ATOMO, cosa è ? (Le SCOPERTE)
Il Fisico Italiano Massimo Corbucci (vedi: M. Corbucci, Fisico e medico) ha collaborato con il “GSI” di Darmstadt per trovare la ragione dell’impossibilità di sintesi dell’atomo trans-Uranico di numero atomico 114: “Secondo un NUOVO MODELLO di ATOMO, vi è un LIMITE STRUTTURALE, che impedisce di fare un atomo con più di 112 elettroni e protoni”.
Ciò è provato dall’ORDINE di RIEMPIMENTO dei LIVELLI ATOMICI – vedi: Trans-Uranici – (Copyright © CORBUCCI 1998) e dalla NUMERAZIONE BARIONICA (© CORBUCCI99).
Atomo: definizione (imprecisa) secondo la scienza ufficiale: http://it.wikipedia.org/wiki/Atomo + Fisica nucleare
Questi due lavori di fisica nucleare del dr. M. Corbucci (fisico e medico), hanno consentito anche di scoprire il “Vuoto quantomeccanico”, che è stato segnalato al C.E.R.N. di Ginevra in relazione alla ricerca sul Bosone di Higgs: darebbe ragione dell’impossibilità di rivelare al Collisore Adronico “LEP” l’Higgs, sotto forma di PARTICELLA, infatti è solo una forma d’onda, cioè una perturbazione dell’Etere, ovvero l’energia del Vuotoquantomeccanico, che decade, si risolve immediatamente dopo essere stata osservata, ma è inesistente, non è quindi una particella, spacciata per tale…., per fare notizia….
Pertanto è stato determinato nel Dicembre 1998 il numero massimo di elementi del Sistema Periodico:
Sono 112 – 50 di GRUPPO A – 62 di GRUPPO B.
Nel Dicembre 1999 è stato “definito” l’Higgs: Rompe la simmetria nella compagine del NUCLEO tra 46 barioni a SPIN 1/2 e 57 SPIN 3/2. (Il numero totale dei tipi di barioni è 103). NON è una “PARTICELLA” rivelabile.
Successivamente alcuni ricercatori hanno affermato di aver trovato un “nuovo elemento atomico” al quale hanno dato il n° 118, ma dopo poco tempo sono stati smentiti !
Ecco la “CLAMOROSA”, QUANTO POCHISSIMO NOTA al MONDO, RITRATTAZIONE della INGLORIOSA “SCOPERTA” (?) dei Trans-uranici, trans-112 – vedi New York Times
vedi anche: Questo articolo di giornale sulle “scoperte” dei numeri transuranici.
La SOCIETÁ INTERNAZIONALE di FISICA NUCLEARE, istituita da Corbucci, sotto l’egida della O.N.LU.S. per la Divulgazione Atomica, dal nome “La Particella di Dio”, fornisce la NUOVA TAVOLA PERIODICA DEI 112 ELEMENTI e ne autorizza la riproduzione. – Per Informazioni: Tel. +39 0761 477730
vedi anche: http://www.atomo112.info/italian.htm
http://www.atomo112.info/tav_periodica/pagina_3.htm
http://www.atomo112.info/tav_periodica/pagina_5.htm
http://www.atomo112.info/tav_periodica/pagina_6.htm
http://www.atomo112.info/tav_periodica/pagina_7.htm
http://www.atomo112.info/tav_periodica/pagina_8e9.htm
http://www.atomo112.info/tav_periodica/pagina_10.htm
http://www.atomo112.info/tav_periodica/pagina_11.htm
http://www.atomo112.info/tav_periodica/pagina_12.htm
http://www.atomo112.info/tav_periodica/pagina_13.htm
http://www.atomo112.info/tav_periodica/pagina_14.htm
http://www.atomo112.info/tav_periodica/pagina_15.htm
http://www.atomo112.info/tav_periodica/pagina_16.htm
La Fisica e la Matematica sono due discipline che si differenziano l’una dall’altra per il fatto di occuparsi di oggetti fisici reali, la prima, e di puri concetti astratti, la seconda.
By Massimo Corbucci (medico e fisico)
vedi anche:
https://www.facebook.com/pages/MASSIMO-CORBUCCI-E-IL-VUOTO-QUANTOMECCANICO/292095747483472
La STRUTTURA del VUOTO (By Nassim Haramein) = 45 video consequenziali, di questo autore, su Youtube.com
Nassim Haremein è un fisico autodidatta (per questo motivo molti cosiddetti scienziati ufficiali lo denigrano.:. ed è stato cancellato da wikipedia.org…..), che afferma di possedere l’equazione per l’identificazione della “materia oscura“.
Secondo una sua teoria, egli ritiene che al centro di ogni atomo, ogni persona e ogni pianeta, c’è un micro buco nero, che “guarda” dal e sull’InFinito Vuoto Quanto Meccanico intelligente.
Questi buchi neri possono connettersi ad altre cose (buchi neri), e quindi gli “alieni” utilizzerebbero questi buchi neri per viaggiare attraverso l’Universo (Elettrico) ed eventualmente verso i possibili ed infiniti Universi….
Ecco descritto il meccanismo dell’ “effetto Tunnel” che gli atomi possono utilizzare…
Un effetto tunnel anche con molti atomi
L’effetto tunnel, uno dei fenomeni più tipici della meccanica quantistica, può essere prodotto coinvolgendo molte particelle.
Lo ha dimostrato uno studio con atomi di cesio raffreddati fino a pochi millesimi di grado sopra lo zero assoluto.
Il risultato rappresenta un notevole progresso nella conoscenza dei fenomeni collettivi che coinvolgono atomi in condizioni di ultrafreddo e potrebbe trovare applicazione nell’elettronica basata su dispositivi quantistici (red)
Un effetto tunnel a lungo raggio in un sistema di molte particelle è stato realizzato da ricercatori dell’Università di Innsbruck guidati da Hanns-Christoph Nägerl, che con i colleghi firma un articolo sulle pagine della rivista “Science”.
Il risultato amplia notevolmente le conoscenze sul comportamento dei sistemi di particelle in condizioni di ultrafreddo, cioè a pochi millesimi di grado sopra lo zero assoluto, e potrebbe trovare applicazioni per esempio nel campo dell’elettronica basata su fenomeni quantistici.
L’effetto tunnel è uno dei tipici fenomeni che possono avvenire a livello microscopico e non hanno un corrispettivo nell’ambito della fisica classica, che regola il comportamento dei corpi nel mondo macroscopico.
Se per esempio ci mettiamo una moneta nella tasca della giacca, la ritroveremo dove l’abbiamo lasciata, a meno che la tasca non sia bucata o non venga rovesciata per qualche motivo. Dal punto di vista della fisica, la moneta si trova in una buca di potenziale, e il potenziale è quello della forza gravitazionale. La stessa situazione si verifica se mettiamo una pallina in una scatola, oppure quando un pendolo si trova nel punto più basso.
Uno degli effetti più bizzarri previsti dalle leggi della meccanica quantistica è che in un contesto microscopico, una particella ha una probabilità non nulla di uscire da una buca di potenziale (potenziale che può essere legato ad altri tipi di forze, per esempio quella elettromagnetica). Questo fenomeno è definito effetto tunnel, perché la particella sembra poter attraversare le pareti della buca che la confinano. In altri termini, se gli effetti quantistici dominassero a livello macroscopico, la moneta potrebbe attraversare la stoffa della tasca.
L’effetto tunnel quantistico si manifesta in numerosi fenomeni fisici più complessi, come per esempio il decadimento radioattivo o la fusione nucleare che tiene accese le stelle; inoltre, viene sfruttato in una tecnologia microscopica denominata microscopia elettronica a effetto tunnel. Tutti questi sistemi hanno in comune il fatto di rappresentare il paradigma dell’effetto tunnel: una singola particella che penetra una singola barriera.
Nägerl e colleghi hanno osservato l’effetto tunnel in un sistema molto più complesso, in cui atomi di cesio in condizioni di temperature estremamente basse, a poche frazioni di grado sopra lo zero assoluto, sono bloccati all’interno di un reticolo di laser. In questo caso, il potenziale in cui sono inserite le particelle ha un profilo ondulato, con una successione di concavità e convessità.
Via via che la temperatura del sistema scende, l’energia cinetica delle particelle si riduce al minimo, ed esse rimangono bloccate nelle parti concave. In opportune condizioni tuttavia le particelle riescono ad attraversare i bordi: il punto cruciale è che, in prossimità dello zero assoluto, emerge tra gli atomi la cosiddetta statistica di Bose-Einstein, ed essi iniziano a comportarsi all’unisono, come se fossero un’unica entità fisica.
Nägerl e colleghi hanno mostrato per la prima volta che in queste condizioni esistono particolari schemi di conformazione dei laser e di distribuzione dell’energia tra gli atomi in cui si verifica un effetto di risonanza: gli atomi attraversano le pareti del potenziale, fino a cinque, come se fossero trasparenti.
Il risultato dimostra che l’effetto tunnel può emergere anche da un’interazione collettiva tra molti atomi, anche quando una con modalità che potrebbero essere utilmente sfruttate nelle nuove tecnologie che sfruttano i fenomeni quantistici per l’elettronica.
Tratto da: lescienze.it – vedi: la morte dell’Essere vivente, è il passaggio con il suo corpo psicobioelettronico composto da plasma, attraverso questo “tunnel” per recarsi ove gli necessita, per la sua evoluzione Spirituale verso la legge dell’AmOr….vita eterna !
Sintesi su cosa è un’atomo:
Ogni sostanza ha una sua struttura atomica, dovuta alla quantità, disposizione e natura dei componenti atomici.
Per la chimica, l’atomo, invece, è la più piccola particella capace di combinarsi in un composto o in una reazione.
Però: Qualsiasi biologo o chimico di laboratorio, pare non tengano conto che, qualsiasi cellula o molecola contengono degli atomi i quali hanno SEMPRE una propria Chiralità, cioè il senso di rotazione del vortice di spazio centromosso dalla propria singolarità, infatti è un microbuco nero, di ciò che chiamiamo “atomo”, che in natura ha sempre un senso preciso e che è l’imprinting del perché si trova in quella posizione spaziale con quella forma, in quanto esse determinano le funzioni dell’atomo stesso all’interno della molecola attivando o meno nel collegamento atomico le informazioni che lo stesso atomo posta in se, perché collegato al Vuotoquantomeccanico (InFinito intelligente), per attuare le modifiche o la creazione dell’energia/ma con atomi che hanno SEMPRE una chiralità “OPPOSTA” a quella dello stesso atomo presente in natura.
Ricordiamo quindi che, tutta la chimica quando lavora per preparazioni di sintesi, crea molecole simili ma non identiche dello stesso atomo in natura. Ecco perché ad esempio nei farmaci, essi hanno tutti quanti controindicazioni ed effetti collaterali anche gravi !
L’atomo quindi non è altro che una struttura di energia (NdR: avviluppata su se stessa, centromossa dal micro buco nero centrale che si manifesta con il suo Campo Toroidale con una propria Chiralità), che ponendosi in una gerarchia di particelle assume una “forma” spaziale, che è possibile analizzare anche dal punto di vista chimico.
Le reazioni chimiche sono generalmente dovute alla forza elettromagnetica che un atomo manifesta attraverso la sua carica positiva o negativa o attraverso altre combinazioni.
Ecco una foto che illustrerebbe degli atomi, però, NON è la foto di un atomo o di più atomi, ma la foto dell’irradiamento dell’orizzonte degli eventi del buco nero che è l’atomo, infatti si vede solo la parte esterna, ma nulla dell’ interno.
Ecco la foto dell’irradiamento dell’orizzonte degli eventi di un buco nero, è identica o simile a quella degli atomi…
La prima immagine a raggi X di un singolo atomo
L’imaging a livello atomico è comparso negli anni 50 e fino al 2008 ha fatto rapidi progressi. In quell’anno i fisici hanno utilizzato con successo un microscopio elettronico per osservare un singolo atomo di idrogeno. Successivamente, cinque anni dopo, gli scienziati hanno utilizzato un “microscopio quantistico” per scrutare all’interno di un atomo di idrogeno, ottenendo la prima osservazione diretta degli orbitali degli elettroni. Recentemente, è stata ottenuta la prima immagine ai raggi X di un singolo atomo grazie a uno studio condotto dai ricercatori dell’Ohio University, dell’Argonne National Laboratory e dell’Università dell’Illinois-Chicago, come riportato su Nature.
Il coautore Saw-Wai Hla, fisico dell’Ohio University e dell’Argonne National Laboratory, ha affermato: “I microscopi a scansione di sonda possono fotografare gli atomi con regolarità, ma senza i raggi X non possiamo determinare la loro composizione. Ora siamo in grado di identificare con precisione il tipo di un singolo atomo e di misurare contemporaneamente il suo stato chimico. Questo ci consentirà di tracciare i materiali fino all’estremo limite di un solo atomo, con un notevole impatto sulle scienze ambientali e mediche”.
Immagine di: Saw-Wai Hla – Immagine di una supramolecola a forma di anello in cui è presente un solo atomo di Fe nell’intero anello.
Spesso, le persone non esperte nel campo della scienza immaginano un atomo come una versione semplificata del classico e criticato modello di Bohr, in cui gli elettroni orbitano intorno al nucleo atomico come pianeti che ruotano intorno al Sole nel nostro sistema solare. Secondo il modello di Bohr, le orbite degli elettroni hanno energie discrete correlate alle dimensioni delle orbite stesse: l’energia più bassa, o “stato fondamentale”, è associata all’orbita più piccola. Quando un elettrone cambia velocità o direzione (secondo il modello di Bohr), emette radiazioni a frequenze specifiche associate agli orbitali.
Tuttavia, questo modello è stato superato nel corso del tempo, a partire dal 1913 quando Niels Bohr lo propose per la prima volta. La nostra comprensione del mondo quantistico ha portato all’evoluzione del modello atomico. Erwin Schroedinger propose un nuovo modello che si basava su livelli energetici anziché su orbitali. Nonostante questa differenza, il modello di Schroedinger mantiene alcuni concetti simili a quelli del modello di Bohr. Ad esempio, quando un atomo viene eccitato termicamente, i suoi elettroni si spostano verso livelli energetici più alti. Quando l’atomo si raffredda e ritorna allo stato fondamentale, l’energia in eccesso viene emessa sotto forma di fotoni, i quali presentano frequenze corrispondenti alla variazione dei livelli energetici.
Immagine di: A. S. Stodolna et al., 2013 – Nel 2013, i fisici hanno utilizzato un “microscopio quantistico” per scrutare all’interno di un atomo di idrogeno.
È importante sottolineare che, tecnicamente, gli elettroni non “orbitano” intorno al nucleo in orbite fisse. Gli elettroni sono onde (energia) che appaiono come particelle quando si effettua una misurazione per determinarne la posizione. Queste onde sono stazionarie e la loro posizione non è definita fino a quando non viene osservata, momento in cui la funzione d’onda collassa. Pertanto, ogni volta che viene eseguita una misurazione, l‘elettrone può apparire in una posizione diversa non perché si stia muovendo, ma a causa della sovrapposizione degli stati. Tuttavia, se si effettuano numerose misurazioni e si tracciano le posizioni degli elettroni, si ottiene un modello fantasma con un pattern di nuvola che si avvicina all’aspetto di un singolo atomo.
Come ha sottolineato Saw-Wai Hla, i fisici sono ora in grado di immaginare gli atomi utilizzando microscopi a scansione di sonda. Questi microscopi funzionano facendo scorrere una punta molto affilata sulla superficie del campione e creando un’immagine della superficie in base al segnale rilevato dalla punta. In sostanza, è come se un giradischi leggesse i solchi di un disco per riprodurre il suono. La microscopia a effetto tunnel (STM) è stata la prima tecnica sviluppata, nel 1981, dai ricercatori IBM. Lo STM si basa sull’effetto del tunneling quantistico meccanico: quando la punta del microscopio scorre sulla superficie, gli elettroni si spostano dalla punta al campione. La corrente di tunneling viene misurata e trasformata in un’immagine. A titolo di curiosità, nel 1989 i ricercatori IBM utilizzarono lo STM per scrivere “IBM” utilizzando 35 atomi di xeno su un substrato di nichel.
Negli ultimi 12 anni, Saw-Wai Hla ha lavorato allo sviluppo di una versione a raggi X dello STM chiamata microscopia a effetto tunnel a raggi X di sincrotrone (SX-STM). Questo metodo consentirebbe ai ricercatori di identificare il tipo di atomo e il suo stato chimico. Le tecniche di imaging a raggi X, come la radiazione di sincrotrone, sono ampiamente utilizzate in diverse discipline, tra cui l’arte e l’archeologia. Tuttavia, la quantità più piccola che può essere sottoposta a raggi X è di circa 10.000 atomi, chiamata attogrammo. Ciò è dovuto al fatto che l’emissione di raggi X da un singolo atomo è troppo debole per essere rilevata, almeno fino ad ora.
Immagine di: Saw-Wai Hla – (A sinistra) Immagine di una supramolecola a forma di anello in cui è presente un solo atomo di Fe nell’intero anello. (A destra) Firma radiografica di un solo atomo di Fe.
L’SX-STM combina la radiazione di sincrotrone tradizionale con il tunneling quantistico. In questa tecnica, il rivelatore convenzionale di raggi X utilizzato in molti esperimenti viene sostituito da una punta metallica affilata posizionata molto vicino al campione. La punta raccoglie gli elettroni che vengono eccitati dai raggi X e si muovono verso lo stato eccitato. Il fotoassorbimento degli elettroni fornisce un’impronta digitale elementare che consente di identificare il tipo di atomi presenti nel materiale. Il team di ricerca ha testato questa tecnica utilizzando la linea di fascio XTIP presso l’Advanced Photon Source di Argonne e ha lavorato con atomi di ferro e terbio inseriti in supramolecole che fungono da ospiti.
Ma non è tutto. Saw-Wai Hla afferma: “Siamo anche stati in grado di rilevare gli stati chimici degli atomi singoli. Confrontando gli stati chimici di un atomo di ferro e un atomo di terbio all’interno dei loro rispettivi ospiti molecolari, abbiamo scoperto che l’atomo di terbio, un metallo delle terre rare, è piuttosto isolato e non cambia il suo stato chimico, mentre l’atomo di ferro interagisce fortemente con l’ambiente circostante”. Inoltre, il team di ricerca di Saw-Wai Hla ha sviluppato un’altra tecnica chiamata tunneling di risonanza eccitato dai raggi X (X-ERT), che consentirà di rilevare l’orientamento degli orbitali di una singola molecola sulla superficie di un materiale.
Quali prove abbiamo dell’esistenza degli atomi ?
https://it.quora.com/profile/Roberto-Weitnauer
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By Roberto Weitnauer, Dottore Ingegnere (Politecnico Milano 1984)
Nella sua semplicità la domanda è “davvero sottile” e tra le righe di un’apparente banalità nasconde difficoltà tecniche e concettuali tutt’altro che secondarie.
A essere del tutto sinceri, non abbiamo una prova diretta dell’esistenza degli atomi. Abbiamo però un cumulo di prove indirette date dai collisionatori che rendono indiscutibile la loro struttura interna: si giudica sostanzialmente dalla rilevazione dei ‘pezzi rotti’.
Una prova diretta, specie per il largo pubblico, sarebbe sostanzialmente una fotografia di un atomo e della sua struttura interna. Questa tipo d’immagine articolata ancora non è in nostro possesso.
Attenzione ai divulgatori di serie C che vi illustrano una figura colorata e poi vi dicono: “Signore e signori, ecco a voi la prima foto di un atomo !”.
Intanto, bisogna intendersi bene sul concetto di ‘prova’. Conviene dare qualche cenno sull’evoluzione dell’idea di atomo per non prendere abbagli.
Una risposta secca alla domanda secca che è stata posta non avrebbe molto senso. Infatti, nella storia della scienza le ‘prove’ raramente sono risposte secche a domande secche.
Avviene piuttosto che una serie di domande e risposte si succedano nel corso del tempo, al maturare dei concetti e delle evidenze sperimentali. Si tratta di un classico procedimento per affinamenti progressivi. Così è successo per gli atomi.
Quello che riporto qui sotto è un pò lungo, ma credo che sia semplice e che restituisca un quadro d’insieme ottimale per capire quanto richiesto, al di là delle risposte ‘secche’. Se si ha la pazienza di leggere si vedrà alla fine in cosa consista effettivamente un atomo e perché sia così com’è. Non mancheranno immagini, con tutti i ‘se’ e i ‘ma’ che bisognerebbe conoscere per non farsi prendere in giro.
L’idea di atomo è molto antica e risale a Democrito di Abdera, straordinario filosofo naturale del V secolo a.C., forse uno dei più grandi pensatori dell’intera storia della scienza.
Sua è la definizione del termine ‘atomo’ che significa letteralmente ‘non divisibile’. L’atomo democriteo doveva essere un corpuscolo monolitico e la realtà doveva derivare da un gioco di atomi connotati da differenti qualità che si combinavano dinamicamente e meccanicamente tra loro. Un’idea geniale, ma che, ovviamente, non era che una speculazione ai quei tempi impossibile da controllare sperimentalmente.
Questa antica e profonda concezione venne purtroppo abbandonata abbastanza presto nella storia della filosofia naturale (salvo alcune sporadiche riprese), schiacciata soprattutto dalla dottrina di Aristotele che poco concedeva alla visione di un Universo meccanicistico. Tornò a stimolare l’interesse degli scienziati solo attorno al XIX secolo.
Formulando la congettura che esistessero particelle microscopiche capaci di interagire tra loro, molti processi chimici, ma anche fisici, potevano essere inquadrati in un’ottica decisamente più chiara e promettente. Alcuni pensatori iniziarono a speculare in quella direzione. Siamo ancora nel campo delle ipotesi, ma si potrebbe dire: ‘fuochino’.
Uno dei primi successi di questo approccio, verso la fine del XIX secolo, è riscontrabile nella potenza di una classificazione degli atomi effettuata in base ai loro tratti chimici salienti, quelli sistematicamente rilevabili dagli esperimenti compiuti in laboratorio.
Per la prima volta osservazioni condotte nel macrocosmo trovavano un riscontro alquanto preciso in una caratterizzazione di natura microscopica e, perciò, invisibile.
Questo straordinario risultato va attribuito allo studioso russo Mendeleev, la cui ordinata tabella (multidimensionale – vedi il Ricorso del dott. Corbucci alla Corte Europea, per il fatto che questa “tabella” sia errata !), la Tavola periodica degli elementi, è universalmente conosciuta, anche in ambito scolastico, e risulta per moltissimi versi ancora oggi valida.
La tavola di Mendeleev non costituiva però ancora una prova diretta dell’esistenza degli atomi.
Poco dopo il lavoro di Mendeleev i coniugi Curie (lei di origine polacca, lui parigino) scoprirono il fenomeno della radioattività.
I due osservarono qualcosa di davvero sorprendente: le caratteristiche chimiche di un atomo potevano trasformarsi in quelle di un altro atomo ! Una sorta di magia, si potrebbe quasi dire.
Tipico era in questo ambito il comportamento del radio. Ma c’era un’altra incredibile implicazione: la trasformazione era accompagnata dall’emissione di particelle cariche, positive e negative ! Le chiamarono ‘alfa’ e ‘beta’.
Ciò giustificava il nome ‘radio’ attribuito a una sorgente che, appunto, emetteva, anche se non era rock & roll. L’ipotesi dell’atomo diventava la più verosimile, a meno di non ammettere che quelle particelle fossero fiondate nello spazio da un Davide nascosto nel nulla.
L’evidenza mostrava infatti letteralmente che l’atomo perdeva dei pezzi e li sparava fuori come corpuscoli energetici. Se non era un corpo a fare questo, cosa mai poteva essere ?
Così, qualunque fosse la struttura dell’atomo, questo doveva essere composito, cioè fatto di parti (implicazione che Democrito non contemplava).
Gli esperimenti dei Curie avevano messo in mostra qualcosa di molto importante: i ‘pezzi’ di un atomo potevano modificare le sue proprietà chimiche. Ciò significava che una reazione chimica comportasse per qualche verso il trasferimento di pezzi, ossia uno scambio materiale ed energetico. Forse, non si trattava proprio dei corpuscoli sparacchiati e rilevati nel decadimento radioattivo, ma comunque dovevano essere coinvolte delle porzioni di materia, eventualmente materia elettricamente carica, come le particelle alfa e beta. Occorreva a questo punto chiedersi di che razza di componenti fosse mai costituito questo benedetto atomo, ancora relegato nei meandri oscuri del microcosmo.
Poco dopo i Curie, la risposta non si fece attendere.
Il fisico britannico Thomson aveva avuto modo di rilevare di nuovo qualcosa di sensazionale e fino a quel punto sconosciuto.
Egli constatò infatti con i suoi tubi catodici (sì, oggetti del tutto simili a quelli pesanti che componevano i televisori sino a un paio di decenni fa) che dal materiale in studio poteva provenire un altro tipo di corpuscolo.
La grande novità è che questa volta lo sparacchiamento direzionale vedeva coinvolte particelle più grandi e caricate esclusivamente in negativo ! Stiamo parlando degli elettroni.
Le manifestazioni fisiche erano così pregnanti che l’inglese si convinse al di là di ogni dubbio dell’esistenza degli atomi e ne propose finalmente un modello, più o meno il primo che avesse qualche consistenza scientifica.
Ben nota è la sua concezione dell’atomo inteso come una specie di panettone in cui gli elettroni erano immersi a mò di canditi.
Era quello un primo tentativo e rispecchiava un’ispirazione più da pasticcere che da fisico, ma solo se la si considera con il senno di poi.
Arriviamo così al 1911, anno memorabile in cui non solo si ebbe il primo presidente della Repubblica cinese, ma in cui ulteriori esperimenti di radioattività condussero Rutherford a una concezione molto potente a proposito della misteriosa sorgente che sparava le particelle verso l’esterno.
Il fisico neozelandese osservò che i proiettili alfa (osservati anche dai Curie) quasi sempre attraversavano una sottilissima lamina d’oro, ma molto raramente capitava che ne venissero rimbalzati come palline da ping-pong. Cosa poteva mai significare quella bizzarra risultanza sperimentale ? Bé, la cosa più intelligente che si poteva inferire era che la struttura della lamina fosse formata per lo più da vuoto che poteva tranquillamente essere attraversato dalle particelle alfa. Qua e là doveva però per forza esserci qualcosa contro cui le particelle cariche alfa rimbalzavano all’indietro.
Questa considerazione stimolò Rutherford nel tracciamento del secondo modello dell’atomo nella storia della scienza moderna.
Egli si figurò una sorta di sistema planetario in miniatura. Immaginò cioè un nucleo interno caricato positivamente e circondato dagli elettroni negativi che gli ruotavano attorno come piccoli satelliti. I rimbalzi erano dovuti alla rara incidenza delle particelle alfa contro il sole centrale positivo. Ma come mai le particelle non finivano sugli elettroni ?
Anche qui la spiegazione si pose come del tutto razionale ed era questa: gli elettroni erano piccolissimi rispetto al nucleo, ma soprattutto orbitavano in spazi straordinariamente vasti rispetto alle dimensioni del nucleo ! Rutherford diede anche qualche misura dei vari ingombri.
Il modello di Rutherford fu una vera e propria rivoluzione copernicana per i fisici del microcosmo. Risultava che gli atomi erano composti quasi integralmente da spazio vuoto! Questa interpretazione risultò vincente e poté spiegare un mucchio di cose. Essa non era però perfetta; sussisteva un problema non da poco.
Sappiamo bene dalla meccanica che un corpo che orbiti, quale la Terra intorno al Sole, subisce un’accelerazione centripeta. Infatti il Sole attira il globo con la gravità. Nel modello la stessa cosa faceva il nucleo positivo nei confronti degli elettroni negativi, laddove l’interazione era naturalmente di tipo elettrico.
Già, ma le leggi dell’elettrodinamica (compendiate meravigliosamente dallo scozzese Maxwell), a quel tempo già mature, richiedevano che una carica accelerata (cioè che varia la propria velocità in modulo o in direzione) emettesse radiazione elettromagnetica.
Questo avrebbe sottratto energia agli elettroni orbitanti che sarebbero così stati destinati a spiraleggiare verso il nucleo.
La caduta degli elettroni avrebbe decretato l’estrema instabilità degli atomi. Questo, però, non succedeva: non sussisteva alcuna evidenza che la materia risultasse localmente squilibrata. Il modello era potente, ma accusava una pecca grossolana.
Come correggere ?
Madre Natura non ama essere svestita tutta in una volta; un bel po’ di biancheria se la tiene sempre, a mo’ di guscio di cipolla.
Però, è sempre ugualmente sexy, per così dire. Anzi, lo è proprio per questo.
Qualche anno dopo questi precoci rovelli il danese Bohr propose un aggiustamento del modello di Rutherford. Egli stabilì che gli elettroni orbitassero in spazi ‘quantizzati’. Cosa significava questa curiosissima imposizione ?
In sostanza, il danese arguì che l’energia di un’orbita elettronica non potesse modificarsi progressivamente, come nel caso della meccanica classica. Così, non poteva accadere che un elettrone iniziasse a perdere ‘un poco’ di energia e iniziasse a calare gradualmente verso il nucleo. Intendiamoci, secondo Bohr un elettrone poteva benissimo perdere energia e saltare verso un’orbita più prossima al nucleo, ma – ecco il punto – avrebbe dovuto farlo necessariamente con un salto improvviso, qualora sufficientemente depauperato per farlo.
Tutto ciò era come dire che occorreva una perdita di energia minima non ulteriormente riducibile, diciamo un ‘quanto’ di energia, affinché esso abbandonasse il suo spazio e si collocasse in uno più interno. In quel caso ci sarebbe stata sì un’emissione elettromagnetica; essa sarebbe stata energeticamente equivalente al ‘quanto’ energetico perso nel salto: quello che perdeva l’elettrone se ne andava in radiazione. Valeva anche il discorso inverso: un’aggiunta di almeno un ‘quanto’ di energia a un elettrone poteva farlo salire di colpo da uno spazio interno verso uno più esterno dell’atomo. Insomma, per Bohr gli spazi elettronici erano come gradini di una scala. Ogni gradino corrispondeva a un salto energetico minimo non ulteriormente riducibile. Finché l’elettrone se ne stava nel suo spazio, non poteva emettere radiazione, come invece prevedeva l’elettrodinamica classica.
Era una spiegazione coerente. Ma era arbitraria ? Come mai Bohr fece congetture tanto bislacche ? Da dove veniva quest’idea inusuale dell’energia distribuita in pacchetti discontinui di quanti, invece che con continuità, come da sempre si era pensato in seno alla fisica tutta ?
A questo punto non lo si può sottacere: tutto andava riferito ai primi passi della ‘fisica quantistica’.
A cominciare da alcuni esperimenti condotti sulla radiazione (del cosiddetto ‘corpo nero’), gli scienziati si erano accorti della suddetta circostanza, cioè dell’esistenza di ‘quanti’ energetici, per quanto essi fossero decisamente anti-intuitivi e contrari a tutte le esperienze.
Già, ma chi ha detto che Madre Natura debba per forza venire incontro alle nostre aspettative ? Attorno a quegli anni venne in effetti scoperto (per caso, come spesso accade) un segreto di natura mai prima rilevato: l’azione fisica si compone di enti irriducibili, di pacchetti che sono come le perle di una collana.
In fisica l’azione è data dal prodotto dell’energia per un tempo. In ogni fenomeno o processo fisico si ha uno scambio di energia in determinati intervalli di tempo; energia che viaggia e che si sposta da una parte all’altra (come avviene tipicamente con le onde elettromagnetiche).
Ma ecco il fatto bizzarro: andando sempre più verso trasferimenti piccoli, si scopre che esiste una soglia minima per l’azione.
A quel livello irremovibile se si riduce una delle due grandezze deve aumentare l’altra: se diminuisce il tempo con cui si trasferisce l’energia, allora deve aumentare l’energia stessa, viceversa se diminuisce l’energia deve aumentare il tempo. Il concetto qui rilevante è: ‘quanto d’azione’.
Consideriamo che un quanto d’azione può trasportare qualunque ammontare di energia. Per esempio, i quanti della radiazione elettromagnetica sono trasportati dai fotoni. Ognuno di essi veicola nello spazio azione e quindi energia. Ebbene, un fotone ha un’energia che può assumere qualunque valore e che dipende dalla sua frequenza (più corretto sarebbe dire ‘frequenza media’).
Già, perché un fotone è una specie di vibrazione che si trasferisce nello spazio. Il fatto però è che noi parlavamo di ‘quanto d’energia’ e non di ‘quanto d’azione’ con riferimento agli elettroni di un atomo. Dove sta la differenza ?
Come si accennava, non è difficile capire che a un quanto d’azione corrisponde un quanto di energia. Nel caso degli elettroni si può vedere che, quando essi compiono un salto verso l’interno, emettono una frequenza elettromagnetica caratteristica.
Questo fissa l’energia che separa uno spazio orbitale da un altro. Ecco perché possiamo parlare di ‘quanti di energia’.
Ricordiamo dunque: o passa almeno un quanto o non passa nulla, non c’è via di mezzo.
Ora, attenzione, la circostanza che le frequenze dei fotoni siano tipiche dipende a sua volta dalle frequenze degli elettroni.
Eh, sì, anche gli elettroni hanno una frequenza ! Essi sono particelle-onde vibranti, proprio come i fotoni. Tuttavia, i fotoni non sono materia e trasportano interazioni, mentre gli elettroni sono piccole masse dotate di carica. Che mondo strano ! Come mai gli elettroni vibrano come degli ossessi ? Non avevamo detto che sono dei corpuscoli che orbitano attorno al nucleo ? Bé, a ben vedere abbiamo infine capito che non è proprio così.
La fisica quantistica ci illustra che essi si comportano come se fossero un’onda di materia (carica) distribuita nello spazio orbitale, un po’ come capita all’onda armonica della corda di una chitarra che si assesta con ordine lungo l’estensione della corda stessa tra gli ancoraggi. La differenza è che l’onda elettronica si chiude su sé stessa, appunto intorno al nucleo atomico !
L’onda associata agli elettroni (e di qualunque particella elementare) è esprimibile attraverso un’equazione che è passata alla storia nella fisica moderna: la funzione d’onda di Schrödinger (questi era un fisico austriaco).
Siccome le stranezze non finiscono mai nella teoria dei quanti, risulta che l’equazione d’onda rappresenta delle (densità di) probabilità ! Che accidenti significa ?
In sostanza, l’onda è una funzione matematica associata a un elettrone che ci dice quale sia la probabilità di trovare l’elettrone in un certo punto dello spazio (intorno al nucleo) !
Questa incredibile caratterizzazione (interpretazione di Copenaghen) è stata dimostrata innumerevoli volte e costituisce il ponte logico più solido per conciliare il concetto di particella col concetto di onda ad essa associata. Abbiamo con ciò passato la parte più ostica della storia dell’atomo. Proseguiamo per le ultime fasi.
S’intuisce in definitiva che non ha più senso la visione classica che interpretava gli elettroni come corpuscoli ben definiti e localizzabili. In fondo, sia ben chiaro, cosa sia effettivamente un elettrone (o un’altra particella elementare) non lo sa proprio nessuno, eccetto il Vuotoquantomeccanico (InFinito intelligente). Potrebbe essere un punto di materia, vai a sapere. Sappiamo solo (in determinate condizioni al contorno) quali siano le probabilità che esso ha di interagire e di essere individuato attraverso il suo vestito esteriore: la funzione d’onda che ci parla di probabilità. Ma non è che quando esso viene localizzato lo vediamo nella sua essenza. Vediamo solo cosa fa, cioè quali energie mette in gioco con le particelle mandategli contro per scovarlo.
L’elettrone nudo e crudo è sempre invisibile, (NdR: essendo solo una perturbazione che avviene nell’altro lato/dimensione dello spazio – presentandosi come un vortice toroidale centro mosso – dell’Etere, ovvero dell’energia del VuotoQuantoMeccanico, cosi come l’atomo e tutte le particelle subatomiche.
Stando però così le cose, non dobbiamo aspettarci che gli elettroni intorno a un nucleo atomico siano rilevabili come pianetini, dovrebbe ormai essere chiaro. Non dobbiamo nemmeno aspettarci di vedere un’onda materiale, dato che quella di Schrödinger è la rappresentazione matematica di una distribuzione di probabilità. Cosa aspettarci, allora ?
Semplice: dobbiamo ritenere che gli elettroni (qualunque cosa essi siano) lascino qui e là una traccia della loro presenza. Qui e là come ? Bé, lo abbiamo detto: saranno rilevati più spesso dove risulta più probabile rilevarli e cioè nelle orbite quantizzate di Bohr e secondo la funzione di Schrödinger.
Tutto ciò spiega perché oggi i fisici non parlino più da lungo tempo di orbite elettroniche, ma di nubi elettroniche. Una nube elettronica è la zona di spazio attorno al nucleo atomico dov’è più probabile che gli elettroni, nelle varie regioni quantizzate, lascino una traccia della loro presenza. Fanno questo attraverso uno scambio di energia, tipicamente con dei fotoni.
Per esempio, se spariamo un fotone di opportuna frequenza (energia) contro una nube elettronica, possiamo attenderci che in un certo punto di quello spazio l’elettrone l’assorba e salti al livello superiore quantizzato. Viceversa, quando un elettrone scende a un livello inferiore emetterà un fotone, cioè un quanto energetico, di determinata frequenza. Ai nostri occhi (a quelli dello strumento di misura fotonica) la scomparsa o la comparsa di un fotone in un punto è il segnale della presenza dell’elettrone in quel punto.
In realtà, il ‘punto’ che rileviamo corrisponde a un risultato un po’ incerto. Come mai ?
Perché misurare un elettrone significa interagire con esso, disturbandolo con almeno un quanto energetico. Non vediamo quindi una realtà immacolata, bensì una condizione alterata dal nostre stesso atto di misurazione (principio di Heisenberg).
Nel nostro caso, non si tratta però di un dramma. Quello che infatti c’interessa a questo punto è poter considerare la distribuzione delle tracce lasciate dagli elettroni nei loro spazi quantizzati. Anche perché negli anni ‘30 furono scoperte le componenti del nucleo interno: protoni e neutroni, strettamente addensati e tenuti insieme da forze estreme (che incollano anche i protoni positivi che, altrimenti, si respingerebbero).
Oggi sappiamo che quasi tutta la chimica può essere ricondotta alla fisica dello scambio o della condivisione di elettroni tra due o più atomi.
Sappiamo che gli atomi si possono rompere proiettando contro di essi altre particelle e che i pezzi risultanti sono proprio elettroni, protoni neutroni. Non solo, sappiamo anche, sempre tramite collisioni, come si compongano i neutroni e protoni (quark). E sappiamo che ogni particella ha delle caratteristiche che sono perfettamente coerenti con la struttura degli atomi in termini di nucleo e di nubi elettroniche circostanti. Sappiamo quali ruoli giochino le forze atomiche (interazione forte, interazione debole, interazione elettromagnetica) nel mantenere insieme questa struttura composita. Sappiamo quando la struttura è salda e quando invece è più instabile. Sappiamo, quando si modifica, come si modifichi e perché. Gli atomi esistono, non c’è dubbio alcuno. Dubitarne sarebbe come pensare che la Terra sia piatta.
Non resta altro a questo punto che poter avere un quadro d’insieme sperimentale di tutto questo. La cosa migliore sarebbe poter disporre di un’immagine vera e propria di un atomo, sfruttando le potenzialità di un microscopio molto avanzato. Alludiamo a un microscopio elettronico ? Eh, no. Elettroni contro elettroni non va bene, almeno se si vuole vedere molto vicino. Occorre un’apparecchiatura più specialistica, a maggior risoluzione. La prima foto storica ci fa saltare al 2012 ed è stata eseguita con un laser.
Qui sotto allego da National Geographic la foto in questione. Si tratta di un atomo d’itterbio ionizzato. Va detto però che quello che si vede non proviene direttamente dall’atomo. Si tratta infatti dell’ombra dell’atomo causata dal fascio laser. Questa ombra è però molto più significativa di tante immagini precedenti e anche successive. Infatti, molte di esse non sono proprio foto, quanto piuttosto elaborazioni grafiche di rilevazioni sperimentali condotte nello spazio atomico. Non è la stessa cosa, per quanto anch’esse siano indicative. Più sotto mostrerò un esempio.
Qui appresso atomi di carbonio di un foglio di grafene, disposti secondo la loro caratteristica disposizione esagonale.
Questa foto scattata col microscopio elettronico attesta le caratteristiche del carbonio, dipendenti dalla sua struttura elettronica. Tuttavia, la struttura stessa non si vede. Ad ogni modo, esistono molte fotografie di atomi rilevati a una certa distanza. In nessuna è possibile riscontrare la loro struttura interna. Nota bene è semplicemente un vortice centromosso di spazio, cioè una perturbazione dell’Etere, ovvero l’energia del VuotoQuantoMeccanico, cosi come l’atomo e qualsiasi particella atomica o subatomica).
Ecco il grafene:
Questa sotto è l’immagine di un atomo d’idrogeno (il più semplice che esista).
Come potete vedere la foto NON rappresenta l’atomo stesso, ma solo il movimento rotante toroidale (vedi immagine sopra) del fascio/nube di Energia nello spazio, che esso effettua con la sua presenza.
Va attentamente criticata; nell’immagine, si scorge l’unico fascio di spazio centro mosso dall’elettrone stesso intorno, cioè in orbita, attorno al nucleo dell’atomo, visibile solo come tipica ‘nube’ ad anello come l’atomo, in quanto l’elettrone non si può vedere direttamente NON appartenendo esso a questa dimensione, ma si vedono solo il movimento/trascinamento che esso svolge nello e dello spazio attorno all’atomo.
Per elementi chimici più complessi, cioè con più spazi orbitali, le nubi elettroniche possono assumere forme diverse.
Critica: l’immagine è stata ricavata nel 2013 con una tecnica laser quantistica.
I media l’hanno presentata come ‘la prima vera foto di un atomo’ (FALSO), ma questi (tanto per cambiare) sono titoli davvero fuorvianti. Come sopra accennato, non si tratta infatti di una vera e propria fotografia. Siamo invece al cospetto di una ricostruzione grafica ‘mappata’ di una serie di rilevazioni dell’elettrone e del nucleo dell’idrogeno. In virtù della discussa funzione d’onda, l’elettrone non ha una posizione ben determinata nel suo spazio orbitale. L’immagine ricostruisce quindi la ‘nube elettronica’ in base a migliaia di rilevazioni dell’elettrone condotte su differenti atomi di idrogeno. Non facciamoci prendere per i fondelli dai divulgatori di serie C !
La parte gialla e rossa dove sta il nucleo è ingigantita dalle diverse rilevazioni (statistiche). Essa non rappresenta le dimensioni reali del nucleo che sono straordinariamente più piccole.
Teniamo conto che se il nucleo avesse le dimensioni del bottone di una camicia, l’intero atomo con la relativa carica periferica, cioè l’elettrone, avrebbe una sezione all’incirca pari alla superficie di un campo di calcio ! Gli elettroni si assestano insomma molto lontano dal nucleo. Come capì Rutherford, gli atomi sono quasi del tutto vuoti !
Sono campi toroidali, cioè parti di spazio in movimento su se stessi, cioè sono centro mossi da micro buchi neri/bianchi, che manifestano con quella risonanza il loro campo toroidale nello spazio, cosi come qualsiasi impropriamente detta “particella” (in realtà onda vibratoria) sub atomica, elettroni, fotoni, ecc., compresi, ogni sostanza, particella, onda, dell’UniVerso, cioè ogni cosa visibile ed invisibile, è composta da movimenti centro mossi dall’Ente che li anima, nell’Etere, cioè nel VuotoQuantoMeccanico, composto da Energia infinita.
La Fig.: rappresenta l’immagine di un Buco nero/bianco
Commento NdR: quindi, gli atomi, NON sono materia, ma sono solo dei microscopici movimenti di energia centro mossi dai buchi neri, sono semplicemente lo ripetiamo dei vortici di spazio centromossi dalla propria singolarità, che manifestano se stessi sottoforma di campi toroidali, cioè essi sono una perturbazione dell’Etere ovvero l’energia del Vuoto Quanto Meccanico, cosi come qualsiasi particella atomica o subatomica) e gli elettroni sono azioni/funzioni di Entità esterne alla dimensione attuale, che “muovono” ed attivano per mezzo della loro energia di risonanza, le composizioni “fisiche” atomiche, determinandone le varie funzioni attivando e movimentando gli atomi /campi toroidali e quindi la materia affinché esplichino le varie funzioni ad essa destinate) cosi come tutto ciò che esiste fino all’Uomo:
Uno sguardo all’interno delle molecole – Osservato il vorticoso movimento degli elettroni – 16/06/2010
Per la prima volta si è riusciti a osservare il movimento degli elettroni all’interno di una molecola. (NdR: perché anch’essi sono vortici di spazio centromossi, contenenti Fotoni, quanti di luce, cioè informazioni).
Una perfetta comprensione di come avvengono le reazioni chimiche richiede la conoscenza del modo in cui si muovono gli elettroni all’interno delle molecole. Fino a oggi l’osservazione di questi movimenti era tecnicamente impossibile ma ora grazie all’uso di un avanzatissimo laser ad attosecondi, l’impresa è riuscita a un gruppo di ricercatori europei, fra i quali Giuseppe Sansone, primo firmatario dell’articolo su Nature che illustra la ricerca, E. Benedetti, Federico Ferrari e Mauro Nisoli del Politecnico di Milano.
Nell’arco di un attosecondo – ossia di un miliardesimo di miliardesimo di secondo – la luce copre una distanza inferiore a un milionesimo di millimetro, che corrisponde alla distanza fra un’estremità e l’altra di una piccola molecola.
“Nel nostro esperimento siamo stati in grado di mostrare per la prima volta che con l’aiuto di un laser ad attosecondi è possibile osservare il movimento di elettroni in una molecola
Dapprima abbiamo irradiato la molecola d’idrogeno con un impulso laser, che ha rimosso un elettrone, ionizzando la molecola. Poi con un fascio laser a infrarossi abbiamo spezzato la molecola in due parti, proprio come con un paio di forbici. Ciò ci ha permesso di esaminare come le cariche si distribuiscono fra i due frammenti”, spiega Marc Vrakking del Max Born Institut di Berlino, che ha coordinato lo studio.
Pur raggiungendo alcuni degli scopi che si erano i prefissi, i ricercatori hanno però scoperto anche risultati inaspettati, come ha osservato Felipe Morales dell’Università di Madrid, che ha partecipato ala ricerca: “Abbiamo pressoché raggiunto i limiti delle capacità dei nostri computer. Abbiamo impiegato un milione e mezzo di ore macchina per comprendere il problema, scoprendo che era molto più complesso di quanto pensato. Abbiamo per esempio scoperto che anche stati di doppia eccitazione, possono contribuire alle dinamiche che abbiamo osservato. Di fatto non abbiamo risolto il problema, come ci aspettavamo, ma abbiamo spalancato una porta che rende però l’intero progetto più interessante e importante“.
Tratto da: lescienze.espresso.repubblica.it
Commento NdR: mi meraviglio del fatto che questi ricercatori, non sappiano che gli elettroni non appartengono al nostro spazio–tempo elettro gravitazionale (l’esterno), anche se influiscono su di esso attraverso i meccanismi del loro vorticoso movimento di spin, nel campo gravitazionale elettromagnetico degli atomi, fatto che qui è stato ben osservato, perché essi di fatto appartengono all’interno dello spazio elettromagnetico gravitazionale, sull’altro lato, il dentro.
Gli elettroni, cosi come gli atomi (che sono semplicemente vortici di spazio centromosso di spazio, cioè una perturbazione dell’Etere, che si manifestano con il loro proprio campi toroidali, ovvero l’energia del Vuoto QuantoMeccanico, cosi come l’atomo e qualsiasi particella atomica o subatomica) che entrano nella costituzione/funzione fisica del nostro corpo, e quelli della materia che compone l’UniVerso, sono simili a minuscoli buchi neri, e racchiudono un tempo e uno spazio diversi, ma complementari, rispetto a quelli che conosciamo normalmente.
Questo chiamato “spazio-tempo”, cioè il VuotoQuantoMeccanico, Etere, memorizza in-form-azioni (dati), medita, ragiona è intelligente ed agisce, dimostrando così di possedere caratteristiche di tipo spirituale per modellare la forma della materia, manifestarla in ogni sua possibile forma attraverso l’Energia composta da plasma.
Un’altra osservazione è che:
Ogni atomo è centro mosso da un proprio micro “buco nero” e con il suo orizzonte degli eventi, “emette”, trasmette e riceve le informazioni che arrivano dal suo centro e dal suo orizzonte degli eventi, il buco nero/bianco, che “pesca” le informazioni, in quanto in contatto con e dal VuotoQuantoMeccanico = InFinito e viceversa, e quindi anche quelle che arrivano dalla Materia (orizzonte degli eventi) entrano nell’atomo e vengono memorizzare ed elaborate dal Vuotoquantomeccanico, cioè nel e dall’InFinito intelligente, in un gioco amoroso (amplesso) eterno senza fine, a vantaggio di tutti gli attori, i Viventi !
Inoltre, ogni atomo, essendo centro mosso dal micro buco nero/bianco collegato al Vuotoquantomeccanico, ha anche un suo proprio SPIN e persino gli elettroni che vi “ruotano” attorno son dotati di SPIN e campi toroidali propri; queste caratteristiche particolari determinano anche le variabili delle informazioni/funzioni degli atomi stessi e quando sono all’interno di molecole, essi determinano SEMPRE le varie Funzioni della molecola stessa che se, ad esempio è una molecola naturale e non di sintesi chimica, avrà una funzione “x”, in funzione dello spin atomico ed elettronico totale, di tipo ad esempio “x”, ma se la stessa molecola non è naturale ma sintetica, pur con la formulazione chimica simile a quella naturale, avrà la ed una funzione diversa, ad esempio “y”, e quindi la funzione della molecola avrà effetti diversi da quella di sintesi chimica nei corpi dei viventi, proprio per la chiralità/spin diversa fra le due molecole simili, ma non identiche come spin; ecco spiegato in modo semplice gli effetti negativi e deleteri dei farmaci di sintesi chimica !
vedi anche questa pagina:
http://resonance.is/black-holes-described-gravitational-atom/
vedi: Charon + Chi siamo + Il tachione di Dio
Trovato il modo di combinare luce e materia per creare particelle con nuovi comportamenti – 5 Luglio 2019
I ricercatori sono riusciti a creare particelle ibride che sono parzialmente atomo e parzialmente fotone, con un’ampia varietà di nuovi comportamenti
Ogni tipo di atomo dell’universo ha un’impronta digitale unica: assorbe o emette solo luce alle particolari energie che corrispondono alle orbite consentite dei suoi elettroni. Questa impronta digitale consente agli scienziati di identificare un atomo ovunque venga trovato. Un atomo di idrogeno nello spazio assorbe la luce con le stesse energie di uno sulla Terra.
I fisici hanno imparato che con i campi elettrici e magnetici possono manipolare questa impronta digitale, ma il numero di funzioni che lo compongono, di solito, rimane costante.
In un lavoro appena pubblicato sulla rivista Nature, i ricercatori dell’Università di Chicago hanno sfidato questo paradigma facendo vibrare gli elettroni con i laser per creare caratteristiche “doppelganger” a nuove energie: una svolta che consente agli scienziati di creare particelle ibride che sono parte atomo e parte luce, con un’ampia varietà di nuovi comportamenti.
La ricerca è parte di uno sforzo maggiore in collaborazione con il laboratorio del Prof. Jonathan Simon per abbattere i muri tra materia e luce, al fine di indagare le loro proprietà fondamentali. Oltre ad apprendere come i materiali si comportano a livello quantico, questo lavoro potrebbe un giorno contribuire a creare computer più potenti o comunicazioni quantistiche virtualmente “irraggiungibili“.
Un passo avanti nel far emergere la materia dalla luce è fare in modo che i singoli pacchetti di luce, chiamati fotoni, interagiscano l’uno con l’altro come fa la materia. (Normalmente i fotoni sfrecciano alla velocità della luce e non reagiscono affatto).
“Per fare in modo che i fotoni entrino in collisione tra loro, utilizziamo atomi come intermediari“, ha affermato il ricercatore Logan Clark, che ha guidato la ricerca. “Ma stavamo incontrando un problema perché i fotoni interagiscono solo con atomi i cui orbitali elettronici hanno energie molto particolari, quindi abbiamo chiesto: cosa accadrebbe se potessimo fare copie degli orbitali a qualunque energia avessimo voluto ?”
Clark aveva già sviluppato tecniche per manipolare la materia quantistica scuotendola durante suo dottorato. Il giusto tipo di vibrazione produce naturalmente copie di stati quantici a più energie. “Avevamo sempre considerato le copie come un effetto collaterale piuttosto che come obiettivo“, ha detto, “ma questa volta abbiamo scosso i nostri elettroni con l’intento specifico di realizzare le copie“.
Variando l’intensità di un campo laser sintonizzato su una specifica risonanza atomica, il team è stato in grado di spostare gli orbitali di un elettrone. Agitando gli orbitali e variando periodicamente questa intensità sono riusciti a produrre le copie desiderate.
Ma questi doppelganger arrivano con un’importante fatto: “Mentre l’orbitale atomico appare a più energie distinte, è importante notare che queste copie sono effettivamente legate all’originale come pupazzi“, ha spiegato il ricercatore Nathan Schine, un coautore dello studio. “Quando una qualsiasi delle copie cambia, l’originale e tutte le altre copie cambiano con esso.”
Consentendo ai fotoni di interagire con questi atomi scossi, il team ha creato quelli che chiamano “Floquet polaritons“, quasi-particelle che sono parte-luce e parte-atomo che, a differenza dei normali fotoni, interagiscono tra loro in modo piuttosto forte. Queste interazioni sono essenziali per rendere la materia leggera. Fare polaritoni con atomi scossi può dare ai polaritoni molta più flessibilità per muoversi e scontrarsi in modi nuovi.
“I polaritoni di Floquet sono pieni di sorprese, ancora non li comprendiamo del tutto“, ha detto Clark. “La nostra prossima fase di lavoro, tuttavia, sarà quella di utilizzare questi fotoni in collisione per creare “fluidi topologici” di luce. È un momento tremendamente eccitante.” Avere copie di uno stato atomico a più energie offre anche possibilità entusiasmanti per la conversione di frequenza ottica, uno strumento chiave nella creazione di metodi di comunicazione quantistica sicuri.
“Scuotere gli atomi non è solo molto divertente, ma può portare a scoprire una scienza davvero affascinante“, ha detto Clark.
Fonte: Logan W. Clark et al. Interacting Floquet polaritons, Nature (2019). DOI: 10.1038/s41586-019-1354-5
Tratto da: reccom.org
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Due parole di presentazione al lettore generico
Ci rivolgiamo a quelle persone che prendendo in mano questo libro/sito e vedendo che si parla di ATOMO e di questioni apparentemente molto complicate, di primo acchito sarebbero tentate (NON FATELO !) di rimetterlo giù, perché magari dubitano di essere all’altezza del contenuto.
Tutti sono all’altezza di fruire di questo libro/sito, in quanto l’Autore ha voluto scriverlo con un linguaggio comprensibile a chiunque sappia solo leggere. Crediamo che sia scritto in modo anche “piacevole”: vedi quando dice che l’atomo è paragonabile a una donna con dei vestiti addosso e che tolti i vestiti rimane la cosa “essenziale”.
Il titolo è: “La scoperta della Particella di Dio”. La Particella di “Dio”, non è un “pezzettino” di “Dio“, che è stato rinvenuto nelle profondità dello spazio, è una “cosa” che riguarda l’ATOMO.
Il Paradiso esiste è un modo di dire per richiamare l’attenzione sul fatto che, essendo venuta alla luce quella cosa che da la vita agli atomi, ora è certissimo che dopo la nostra vita, nella quale siamo fatti di carne e ossa (perciò di atomi) ci aspetta un LUOGO dalle caratteristiche molto strane, che fino a ieri si pensava esistesse soltanto nella fantasia degli uomini religiosi e invece sorprendentemente c’è davvero !
Non bisogna più guardare in alto quando si pensa al luogo dove risiede Dio, bensì guardare il nostro naso.
Già, perché DENTRO l’atomo “più in superficie” del nostro naso c’è il Paradiso.
Come sapete la Scienza di grandi scoperte ne ha fatte davvero tante: oggi è possibile volare, andare sulla Luna, parlare con l’America dal proprio telefonino grande come una scatola di cerini mentre si è in spiaggia a prendere il sole.
Alla base di queste grandi conquiste c’è il fatto che da ormai più di un secolo si è capito che le cose sono fatte di ATOMI e che l’atomo a sua volta contiene tante altre PARTICELLE, tra le quali l’elettrone che è quella che fa accendere la luce nelle nostre case e fa girare i motori dei treni ecc…
Poi, siccome l’elettrone è “attaccato” a un insieme di altre particelle intorno alle quali gira a velocità pazzesca e che formano il nucleo centrale dell’atomo, quando si stacca da queste accade che si liberano le fatidiche ONDE ELETTRO-MAGNETICHE, che servono a farci vedere la televisione, a farci sentire la radio e farci parlare col nostro telefonino e a molto altro ancora, come permettere alle astronavi che viaggiano nello spazio, per andare sulla Luna o su Marte, di tenersi in contatto con la Terra.
Insomma, l’atomo sta alla base di tutto quello che oggi è una meraviglia della tecnologia !
Ebbene, sappiate che dentro l’atomo è stata fatta la scoperta impressionante, ma anche fantastica e meravigliosa di cui parla il libro !
Sarete senz’altro curiosi di sapere come tutto è cominciato, no ?
Tutto è cominciato quando un uomo, che è considerato per questo il più grande Fisico del mondo e che si chiama PETER HIGGS (oggi è un settantenne che vive in Inghilterra) ha comunicato a tutti gli scienziati del mondo una sua idea. Ha detto: «Attenzione, se gli atomi esistono ed un pezzo di materia si tocca e in mano ci PESA, sapete che cosa potrebbe essere che li fa pesare ? Una particella speciale che è dentro tutti gli atomi !».
Così è cominciata una corsa a tutta velocità della Scienza per trovare questa “speciale particella”.
Sono stati spesi migliaia di miliardi (ma sono dettagli !) e alla fine in un colossale tunnel che si trova sotto Ginevra (27 km di circonferenza) è stata preparata un’apparecchiatura grande come la circonferenza del tunnel stesso, progettata per far scontrare alla velocità della luce due pezzetti di atomo.
Dallo scontro, secondo i calcoli, doveva schizzar fuori questa misteriosa “particella” che crea il Mondo e la si sarebbe catturata.
Nell’ottobre dell’anno 2000 questo “pezzettino” di Dio in terra sembrava prossimo ad APPARIRE !
A Ginevra erano pronte le bottiglie di Champagne (naturalmente premio Nobel per Peter Higgs e per il Fisico che materialmente doveva “impossessarsi” della particella …).
A questo punto si aggancia l’Autore di questo libro, è un Fisico molto meno famoso di Peter Higgs che si è chiuso per anni in una baita nel bosco per cercare di calcolare in che modo fossero messe “tutte” le particelle del più grande atomo.
Una notte di marzo del 1999 riuscì di colpo a trovare la soluzione e… ben altro !
Dai suoi complicatissimi calcoli veniva fuori che i CENTOTRE tipi di particelle che compongono il NUCLEO del PIÙ GRANDE atomo si disponevano QUARANTASEI da una parte e CINQUANTASETTE dalla parte opposta, ma il fatto STRANO era che…
Per spiegarvelo vi dobbiamo far immaginare un cesto di arance rosse e gialle.
Ora pensate che tutte quelle rosse si assestino da una parte e tutte quelle gialle dall’altra parte e che nella zona di mezzo per qualche MISTERIOSA ragione le arance dei due colori non riescano a star vicine, come se si frapponesse qualcosa che OCCUPA SPAZIO, e che però NON SI VEDE… Quel qualcosa che occupa spazio e che però non si vede dentro al nucleo dell’atomo “poteva” essere la tanto ricercata “particella di Peter Higgs” !
Quella notte era stata fatta una scoperta enorme ! Sapete perché ?
Per la prima volta nella storia della Scienza era venuto fuori un “BUCO” in ciò che si conosce al mondo.
A parte quelli sul noto formaggio gruviera e le tarlature sui mobili antichi, NON CI SONO BUCHI nella materia fisica !
La “CONTINUITÀ” sembrava garantita.
(La continuità è quella proprietà ritenuta CERTISSIMA dei numeri, per cui dopo il numero 1 c’è il 2, poi il 3, 4, 5… 100 ecc. !).
Pertanto i fisici erano SICURISSIMI, anzi non c’era nemmeno bisogno di dirlo, che le particelle “ammucchiate” in un nucleo atomico si disponessero la seconda dopo la prima, la terza dopo la seconda … la centesima dopo la novantanovesima e così via.
Niente poteva far presagire che un giorno sarebbe venuto fuori che nel REGNO del sub-atomico vi è DIS-CONTI-NUITA, perché era quello l’unico modo per il Creatore di fare il mondo fisico.
Non c’era una soluzione diversa !
La particella numero sessantanove e quella numero settanta per nulla al mondo potevano stare affiancate, ci doveva essere giocoforza un BARATRO in MEZZO !!!
Ebbene, quali le conseguenze ? Immani le conseguenze !
Prima di parlare delle conseguenze è il caso di dire perché quel risultato “strampalato” del sessantanove che non è attaccato al “suo” settanta, ha subito “odorato” di essere attendibile: il numero centotre di tipi di particelle dentro il nucleo di un atomo, veniva fuori GIUSTO per il più grande atomo che aveva anche centododici elettroni.
Nel 1996, nel più grande Centro di Fisica Atomica del mondo aveva fatto capolino il Diavolo.
Si stava cercando di fabbricare artificialmente un atomo con centotredici elettroni (cosa ritenuta facilissima, perché si pensava che un atomo potesse permettersi addosso fino a 126 elettroni) e per quanti sforzi si facessero l’impresa inspiegabilmente falliva.
Vuoi vedere che il numero massimo di elettroni che un atomo poteva permettersi di indossare era centododici ?
L’Autore di questo libro e degli strani calcoli fatti di notte, che davano risultati da far drizzare i capelli, infatti è stato chiamato in Germania nell’ottobre del 2000… proprio mentre in Svizzera si aspettava “Dio in terra” che non veniva giù da quel mostruoso tunnel grande come il raccordo anulare di Roma !
Vuoi vedere che in quel “BUCO” (Abisso) dentro al nucleo atomico si nascondeva proprio “Dominiddio” ?
Dopo peripezie varie, durante le quali gli americani e i russi avevano pensato bene di far vergognare i tedeschi del loro mancato atomo a centotredici elettroni, annunciando che per loro fare atomi con centoquattordici o centosedici e persino centodiciotto elettroni era un gioco da ragazzi e il giorno dopo l’annuncio sul telegiornale della bizzarra scoperta di un Fisico italiano di Viterbo (parlava di una “porta” scoperta dentro l’atomo per viaggiare a distanze stellari a tempo zero) la Scienza è approdata al seguente punto: B che gli elettroni che può tenere addosso un atomo al massimo sono centododici; H che la particella che crea il mondo non può essere tirata fuori.
Voi l’avete capito, non è vero ? Perché non si può tirare fuori questa cosa che crea il mondo ?
… Ma sì, certamente ! … Non si può tirare fuori perché è un BUCO (dell’InFinito) !
Già, l’Autore del libro nel marzo 1999 aveva calcolato le dimensioni di questa “Particella” di Dio con la P maiuscola: la stessa grandezza dell’intero UniVerso.
Come fa una cosa grande come l’Universo a stare “dentro” al nucleo di un atomo che è piccolissimo ?
Ci sta senza problemi.
In verità l’Universo è un buco enorme. Gli atomi con le loro particelle e con i loro elettroni AVVOLGONO questa VORAGINE e poi in tanti si mettono insieme per fare la materia, perché hanno insito in se stessi iscritto il Progetto Vita.
Capite cari lettori, che avete letto fin qui questa nostra presentazione dell’argomento, che la visione del mondo dopo questa scoperta non può essere più quella dell’anno 1998 !
Delle conseguenze ci saranno e come se ci saranno !
A questo punto siete ancora dell’idea che voi, che non avete fatto particolari studi all’Università, non potete capire ciò che c’è scritto in questo volume ?
Non credete che sia stato scritto proprio per voi e che quindi valga la pena di leggerlo attentamente, dalla prima all’ultima pagina, senza saltare nemmeno una riga ?
Noi vi auguriamo una buona lettura.
Un importante seminario sul Vuoto QuantoMeccanico
II 6 giugno 2003 l’Associazione Biofisica Medica Applicata Presieduta dalla dott.ssa Luciana Cantafio ha presentato a un pubblico formato da Medici un seminario organizzato nell’ambito del C.N.R.
(Università di Roma — Aula Pentagono) in cui il dottor Corbucci ha parlato del “Vuoto Quanto Meccanico” (la Particella di Dio).
L’argomento ha destato molto interesse per le implicazioni enormi che presenta. Si riporta il contenuto della relazione, che serve a introdurre il concetto di Particella di “Dio”.
Introduzione
Voi intervenuti oggi a questo speciale seminario uscirete da questa aula portandovi dietro una nuova acquisizione concettuale per la quale la vostra vita non potrà essere più come prima. Per rendere l’idea di che cosa parleremo, mi è sembrata estremamente rappresentativa la storia che sto per raccontarvi.
La glicerina, come tutti sapete, fu scoperta 250 anni fa e da allora viene utilizzata per vari usi, sotto varie forme. Nessuno era mai riuscito a farla cristallizzare. Ai primi del ‘900 su una nave da carico avvenne qualcosa: un barile di glicerina si era completamente cristallizzato e non si sa per quale motivo.
Ebbene, la cosa strana è che da quella volta in tutti i laboratori di chimica del mondo, contro l’evidenza che la glicerina non cristallizzava, questa sostanza, al contrario, incominciava a presentarsi sotto forma di cristallo, sempre più facilmente, man mano che questo fenomeno si ripresentava.
Oggi che la glicerina cristallizzi spontaneamente non sorprende più. Come fece la glicerina contenuta in quel barile su una nave da carico nel 1900 a “comunicare” a tutta la glicerina della Terra la “soluzione” della cristallizzazione ?
Questa storia che vi ho raccontato è la versione più “prammatica” del fenomeno più tecnologico, che ha già sconcertato i fisici di tutto il mondo, dell’inversione dello SPIN dell’elettrone ACCOPPIATO, separato dal suo “compagno” e posto a distanza.
Ricordiamo che un elettrone rimase a Ginevra e l’altro fu portato a Roma.
Quando lo spin dell’elettrone a Ginevra s’invertì, pure l’elettrone a Roma invertì “istantaneamente” di SPIN… Ma per caso si erano “telefonati” ?
A me personalmente affascina più chiedermi come mai dopo che sul pianeta Terra è nata una donna bellissima, con delle gambe statuarie, con facilità incominciano a nascere donne dalle gambe statuarie, che prima non nascevano, nemmeno a pagare oro le loro madri.
La domanda è: «Come fa un certo muscolo della gamba di una donna di Parigi a comunicare al muscolo della gamba di una donna di Roma il miglior modo di accumulare actina e miosina in un certo punto anziché in un altro, alfine di contribuire a una forma gradevole da vedere e non alla formazione di un salsicciotto sgraziato ?»
Questo fenomeno di “comunicazione” a distanza (dove il mezzo di comunicazione resta sconosciuto) vale anche per altri aspetti, come ad esempio l’apprendimento delle nozioni.
Se in un laboratorio di etologia insegnano a una cavia a fare una certa cosa, tutte le altre cavie di tutti gli altri laboratori del mondo, messe di fronte allo stesso stimolo, senza aver beneficiato dell’insegnamento, risulta che sanno fare “spontaneamente” quella cosa. Così capiterà oggi che voi, dopo aver appreso la nozione di Vuoto Quanto Meccanico, renderete molto più facile l’apprendimento ad altri che verranno a “conoscenza” del problema successivamente.
Veniamo così al punto: «Attraverso “cosa”avviene la comunicazione ? C’è una “linea”preferenziale, che “collega” le cose in tutto l’UniVerso ? Una frequenza particolare nelle microonde ?».
L’esistenza di questa “linea” viene invocata tutte le volte che pensiamo a un amico lontano e in quell’attimo egli fa squillare il nostro telefono. Il fenomeno dei gemelli fa inquietare tutti gli scienziati di tutti gli Istituti di Gemellologia del mondo, perché in Fisica non è ancora stata scoperta una frequenza elettromagnetica…
Prima parte
Non è una frequenza elettromagnetica !!!
La scoperta del Vuoto Quanto Meccanico è sconvolgente, perché il significato semantico della parola “vuoto” ha sempre distolto l’attenzione dal significato concettuale della vera etimologia (che poi vedremo).
Per vuoto in Fisica si intende qualcosa dove “dentro” non c’è niente. Una bottiglia dalla quale sia stato estratto il contenuto diviene “vuota” !
Tra il Sole e la Terra si usa dire che c’è il vuoto !
Questa “improprietà” di linguaggio ha generato l’errore che per andare via dal pianeta Terra alla volta di altri mondi o per comunicare a una donna le nostre intenzioni erotiche si debba rispettivamente preparare una “rampa di lancio” o trasmettere dei messaggi “esterni”. Niente di più sbagliato !
Ricordate il noto film di fantascienza CONTACT in cui la protagonista è un astrofisico che si fa “lanciare” nello spazio ?
C’è un’astronave sferica e tutti gli scienziati si aspettano che venga lanciata a gran velocità verso il cielo, alla volta delle stelle e rimangono delusi perché cade semplicemente dal punto dove è appesa pochi metri più in basso, finendo nell’acqua del mare sottostante.
L’astrofisico, uscendo dall’astronave, riferisce di aver compiuto un lunghissimo viaggio e viene preso per folle di fronte all’evidenza che l’astronave è “semplicemente” caduta in acqua.
Anche chi comunica con una donna si prodiga per inviare sguardi e parole e messaggi esterni, senza rendersi conto che la “comunicazione” veramente efficace non è captata con gli occhi, né con le orecchie, né con altra via sensoriale. Dovrebbe portarci sulla buona strada per comprendere la cosa il fatto che la prima reazione è “viscerale” interna a noi e riguarda gli organi interni.
Seconda parte
Che cosa pensate che sia il Vuoto QuantoMeccanico V.Q.M. ?
La risposta da dare è che si tratta di un LUOGO.
Pensate all’etimologia della parola dal Latino “Locus”… radice STALK, che si trasforma per metatesi in STLA (spazio che un corpo occupa).
Pertanto è VuotoQuantoMeccanico, il luogo dove ha collocazione ogni cosa che non trova collocazione nei “luoghi” della fisica. Quando noi sogniamo durante la notte, lo scenario in cui si svolgono i nostri sogni è il VUOTO QUANTOMECCANICO.
Anche se ora immaginiamo una grande distesa verde e montagne che si scorgono all’orizzonte e le sponde di un grande lago, tutto questo che nella “topografia reale” si misura in chilometri quadrati e occupa una superficie di ettari ed ettari, nella nostra MENTE non occupa che il VUOTO QUANTOMECCANICO e lì non contano più le misure della Fisica (i metri, i chilometri ecc).
Pensate, la psicologia non è divenuta una materia scientifica perché gli psicologi non sono mai riusciti a dire di che cosa si occupano e qual è il luogo del pensiero, o in altre parole dove agiscono quando intervengono con le loro “azioni” terapeutiche.
La Fisica ci ha abituati a “concretizzare” le cose con il “metro”. Io sarei un modesto possidente terriero se possedessi diecimila metri quadri di campagna. Più ricco chi possiede cento ettari. Ancor più ricco chi ne possiede mille. Poi si passa al sistema solare, che si misura in migliaia di milioni di chilometri e poi all’UniVerso, dove entrano in gioco i miliardi di anni luce.
C’è un range che va dalla lunghezza di Planck (IO”37 mt) alle dimensioni dell’UniVerso.
Finora in Fisica si poteva avere “cognizione” di tutto ciò che rientrasse in questo range del più piccolo/più grande immaginabile.
Terza parte
Contenere un oggetto più grande di 13,7 miliardi di anni luce di raggio (misure dell’UniVerso stimate recentemente) o più piccolo di 10-37 metri, farebbe esplodere tutto il “Creato” !
Che il Creato esploda, mettendoci dentro una cosa più grande di quanto esso stesso è grande è ovvio, perché è ciò che capita alla nostra valigia quando ci mettiamo dentro una cosa esagerata.
Che esploda anche mettendocene dentro una troppo piccola, è meno intuitivo, ma sappiate che se venisse creata malauguratamente una “particella” più piccola della lunghezza di Planck, sarebbe come togliere il tappo da una piscina.
Come la mettiamo allora col VUOTO QUANTO MECCANICO ? (V.Q.M.)
La dimensione di questo “luogo” è pericolosa ?
Il V.Q.M., sappiate e ricordate, è la cosa meno pericolosa che c’è al mondo, poiché è caratterizzata dalla ADIMENSIONALITÀ.
In un mondo “materialista” dove chi possiede una casa molto grande deve pagare, mettiamo MILLE EURO, non può essere messa una tassa sullo “spazio” che uno occupa durante i sogni. Non è che se uno sogna valli ampie deve pagare DIECIMILA EURO mentre sognando una stanzetta angusta se la cava con pochi CENTESIMI !
Nel VUOTO QUANTOMECCANICO può entrare il geometra col metro, (durante un sogno potete benissimo misurare quanti metri dista un albero dall’orizzonte che state “vedendo” e fare il calcolo di quanti ettari di terreno state “occupando” col sogno, potete anche “vendere” il terreno a qualche personaggio del vostro sogno, ma non potrete mai portarvi il denaro che ne avete ricavato una volta svegli !)
Quarta parte
Vi dico subito che il concetto di Vuoto QuantoMeccanico sconvolgerà la Fisica, la Filosofia, la vita di tutti i giorni, perché con questo concetto verranno fuori gli “effetti collaterali”, per i quali ad es.:
LO SPAZIO NON È SIMMETRICO come si è sempre pensato.
La FORZA DI GRAVITA NON È MEDIATA da BOSONI, come si è sempre pensato. (NdR: la gravità è una forza apparente, in quanto essa è la forza “repulsione /attrazione”, delle uniche due forze universali Ynn e Yang)
LA GRAVITA NON SI TRASMETTE COME UN’ONDA ELETTROMAGNETICA, come si è sempre pensato.
“NULLA SI CREA e NULLA SI DISTRUGGE“, come si è sempre pensato (INFATTI NULLA SI CREA !!!).
E tanto altro da far impallidire la Fisica moderna, che riteneva di poter mettere la parola FINE al capitolo del MODELLO STANDARD con la scoperta dell’atomo con 114 protoni e con la scoperta del Bosone di Higgs.
Rivolgendomi ai Signori Medici
Da collega vi dico, dopo aver scoperto il VuotoQuantoMeccanico, che sarà bene fare una riflessione: la medicina moderna è protesa alla ricerca di mezzi e di terapie sempre più “PESANTI”.
Es.: nel campo delle Alte Energie si lavora per avere ADROTERAPIE in cui facciamo cozzare ADRONI contro le cellule neoplastiche a velocità elevatissima, al fine di sconfiggere i tumori.
Nel campo della chirurgia si lavora per avere CRANIOTOMIE sempre più estese in tempi rapidi e TORACO-TOMIE sempre più larghe e PROTESI di articolazioni e AMPUTAZIONI…
La terapia medica cerca farmaci ad azione EROICA sconvolgente.
Tuttavia (mi dispiace inimicarmi chi è orientato diversamente) la strada più adeguata alla dimensione umana è quella tesa a ottenere il massimo risultato con il minimo sconvolgimento del Creato. Ricordatevi sempre la storia della glicerina che vi ho raccontato. Per farla cristallizzare non sono servite grosse reazioni chimiche, ma…
Parte tecnica
Nell’Introduzione spero di aver reso l’idea della portata concettuale “epistemologica” della SCOPERTA del VUOTO QUANTO MECCANICO (V.Q.M)
Soprattutto mi sta a cuore con voi Colleghi Medici che sia passato il messaggio relativamente al fatto che il V.Q.M. è una “cosa” di competenza della Fisica, ma che tuttavia non si misura con i parametri della Fisica.
Per fare un parallelo Medico-Biologico è come la “PSICHE” = (Spirito), che finisce per essere di competenza della “Medicina”, pur non potendo essere trattata alla stregua di un organo come il fegato o il rene.
Tra poco, nella parte prettamente tecnica, vedremo che il Vuoto Quanto Meccanico (V.Q.M.), va a sostituire una funzione che doveva essere propria di un Bosone speciale detto Bosone di Higgs (poi sarò più preciso…).
Dovendolo definire diremmo tecnicamente che è un CAMPO SCALARE caratterizzato dal fatto che la sua “quantizzazione” da luogo a una PARTICELLA priva di pareti di Bloch (i fisici specialisti sanno che cos’è una parete di Bloch…). – vedi Cosa è l’Energia ?
Una particella sub-nucleare priva di pareti di Bloch presenta la sorpresa matematica di avere dimensioni uguali alle dimensioni dell’UniVerso (è incredibile che sia cosi, ma è vero !).
CHE COSA HA PORTATO ALLA SCOPERTA del V.Q.M. ?
È importante dire che:
Con l’AVVENTO del III° MILLENNIO ERANO ATTESE 2 SCOPERTE di ENORME IMPATTO SCIENTIFICO e TECNOLOGICO:
1 – La SCOPERTA dell’ATOMO con 114 PROTONI (Presso il “G.S.I.” di Darmstadt)
2 – La SCOPERTA della “PARTICELLA che CREA la MATERIA” (Presso il “C.E.R.N.” di Ginevra)
NESSUNA delle DUE È AVVENUTA…..CON GRANDE DISAPPUNTO di TUTTA la COMUNITÀ SCIENTIFICA MONDIALE.
PERCHÉ ERA IMPORTANTE l’ATOMO con 114 PROTONI ?
Come voi tutti sapete perfettamente, in Natura l’elemento di più grande numero atomico che si trova nelle “miniere” è l’Uranio, materia formata di atomi con 92 PROTONI.
Ottenere materia formata di atomi con maggior numero di protoni, senza il contributo del nostro Enrico Fermi sarebbe stato molto difficile.
Comunque Fermi ha dato il suo contributo e negli anni ’40 cominciò in America, nella città che prende il nome dal grande Filosofo “Immaterialista” S.E. MONS. George Berkeley, la ricerca…
{Dovrete proprio ricordare questo nome, per la duplice ragione che è legato alla dottrina filosofica secondo la quale la materia non esiste ma è solo un’idea della mente; e all’atomo-114, che proprio a Berkeley è stato “scoperto” distrattamente, in quanto, come spiegheremo più avanti, non può esistere un atomo con 114protoni).
Cronologicamente dal Berkeley Californiano sono stati “sfornati” gli elementi.
Quando nel 1974 (solo dal 1969 anche la Russia era entrata in gara nella fabbricazione dei trans-uranici) si arrivò all’elemento numero 106, iniziarono a presentarsi dei seri problemi tecnici nell’assemblaggio degli atomi artificiali, perché lo scontro frontale tra BISMUTO-83 e CROMO-24 (83+24=107) necessario per avere quella sorta di “impasto” elettronico e protonico che porta a un atomo con 107 elettroni e 107 protoni, genera tantissimo calore, così tanto che l’atomo si “rifonde” istantaneamente.
Il Fisico tedesco Schmelzer diede gloria alla Germania, progettando un mostruoso acceleratore atomico a FUSIONE FREDDA. La sigla tecnica è “U.N.I.L.A.C.”, e con questa soluzione geniale in Germania, nel 1976, riprese la corsa ai transuranici di numero atomico superiore a 106.
Solo nel 1981 però si ebbe l’elemento numero 107, il Bohrio (così chiamato in onore di Niels Bohr, il padre dell’atomo).
Poteva dirsi “fattibile” l’aspirazione verso l’ambito numero 114.
Ora spieghiamo perché era ambito. Dobbiamo semplicemente dire che dopo il numero atomico 103, che come elemento corrisponde al LAURENZIO, gli elementi successivi stanno solo scritti sulla TAVOLA PERIODICA, ma non vi è la minima quantità di materia conservata, per il fatto che i tempi di dimezzamento sono così rapidi (frazioni di secondo) da non consentire l’accumulo di materia.
Voi direte che 114 è molto più alto di 103 e a maggior ragione c’era poco da sperare di poter accumulare un blocco di elemento con 114 protoni ! Non è così.
Tre Fisici, Mayer, Wigner e Jansen, che ebbero il Nobel, calcolarono con l’aiuto di potenti mezzi matematici che 114 protoni si sarebbero come “incatenati” tra loro, formando un nucleo indistruttibile non più radioattivo. Questo alimentò la certezza che si sarebbe potuto “vedere” un nuovo metallo, idoneo all’inizio di una nuova era dell’umanità.
Il metallo fatto di atomi con 114 protoni, appunto. La nazione candidata alla realizzazione di questo Santo Graal era ovviamente la Germania, in possesso dell’UNILAC.
Nel febbraio 1996 “fondendo” nuclearmente PIOMBO-82 con ZINCO-30 si ebbe l’atomo-112.
Quasi 4 anni furono spesi per l’affannoso, quanto infruttuoso tentativo di fondere il BISMU-TO-83 con lo ZINCO, per avere l’atomo-113, punto di passaggio “obbligato” per arrivare al ritenuto possibile atomo-114.
Il FATTO che l’ATOMO con 113 PROTONI NON È MAI VENUTO FUORI ha PORTATO alla SCOPERTA del VUOTO QUANTO MECCANICO.
Sarebbe molto interessante poter riferire tutti i momenti emozionanti, che hanno portato a quella che ha senz’altro tutte le carte in regola per diventare la più grande scoperta scientifica…
II fatto obiettivo che, contro ogni previsione scientifica della Comunità Scientifica mondiale, non c’è l’atomo-113 e non c’è il Bosone di Higgs, ci faccia riflettere sulla “Verità” del VUOTO QUANTOMECCANICO…
Tratto dal Libro di M. Corbucci: “Alla scoperta della Particella di Dio” – Macro ediz.
La caduta dei paradigmi sull’Atomo
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Un punto d’incontro sul processo della “Creazione” ?
Gabriella Lavorgna, promotrice dell’Associazione di volontariato ”Il Mandir della Pace”, ha raccolto una testimonianza, a dir poco sconvolgente e rivoluzionaria, nel campo della fisica moderna, della quale ne riporta i contenuti essenziali.
Nel delegare ad altre sedi competenti verifiche probanti ed ogni possibile conseguenza, in merito a ciò che lo scienziato italiano, dr. Massimo Corbucci, laureato in fisica, medicina e chirurgia, ha asserito e cioè di aver scoperto, mettendo a punto la Sequenza dell’ordine di riempimento dei livelli atomici, qual è l’ultimo elemento del sistema periodico e cos’è la “Particella”, che crea la materia (nota agli scienziati come il “Bosone di Higgs“, o Particella di Dio), è interessante dal nostro punto di vista sottolineare come in tal senso “l’Occidente avrebbe incontrato l’Oriente”, esaminandone il perché.
Si è riusciti con tale obiettivo forse a dimostrare scientificamente ed in chiave moderna ciò che l’antica cultura indiana, per l’appunto la Scienza Vedica, proclama da sempre ?
L’essenza dei “Veda”, testo Sacro dell’Induismo, dichiara che la scintilla divina è rappresentata dall’atomo e che senza di esso nulla esisterebbe nell’UniVerso.
Le montagne sono costituite da pietre, l’oceano dall’acqua, il cielo dall’aria, la terra dal fango e l’essere umano da composizioni chimiche ed è chiaro che tutto ciò che riveste carattere fenomenico, visibile quindi ai nostri sensi, non è altro che una combinazione di atomi.
Ma cos’è l’atomo ? (un buco sull’InFinito) – è solo una perturbazione – vortice centromosso – dell’Etere, ovvero l’Energia del VuotoQuantoMeccanico, cosi come tutte le particelle subatomiche)
Esso non è visibile ad occhio nudo ma è presente ovunque nelle varie aggregazioni di ordine materiale, liquido o gassoso. L’energia che da esso scaturisce e si propaga corrisponde al respiro vitale che anima la creazione, presente in tutto l’UniVerso.
Gli scienziati hanno indagato per migliaia di anni per conoscerne la vera natura e la composizione delle sue molecole, al fine di scoprire l’origine di ciò che esiste mentre gli antichi Rishi già 20.000 anni fa sapevano ed insegnavano che “Dio“, Principio Unico e motore dell’UniVerso, fosse proprio la forma dell’atomo !
L’atomo è il mattone principale e rappresenta il cosiddetto elemento chimico (ad es. ferro, rame, zinco, oro, ecc.) ed in natura ce ne sono 92. Il 1°è l’Idrogeno e l’ultimo è l’Uranio; a sua volta l’atomo è costituito da particelle sub-atomiche ed a seconda di quante ne contiene è un elemento diverso.
Il più semplice è l’atomo di Idrogeno, composto da un elettrone che gira intorno ad un nucleo fatto solo di un protone.
Per aggiunta progressiva di elettroni e di “particelle“, costituenti il nucleo, si ottengono via via tutti gli elementi esistenti fino all’Uranio ed a compiere questa addizione ci ha pensato la natura stessa attraverso la fucina del Sole.
Le particelle sono di due tipologie: quelle vere e proprie, dette Fermioni (da E. Fermi) ad es. il protone, e quelle che fanno da colla per unire le stesse dette Bosoni (da Bose). Sul piano strumentale entrambe le particelle sono state esaminate da strumenti di altissima tecnologia detti ” Rivelatori di particelle” mentre sul piano teorico concettuale è stato ipotizzato, da uno scienziato scozzese Peter Higgs, che possa esistere un Bosone molto speciale, il cui nucleo, costituito da Quarks, si supponeva dovesse contenere la “Particella di Dio” (ciò da cui tutto prende origine nell’UniVerso), che abbia il compito di connettere tutti i Fermioni contemporaneamente e di conferire loro la caratteristica fisica che caratterizza tutte le cose, tangibili e materialmente consistenti: la massa.
Questo modello di atomo (di Bohr), che si configura con 126 elettroni, con la conseguenza che gli elementi del “Sistema Periodico” dovessero essere 126, e che ha determinato nell’ultimo secolo la polarizzazione delle risorse tecnologiche, con miliardi di capitali investiti in tale ricerca per portare a compimento l’esperimento di collisione tra elettrone ed antielettrone, è sempre stato considerato dalla Comunità Scientifica mondiale un caposaldo fino a quando non è stato messo in dubbio dal nostro fisico, sperimentando un nuovo modello nel quale si configura l’esatta sequenza di come si dispongono gli elementi negli otto cosiddetti “livelli quantici” .
Chiave di questo nuovo modello è lo studio dell’ “ORDINE di RIEMPIMENTO dei LIVELLI ATOMICI”, ossia la sequenza, resa difficile a causa dei bizzarri “salti quantici” che si verificano in modo del tutto diverso nei vari livelli.
La teoria del fisico dr. Corbucci nega la CONTINUITÀ scaturita dalla nota equazione di Schrodinger.
NdR : La teoria di M. Corbucci, la conferma. Sta negando semmai il modello atomico di Rutherford –
Quel modello è appunto quello di Rutherford ed è sbagliato. Lo si usa solo a scopo didattico, ma l’atomo non è questo:
http://www.astrocosmo.cl/imagenbi/rutherfordatom.gif –
bensì se mai questo:
http://cwx.prenhall.com/petrucci/medialib/media_portfolio/text_images/FG12_05.JPG
E’ noto dai libri di scuola che nel modello classico di atomo, a cerchi concentrici, si trovano gli elettroni distribuiti con continuità come perle nelle collane: 2 elettroni nel primo cerchio, 8 nel secondo, 18 nel terzo, 32+ 32 nel quarto e nel quinto, 18 nel sesto e 8+8 nel settimo e l’ottavo, (Tot.126).
Per la logica di “Consequenzialità” all’elettrone 20 dovrebbe seguire l’elettrone 21 e poi il 22 e così via…
“L’Ordine di Riempimento dei livelli atomici” mostra tutta un’altra realtà:
dopo l’elettrone 20 non c’è il 21 bensì il 31 per un fenomeno di fisica nucleare che si chiama Reversione dell’Orbitale dopo il salto quantico da n=4 a n=3.
Questo significa che l’elettrone 21 vola letteralmente da un luogo dello spazio, che si chiama Emisfero Sinistro, all’Emisfero Destro, compiendo un ”salto apparentemente impossibile da una quota elevata ad una meno elevata, come se il pilota di un aereo, dando sempre manetta, si ritrovasse da 4000 metri a 3000 metri improvvisamente.
Nell’atomo questi salti sono compiuti dagli elettroni in modo bizzarro negli altri livelli quantici n=5, n=6, n=7.
NdR: Regola di Hund:
http://dwb.unl.edu/Teacher/NSF/C04/C04Links/learn.chem.vt.edu/tutorials/atomic/hund.html
(NdR: quale studioso di medicina naturale posso aggiungere e sintetizzare il concetto di Corbucci:
l’Atomo è un vortice di spazio-tempo, centro mosso dalla singolarità suo buco nero, che è un buco sul VuotoQuantoMeccanico dell‘InFinito. e che manifesta la sua forma toroidale, cioè significa che OGNI cosa esistente ha insita in se stessa, per proprietà intrinseca l’InFinito e quindi l’Infinità (NdR: quello che i religiosi chiamano impropriamente “dio“, è la “fonte” di tutto ciò che è manifestato) è la matrice di ciò che era, è, e sarà….)
Per vedere delle immagini utili per comprendere questi concetti, si consiglia di visionare: Buchi Neri/bianchi – Immagini: (Buco nero) che meglio rappresentano la realtà di questi concetti:
Con l’entrata del terzo millennio, in un altro tempio della fisica nucleare, a Berkeley in California, era stata annunciata una altra cruciale scoperta riguardante la fabbricazione dell’atomo artificiale di numero atomico 114.
Di che cosa si tratta ?
Gli atomi artificiali sono quelli” Trans-Uranici” ovvero quelli che vengono dopo il 92° elemento costituito dall’Uranio, per cui arricchendo quest’ultimo in detta sede si arrivò a produrre atomi fino al numero 100.
Poi, cambiando tecnica, facendo una fusione nucleare di atomi grossi e piccoli, si giunse alla risultante di super atomi fino al numero 106, non riuscendo ad andare oltre (1975).
Tale operazione artificiale si sarebbe conclusa lì se non ci fosse stato l’incentivo della mirabolante ”scoperta” del numero magico 114, celebrato con un Nobel.
Premesso che gli atomi di numero atomico superiore a 101 sono finora di scarsa utilità in quanto si disintegrano per radioattività tanto più rapidamente quanto più si avanza di numero atomico e quindi non si fa in tempo a vedere un accumulo di materia, col numero 114 si sarebbe potuto formare un blocco di super materia visibile e pesantissima, simile all’argento, indistruttibile.
Per il possesso di tale metallo la Germania costruiva e metteva in funzione un acceleratore atomico mostruoso, con il quale dal 1981 al 1996 fabbricava 6 atomi di quelli inutili che si disintegrano in pochi millisecondi, dal numero atomico 107 al 112, aspirante alla scoperta dell’atomo dal numero magico 114 che non è mai venuto fuori e nemmeno il 113.
Per la precisione, fondendo Piombo di n° atomico 82 con Zinco di n°a 30, veniva un super atomo a 112 mentre la fusione nucleare del Bismuto 83 con lo Zinco 30 inspiegabilmente non dava 113.
Lo scienziato italiano Corbucci, convocato dal GSI di Darmstat nell’ottobre 2000 per collaborare per l’appunto all’assemblaggio dell’atomo 113, costituente il punto di passaggio per l’approdo, che la Scienza riteneva possibile, all’atomo 114 finalmente “stabile, foriero di una nuova Era dell’Umanità, ha enunciato a chiare note che l’atomo, scoperto dalla Germania nel 1996, il n° 112, deve essere considerato l’ultimo del sistema periodico ed altrettanto chiaramente ha mostrato il sito all’interno del nucleo dove si “nasconde “il Bosone di Higgs, rendendosi invisibile ai rivelatori di particelle.
Che cosa sarebbe la” Particella di Dio “e come si contraddistinguerebbe dalle altre ?
Tutte le altre particelle sub-atomiche sono caratterizzate dal fatto di essere delimitate da “Pareti” che separano due regioni con differenti proprietà; per parete comunque si intende la linea di demarcazione che separa gli elettroni, che sono i quanti “materializzati” del campo elettromagnetico, dal protone che è il “quanto” materializzato del campo nucleare forte.
La “Particella di Dio” non ha PARETI, perché è la “quantizzazione” (ammessa la liceità del termine) di un campo “SCALARE”.
Le conseguenze matematiche sono che la sua Estensione è Infinita; da un campo “scalare” non si ha materializzazione.
Il campo “Scalare” contiene l’unica grandezza scalare che è appunto la MASSA; così l’unica particella priva di MASSA, contiene la massa, come espressione dell’Energia=mv2, nel paradosso che è ENERGIA PURA.
Per risolvere il paradossale problema di una particella senza pareti, priva di massa ma contenente la stessa, bisogna richiamare la soluzione concettuale che questa sia costituita dall’unione senza mediatori delle ultime due particelle” fondamentali” = RISHONI, concepibili: quella che possa dar ragione dell’assenza di pareti e quella che possa dar ragione del contenuto della massa.
Rispettivamente: ed il suggerimento viene dalla Bibbia, il VUOTO (VAVHAU o WABOHOU) e ciò che può riempirlo (TAHU o THOHOU), cioe’ insieme danno VAVHAU+TAHU, che è il VUOTO QUANTO MECCANICO = InFinito.
L’unione dei significati delle due parole ebraico-fenicio, significano, “unire per rendere denso e compatto”, ciò che appare/sembra diviso….
vedi Le prime 7 parole della Genesi + Le prime sette parole del genesi – 2 + Alfabeto
Quali le deduzioni e le conseguenze della scoperta del Fisico italiano ?
Nessuno scienziato al mondo ha mai ritenuto che il modello di atomo potesse essere errato mentre Corbucci ha posto in evidenza l’errore tecnico.
In merito alla Particella di Dio solo il matematico S.Hawking, ritenuto il solo esperto di ”Buchi neri “ha sospettato che il Bosone di Higgs fosse invisibile ai rivelatori.
Un modello di atomo che indica dove si trova quest’ultimo, che mostra esattamente l’ordine di distribuzione di tutti gli elettroni negli Shell, di tutte le particelle subnucleari nel nucleo, la disposizione di tutti i Bosoni e persino di come sono messi i Quark all’interno di ogni particella subnucleare, è qualcosa che supera ogni possibilità scientifica allo stato attuale.
Tutto ciò è da attribuire al nostro scienziato italiano che ha posto in essere la spiegazione nei minimi dettagli dei meccanismi con cui tutte le particelle subatomiche prendono la massa dalla “Particella di Dio” e che apre orizzonti di possibilità applicative straordinarie: ad es. un blocco di ferro della massa di tonnellate può essere portato ad avere una massa minore di quella di una piuma.
In ultima analisi, conoscendo la natura” fisica” di detta particella, che crea tutte le altre, è una conquista impressionante NON solo nel campo della fisica.
Al concetto di VUOTO va contrapposto quello di VUOTO QUANTO MECCANICO (VQM), (in altre parole ciò che esisteva nell’Universo prima del presunto Big Bang), con implicazioni epistemologiche nel campo delle Scienze matematiche e fisiche e nel campo del Filosofico semplicemente inafferrabili dal pensiero umano non ancora addestrato alla riconversione concettuale verso tali nuove concezioni.
La Scienza attraverso la quale M. Corbucci è arrivato a determinare l’Ordine di riempimento dei livelli atomici non fa parte dello scibile umano. Si chiama Scienza dell’Ordine molto simile alla Matematica (Mat-Mantica), discipline ancora inespresse dalla mente umana che mettono in seria crisi le leggi di Causa ed Effetto, su cui si basa il principio della dualità, (“Dio” e Creazione, Spirito e Materia) baluardo del pensiero occidentale ed orientale.
Siamo ora ad una svolta epocale.
Nello sviluppo di una civiltà moderna la Scienza ha assunto il compito di “deus ex machina”; di colei che rimette ordine e separa il vero dal falso, il possibile dall’improbabile ed è giunta a togliere il velo che divide il processo sperimentale dalla conoscenza interiore, l’oggettivo dal soggettivo, il Finito dall’InFinito.
Non vi è realtà oggettiva se non le miriadi di soggettività che la portano in essere. In altre parole è lo sperimentatore che determina l’esperimento ed il risultato è intrinsecamente legato al rapporto tra i due.
“Ciò che crea la materia, (Energia Pura), coesiste con la materia stessa, si nasconde dentro al nucleo ma non fa parte del “Regno del Materiale” e mai potrà essere visto con i mezzi dei fisici”; e con quest’ultima convinzione, rilasciataci dal fisico Corbucci, ci appare evidente il nesso descritto nelle premesse dalla scrivente, nell’intravedere un parallelo tra Oriente ed Occidente che si incontrano, tra Scienza e Spiritualità, Razionalità ed Intuizione ed il cerchio si chiude con la deduzione che la logica del Creato non è la logica mentale !
Nel riportare una frase storica” Uomo, conosci Te stesso” la riflessione nasce spontanea nello scoprire che nell’Uomo c’è la Verità, nell’uomo c’è la Divinità, nell’uomo c’è l’InFinito !…mirando ad un futuro in cui la Consapevolezza interiore sarà la guida per fornire le chiavi per l’evoluzione di una nuova Era.
By Gabriella Lavorgna con appunti e note del dr. Jean Paul Vanoli
Tratto dalla documentazione dello scienziato M. Corbucci
http://www.shantimandir.org/vis_articoli.aspx?go=articoli&artnum=392
segue in: Olo-Mero + Vibrazioni Paranormali
Commento NdR: presto scopriranno che i Buchi Neri esistono in ogni stella e forse in ogni pianeta, cosi come esiste in ogni atomo ed in ogni essere vivente, infatti all’interno della mente che contiene l’Ego/IO degli esseri viventi vi è un Buco nero che si manifesta sempre con un campo toroidale, ed è un punto di osservazione dell’Infinito sul Finito.
Questo è un video molto importante su youtube, guardatelo e memorizzate il contenuto ecco il titolo del video: Nicola Tesla, era completamente in disaccordo con questo
La RICERCA CONFERMA il BUCO NERO nel NUCLEO dell’ATOMO – 4 Ago, 2010
Una recente pubblicazione The Schwarzchild Proton, non solo accettata, ma scelta da un pannello di peer reviewers dell’Università di Liegi in Belgio, come vincitrice di un prestigioso premio nel campo della fisica, meccanica quantistica, relatività, teoria del campo e gravitazione. Questa pubblicazione segna un nuovo paradigma nel mondo della teoria quantistica, descrivendo il nucleo di un atomo, come mini-buco nero dove i protoni sono attratti per gravitazione piuttosto che da una misteriosa e indefinita “forza nucleare forte”. Questa visione del mondo quantistico produce una unificazione delle forze e predice correttamente i valori misurati per il nucleo dell’ atomo.
Inizia con la densità del vacuum (vuoto) quantistico misurata in 5.16×10^93gm/cm^3, quindi calcola quanta energia dal vacuum esisterebbe in un protone che ha il raggio di 1.32 Femtometri Fm, moltiplicato per 4/3Pir^3 per ottenere il volume .
La densità è massa x unità di volume, quindi se moltiplicate una densità per un volume ottenete la massa 1:07 contenuta in un protone 4.98×10^55 gr, che corrisponde alla massa dell’intero universo, esistente dentro ogni protone.
Il ricercatore Nassim, crede anche che questa sia evidenza dell’entanglement di tutti i protoni ..pensate che ogni singolo protone in ogni singolo atomo del vostro corpo è connesso attraverso il vacuum con ogni altro protone nell’UniVerso, quindi calcoliamo quale proporzione di questa densità energetica totale del vacuum disponibile nel volume di un protone sia necessaria perche il nucleo obbedisca alla condizione di Schwarzchild per un buco nero, dove il raggio di un buco nero ora è di 1.32 Fm, quello del protone, otteniamo 8.85×10^14 gm.
Haramein quindi usa questa massa per calcolare la forza gravitazionale tra due protoni di Schwarzschild adiacenti, usando questo approccio semiclassico 2:19. Abbiamo una forza gravitazionale di 7.49×10^47 dynes, quindi se calcoliamo la velocità relativistica di due protoni di Schwarzschild che orbitano tra loro, col centro separato dal diametro di un protone, otteniamo 2.99×10^10 cm/s uguale alla velocità della luce nel vacuum !
Questo significa che i protoni dentro un nucleo possono vedersi come buchi neri che orbitano tra loro alla velocità della luce, un concetto Affascinante.
Quindi se calcoliamo il periodo di rotazione del sistema abbiamo 5.55×10^-23s il tempo misurato di interazione della “Forza Forte”! Quindi sembra che la forza forte sia in realtà la gravità quantistica al lavoro per la natura di buco nero del protone di Schwarzschild.
Ora viene fuori che se segnano ogni oggetto conosciuto dell’UniVerso in una scala logaritmica con Massa contro Raggio, troviamo una progressione quasi lineare e il protone di Schwarzschild è sulla linea, mentre il Protone Standard è molto fuori, 3:25
Suggerendo che il modello standard è incorretto, mi è piaciuto come Nassim ha mostrato come ottenere simili risultati usando il volume del protone alla scala di Planck moltiplicato per la massa di Planck per ottenere sempre 4.98×10^55 gm/pr.volume, la massa dell’Universo in ogni atomo (NdR: come in un frattale).
Questo è importante perche la lunghezza di Planck si relaziona direttamente al rapporto aureo e ai numeri di Fibonacci elemento matematico chiave per i sistemi che si replicano, la domanda è: COSA STA REPLICANDO, SE STESSO ?, e PERCHE’ ?
Le risposte arriveranno.. anzi ci sono già…
La pubblicazione di Haramein:
http://www.theresonanceproject.org/pdf/schwarzschild_proton_a4.pdf
Tratto da: http://www.youtube.com/watch?v=D8IcciRHGvQ
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L’ATOMO dal NUCLEO a FORMA di PERA – Fonte: ANSA “Scienza&Tecnica”, Fisica & Matematica Fenomeno previsto dalla teoria, ma mai osservato finora.
Trovato il primo nucleo atomico a forma di “pera”: si tratta di una forma prevista dalla teoria di riferimento della fisica, chiamata Modello Standard, ma mai osservata finora. Il nucleo dalla strana forma appartiene all’elemento Radio 224 ed è stato identificato da un gruppo di ricerca internazionale coordinato dall’Università britannica di Liverpool, al cui lavoro la rivista Nature ha dedicato la copertina.
“Normalmente i nuclei degli atomi hanno una forma sferica o molto vicino ad essa”, ha spiegato il vicepresidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), Antonio Masiero. ”Possiamo immaginarli come una rete piena di palle da tennis, nella quale le palline sono protoni e neutroni”.
La nuova “strana” forma schiacciata, che ricorda una pera o un uovo, è stata identificata dai ricercatori britannici analizzando alcune “varianti” (isotopi) degli atomi di Radon e Radio e rappresenta una vera rarità. Infatti, sebbene questa forma fosse prevista a livello teorico dal Modello Standard, ossia la teoria che meglio descrive il mondo dell’infinitamente piccolo, i nuclei a forma di pera non erano mai stati osservati prima.
La forma del nucleo atomico, ossia la parte centrale e più densa dell’atomo, è determinata dal numero di protoni e neutroni che lo costituiscono.
Rappresentazione del nucleo dell’atomo del Radio 224, il primo a forma di pera mai osservato (fonte: LP Gaffney)
Tutti gli atomi sono solo una perturbazione – vortice di spazio – dell’Etere, ovvero l’energia del VuotoQuantoMeccanico, che si manifestano sempre con il loro campo toroidale centro mosso, cosi come tutte le particelle subatomiche – si vede solo la parte esterna del vortice di spazio centromosso)
Si conosceva l’esistenza di nuclei dalla forma schiacciata simili a dischi o palloni da rugby, ma adesso facendo scontrare fasci accelerati di particelle pesanti e utilizzando una sofisticata tecnica di rilevamento, i ricercatori sono riusciti non solo a definire la forma dei nuclei ma a comprendere meglio alcuni aspetti della struttura interna degli atomi e delle interazioni delle particelle che li costituiscono.
“La scoperta – ha proseguito Masiero – ci permette di comprendere qualcosa in più sulla forza nucleare forte, quella che tiene uniti i costituenti del nucleo. E’ una forza che sovrasta tutte le altre e che proprio per questo è molto difficile da studiare”.
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L’ATOMO ed il TUTTO – Una Nuova visione d’insieme
Dato che non c’è altro modo di spiegare il paradosso EPR (Einstein-Podolsky-Rosen) della particella accoppiata – che adegua 10 spin a quello della sua gemella, istantaneamente, anche a miliardi di anni luce – se non ammettendo un “Nuovo Modello di Atomo” (qui sopra descritto); diciamo STOP alla “storia infinita” di un tipo di “scienza” che applica 11 “rasoio di Oceani” al contrario e proviamo a vedere quale chiarezza concettuale offrirebbe alla Comunità scientifica una “Nuova visione d’insieme”.
Il “rasoio di Oceani” è un ragionevole principio della Fisica, per cui di fronte a qualcosa che appare inesplicabile, si cerca di trovare la spiegazione più semplice, operando una “tosatura senza esitazione” delle ipotesi “contorte” e che “moltiplicano gli enti” inutilmente, confondendo le idee.
Negli ultimi tempi la Comunità scientifica (sarebbe da dire “scientistica” !) lo sta applicando al contrario, nel senso che opera senza esitare la tosatura delle ipotesi semplici e si va a invischiare, innamorandosene follemente, in teorie arzigogolate, le quali si manifestano evidenti “forzature”, concepite ad hoc nel tentativo disperato di mantenere in vita “con la respirazione artificiale” vecchi modelli, il cui unico pregio è di aver attraversato epoche e talvolta secoli di storia.
Prendiamo, per esempio, il paradosso della caduta a differente accelerazione “g” di una palla di ferro e di una di alluminio. Che assistere a questo fenomeno sia agghiacciante, è indubitabile.
È vero che avendo studiato Fisica, la quale si fonda sulla “Gravitazione Universale” e sulla “Meccanica Newtoniana”, ci si rimane di stucco.
Vero è anche che una “Forza”, quella che si pensa debba essere la gravita, non “guarda in faccia” nessuno e deve tirar giù in eguale maniera una piuma d’oca e una pasticca d’uranio, o l’elicottero che ha rotto le pale, “ultraleggero” fatto di plastica e roba economica, e quello “militare” fatto di ottimo acciaio: una volta “sprigionala” dal pianeta Terra non può essere spiegata con il velivolo in panne del povero disgraziato e più clemente con l’aeromobile dei Carabinieri.
Però, di fronte alla realtà, che il ferro cade meno a ‘precipizio” della plastica (molecola con atomi di carbonio, ossigeno e idrogeno), non si può dire che il “rasoio di Occam” sia stato applicato secondo lo spirito per cui lo richiamano gli Scienziati, introducendo l’ipotesi che debba esserci una quinta forza in Fisica, la quale “evidentemente” (!) non frena la caduta degli atomi piccoli e ce la fa a frenare quelli grossi.
Così pure, quando dopo lunghe attese non veniva fuori il Bosone di Higgs dal mostruoso “ciambellone” di 27 km che sta sotto Ginevra, non è buona applicazione del “rasoio di Occam” la scelta di raccontare, persino a Peter Higgs, che “probabilmente” non era stata raggiunta l’energia sufficiente per [‘”estrazione”.
Né mi pare scientifico, dopo che ho suggerito alla Dirigenza del C.E.R.N. di esaminare attentamente un modello di nucleo, dove si scorge un “enorme buco”, buttare là l’ipotesi, giusto per salvare in extremis i finanziamenti tesi a continuare la ricerca della particella “mammasantissima” che, probabilmente, il Bosone di Higgs può darsi sia saltato fuori, ma potrebbe averlo “succhiato dentro” uno stranissimo “Vuoto quanto-meccanico“…
Comunque, se ci fosse più potenza, chissà ! Troppo azzardato sospettare che possa essere tutt’altro che un Bosone a creare la “Massa” delle cose esistenti ? (Magari proprio quell’accidente di Vuoto Quantomeccanico ?)
La storia dello Stop a 112 inaspettato, nel montaggio degli atomi trans-uranici, per “fusione-nucleare”, credo di averla raccontata esaurientemente nello scritto qui sopra.
Anche qui l’ipotesi “ufficiale” è stata: che vi sono stati problemi tecnici, ma che “probabilmente” sono stati risolti dalle due Grandi Potenze, che solo pochi giorni prima nemmeno si sognavano di competere con la “vera” Prima Grande Potenza. Con “probabilmente” gli Enti scientifici “rampanti”, si riservano la possibilità dì poter dire: «Lo avevamo premesso, che si attendevano conferme !».
Non potrebbe essere che, “probabilmente”, l’atomo non li “regge” tutti quegli elettroni e protoni che gli aspiranti a comandare la Terra gli vogliono mettere addosso ? Siccome tutti i “nodi vengono al pettine” è con il trasmettitore a spin, che può far comunicare la Terra con Marte, istantaneamente, che un grosso nodo è venuto davvero a impigliarsi nel pettine dell’opinione pubblica.
D’altra parte, già la formulazione teorica del “paradosso EPR” dovrebbe aver messo una “pulce nell’orecchio” alle persone sul fatto che un certo tipo di “scienza” non ce la racconta giusta la Fisica !
Leggendo attentamente il libricino di Massimo Teodorani su David Bohm, ho colto il dramma dì quel grande Scienziato contemporaneo, che praticamente aveva già avuto i prodromi della scoperta che io ho fatto solo nel 1999, ponendo all’attenzione della Comunità scientifica il “Potenziale Quantico” e quella specie di “Ordine Implicato”, capace di guidare la materia, così come un radar guida una nave.
Bohm aveva concepito, oltre allo spazio, un cosiddetto “pre-spazio”, dove le regole non erano “fìsiche”, né conformi alle aspirazioni umane, bensì assai diverse dalla limitata logica umana, come se fossero il pensiero di un Ente col potere assoluto di pilotare il Cosmo, infallibilmente (giustamente lui non lo chiamava Dio, per non creare pregiudizi dottrinali, invero ostativi all’obiettività scientifica e a tener lontane le emozioni “struggenti”).
In effetti il suffisso “pre” suscita la sensazione che si alluda a un precursore; una sorta di “genitore” di qualcosa che è prossimo a sorgere, ma sul momento ancora è nel “limbo” delle cose soltanto nasciture, di cui si ignora la morfologia, la consistenza, la fisicità !
I Fisici ancor oggi rincorrono i pre-quark……
Ipotizzano i pre-oni, che dovrebbero precorrere il “colore” e il “sapore” e la “grandezza” dei quark, come i cromosomi in biologia sono l’espressione “potenziale” (genotipica) del nascituro, che comunque dovrà avere la fontina di trovare un ambiente accogliente per esprimersi (fenotipicamente).
Come dire: anche gli atomi hanno “dentro” una sorta di corredo-genetico, poi se il caso vuole che s’incontri a 30.000 km/sec. un atomo di Piombo con uno di Zinco, l’atomo 112 verrà fuori, altrimenti rimarrà tuto potenziale.
Mi piace che a questo punto siamo arrivati dove volevo arrivare !
II “nucleolo” nel “nucleo”
C’è anche nel mondo biologico. (Nel nucleo della cellula c’è un “addensamento” dove si aggrega il corredo genetico. Nel mio modello di nucleo a 103 barioni, distinti per spin 1/2 e 3/2, analogamente c’è l’area nera, che rompe la simmetria tra i 46 barioni lenti e i 57 rapidi. Proprio un nucleolo nel nucleo ! Ed è proprio lì “dentro” il “genotipo-atomico” pronto a restare Idrogeno od a diventare Alluminio, Titanio, Argento, Oro oppure Uranio (andate a rivedere la mia tavola barionica).
Io nel campo della Fisica ho fatto quello che Ventier ha fatto in campo biologico (Ventier ha passato al “setaccio” i 30.000 geni che in totale ci sono nei 46 cromosomi umani, scoprendo che non sono 100.000 come si pensava): ho tirato giù tutti i preoni sub-nucleari mettendo i quark per carica di colore e per sapore, fino a comporre tutti i barioni, e mi è venuto fuori, quel risultato che vi ho sempre detto e vi ridico più “incisivamente”.
Nel nucleo atomico non c’è il programma genetico per fare tante combinazioni di quark, che dovessero bastare, come si pensava, a fare un atomo con 126 protoni, E… sorpresa nella sorpresa, le combinazioni di quark non solo basta che arrivino a dare 112 protoni, ma basta pure che diano solamente 103 tipi di barioni, perché:
Il Creatore ha previsto che alcuni elementi chimici possano star bene nuclearmente con gli stessi barioni, anche se aumentano di numero atomico. Insomma: l’Astato-85 e il Radon-86, per esempio, hanno la differenza protonica di 1, ma nessuna differenza barionica (Barione csi-83 per entrambi): è come dire che il “palazzo” atomo ha 112 appartamenti, ma solo 103 scantinati e il Sig. Bianchi e il Sig. Capuozzo devono usare uno scantinato in comune.
Una svista del Progettista del Cosmo ? Macché svista !
Il Creatore ha dovuto requisire 9 scantinali per “scavarsi” il pre-spazio di Bohmiana memoria, necessario alla conservazione di tutti i dati di memoria necessari per fare l’Universo.
Di MegaBit ce ne sono infiniti, ma sul serio; non IO elevato 80, come nello Spazio fisico disponibile nell’Universo grande 13,7 miliardi di anni luce (questo concetto è la base dell’articolo di Matematica sull’Infinito Assoluto che avete appena letto).
Peraltro ho sempre ripetuto che i 9 scantinati sono serviti per ricavare il “tunnel” dove “viaggia” la gravita e che mette in comunicazione tutti gli atomi tra loro. È lo stesso cunicolo da dove si parlano, a miliardi di anni luce di distanza, le particelle accoppiate del paradosso Einstein-Podolsky-Rosen !!!
Concludo a questo punto chiedendo ai lettori: «Ci credete ora che il Modello Atomico è da sostituire con un Nuovo Modello ?».
Nel caso ci crediate siete pronti a entrare, già dotati delle nozioni necessarie per capire, nella svolta epocale prossima ventura, dove si assisterà a cose incredibili: astronavi che comunicheranno istantaneamente con le Basi di controllo; persone che andranno su Marte in un istante, entrando da una “porta dimensionale”; veicoli che voleranno vincendo la gravita, poiché non c’è nessuna forza che tira davvero gli oggetti verso il centro della Terra; malati che entreranno in una “sala di rianimazione” e usciranno completamente guariti.
Vi prego di credere alla serietà di quello che dico, perché è tutto scientificamente fondato e realizzabile già da ora. Basterebbe che le Autorità scientifiche mi dessero i mezzi di cui ho bisogno e mi affiancassero le persone in grado di collaborare fattivamente alla realizzazione di quello che ho già in mente.
Senza mezzi finanziari, io stesso ho fondato una Scuola di Fisica, dove chi è interessato può accedere e venire a imparare la Struttura atomica, secondo il Modello dell’Atomo-112.
Tutti quelli che si fidano quando dico che la storia infinita ora è finita, e che è possibile fare finalmente un quadro sinottico di tutte le particelle sub-atomiche e impararne la nomenclatura – certi che il Bosone di Higgs non esiste -possono godersi quanto di seguito riportato nella Tavola sotto riportata.
By dott. M. Corbucci – Tratto da Scienza e Conoscenza n° 15
La caduta dei paradigmi sull’Atomo
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RIASSUNTO
Gli atomi altro non sono che “involucri” di energia di un baratro senza fondo.., essendo solo una perturbazione – vortice di spazio entromosso – dell’Etere, ovvero l’energia del VuotoQuantoMeccanico, cosi come l’atomo, lo sono tutte le particelle subatomiche)
Il dottor Massimo Corbucci, Fisico e Medico chirurgo, è un epistemologo, che lavora per trovare le risposte alle domande che hanno messo in crisi i maggiori scienziati nel mondo. Nel novembre 1998 i Fisici del GSI di Darmstadt scrissero su LE SCIENZE: «Non riusciamo a capire perché non siamo riusciti a fare l’atomo con 113 protoni…».
I fisici americani e russi credettero giusto ritenere il GSI carente tecnicamente e annunciarono la “scoperta” dei trans-uranici a 114-116-118 protoni. Nell’ottobre 2000 fui convocato dal GSI, dove dichiarai perentoriamente: “Non siete riusciti a fare l’atomo con 113 protoni, perché vi è un LIMITE STRUTTURALE A 112.
La scoperta USA/RUSSIA dovrà essere ritirata !”.
Nello stesso periodo al C.E.R.N. di Ginevra giungeva a termine l’esperimento di “estrazione” della particella di Dio (Bosone di Higgs). Prima di partire per la Germania invitai il Direttore del C.E.R.N. a non portare a termine l’esperimento.
Dal 2000 i fisici di tutto il mondo sono spaventati dalla constatazione che la forza di gravita da segni di non aderire più alle leggi newtoniane.
Il LEP del C.E.R.N. è stato messo a “off” il 2 novembre 2000. La “scoperta” degli atomi 114,116,118 è stata ritirata.
Sarebbe arrivato il momento di dire all’umanità la verità, lasciando da parte l’imbarazzo politico delle Grandi Potenze… In fondo è una verità foriera di bene: che l’atomo 114 non si possa fare è provvidenziale (altrimenti sarebbe già pronta la iper-bomba atomica).
Che la “particella” di Dio non sia quello che si pensava, renderà accessibile nientedimeno che il Paradiso !
A tutt’oggi la Scienza non ha chiarito cos’è successo veramente in Germania con l’atomo 113 e in Svizzera con la “particella di Dio”… Se davvero l’atomo non fosse strutturato come si è sempre creduto, ci sarebbe da rimanere semplicemente sbalorditi !!!
La realtà che ci aspetta supera ogni immaginazione…
Una palla di piombo e una di alluminio furono fatte cadere. Da quel giorno i fisici di tutto il mondo hanno i capelli dritti, perché è arrivata a terra prima la palla d’alluminio. È stata misurata la velocità di fuga della nostra galassia. E’ in aumento e la Fisica non sa cos’è la forza che “tira”.
Nell’ottobre del 2000, al C.E.R.N. di Ginevra, fervevano i preparativi per festeggiare la più grande scoperta della storia della Scienza. Quella sulla “particella” che crea il mondo. Il 2 novembre tutto è stato improvvisamente fermato, dacché è accaduto qualcosa di incredibile…
Anche in Germania, nel più potente Acceleratore Atomico della Terra, ha fatto capolino il Diavolo, quando Bismuto + Zinco non ha dato l’elemento 113. Quello con 114 protoni doveva essere il metallo per cominciare una nuova era. L’inciampo scientifico dei tedeschi e l’entrata del 3° millennio hanno costituito una tentazione irresistibile per gli U.S.A. di annunciare la “scoperta del tris di trans-uranici 114-116-118”. Non si poteva prevedere che un fisico italiano avrebbe “rotto le uova”.
La scoperta è stata ritirata.
Ora volesse Iddio che si possa superare il pesante imbarazzo diplomatico tra America e Germania in nome della verità, in tal caso diverrebbe ufficiale che gli elementi del Sistema Periodico sono 112 e che a crearli non è proprio una “particella” come si pensava, bensì il VUOTO QUANTOMECCANICO.
Questa “Particella” di Dio con la P maiuscola riserva sorprese mozzafiato. C’è da rabbrividire a pensare che gli atomi altro non sono che involucri di un “baratro senza fondo“, che li fa comunicare tra loro in tutto l’Universo.
Non è più metascienza l’ipotesi di attraversare cunicoli spazio-temporali. La gravita viaggia per questi cunicoli ! (Non ci sono i tanto ricercati GRAVITONI !).
Si profila un Cosmo diverso da quello consueto: non è impossibile visitare il Paradiso, potendo tornare. Detto questo si da l’idea della rivoluzione scientifica prossima ventura.
Leggendo il libro, scritto con linguaggio semplice, ma con estrema chiarezza e rigore, possiamo comprendere che cosa ha scoperto una notte di marzo del 1999 l’autore, il quale, formulatore della Nuova Tavola Periodica dei 112 Elementi Chimici, è destinato a passare alla storia per aver fatto la scoperta più grande.
Tratto da: “Alla scoperta della Particella di Dio” – By M. Corbucci – Macro Edizioni
vedi anche: INFORMAZIONE, CAMPO UNIVERSALE e SOSTANZA – Campi MORFOGENETICI + Trans-Uranici + Trasmettitore a Spin + Teoria del TUTTO + OLO-MERO = Infinito + Cosmologia, Cosmogonia + Le prime 7 parole della Genesi + Simbolismo del Sesso + il Punto sulla Gravita’ + La caduta dei paradigmi sull’Atomo + Fisica Intenzionale + Piccola Morte “punto G”
Lo Spirito crea attraverso il Verbo che si manifesta attraverso il Suono = Linguaggio
Bibliografia consigliata:
II cosmo intelligente, E Davies – Mondadori & De Agostini Edizioni.
Dio e la nuova fisica, E Davies – Oscar Saggi Editore Mondadori
L’Universo elegante, B. Greene – Einaudi Editore
Le forze profonde che spiegano il cosmo, M. Rees – Rizzoli Editore
Oltre la scienza sensoriale, R Seymour – Longanesi &r C Edizioni
La danza dei maestri Wu Li, G, Zukav – Corbaccio Editore
La Scienza 1° vol. – La Biblioteca di Repubblica
Le meraviglie del cielo, R Candy – II Castello Edizioni
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Il BOSONE di HIGGS NON ESISTE !!
Cari amici di EGOCREANET, i Fisici del CERN stanno letteralmente giocando a cercare la particella infinitesima (Bosone di HIGGS concepito nei calcoli statistici del fisico scozzese Peter Higgs nel 1964, volgarmente detta la “Particella di Dio”)
Tale particella non e stata ancora osservata e probabilmente e’ inesistente cosi come non e stato possibile osservare le onde gravitazionali.
vedi:
http://www.scienzaeconoscenza.it/articolo/l-039-anello-mancante-della-catena-il-bosone-di-higgs.php
Purtroppo questa costosissima ricerca persegue criteri di conoscenza ormai standard che di fatto non vuole discostarsi dalle concezioni “meccaniche” cosi che accettandole per tradizione , non si riesce a pensare come risolvere il reale problema del cambiamento paradigmatico di un modello concettuale ormai al limite della sua validità storica.
Il dualismo complementare onda-particella, che ha dato origine alla “Meccanica Quantistica” va’ profondamente rivisitato attraverso la concezione intuitivamente espressa da Erwin Shroedinger nel 1926 e poi rielaborata nel saggio intitolato “Cosa e’ la Vita” del 1935.
L’ Entanglement quantistico di fatto modifica il dualismo onda-particella permettendo di capire la trasformazione delle particelle Quantiche (fononi e fononi … piu’ in generale bosoni) in una differente struttura spazio-temporale che genera simultaneità di informazione nel campo Fotonico-elettromagnetico, o nel campo Fononico-acustico.
Ma dato che la ricerca accademica si trastulla con idee ormai sorpassate, e’ oggi divenuta una questione di responsabilità, concepire strategie alternative dalla base intellettuale per avviare un superamento dell’ormai obsoleto paradigma concettuale meccanico, cosi come proponiamo di fare in Facebook, a partire da un dialogo aperto allo sviluppo della futura societa’ della condivisione della conoscenza.
(Ricerca su Facebook, Entanglemant, Biovitalism )
A tale scopo dovremo fare attenzione a non cadere anche inconsapevolmente in un atteggiamento mentale e nelle forme di linguaggio di diretta derivazione meccanica, dove si dia per scontato il concetto di movimento unicamente inquadrato nella struttura Euclidea dello spazio tempo definita dalle tre coordinate dello spazio e dalla limitata concezione lineare del tempo.
By Paolo Manzelli – www.edscuola.it/lre.html – LRE@unifi.it
Commento NdR: è notizia recente, mantenuta in totale segreto da parte del CERN, che sono stati abbandonate le ricerche del bosone di Higgs, in quanto quelle fatte fino ad ora da diversi anni hanno dimostrato che non esiste….ma esiste lo spreco dei soldi dei contribuenti, perché questi scienziati non umili, molto orgogliosi del loro “sapere”, non vanno prima di imbarcarsi in avventure di ricerca anche costose, a documentarsi, ad esempio nel web, per sapere se vi sono altri che la pensano in modo diverso….dai loro dogmi…imparati all’università…in mano ai prePotenti ed alle Big Pharma….
…e per finire un piccola sintesi della realtà nella quale viviamo, Visionate questo video che descrive molto bene ciò che divulghiamo:
Questa in sintesi ciò che noi definiamo essere l’Energia/Prana/Etere, in un mare infinito di Pensiero/Spirito che è nei fatti: In-form-azione (bit di luce in vibrazione continua e quindi di ciò che si sta formando), cioè è pensiero/Spirito che contiene e quindi ha insita in sé, il Progetto Vita eterna a disposizione di tutti gli Esseri viventi, quali partecipanti di esso.
Il tutto allo stato potenziale che però si manifesta/appare in un continum senza fine, mai creato, sempre esistito in potenza e nella e con la Materia intelligente che si manifesta, quindi l’energia è la materializzazione dello Spirito/pensiero (materializzato) che genera e manifesta, il desiderio del Progetto di Vita eterna e quindi movimento/azione materializzata in ciò che vediamo, tocchiamo, gustiamo, amiamo, ecc.
Per questa ragione l’UniVerso e/o gli universi possibili avrebbero senso, solo se intesi come dimensioni material-Spirituali e manifestati per il Progetto Vita Infinita…ove si manifesta tutto ciò che vive ed ha percezione di sé, il Vivente !
Ciò significa che tutta la materia dell’UniVerso (o dei possibili infiniti altri UniVersi) a qualsiasi livello, è trascinata e messa in movimento da infiniti vortici di spazio centromossi dai vari infiniti punti del VuotoQuantoMeccanico/Etere con ed attraverso le leggi della Fluidodinamica, quali buchi neri toroidali, che osservano e manifestano la materia, ed i vari Io sono sono lo Spirito che osserva la sua manifestazione, come un “Dio” immanente presente all’InFinito in ogni punto di sé attraverso i vari Io sono dei Viventi.
– vedi anche: Sintesi, scopo della Vita terrestre + Teoria delle Apparenze
Continua QUI: https://mednat.news/2022/10/27/atomo-nuova-definizione-buco-nero/