La TEORIA delle APPARENZE
La PsicoBIoFisica – By Marco Todeschini, ovvero La Teoria delle Apparenze
vedi: COSMOLOGIA, COSMOGONIA + Antigravita’ esiste + Etere
Per chi ama la scienza in tutti i suoi aspetti, senza pregiudizi e senza dogmi, per chi sa che ci sono e ci sono stati scienziati e teorie che sono messe al bando soltanto perché indicano strade non ortodosse per il raggiungimento della conoscenza, a tutti questi vorrei indicare l’opera di uno scienziato italiano purtroppo misconosciuto anche agli addetti ai lavori: l’ing. Marco Todeschini (1899-1988).
Assurto negli anni ‘50-’70 del secolo scorso agli onori della cronaca scientifica per la sua opera, fondatore della Psicobiofisica e redattore della Teoria delle Apparenze, con la quale propose, per la prima volta al mondo, una scienza globale che comprende tutti i fenomeni fisici, biologici e psichici, questo singolare scienziato, di origini bergamasche, contemporaneo della nascita della relatività einsteniana, ne rifiutò, come molti altri d’altronde, gli assiomi, trovando, attraverso una sua ricerca originale, la spiegazione dei fenomeni dell’UniVerso senza dover ricorrere a concetti astrusi e senza dover contraddire la fisica classica galileiana.
La sua opera, dopo 30 anni di ricerche, studi ed esperienze, illustra in maniera esaustiva i fenomeni dell’UniVerso, riuscendo ad arrivare, percorrendo però una propria via originale, alle stesse leggi e formule scientifiche che li dimostrano.
La strada seguita dal Todeschini è quella avviata a suo tempo dal grande Cartesio, affossata poi dal Newton, e cioè che tutti i fenomeni sono causati dal movimento di una sostanza cosmica che riempie l’intero UniVerso e che fu chiamata Etere.
In sintesi estrema la Teoria delle Apparenze è stata così battezzata perché tutti i fenomeni che noi percepiamo non sono che “apparenze” che nascono dall’effetto generato nella nostra psiche, dal movimento del fluido cosmico quando viene a contatto con i nostri sensi. Sono apparenze quindi il suono, la luce, il sapore, l’odore, la forza, il calore, l’elettricità, ecc. poiché non sono che l’elaborazione psichica degli stimoli nervosi che scaturiscono dall’incontro tra il movimento del fluido universale, di diversa frequenza, e i nostri organi sensori, che arrivati al cervello, sede della psiche, vengono trasformati nelle sensazioni relative, mentre in realtà non sono che onde d’etere silenti, buie, insapori, inodori, atermiche, diverse solo nella loro frequenza.
Straordinaria conseguenza di questa Teoria è il fatto che se è vero che tutto viene generato dai movimenti dell’etere cosmico anche la materia ed i suoi campi di forze devono esserne figli. Ed infatti, Todeschini, dimostra come tutto possa essere originato, dai nuclei atomici alle galassie, dal movimento di vortici sferici di tale sostanza che roteando a velocità superluminale attorno al loro centro creano, per attrito, la rotazione di strati concentrici successivi, formando così le particelle ultramicroscopiche costituenti la materia e che, a seconda del loro verso di rotazione, creano le forze attrattive o repulsive che le contraddistinguono e che sono responsabili delle forme di aggregazione della materia stessa.
Approfondendo i suoi studi capì che per arrivare ad una visione unitaria del creato bisognava studiare anche la realtà biologica perché intermediaria nella comprensione dei fenomeni. Con 10 equazioni psico-fisiche che generalizzano la legge d’inerzia di Newton (F=ma), Todeschini dimostra la corrispondenza fra le decelerazioni della materia contro il corpo umano e le sensazioni che sorgono nella psiche svelando che tutte le sensazioni seguono tale legge (Sn=ma).
L’enorme importanza di ciò consiste nel fatto che per la prima volta si vengono ad introdurre nelle scienze esatte, oltre ai fenomeni fisici oggettivi, anche i corrispondenti fenomeni fisiologici e psichici soggettivi, sinora trascurati.
Studiò, quindi, la struttura degli organi sensori dell’uomo realizzandone una mappatura elettronica attraverso la quale scoprì il loro funzionamento che lo fece arrivare alla conclusione che mentre è un fenomeno fisiologico oggettivo il percorre della corrente elettronica stimolata dagli organi di senso attraverso i nervi è, invece, un fenomeno psichico soggettivo la corrispondente sensazione che sorge nel nostro Io, allorché questa corrente arriva alla parte preposta del nostro cervello.
Tutto questo ha portato all’elaborazione di scoperte scientifiche ed invenzioni che oltre a confermare la Teoria hanno permesso di realizzare apparecchi utilissimi quali le protesi artificiali, lo pacemaker, il cuore elettrico, apparecchi per ridare la vista ai ciechi e l’udito ai sordi, ecc.
Eclatante fu l’invenzione del “motore a forza propulsiva centrifuga” (brevetto 312496-1933) costituito da due masse che ruotano indipendentemente ed in maniera sincrona attorno al loro centro e contemporaneamente rivoluiscono attorno ad un centro comune, si che la forza centrifuga risultante può essere orientata nella direzione e nel senso desiderati.
Il motore è basato sul concetto che la decelerazione centripeta delle masse trova reazione nello spazio fluido ambiente e che tale reazione si identifica con la forza propulsiva centrifuga. Il funzionamento del motore dimostra perciò sperimentalmente la fluidità dello spazio.
Il dispositivo fu oggetto anche di una relazione ad un congresso ufologico svoltosi in Germania nel 1973 con la quale si dimostrava che tale motore poteva avere le stesse caratteristiche e possibilità di quelli usati per la propulsione degli UFO.
Ai giorni nostri un sistema di propulsione di questo tipo viene denominato “propulsione non newtoniana” ed è oggetto di studi e ricerche da parte di molti scienziati di frontiera italiani e stranieri ma praticamente nessuno di loro nelle loro opere accenna al loro precursore Todeschini forse per ignoranza o forse……
Vi sono peraltro, attualmente, anche diverse teorie cosmogoniche e cosmologiche o semplicemente di fisica alternativa che rivalutano l’Etere come elemento insostituibile per la comprensione dei fenomeni nelle quali i loro autori accennano o fanno chiaro riferimento all’opera di Todeschini citandone le opere ed altre invece che pur essendo assolutamente simili nei concetti non ne accennano affatto come se tutto fosse farina del loro sacco.
E’ davvero sintomatico che questa Teoria sia stata dimenticata nonostante lo scalpore che suscitò al suo apparire e nonostante che in tempi più recenti lo scienziato sia stato anche proposto al Premio Nobel. I motivi di questo cover-up per chi ne conosce l’opera, però, non sono difficili da capire. Infatti nella sua opera Todeschini si dichiara apertamente avversario delle teorie einsteniane perché negano l’esistenza dell’etere e perché dichiarano la velocità della luce come la massima raggiungibile nell’UniVerso. Nella Teoria delle Apparenze, invece, Todeschini dimostra l’infondatezza del pensiero di Einstein ed ovviamente tutti coloro che sono attaccati al carrozzone della scienza cosiddetta ufficiale non possono che far finta niente.
Oltre ciò, addirittura, la Teoria di Todeschini dimostra l’esistenza delle forze spirituali per cui possiamo immaginare la reazione degli scienziati ortodossi, chiaramente positivisti, di fronte a tale asserzione.
A leggere però, le ultime ipotesi scientifiche, sembra che pian piano la scienza si stia in qualche modo ricredendo soprattutto sulla teoria einsteniana e l’Etere cacciato dalla porta stia rientrando dalla finestra. Ma ancora una volta sembra che nessuno si ricordi di Todeschini.
Ecco, il grande cruccio che vorrei fosse condiviso da più persone, è proprio quello che un personaggio meritevole per la scienza per il contributo che ha dato, italiano per giunta, non sia ricordato e che la sua opera non sia divulgata neppure come parte della storia della scienza. Spero che questo piccolissimo tributo possa essere utile affinché persone preparate possano rivalutarne l’opera, anche in modo critico, ed il velo dell’oblio possa essere tolto e che ritorni alla luce l’opera di uno scienziato che umilmente cercò di far avanzare la scienza non a suo vantaggio ma per il vantaggio di tutti.
Tratto da: http://www.nuovaricerca.org/tod_prologo.htm
Bibliografia:
1 – Per usare una assai significativa espressione di Franco Selleri, “La causalità impossibile”, Ed. Jaca Book, 1988, p. 13.
2 – “Parabole e Catastrofi, Intervista su matematica scienza e filosofia” a cura di G. Giorello e S. Morini, Ed. Il Saggiatore, 1980, p. 8.
3 – Ci piace ricordare qui altri scienziati oggi scomparsi, “todeschiniani” (con ovvie naturali differenze di impostazione personali) quali Niccolò Mancini, Omero Speri, Piero Zorzi, e non, quali Carlo Amata, Pier Carlo Landucci, tanto per limitarsi ai nomi di alcuni italiani, ma non bisognerebbe dimenticare, tra gli stranieri, almeno le figure di Herbert Dingle, Edward Milne, Juan Palacios, Carl Zapffe, esponenti tutti di una sorta di “resistenza intellettuale” che meriterebbe un autore che la volesse e sapesse scrivere.
4 – Tra questi, quelli di Paul Feyerabend, laddove riconosce che “nella maggior parte dei casi la scienza moderna è più opaca, è molto più illusoria, della scienza del Cinquecento e del Seicento” (“Contro il metodo”, Ed. Feltrinelli, 1984, p. 53).
5 – Il problema di questa iniziale maiuscola è interessante di per sé, dal momento che appare tanto nella versione inglese del libro quanto in quella originale tedesca, anche se in quest’ultimo caso costituisce la normale regola per la scrittura dei sostantivi in quella lingua.
6 – Da “La teoria delle apparenze”, p. 19, ma vedi anche “Psicobiofisica”, p. 47.
7 – Tra coloro che possono dirsi se si vuole cartesiani non dualisti va annoverato il nome di Giovanni Oldano, due cui relazioni scritte sono disponibili in questo convegno, studioso che ha anch’egli in qualche modo fatto riferimento al pensiero di Todeschini.
8 – Gli autori ricordano che durante separati colloqui personali con Marco Todeschini, questi ebbe a dir loro che fu varie volte invitato a rinunciare alla “sezione spirituale” del suo libro, per farne un trattato più propriamente scientifico, ma che rifiutò sempre, considerando tale parte una componente integrante del suo sistema di pensiero (e, del resto, è propria della più pura tradizione cartesiana la consapevolezza che non può darsi vera scienza senza vera filosofia).
Per dare al lettore una sommaria idea dell’impostazione di quest’opera del tutto “singolare”, e sublimamente “anacronistica”, diciamo che fino al cap. IX essa si presenta come un ordinario trattato di fisica teorica, mentre il X capitolo è intitolato “Le 10 equivalenze psico-fisiche”, al quale seguono “Fisio-neurologia spazio-dinamica” (cap. XI) e l’ultimo capitolo, “Il mondo spirituale”. Indichiamo anche i paragrafi con i quali si articola questo supremo punto d’arrivo della ricerca todeschiniana:
§ 64 – Le leggi fisico-matematiche e le prove psico-fisiche-sperimentali che dimostrano l’esistenza dell’anima
§ 65 – L’esistenza dell’UniVerso fisico e del corpo umano quali prove dell’esistenza della cosiddetta “anima“, del mondo spirituale e di “Dio” – La vita terrena dell’anima umana quale scopo dell’UniVerso fisico – L’esistenza dell’anima come prova dell’esistenza di “Dio”
§ 66 – Le prove psico-fisiche che solo l’uomo ha un’anima ragionevole – Dimostrazione della creazione, indivisibilità ed immortalità dell’anima umana
§ 67 – Come la vera scienza e la vera filosofia non possono portare che a “Dio” – La denuncia della mentalità anti-spirituale come causa di parzialità della scienza e della sua crisi – Le basi per l’avvento di una nuova scienza imparziale e lo stato di merito dei cercatori – Conciliazione tra scienza, filosofia e religione:
§ 68 – Il bene ed il male come prove dell’esistenza di “Dio”
§ 69 – Riassunto generale dell’Opera.
Alla base di questa Nuova Scienza, la “PsicoBioFisica”, vi è la coscienza-consapevolezza a cui Marco Todeschini è pervenuto, che tutti i moti dell’UniVerso, dall’infinitamente piccolo all’infinitamente grande, nascono da un’Etere universale, in perenne moto vorticoso, capace di influenzare sia la materia che gli esseri viventi e il loro Spirito.
Quindi per Marco Todeschini, l’Uomo è materia e Spirito, un essere correlato e comunicante, attraverso l’Etere, sia con il microcosmo che con il macrocosmo, cioè sia con le particelle infinitesimali che con le galassie”.
Per Marco Todeschini, l’UniVerso non è un’oggetto meccanico indipendente da Noi osservatori, ma bensì un’ entità pensante, la cui origine sono i movimenti vorticosi dell’Etere postulato, Etere contenuto nel VuotoQuantoMeccanico, che si può considerare l’energia fondamentale il mare nostrum che permea tutto l’UniVerso, capace attraverso le vibrazioni da esso prodotte secondo le leggi della fluidodinamica, di dare origine anche alle Nostre sensazioni, e queste poi, a loro volta, sarebbero in grado di influenzare la materia stessa.
Le tre forze fondamentali che per Marco Todeschini sono alla base della materia sono:
– Forza Elettromotrice
– Forza Gravitazionale
– Forza Magnetica
…e tutte agiscono all’ interno della:
– Forza Fluidodinamica, ovvero sarebbero le tre componenti di quest’unica forza.
Il Sole ed i pianeti, come gli atomi, gli elettroni cosiccome ogni altra “particella” (in verità onda) subatomica, altro non sono che campi rotanti di spazio “centro mossi” a forma toroidale, in un mare infinito del VuotoQuantoMeccanico, che veniva e viene chiamato Etere, identificando i fenomeni fisici come particolari movimenti di uno spazio fluido (Etere), deducendone le “leggi” attraverso l’applicazione delle conoscenze basilari della “Fluidodinamica”, il movimento dei e nei fluidi.
https://www.nexusedizioni.it/it/print/marco-todeschini-e-la-psico-bio-fisica-la-nuova-frontiera-delle-onde-a-bassa-frequenza-4324
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https://www.circolotodeschini.com/
E nel vuoto, secondo Marco Todeschini, la forza sarebbe nulla, ovvero nel vuoto assoluto, non sarebbe possibile produrre né forze, né accelerazioni, né velocità. Quelle che appaiono come forze per Marco Todeschini sarebbero possibili solo in presenza di masse soggette ad un moto generato da un vortice di Etere con una densità precisa.
Il movimento delle masse sarebbe il risultato dell’ urto delle masse stesse con l’Etere. Inoltre Marco Todeschini riteneva che lo spazio fosse ben separato dal tempo a differenza di quanto assunto dalla relatività di Einstein. Il peso stesso dei corpi non sarebbe indipendente dallo spazio fluido che li circonda.
L’inerzia quindi, secondo Marco Todeschini, sarebbe solo un’ “apparenza di forza” dovuta alla resistenza opposta dall’Etere all’accelerazione dei corpi in esso immersi. I fenomeni naturali sarebbero il risultato di azioni fluidodinamiche dello spazio eterico sulla materia, all’interno dello spazio eterico fluido stesso. Sarebbero i vortici di Etere la causa di formazione sia dei sistemi atomici che di quelli astronomici.
Per tanto una sola legge governerebbe sia l’infinitamente piccolo che l’infinitamente grande ! Inoltre la varie forme di energia radiante, le frequenze e le onde elettromagnetiche, come Noi le conosciamo, sarebbero questi stessi fenomeni fisici prodotti dalla vibrazione dell’Etere.
Marco Todeschini nella Sua critica e confutazione della relatività di Albert Einstein giunse anche a ritenere che la velocità della luce non sia una quantità assoluta e insuperabile (300.000 Km sec.), ma vari a seconda della velocità del sistema di riferimento.
Del resto si era già visto sperimentalmente, negli anni ’30, in riferimento a collisioni di particelle, come questo limite assoluto (e dogmatico, tipico della scienza ufficiale con i paraocchi) della velocità della luce Einteiniana fosse stato superato.
Marco Todeschini si è spinto anche oltre criticando la stessa meccanica quantistica, di Heisemberg e di Schrodinger, da Lui ritenuta riduttiva della realtà fisica, in quanto essa considerava i fenomeni che si verificano nell’ infinitesimamente piccolo, solo una “funzione di probabilità”, quindi privi di finalità e di determinismo.
Per contro la Scienza di Marco Todeschini la “PscicoBioFisica”, consente di mettere in relazione il mondo della materia al mondo dello Spirito, essa ci rivela la connessione intima della materia con Spirito, configurandosi quindi come una “teoria del tutto”, supportata sia da calcoli matematici che sperimentali.
La “Spaziodinamica” è la base della “BioPsicoFisica” di Marco Todescini. Ovvero alla base dell’Etere vi è un fluido, che determinerebbe i movimenti in tutti i corpi esistenti, ovvero tutti questi movimenti sono causati da un fluido in perenne movimento contenuto nel VuotoQuantoMeccanico e chiamato da sempre Etere.
Nel sistema solare il moto dei pianeti viene spiegato come conseguenza del vortice di Etere creato dalla rotazione del Sole attorno al proprio asse, il quale a sua volta trascina il fluido circostante determinando un “campo sferico centro mosso” che determina la rivoluzione dei pianeti attorno al sole stesso.
Per Marco Todeschini le sensazioni invece non esisterebbero come realtà fisiche assolute, ma bensì come entità psichiche, e queste avrebbero origine dai segnali elettici causati dall’interazione della materia con lo spazio fluido (etere) e i nervi collegati al nostro sistema nervoso e al nostro cervello.
Per Marco Todeschini la psiche coincide con lo Spirito (che Lui chiama erroneamente anima), e che è contenuto nel corpo Bioelettronico composto da plasma, ed è questo Spirito che ci consente di percepire tutti i meccanismi della vita in tutte le sue manifestazioni sensoriali.
L’anima (in realtà lo Spirito) è la psiche, che è contenuta principalmente nel cervello, il quale è una raffinata centrale elettronica che decodifica le informazioni provenienti dai sensi corporei quali sensori, le vibrazioni e movimenti dell’Etere. Ma in ultima analisi non è il cervello che riceve le informazioni, ma in realtà è lo Spirito) a percepire ed esso è registrato nello spin dei fotoni del gas fotonico che è contenuto negli elettroni che movimentano gli atomi.
Marco Todeschini è artefice anche di una nuova medicina “Psico Somatica”, egli afferma: “l’anima (in realtà lo Spirito) può anche regolare l’azione chimica secretiva delle ghiandole endocrine, concorrendo a ripristinare la salute.
Da qui le prove neurofisiologiche che il corpo Umano è un complesso di strumenti elettronici posti a disposizione dell’anima (in realtà lo Spirito) di natura spirituale”.
Le nostre sensazioni avrebbero origine dalle dalle vibrazioni dell’Etere che tramite gli organi di senso e il cervello Noi percepiamo come tali quando esse raggiungono la psiche. Questo fenomeno fondamentale è riconducibile ad una sola legge dinamica descritta dalla legge d’ inerzia: F=m.a
Per questa ragione per Marco Todeschini l’UniVerso avrebbe senso, solo se inteso come dimensione material-Spirituale e manifestato per il Progetto Vita Infinita… !
Commento NdR: Per Todeschini tutta la materia dell’universo a qualsiasi livello, sarebbe trascinata e messa in movimento da un unico vortice di spazio mosso da ciò che lui chiama “Dio”.
Il mio pensiero invece è diverso: tutta la materia dell’UniVerso a qualsiasi livello, sarebbe trascinata e messa in movimento da infiniti vortici di spazio centromossi dai vari infiniti punti del VuotoQuantoMeccanico / Etere con le leggi della Fluidodinamica, quali buchi neri toroidali, che osservano e manifestano la materia, ed i vari Io sono che sono lo Spirito che osserva la sua manifestazione, come un “dio” immanente presente all’InFinito in ogni punto di sé attraverso i vari Io sono.
Il sottoscritto Jean Paul Vanoli nell’anno 1980 ha avuto contatti personali con il prof. Marco Todeschini a BERGAMO (I), presidente dell’Accademia di PsicoBioFisica; ed ha aiutato il Todeschini alla divulgazione delle sue interessanti teorie, in Italia ed all’estero.
Bibliografia di e su Todeschini:
1931 “L’aberrazione cinetica dei raggi catodici”, Ed. Ambaglio, Pavia.
1949 “La teoria delle apparenze – Spazio-dinamica e psico-bio-fisica”, Istituto italiano d’arti grafiche, Bergamo.
1951 “La psicobiofisica quale scienza unificatrice delle leggi e dei fenomeni dell’UniVerso”, in Atti del Convegno di Psicobiofisica promosso dal Centro Studi di Metabiologia di Torino, SATET, Torino.
1953 “La Psicobiofisica”, Centro Internazionale di Psicobiofisica, Bergamo.
1955 “Revisione delle basi sperimentali e teoriche della fisica moderna”, in “Einstein o Todeschini? Qual è la chiave dell’UniVerso?”, AA.VV., Bollettino d’Informazioni Scientifiche N. 9, a cura del Movimento Psicobiofisico Internazionale S. Marco, Scuole professionali “T.O.M.”, Bergamo.
1957 “L’unificazione qualitativa della materia e dei suoi campi di forze continui ed alterni”, in Atti dell’Ateneo di Scienze Lettere ed Arti di Bergamo, Rendiconti della Classe di Scienze Fisiche, Vol. XXIX, Anni 1955-1956, Tipografia Editrice Secomandi, Bergamo.
1960 “Le vie che portano alla scienza cosmica unitaria”, Centro Internazionale di Psicobiofisica, Bergamo.
1961 “Esperimenti decisivi per la fisica moderna”, Centro Internazionale di Psicobiofisica, Bergamo.
1965 “La Teoria delle Apparenze. PsicoBioFisica”, di Marco Todeschini. A cura di Giovanni Guazzelli. Tip. MARCHI, Lucca
1969 “Scienza Universale”, in Atti dell’Ateneo di Scienze Lettere ed Arti di Bergamo, Rendiconti della Classe di Scienze Fisiche, Vol. XXXIV, Anni 1968-1969, Tipografia Editrice Secomandi, Bergamo.
1978 “Psicobiofisica – Scienza unitaria del creato”, Casa Editrice MEB, Torino.
“Marco Todeschini . Spaziodinamica e PsicoBioFisica”, di Massimo Teodorani
Vedi anche: http://digilander.libero.it/altraenergia/scienza.html
http://www.brera.unimi.it/old/Atti-Genova-2002/036-TINAZZI DEFINITIVO.pdf
http://www.cartesio-episteme.net/st/RELATIV.htm
Sito web: circolotodeschini.com
vedi PDF: su Todeschini: Marco_Todeschini_e_la_Psico_Bio_Fisica
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CON il suo “MOTORE IMPOSSIBILE” SMENTISCE EINSTEIN e NEWTON
With his impossible engine refutes Einstein and Newton
С его двигатель невозможно опровергает Эйнштейна и Ньютона
凭借其引擎无法反驳爱因斯坦和牛顿
IL CASO. Talento dell’elettronica, a 14 anni ha dovuto andare a lavorare. Poi, studiando la sera, ha preso due lauree
Mirco Gregori, 44 anni, ingegnere, è il primo al mondo ad aver replicato la macchina che di fatto smonta la famosa teoria della relatività sulla quale si basa la fisica moderna.
E’ veronese l’erede di Marco Todeschini, l’ingegnere bergamasco che ha smentito una parte delle teorie di Newton e di Einstein. Mirco Gregori, ingegnere montefortiano quarantaquattrenne, è il primo al mondo ad aver replicato per pura passione il “motore impossibile” che dimostra quanto sia “relativa” la teoria della relatività sulla quale si basa la fisica moderna.
Una sperimentazione, la sua, che rende giustizia allo scienziato bergamasco, ne riporta prepotentemente d’attualità le teorie e che è destinata a riaccendere la discussione sulla finitezza della fisica classica e su tutto il sapere che, secondo Gregori, sarebbe costruito su un assunto sbagliato.
“Guardi qua: come può essere vera questa cosa ?”, dice Gregori mettendo il dito sotto i cardini della relatività. Insomma, lo vedrebbe anche un bambino delle scuole elementari che la formula C= C+V non sta né in cielo né in terra, “perché come può una cosa essere uguale a sé stessa più qualcosa d’altro, cioè, nel caso specifico, il postulato della costanza della velocità della luce?”.
Tutto, per Mirco Gregori, è partito da qui, o meglio da una domanda ancora più semplice: «Ma sarà vero che la luce ha una velocità e che sia la massima raggiungibile, e sarà vero che la terra galleggia nel vuoto?».
Ce ne sarebbe abbastanza per diventare matti, ma l’ingegner Mirco Gregori è un tipo a dir poco pragmatico. Anzi, questo è il suo marchio di fabbrica. Lo ha imparato dalla vita ad esserlo quando, avviato a brillanti studi tecnici per via di un talento non comune per la meccanica e l’elettronica, si è trovato a interromperli a quattordici anni per andare a lavorare.
A dire il vero, lavorare l’ha sempre fatto perché è tra i carrelli dell’officina del papà, storico meccanico a Costalunga, che ha scoperto il suo talento. Va a lavorare, Mirco, e a vent’anni, aiuto carrellista all’Aia, si rivela: “Ci fu un blocco tecnico che paralizzò tutta la produzione. Mi feci avanti. Mi guardarono dubbiosi, ma alla fine mi dissero di sì: tolsi la scheda che governava le macchine, ci lavorai un pò e la produzione ripartì”. Nulla di strano per uno che a 14 anni realizzava programmi per computer e si costruiva i videogiochi.
Il signor Veronesi lo premia e così Mirco, alle scuole serali, conquista la maturità da perito tecnico e telecomunicazioni. Il resto è una corsa a perdifiato: due lauree, “ma basta scrivere che sono dottore in scienze informatiche e c’è dentro tutto”, e lo studio sempre abbinato al lavoro.
Dopo l’Aia c’è la Bauli e oggi il ruolo da responsabile dei servizi informativi di un colosso veronese della grande distribuzione organizzata. “Ma sì, è lavoro”, taglia corto. “La passione è altra cosa”.
Già, altra cosa, cioè gli ultimi cinque anni di studio partiti da quelle domande: “Ho scoperto Nikola Tesla, il papà del sistema elettrico a corrente alternata e delle onde radio. Così ho conosciuto e mi sono innamorato di Todeschini”. Cerca e ricerca, studia e ristudia, Gregori incontra Fiorenzo Zampieri, il depositario di tutto quello che Marco Todeschini ha scritto e fatto fino al 1988, anno della sua morte.
Tutto o quasi perché la sua rivoluzionaria invenzione, il «motore impossibile» che Gregori ha replicato, è letteralmente svanito nel nulla.
E si capisce anche il perché, “visto che a molti scienziati che si muovono con la mente libera, che sperimentano e discutono il consolidato si chiude la bocca. Antonella, la figlia di Marco Todeschini, me lo ha detto tra le lacrime vedendo il motore impossibile in funzione: a lei è andata meglio che ad altri congiunti di scienziati perché le cose del padre sono state nascoste e non bruciate”.
Ma torniamo a Zampieri che negli occhi scuri di Gregori vede quella luce che lo convince che solo quell’ingegnere quarantenne farà rivivere Todeschini. Ecco perché gli mette nelle mani tutto. E Mirco Gregori studia. Poi, due anni fa, trasforma tutto in realtà fisica e costruisce pezzo per pezzo il motore, con l’aiuto dell’amico Giancarlo.
Ci hanno provato in tanti, lui è il primo a farlo funzionare: “Semplice”, spiega, “attraverso un moto rotatorio è possibile ottenere un moto rettilineo pulsato. La fisica non lo ammette, la realtà sì”, dice mostrando il motore in funzione.
Per semplificare, il senso è pressappoco questo: a un’azione corrisponde una reazione. Punto. Fine. Prima di Todeschini e Gregori la frase sarebbe continuata con la precisazione “uguale e contraria”. Sotto i tuoi occhi, però, ti accorgi che non è così.
Come si spiega tutto ciò ? “Esiste se concepiamo l’esistenza dell’etere che pervade il cosmo intero. Ecco perché, diversamente da quello che comanda la fisica classica, quello che hai visto adesso è così non solo sulla Terra”.
A Valsecca, il paese natale di Todeschini, nel Bergamasco, dove Gregori ha presentato per la prima volta il motore, la gente piangeva. E lui, dando voce a Todeschini, lo ha ribadito:
“La forza non esiste, è apparenza. La massima velocità raggiungibile per una particella non è limitata a quella della luce, ma di gran lunga superiore”. E così, col “motore impossibile”, potrebbe saltar fuori anche un modo diverso per esplorare il cielo.
By Paola Dalli Cani – Fonte: larena.it
Fonte: nexusedizioni.it
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Marco Todeschini e la Psico-Bio-Fisica. La nuova frontiera delle onde a bassa frequenza – By Rocco BRUNO
Marco Todeschini è stato un uomo eccezionale del nostro tempo, sintetizzando in se filosofia, arte, mistica e scienza, ridando vigore e riconoscimento alle teorie di Galileo, Aristotele, Cartesio e molti altri, rivelando quello che la scienza moderna continua ostinatamente a celare dietro a formule sulla natura del “vuoto”, sulle “forze” che lo muovono imputandole ad una qualche qualità della materia di cui non sono riusciti nemmeno a spiegarne l’origine (non se ne capacitano) e per la quale non celano neanche un minimo imbarazzo, considerando queste forze semplicemente insondabili e “misteriose”; o sull’atomo, la natura ondulatori e corpuscolare delle particelle e molto altro solo postulato, ma mai realmente dimostrato.
Non starò qui ad elencare i meriti ed i riconoscimenti1 del suo lavoro, dalle cattedre di Psicobiofisica sorte in Europa ed America alle onorificenze2 di Stato quando ancora queste cose avevano un valore ed un significato preciso di integrità, sacrificio ed abnegazione, dirò soltanto che Marco Todeschini morì nel 1988, a 90 e passa anni, ed a parte la stima di quei pochi che riconobbero in lui il genio, egli è rimasto ai margini della comunità scientifica (i suoi testi non vengono nemmeno studiati nelle facoltà universitarie di fisica) e del tutto inascoltato, nonostante avesse teorizzato una delle più brillanti teorie unificanti: la “Teoria delle Apparenze”.
Questo presumo fu dovuto, per buona parte dal fatto che nel suo descrivere l’universo egli introduceva la questione di un altro “ordine” di mondo (mondo delle cause o spirituale), una volontà ed un intelligenza superiore che andava oltre il comportamento della materia.
Il senso di introdurre questo “ordine” o cosmo era evidentemente quello di indurre a considerare la possibilità che esistesse qualcosa di “sottile”, “immateriale”, ma in grado di influenzare la materia stessa al punto tale da agitarla ed organizzarla in sistemi sempre più complessi. Il senso della parola “Spirito” o “spirituale” significa proprio questo, “spirito” è qualcosa di volatile ed indefinito in grado di permeare uno po’ tutta la realtà o materia. Purtroppo questo termine nel tempo ha acquisito contorni e valori più simili alla superstizione e la creduloneria che ad altro, allontanando, più o meno volontariamente, quello che oggi chiameremmo il mondo scientifico da una strada che in realtà era già stata intrapresa e tracciata dai primi studiosi delle cose dell’universo e dell’uomo.
Lo Spirito è qualcosa che potrebbe avere a che fare con la “consapevolezza”?
Che cosa intendiamo per “intelligenza”? L’ “Intelligenza” è “consapevolezza” ?
Diciamo che l'”intelligenza” che può essere attribuita alla materia, sia essa fluida, solida o gassosa, o sia essa intesa come la biologia o vita in tutte le sue forme, altro non è, per come è intesa qui, che la capacità di “organizzarsi”, o per meglio dire di “adattamento”. Questo potrebbe essere determinato dall’applicazione di “forze”, proprio le stesse sconosciute forze di cui sopra.
La “consapevolezza”, sempre per come viene inteso il discorso qui, è qualcos’altro ed ha, dal mio punto di vista, molto a che vedere con quello che noi consideriamo la “coscienza”, ovvero la capacità di renderci conto, di “capire”. Che cos’è la “consapevolezza”? La materia in questo senso può “pensare”? La terra ha una sua consapevolezza? La terra è in grado di capire? Processo complesso da spiegare. Ogni ordine di mondo ha una sua “intelligenza” che gli proviene dalle forze applicate, ma parlando di “consapevolezza” o di “coscienza” o di capacità di comprendere, l’argomento inizia a presentare qualche difficoltà a dare
moderna, fondamentalmente basata sul positivismo e materialista, può veramente avere quell’arroganza di pretendere di sapere cosa sia il processo del “pensiero”. Di fondo direi che non ne sanno granché, ma ne escludono completamente qualsiasi genere di partecipazione al processo creativo; che esso sia nell’uomo o nell’universo, escludendo di fatto lo “Spirito”, nel modo con cui viene inteso qui, dalle cose della creazione riducono di fatto ogni possibilità di venire a capo di un qualche tipo di comprensione olistica od omnicomprensiva. La “consapevolezza” è qualcosa di assolutamente indefinito, immateriale, forse difficile da decifrare e capirne l’origine (spirituale, sottile, volatile), non localizzabile, ma che esiste, dato che ne facciamo continuamente esperienza.
Poi se vogliamo credere che anche questo è parte dell’intelligenza biologica (adattamento per la sopravvivenza), o che si tratti di costrutti della mente umana, capricci della percezione, ovvero temporanei costrutti dell’intelletto umano che cerca disperatamente di giustificare un’esistenza priva del ben che minimo significato e scopo, o quant’altro potremmo trovare interessante da produrre del giustificare il fatto che non ce ne vogliamo occupare, è una altro tipo di questione, ed anche questo è parte di un preciso genere di “ostinazione” che con irragionevole arroganza giudica puerile e primitivo cercare di spiegare o trovare uno scopo all’esistenza umana fondamentalmente solo perché divergono dalla concezione molto darwiniana di sopravvivenza ed adattamento.
Come spiegare, pertanto, la presenza od esistenza della “consapevolezza”? Come può essere qualcosa da attribuire a un qualche tipo di processo biologico? Come spiegare la stessa razzio alla quale ci si appella per risultare in qualche modo “oggettivi” o “accademici”? Niente di quello che si processa in un uomo può avere la qualità dell'”oggettività”; il suo stesso sistema di rilevamento sensoriale conferma l’impossibilità di essere oggettivi1.
La “consapevolezza” è qualcosa che ha a che fare con la capacità di osservare e dedurre, con la capacità di realizzare un linguaggio per poi portarci a comprendere la natura del mondo nel quale viviamo, è qualcosa che personalmente non posso che trovare e considerare straordinario e per nulla prevedibile o scontata, questo nonostante l’umanità faccio ogni genere di sforzo per farla sembrare tale. Ma torniamo a Todeschini.
Egli enuncia che il Sole ed i pianeti come gli atomi e gli elettroni altro non sono che campi rotanti di spazio “centro mossi”, identificando i fenomeni fisici come particolari movimenti di uno spazio fluido, deducendone le “leggi” attraverso l’applicazione delle conoscenze basilari della “Fluidodinamica” ed introducendo anche tra questi fenomeni quelli di natura sottile ovvero “spirituale” che sorgono nel soggetto “osservatore”. Lo stesso Cartesio per spiegare il meccanismo del sistema Solare, aveva immaginato che un immenso vortice di fluido, chiamato “etere”, ruotando attorno al Sole, trascinasse i pianeti a compiere una rivoluzione intorno ad esso. Rimaneva un ultimo grande interrogativo per Todeschini e cioè – “chi o cosa imprime il movimento alla materia e regola i processi biologici e psichici dell’uomo?”- attribuendo questo comportamento a qualcosa.
1 Un impressione per essere processata deve restare nella presenza di un individuo almeno un quanto di tempo, il che significa che l’essere, inteso come ciò che anima quella tale forma di vita, fa una sorta di campionamento, attraverso gli organi di senso (vista, udito, olfatto, etc.), della realtà la fuori, e poi mette insieme un fotogramma dopo l’altro in sequenza dando l’illusione di continuità. Il tempo biologico di un essere umano in buona salute corrisponde ad 1/16 di secondo, ed è questo è il tempo o istante in cui dura un impressione nella presenza generale di un soggetto o individuo. Questo significa che tutto ciò che si muove più velocemente di questa frazione di secondi, pur venendo percepito dai sensi, non verrà mai processato dalla “coscienza” o consapevolezza del soggetto. L’uomo si comporta come un filtro passa-basso, è in grado di “accorgersi” delle sole perturbazioni di etere di frequenza inferiore o pari ai 16Hz. Questo significa che in realtà i sensi registrano tutti i movimenti di etere, ma la Psiche che ha necessità che qualcosa per esistere nel suo spazio debba durare almeno un certo istante (1/16sec), trasforma tutto in soggettività, di ancora inesplorato, forse inaccessibile, ma non per questo non conoscibile. Se solo l’uomo avesse compreso la necessità di crescere e cambiare il suo paradigma di fondo o la descrizione che si è dato del mondo, dell’universo e del significato della sua esistenza su questo piano, in una parola se solo l’uomo avesse capito e cercato un nuovo “sistema cognitivo”, proprio quello che Todeschini propone, avrebbe iniziato a esplorare gli autentici misteri dell’universo, invece che ritardare e soffermarsi a misurarne solo le sue “apparenze”.
I filosofi e tutti gli autentici ricercatori della storia hanno chiamato queste intelligenze “Logos“, mutuando il termine dalla parola greca λόγος derivata dalla parola λέγειν (léghein) che significa “scegliere”. I “logos” dotati di particolare forza e volontà sono un emanazione del Creatore, una sorta di “legge universale” che regola l’universo. Il logos” assoluto è quello che noi chiamiamo Dio (definizioni che ritroviamo il Platone, Eraclito, Leucippo, Aristotele e molti altri). Il “logos” come una vibrazione in grado di dare movimento all’etere e concentrarlo in precisi punti, appunto, centro mossi, sulla sua superficie.
Nonostante Todeschini ne abbia dimostrato l’esistenza egli ha anche dimostrato che il movimento che osserviamo non deriva dall’etere, l’etere è un fluido dinamico mosso da intelligenze emanate da una coscienza superiore che chiamiamo Dio ed al quale Todeschini imputa ogni ragione ultima dell’esistenza dell’universo. C’è una causa che viene prima della manifestazione fisica, i cui comportamenti altro non sono che “apparenze” di queste influenze, quello che gli antichi chiamavano Spirito. Nella tradizione orientale dei veda – Purusha (la forza o coscienza o intelligenza) investe e agita Prakriti la materia fluido dinamica o etere che prende forma. Oggi capiamo che c’è molto di più che delle masse immerse in questo fluido, capiamo che queste masse molto probabilmente sono state generate da qualcos’altro la cui manifestazione od “apparenza” è quella stessa forza che imprime movimento all'”etere” generando campi in esso (centro mossi); una forza, una volontà, un’intelligenza al di fuori della materia in grado di modellare l’etere e fargli assumere la forma di quelle concentrazioni che chiamiamo pianeti o stelle.
Immaginate di disporre di un foglio di gomma fluida, magari trasparente, e per effetto del calore e del movimento di poter agire in modo rotante su di esso, proprio come quando girate la polenta nel paiolo. Nel punto in cui porrete il centro di applicazione di questa forza (centro mosso) inizierete ad avvicinare massa di questa gomma fino a creare una concentrazione che darà l’impressione, o meglio, l'”apparenza” di una maggiore densità rispetto al resto della sostanza fluida disponibile.
Provate adesso ad immaginare di applicare questa forza in svariati punti del nostro foglio (i logos) ed immaginate di non essere in grado di vedere il foglio stesso: ne otterreste un sistema di concentrazioni (spazi rotanti) molto simile ad un sistema di pianeti e che solo apparentemente risulterebbero inerti, densi e fluttuanti nel vuoto.
Le loro rotazioni a spirale si influenzerebbero tra di loro perché prodotte su di un’unica superficie fluido dinamica dando l’impressione di possedere forze (di gravità o attrattive e repulsive) che si interconnettono ed interferiscono a causa della loro massa e distanza; delineando quelle orbite solo “apparentemente” ellittiche. Una cosa simile la osserviamo tutte le volte che un turbine d’aria (invisibile all’organo visivo) investe della polvere che, sollevata, ne delineerà i contorni ed il movimento. In ultima analisi anche il calore ed il movimento altro non sono che altre “apparenze” dato che le stiamo osservando in un mondo manifesto o fisico, che risulteranno altri comportamenti inspiegabili, secondo la scienza ufficiale, della materia, ma che Todeschini spiega come “sensazioni” percepite dall’osservatore. Ecco che siamo in grado di spiegare tutto questo attraverso il concetto di “vibrazione” (cimatica). Tutto si tradurrebbe in una vibrazione, solo attraverso la vibrazione noi siamo in grado di generare calore e movimento in uno spazio fluido. Ecco comparire un altro tassello gli spazi vengono centro mossi da una qualche specifica vibrazione, pulsata e ripetuta a cicli o frequenze stabilite. Da dove arriva questa vibrazione ? Di quale sensatezza è dotata ? Cosa ne stabilisce la frequenza e perché ? A che scopo ? Quale è la coerenza di una tale azione ? A cosa serve l’universo e perché ha questo comportamento?
La scienza sta solo misurando le sue “apparenze” lontana dallo scoprire questa ragione, non gli interessa, perché se dovesse farlo dovrebbe porsi la questioni – “chi o cosa sta operando dietro all’universo?” e “con quale interesse?”, e “per ottenere quale risultato?”; e questa, come ben ci è stato detto ed insegnato, è da considerarsi solo cosa da filosofi e quindi di poco conto. La Filosofia va bene fino a quando racconta scemenze nei salottini o per vendere libri incomprensibili, ma se si pone come cardine di una ricerca deve essere ridicolizzata e resa inoffensiva; già, dato che la scienza, per qualche ragione che al momento ci sfugge (oppure no), non deve interessarsi di queste cose. Nulla di più lontano dalla verità. Come è possibile credere ancora oggi a scemenze del tipo che l’acqua sulla terra l’abbiano portata le comete precipitando senza apparente ragione sulla superficie e sciogliendo minuscole quantità di acqua in milioni di anni, o che siano state delle specie di alghe a produrre ossigeno, o cose simili propagandate in documentari a vario titolo e tutti con lo stesso format?! Avete un’idea delle dimensioni di un oceano?
Magnetismo, gravità, peso, inerzia, forze centrifughe e giroscopiche sono tutte “apparenze”, cioè tutte conseguenze di un’unica causa di ordine diverso e superiore di cui Todeschini ne scoprì l’essenza. La domanda veramente interessante da porsi non è se Todeschini ha ragione o chissà cos’altro di scientifico, ma semmai: Perché ? Perché “centro mossi” ?
Vi siete soffermati a riflettere su l’espressione usata da Todeschini: “centro mossi” ? Perché ? A che scopo ? Cosa sta cercando di fare, passatemi il termine, il “Creatore” agendo in questo modo nell’Universo, e perché con questa modalità e non un’altra ?
Queste non sono solo domande esistenziali, sono domande scientifiche e la scienza dovrebbe porsi la questione, senza lasciare questo vuoto in mano a superstizioni religiose, guru e maestri a vario titolo. Ma passiamo avanti.
Todeschini non si limitò infatti a questo. Scoprì o meglio rivelò e diede coerenza, causa, ragion d’essere alla tecnologia elettronica di tutti gli organi di senso; confermando di fatto quanto da tempo tutte le tradizioni orientali affermano a proposito dei meridiani, il sistema nervoso e le loro connessioni con il cervello, le relazioni con gli organi vitali (proprio come afferma Hamer a proposito dei “foglietti embrionali”), il perché dei disequilibri (sempre di Hamer la sensatezza biologica e lo studio dei “conflitti” interiori) e quale incredibile relazione ha tutto questo con lo stato mentale o sistema cognitivo o credenze o credo in essere attualmente in questa società, con ciò che chiamiamo “psiche“.
Basterebbe integrare il lavoro di Hamer con quello di Todeschini e viceversa introducendo la relazione frequenze (di funzionamento del cervello) ultrafini od a bassa frequenza =”foglietti embrionali”= organi e tessuti collegati, insieme ai concetti di “conflitto biologico” e stato elettrico “bio-energetico generale“. Completando il quadro introducendo lo studio di sè, delle abitudini (anche mentali), atteggiamenti, “sistema cognitivo” attuale, integrando il tutto con un lavoro di educazione atto a liberare la “mente” ed ad assumere un nuovo “atteggiamento” o “sistema cognitivo”, liberandosi dalle “idee” pregresse che ne condizionano il comportamento: causa prima del suo squilibrio generale. Mappando ogni area del cervello, non solo per “foglietti” (embrionali), ma anche per “frequenze di funzionamento”, ci troveremmo difronte alla possibilità di realizzare uno strumento avveniristico per la medicina moderna, che ci permetterebbe di operare sulla salute di un individuo (senza squartarlo o avvelenarlo) e molto altro legato anche alla sua psiche, cosa possibile, quest’ultima, solo se insieme introdurremo un nuovo “sistema cognitivo” in grado di aprire la mente e la visione sull’uomo e le implicazioni profonde del fatto che egli esiste.
Se un individuo vede il mondo attraverso la lente del suo condizionamento non potrà che imporre precise risposte biologiche che per quanto sensate non faranno altro che danneggiarlo (visto che questo è lo scopo non dichiarato dei “sistemi” attuali in essere) e portarlo a quello che lui, ancora erroneamente, chiama malattia o disastro emotivo. Ecco perchè molte delle cure nuove rischiano di perdere di efficacia. E’ lo stato mentale, le abitudini mentali insinuate da secoli negli esseri umani l’ostacolo che deve essere superato se vogliamo aumentare l’efficacia di tutta questa conoscenza e terapie. Si pone sempre la questione della necessità di portare avanti e sviluppare un nuovo tipo di istruzione o educazione. La parte di istruzione, addestramento della psiche o anima ad un nuovo paradigma atto ad aiutarla a rendersi conto di essere stata ingannata, non può prescindere o essere escluso da questo tipo di studi e “lavoro”. Una rivoluzione del pensiero in grado di contestualizzare tutte queste novità (per noi). Credo che non a caso Todeschini abbia chiamato tutto questo Psicobiofisica, gettando le basi di una nuova scienza unitaria (o olistica) in tutti i sensi.
La ricerca personale, lo sviluppo e la “presa di coscienza” sono elementi imprescindibili per uscire da quel torpore generale e struttura mentale che ci fa interpretare per poi ripetere sempre le stesse cose (binario conflittuale) e ci porta inesorabilmente a vivere in modo del tutto inconsapevole sperperando le nostro risorse e facendoci sperimentare costantemente una condizione di “inadeguatezza” che per alcuni è diventata oltre modo insostenibile, e mi riferisco soprattutto a coloro che hanno iniziato “sinceramente” a intuire che c’è molto di più di quello che uno crede o gli raccontano. La “sensazione” di essere stati privati di qualcosa, se anche non chiara e solo al livello di un “sentimento”, è la realizzazione di un autentico stato di necessità che si manifesta come quel “chiodo fisso da non dormirci la notte” di cui è affetto Neo, è questo quel particolare stato in grado di dare un senso e generare quella condizione ben espressa dalle parole del Cristo: “cercate e troverete !” Capiamo così che per cercare bisogna avere una “necessità” che sia oltre i bisogni di una mente e un emozionale immaturo e capriccioso che erroneamente chiamiamo o identifichiamo con l'”anima”. Ma proseguiamo.
Todeschini, sempre a proposito della biologia, completò il quadro introducendo tra gli organi di senso già abitualmente studiati, lo studio e l’osservazione degli organi quali quelli termici, organi elettrici, organi di moto, e comprendendo la ragione ed il perché esiste nell’uomo una struttura dei nervi atti e fatti per condurre elettricità; tutto alla luce della natura complessa ed olistica di Psiche, biologia e fisica. L’uomo è una macchina biologica incredibile, che attraverso il cibo, l’aria e le impressioni (o “urti di materia eterica dello spazio fluido verso i nostri organi”) che riceve dall’ambiente è capace di estrarre quell’alimento, quella sostanza energetica, bioenergetica che le serve per il suo funzionamento e per la sua sopravvivenza. Se per il cibo e l’aria gli organi preposti a questa trasformazione seguono un programma biologico inviolabile, il comportamento dei nostri organi di senso influenzati dalle impressioni che continuamente riceviamo sono reinterpretati alla luce della nostra attuale mentalità o “sistema cognitivo” (deficitario).
Il “sistema cognitivo” che l’uomo usa per interpretare la realtà fisica influisce e genera stati d’animo che determineranno le circostanze e il suo stato di salute generale, ovvero il suo stato energetico, trasformando l’oggettività dell’osservato nella soggettività alterata dell’osservatore. Va da sé che se convinci qualcuno di essere nulla e lo condizioni a cercare costantemente attenzioni, riconoscimenti e considerazione dagli altri creerai un alterazione difficilmente eludibile e che influenzerà ogni possibile opportunità di rendersi conto di quale condizioni di schiavitù, soprattutto emotiva, viviamo. Anche quando messo al corrente quell’individuo senza fare un percorso a ritroso o di ricapitolazione dei suoi processi educativi e del suo vissuto programmato, utilizzerà questa nuova informazione ancora con la stessa modalità interpretativa (programma o app.) che gli è stata suggerita e per la quale è stato convinto essere accattivante e unica possibile per lui.
L’uomo è come uno “smartphone” che consuma batteria o carica con applicativi o “apps”, che lui considera necessarie e che provengono da un’unica centrale di programmazione (il mondo delle macchine in “matrix”).
Le “apps” di per se possono essere utili al suo sviluppo intellettuale come anche alla sua degenerazione; dipende dal codice e quali processi nascosti genera sotto. Siamo invogliati ad usare queste apps (penso a what’s up ! e a molte altri simili per comunicare in “libertà”) di cui non ne conosciamo fino in fondo il funzionamento e lo scopo, e siccome è nella normalità usarle, non ci poniamo nemmeno la questione. Dato che alla fine, indipendentemente dal servizio che offre, ogni “app.” consuma in misure diverse la carica della batteria, diventa interessante capire cosa fa realmente, come opera, cioè, ognuna di queste “app.”, tanto per poter scegliere quali siano veramente utili e quali no. Si capisce l’analogia?! Si capisce solo se si è capita la questione relativa alla risorsa energetica o batteria.
Todeschini sostiene che gli urti dello spazio fluido verso i nostri organi di senso sono la causa delle “sensazioni” che sperimentiamo continuamente, ma che interpretiamo alla luce di precise “credenze” o “sistema cognitivo”. Chi non è in grado di accorgersi che siamo capaci di percepire calore, o che ci stiamo muovendo? Diamo queste cose così tanto per scontate da non porci più
l’attenzione o la domanda, perdendone così anche il senso “cognitivo” e le immense implicazioni dal punto di vista esistenziale che porci l’attenzione farebbe emergere. E’ questa la grande rivoluzione di Todeschini quella di riformare, attraverso la conoscenza e la sperimentazione scientifica e l’adozione di un atteggiamento, il “sistema cognitivo” dell’individuo. Partendo da una nuova base di “conoscenza” (Psicobiofisica) e dalle “osservazioni” di se, quell’individuo diventa capace di capire molto altro, rispetto a quello che gli è stato imposto, concernente il suo “essere”. Quanti sono in grado di sbrandizzare il loro smartphone od assegnarsi privilegi di “root” (superuser) che gli permettano di gestire veramente il loro dispositivo? Vediamo il nostro telefono rallentare, scaricare la batteria in poche ore, nonostante ne facciamo un uso oculato, senza individuarne la ragione. Diamo per scontato che dobbiamo rimetterlo sotto carica e la cosa finisce lì. Pur di poter soddisfare i nostri desideri non ci fermiamo a riflettere da dove tutto questo arriva e a quale scopo. Lo scopo è scaricare la batteria mentre ti convinco che questa cosa ti è indispensabile per vivere. Si capisce l’analogia ?!
Grazie alla sostanziale non conoscenza dei meccanismi, del funzionamento non solo del cervello, ma anche degli stessi organi di senso si sono diffuse sul web e anche oltre, informazioni, alcune delle quali fanno riferimenti espliciti agli studi di Todeschini, secondo cui sarebbe possibile riequilibrare gli emisferi cerebrali attraverso l’applicazione o l’ascolto di tracce audio, di non ben precisata natura, che riproducono onde a bassa frequenza ed altre cose del genere. Mi sto riferendo in particolare alla “superstizione” sul 432 hz, gli 8 hz, la relazione (che non esiste, almeno come è contestualizzata) con i chakra e molto altro, il conseguente e presunto lifting sonico equilibratore come effetto o certe “neuro-tecnologie” che si prefiggono di potenziare le nostre “facoltà”.
Quali “facoltà”? Non c’è macchinario o Cd o scienza che possa trasformare un “cordolo da marciapiede” in un “autostrada” (V.P.). Sono i processi di crescita, l’esperienza vissuta direttamente, il coraggio di affrontare l’esistenza come una grande avventura, un viaggio all’insegna del rendere conosciuto lo sconosciuto, il lavoro costante nel tentativo di liberarsi dai condizionamenti di un “sistema “cognitivo” distruttivo, questo permette di crescere e diventare qualcos’altro. Se le “sensazioni” o “impressioni” che riceviamo verranno comunque tradotte dal nostro interprete personale (“sistema cognitivo” attuale) quali benefici duraturi possiamo sperare da qualsivoglia tecnologia o terapia? Tutto vero, mi riferisco alle ricerche ed informazioni sopra citate, dalla ricostruzione storica (da 432hz a 440hz) all’utilizzo pratico, ma si confonde una questione legata alla percezione ovvero impressioni o urti della materia eterica con i nostro organi di senso con la possibilità di accedere e dare energia ovvero ricarica e riequilibrare il cervello. Le onde a bassa frequenza o ultra fini di per sé non fanno nulla, sono frequenze con cui le varie parti del cervello elaborano le percezioni, come la frequenza di funzionamento del nostro processore di ultima generazione del computer. Queste tracce audio in particolare o emissioni d’onda muovendo la materia eterica producono nell’urto con i nostri organi di senso delle “sensazioni” che noi facilmente interpretiamo come gradevoli attribuendole allo spirito mentre si tratta ancora di questioni legate ai comportamenti della materia; certo, meglio che il frastuono generale, ma dare cibo energetico al cervello ed eventualmente equilibrarlo scaricando le cariche elettrostatiche nocive di telefonini, Wifi, tv, etc… è un altra cosa.
Le “emissioni” elettromagnetiche provenienti dal corpo che si sostiene vengano registrate non sono altro che l’effetto del funzionamento bio-frequenziale naturale del cervello, degli organi e della struttura nervosa e non sarà certo una riproduzione sonora a riportare in equilibro un funzionamento che è già tale per sua natura. Certo lo “spirito” che produce come conseguenza di questi urti “sensazioni” gradevoli ne guadagna, ma avere una piena consapevolezza è un altra cosa ancora. C’è un altra diceria sul cervello che va sfatata ed è quella relativa alla sua dualità, diceria che afferma e porta a dedurre, in sintesi, che l’emisfero destro creativo sia buono e quello sinistro logico-razionale sia cattivo; in realtà entrambi gli emisferi sono utili e sono utilizzati dal deus ex macchina per la realizzazione di un esperienza piena dal punto di vista coscienziale. Tutta questa dualità è solo nella testa di chi osserva, ma non è come sembra; il problema semmai è il contenuto che è stato depositato in quella parte dell’emisfero sinistro del linguaggio e non solo, per effetto dei processi educativi del primo tipo, che altera l’interpretazione di certe “sensazioni”.
Gli esseri viventi emettono onde elettromagnetiche come “apparenze” del funzionamento dei dispositivi che compongono la struttura elettro-biologica. L’elettricità è il mezzo, è un altro strumento o “apparenza”. Elettricità o energia e “coscienza” sono indissolubilmente legate, l’una non si manifesta senza abbastanza dell’altra. Le frequenze basse o ultrafini sono le frequenze di funzionamento di questo incredibile “processore” che chiamiamo cervello e sede o tramite attraverso il quale l’anima opera in questo mondo materiale.
Ogni sezione ed ogni emisfero ha la sua frequenza di funzionamento e tutti gli organi interni e sistemi interni legati ai vari compartimenti o foglietti embrionali funzionano con le stesse frequenze della parte cerebrale dalla quale derivano. E’ di uno strato superiore, sopra alla materia che stiamo parlando, quello biologico (sensato) o biofrequenziale.
Sapere delle onde ultrafini, le biofrequenze, conoscere la struttura e la modalità di funzionamento del cervello equivale ad avere le chiavi di accesso. La domanda è per farne cosa? Il cervello riconosce esclusivamente un campo pulsato prodotto da un toroide naturale come è la terra, gli alberi fanno il resto. Le cuffie di uno stereo non bastano ad attivare questo riconoscimento, non c’è nessuna bio-risonanza, in senso stretto, in un “urto” con gli organi di senso, ci sono “sensazioni” più o meno gradite che possono o meno alterare o migliorare lo stato umorale. Alimentare il cervello non è cosa così banale. Il tipo di intervento richiesto e un pò più articolato.
Lo stesso Todeschini suggerisce il modo di come produrre dispositivi basati su “tecnologia biofrequenziale” in grado di realizzare veramente quest’opera, questo servizio, perché aveva studiato e compreso il funzionamento biologico e la relazione con le frequenze (bio-risonanza). Suggerì come costruire un macchinario in grado di generare specifiche frequenze elettromagnetiche ultrafini che si sintonizzassero al normale funzionamento del cervello per legge, appunto, di “risonanza” o meglio per bio-risonanza e per trasferire quantità di elettricità utili ad un miglior funzionamento generale che si traduce in conseguente miglioramento dello stato di salute e molto altro.
Non possiamo trasferire direttamente energia al cervello applicando elettrodi alla testa, dobbiamo sapere come funziona (frequenze) ed usare l’elettromagnetismo, proprio come fa la terra, per trasferire (attraverso la bio-risonanza) l’apporto energetico, il quantitativo di elettricità possibile o utile. Magnetismo e bio-risonanza, e in mezzo passa il flusso, l’elettricità sotto forma di corrente a bassa frequenza, riconoscibile e per questo accetta dal cervello. Immaginate di alimentare direttamente il vostro telefono attaccandolo alla rete delle 220volt, cosa accadrebbe ? Esatto, “svamperebbe” o non si ricaricherebbe. Serve un dispositivo che funzioni come un diapason che per bio-risonanza con le aree del cervello preposte all’attività di controllo di tutti gli organi e sistemi sia in grado di portare l’apporto energetico, tradotto in elettricità, necessario ad un miglior funzionamento.
Oggi solo pochi sono stati capaci di realizzare veramente questo tipo di macchinario, questo perchè uno dei problemi principali è pulire il segnale dalle interferenze del campo (onde ad alta frequenza dei vari dispositivi elettrodomestici e oltre). Riducendo la bioenergetica allo studio di frequenze è un errore, bisogna capire che di tutto quello di cui abbiamo bisogno il nostro sistema biologico né è già dotato, può essere aiutato, ma la rigenerazione è cosa seria e compito della natura. Se un problema esiste è semmai quello della disponibilità di energia, inteso coma la carica (elettrica o vitale o eterica) disponibile, ovvero di cui possiamo disporre, ed una volta capito come superare il problema resterebbe comunque la questione di quale uso farne di questo surplus energetico, anche se la natura saggia è in grado di indirizzare da se stessa questo quantitativo, diciamo verso quei sistemi che ne richiedono prioritariamente necessità. Nel cervello risiede la sede dell’anima (?).
Come più volte ho detto la “coscienza” è una possibilità, che si realizza dipende dall’energia di cui disponiamo. Serve autentica “integrità” per permettere ai meccanismi biologici di “fare”.
Aumentando il livello di energia non solo saremmo in uno stato di salute migliore, ma, superando un certo livello pari alla soglia di sopravvivenza, potremmo disporre di un potenziale di carica da permetterci di riavviare quei sistemi che attualmente sono stati “ibernati”. Se un problema quindi esiste non sta nell’equilibrare gli emisferi, ma nella carenza di corrente vitale. Come ho avuto modo di dire in un precedente post “cosa nascondono i sistemi di credenze” siamo intenzionalmente tenuti in riserva attraverso l’induzione all’assunzione di comportamenti svantaggiosi di cui ne ignoriamo la gravità dato che per lo più le persone sono convinte che questa condizione sia la normalità.
Il corpo umano è un complesso di strumenti o dispositivi elettronici posti a disposizione della parte sensata, “esserica” o anima di natura spirituale (dategli in nome che vi piace) che ognuno di noi è nel suo profondo al di là delle forme e dell'”apparenza”; purtroppo questa relazione è costantemente interferita da condizioni educative pregresse, dalla struttura delle nostre abitazioni, da campi di interferenza ad alta frequenza (campi elettromagnetici, trasmettitori radio, et. che si accumulano in cariche elettrostatiche), in una parola dalle condizioni di vita che abbiamo stabilito qui in secoli di non conoscenza ed oppressione che adesso impediscono a noi la pienezza di una “coscienza”, ed allora ci identifichiamo con i processi di interpretazione della realtà invece che essere coscienti di ciò che siamo realmente: veri e propri esseri spirituali ovvero “pensanti”.
E anche quando ne siamo informati ci infarciamo la testa di scemenze e ci rotoliamo nell’incapacità di darne prova sperimentale con i comportamenti o con la nostra condotta di vita che è tutt’altro che integra e avversa alla conservazione. E’ la psiche a percepire e valutare ed è la psiche che è stata ingannata. L’uomo è stato corrotto e per questa ragione fatica a sollevarsi dal fango della terra in cui è stato messo. Ogni atto, ogni singola scelta si ripercuote sulla nostra vita, volente o nolente, e non c’è giustificazione o condizione di ignoranza o non conoscenza che ci possa evitare le conseguenze di questa “verità”, perché questo è una “legge”, è quello che qualcuno chiama “karma”, ovvero “causa ed effetto”, causalità, e non c’è nessuna crudeltà in questo, è solo un altro dei modi con cui si comporta l’universo. C’è un rito che dice – “fai ciò che vuoi, questa è l’unica legge, ma ricorda che di ogni tuo atto rendi conto” – questo non per spaventare e porci nell’immobilità e nella paura di sbagliare, ma nel tentativo di rinnovarci il ricordo, la consapevolezza e la responsabilità di come funziona la vita: non ci sono azioni senza conseguenze; siamo noi che vogliamo leggere la parola “conseguenze” con un accezione negativa, perché è così che siamo stati spaventati.
Un umanità deresponsabilizzata non vuole sentire parlare che deve rendere conto (conseguenze) delle sue azioni, questo è fuori dalla sua mentalità, ma non significa che non sia necessariamente e comunque un “fatto”.
Il nostro attuale “sistema cognitivo”, proprio come certe “apps” per lo smartphone, genera comportamenti deficitari che consumano velocemente tutta la batteria del nostro dispositivo elettronico tendendo a tenerci sempre in una condizione minima di livello (energetico) cosa che costringe il nostro cervello ad attuare strategie di “risparmio energetico” per farci sopravvivere, spegnendo alcuni sistemi piuttosto che altri. E siccome segue linee di priorità le prime funzioni che inizieranno ad essere sospese o ibernate saranno proprio le funzioni legate all’esperienza della “coscienza”.
Senza di essa un corpo può comunque continuare a sopravvivere, seppur in modo meccanico, … e questo è la coerenza della natura di mantenimento. E’ così che diventiamo inconsapevoli, per carenza di carica, per scarsa quantità di energia vitale. Nel post “matrix suggerisce al tuo cervello cosa fare” avevo a suo tempo evidenziato come il “sistema cognitivo” attuale o condizionamento inducesse nell’uomo un comportamento più tendente all’immobilismo, allo spreco, alla miseria interiore ed all’inconsapevolezza, determinando per lui quali cosa dire o fare o pensare, assorbendolo totalmente in inutili incombenze quotidiane ed allontanandolo dalle vere domande sulla sua esistenza. In una parola l’anima è stata ingannata a credere di essere qualcos’altro e a comportarsi conseguentemente.
Questo brucia molta della nostra risorsa, e per questa ragione siamo non solo nella condizione di “esseri” coltivati o allevati come animali, ma anche di essere tosati per bene e lasciati sempre senza risorse. Tutta l’azione del sistema è quella di appropriarsi delle nostre risorse operando sul nostro livello energetico generale con l’intento di costringere il cervello a disattivare alcuni dispositivi o funzioni intellettive e del ragionamento per sopravvivere, dato che il suo primo comandamento è la sopravvivenza della macchina biologica. Procedendo di questo passo, spegnendo un sistema alla volta va da sé che alla fine il dispositivo inevitabilmente si spegne.
“Allora ascoltando il battito profondo del suo cuore, l’uomo pensa con un brivido che quel pulsare ritmico può cessare di colpo e per sempre, ed il suo corpo irrigidito nel freddo nella morte si scomporrà in atomi, polvere che ritorna tra la materia del Creato. Che cosa sopravvive a quel corpo? Ecco la domanda torturante che incombe segretamente nel cuore umano, di fronte all’implacabile e spaventosa finire di ogni vita.
“Nulla si crea e nulla si distrugge”, ma disteso immobile e rigido sul tavolo anatomico il gelido cadavere umano nulla ha rivelato sinora del mistero che animava la sua meravigliosa intima struttura ed il divino congegno del suo cervello dal quale l’intelligente psiche tutto lo vivificava e dirigeva. […] ma è forse possibile trovare anatomicamente l’anima e prenderla con le pinze se è incorporea ed invisibile ? No. Ed, allora perché meravigliarsi se gli scienziati nella materia bianca e grigia del cervello hanno potuto trovare solamente un groviglio di reti nervose che è apparso loro inesplicabile, delle cellule e degli organi strani dei quali ignorano il congegno ed il funzionamento e la causa che li aziona? In vero l’uomo trova l’ignoto anche in se stesso oltre che nell’universo e sconosciute gli sono le relazioni che legano i fenomeni fisici a quelli biologici e psichici e l’arcana loro intima essenza’.
– Tratto da Psicobiofisica (p. 4) di M. Todeschini.
Ecco chi è Todeschini! Purtroppo le sue idee sono state devastate dalla dabbenaggine di psedo spiritualisti ignoranti che non hanno fatto altro che alterare il suo lavoro, spostando tutto il discorso sulle loro “pensate” spiritualiste, proprio come sta facendo da tempo la new age con la fisica dei quanti, usata per giustificare altre scemenze sulla natura dell’uomo e la sua relazione con le forze che influenzano l’Universo, fisica quantistica che lo stesso Todeschini ha dimostrato essere parziale dato che la discontinuità quantistica che questi scienziati osservano altro non sono che increspature di un continuum Fluido dinamico centro mosso.
Todeschini stesso metteva in guardia dalla ricerca fenomenica e spiritualista, suggerendo la vera origine (osservabile da chiunque) dello spirito, la sede e la natura della sua sostanza, eccone un estratto sempre da Psicobiofisica – “Sinora in genere si sono cercate le prove scientifiche del mondo spirituale fuori dal corpo umano, in apparizioni dirette o medianiche di spiriti e così ci siamo quasi dimenticati che lo spirito più evidente di tutti è il nostro e che le sue manifestazioni (pensiero, movimenti volontari, sensazioni, ecc.) sono controllabili da chiunque e costituiscono le prove della sua esistenza’. – ma nulla da fare, ne la scienza né la filosofia moderna, né la mistica e la spiritualità hanno saputo guardare nella direzione da lui indicata.
L’essenza delle cose è concepibile solo nel pensiero (spirito), un pensiero autentico, purificato dalle strutture del condizionamento. Un travaglio incessante, con lampi d’intuito e pazienti ragionamenti, solo così possiamo giungere a rivelare i misteri del mondo. La scienza moderna si è dimenticata, per questo dorme, che il mondo fisico viene osservato e descritto solamente dall’anima umana che è l’unico interprete degli stimoli che arrivano dagli organi di senso e che è sul cambiamento del paradigma o “sistema cognitivo” che è importante basarsi per iniziare un percorso di crescita ed ulteriore sviluppo umano.
Abbiamo bisogno di scientificità mentre parliamo di mondo “spirituale” perché questo ci libera dalle superstizioni e manipolazioni di pseudo guru, maestri e profeti forieri di sventure che si sono appropriati indebitamente di questa branca di studi, trasformando tutto in una farsa per creduloni.
Se solo riuscissimo a vedere l’immensità di questa visione capiremmo che la scoperta di “Dio” è ancora da venire e che è realmente possibile; questo dà tanta speranza o intensità all’essere che siamo; perché c’è ancora molto da fare e da scoprire, molto da mettere ancora in discussione, e che le nostre possibilità, che adesso abbiamo racchiuso in quattro atti fenomenici che altro non sono che esperienze più profonde ma ancora limitate alla manifestazione della materia e per questo ulteriori “apparenze” che confondiamo con lo Spirito, hanno ancora tanto margine di sviluppo. Se fossi o mi sentissi già arrivato, mi sentirei veramente “imbrogliato” … beh! Questo è per me di una potenza inaudita, perché se dovessi pensare che io sono Dio nello stato attuale mentale ed esistenziale in cui mi trovo, penserei che devo averla proprio fatta grossa per essermi ridotto così.
Il gioco è proprio iniziare ad esplorare questo ordine di mondo e non può essere fatto con le attuali idee, scuole, corsi, superstizioni, guru o altro, ma richiede la stessa scientificità dei filosofi di un tempo, uomini come Aristotele, o Democrito, Platone e tanti altri che lo stesso Todeschini fa riemergere dalle profondità della storia. Il vuoto lasciato intenzionalmente dalla scienza degli ultimi secoli in questo ambito ha impedito che potessimo guardare a questa cosa e cercassimo con cognizione di causa e di studio questo ambito, lasciandolo in mano a prestigiatori dello spiritismo e operatori spirituali incompetenti, privi di qualsiasi vera conoscenza profonda e scientificità.
Serve un impostazione accademica, non 4 cose raffazzonate tanto per fare 2 corsi e prendersi 2 soldi e tirare a campare sguazzando nel mare di ignoranza generale. Servono persone normali, soprattutto normali, comuni; ferventi e varaci ricercatori che lo fanno per un autentica passione e interesse verso la conoscenza e non per bisogni di riconoscimenti, considerazione o per difendere chissà quale “prestigio”. L’unità dell’uomo con “l’universo” è vero al livello attuale di consapevolezza generale solo nel momento in cui guardiamo alla materia, dato che tutto è immerso in un fluido dinamico, tutto è fatto della stessa materia e quindi necessariamente interconnesso ed unitario. Ma affermare di avere la stessa consapevolezza di “Dio” o di un Dio o di un Logos o di un cosmocratore, che è il vero assunto al quale aspirare, è ben lontano da arrivare con queste teste qui !
Non si può tentare di insegnare ad altri una “via” se non si è prodotto un cambiamento nelle proprie “concezioni” ed abitudini, – “è come mettere vino nuovo in otri vecchi”, non funzionerà, verrà tutto sempre riportato alla condizione mentale attuale.
Todeschini, contrappone ad una visione materialista (che si limita ad osservare le “apparenze” di un mondo che va oltre il piano ultrasensibile) ed una spiritualista (“tutti siamo “Dio” e il suo amore”, quando ancora c’è tanto odio e rancore nei nostri cuori), una visione che non solo le unifica, contestualizza ed estende entrambe, ma sveglia, proprio come facevano i veri filosofi di un tempo, una parte in noi vitale, “verace” che vuole conoscere e conoscersi, che supera rapidamente i vincoli posti in essere dal sistema attuale, perché ha capito di essere in viaggio alla scoperta dell’Universo e delle ragioni della sua esistenza con onestà e con autentica legittima necessità come un normalissimo e comune abitante di questo piano.
Neo, ovvero l’eletto, è uno qualunque, uno come tutti gli altri, … ne più ne meno! Ma ha la domanda ! E’ la domanda che ci muove, e tu la conosci ? Che cos’è matrix, cosa significa ?
Significa conoscere la “materia”, i suoi movimenti e le cause, “matrix” è il tessuto, un fluido dinamico all’interno del quale si generano vortici rotanti centro mossi. Cosa muove questo fluido?
Osservando la danza possiamo arrivare a vedere il ballerino? Forse si, ma solo se entriamo nella mentalità del ballerino, oggi noi siamo solo le sue “apparenze”!
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Alcuni riferimenti:
Circolo amici di Todeschini – http://www.circolotodeschini.com/
Uniwave s.r.l. – http://www.uniwavesrl.it/ – https://www.facebook.com/UniwaveOntera
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[1] Per iniziativa del Presidente del Consiglio dei Ministri francese Bidault e del Ministro della P.I. Petit, tenne un ciclo di conferenze per diffondere la sua teoria in Parigi ed in altre città della Francia.
Nominato Membro delle Accademie Scientifiche di S.Etienne, di Valence e di Parigi, e gli venne offerta la lampada da minatore, simbolizzante la luce che egli ha portato sui misteri del Cosmo cercando nel sottosuolo la radice dei fenomeni.
Riconoscimenti della Psicobiofisica in vari congressi. In Europa ed in America sono sorte cattedre di Psicobiofisica, ed i suoi principi sono stati introdotti in alcuni testi in dotazione ad Università ed Istituti ed esposti da scienziati in migliaia di articoli su giornali, riviste, libri, ed in conferenze radio e televisive.
Todeschini ha partecipato con importanti relazioni a vari Congressi Internazionali di Fisica e Medicina. Per ulteriori dettagli consultare la pagina web “Circolo Todeschini”.
Fu Presidente dell’Accademia Internazionale di Psicobiofisica, Membro d’Onore del Consiglio Nazionale delle Ricerche Scientifiche di Haiti e di 25 Accademie italiane ed estere, ed è stato proposto, nel 1974, per il premio Nobel.
La sua vita e le sue opere sono state citate in varie enciclopedie, tra i quali: “Who’s Who in Europe”,
Dizionario delle personalità europee, Mayer Ed. Feniks 1966, Bruxelles, pag. 2642 – “Gran Dizionario enciclopedico” – Fedele, Ed. UTET 1961 Torino, vol XII, pag. 180. “Dizionario generale di Cultura” – Brunacci, ed. SEI 1938, Torino pag. 999, “ – e molto altro.
Le sue pubblicazioni principali sono:
– “L’aberrazione cinetica dei raggi catodici”, Editrice Ambaglio, Pavia 1931
– “La Teoria delle Apparenze – Spaziodinamica e psicobiofisica”, Edizioni C.I.P., Bergamo 1949
– “La Psicobiofisica”, Edizioni C.I.P., Bergamo 1953
– “Einstein o Todeschini? Qual’è la chiave dell’universo?”, Edizioni C.I.P., Bergamo 1955
– “L’unificazione qualitativa della materia e dei suoi campi di forze continui ed alterni”, Editrice
Secomandi, Bergamo 1957
– “Le vie che portano alla scienza cosmica unitaria”, Edizioni C.I.P., Bergamo 1960
– “Esperimenti decisivi per la fisica moderna”, Edizioni C.I.P., Bergamo 1961
– “Scienza universale”, Editrice Secomandi, Bergamo 1969
– “Psicobiofisica – Scienza unitaria del creato”, Casa Editrice MEB, Torino 1978
– [2] E’ stato nominato Uff: e Comm. Dell’Ord. “Al Merito della Repubblica Italiana”; Cav. (quando questo titolo aveva ancora un significato e il riconoscimento di un integrità morale), Uff. e Gr. Uff. della Cr. D’Italia