SIRENE, Mistero Svelato
La scomparsa dei Dinosauri
Una singolare teoria ripresa in un documentario della TV Giapponese
Noi Umani, proveniamo dal mondo acquatico e le SIRENE sono i nostri progenitori, altro che le scimmie….
(la prova certa: vedi come si forma l’uomo nella placenta da pesce tipo girino, che respira acqua e vive in ambiente marino – salato – nel “mare nostrum”, che respira aria, diviene animale terrestre quando nasce e respira aria)
Le ultime novita:
http://www.dailymotion.com/video/x16oc3c_sirene-le-ultime-verita-focus-prima-assoluta_shortfilms
E’ possibile che una specie aliena abbia manipolato la vita preesistente sul pianeta per creare l’uomo moderno ?
Le sirene (dal latino tardo sirena – pl.: sirenae; derivato dal greco Σειρήν seirēn – pl.: Σειρnνες seirēnes) sono degli esseri metà uomo metà pesce, ritenute fino ad oggi, come ipotetiche figure mitologico-religiose, principalmente femminili, di aspetto chimerico umano-animale, caratterizzate da un melodioso e seducente richiamo, il loro linguaggio che e’ stato in questo secolo, anche registrato con apposite apparecchiature.
Di certe e documentate origini antichissime, se ne possono vedere i glifi fatti sulle grotte in varie parti del mondo, in epoca piu’ recente in Grecia, probabilmente in epoche pre-omeriche, e successivamente trasferite nella tradizione della Roma antica, le sirene dell’antichità classica si sovrappongono spesso, nella denominazione in lingua italiana, con differenti figure mitologiche.
La forma attuale di una donna con una coda di pesce deriva dal 1622, e questa disposizione è la forma odierna. Nella mano sinistra tiene uno scudo, una spada nella destra.
Nella cultura contemporanea, in virtù appunto della sovrapposizione tra i termini inglesi siren e mermaid, e largamente nella cultura popolare specialmente marittima, le sirene sono generalmente indicate come ibridi donna-animale con busto da donna e coda di pesce. Diffusamente note in tutte le culture odierne, anche grazie alla narrazione dello scrittore danese Hans Christian Andersen, pubblicata per la prima volta nel 1836.
Nelle religioni e culture antiche erano rappresentate ad esempio dalla dea Atargatis, in Aramaico Atar‘atah, era una divinità siriaca, chiamata anche Deasura; appartiene alla storia delle religioni del Vicino Oriente antico, nella Mezzaluna Fertile.
Viene oggi indicata come dea-sirena, per l’aspetto del suo corpo, che ha forma di pesce, e così è descritta, ad Ascalona, da Diodoro Siculo.
All’epoca antica la divinità era assimilabile a quella di Afrodite, la dea dell’amore. Era raffigurata con sembianze di donna e pesce, secondo la concezione tipica della successiva sirena norrena. Con Caistro, figlio di Achille, ebbe anche un figlio, di nome Efeso ed una figlia chiamata Semiramide.
Ad Ugarit, tavolette cuneiformi attestano la feconda “Donna Divinità del Mare” (rabbatu atiratu yammi), e tre divinità Canaanite — Anat, Asherah e Ashtart
Nella cultura religiosa sincretica a Doura-Europos, era adorata come Artemis Azzanathkona.
Negli anni trenta del XX secolo numerose busti in bassorilievo nabateo di Atargatis erano identificati da Nelson Glueck a Khirbet et-Tannûr, in Giordania, nelle rovine di un tempio nei pressi di un CE del primo secolo. A Doura Europus, tra gli attributi di Atargatis figurano il fuso e lo scettro o l’amo.
Antiche testimonianze
La storia delle sirene non è recente come si pensa. Solitamente si fa risalire la leggenda ai racconti dei marinai ubriachi del 1500, che storditi dai fumi del rum e della solitudine, avrebbero potuto facilmente scambiare un delfino o una balenottera per una bella e sinuosa sirena.
In verità, alcune pitture rupestri ci fanno pensare che la consapevolezza umana delle sirene sia molto più antica. In una grotta di arenaria in Egitto esistono le rappresentazioni più antiche delle sirene. Sulle pareti della caverna sono rappresentate creature umane con la coda, equipaggiate con lance e reti.
Secondo la leggenda, le Sirene sono una personificazione dei pericoli del mare, demoni marini, forse metà donne e metà pesce; il loro padre era il dio-fiume Acheloo e la madre la musa Melpomene, oppure la musa Tersicore.
Sono menzionate per la prima volta nell’Odissea, dove sono in numero di due; tradizioni posteriori ne nominano quattro, oppure, più spesso, tre, chiamate, nell’accezione più comune, Ligia Leucosia e Partenope, dalla quale il nome antico di Napoli. Nella tradizione sono musiciste squisite e, secondo Apollodoro, una suonava la lira, un’altra cantava, la terza teneva il flauto.
Secondo la leggenda l’isola delle Sirene era posta lungo la costa dell’Italia meridionale, al largo della penisola di Sorrento; con il fascino della loro musica esse attiravano i marinai che passavano nelle vicinanze; le navi si avvicinavano allora pericolosamente alla costa rocciosa e si fracassavano; e le Sirene divoravano gli imprudenti.
Sempre secondo la leggenda gli Argonauti passarono loro vicino, ma Orfeo cantò tanto melodiosamente, che i marinai della nave “Argo” non ebbero voglia di ascoltarle. Solo Bute si lanciò in mare, ma fu salvato da Afrodite. Anche Ulisse solcò quelle acque ma, preavvertito da Circe, ordinò ai suoi uomini di tapparsi le orecchie con la cera; lui stesso si fece legare a un albero della nave, vietando ai compagni di slegarlo, qualunque supplica avesse loro rivolto. La storia racconta che le Sirene, indispettite dal proprio insuccesso, si buttarono in mare e affogarono.
Circa la loro origine e le loro ibride sembianze, le versioni sono diverse. Ovidio sostiene che un tempo esse erano donne comuni, ma chiesero agli dei il beneficio delle ali, per cercare sui mari una loro compagna rapita da Plutone. Secondo altri, erano state trasformate da Demetra, quale punizione per non essersi opposte al rapimento di sua figlia. Oppure che Afrodite le aveva private della bellezza, perché disdegnavano i piaceri d’amore.
Nelle leggende successive furono considerate divinità dell’aldilà e per questo motivo sono spesso raffigurate sui sarcofagi.
Fin dal Quattrocento esistono racconti e cronache sul ritrovamento, in varie parti del globo, di esseri anfibi con le caratteristiche delle Sirene, che, per lo più, non riescono a sopravvivere a lungo. Certo colpisce che l’argomento entri in archivi storici, come i reali archivi del Portogallo, a causa dell’aspra contesa nata fra i reali e il Gran Maestro dell’Ordine di San Giacomo sulla proprietà delle sirene trovate abbandonate sulle spiagge del Gran Maestro, lite conclusasi a favore del re.
Nella Finlandia occidentale, nel 1430, essendosi rotte le dighe per la furia del mare, alcune fanciulle ritrovarono una sirena restata impacciata nel fango: le insegnarono a mangiare e a filare, ma non parlò mai e visse due o tre anni.
Nel 1531 fu donata a Sigismondo re di Polonia una sirena presa nel Baltico che visse tre giorni.
Nel 1560 pescatori di Ceylon raccolsero sulla costa sette sireni maschi e sette femmine e nella Storia della Compagnia di Gesù si aggiunge che Dimas Bosque, chirurgo del viceré di Goa, ne notomizzò alcune che trovò conformi alla specie umana.
Nel 1610 il capitano Riccardo Whitbourne nel porto San Giovanni a Terranova vide una sirena che nuotò avanti a lui sorridendo, simile affatto ad una donna.
Un’altra nel 1671 fu vista presso la Martinica, e con atto notarile due francesi e quattro negri attestarono che essa si fregò le mani sul viso e starnutì. I giornali del 1737 riferiscono che ad Exeter, dietro pagamento, si mostrava una sirena;
Nel 1750 uguale esibizione si tenne alla fiera di San Germano a Parigi dove una sirena veniva nutrita di pane e pesciolini dentro la sua vasca.
Due anni prima se ne erano fatte vedere due, ma impagliate. Il Mercure de France raccontò nel 1762, che due fanciulle di Noirmoutiers sorpresero una sirena in una grotta, dal seno molto sviluppato, naso schiacciato, un po’ di barba, coda di pesce desinente in una specie di piede.
Nel settembre 1749 una sirena fu pescata nello Jutland; l’anno dopo i pescatori di Jona presero una sirena, ma poiché rifiutava di mangiare, temendo che potesse morire, la gettarono nuovamente in mare, ascoltando però quel che disse alle sue compagne: alla domanda su cosa avesse visto di notevole fra gli uomini, rispose “Nient’altro, se non che sono così sciocchi da buttar via l’acqua in cui cossero le ova”.
Il 22, gennaio 1809 Elisabetta Mackay, figlia di un ministro scozzese, vide una sirena e la descrisse, e il fatto fu convalidato dal suo maestro; due anni dopo un’ altra comparve sulla spiaggia di Kentyre a Catarina Loynachan e a Giovanni Mac-Isaac.
Nel 1823 ne fu portata una viva a Londra e tutti i dotti la visitarono: si decise di maritarla per perpetuarne la specie e si trovò un ragazzo che, per denaro, s’adattava all’ esperienza, ma la sirena morì.
Dieci anni prima Forbes, nelle Memorie sull’Oriente pubblicate appunto a Londra nel 1813, assicura che esistono sirene sulla costa dell’Africa orientale lunghe da due a quattro metri: testa e viso umani, naso e bocca di maiale, pelle fina e morbida, collo, seno e corpo da donna, poi desinit in piscem; invece dell’avambraccio natatoie. Quando sono prese a Mombaza sono fatte a pezzi e vendute come gli altri pesci.
Torna alla mente il capitolo che narra del pranzo del generale Cork in quello straordinario documento del dopoguerra a Napoli e dintorni che è La pelle di Curzio Malaparte: quando, essendo stata proibita la pesca nel golfo dagli Alleati, viene portata a tavola nel pranzo in onore di Mrs. Flat una Sirena, ultimo esemplare del celebre Acquario napoletano, cui già si era attinto per precedenti pranzi ufficiali, si specifica fra parentesi un esemplare assai raro di quella specie di “sirenoidi” che, per la loro forma quasi umana, hanno dato origine all’antica leggenda delle Sirene. Il piatto, ovviamente, fece inorridire i convitati !
Anche in epoca recente le testimonianze da parte dei pescatori sono state numerose. In molti casi, si racconta del recupero di grossi animali acquatici completamente infilzati con lance e coltelli di origine sconosciuta. In alcune testimonianze di inizio secolo è possibile vedere lo stupore e lo sconcerto dei marinai.
In un video amatoriale girato a bordo di un peschereccio in Adriatico (I) nel 2005 con un video telefono, mentre issano a bordo le reti dal mare, si vede una sirena con testa, braccia e mani palmate, all’interno della rete, ed i pescatori impauriti hanno fatto cadere la rete in mare.
Uno strano suono dal fondo dell’Oceano
Nell’estate del 1997, il NOAA, con l’ausilio di un idrofono equatoriale, registrò più volte un suono misterioso proveniente dagli abissi dell’Oceano Pacifico. Il suono aumentava rapidamente in frequenza per circa un minuto, ed era di ampiezza sufficiente per essere ascoltato dai sensori ad una distanza di oltre 5.000 chilometri. L’origine del suono – battezzato “The Bloop” – è, come ammette il NOAA – di origine sconosciuta. La fonte è da collocarsi a 50°S, 100° W.
Secondo alcuni, questo suono potrebbe essere la prova dell’esistenza di una specie sottomarina sconosciuta.
Si è pensato che il suono fosse una vocalizzazione di un qualche organismo vivente degli abissi, ma i ricercatori affermano che nemmeno la balena blu è tanto grande da poter generare un suono così intenso.
In realtà, nessuna creatura conosciuta sulla Terra è in grado di generare questo suono. “Le onde sonore sono quasi come impronte vocali”, spiega Christopher Fox dell’U.S. National Oceanic and Atmospheric Administration’s Acoustic Monitoring Project a Portland, Oregon. “Osservando alcune caratteristiche del suono, siamo in grado di riconoscere a quale animale appartenga, o se è un suono generato dal motore di una barca”.
Ma il suono, secondo gli scienziati ufficiale della marina USA, rimane il mistero. (Ascolta il suono).
Il suono è stato registrato il 1° marzo 1999, dall’idrofono equatoriale del Pacifico. La fonte del suono è sconosciuta, ma è possibile collocare le coordinate della fonte approssimativamente a 15°S, 98°W. La durata del suono è di circa 15 secondi. (Ascolta il suono).
Il team di Paul Robertson, un ex dipendente del NOAA, nel 2007 stava indagando sugli inspiegabili spiaggiamenti di massa delle balene. Nell’esaminare i campioni di tessuto dei corpi di alcune balene, i ricercatori si resero conto che i mammiferi erano stati danneggiati da sonar particolarmente potenti, utilizzati in diverse parti del mondo in occasione di esercitazioni navali.
L’inquinamento acustico marino è un fenomeno che in questi ultimi anni ha avuto un grande incremento. La nuova tecnologia Sonar utilizzata sia per la mappatura del fondo dell’oceano che per l’individuazione di bersagli sottomarini, emette vibrazioni sonore percettibili fino a centinaia di chilometri di distanza.
Quando una specie più sensibile, come le balene o i delfini, si trovi in prossimità dell’emissione del rumore subisce un vero e proprio trauma che la spinge ad una fuga precipitosa, fatale quando è diretta verso la superficie del mare. Secondo uno studio l’impatto di media frequenza di un sonar militare sull’udito di una balena è equivalente a quello di un motore di jet al decollo sull’udito di un essere umano che si trovi a tre metri di distanza.
La conclusione cui giunsero gli scienziati marini è che le onde sonore emesse dai sonar erano talmente potenti da spaventare quegli animali dotati di un udito così sensibile. Nel tentativo di sfuggire alla raffica di onde sonore, i mammiferi si erano spinti in acque troppo basse per sostenere le loro dimensioni enormi, finendo per arenarsi.
Per cercare di dimostrare questa teoria, Robertson e il suo team si servirono delle registrazioni di un idrofono di profondità. Fu proprio in quelle registrazioni che ascoltarono la prima volta il “bloop”. Utilizzando un software audio, i ricercatori riuscirono ad isolare il suono di una creatura sconosciuta mescolata con i suoni delle balene e dei delfini. Dopo più accurate analisi, i ricercatori ebbero l’impressione che queste creature sconosciute comunicassero con i mammiferi, forse con l’intento di salvarli dal rumore del sonar.
Un fondamento scientifico alla leggenda ?
“C’era una volta una sirenetta che viveva in un meraviglioso mondo sottomarino. Un giorno, desiderosa di incontrare le persone della terra ferma, si avventurò sulla superficie…”. Questo è l’incipit del racconto per bambini dal quale la Disney ha tratto il famoso cartone animato “La Sirenetta“.
Eppure, si tratta di una storia raccontata in tutto il mondo, la storia di una creatura leggendaria e che è menzionata nelle mitologie di quasi ogni cultura umana. La gente di tutti i continenti raccontano di aver avuto contatti con questi esseri metà uomo e metà pesce, descrivendo tutti lo stesso animale mitico.
Alcuni si sono chiesti se dietro queste leggende possa nascondersi un nocciolo di verità. Potrebbero esistere realmente degli umanoidi acquatici intelligenti, parenti lontani dell’uomo, che hanno sviluppato il loro percorso evolutivo adattandosi a vivere nelle profondità dell’oceano e che hanno sviluppato una società complessa nella quale vivono nascosti per paura dei loro parenti (progenitori) umani ?
E’ quello che si sono chiesti gli autori di un documentario girato per l’emittente tv Animal Planet: “Sirene, il corpo trovato”.
Video sul Mistero svelato delle Sirene:
http://www.discoverychannel.it/programmi/sireneilmisterosvelato
Il documento-fiction valuta una possibilità basata su una teoria scientifica radicale – la teoria della “scimmia-uomo acquatico” – la quale sostiene che gli esseri umani abbiano attraversato una fase anfibia nel loro percorso evolutivo. Ad un tratto, le grandi inondazioni costiere di milioni di anni fa costrinsero un gruppo dei nostri progenitori a spingersi verso l’interno, adattandosi definitivamente alla terra ferma dando vita alla specie dei primati arboricoli, mentre un altro gruppo, forse spinti dalla necessità di trovare cibo, cominciarono a spingersi sempre più in profondità nel mare, adattandosi alla vita acquatica.
Dopo questo adattamento, un gruppo di primati sarebbe ritornato sulla terra ferma conservando alcune delle caratteristiche sviluppate nell’ambiente marino, mentre un altro gruppo si sarebbe adattato definitivamente all’ambiente marino.
Quindi, mentre noi ci siamo evoluti in esseri umani terrestri, i nostri parenti acquatici si sarebbero evoluti in esseri umani anfibi, stranamente simili alla leggendaria sirena.
Alcuni autori sostengono la versione contraria della teoria e cioè che il progenitore in comune fosse completamente acquatico e che alcuni gruppi, spinti dalla necessità di trovare cibo, si spinsero sulla terra ferma fino ad adattarsi completamente a respirare ossigeno allo stato gassoso. In ogni caso, la sostanza non cambia.
Come prova a sostegno della teoria, gli autori del documentario sottolineano le notevoli differenze riscontrabili tra l’uomo e gli altri primati. Anzi, alcune caratteristiche lo rendono molto più simile ai mammiferi marini che non ai primati terrestri.
Questi i segni distintivi fondamentali:
– la perdita del pelo cutaneo (i peli creano resistenza in acqua);
– la capacità istintiva a nuotare (i bambini appena nati già sono in grado di nuotare);
– il grasso sottocutaneo (per l’isolamento dall’acqua fredda);
– il controllo del respiro (alcuni umani sono in grado di trattenere il respiro fino a 20 minuti, più ogni altro animale terrestre); un cervello molto sviluppato, grazie ad una dieta ricca di frutti di mare;
Domande circa l’esistenza di sirene. Esistono veramente ?
Secondo il nuovo episodio di Animal Planet dal 26 maggio 2013, denominato “Sirene: nuove prove”, le sirene sono reali.
Discovery Channel/Animal Planet ha intervistato il Dr. Paul Roberts e il dottor Schmidt, ed entrambi hanno affermato di aver trovato un corpo di una vera e propria sirena in una esplorazione del mare profondo in Groenlandia.
Ecco questo è la registrazione di quell’episodio trasmesso in TV.
La “storiella” della teoria della “scimmia acquatica”
Nel corso del tempo, diversi autori si sono dedicati alla teoria della scimmia acquatica.
In un libro del 1942, il biologo tedesco Ma Westenhofer ipotizzò che i primissimi stadi dell’evoluzione umana fossero avvenuti in prossimità dell’acqua.
Così egli scrive: “Postulare un modo di vita acquatico in una fase precoce dell’evoluzione umana è un’ipotesi sostenibile, per la quale si possono produrre ulteriori indagini e elementi di prova”.
Ma il vero padre della teoria è il biologo marino Alister Hardy che, già nel 1930, aveva ipotizzato che gli esseri umani possano aver avuto antenati acquatici. Ma solo nel 1960 decise di divulgare la sua teoria. L’occasione fu un discorso tenuto al British Sub-Aqua Club di Brighton il 5 marzo del 1960.
La tesi di Hardy si basa sulla convinzione che un gruppo di queste scimmie primitive, costrette dalla concorrenza con i loro simili e dalla scarsità di cibo, si sia spinta fino alle sponde del mare per andare a caccia di crostacei, molluschi, ricci di mare, ecc., nelle acque poco profonde al largo della costa.
Il biologo suppone che queste proto-scimmie acquatiche, spinte dalla necessità di rimanere sott’acqua per diverso tempo – proprio come è capitato per molti altri gruppi di mammiferi – si siano adattate all’ambiente acquatico fino a rimanere in acqua per periodi relativamente lunghi, se non in maniera definitiva. Hardy esplicitò definitivamente le sue idee in un articolo apparso su New Scientist il 17 marco 1960.
Dopo la pubblicazione dell’articolo, la teoria godette di un certo interesse per diverso tempo, ma fu progressivamente ignorata dalla comunità scientifica. Nel 1967, l’ipotesi fu evocata da Desmond Morris nel suo libro “La Scimmia Nuda“, nel quale si trova la prima volta l’utilizzo del termine “scimmia acquatica”. La scrittrice Elaine Morgan, dopo aver letto il libro di Morris, divenne la principale sostenitrice e promotrice della teoria. Nei successivi 40 anni di carriera, la scrittice ha dedicato 6 libri alla divulgazione dell’ipotesi di Hardy.
Nel 1987, si tenne un simposio scientifico a Valkenburg, Olanda, per discutere la validità della teoria della Scimmia Acquatica.
Dagli atti del convegno – pubblicati nel 1991 con il titolo “Aquatic Ape: Fact or fiction?” (Scimmia acquatica: realtà o finzione?) – emerge che gli scienziati non se la sentirono di sostenere l’idea che gli antenati dell’uomo fossero acquatici, ma che ci sarebbero alcune prove che avessero sviluppato l’abilità natatoria per alimentarsi nei fiumi e nei laghi, con il risultato che l’homo sapiens moderno può godere di brevi periodi di tempo in apnea.
Questa è solo una delle versioni “deboli” della teoria, utilizzata dai ricercatori per spiegare alcune caratteristiche umane che sono ancora avvolte nel mistero, quali la perdita del pelo cutaneo, la capacità di apnea, il grasso sottocutaneo e la capacità istintiva a nuotare dei neonati.
Sebbene l’ipotesi della Scimmia Acquatica spieghi abbastanza bene il sorgere di queste caratteristiche, la maggior parte dei paleoantropologi tende a rifiutare la teoria, non accettandola tra le principali spiegazioni dell’evoluzione umana.
Una lettura estrema della teoria di Hardy ha portato alcuni ricercatori indipendenti ha ipotizzare l’esistenza attuale, di umanoidi acquatici intelligenti che vivono in società complesse nel fondo dell’oceano. L’esistenza di queste timide creature sarebbe all’origine delle leggende sulle sirene, decantate anche da Omero nella sua Odissea.
Ma è possibile ipotizzare l’esistenza di questi Umanoidi Acquatici ? Potrebbero esserci delle prove ?
Il corpo ritrovato
Qualche settimana dopo, ci fu un altro spiaggiamento di massa in Sud Africa. Anche in quella zona i ricercatori registrarono suoni simili sui proprio dispositivi. Robertson e il suo team si recarono sul posto per investigare. Sulla spiaggia furono i resti di una creature sconosciuta all’interno dello stomaco di un enorme squalo bianco. Mentre esaminavano lo squalo, i ricercatori notarono una sorta di pugnale infilzato nel lato della bocca dello squalo.
Come aveva fatto ad arrivare quel pugnale lì ? Una volta tirate fuori tutte le parte dallo stomaco dello squalo, cominciarono a studiare attentamente i resti per capire di cosa di trattasse. All’interno trovarono la testa della creatura, una mano quasi completa, un lungo osso tipo coda-pinna.
Ecco il ritrovamento di parte del corpo di questa sirena:
Inoltre, i ricercatori trovarono anche uno strano strumento con un buco. In un primo momento non compresero cosa fosse, ma poi si ricordarono del pugnale nella bocca dello squalo. L’oggetto sembrava essere un perfetto astuccio per il coltello ricavato da una cosa o una spina dorsale di qualche grosso pesce. Ma chi aveva potuto produrre un oggetto simile?
– Il misterioso vortice sottomarino ripreso dalla NASA.
Alcuni dei ricercatori si convinsero di trovarsi di fronte ad una sorta di “ominide acquatico intelligente”, una sirena !
Ora avevano senso tutte le misteriose lance e coltelli trovati nei corpi di numerosi pesci nell’oceano.
Ecco alcuni dei ritrovamento all’interno dei corpi dei pesci pescati, e le ossa di queste punte sono tutte di origine marina !
Qualche giorno dopo, mentre il team stava per tornare negli Stati Uniti, i militari americani confiscarono i resti della creatura e i risultati della ricerca. Pare che il governo stesse studiano il fenomeno da molto tempo e che avesse utilizzato Robertson e la sua squadra per ottenere le informazioni che cercava.
L’unica cosa che lasciarono fu la registrazione del famoso “bloop”.
Gli scienziati rimasero sconvolti dal fatto che avevano sequestrato tutti i risultati ottenuti con anni di duro lavoro, ma le registrazioni erano il vero tesoro da conservare. Grazie ad esse, avevano capito che le sirene erano in grado ci comunicare con i delfini e le balene. Questa è la prima e l’unica volta che si possiede la testimonianza di una comunicazione interspecie.
Come alcuni sanno, in alcuni paesi, i delfini aiutano i pescatori umani a catturare i pesci, in cambio di una lauta porzione di bottino ! Dove hanno imparato i delfini a fare questo ?
In conclusione
In una intervista recente, Robertson ha dichiarato di non sapere se le sirene esistono o no, a differenza di uno dei suoi colleghi il quale pensa che esistano e che bisogna solo trovarle. Secondo Robertson, se le sirene esistono e sono sopravvissute così a lungo è perché sanno nascondersi.
L’unica cosa di cui è convinto il ricercatori è quella di non voler contribuire mai più alla ricerca delle sirene: “Non credo che gli essere umani sarebbero in grado di coesistere con le sirene, senza sterminarle”.
Il ricercatore sta ancora cercando di ottenere il bando dello sviluppo e della sperimentazione di armi Sonar per salvare balene, delfini e sirene.
Tratto da: ilnavigatorecurioso.myblog.it
Ora queste sirene, sono state non solo trovate. ma anche fotografate (filmate) da un micro sottomarino per le ispezioni petrolifere, che si è trovato in mezzo ad uno “sciame” di sirene di cui una/o si è staccata ed avvicinata allo scafo sottomarino e si è mostrata in tutta la sua umano bellezza (metà uomo metà pesce), alla faccia dei nostri governi che ci nascondono sempre tutto !
La teoria della scimmia acquatica è una bufala….darwiniana…nella realtà noi proveniamo dalle sirene che sono i nostri antenati/progenitori; infatti noi nasciamo dall’acqua, il mare nostrum (liquido placentare simile al mare) e respiriamo nel liquido della nella placenta come fanno i pesci nell’acqua e successivamente veniamo sulla terra all’asciutto, e non viceversa !
Le stupidaggini dei cosiddetti “scemenziati”…..
vedi:
– vedi: http://www.sitchin.com/ + Sitchin + Origini dell’uomo + le prime 7 parole della Genesi + Sumeri + Sirene + Adamo ed Eva + Falsificazioni storiche
E’ possibile che una specie aliena abbia manipolato la vita preesistente sul pianeta per creare l’uomo moderno ?
Ma i mostri marini esistono davvero? Secondo gli scienziati non si può escludere !.
La falsa teoria dell’uomo nato in africa…è stata smontata del tutto dalle nuove scoperte archeologiche che datano l’uomo già presente sul pianeta, sei milioni di anni fa…! …..andate a nascondervi “scemenziati”….naturalmente tutto passa sotto silenzio…ma le pietre GRIDANO la Verità! – vedi le fotografie delle impronte lasciate 6 milioni di anni fa sul fango divenuto solido…
http://www.maurizioblondet.it/creta-passo-un-uomo-6-milioni-anni/
Perchè le donne hanno le Tette ?
– i successivi video ….continuano su Yutube.com
Ricordiamo che:
In TUTTI gli scritti ritrovati su tavolette, anche quelle molto antiche, iscrizioni su pietra, ecc.,, in TUTTE le varie parti del mondo, cosi come .le più antiche tradizioni di tutte le tribù della Terra, si ritrovano le descrizioni sulle nostre origini e sono TUTTE simili, indicandoci come Homo Naturalis, proveniente dal mare, come specie animale mammifero – vedi le Sirene -, e che solo una parte di questi umani acquatici, divennero successivamente terrestri, e che una parte di questi ultimi furono ibridati dagli Extraterrestri (es.: gli Anunnaki descritti dagli antichi testi sumeri, cioè dagli alieni di varie specie, forme e razze, che modificarono il DNA di alcuni umani) provenienti dalle varie zone del Cosmo/Universo (Pleiadi, Orione, Sirio, ecc., o da altre dimensioni), per sfruttare gli umani e dopo averli soggiogati e resi, per certi periodi schiavi e mescolato (ibridato) la specie umana, istruirono alcuni di essi insegnando loro varie tecniche e tecnologie antiche, da quel momento la nostra specie divenne Homo Sapiens Sapiens.
L’ibridazione avvenne con il loro seme (sperma contenente il loro DNA) fecondando delle femmine umane con congiunzioni carnali, sia con fecondazioni artificiali, generando gli antichi “eroi” e giganti (in altezza e conoscenza) che furono noti nell’antichità e che divennero i capostipiti delle famiglie che controllarono il mondo fin dall’antichità e che successivamente nel tempo, si autoproclamarono di “sangue blu o stirpe reale”, “famiglie” dalle quali discendono gli individui che controllarono il mondo fin da allora.
Studiosi ricercatori si imbattono in una scoperta importante…una mummia di sirena