sconosciuto alle persone che debbano sostenere esami o che abbiano relazioni con persone inaffidabili, tanto che alcune condizioni di stress possono innescare disfunzioni gastroenteriche che sono insensibili alle cure specifiche e che invece con piccole dosi di ansiolitici o sostanze naturali tipi magnesio, iperico, escoltzia o simili vengono risolte e con loto viene rimossa la causa.
Il “SECONDO CERVELLO” tra leggenda e tradizione:
– nella Medicina Tradizionale Cinese il colon (intestino) è lo scrigno dove si accumulano i desideri non realizzati;
– in Egitto la purificazione spirituale, lo stato di salute sono ottenuti tramite il lavaggio del colon (vedi: clistere);
– in India attualmente e da millenni l’idro colon terapia viene utilizzata per salute, nuove energie, antistress, antidepressione;
– Ippocrate: contro l’ansia e depressione: clisteri;
– Filosofia di Feuerbach: “Teoria Uomo Ventre” in tono scherzoso;
– Apologo di Menenio Agrippa da rivisitare;
Nel mondo del Cinema le STAR (DUST), per la Lucentezza della pelle Bellezza e Seduzione, usano SINFLO, si spera per loro.
Concludendo alla Woody Allen si potrà affermare: “Ho un forte mal di pancia… vado dallo psichiatra” !, oppure: “Sono troppo ansioso e depresso… vado dal gastroenterologo “!
Commento NdR: Meglio però informarsi su come “funziona” il proprio essere (mente, cervelli, corpo) anche perché il “Cuore ha un suo cervello” (il terzo del corpo) ed imparare a stare sempre bene.
LA GLIA O NEUROGLIA:
FINALMENTE UNO SPIRAGLIO PER COMPRENDERE SINTOMI E MALATTIE NEUROLOGICHE E PSICHIATRICHE ?
Al fine di comprendere meglio l’argomento oggetto di questa seconda parte, è indispensabile chiarire un concetto fondamentale: le conoscenze alla base della Neurologia e della Psichiatria sono inficiate da un peccato originale che ha portato gli specialisti di questo settore della Medicina a interpretare e a curare le malattie neurologiche e psichiatriche partendo dal presupposto che le strutture cerebrali siano “protette” dalle infiammazioni immuno-mediate a causa dell’assenza, nella scatola cranica, di un sistema linfatico. Fino al giorno d’oggi, infatti, le malattie cerebrali (neurologiche e psichiatriche) sono affrontate come se non esistesse un sistema linfatico e, pertanto, sono escluse terapie e, ancor più grave, non vengono richiesti test diagnostici finalizzati a conoscere la provenienza di una infiammazione immuno-mediata nell’area cerebrale.
Tuttavia, recentemente, due ricerche importanti, entrambi del 2015, hanno dimostrato l’esistenza di un sistema linfatico nel cervello avvalendosi di esperimenti sugli animali, rivoluzionando il modo di intendere le malattie neuro-psichiatriche. Louveau e colleghi, dell’Università di Virginia, hanno infatti scoperto l’esistenza di vasi linfatici funzionali che avvolgono i seni della dura madre (canali venosi contenuti nello spessore di due pliche della dura madre encefalica che drenano il sangue delle strutture nervose intracraniche alla vena giugulare interna): sono vasi che esprimono tutti i marker dei vasi linfatici in grado di trasportare soluti, fluidi e cellule del sistema immunitario. Sono inoltre connessi a linfonodi cervicali profondi. I vasi linfatici meningei esprimono un pattern di molecole simile ai vasi linfatici del diaframma, e sembrano inoltre privi di valvole linfatiche: i vasi linfatici meningei presentano caratteristiche tipiche dei vasi linfatici iniziali. Questo sistema linfatico presenta caratteri unici: sembra che parta da entrambi gli occhi e prosegua fin sopra il bulbo olfattorio prima di proseguire nei seni adiacenti. I vasi sono più grandi e complessi a livello del seno trasverso rispetto al seno sagittale superiore. Presentano inoltre una connessione diretta con i linfonodi cervicali profondi, ma non quelli superficiali. Quindi questo sistema rinvenuto potrebbe rappresentare la seconda fase di drenaggio del liquido interstiziale, dopo il passaggio per il sistema glinfatico.
A risultati analoghi sono pervenuti, in modo indipendente, Aspelund e colleghi di Helsinki, che hanno osservato come i vasi linfatici siano relativamente scarsi nelle porzioni superiori del cranio, mentre la base del cranio presenta un network molto più fitto e dotato anche di valvole (poco numerose). Tutti i dati riportati fanno intendere come i vasi linfatici siano presenti nella dura madre e drenino fuori dal cervello attraverso il foro occipitale alla base del cranio seguendo il percorso dei vasi arteriosi e venosi e dei nervi cranici. Dagli esperimenti condotti hanno visto come il cervello di fatto possegga diversi sistemi per gestire il liquido fuoriuscito dai vasi sanguigni, efficaci anche nel momento in cui venga asportata la dura madre.
L’aspetto più curioso, forse, è che già nel 1787 un anatomista italiano, Paolo Mascagni, aveva descritto quello che chiamava “vasi linfatici nelle meningi e sulle superfici craniche”, senza che però i suoi dati riuscissero mai a essere riprodotti. Almeno sinora. Io, qualche tempo fa, dedicai un post a tale “strana” omissione da parte della Medicina.
L’esistenza di un sistema linfatico a livello cerebrale apre la porta ad innumerevoli rivalutazioni. Il cervello era stato sinora considerato privilegiato dal punto di vista dell’immunità, o meglio, segregato: la presenza di linfociti-T è stata sempre considerata di origine autoimmune, in quanto si riteneva che – in assenza di una rete linfatica i linfociti T e gli anticorpi presenti nel cervello e/o nel liquor fossero considerati autoctoni. Queste scoperte, per ora limitate al mondo animale, necessitano di un’urgente verifica anche nell’uomo, perché comportano una grande evoluzione nella neuroimmunologia: la connessione con la mucosa nasale e con i linfonodi profondi dimostra infatti che non vi è separazione con il resto dell’organismo, e che alcune patologie con una componente neuroinfiammatoria importante (come Sclerosi Multipla, Alzheimer) vanno rivalutate.
Proprio il mal funzionamento dei vasi linfatici meningei potrebbe essere causa di queste problematiche. La beta amiloide, ad esempio, è una proteina con risvolti importanti per la salute dell’organismo. È coinvolta in diverse forme degenerative cerebrali, come l’angiopatia amiloide e il morbo di Alzheimer. Questa proteina disfunzionale, infatti, ha un ruolo importante nella distruzione delle sinapsi e nella regolazione della concentrazione intracellulare di Calcio, inoltre tende all’accumulo e alla progressiva aggregazione che porta alla formazione di placche, la cui deposizione è associata a processi infiammatori e degenerativi con lo sviluppo della complessa sintomatologia delle malattie sopracitate.
Il fatto che la beta amiloide si depositi lungo le pareti delle arterie cerebrali e leptomeningee comporta l’alterazione della membrana basale ed anche l’eventuale distruzione delle cellule muscolari lisce. Nell’Alzheimer, infatti, vi è una componente legata anche a disfunzioni di tipo vascolare: ipoperfusione cerebrale, compromissione della barriera emato-encefalica, infiltrazione da parte di cellule infiammatorie, maggior incidenza di fenomeni emorragici.
La scoperta di un sistema linfatico cerebrale e dei suoi inevitabili collegamenti con il sistema linfatico generale, suggerisce come sia valida la tesi della causa virale delle malattie immuno-mediate e fornisce la spiegazione patogenetica a conferma dell’ipotesi che un virus, penetrato attraverso le vie respiratorie e integrato nel DNA dei linfociti B, possa raggiungere il cervello attraverso le vie linfatiche del rinofaringe e drenare nei linfonodi del collo, in quelli sottomandibolari e in quelli sovraclaveari. I linfociti B infettati dal virus, pervenuti nelle aree cerebrali, subirebbero l’attacco dei macrofagi e delle linfo-cellule Natural Killer, creando il danno immuno-mediato alla mielina o compromettendo il drenaggio della beta-amiloide o danneggiando i vasi sanguigni cerebrali. Inoltre, patologie fino ad oggi inquadrate come originate da alterazioni non organiche della mente, potrebbero trovare finalmente una spiegazione eziopatogenetica infettiva post-virale ed essere inquadrate come conseguenze immuno-mediate.
Mi riferisco all’Autismo, alla schizofrenia, alla depressione, ai disturbi bipolari, alla paranoia, ai disturbi del comportamento alimentare, come l’anoressia e la bulimia, alla big eating syndrome, ai disturbi del comportamento sessuale, ai disturbi della personalità … fino a comprendere tutti quei sintomi non spiegabili e orfani di diagnosi quali i formicolii, i disturbi del sonno, i disturbi motori, i disturbi della deambulazione, i disturbi della contrazione muscolare, i disturbi dell’attenzione, della concentrazione e della memoria, l’ ansia, la facile irritabilità e a tanti altri sintomi ancora oggi privi di diagnosi. In presenza dei sintomi e/o delle malattie descritte, sarebbe opportuno indagare sulla presenza cronica dei virus.
Dott. Giuseppe Trovato – Medico
L’articolo è pubbicato sulla pagina: https://www.facebook.com/groups/178307706441481/
Commento NdR: questo commento è stato pubblicato sulla pagina sotto l’articolo del dott. G. Trovato ed attende una risposta.
Buon articolo descrittivo del sistema linfatico del cervello o cerebrale e della sua recente scoperta, ma anche del fatto della arretratezza della medicina ufficiale su questo tema….
Però vorrei sapere perché lei parla solo di “virus” (quali cause delle infiammazioni cerebrali), che NON sono fra parentesi, micro organismi, ma sostanze complesse di Lipidi (capside) contenenti DNA/Rna, creati per fortuna, dalle cellule del corpo (esozomi) per riordinare le cellule malate in stress ossidativo od in apoptosi, con le informazioni a loro inviate, quindi sono sostanze indispensabili alla perfetta salute, il cui termine scientifico è Esosomi, mentre i virus dei Vaccini creati in laboratorio, sono volutamente ed altamente tossici, e non si riferisce al fatto che alla base di tutto vi è questa infiammazione circolante del corpo, detta in termine tecnico ASIA, generata soprattutto e fin da bambini (neonati) dalla somministrazione dei VACCINI (vedi contenuto dei Vaccini), con infiammazione ASIA, che può rimanere latente e circolante anche per decenni….generando qualsiasi tipo di “malattia” ?
Quindi i cosiddetti virus, NON sono cause di ammalamento, anche e non solo dei danni cerebrali ”
vedi: Cosa sono i virus, con il cerca parole qui nel sito.
Spegnere l’infiammazione nel cervello attraverso la flora intestinale – 15/06/2018
Uno studio guidato dal dr. Quintana della Harvard Medical School di Boston, selezionato dalla Progressive MS Alliance, mostra come sia possibile modulare l’infiammazione nel sistema nervoso attraverso la dieta e l’azione dei batteri intestinali
Un controllo che parte dall’intestino e arriva fino al sistema nervoso centrale. È ciò che mette in luce un lavoro appena pubblicato sulle pagine di Nature che mostra come i prodotti dei batteri intestinali derivati dalla dieta possono modulare le risposte infiammatorie nel sistema nervoso centrale.
A guidare lo studio è Francisco J. Quintana del Brigham and Women’s Hospital, Harvard Medical School di Boston, ricercatore a capo di uno dei tre progetti selezionati dal Bando Collaborative Network della Progressive MS Alliance, alleanza internazionale nata per affrontare le forme progressive della Sclerosi Multipla (SM) di cui AISM è membro e fondatore.
Come ricorda Hartmut Wekerle del Max Planck Institute of Neurobiology e dell’Institute of Clinical Neuroimmunology (LMU Monaco) in una news pubblicata sullo stesso numero della rivista, non è la prima volta che i ricercatori portano in luce un legame tra i batteri intestinali e il sistema nervoso centrale. Sono già note infatti alcune vie molecolari che permettono alle due regioni di parlarsi (e influenzarsi) a distanza. Solo lo scorso anno, per esempio, uno studio realizzato con sostegno di AISM e della sua Fondazione (FISM) mostrava una correlazione tra microbiota intestinale e attività del sistema immunitario e della malattia in persone con SM recidivante-remittente.
Oggi lo studio di Quintana e colleghi aggiunge un pezzo importante alla comprensione del funzionamento di questo asse intestino-cervello, aprendo le porte in futuro a nuove strategie nella lotta contro le malattie neurodegenerative, specialmente quelle a base autoimmunitaria e infiammatoria, come la sclerosi multipla. Strategie che possano comprendere anche approcci capaci di influenzare la flora batterica e di agire così indirettamente tramite questa sul sistema nervoso centrale.
Lo studio pubblicato su Nature mette in luce i processi infiammatori che avvengono nel sistema nervoso centrale e illustra quali sono i meccanismi in grado di influenzarli. In particolare i ricercatori si sono concentrati su una proteina – AHR (aryl hydrocarbon receptor) già nota in passato per avere un ruolo immunoregolatorio – coinvolta nella progressione della encefalomielite autoimmune (Experimental autoimmune encephalomyelitis EAE), una malattia in cui il sistema immunitario attacca le cellule del sistema nervoso centrale, utilizzata per questo come modello sperimentale della sclerosi multipla. AHR è particolarmente espressa in alcune cellule della glia, le cellule non neuronali che costituiscono il sistema nervoso centrale.
Cosa accade se la sua attività viene bloccata ?
Per capirlo i ricercatori hanno condotto una serie di esperimenti su modelli animali con EAE, osservando che quando l’attività di AHR nelle cellule della microglia è bloccata i sintomi della malattia peggiorano e il danno neuronale aumenta. Un processo che, raccontano Quintana e colleghi, chiama in causa alcuni mediatori molecolari prodotti dalla microglia e che possono aiutare ad accendere o spegnere l’infiammazione agendo a loro volta sugli astrociti, altre cellule che compongono la glia.
I ricercatori hanno inoltre osservato che è possibile regolare l’azione dell’AHR da remoto: attraverso i metaboliti prodotti a partire dal triptofano, un amminoacido. Diete ricche di triptofano riuscivano infatti a migliorare i sintomi della malattia in topi con EAE, ma non riuscivano a farlo negli animali in cui AHR era stata eliminata. Questo perché i prodotti del triptofano modulano l’infiammazione attraverso l’azione che esercitano su questa proteina. Alcuni dei meccanismi molecolari osservati negli animali sono stati osservati in parte anche su campioni cellulari umani, anche provenienti da persone con SM, aggiungono i ricercatori.
«Quanto abbiamo osservato porta in luce un aspetto dell’asse intestino-cervello in cui i prodotti derivanti dal triptofano assunto attraverso la dieta e controllati dalla flora intestinale agiscono direttamente sulla microglia e gli astrociti presenti nel sistema nervoso centrale limitando l’infiammazione e la neurodegenerazione attraverso l’azione della proteina AHR», riassumono gli autori in chiusura del paper. E questo, azzardano, potrebbe guidare in futuro lo sviluppo di nuove terapie per la sclerosi multipla e altre malattie neurologiche: agendo sui meccanismi molecolari identificati come target o modulando le stesse risposte infiammatorie indirettamente dall’intestino, spiega anche Wekerle.
Come si augura anche Alan Thompson, Chair del Scientific Steering Committee della International Progressive MS Alliance e decano della facoltà di Brain Sciences presso lo University College di Londra: «È incoraggiante avere questi importanti risultati preliminari sull’asse intestino-cervello da uno dei tre Collaborative Networks lanciati e finanziati attraverso l’International Progressive MS Alliance. Questi risultati sono appena l’inizio di quello che ci aspettiamo come un grande progresso verso la comprensione dei meccanismi alla base della malattia e verso la scoperta di nuovi trattamenti per le persone che convivono con le forme progressive della SM».
Microglial control of astrocytes in response to microbial metabolites.
Nature. 2018 May;557(7707):724-728. doi: 10.1038/s41586-018-0119-x. Epub 2018 May 16.
Rothhammer V, Borucki DM, Tjon EC, Takenaka MC, Chao CC, Ardura-Fabregat A, de Lima KA, Gutiérrez-Vázquez C, Hewson P, Staszewski O, Blain M, Healy L, Neziraj T, Borio M, Wheeler M, Dragin LL, Laplaud DA, Antel J, Alvarez JI, Prinz M, Quintana FJ.
Il rapporto tra una buona alimentazione e un migliore stato di salute è universalmente riconosciuto. Un filone di ricerca molto promettente, come indica anche lo studio che vi abbiamo illustrato sopra, indaga il ruolo della flora intestinale nel possibile sviluppo di patologie autoimmuni come la sclerosi multipla. Abbiamo affrontato questo argomento più volte, per esempio nell’articolo Microbiota e sclerosi multipla. Un rapporto tutto da esplorare e in questo studio finanziato da AISM e la sua Fondazione.
Tratto da: aism.it
ANEMIA dai VACCINI
Danno ossidativo mediato dall’alluminio (anche dei Vaccini) sul tessuto nervoso.
I tessuti cerebrali sono altamente suscettibili al danno ossidativo, probabilmente a causa dell’elevato consumo di ossigeno (20% del totale per l’organismo in condizioni di riposo), della presenza di acidi grassi polinsaturi abbondanti nelle membrane cellulari, dell’elevato contenuto di ferro (Fe) e delle basse attività enzimatiche antiossidanti.
L’alluminio (Al+3) è un minerale con una capacità di ossido-riduzione relativamente bassa, ma può indurre un danno ossidativo attraverso molteplici meccanismi. Si può legare ai fosfolipidi che contengono acidi grassi polinsaturi irrigidendo le membrane cellulari e facilitandone la perossidazione, in particolare nel tessuto cerebrale la mielina è la proteina-lipide più suscettibile al danno ossidativo mediato dall’alluminio. L’alluminio può indurre la perossidazione dei lipidi anche attraverso la reazione di Fenton mediata dal ferro, la quale provoca la produzione di ROS e la formazione di Fe+3. Il superossido (O2.-) viene neutralizzato dall’Al+3 per formare un complesso Al-O2.-, che aumenta ulteriormente la capacità ossidativa dell’O2.
– vedi fig. 3: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3404950/pdf/1423-0127-19-51.pdf
L’alluminio causa anche un altro effetto ben noto da tempo, l’anemia, attraverso la perossidazione della membrana degli eritrociti (globuli rossi) portando ad emolisi e attraverso l’inibizione della sintesi dell’eme.
È interessante notare che l’anemia è strettamente associata allo stato d’infiammazione cronica (anemia infiammatoria), in particolare è stato possibile dimostrare che l’interleuchina-6 (citochina prodotta anche in conseguenza dell’infiammazione indotta dall’alluminio adiuvante vaccinale), l’ormone regolatorio del ferro, l’epcidina e l’esportatore del ferro, la ferroportina, interagiscono per causare il sequestro del ferro nel contesto dell’infiammazione.
Va tenuto presente che mentre l’anemia severa è associata agli esiti negativi delle malattie gravi, i modelli sperimentali suggeriscono che il sequestro del ferro sia parte di una difesa naturale contro i patogeni che utilizzano il ferro per la loro crescita.
vedi: http://www.lescienze.it/news/2014/12/16/news/primati_batteri_conflitto_ferro-2415115/?refresh_ce
– Arch Biochem Biophys. 1997 Aug 15;344(2):289-94.
Myelin is a preferential target of aluminum-mediated oxidative damage. Verstraeten SV1, Golub MS, Keen CL, Oteiza PI.
– Med Clin North Am. 2017 Mar;101(2):285-296. doi: 10.1016/j.mcna.2016.09.005. Epub 2016 Dec 24.
Anemia of Inflammation: A Review. Fraenkel PG1.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5308549/pdf/nihms819021.pdf
– Comp Biochem Physiol C. 1993 Oct;106(2):285-93. Hematological effects of aluminum on living organisms.
Zaman K1, Zaman A, Batcabe J.
https://childrenshealthdefense.org/wp-content/uploads/Giannotta-2018-Vaccines-and-neuroinflammation-.pdf
IMPORTANTE: OGNI tipo di Vaccino produce Stress ossidativo cellulare e quindi tissutale !
Lo Stress Ossidativo cellulare è una conseguenza dell’alterazione del metabolismo cellulare; esiste però una enorme variabilità individuale allo stress ossidativo cellulare.
Continua nella Pagina: Cervello del cuore, terzo cervello
MECCANISMI di comunicazione fra i vari cervelli del corpo:
Il sistema nervoso cardiaco, o cervello del cuore, è fatto di gangli complessi, contenenti un circuito locale ricevente (interneuroni) e trasmittente (neuroni simpatici e parasimpatici). I neuriti sensori multifunzionali, distribuiti nel cuore, sono sensibili a molti tipi di segnali originati dallo stesso cuore. I gangli cardiaci integrano messaggi dal cervello e da altri centri di processazione presenti nel corpo, con l’ informazione ricevuta dai neuriti cardiaci. Quando l’ informazione è stata processata dai neuroni del cuore, i segnali appropriati vengono mandati ai nodi senoatriali e atrioventricolari come ai muscoli del cuore.
Sotto normali condizioni psicologiche, il sistema nervoso del cuore gioca un ruolo importante per gran parte della routine di controllo della funzione cardiaca, indipendentemente dal sistema nervoso centrale.
Il Dr. Armour e i suoi colleghi hanno mostrato che il sistema nervoso del cuore è vitale per il mantenimento della stabilità cardiovascolare e per la sua efficienza, senza di esso, il cuore non può operare correttamente.
I percorsi di comunicazione neurale tra il cuore e il cervello superiore.
Il sistema nervoso del cuore consiste in gangli, che contengono il circuito locale di neuroni di diverso tipo, e i neuriti sensori, distribuiti nel cuore.
I gangli processano e integrano l’informazione entrante dal sistema nervoso esterno e dai neuriti nel cuore. I gangli cardiaci esterni, localizzati nella cavità toracica, hanno connessioni dirette agli organi come i polmoni e l’ esofago e sono anche connessi indirettamente tramite il midollo spinale a molti altri organi, inclusa pelle e arterie.
L’ informazione parasimpatica che arriva al cervello viaggia dal cuore ad esso attraverso il nervo vago e verso la medulla.
I nervi simpatici afferenti si connettono ai gangli cardiaci esterni (centro di processazione), quindi al ganglio dorsale principale e quindi al midollo spinale.
Quando i segnali afferenti raggiungono la medulla, viaggiano alle aree subcorticali (talamo, amigdala, ecc..) e quindi alle aree corticali.
Un altro componente del sistema di comunicazione del cervello cardiaco è stato rivelato dai ricercatori che hanno studiato il sistema ormonale. Il cuore è stato riclassificato come ghiandola endocrina e ormonale, quando nel 1983 è stato isolato un ormone prodotto e rilasciato dal cuore, il fattore natriuretico atriale (ANF). Questo ormone esercita ampiamente i suoi effetti: sui vasi sanguigni, sulle ghiandole surrenali, sui reni e su diverse regioni regolatorie nel cervello.
Il Dr. Armour e i suoi studenti hanno scoperto che il cuore contiene un tipo di cellule dette cellule “cardiache adrenergiche intrinseche” (ICA). Queste cellule sono classificate come “adrenergiche” perchè sintetizzano e rilasciano catecolamine (norepinefrina e dopamina), neuritrasmettitori che si pensava fossero prodotti solo dai neuroni del cervello e dai gangli fuori dal cuore.
Piu’ recentemente, è stato scoperto che il cuore secerne anche oxitocina, conosciuta come l’ ormone “dell’amore“.
Oltre alle sue funzioni conosciute nei parti e nella lattazione, recenti evidenze indicano che questo ormone è coinvolto anche nella cognizione, tolleranza, adattamento, in comportamenti sessuali e materni complessi, come anche a livello sociale e nei legami di coppia.
Da notare che le concentrazioni di oxitocina nel cuore sono allo stesso livello di quelle nel cervello.
La complessità del sistema nervoso cardiaco e l’estesa influenza della sua secrezione ormonale sono state largamente comprese dalla comunità scientifica mentre i Lacey effettuavano la loro ricerca e le loro teorie dovevano essere accettate molto prima, comunque, le loro sperimentazioni e hanno giocato un ruolo importante per chiarire i processi fisiologici e psicologici di base che connettono mente e corpo. Nel 1977, il Dr. Francis Waldropin, Direttore dell’ Istituto Nazionale di Salute Mentale, ha affermato in un articolo sul lavoro dei Lacey che:
“Le loro procedure attente e intricate, combinate alle loro audaci teorie, hanno prodotto un lavoro controverso e promettente.
Nella lunga corsa, la loro ricerca ci può dire molto su cosa ci rende delle persone e può suggerire tecniche che possono rigenerare persone sofferenti in persone sane.”
In effetti, questa predizione fa parte del passato. Doc Childre e l’Istituto di HeartMath sono nati sul lavoro di altri come i Lacey e il Dr. Armour per sviluppare pratici interventi che incorporano la comprensione che il cuore influenza profondamente la percezione, la consapevolezza e l’ intelligenza. Questa tecnologia ha aiutato ora migliaia di persone a divenire piu’ produttive, sane e piene di vitalità, imparando a vivere sincronizzando mente e cuore, operando in costruttiva sinergia tra l’ intelligenza mentale e quella del cuore.
NdR. Nella foto in alto, il campo magnetico del cuore.
Fonte: heartmath.org – Tratto da: altrogiornale.org
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Alcuni studi svolti in seguito dall’Università di Princeton e dall’Istituto di HeartMath, che e’ una innovativa e recente istituzione senza scopo di lucro costituitasi nel 1991 per aprire la strada alla ricerca e sviluppo di tecnologie basare sul cuore hanno scoperto che la correlazione tra i rilevamenti dei satelliti GOES e gli eventi dell’11 settembre rappresenta più di una semplice coincidenza.
Grazie alla scoperta che i satelliti avevano già registrato in passato altri picchi simili a questi durante eventi di focalizzazione globale, come la morte della principessa Diana, il fattore che sembrava collegare i rilevamenti era chiaro: le indicazioni additavano il cuore umano. In particolare, l’emozione basata sul cuore della popolazione mondiale, derivante da simili eventi, sembra influenzare i campi magnetici terrestri. La scoperta è resa così significativa dal fatto che quei campi sono ora collegati a tutto, dalla stabilità del clima alla pace fra le nazioni.
Fra le nuove scoperte ce ne sono due che danno nuovo significato a ciò che i satelliti ci hanno mostrato rispetto all’11 settembre del 2001:
Scoperta 1: è ben documentato che il cuore genera il campo magnetico più forte del corpo umano, circa cinquemila volte più intenso di quello del cervello.
Quel campo crea una sagoma a forma di ciambella che si estende ben oltre il corpo fisico e che è stata rilevata a distanze comprese fra 1,5 e 2,4 metri circa dal cuore fisico.
I dati indicano che
– questo campo potrebbe essere talmente ampio da permetterci di misurarlo in termini di miglia; tuttavia, la rilevazione di campi come quelli va al di là della portata delle attrezzature utilizzate.
Implicazioni:
il campo magnetico del cuore risponde alla qualità delle emozioni che generiamo nella nostra vita. Proprio come il legame intuitivo fra i sentimenti e il corpo sembra indicare, anche le emozioni positive aumentano l’equilibrio ormonale fisico e il ritmo cardiaco, oltre alla lucidità mentale e alla produttività. Altrettanto intuitivamente, gli studi dimostrano che le emozioni negative possono arrivare a influenzare fino a millequattrocento cambiamenti biochimici nell’organismo, che includono squilibrio ormonale, frequenza caotica cardiaca, “oscurità” mentale e bassi livelli di rendimento.
Scoperta 2: determinati strati dell’atmosfera terrestre, oltre alla terra stessa, generano ciò che oggi viene definita una “sinfonia” di frequenze (comprese fra 0,01 e 300 hertz), alcune delle quali si sovrappongono alle stesse frequenze create dal cuore mentre comunica col cervello. È proprio questo rapporto apparentemente antico e quasi olistico fra il cuore umano e lo scudo che rende possibile la vita sulla terra ad aver generato una splendida teoria e il progetto che la sta esplorando. Detto in parole usate dai ricercatori di HeartMath, il rapporto fra il cuore umano e il campo magnetico terrestre indica che «una intensa emozione collettiva esercita un impatto misurabile sul campo geomagnetico della Terra».
Implicazioni: se possiamo imparare il linguaggio del cuore — lo stesso che lo scudo protettivo magnetico della terra riconosce e al quale risponde — allora possiamo partecipare agli effetti che il campo esercita su ogni forma di vita. Qui questa relazione dal sapore futuristico diventa ancora più entusiasmante.
I cambiamenti nei campi magnetici a cui accediamo attraverso il cuore sono stati associati a mutamenti che includono l’attività del cervello e del sistema nervoso, quali la memoria e le prestazioni atletiche; la capacità delle piante di creare sostanze nutritive vitali; la mortalità umana imputabile alle cardiopatie; e il numero di casi conosciuti di depressione e suicidio, per citarne alcuni.
Queste due scoperte hanno spalancato le porte a una nuova era di comprensione del rapporto che c’è fra noi e la Terra. In base alle loro rivelazioni la domanda è cambiata da: esiste un effetto tra le emozioni collettive e la Terra ? Perché no ?
Se una fetta sufficientemente estesa della popolazione terrestre dovesse focalizzare il campo piu’ potente del corpo umano su una singola emozione nello stesso momento, avrebbe assolutamente senso che tale punto focale influisse sulla parte di pianeta che opera in base alla stessa gamma di frequenze rispetto alle emozioni.
Tratto da: yogaeosteopatia.it
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Noi esseri Umani,, lo ricordiamo abbiamo nell’organismo 3 cervelli:
– 1° nella testa
– 2° nel cuore
– 3° nell’intestino
– Quello nella testa è il cervello che deve acquisire, elaborare e sintetizzare le informazioni che arrivano dagli organi di senso e dagli altri 2 cervelli; esso è la sede principale ove risiede la Coscienza.
– Quello nel cuore è il cervello collegato all’Universo attraverso il Campo Elettromagnetico Toroidale (vedi immagine in questa pagina) da esso emesso ed è al sede principale delle Emozioni (azione del sangue)
– Quello dell’intestino o cervello enterico è la sede dell’inconscio, dell’istinto ove hanno arrivano e vengono elaborare principalmente gli istinti di tutti i tipi.
Questi 3 cervelli in un individuo sano si relazionano, anche indipendenti fra di loro, in modo da fornire all’Ego = IO SONO la sintesi, una volta elaborate le informazioni, affiche l’essere sia in grado di relazionarsi con il proprio corpo, con l’ambiente esterno e gli esseri Viventi, la Terra e l’UniVerso, in modo da vivere con il minor danno per se e per gli altri, ma solo se ha le giuste informazioni per poterlo fare, altrimenti la sua vita è complicata e la sua salute ne soffrira’.
Questo è il compito principale dei 3 cervelli. Sui 3 cervelli, nelle varie situazioni, prevale ora l’uno ed ora l’altro, ma principalmente deve prevalere, la ragione e la Legge del Giusto, scritta nel cervello del cuore, ma elaborata per le messa in atto da quello nella testa.
Nell’autismo ad esempio questi 3 cervelli hanno una cattiva relazione fra di essi, che non è coordinata, perché le informazioni non partono ed arrivano nelle varie giuste posizioni dei 3 cervelli, perché vi è un trauma, stress ossidativo cellulare indotto in genere ed in primis dai Vaccini (TUTTI i tipi) e secondariamente dai metalli pesanti, oltre a quelli dei vaccini, anche quelli di origine alimentare o di acque inquinate, oppure da amalgami dentali tossiche, i quali producono malfunzione nei nervi (i cavi del sistema nervoso che veicolano l’informazione) e quindi la comunicazione non funziona a dovere.
I Vaccini e le sostanze tossiche inducono immediatamente malfunzione cellulare, alterazione del metabolismo e quindi della sintesi e specializzazione delle proteine e degli enzimi, alterando anche il ciclo di krebs, quindi si instaurano processi di malnutrizione cellulare, tissutale ed organica che corrispondono a malfunzioni fisiologiche (iniziano i primi sintomi), cio’ accade in specie ed in primis con i Vaccini per la mancata produzione sufficiente di: mielina, distrofina ecc., sostanze assolutamente INDISPENSABILI per il buon funzionamento del sistema nervoso (centrale e periferico) demielinizzando di fatto il sistema nervoso e quindi l’informazioni che dovrebbe passare per certe vie nervose, non trovando più il giusto “canale”= nervo adatto, non passa o viene alterata e la comunicazioni fra i 3 cervelli viene quindi compromessa, la quale nasce, lo ripetiamo, dallo stress ossidativo cellulare, che è una specie di “autismo cellulare”, si chiude in se stessa, cioè la parete cellulare da per l’esterno, perde il suo potere osmotico, perché la tensione di transmembrana scende verso il basso e la cellula non si alimenta più, non produce più in modo sufficiente e come dovrebbe le sostanze vitali, e quindi non elimina più le tossine endo prodotte, essa si ammala fino a morirne in certi casi per apoptosi cellulare.
Nota bene:
Il Cervello nervoso del muscolo “cardiaco” (non quello proprio del Cuore – vedi all’inizio del paragrafo)
è composto dal nodo seno-atriale (di Keith-Flack), dal nodo atrio-ventricolare (di Aschoff-Tawara), dai fasci di HIS e di Backmann e dalle cellule di Purkinje. Le cellule del nodo s-a mantengono il ritmo cardiaco (attorno ai 72 battiti/minuto) anche se staccati dai nervi che controllano il cuore: il parasimpatico nervo vago (che lo rallenta) ed il simpatico (dal ganglio stellato) che lo accelera. Inoltre si collegano con le cellule che generano l’ormone natriuretico atriale ed in questo modo regolano in parte il volume plasmatico e marginalmente la pressione arteriosa. Inoltre questo sistema può agire da filtro (p.es se il nodo s-a si mette a far battere all’impazzata l’atrio, p.es a 140, 210 o 280 battiti il minuto, il nodo a-v può operare filtraggi 2:1, 3:1: 4:1 ed il ventricolo torna a battere normalmente a 70 b/m.
Questo sistema di cellule può andare “in confusione” (in seguito a infarto coronarico), a congelamento dell’individuo, a shock elettrico e può andare incontro a fibrillazione cardiaca (che sono contrazioni disordinate simili ad un sacco pieno di vermi) che può essere arrestata da una intensa e violenta scarica sincrona… con questa potente scarica tutte le fibre striate del cuore si contraggono all’unisono… e successivamente si rilasciano tutte assieme, allora se si è fortunati ricominciano a battere seguendo un ritmo normale oppure compatibile con il proseguimento della vita.
In questo senso “esiste un cervello del cuore”, ma la sua potenza è minore a quella del cervello di una formica… anche se è fondamentale per la sopravvivenza.
Tratto da: RED TURTLE 17:03, 12 gen 2007
Commento NdR: quello che è descritto qui sopra, definiscono ed indicano quali sono le parti del muscolo cardiaco che determinano le funzioni elettriche del cuore, ma non sono il cervello del cuore, quello descritto all’inizio della pagina.