REINCARNAZIONE: Ovvero, la dottrina della Rinascita
Essa prevede la possibilità di vivere numerose esistenze (nascite-morti-rinascite-morti-rinascite, ecc.); questa teoria, che è alla base di tantissime religioni, insegna che l’uomo scenderebbe, rinascendo sulla Terra o su altri pianeti dell’Universo, per compiere un cammino evolutivo, verso la consapevolezza di sé e dell’UniVerso fino all’In-Finito, reincarnandosi tante volte quante gli servono per fare esperienza e raggiungere la sua coscienza superiore e ricongiungersi con la scintilla divina che è latente in lui, ma che è “nascosta” per chi non se ne rende conto, cioè non ha quella consapevolezza/certezza.
Ogni esistenza/rinascita è regolata dalla legge di causa-effetto (Karma) secondo la quale ogni avvenimento è la conseguenza delle sue azioni passate: in pratica l’individuo costruisce il futuro con le sue scelte nel qui ora, come la malattia è la giusta conseguenza di ogni errore etico.
Alla ri-nascita, quando si taglia il cordone ombelicale, la memoria del passato si “scollega” e rimane nell’inconscio, per permettere ad ognuno di effettuare nuove esperienze non condizionate che in parte, e solo dai gravi inadempimenti effettuati in vite precedenti (errori etici gravi- contro se stessi, contro la famiglia, il gruppo, la società, l’ambiente, l’Universo), cioè contro le Leggi Universali.
La ri-nascita non è una Punizione, non vi è alcun senso punitivo, ma solo quello di acquisire esperienza e risvegliare la coscienza.
Da un punto di vista scientifico non vi è possibilità di dimostrazione. Esistono diverse prove a sostegno basate sulla verifica dei dati di chi afferma di ricordare vite precedenti, quelle controllabili dal punto di vista anagrafico e/o fotografico, dai segni sul corpo che in certi casi sono visibili e dimostrano come il corpo abbia la sua memoria visiva su, es. persone morte per ferite con da arma da taglio, in esse si evidenziano i segni più o meno intensi, nel luogo/zona del corpo che ha subito il trauma fisico.
Questo significa che la Vita, la percezione di Sé, tende all’InFinito, non cessa assolutamente alla morte; la morte è la “separazione del piombo dall’oro”; antico principio Alchemico che significa semplicemente: l’Io Sono / Ego separa da Se stesso tutto ciò che è legato alle leggi della materia solida, liberandosene, manifesta il suo corpo interiore, quello del Campo Psico Energetico Elettromagnetico Informato (CEI), composto da certi tipi di Atomi, Elettroni, Fotoni, Tachioni, che ha più gradi di libertà cioè più possibilità; la parte fatta di materia solida, ma comunque composta da certi altri tipi di Atomi personalizzati, viene riciclata per poter riPartecipare ad altri corpi, minerali, vegetali, animali, umani; infatti quando noi mangiamo, beviamo, respiriamo, ecc., noi utilizziamo “materia” che è sicuramente stata già aggregata ad altri corpi, minerali, vegetali, animali, umani e che contiene ovviamente in se Stessa, la memoria di tutto il proprio passato; in certe condizioni psichiche possiamo entrare in contatto con questa memoria contenuta negli Atomi e negli Elettroni che sono nella materia e ricevere informazioni, visioni, suoni, dal passato.
Durante la nostra esistenza “muoiono” in continuazione centinaia di migliaia di cellule del corpo, che liberano i loro elementi atomici costitutivi i quali sono TUTTI “Personalizzati”, lasciando così attorno a noi una scia di “noi stessi” che si mescola agli elementi più o meno puri dell’atmosfera che respiriamo o della terra che calpestiamo; ricordiamo per analogia che anche il chicco di grano deve morire per moltiplicarsi.
E’ solo ritornando all’elemento Energetico Atomico Essenziale (l’Essente con l’energia che egli è con il corpo BioElettronico) che possiamo moltiplicarci a miliardi e donare noi stessi anche agli altri.
Con la nostra “morte” o trapasso, l’atomo personalizzato abbandona il corpo/cadavere e attraverso il proprio “buco nero” altre passa la nostra dimensione e raggiunge il livello dimensionale degli atomi; alcuni si Recano nel “cielo” (ATMOSfera o sfera/livello degli atomi) che è localizzato nella AtmoSfera terrestre; altri scendono negli “inferi”, sotto terra e raggiungono le profondità della crosta terrestre; altri ancora si posizionano sulla superficie terrestre (purgatorio) ove rimangono per essere rimodellati in nuove forme viventi umane, abbastanza velocemente.
Ma al nostro trapasso generiamo anche una “nube” di questi elementi Atomici Informatizzati dall’esperienza appena vissuta; essi immettono nel cielo atmosferico e nella terra (terreno) a seconda di dove finiscono, e sono portatori anche di ogni nostra caratteristica atta a identificarci; quando respiriamo, mangiamo, beviamo, ingeriamo oltre ad Elementi puri anche una grande quantità di elementi atomici personalizzati, manifestatisi con la morte di miliardi di esseri viventi che ci hanno preceduto.
La materia informata è in continua trasformazione e passa attraverso tutti gli stati: solido, liquido, gassoso, plasma od energetico (E+ ed E-) con tutti i loro livelli o dimensioni; sempre per essere coerente al principio della Trasformazione o Trasmutazione. Il Tutto si manifesta per mezzo del Principio Duale e Binario, Caldo/Freddo, cioè con la differenza Termica.
Le trasmutazioni atomiche, i trapassi, ovvero anche la “morte” degli esseri Viventi, sono derivati da scompensi termici, che sono squilibri dai giusti rapporti che devono esistere fra i 2 lati contrapposti (E+ ed E-) dell’Energia E, in quanto solo i giusti rapporti fra di essa, consentono la manifestazione dell’Energia Neutra ovvero della Materia, compresa quella Biologico Vivente.
Per riassumere e per dirla in altre parole, possiamo affermare che il “Concepimento” è l’esplosione, l’espansione nel macro Universo; la morte è il passaggio, l’implosione, la concentrazione nel micro Universo Elettronico Atomico ed ad ogni morte vi è un “salto quantico” che viene ad essere effettuato, cioè un salto di qualità, l’incremento qualitativo che è sempre parte di ogni esperienza, dalla “nascita alla morte” e serve ad accrescere il potere d’informazione dell’Osservatore: l’Ego/IO della Materia Psico Energetico Informata e del Campo Elettromagnetico che essa produce.
Ecco perché è fondamentale imparare a gestire il proprio corpo fisico in modo che durante la Vita esso serva per migliorare la propria esperienza, ma sia utile, una volta ridato il corpo alla madre Terra, perché tutte le sue parti molecole, atomi, personalizzati dall’esperienza acquisita durante la vita fisica, ridiano le informazioni ai nuovi corpi ai quali essi si aggregheranno.
Per sintetizzare e precisare dobbiamo dire che sostanzialmente siamo 3 parti in Uno (d’Io infatti è Uno e Trino), una parte fisica, l’altra energetica e la terza informatica.
La Medicina Biologica o Naturale insegna giustamente che il corpo è il “TEMPIO di D’IO”, di conseguenza vi è l’obbligo di trattarlo in modo a che non si inquini più di quanto non lo sia alla nascita, cioè che l’inquinamento corporeo sia possibilmente meno pesante nel futuro a quello della generazione precedente; questo perché tutte le informazioni passano alle generazioni future umane, animali, vegetali e minerali anche attraverso Atomi ed Elettroni, altrimenti cosa lasciamo ai nostri figli, solo spazzatura ?
Questo DEVE essere il comportamento di tutti coloro che cercano sempre di fare meglio o si peritano di insegnare o praticare le Medicine Biologico Naturali.
L’Io Sono / Ego, essendo una parte dell’Infinito nella forma finita, tende a riprodurre la propria Essenza Infinita all’Infinito, nelle quasi infinite dimensioni spazio temporali del “fuori” e del “dentro”, di ciò che E’, dell’Universo e dei tendenti Infiniti Universi.
Il processo di “perdita di memoria” delle proprie esperienze passate, che avviene in ogni nuova nascita, fa parte del meraviglioso programma dell’evoluzione spirituale dell’Ego/IO (Essere) che, per poter vivere pienamente una nuova esperienza non deve, né può consapevolmente, essere ancorato ai ricordi delle precedenti esperienze, in quanto ne sarebbe fortemente condizionato.
Questa Causalità dell’Universo apparentemente entropico ma sicuramente Sintropico (cioè perseguente una finalità) è la grande bellezza e sicurezza che deve in ognuno di noi albergare, per poter affrontare più serenamente questa Vita e l’Infinito futuro.
L’importante è anche che ad ogni “esperienza” o vita si sappia guidare la nuova “personalità negativa” manifestata nella vita presente per trasformarla sublimandola ai desiderata dell’Ego/IO che comunque persegue le finalità dell’Universo, l’evoluzione dello Spirito, in quanto la Coscienza (Istintiva, Inconscia e quella Razionale, Conscia) NON racconta bugie a se stessa.
Ricordiamoci da ora in avanti che: La morte è come una dolce sposa che va attesa al suo momento e con la quale si effettua un atto d’amore (l’ultimo orgasmo), che ci traghetta nella dimensione per la quale ci si è preparati (in questa dimensione) a recarsi e che:
L’UniVerso è una manifestazione multi dimensionale, Mentale, Spirituale che utilizza la Materia ovvero il lato Oscuro di SE’ per potersi rendere Visibile nella Luce e così poter osservare le altre parti di Sé ed osservandole le fa Esistere, così facendo Ella Manifesta nell’InFinito ciò che non è Manifesto, l’IMManifesto, la Coscienza e quest’ultima ricercando le proprie OriGini (Ori-geni, Geni d’oro ovvero geni-tori) può scoprendole auto mantenersi all’InFinito, cioè per SEMPRE, ecco i veri scopi e Finalità dell’UniVerso stesso.
Una tecnica di comunicazione con i trapassati è quella di mettersi in una stanza semi buia in stato di rilassamento davanti ad uno specchio ed evocare, chiamare la persona che si vuole contattare ed attendere che si faccia viva; NON sempre il contatto avviene ed alle volte il contatto è con un altro essere e non con quello evocato, in quanto in questa tecnica giocano diversi fattori nella comunicazione dell’evocazione, perché non è solo il “conscio” che chiama, ma è anche l’inconscio contenuto nel DNA dell’evocatore che vi partecipa.
Occorre comunque fare attenzione a non divenire psico dipendenti dalle evocazioni, in quanto esse tendono a far rimanere la persona che evoca nella memoria del suo passato, per cui in certi casi essa soffre molto; in altri casi al contrario può essere utile avere questi contatti, per uscire dalla propria disperazione, che comunque può essere vinta anche studiando bene il problema della morte nel suo complesso.
L’antichissima credenza nella reincarnazione o rinascita
La chiesa cristiana primitiva e la sua posizione rispetto alla teoria della reincarnazione, citazione di scritti di Origene (un padre della prima chiesa cristiana – tratto da K. O. Schmidt “Non viviamo una sola volta” non tradotto in italiano):
“Se si vuole sapere come mai l’anima umana una volta obbedisce al bene, e l’altra al male, bisogna ricercarne le cause in una vita che precede la vita attuale. – Ognuno di noi anela a raggiungere la perfezione attraverso la successione continua delle vite. – Noi siamo costretti a vivere vite sempre nuove e sempre migliori, sia sulla terra sia su altri mondi. La nostra dedizione a Dio, che ci purifica da ogni male, significa la fine delle rinascite.” (Thorvald Dethlefsen – Il destino come scelta – Edizioni Mediterranee)
Vi sono quattro o cinque capitoli del De Principiìs, in cui Origene afferma che le anime preesistano di gran lunga alla attuale loro comparsa nel mondo, e di gran lunga dopo la morte saranno ancora provate, cadendo e risorgendo; ma da ultimo dopo lunga serie di prove, tutte si ritroveranno in una infinita eterna beatitudine (?), sicché secondo la parola della Scrittura “Dio sarà tutto in tutti”.
Chi ha bisogno di un corpo ne viene rivestito; quando invece le anime cadute si elevano a un destino migliore, i loro corpi vengono nuovamente distrutti. Così essi appaiono e scompaiono perennemente. (Origene, 185-254 era volgare; è un padre della chiesa cristiana)
Sono sicuro che la rinascita esiste veramente, che essa trae la sua origine dalla morte, e che le anime dei morti continuano a vivere. (Da Socrate)
E’ Dio che ti ha creato, poi ti ha mantenuto, poi ti farà morire, e di nuovo ti darà la vita. Sia gloria a Lui. (Da il Corano)
Le anime devono ritornare all’Assoluto da cui sono emerse. Per raggiungere questo fine, però, devono sviluppare le perfezioni il cui seme è già insito in loro. E se non avranno sviluppato tali caratteristiche in questa vita, allora dovranno cominciarne un’altra, una terza, e così via. Dovranno continuare così finché non avranno acquisito la condizione che permette loro di tornare in compagnia di Dio. (dallo ZoHar)
La mia infanzia ha forse seguito un’altra mia età, morta prima di essa ? Forse quella che ho vissuto nel ventre di mia madre ? … E ancora, prima di quella vita, o Dio della mia gioia, io esistevo già in qualche altro luogo o altro corpo ? (dalle Confessioni di Sant’Agostino)
Quando, o Signore, ho io peccato ? Quando ero nell’utero di mia madre o prima che io fossi ? La mia infanzia seguirà ad altra età già morta? o prima ancora? E dove e chi io fui? Ho io peccato o i miei genitori ? (Da S. Agostino nelle Confessioni)
Come una persona indossa vestiti nuovi e lascia quelli usati, così l’anima si riveste di nuovi corpi materiali abbandonando quelli vecchi e inutili. (Bhagavad-Gita, poema Indù)
Il corpo non è che il viaggio dell’anima. Si cambia d’abito nella tomba, il sepolcro è l’anticamera del cielo.
(Da Victor Hugo)
ATTUALITA’ GIUDAICHE:
Il rabbino Ovadia, passando poi a parlare dell’Olocausto, ha di nuovo fatto letteralmente sobbalzare molti israeliani quando ha affermato: “Tutti i sei milioni di ebrei, quei poveretti che persero la vita nelle mani dei malfattori nazisti, erano la reincarnazione di anime precedenti che più volte peccarono e fecero cose che non dovevano fare e furono perciò reincarnate per pareggiare i conti”.
Quella della reincarnazione è una credenza cabalistica della mistica ebraica che non è però condivisa da tutti i fedeli ebrei di oggi, come al tempo di Gesù.
Dal punto di vista teologico ebraico, ha affermato il rabbino Avi Ravitzky, “c’è un’enorme difficoltà a spiegare la Shoah e le risposte sono diverse”.
Nuovo Testamento – Primi giudeo-cristiani
Nel Vangelo vi sono alcuni accenni, come nel racconto del cieco nato “Maestro, quest’uomo è nato cieco: ma è colpa sua o dei suoi genitori ? “, o nel passo in cui Gesù chiede chi crede la gente che Lui sia. E quando gli dicono che qualcuno crede che lui sia Elia, “Elia è già tornato”, risponde “e non lo hanno riconosciuto. Elia è Giovanni il Battista”.
Si parla di reincarnazione anche nei Vangeli apocrifi (Tommaso), nei libri gnostici e nel Corano.
Il concilio di Costantinopoli ha poi condannato la credenza nell’esistenza dell’anima prima della nascita, condannando Origene, che la sosteneva.
In realtà potremmo vedere nel ritorno dell’ani+ma sulla Terra la possibilità che viene data ad essa di riscattarsi dall’ignoranza. Inferno e Purgatorio sono non luoghi fisici, ma condizioni di esistenza dell’essere. Nell’inferno l’individuo è immerso nel buio spirituale (ignoranza) e quindi lontano dall’illuminazione (conoscenza); nel Purgatorio invece, sta iniziando la via della conoscenza, ma sbaglia ancora e deve migliorare attraverso le esperienze di una o più vite, sono quindi stati che viviamo anche sulla terra, riparando una vita dopo l’altra i nostri errori passati e non commettendoli più nella nuova esistenza.
La figura di Gesù il nazareno, non viene intaccata dalla credenza nella reincarnazione: Egli rimane una Via da seguire, vita dopo vita, un dei tanti Salvatori del’umanità, che non toglie i peccati nel senso che li cancella, ma ci indica la strada per redimerci come tutti gli altri messia che la Vita invia ai suoi figli nelle varie età ed in ogni luogo.
L’individuo viene sulla Terra per la prima volta in uno stadio primitivo, involuto: vivere gli serve per imparare, per maturare, crescere, evolversi. Come è possibile che questo avvenga in una sola vita ?
Se ci guardiamo intorno, vi sono molte persone prive di cultura, povere anche dal punto di vista umano, spirituale, culturale: se è vero che “Dio” ama ognuno di noi nello stesso modo, come è possibile che non dia a tutti le stesse possibilità ? Se accettiamo la reincarnazione, allora è più facile spiegare destini diversi, perché c’è chi nasce ricco e chi povero, chi sano e chi malato, perché a qualcuno sia data la possibilità di studiare, di vivere in una famiglia affettiva, in un ambiente sano, e altri vivano invece nella disperazione, nella violenza, nella miseria morale.
Noi non ricordiamo perché l’ani+ma (in realtà lo Spirito personalizzato, con il suo corpo bioElettronico), come diceva Platone, prima di incarnarsi passa attraverso il Lete, il fiume dell’oblio (il liquido amniotico dentro il ventre materno), perde quindi la memoria del suo passato quando il cordone ombelicale viene reciso.
Per alcuni individui ricordare sarebbe traumatico. Meglio rinascere senza ricordi e senza condizionamenti. Inoltre cancelliamo i nostri ricordi a causa dei condizionamenti culturali. Pensate alla reazione degli adulti di fronte a un bambino che racconta cosa faceva quando era grande, quando aveva un’altra madre e un altro padre, una moglie, dei figli… Il bambino che ricorda (e che non ha gli strumenti intellettuali per strutturare il suo pensiero) spesso preferisce dimenticare per sentirsi accettato.
Tuttavia, a mano a mano che ci evolviamo e l’anima è più consapevole, le memorie diventano più chiare.
Molti bambini, come ha dimostrato Ian Stevenson, hanno ricordi precisi e verificabili già in età prescolare. Inoltre i ricordi riemergono facilmente con l’ipnosi regressiva (quasi tutti coloro che si sottopongono a questa metodica riescono a vivere il loro passato).
Dando un’induzione generica di tornare indietro nel tempo, riemergono storie che vengono vissute come proprie, appartenenti a un’altra epoca, le quali aiutano a spiegare paure e traumi altrimenti inspiegabili e a dare un senso alle esperienze della vita attuale.
La rinascita ed i giudeo-cristiani delle origini
Facendo degli studi approfonditi è possibile dimostrare che, a differenza della concezione delle dottrine Cattolica ed Evangelica, la dottrina rinascita/reincarnazione dell’anima facesse parte del cristianesimo delle origini e che rappresentava una parte essenziale della fede cristiana.
La conoscenza della rinascita, infatti, era un patrimonio spirituale indiscusso e diffuso al tempo del cristianesimo delle origini e nei primi secoli. Anche Gesù il Nazareno insegnò la rinascita e per molti Padri della Chiesa essa era una cosa scontata.
Seguirà una breve esame dei fatti politico-religiosi che hanno creato i presupposti affinché la Chiesa Cattolica eliminasse dalla sua dottrina la dottrina della rinascita; dottrina che, durante il V e VI secolo dell’era volgare, era comune e molto diffusa.
In effetti, fornendo una spiegazione logica a molti misteri della vita, la dottrina era stata accettata anche da alcuni Padri della Chiesa, tra cui Agostino, Tertulliano, Sinesio, Origene ed altri, fatto affermato anche da Ruffino in una lettera diretta a S. Anastasio dove scrive: “… questa credenza era comune tra i primi Padri della Chiesa …” 3
Ciononostante molti cristiani moderni tendono a considerare l’idea come una buffa superstizione.
Un brano interessante 4
Questa è la dottrina più antica ed il numero degli uomini che vi credono è maggiore di quello di coloro che non l’accettano. I milioni che abitano nell’Oriente quasi tutti si attengono ad essa. I Greci la insegnarono. Una grande parte dei Cinesi vi crede ora, come già fecero i loro progenitori. Gli Ebrei la considerarono vera ed essa non è scomparsa dalla loro religione, e Gesù, che viene chiamato il fondatore della Cristianità, pure vi credette e l’insegnò. Al principio dell’èra cristiana essa fu conosciuta ed insegnata, ed i migliori fra i Padri della chiesa vi credettero e la promulgarono.
I Cristiani dovrebbero ricordarsi che Gesù era un Ebreo. Senza dubbio egli ben conobbe le loro dottrine.
Essi tutti credevano alla rinascita o reincarnazione. Secondo loro Mosè, Adamo, Noè, Seth ed altri erano ritornati sulla terra, ed al tempo di Gesù era opinione comune che l’antico profeta Elia dovesse ancora ritornare. Così troviamo che Gesù non negò mai la dottrina e diverse volte la confermò dicendo che S. Giovanni Battista era veramente l’antico Elia che il popolo attendeva.
Tutto ciò si può vedere studiando in S. Matteo i capitoli XVII, Xl ed altri. Ivi appare chiaro che Gesù mostrò di approvare la dottrina della rinascita.
E dopo Gesù troviamo che S. Paolo nei Romani, cap. IX, parla di Esaù e Giacobbe come già esistenti prima che fossero nati, mentre più tardi ancora vediamo che i grandi padri Cristiani quali Origene, Sinesio ed altri credettero in questa teoria e la insegnarono.
Nei Proverbi, cap. VIII, versetto 22, Salomone ci dice che egli fu presente quando fu fatta la terra e che lungo tempo prima dell’epoca in cui egli poté nascere quale Salomone, la sua delizia fu nelle parti abitabili della terra insieme ai figli degli uomini.
Il San Giovanni dell’Apocalisse dice al cap. III, versetto 12 del suo scritto, che in una visione la voce di Dio, o di un altro che parlava nelle Sue veci, gli disse che coloro i quali sarebbero vittoriosi non sarebbero più costretti ad “andar fuori”, cioè non sarebbero costretti a reincarnarsi.
Per cinquecento anni dopo Gesù, questa dottrina venne insegnata nelle chiese, fino al tempo del Concilio di Costantinopoli. Quindi venne pronunciata una condanna contro una fase della questione (vedi più avanti, n.d.r.), che molti hanno considerata come rivolta contro la dottrina della rinascita.
Però se questa condanna è in opposizione alle parole di Gesù, essa non ha valore. Essa gli è contraria, e quindi troviamo che la Chiesa dichiara effettivamente che Gesù non ne sapeva abbastanza, visto che essa condanna, come pure fece, una dottrina la quale fu nota ed insegnata ai suoi giorni, e che gli venne portata innanzi in modo prominente e non fu mai rinnegata, ma invece approvata da lui. Il Cristianesimo è una religione ebraica e questa dottrina della rinascita le appartiene storicamente, giacché deriva dagli Ebrei stessi, ed anche perché venne insegnata da Gesù e dai primi Padri della Chiesa.
La reincarnazione e le religioni del mondo
Proprio come gli Indù e i Buddisti accettano la dottrina della rinascita, così tutte le tradizioni religiose l’hanno accettata in tempi diversi compresi gli antichi Egizi ed i Greci. Anche molte tribù africane, gli Indiani d’America e gli aborigeni australiani e includono la rinascita nelle loro credenze.
Anche gli Ebrei e gli Esseni, credevano nella rinascita e tale credenza ha continuato ad essere popolare tra gli Ebrei europei fino alla fine del Medioevo, tale dottrina è spiegata abbastanza in profondità in varie opere cabalistiche.
Fonti storiche sulla dottrina della rinascita
Tra gli autori occidentali più antichi che trattano di questa dottrina vi è Erodoto (484-425 a.C.) che ne parla nel secondo “Libro delle Storie”, con queste parole:
“… gli Egiziani sono stati i primi ad affermare che:
– l’anima dell’uomo è immortale; che alla morte del corpo essa entra tosto in un altro animale allora nascente;
– che dopo essere passata successivamente per tutte le specie di animali della terra, dell’aria e dell’acqua, penetra nuovamente nel corpo di un uomo, nel momento in cui esso nasce e compie questo suo ciclo nello spazio di tremila anni;
– di questa dottrina, come fosse propria, si sono valsi anche alcuni autori greci…”
Appare perciò evidente gli Egiziani credevano nella rinascita e nella metempsicosi. Di questa dottrina, comunque, se ne sono appropriati alcuni autori greci, tra cui Platone ed Empedocle, che, a loro volta, la diffusero nel mondo greco-romano.
Tertulliano, dal canto suo, ne parla dicendo: “Quale valore ha oggi l’antica dottrina menzionata da Platone (cfr. Fedone) sulla migrazione delle anime; come esse si dipartono da qui e vanno ivi e poi ritornano passando per la vita e poi si dipartono nuovamente da questa vita e ritornano presto alla morte ? Alcuni sostengono che quest’è una dottrina di Pitagora, mentre Albino (contemporaneo di Galeno 130-200 d.C.) sostiene che quest’è un insegnamento divino dovuto forse a Ermete Trismegisto…”
Pertanto possiamo affermare con certezza che gli antichi Egizi conoscevano e insegnavano la dottrina della rinascita, certamente in modi diversi al popolo ed agli Iniziati.
Per trovare delle fonti ancor più remote dobbiamo recarci in India, dove ne troviamo ampi cenni nei Veda, uno dei testi religiosi che risale a circa 2000 anni a.C. Va però considerato che questi insegnamenti furono tramandati a voce per moltissimo tempo, la stesura dei Veda, pur essendo abbastanza recente, non deve perciò far supporre che tale insegnamento risalisse soltanto a quella data.
Il testo dei Veda che maggiormente sviluppa la dottrina della rinascita è il Codice del Manù Manavadharmashastra7, specialmente nel libro XII dove troviamo ben 126 paragrafi in cui vengono descritti premi e castighi relativi ad una vita in relazione alle altre vissute in precedenza. Questo trattato, ancor oggi, rappresenta, per gli Indù un testo fondamentale di regole civili e religiose. Studiandone il contenuto appare chiaro come sia servito di ispirazione anche per creare la legislazione greca, quella persiana ed anche la romana.
Il paragrafo 40 dice:
- a) “Le anime dotate di bontà conseguono la natura divina;
- b) quelle dominate dalle passioni, ottengono la condizione umana;
- c) le anime precipitate nell’oscurità, sono avvilite allo stato di animali…
… Circondati dall’oscurità, manifestantesi sotto un’infinità di forme, a causa delle loro precedenti azioni, tutti questi esseri sono dotati di una coscienza interiore: sentono il piacere e il dolore. Sono cosi stabilite da Brahma, fino ai vegetali, le trasmigrazioni, che hanno luogo in questo mondo orribile, che si auto distrugge senza tregua…”7
Coloro che non vogliono più rinascere dovrebbero studiare attentamente il passo seguente:
“Considera attentamente le trasmigrazioni degli uomini, cagionate dalle loro azioni colpevoli; la loro caduta nell’inferno ed i tormenti che sopportano nella dimora di “Yama”: la separazione di quelli che si amano e la unione con quelli che si odiano; la vecchiaia che fa sentire i malanni, le malattie che li affliggono; lo spirito vitale che esce dal corpo per rinascere nel grembo di una creatura umana e le trasmigrazioni di quest’anima in diecimila milioni di matrici. Le sciagure che soffrono gli esseri animati a cagione delle loro iniquità e la felicità inalterabile che essi invece provano nella contemplazione dell’essere divino che conferisce ogni virtù…” 8
“Dandosi alla meditazione più profonda, I’asceta osservi il cammino dell’anima attraverso diversi corpi, dal grado più alto fino al più basso, cammino che stentano a intravedere coloro il cui spirito non è stato perfezionato dai Veda…” 9
Altri notevoli passi del Codice di Manù alludono non solo chiaramente alla dottrina della rinascita, ma indicano la ragione delle vicende del destino umano e il modo come l’uomo può emanciparsi dalla sua condizione mortale:
“Ogni atto del pensiero, della parola, del corpo, porta un buon o cattivo frutto: dalle azioni degli uomini risultano le loro differenti condizioni…10
“L’essere dotato di ragione consegue una ricompensa od una punizione per gli atti dello spirito, nello spirito; per quelli della parola, negli organi della parola; per gli atti corporei nel suo corpo…”11
“Colui che è dotato di questa vista sublime, non è più incatenato dalle sue opere, ma colui che è privo di questa vista perfetta, è destinato a rinascere in questo mondo”12
“Quando gli uomini delle quattro classi, senza una necessità urgente, deviano dai loro particolari doveri, passano nei corpi più vili e sono ridotti in schiavitù sotto i loro nemici …”13
“L’uomo considerando con il suo spirito che queste trasmigrazioni dell’anima dipendono dalle virtù o dai vizi, diriga sempre il suo spirito verso la virtù…”14
Se andiamo cercando qualcosa ancor meglio definito lo possiamo trovare nello Samannapalasutta, dove sta scritto:
“Il monaco purificato con mente chiara dirige la sua mente verso il ricordo ed il riconoscimento dei suoi precedenti modi di esistenza e richiama alla sua mente i suoi vari destini delle vite precedenti: prima una vita, poi due vite … fino a cinquanta vite, poi a mille vite e a centomila vite. Poi richiama alla sua mente le epoche di molte creazioni del mondo, poi le epoche di molte distruzioni del mondo…
La ero io, quello era il mio nome, a quella famiglia ho appartenuto, questo era il mio rango, questa era la mia occupazione, tali erano le gioie e le sofferenze che ho avuto, così fu la mia esistenza, morendo ancora una volta venni in esistenza nuovamente altrove. In questo modo il monaco ricorda le caratteristiche ed i particolari dei suoi vari destini dei tempi passati…”Troviamo anche questo brano interessante anche nel Mundakaupanishad: “Chi si crea dei desideri con la sua mente, nasce di nuovo a cagione dei suoi stessi desideri”.Anche nella Bhagavad Gita, che possiamo considerare come il Vangelo degli Induisti (circa V secolo a.C.) si trovano dei riferimenti molto chiari:
“Come per il corpo dell’anima incarnata vi è il sopraggiungere dell’infanzia, della gioventù e della vecchiaia, così vi è per l’anima di prendere un altro corpo, su questo punto il saggio non è perplesso.”17
“Al termine di molte vite, l’uomo saggio viene a Me dicendo “Vasudeva è tutto, ma tale Mahatma è difficilissimo a trovare.” 18
“Come l’uomo deponendo i vecchi abiti ne prende altri nuovi, così lo spirito spogliando i vecchi corpi, entra in altri nuovi…” 19
Tertulliano (160-240 d.C.), uno dei più antichi Padri della Chiesa, combatteva la dottrina della metempsicosi intesa come possibilità che l’anima umana potesse trasmigrare negli animali e, nel suo Apologetico, tratta l’argomento della resurrezione in modo molto esteso, leggiamo le sue parole:
“Se un filosofo afferma, come Laberio, seguendo l’opinione di Platone, che un uomo deriva da un mulo, da una serpe o da una donna e se con abilità dialettica adduce tutti gli argomenti per la comprova di una simile tesi, non otterrà forse consenso e susciterà fede in altri? … se invece il cristiano assicura che un uomo morto, ritornerà uomo e che Caio diventerà Caio, sarà subito cacciato dal popolo … se vi è qualche Mente che presiede al ritorno delle anime in altri corpi, perché non si dovrà credere che essa trasmigra nella sua stessa sostanza, consistendo nel ripristinare in essere ciò che uno era? Obietterete: le anime dopo aver mutato corpo, non sono più quelle di prima… Ma posso addurre un argomento più solido a nostra difesa sostenendo che è molto più degno di fede che da un uomo debba ritornare un uomo, un Tizio da un Tizio, purché rimanga uomo e che la stessa qualità di un’anima sia restituita nella sua stessa natura, benché sotto altre apparenze … la luce ogni giorno si accende e si spegne, le tenebre si diradano e poi ritornano, le stelle scompaiono e ricompaiono, le stagioni ove finiscono, ricominciano, i frutti si consumano e ritornano, i semi non risorgono più fecondi se non si corrompono e disfanno: tutte le cose col perire si conservano, tutte le cose con la morte risorgono…”20
Origene (186-253 d.C.), considerato come un studioso assai serio, credeva nella rinascita e venne scomunicato proprio per questo motivo, In numerosi suoi scritti troviamo esposto il suo punto di vista su questa dottrina, nella sua nota opera Contra Celsum afferma al riguardo: “Non è forse più conforme alla ragione credere che ogni anima per certe misteriose ragioni (parlo secondo l’opinione di Pitagora, Platone ed Empedocle) sia introdotta in un corpo, secondo i suoi meriti e le sue azioni passate?…”21
Anche S. Girolamo, in una lettera che scrisse ad Arito, parla della rinascita dicendo: “Se esaminiamo il caso di Esaù, potremo trovare che egli fu condannato a causa dei suoi antichi peccati in un peggior corso di vita…”22 Ed in un’altra occasione, scrivendo a Demetriade dice: “… la dottrina della trasmigrazione era insegnata segretamente ai pochi fino dai tempi antichi, come una verità tradizionale, che non si doveva divulgare…”23
- Agostino dimostra di essere al corrente di questa dottrina quando nel Civitate Dei egli dice: “Certi gentili asserivano che nella rinascita degli uomini avviene quello che i Greci chiamano palingenesi… essi insegnano che avviene l’unione della stessa anima e corpo ogni 440 anni…”24 Nelle Confessioni, invece, lo ritroviamo mentre esclama: “Quando, Oh, Signore, ho io peccato? Quando ero nell’utero di mia madre o prima che io fossi? La mia infanzia seguirà ad altra età già morta? o prima ancora? E dove e chi io fui? Ho io peccato o i miei genitori?…”25
Ruffino stesso, in una lettera diretta a S. Anastasio, afferma: ” … che questa credenza era comune tra i primi Padri della Chiesa … “26. Un’altra conferma di quanto tale dottrina fosse diffusa la ritroviamo anche nelle parole del vescovo Nemesio quando, nella sua preziosa opera De Natura Hominum, afferma: “Tutti i Greci credono che l’anima sia immortale e ritengono che questa passi da un corpo all’altro … “27
Nella Pistis Sophia, che rappresenta l’unico Vangelo gnostico tuttora esistente, attribuisce al Salvatore le seguenti parole: “… ma colui che ha peccato una, due o tre volte, la sua anima sarà rigettata e rinviata nel mondo, secondo la forma dei peccati che ha commesso…”28 Questo testo viene citato da Epifanio (320-402) e da altri Padri della Chiesa.
Anche nella Cabala ebraica, conosciuta per la saggezza del suo contenuto, troviamo degli accenni alla rinascita, nello Zohar, per esempio, sta scritto:” ..tutte le anime sono soggette alle prove della trasmigrazione … esse devono sviluppare tutte le perfezioni… e se non hanno adempiuto a questa condizione durante una vita, devono incominciare una seconda, una terza, fino a quando … sono atte alla unione con Dio … “29
H.Ch. Puech, un noto studioso francese, studiò a lungo la dottrina dei manichei e ne riassunse il loro punto di vista sulla rinascita con queste parole: “Se l’uomo riesce a conservare il perfetto distacco dopo la morte, la sua anima raggiungerà definitivamente … Ia sua patria luminosa, il regno del Padre… nel caso contrario, a meno che non avesse commesso peccati gravi che lo portano alla dannazione immediata, sarà condannato, come nella concezione indiana, a rinascere o ad essere travasato nei corpi successivi, allo scopo di percorrere altri cicli dolorosi del ‘samsara’ (ciclo delle rinascite, n.d.r.)”.30
La chiesa cattolica e la DOTTRINA della RINASCITA – Origene (185-253 d.C.)
Fu Origene, uno dei più dotti tra i Padri della Chiesa, che, osservando come tutti gli uomini fossero assai diversi tra loro fin dalla nascita, concluse che essi dovevano aver già vissuto in precedenza. Secondo lui era proprio per questo motivo che essi hanno un loro modo unico di pensare ed agire. Sempre di Origene era la convinzione che le Sacre Scritture potessero essere comprese nel giusto modo soltanto quando considerate nella luce della rinascita.
Origene, fu una delle figure più controverse nella storia della Chiesa Cristiana. In gioventù fu allievo di Clemente nel Didaskalèion di Alessandria e dopo qualche tempo fu incaricato dal vescovo Demetrio di dirigere la preparazione dei catecumeni. Viaggiò in lungo e in largo, visitando Roma, Atene e l’Arabia. Frequentò il grande filosofo Ammonio Sacca, che fu maestro anche di Plotino.
Origene era un cristiano devoto ma non accettava la dottrina semplicistica, così come si presentava dopo due secoli di lenta evoluzione. Si mise allora a meditare sui testi sacri per ricavarne un’interpretazione più profonda, intelligente e convincente.
Questo suo lavoro basato sullo studio, l’interpretazione ed il commento dei testi sacri lo portò, pian piano, a dissentire dagli insegnamenti proposti dalla Chiesa. Fu così che venne espulso dalla comunità alessandrina a seguito di alcune divergenze createsi con il vescovo Demetrio.
Ciò che turbava maggiormente le autorità religiose era un punto della dottrina di Origene; un punto dove si insegna che l’anima vive in un corpo ed, alla morte, lo abbandona per passare in un altro. Questo ciclo continua fintanto che l’anima non si sia dimostrata superiore alle inclinazioni della carne. In quel momento essa conquista la libertà dal corpo e può tornare alla propria residenza divina senza doversi incarnare di nuovo.
Gli ostacoli incontrati non impedirono comunque ad Origene di portare a termine un testo monumentale, l’Esapla, che contiene una revisione critica del testo sacro. Fondò anche una scuola in Cesarea di Palestina dove proponeva le sue idee e la sua interpretazione dei testi sacri in cui cercava sempre di cogliere il senso più profondo e spirituale. La sua influenza sulla teologia cristiana fu predominante per tutto il secolo III e buona parte del IV.
Nel 250 d.C., l’imperatore romano Decio pretese che tutti i cittadini avessero un certificato attestante il fatto che il possessore avesse fatto dei sacrifici agli dei riconosciuti dai Romani. Origene non acconsentì e fu imprigionato e torturato. Morì nel 253, probabilmente in conseguenza della sua prigionia.
Giustiniano (482-565 d.C.)
Giustiniano, di umili origini, nacque a Tauresio nel 482 d.C. In gioventù visse a Costantinopoli (ora Istanbul) dove ricevette una eccellente educazione. Egli era molto versato nel Greco e nel Latino, cosa alquanto insolita per una persona delle sue origini. Ben presto fu adottato da un suo zio romano, Giustino I, a quel tempo era imperatore dell’Impero Orientale Romano, che gli conferì onori e potere.
Durante il suo soggiorno in Costantinopoli, Giustiniano si innamorò di una mima del circo locale: Teodora. Egli desiderava sposare questa giovane e bella ragazza ma la zia, moglie di Giustino I, non era affatto d’accordo con i sentimenti del nipote e si opponeva alla loro unione. Dopo la sua morte, però, Giustiniano convinse lo zio e sposò Teodora che gli fu di valido aiuto possedendo una notevole intelligenza ed una forte volontà.
Nel 527 d.C. Giustino accettò Giustiniano e sua moglie come co-regnanti del suo Impero e soltanto quattro mesi più tardi morì, Giustiniano successe allo zio e divenne Imperatore Romano. Rimase al potere per circa 40 anni e sotto il suo impero fiorirono commerci, attività economiche ed arti edilizie; risalgono infatti a questo periodo la costruzione della cattedrale di S. Sofia in Costantinopoli e della basilica di S. Vitale in Ravenna.
Giustiniano si era proposto di ricomporre il vastissimo territorio dell’Impero Romano, di cui auspicava anche un’unità nelle ideologie religiose; faceva parte del suo sogno la realizzazione di un Impero Universale Cristiano e Romano.
In quei tempi, però, vi erano delle notevoli controversie teologiche tra vari Padri della Chiesa in quanto non riuscivano a mettersi d’accordo su alcuni argomenti tra cui, il più importante, riguardava la natura del Gesù il nazareno detto impropriamente il “cristo”.
Queste controversie preoccupavano seriamente Giustiniano perché, senza una unità religiosa, non vi sarebbero stati i presupposti necessari per poter raggiungere i suoi ideali. Egli pensava che se avesse convocato i Vescovi per discutere qualcosa su cui erano d’accordo sarebbe stato più facile che trovassero un’intesa anche sulla questione della natura del Gesu il nazareno, detto impropriamente il “cristo”. Ben sapendo come la dottrina di Origene fosse contestata dalla loro maggioranza pensò allora di utilizzarla come capro espiatorio politico.
Arrivò allora alla conclusione di convocare i Vescovi affinché potessero confrontarsi e discutere sulla possibile condanna della dottrina di Origene e di altri argomenti. Fu così che venne indetto il Sinodo del 543 d.C. che si tenne a Costantinopoli.
E’ interessante notare che il Papa Virgilio rifiutò di partecipare a questa riunione, fatto, che, secondo alcuni ecclesiastici, invalida le decisioni ivi prese. Giustiniano, che si riteneva capo supremo della Chiesa, pubblicò comunque i decreti emanati dal Sinodo; decreti che comprendono le seguenti poche righe di condanna per coloro che avessero creduto ad una possibile trasmigrazione delle anime:
“Chiunque creda alla favolosa preesistenza dell’anima ed alla condannabile apocatastasi (ristabilimento di ogni cosa nell’ordine voluto da Dio alla fine dei tempi, n.d.t.) a cui essa si collega, cioè alla reintegrazione di tutte le cose come erano all’origine, che su di lui cada un anatema (sia scomunicato, n.d.t.).”31
Da quel momento in poi furono combattute tutte le Scuole di pensiero che accettavano la dottrina della rinascita e coloro che parlavano a favore del concetto della rinascita furono etichettati come eretici e scomunicati. Anche i testi riportanti tale dottrina furono distrutti o fatti sparire, insieme a tutti i riferimenti al riguardo presenti nei testi sacri, Bibbia compresa.
La sentenza emessa contro la dottrina di Origene, comunque, non nega per nulla la natura spirituale dell’uomo, afferma soltanto che non vi sono state delle vite precedenti a quella attuale e, ciò che più conta, non condanna la dottrina in sé… ma chi ne parla !
Il Vangelo e la legge della rinascita33
Segretamente, Gesù il nazareno insegnò la dottrina della Reincarnazione ai Suoi discepoli. Non insegnò loro solo verbalmente, ma li condusse “sulla montagna”, termine mistico che indica un luogo di Iniziazione. Durante l’Iniziazione essi vedono coi loro occhi che la Reincarnazione è una realtà, perché là apparve davanti a loro Elia che, venne loro detto, è anche Giovanni Battista. Gesu’, in termini inequivocabili, aveva già detto, parlando di Giovanni Battista: “questi è Elia che doveva venire”.
riconosciuto, ma hanno fatto contro di lui quanto vollero”. Dopo di che è detto che “essi capirono che Egli parlava di Giovanni il Battista” (Matteo, XVII, 1213).
In questa occasione, come pure quando la dottrina della Reincarnazione fu discussa fra Lui e i Suoi discepoli, Gli dissero che qualcuno pensava essere Egli Elia mentre altri lo credevano uno dei profeti rinato. Egli ordinò loro di “non dirlo a nessuno” (Matteo, XVII, 9; Luca, IX, 21). Ciò doveva costituire per 2.000 anni un insegnamento esoterico noto solamente a pochi Iniziati che si erano resi degni di ricevere tale conoscenza elevandosi fino allo stadio di sviluppo in cui queste verità saranno nuovamente conosciute dall’uomo.
Che Gesu’ insegnasse la dottrina della Reincarnazione e la legge di Conseguenza, non è forse dimostrato in alcun luogo così chiaramente come nel caso del cieco nato quando i discepoli Gli domandarono: “Chi ha peccato, quest’uomo o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco ?” (Giov., IX, 2).
Se Gesu’ non avesse insegnato la Legge della Reincarnazione e quella di Conseguenza la naturale risposta sarebbe stata: “Insensati ! Come poteva un uomo peccare prima di nascere, e procurarsi la cecità come risultato ?”. Ma Gesu’ non risponde in tal modo. Non si sorprende della domanda, né la considera come priva di senso, dimostrando così che essa era perfettamente in armonia coi Suoi insegnamenti. Egli spiega: “né quest’uomo ha peccato, né hanno peccato i suoi genitori; ma affinché le opere di “D’io” si manifestassero in lui” (Giov., IX, 3).
Geddes MacGregor, invece, è molto chiaro quando scrive di questo episodio: “Si deve capire che esso presuppone una vita o più vite precedenti in cui è stato commesso il peccato, e con conseguenze terribili, perché non c’è altro modo in cui un neonato avrebbe potuto peccare, se non nel grembo materno, il che è assurdo.”32
PERCHE’ questa DOTTRINA E’ STATA ELIMINATA ?
Max Heindel, parlando dell’evoluzione dell’uomo, ci spiega in modo assai chiaro perché, ad un certo punto dell’evoluzione, si ritenne opportuno eliminare dall’insegnamento pubblico la dottrina della rinascita. Possiamo leggere nella Cosmogonia dei Rosacroce33:
“Frattanto l’uomo era penetrato sempre più a fondo nella materia… nelle Epoche precedenti sapeva che non esiste la morte, sapeva che quando un corpo si dissolveva era come una foglia che si secca in autunno ed un altro corpo sarebbe venuto a prendere il suo posto. Egli non era perciò in grado di apprezzare i vantaggi e le opportunità di questa vita terrena; unica possibilità per poter fare delle esperienze di esistenza concreta.
Prima del Cristianesimo erano esistite religioni che avevano insegnato la dottrina della rinascita e la legge di conseguenza, ma era venuto il tempo in cui non conveniva più al progresso dell’uomo che egli conoscesse questa dottrina. Questa sola vita doveva essere l’unica e doveva perciò essere vissuta nel migliore dei modi…”
Questo è il motivo esoterico per cui i Padri della Chiesa, nel lontano Sinodo del 543, tenutosi a Costantinopoli, emisero un decreto per cui sarebbero stati scomunicati tutti coloro che avessero parlato della trasmigrazione delle anime da un corpo ad un altro.
Va notato che quel Sinodo fu abbastanza anomalo, vi parteciparono i soli Vescovi, il papa non vi intervenne. Comunque vi furono prese decisioni importanti, compresa la scomunica di Origene.