La Chiesa Cattolica e la dottrina della REINCARNAZIONE
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“Chi ha bisogno di un corpo ne viene rivestito; quando invece le anime cadute si elevano a un destino migliore, i loro corpi vengono nuovamente distrutti. Così essi appaiono e scompaiono perennemente” – By Origene (185-253 d.C.).
Fu Origene, uno dei più dotti tra i Padri della Chiesa, che, osservando come tutti gli uomini fossero assai diversi tra loro fin dalla nascita, concluse che essi dovevano aver già vissuto in precedenza. Secondo lui era proprio per questo motivo che essi hanno un loro modo unico di pensare ed agire. Sempre di Origene era la convinzione che le Sacre Scritture potessero essere comprese nel giusto modo soltanto quando considerate nella luce della rinascita. Origene, fu una delle figure più controverse nella storia della Chiesa Cristiana.
In gioventù fu allievo di Clemente nel Didaskalèion di Alessandria e dopo qualche tempo fu incaricato dal vescovo Demetrio di dirigere la preparazione dei catecumeni. Viaggiò in lungo e in largo, visitando Roma, Atene e l’Arabia. Frequentò il grande filosofo Ammonio Sacca, che fu maestro anche di Plotino. Origene era un cristiano devoto ma non accettava la dottrina semplicistica, così come si presentava dopo due secoli di lenta evoluzione. Si mise allora a meditare sui testi sacri per ricavarne una interpretazione più profonda, intelligente e convincente.
Questo suo lavoro basato sullo studio, l’interpretazione ed il commento dei testi sacri lo portò, pian piano, a dissentire dagli insegnamenti proposti dalla Chiesa. Fu così che venne espulso dalla comunità alessandrina a seguito di alcune divergenze createsi con il vescovo Demetrio. Ciò che turbava maggiormente le autorità religiose era un punto della dottrina di Origene; un punto dove si insegna che l’anima vive in un corpo ed, alla morte, lo abbandona per passare in un altro. Questo ciclo continua fintanto che l’anima non si sia dimostrata superiore alle inclinazioni della carne.
In quel momento essa conquista la libertà dal corpo e può tornare alla propria residenza divina senza doversi incarnare di nuovo. Gli ostacoli incontrati non impedirono comunque ad Origene di portare a termine un testo monumentale, l’Esapla, che contiene una revisione critica del testo sacro.
Fondò anche una scuola in Cesarea di Palestina dove proponeva le sue idee e la sua interpretazione dei testi sacri in cui cercava sempre di cogliere il senso più profondo e spirituale. La sua influenza sulla teologia cristiana fu predominante per tutto il secolo III e buona parte del IV. Nel 250 d.C., l’imperatore romano Decio pretese che tutti i cittadini avessero un certificato attestante il fatto che il possessore avesse fatto dei sacrifici agli dei riconosciuti dai Romani.
Origene non acconsentì e fu imprigionato e torturato. Morì nel 253, probabilmente in conseguenza della sua prigionia.
Giustiniano (482-565 d.C.) Giustiniano, di umili origini, nacque a Tauresio nel 482 d.C. In gioventù visse a Costantinopoli (ora Istambul) dove ricevette una eccellente educazione. Egli era molto versato nel Greco e nel Latino, cosa alquanto insolita per una persona delle sue origini. Ben presto fu adottato da un suo zio romano, Giustino I, a quel tempo era imperatore dell’Impero Orientale Romano, che gli conferì onori e potere.
Durante il suo soggiorno in Costantinopoli, Giustiniano si innamorò di una mima del circo locale: Teodora. Egli desiderava sposare questa giovane e bella ragazza ma la zia, moglie di Giustino I, non era affatto d’accordo con i sentimenti del nipote e si opponeva alla loro unione.
Dopo la sua morte, però, Giustiniano convinse lo zio e sposò Teodora che gli fu di valido aiuto possedendo una notevole intelligenza ed una forte volontà. Nel 527 d.C. Giustino accettò Giustiniano e sua moglie come coregnanti del suo Impero e soltanto quattro mesi più tardi morì, Giustiniano successe allo zio e divenne Imperatore
Romano. Rimase al potere per circa 40 anni e sotto il suo impero fiorirono commerci, attività economiche ed arti edilizie; risalgono infatti a questo periodo la costruzione della cattedrale di S. Sofia in Costantinopoli e della basilica di S. Vitale in Ravenna.
Giustiniano si era proposto di ricomporre il vastissimo territorio dell’Impero Romano, di cui auspicava anche un’unità nelle ideologie religiose; faceva parte del suo sogno la realizzazione di un Impero Universale Cristiano e Romano. In quei tempi, però, vi erano delle notevoli controversie teologiche tra vari Padri della Chiesa in quanto non riuscivano a mettersi d’accordo su alcuni argomenti tra cui, il più importante, riguardava la natura del Cristo.
Queste controversie preoccupavano seriamente Giustiniano perché, senza una unità religiosa, non vi sarebbero stati i presupposti necessari per poter raggiungere i suoi ideali. Egli pensava che se avesse convocato i Vescovi per discutere qualcosa su cui erano d’accordo sarebbe stato più facile che trovassero un’intesa anche sulla questione della natura del Cristo.
Ben sapendo come la dottrina di Origene fosse contestata dalla loro maggioranza pensò allora di utilizzarla come capro espiatorio politico. Arrivò allora alla conclusione di convocare i Vescovi affinché potessero confrontarsi e discutere sulla possibile condanna della dottrina di Origene e di altri argomenti. Fu così che venne indetto il Sinodo del 543 d.C. che si tenne a Costantinopoli.
È interessante notare che il Papa Virgilio rifiutò di partecipare a questa riunione, fatto, che, secondo alcuni ecclesiastici, invalida le decisioni ivi prese. Giustiniano, che si riteneva capo supremo della Chiesa, pubblicò comunque i decreti emanati dal Sinodo; decreti che comprendono le seguenti poche righe di condanna per coloro che avessero creduto ad una possibile trasmigrazione delle anime: “Chiunque creda alla favolosa preesistenza dell’anima ed alla condannabile apocatastasi (ristabilimento di ogni cosa nell’ordine voluto da Dio alla fine dei tempi, n.d.t.) a cui essa si collega, cioè alla reintegrazione di tutte le cose come erano all’origine, che su di lui cada un anatema (sia scomunicato, n.d.t.)” (1).
Da quel momento in poi furono combattute tutte le Scuole di pensiero che accettavano la dottrina della rinascita e coloro che parlavano a favore del concetto della rinascita furono etichettati come eretici e scomunicati. Anche i testi riportanti tale dottrina furono distrutti o fatti sparire, insieme a tutti i riferimenti al riguardo presenti nei testi sacri, Bibbia compresa.
La sentenza emessa contro la dottrina di Origene, comunque, non nega per nulla la natura spirituale dell’uomo, afferma soltanto che non vi sono state delle vite precedenti a quella attuale e, ciò che più conta, non condanna la dottrina in sé… ma chi ne parla !Il Vangelo e la dottrina della rinascita (2)
Quando, o Signore, ho io peccato ? Quando ero nell’utero di mia madre o prima che io fossi ? La mia infanzia seguirà ad altra età già morta? o prima ancora? E dove e chi io fui ? Ho io peccato o i miei genitori ?… (S.Agostino nelle Confessioni. Segretamente, Gesù di Nazareth (NdR non di Nazareth ma Nazareno) insegnò la dottrina della rinascita ai Suoi discepoli. Non insegnò loro solo verbalmente, ma li condusse “sulla montagna”, termine mistico che indica un luogo di Iniziazione. Durante l’Iniziazione essi vedono coi loro occhi che la rinascita è una realtà, perché là apparve davanti a loro Elia che, venne loro detto, è anche Giovanni Battista. Il Cristo, in termini inequivocabili, aveva già detto, parlando di Giovanni Battista: “questi è Elia che doveva venire”. Egli ripete tutto questo durante la scena della trasfigurazione dicendo: “Elia è già venuto e non l’hanno riconosciuto, ma hanno fatto contro di lui quanto vollero”.
Dopo di che è detto che “essi capirono che Egli parlava di Giovanni il Battista” (Matteo, XVII, 1213). In questa occasione, come pure quando la dottrina della rinascita fu discussa fra Lui e i Suoi discepoli, Gli dissero che qualcuno pensava essere Egli Elia mentre altri lo credevano uno dei profeti rinato. Egli ordinò loro di “non dirlo a nessuno” (Matteo, XVII, 9; Luca, IX, 21). Ciò doveva costituire per 2.000 anni un insegnamento esoterico noto solamente a pochi Iniziati che si erano resi degni di ricevere tale conoscenza elevandosi fino allo stadio di sviluppo in cui queste verità saranno nuovamente conosciute dall’uomo.
Che il Cristo insegnò la dottrina della rinascita e la legge di Conseguenza, non è forse dimostrato in alcun luogo così chiaramente come nel caso del cieco nato quando i discepoli gli domandarono: “Chi ha peccato, quest’uomo o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco ?” (Giov., IX, 2).
Se il Cristo non avesse insegnato la Legge della rinascita e quella di Conseguenza la naturale risposta sarebbe stata: “Insensati! Come poteva un uomo peccare prima di nascere, e procurarsi la cecità come risultato?”. Ma il Cristo non risponde in tal modo.
Non si sorprende della domanda, né la considera come priva di senso, dimostrando così che essa era perfettamente in armonia coi Suoi insegnamenti. Egli spiega: “Né quest’uomo ha peccato, né hanno peccato i suoi genitori; ma affinché le opere di Dio si manifestassero in lui”
(Giov., IX, 3). Geddes MacGregor, invece, è molto chiaro quando scrive di questo episodio: “Si deve capire che esso presuppone una vita o più vite precedenti in cui è stato commesso il peccato, e con conseguenze terribili, perché non c’è altro modo in cui un neonato avrebbe potuto peccare, se non nel grembo materno, il che è assurdo.”Perché questa dottrina è stata eliminata? Il corpo non è che il viaggio dell’anima.
Si cambia d’abito nella tomba, il sepolcro è l’anticamera del cielo. (Victor Hugo).Max Heindel, parlando dell’evoluzione dell’uomo, ci spiega in modo assai chiaro perché, ad un certo punto dell’evoluzione, si ritenne opportuno eliminare dall’insegnamento pubblico la dottrina della rinascita.
Possiamo leggere nella Cosmogonia dei Rosacroce (vedi il catalogo delle Edizioni del Cigno): “Frattanto l’uomo era penetrato sempre più a fondo nella materia… nelle Epoche precedenti sapeva che non esiste la morte, sapeva che quando un corpo si dissolveva era come una foglia che si secca in autunno ed un altro corpo sarebbe venuto a prendere il suo posto. Egli non era perciò in grado di apprezzare i vantaggi e le opportunità di questa vita terrena; unica possibilità per poter fare delle esperienze di esistenza concreta.
Prima del Cristianesimo erano esistite religioni che avevano insegnato la dottrina della rinascita e la legge di conseguenza, ma era venuto il tempo in cui non conveniva più al progresso dell’uomo che egli conoscesse questa dottrina.
Questa sola vita doveva essere l’unica e doveva perciò essere vissuta nel migliore dei modi…” (3).
Questo è il motivo esoterico per cui i Padri della Chiesa, nel lontano Sinodo del 543, tenutosi a Costantinopoli, emisero un decreto per cui sarebbero stati scomunicati tutti coloro che avessero parlato della trasmigrazione delle anime da un corpo ad un altro. Va notato che quel Sinodo fu abbastanza anomalo, vi parteciparono i soli Vescovi, il papa non v’intervenne. Comunque vi furono prese decisioni importanti, compresa la scomunica di Origene.Come non aggravare il proprio karma (4)
È Dio che ti ha creato, poi ti ha mantenuto, poi ti farà morire, e di nuovo ti darà la vita. Sia gloria a Lui !. (da Il Corano). La maniera migliore per non aggravare il vostro karma è di accettare il destino e lasciare che si compia, senza tentare di sfuggirgli.
Penserete che questo è fatalismo. No: i fatalisti accettano gli avvenimenti perché “sta scritto”, dicono; così non reagiscono, si lasciano coinvolgere da ciò che accade come fanno gli animali, senza cercare di modificare le cose con la volontà e l’azione.
I veri discepoli non sono fatalisti; essi decidono di assumere delle iniziative e dicono: “Ho commesso degli errori nel passato, devo pagare, va bene.
Ma per il fatto di aver sbagliato, devo rimanere inerte a soffrire ?
Mi impegnerò piuttosto in una grande e nobile impresa, che non soltanto cancellerà tutto, ma mi porterà anche alla vera liberazione”. A che cosa serve pagare il karma se è unicamente per soffrire senza evolvere ?.
Perché non ricordiamo le vite passate?Sono sicuro che la rinascita esiste veramente, che essa trae la sua origine dalla morte, e che le anime dei morti continuano a vivere. (Socrate). È meglio non ricordare le vite passate (5) Infine, benché la maggior parte degli individui non sia capace di ricordare le vite trascorse, vi sono alcuni che le ricordano, e tutti potranno arrivarci se vivranno nel modo richiesto per il conseguimento della conoscenza.
Ciò richiede una grande forza di carattere, perché il ricordo delle nostre vite passate porta con sé la conoscenza dei debiti che dobbiamo saldare nell’avvenire, fato imminente che può sinistramente incombere sopra qualcuno e forse presagio di un qualche terribile disastro.
La natura ci ha benignamente nascosto il passato e il futuro per non privarci della nostra pace interiore col soffrire in anticipo i dolori che ci sono riservati. Nel graduale conseguimento di un sempre maggiore sviluppo, impareremo ad accettare tutti gli eventi con equanimità, a scorgere in tutti i mali le conseguenze di un male passato e a sentirci riconoscenti perché gli obblighi, nei quali siano così incorsi, ci verranno rimessi. Infine, ci renderemo conto che a misura che saldiamo i nostri debiti si avvicina per noi il giorno della liberazione dalla ruota della nascita e della morte. L’offuscamento dei ricordi (6)
Quando un uomo vive in un corpo materiale non ricorda più le conoscenze spirituali che l’anima aveva prima di incarnarsi. Non ricorda nemmeno le sue precedenti vite terrene. Infatti, in ogni incarnazione il sapere che riguarda vite precedenti e la vita nelle sfere dell’aldilà viene ricoperto da un velo.
Per questo, ogni anima, qualunque sia il suo grado di purezza, corre il rischio di incolparsi durante il suo cammino sulla terra. Il fatto che la memoria dell’anima venga ricoperta al momento dell’incarnazione in un corpo terreno non è, tuttavia, solamente un rischio, ma anche una grande chance, se lo paragoniamo alla vita dell’anima nei mondi dell’aldilà. Il ricordo di altre vite, infatti, sarebbe un enorme peso per noi; come avviene alle anime nelle sfere di purificazione, ci tormenteremmo rimproverandoci il passato e non saremmo liberi di vivere il presente e di cogliere e sfruttare le opportunità che ci vengono date oggi per riconoscere noi stessi e riparare al male fatto, liberi dalle conseguenze degli errori fatti in passato.
In questo modo l’evoluzione spirituale procederebbe in modo molto più lento e difficile.
Ogni giorno, anzi ogni ora ed ogni minuto sulla terra, racchiudono in sé la possibilità di riconoscere se stessi e sistemare le colpe dell’anima, se noi siamo aperti, coscienti ed abbiamo chiarezza. Tutto ciò che ci accade non avviene per caso, ma ci tocca secondo leggi ferree: sono i frutti di ciò che un tempo abbiamo seminato. Alla luce di queste conoscenze di fondo è chiaro che è contro la Legge cercare di scoprire intenzionalmente le incarnazioni precedenti con l’aiuto di determinate tecniche, per qualsiasi motivo lo si voglia fare, dato che ciò interferisce nel processo di maturazione previsto per l’anima: così facendo, l’uomo si fissa sul passato anziché cogliere le possibilità di riconoscersi che gli vengono date nel presente. Ricordare potrebbe essere pericoloso (7) Se fosse così importante per gli esseri umani conoscere i dettagli delle loro incarnazioni precedenti, perché la Provvidenza glieli avrebbe nascosti ?
Certo, verrà il momento in cui dovranno conoscerli, ma devono prima acquisire una maggiore padronanza di sé.
Immaginate che vi sia rivelato che in una incarnazione precedente una certa persona vi aveva assassinato: se siete deboli, se non siete capaci di controllarvi, quali saranno le conseguenze ?
Sono rivelazioni pericolose; c’è il rischio che vi turbino e che alimentino in voi sentimenti tali da impedire la vostra evoluzione. Immaginate il caso di certi genitori: non sanno che, in passato, i loro bambini sono stati i loro peggiori nemici.
Ora, amandoli, prendendosi cura di loro, essi si liberano dei debiti nei loro confronti, ristabilendo delle buone relazioni. Ma se si rivelasse loro la verità, che tragedia ! La Provvidenza ha voluto giustamente lasciare gli esseri umani nell’ignoranza su certe cose, perché essi possano meglio liberarsi dei propri debiti ed evolvere.Brani sulla rinascita (7) Con l’anima dell’uomo, succede come con l’acqua: viene dal cielo, risale per tornare alla terra, in eterna alternanza. Sono certo di essere già stato qui, ora come mille altre volte prima d’ora, e spero di ritornarvi altre mille. –
Piccolo sulla sua piccola terra l’uomo contempla l’universo i suoi antenati, simili a vermi senz’ossa, sarebbero stupefatti della postura eretta… … mentre la mente pensosa parlava con il suo Dio segreto quando Galileo mormorò tra sé: “Sed movet” e Descartes pensò: “lo sono perché penso” … mai prima d’ora l’intelligenza fu così fertile (Goethe). Sappi dunque che dal gran silenzio ritornerò…. Non dimenticare che a te verrò di nuovo….
Un breve momento, un po’ di riposo sul vento, e un’altra donna mi porterà in grembo… (Kahlil Gibran). …
Così l’idea della reincarnazione possiede una più confacente spiegazione della realtà, quella per cui il pensiero indiano riesce a sormontare tante difficoltà che invece mettono in scacco i pensatori d’Europa (Albert Schweitzer). Tanto meglio se in una mia vita futura non dovessi essere un re: vivrò ciò non di meno una vita attiva e, alla sua conclusione, mi sarò guadagnato meno ingratitudine (Federico il Grande).
Non è più sorprendente il fatto d’esser nati due volte invece di una: tutto in natura è resurrezione (Voltaire). Trovandomi ad esistere nel mondo, io credo che esisterò poi sempre in qualche altra forma e, con tutti gli inconvenienti di cui la vita umana è passibile, non mi opporrò certo a una nuova edizione della mia, sperando tuttavia che gli “errata” della precedente siano correggibili (Benjamin Franklin). …Piccolo sulla terra, l’uomo contempla l’universo del quale è a un tempo giudice e vittima (W.H. Auden). Prima della comparsa del sistema nervoso, I’intero processo cosmico era “uno spettacolo di fronte a seggi vuoti”. Dopo la sua comparsa, colori, aromi, emozioni animarono un Universo sino allora silente (R.W. Spery).
Occorre anzitutto liberarsi dai pregiudizi che gli animali al più basso livello evolutivo rappresentino poveri e non efficienti relitti della nostra storia evolutiva (C.F.A. Pantin). Coscienza: è come qualcosa che si capovolge di colpo, invece di vedere la bruttezza, la menzogna, l’orrore, la sofferenza e tutta questa roba, di colpo il corpo vive nella beatitudine. E tutto è rimasto uguale, tranne la Coscienza!. (Mère).
NON ESISTE IL MALE, perché anche ciò che l’uomo considera male, è bene (potenziale) (Sussja).
NON É un lungo viaggio che porta da te a Dio; si tratta di un unico passo. Non è un fenomeno graduale, non arriverai al divino passo dopo passo, per gradi. E un salto di qualità !.
L’istante prima eri immerso nelle tenebre e l’istante successivo tutto è luce. DEVI SOLO mettere da parte l’ego (Osho).
IL PARADISO DIPENDE DA NOI ogni giorno la vita sembra più grande e quello che noi abbiamo il potere di essere sembra più stupendo.
(Emily Dickinson).
Sorridi: “il sole è nuovo ogni giorno”. (Eraclito). Riferimenti Bibliografici.Note: “Ibid.” significa che il riferimento è fatto al libro precedente.
1. C.J Hefele, Historie Des Conciiles, p. 1191, Paris,1908.
2. Max Heindel, La Cosmogonia dei Rosacroce, pp. 123-124. Edizioni Il Cigno, Peschiera del Garda (1996). 3. Ibid., pp. 121-122.
4. Omraam Mikhael Aivanhov, Un pensiero al giorno, Edizioni Prosveta (1997).
5. Max Heindel, La Cosmogonia dei Rosacroce, p. 124. Edizioni Il Cigno, Peschiera del Garda
(1996).
6. La Reincarnazione, Edizioni di Vita Universale.
7. Omraam Mikhael Aivanhov, Un pensiero al giorno, Edizioni Prosveta (1997). Letture per approfondimento· La Reincarnazione, Edizioni di Vita Universale. · E. Bratina, La Reincarnazione, Casa Editrice Adyar, Settimo Vittone (TO). · Steven Rosen, La Reincarnazione e le religioni del mondo, Edizioni Gruppo Futura (1995). · Max Heindel, La Cosmogonia dei Rosacroce, Edizioni Il Cigno, Peschiera del Garda (1996). · Annie Besant, Reincarnazione, Casa Editrice Adyar, Settimo Vittone (TO). · C.J Hefele, Historie Des Conciiles, p. 1191, Paris,1908. · Max Heindel, La Cosmogonia dei Rosacroce, pp. 121-122. Edizioni Il Cigno, Peschiera del Garda (1996). · Omraam Mikhael Aivanhov, Un pensiero al giorno, Edizioni Prosveta (1997). · Rivista Nuove albe, Nuovi Orizzonti, n. 33. “www.viveremeglio.org”
By Alessandro D’Angelo dnamercurio@libero.it
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Altro articolo ricevuto da uno studioso del problema: Reincarnazione
….effettivamente, il tema della reincarnazione, non assume più o meno credibilità se esso sia più o meno collegato alla Bibbia e con essa il cristianesimo stesso, anche se tale credo è stato abolito dal citato Concilio di Costantinopoli, sotto Giustiniano, nel 553 e non il 533 come riporta l’autore tedesco da te citato.
Anche altre religioni come – hinduismo, buddhismo, giainismo -, v’è il concetto di trasmigrazione o quello di reincarnazione. Srimad Bagavatam (circa 500 aC): (X°,1°40) «Come chi cammina mette avanti i piedi uno alla volta, e come un bruco che procede da filo d’erba a filo d’erba, così ogni essere trasmigra da un corpo all’altro a causa delle sue azioni.» (VII°, 2°42) «A causa dell’ignoranza l’anima vede il proprio corpo materiale come propria identità; ma come l’inquilino è differente dalla casa, così l’anima è differente da un corpo, fatto di elementi materiali che nel tempo si degradano e alla fine muoiono.» ( Prof. G.Mandel Khàn ).
Per quanto concerne l’Islam, riporto quanto cita sempre Mandel in una sua conferenza” L’Îslâm”: Il Corano non dice specificatamente che la teoria della reincarnazione è da ricusare, e nell’Îslâm vige la consuetudine teologica secondo la quale ciò che non è espressamente vietato è accettabile.
I Sufi interpretano alcuni passi coranici come indicazioni che – sulla base della loro vicinanza al mondo indiano e buddhista – li autorizzano a crederci. Così il 40 % delle Confraternite (turuq) crede nella reincarnazione, in particolare i Sufi munasihì e i sufi della Chishtiyya.
Ecco alcuni passi: Tu fai entrare la notte nel giorno e Tu fai entrare il giorno nella notte.
Tu fai uscire il vivo dal morto e tu fai uscire il morto dal vivo (3° 27). Signore, ci hai fatto morire due (più) volte e ci hai dato la vita due (più) volte.
C’è una via (un modo) per uscirne? (40°11). E ancora: 10ª4 e 10ª34 Leggere dal Corano)**** I termini per metempsicosi sono in arabo taqmis e, taqammus.
Esistono tuttavia, sia nel Corano che nei Vangeli, moltissime altre citazioni che il sottoscritto ad esempio, ha riportato nel proprio libro su Gesù, tanto che, per non essere ripetitivo, ha preferito usare altri autori in questa sede, anche per dare maggiore credibilità alle proprie tesi.
Il problema quindi, come si è visto, è legato alla percentuale di persone, anche appartenenti alla stessa religione, che credono o meno a tale fenomeno.
La Chiesa romana, contrariamente all’aspetto pacato sotto il quale si presenta, ha sempre allontanato con la forza tutto ciò che, al proprio interno, potesse dar adito a varie interpretazioni ( i Concili insegnano… ).
E’ stato così con le varie correnti, soppresse con la forza e, ove non possibile, con gli scismi ( cosa pressoché assente nell’Islam, nonostante le varie correnti ). Sarebbe utile, creare una tavola rotonda per ogni argomento di un certo interesse e spessore, invece di attenersi a citazioni continue di libri, libri e libri…che il più delle volte, contengono un sacco d’inesattezze, capaci di confondere anche i più preparati, senza però portare a nulla di concreto.
Il Concilio di Costantinopoli, ad esempio, ha cancellato il credo della reincarnazione facendo passare per una manciata di voti questa dottrina da “licita ” ad ” illicita “… ma la sostanza non è cambiata : allora come oggi, c’è sempre una percentuale di cristiani che crede nella reincarnazione ed altri che non ci credono. Così come, nell’ambito di questo credo, esistono molte ” varietà “, ma non è di ciò che volevo parlare in questa sede.
Era mia intenzione, rimarcare solamente, come la sola facciata , sia riservata alla massa, mentre lo studio di ciò che non è palese, resti appannaggio di una contenuta percentuale di persone, indipendentemente dalla religione d’appartenenza.
Saluti, Mario – e.mail: mario826@virgilio.it