Il GRAFENE cosa è ?
Il grafene è un materiale costituito da uno strato monoatomico di atomi di carbonio (avente cioè uno spessore equivalente alle dimensioni di un solo atomo). Ha la resistenza teorica del diamante e la flessibilità della plastica.
Le scoperte sul grafene e le sue applicazioni, (realizzazione di un transistor) conseguite nel 2004, hanno valso il premio Nobel per la fisica 2010 ai due fisici Andrej Gejm e Konstantin Novosëlov dell’Università di Manchester.
Nonostante i problemi iniziali nell’applicabilità del grafene a singolo strato, i due fisici hanno evoluto il materiale fino alla costruzione del cosiddetto grafene a doppio strato, che garantisce più resistenza e flessibilità di utilizzo.
Tratto da Wikipedia.org
Il Grafene: Trattandosi di un prodotto innovativo di recente creazione non ancora normato, sono allo studio valutazioni sugli eventuali impatti ambientali e tossicologici della diffusione industriale del materiale.
Le capacità di superconduzione e di trasduzione fanno del Grafene uno dei materiali più adatti per creare reti di nanocomunicazione senza fili per l’uso della nanotecnologia nel corpo umano.
I punti quantici di Grafene sono in scala micro-nanometrica pezzi di Grafene o ossido di grafene con forma circolare, esagonale, triangolare, ecc., giocano un ruolo fondamentale, visto che le loro dimensioni glielo consentono, funzionano o operano come nano-antenne, ma anche attraverso il sistema circolatorio, arterie, vene, capillari, fungono da marcatori elettrici, ma anche biologici, poiché adsorbono proteine e altro componenti presenti nel sangue.
Gli impulsi elettrici emessi dai GQDs produce variazioni del segnale, alterazioni che vengono raccolte da nanosensori e ritrasmesse al resto della nanorete per propagazione ed emissione. Il grafene(compositi con ossido di grafene ridotto (RGO)) è un nanomateriale radiomodulabile in grado di assorbire le onde elettromagnetiche e moltiplicare la radiazione agendo come nanoantenna o amplificatore di segnale.
L’esposizione a radiazioni elettromagnetiche può causare la dissoluzione del materiale in particelle più piccole chiamate punti quantici di grafene o GQDs (Graphene Quantum Dots), le cui proprietà e caratteristiche fisiche sono potenziate dall’effetto “quantum Hall” grazie alle loro dimensioni ancora più piccole, poiché agiscono amplificando i segnali elettromagnetici, e quindi la distanza di emissione, soprattutto in ambienti come il corpo umano.
Pertanto, i compositi con ossido di grafene ridotto (RGO) mostrano prospettive promettenti come materiali assorbenti MMW per applicazioni 5G ( 26,5-40 GHz).
Deve essere chiaro che questi segnali possono essere individuati e interpretati secondo predefiniti schemi matematici.
I nanosensori possono essere formati in qualsiasi parte del corpo, non solo nel cervello. Fondamentalmente dentro l’endotelio e nelle pareti dei vasi sanguigni.
Questi nanosensori formano percorsi conduttivi per trasmettere segnali elettrici e differenze di di potenziale. Questo accade quando un GQD (punto quantico di grafene) si avvicina al nanosensore. Poiché i nanosensori possono propagare i segnali, essi trasmettono qualsiasi differenza di potenziale come segnale. I nano-nodi trovano il loro successivo gradino nella topologia nei nano-router (chiamati anche nano-controller). Il loro compito è quello di ricevere i segnali emessi dai nano-nodi, elaborarli e inoltrarli alle nano-interfacce, che li inviano verso l’esterno con la frequenza e la portata richieste, poiché devono superare la barriera della pelle senza che il segnale perda chiarezza in modo che possa essere ricevuto da un dispositivo mobile a una distanza sufficiente (di solito qualche metro). Questo dispositivo mobile è uno smartphone o un altro dispositivo con una connessione internet che può fungere da gateway.
È quasi certo che la nanorete opera con più nanorouter che sono distribuiti in tutto il corpo, fissandosi in aree con attività elettrica preferenziale, per esempio l’endotelio, cuore, polmoni, arterie, ecc.
È abbastanza probabile che ogni nanorouter abbia i propri indirizzi MAC, memorizzati in circuiti di memoria, il che spiegherebbe il suo funzionamento dinamico.
Il concetto ideale è per i nanorouter essere situati vicino alle regioni con nanosensori e nanoantenne, e ricevere i segnali di impulso elettrico.
In questa rete di nanocomunicazione, viene utilizzato un segnale di tipo TS-OOK (Time-Spread On-Off Keying), che permette la trasmissione di codici binari di 0 e 1 con brevi impulsi in cui il segnale viene acceso e spento in intervalli di tempo molto piccoli di pochi femtosecondi. Quando il nanorouter riceve i segnali, esso riesce a codificarli in TS-OOK e instradarli come pacchetti di dati per la trasmissione. I segnali TS-OOK hanno uno schema binario semplice da interpretare e trasmettere, il che aumenta la capacità di trasmissione dei dati e la larghezza di banda che possono essere supportati nella nanorete.
La tecnologia Quantum-Dot Cellular Automata QCA
La Wireless Nano-Sensors Network è la rete che interconnette microdispositivi e nano-nodi o nano-sensori. I nano-nodi sono composti da nanoprocessori, nano-memoria, nano-batterie, nano-ricetrasmettitori, nano-antenna e nano-sensori, che operano a livello di nanoscala.
Questa è la nanotecnologia che ricrea la tecnologia di comunicazione che già conosciamo, ma lo fa all’interno del corpo. La domanda da porsi, chi ne beneficia?
Queste iniziative sono davvero per il bene dell’umanità, o solo per pochi all’estremo vertice che desiderano un maggiore controllo sulle masse?
Ad esempio, si prevede che le reti wireless 5G e oltre raggiungano velocità di dati Tbps.
A causa delle dimensioni dei nanodispositivi, la gamma di frequenza di emissione delle antenne diventa molto ampia poiché le antenne su scala nanometrica come il nanonastro di grafene (GNR) e il nanotubo di carbonio (CNT) possono irradiare in modo efficiente a partire dalle gamme di frequenza THz. Sebbene i nanodispositivi possano emettere onde elettromagnetiche a livelli di frequenza MHz con nanotrasmettitori elettromeccanici, l’efficienza energetica della generazione di onde elettromagnetiche meccanicamente è inferiore rispetto alle bande THz.
La tecnologia delle nano reti confermerebbe che i vaccini sono, tra l’altro, vettori per l’installazione di nanotecnologie o nanodispositivi nel corpo umano. Tuttavia, al di là della pura coincidenza, gli autori esplicitano l’uso del grafene e dei nanotubi di carbonio, come elementi necessari per questo modello di rete.
Un’Internet in cui a comunicare non sono i dispositivi, ad esempio gli smartphone e i computer, ma direttamente i corpi umani.
D’altra parte, la rete di nanocomunicazione destinata al corpo umano, nanocomunicazione elettromagnetica, al suo livello più elementare, è stata accuratamente progettata nei suoi aspetti topologici, con componenti specializzati per svolgere tale compito. La topologia definisce anche la possibilità che l’intera infrastruttura di nanonodo, nanorouter e interfaccia su nanoscala sia unita in un unico nanodispositivo chiamato polo o metamateriale.
Esiste comunque una complessità della nanocomunicazione nel corpo umano, dove i nanonodi della rete sono distribuiti in tutto il corpo, in molti casi in movimento, a causa del flusso sanguigno, e in altri attaccati all’endotelio delle pareti arteriose e capillari o nei tessuti di altri organi. Esiste comunque una complessità della nanocomunicazione nel corpo umano, dovuta proprio alla complessità e alla perfezione del corpo umano che segue la LOGICA DEL CREATO.
By Ing. Giuseppe Reda, già ricercatore presso Dipartimento di Chimica UNICAL, membro del Patto Vera Scienza.
TRATTO DAL MIO LIBRO CHE USCIRÀ A MAGGIO 2023
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