ELOHIM, chi e cosa sono ?
Universo Intelligente + Universo Elettrico + SOVRANITA’ INDIVIDUALE (Dichiarazione)
Lettere, numeri, ed info sull’Ebraico antico, pre-sinaitico: http://paperzz.com/doc/354741/hebrew-letters-numbers—bet-hashem-midrash
Secondo la Bibbia (Antico Testamento), Elohim è il nome (parola al plurale, non al singolare) di un “Dio” = potenti, regnanti, ecc, ma NON dell’INFINITO.
Secondo alcuni ufologi, sono anche gli extraterrestri.
Dai Jewish UFO files: gli Elohim furono creatori o manipolatori di questo sistema solare (primo racconto della Genesi, perché, – ahimé – nella Bibbia ve ne sono due !), ed un gruppo di Elohim “caduti sullaTerra”, capitanati da Jahwe’, creò o manipolò l’uomo sulla Terra, contravvenendo ad una legge.
E’ possibile che una specie aliena abbia manipolato la vita preesistente sul pianeta per creare l’uomo moderno ?
Effettivamente nelle due versioni della genesi biblica (composta da due documenti, il “Codice J”, più antico, diffuso tra le genti di Giuda nel 700 a.C., ed il “Codice P”, del VI sec. a.C., all’epoca della cattività babilonese; i due codici furono accorpati nel 500 a.C.) emerge netta la differenza tra il dio creatore del mondo e dell’uomo, denominato El (o Elohim, che significa Le Potenze) e lo Jahwé del “Codice P” (NdR: Geova, secondo una precisa traduzione, significa “dio terribile”), che aiuta gli ebrei a lasciare l’Egitto; quest’ultimo sarebbe stato una divinità minore, addirittura, secondo alcuni, un angelo creato da “Dio” e poi rivoltatosi contro. Un alieno spacciatosi per un dio, secondo diversi moderni autori.
L’idea di una divinità comune all’umanità è stata sostenuta dal biblista C. Marston: “Quando si nota che c’è identità tra il greco Dio Padre, Zeus Pater, ed il sanscrito Dyaus-Pitar (in pali Dju Piter) dell’antica India, lo Juppiter dell’antica Roma ed il Thor dell’antica Scandinavia, la deduzione che si impone è che questi diversi popoli ebbero tutti, in una certa epoca, lo stesso Padre Celeste, la stessa credenza monoteistica che degenerò in seguito in politeismo, come avvenne in Mesopotamia, in Egitto e in Cina”.
D’altro canto, secondo le leggende ebraiche Elohim non era solo, durante la sua opera di creazione dell’UniVerso: “Mentre era intento al lavoro della creazione, Dio si librava sopra l’abisso, posava su nubi o cherubini. Le ruggenti acque dell’abisso allora si levarono e Tehom, la loro regina, minacciò di sommergere il lavoro di Dio. Ma sul suo carro di fuoco egli fermò le gigantesche ondate e gettò dall’altro, contro di lei, raffiche di grandine, fulmini e saette. Annientò il mostruoso serpente Leviathan, alleato della dea, colpendolo nel cranio; ed il mostro Rahab (o Leviatano) con una spada che gli trafisse il cuore. Tehom, tremante, si dichiarò vinta”.
Quella che sembra la cronaca di un’antichissima guerra spaziale è probabilmente la rivisitazione, in chiave ebraica, dei miti cosmogonici ugarici, egizi e cananei, nei quali si asseriva che i primi dèi (El, Marduk, Shu o Baal) dovettero lottare contro le dee, per creare il proprio mondo, misogino e maschilista. L’intero mito era probabilmente un’allegoria per la separazione dei cieli dalle acque.
É peraltro curioso notare che Tehom-Tiamat venisse raffigurata con la forma di serpente (lo stesso “animale” che nella Bibbia è passato ad indicare l’avversario di Dio). Secondo lo studioso Zecharia Sitchin Tiamat altro non sarebbe stato che un pianeta del nostro sistema solare situato nell’attuale fascia degli asteroidi tra Marte e Giove, distrutto millennio or sono dall’impatto con il pianeta errante Marduk (Nibiru in sumero). La lotta tra Dio e l’abisso altro non sarebbe stato che il ricordo deformato di un’antica catastrofe cosmica. In quest’ottica il sumerologo interpreta le parole di Isaia, quando, ricordando i “giorni primordiali”, afferma che la “Potenza del Signore colpì e divise in due il Superbo, fece roteare il mostro d’acqua, prosciugò le acque di Tehom”.
By Alfredo Lissoni
Continua…..
Innanzi tutto non sono (solo) i raeliani a chiamare Elohim gli “dei” (Le Potenze) bibliche; Elohim è il nome con cui nei testi rabbinici e in alcune versioni meno manipolate della Bibbia (come l’edizione Garzanti) si indica “Dio“.
Il termine pero’ è espresso al plurale, e questo, come giustamente sa l’archeologia, è perche’ in origine gli ebrei erano politeisti come tutti i popoli loro vicini (che adoravano Baal Zebub, il signore delle mosche di Accaron, poi demonizzato dalla Chiesa; Astaroth, ovvero Astarte; il “vitello d’oro” che in realtà era il dio Toro).
Di El gli studiosi Graves e Patai scrivono: “Elohim è la variante ebraica di un antico nome semitico per un dio o per parecchi: Ilu, fra gli assiri ed i babilonesi; El, nei testi hittiti e ugarici; Il o Ilum fra gli arabi del sud.
El era considerato capo del pantheon fenicio ed è spesso nominato nei poemi ugarici (datati dal XIV° sec. a.C.) come “toro-El” che ricorda gli idoli a sembianza di vitello d’oro fatti da Aronne (Esodo 32, 1-6) e da Geroboamo (1Re 12, 28-29) come emblemi di Dio; nonché la personificazione di Dio, fatta da Sedecia, rappresentata da un toro con le corna di ferro (1Re 22,11)”.
Tale retaggio rimase nella cultura ebraica, anche quando Mosè impose il monoteismo (per inciso, attingendo alla figura di un dio come “cespuglio in fiamme” scopiazzato da altri !
Dobbiamo ricordare che, terminata la Genesi, il secondo libro del Pentateuco è l’Esodo, che narra la storia del popolo ebraico in Egitto, dopo un vuoto cronologico (inspiegabile) di qualche secolo. Nei testi storici egizi, come le Lettere di El-Amarna, vi è corrispondenza storica: si parla di una età degli habiru, gli ebrei, stanziatisi nella terra dei faraoni.
Fu probabilmente in quegli anni che gli ebrei giunsero a contatto con il culto del Dio Unico del riformatore religioso Ekhnaton, e vi si riconobbero. Affrancati e guidati da Mosè (Mosheh), che li unì proprio grazie alla credenza in un Dio Unico rivelatoglisi sulla montagna.
Secondo la traduzione Rosemberg della Bibbia ebraica, quando Dio appariva era solito ripetere due volte il proprio nome, per farsi riconoscere da Mosè (che evidentemente non era in grado di distinguerlo dagli altri dei ?): “Jahwe’ discese in una nube ed ivi stette con Mosè, invocando: Jahwe’, Jahwe’. Mosè si gettò a terra, si prostrò”.
Capitanati da Mosè, gli israeliti lasciarono l’Egitto per puntare verso la terra promessa.
Erano guidati da uno Jahwe’ che di giorno appariva in forma di nube e di notte come colonna di fuoco, in pratica secondo la stessa iconografia dei moderni dischi volanti. “Ecco, io sto per venire verso di te in una densa nube”, afferma Jahwe’ in Esodo 19,9; “al terzo giorno, sul far del mattino, ci furono tuoni, lampi, una nube densa sul monte Sinai ed un suono fortissimo di tromba.
Tutto il popolo fu scosso dal terrore. Il monte Sinai era tutto fumante” (Es., 19, 16-17). Troviamo la comparsa di Dio in una nube in Esodo (33, 7-11) e Levitino (16, 2); anche durante le peregrinazioni nel deserto e nelle battaglie contro i nemici Dio viaggiava in una nube sopra gli ebrei per proteggerli (Esodo 13, 21; Numeri 10, 34 e 14, 14).
La nube presentava le stesse manifestazioni tipiche di un velivolo elettromagnetico: scosse e boati, luci e fischi (“lampi e trombe”) ed effetti fisici, tipici dell’esposizione a campi elettromagnetici, sulla pelle degli sventurati che osavano avvicinarsi senza cautela. Come Maria, sorella di Mosè, contro la quale “divampò l’ira di Jahwe’; la nuvola si ritirò di sopra la sua tenda ed ecco, Maria coperta di lebbra come neve” (Num. 12, 9).
Durante la fuga degli ebrei dall’Egitto, la “masnada di gente raccogliticcia” (Es. 12, 38), ribellatasi ai lavori forzati imposti dal faraone, era guidata da “Jahwe’ che marciava alla loro testa, di giorno come una colonna di nube per guidarli sulla via da percorrere, e di notte come una colonna di fuoco per far loro luce, così che potessero viaggiare giorno e notte” (Es. 13,21. Ma quando riposavano ?).
Secondo il Pentateuco, Jahwe’ si alternava, un po’ confusamente, in questa funzione con “l’angelo di Dio” (Es. 14, 19); il gruppo partì da Menfi ed attraversò così il golfo di Suez (e non il Mar Rosso; il termine ebraico “Yam suph” è stato tradotto erroneamente Mar Rosso, ma significa Mar delle canne; era la palude nota oggi come i Laghi Amari; le canne, come le spighe del grano in Gran Bretagna, si piegarono al passaggio dell’astronave di Dio. Travi infuocate di questo genere sono ampiamente descritte nelle cronache latine e medievali, dal Libro dei prodigi al Notabilia Temporum di Angelo de Tummulillis, che descrive il passaggio in cielo di un UFO sigariforme, in forma di trave di fuoco, durante il regno di Enrico IV, il 19, 20 e 21 febbraio 1465).
Premesso che la rilettura ufologica della Bibbia non è idea dei raeliani, ma venne avanzata nel 1950 dall’astronomo Jessup con “La Bibbia e gli UFO” e poi ripresa dal team Leslie ed Adamski, va anche detto che i cristiani si basano sul messaggio del Nuovo Testamento, che non resta minimamente toccato da una chiave di lettura ufologica di certe manifestazioni “anomale” indubbiamente presenti nei testi sacri (ebraici).
Solo che non bisogna cadere in un trabocchetto: come il buon Thompson (il dotto indiano hare Krishna autore di “Alien identities”) ha sottolineato per i testi vedici, le traduzioni occidentali che noi abbiamo di questi testi religiosi sono errate; lo stesso vale per le traduzioni bibliche. Il cabalista Benun al Costanzo Show: citava espressamente riferimenti ufologici nei testi rabbinici.
Ci sono, ma nella Bibbia cristiana sono stati tolti o manipolati, e persino nei testi di tarda epoca ebraica ! E’ comunque possibile recuperarli (a me è riuscito, in effetti).
Riconoscerei in questi esseri delle creature evolutissime figlie però, esse stesse, dei medesimi principi emanativi del Tutto in cui credo. Questi esseri, essendo così evoluti, non avrebbero mai fatto qualcosa di negativo ed in effetti la creazione della vita sulla Terra potrebbe rientrare nella loro missione di “coordinamento” delle onde vitali sul piano materiale. Questo è quanto posso dirti dal mio punto di vista di studioso dell’esoterismo. Ma, poi, se mi soffermo a considerare tutte le assurdità che il Movimento Raeliano afferma, a partire dai suddetti concetti base, mi cadono le braccia….
L’ipotesi – perché tale è e resta – di una colonizzazione intelligente dall’esterno trova il massimo ostruzionismo da parte delle autorità rappresentanti le “religioni rivelate” (quelle cioè in cui Dio si manifesta espressamente rivelando agli uomini i propri dettami), non solo perché intacca le basi dell’interpretazione teologica sinora veicolate (e difese per duemila anni), ma anche perché banalizza la visione esclusiva ed antropocentrica dell’uomo al centro dell’universo, creato ‘solo ed unico da un dio che intende farsi servire ed osannare. L’ammissione dell’esistenza di altre forme di vita intelligente nell’universo fa scricchiolare questa antica visione esclusivista; non solo, ammettere che l’uomo possa essere stato creato non da Dio ma dagli alieni distrugge il significato stesso dell’esistenza delle religioni, e di sovrastrutture in grado di mediare e di interpretare la parola di Dio.
Eppure la visione di un dio creazionista esclusivista sembra avere caratterizzato solo il tardo l’ebraismo (ed è stata in seguito acquisita dai cristiani); questo perché nei commentari alla Torah quali ‘Le leggende degli ebrei è scritto testualmente che “quando Dio fece i nostri cieli e la nostra Terra di oggi furono inoltre plasmati i nuovi cieli e la nuova Terra (cfr. Isaia, 66,22) e i centonovantaseimila mondi che Dio creò per la sua gloria”; e nella Mishnah (la tradizione orale ebraica) vi è un passo (sfortunatamente ritenuto apocrifo in quanto tarda interpolazione) in cui si dice che “nel tempo a venire Dio concederà ad ogni giusto 310 mondi” (affermazione confermata anche nei commentari Petirat Mosheh e nel Qetoret ha-Samim; 340 sono i mondi citati nell”Alfa’ Beta’ de-Rabbi ‘Aqiva; 390 nel Derek ‘Eresh e nel Targum Yerushalmi; 18.000 quelli dell”Avodah Zarah e del Seder Rabbah de-Bereshit), mentre l’Idra Suta arriva ad affermare l’esistenza di ben “trecentosessanta miriadi di mondi”.
Nel testo ‘La creazione del mondo’ de Le leggende degli ebrei, è chiaramente descritta l’esistenza di sette cieli (il secondo dei quali ospitante i pianeti, il quarto l’angelo Michele, il quinto le schiere angeliche, il sesto l’angelo caduto Metatron, il settimo le anime, i serafini, gli ‘Ofannim o Osannini – gli Oannes che ben conosciamo-, le hayyot e gli angeli officianti) e di sette terre, ciascuna delle quali “separata dalla successiva per mezzo di cinque strati”. Nella quinta risiedono le anime dei malvagi, sorvegliate dagli angeli della distruzione; nella seconda, chiamata Tevel e considerata “la prima abitata da creature viventi”, vivrebbero “365 specie, tutte affatto diverse da quelle che vivono sulla nostra Terra. Alcune hanno teste d’uomo su corpi di leone, di serpente o di bove; altre hanno corpi umani e teste di uno di questi animali. Inoltre Tevel è abitata da esseri umani con due teste, quattro mani e quattro piedi: tutte le membra raddoppiate, ad eccezione del tronco. Questa specie di umanità si distingue per la sua grande rettitudine, ed anche in ciò è diversa dalla specie che popola la nostra terra…”.
Sebbene nel XII° l’ebraismo abbia subito una profonda revisione grazie al filosofo ebraico (ed aristotelico) Mosè Maimonide, la visione che la casta rabbinica ha continuato ad imporre per secoli è stata quella di un’unica Terra abitata, popolata da uomini al servizio unico di un dio, unico a sua volta.
I costrutti epistemologico-spirituali sono semplicemente folli; le basi etico-filosofiche (per quanto ti possa sembrare inutile la filosofia), inesistenti; i percorsi finalistici…*paranoici*….
Qui non entro nel merito; il mio interesse è concentrato sulla tradizione corretta dei testi ebraici; tutto il resto esula.
By Alfredo Lissoni
Commento NdR:
Nell’antico testamento ebraico ed anche samaritano, non esiste in nessun caso o senso il concetto di “angelo” come entità spirituale e meno che mai il concetto di “angelo decaduto”.
Sono ideologie inventate dalla cristianità, completamente assenti nel mondo ebraico.
Esempio: il malach, malamente tradotto con la parola “angelo” è nei fatti una Funzione/azione, non una entità (la parola melachà in fatti vuol dire funzione/azione e malach è colui che la mette in pratica). E’ una Funzione/azione, che può essere rappresentata da un umano, da un animale, un evento naturale, ecc. Può intendersi anche come una azione “inviata”, commissionata per un determinato scopo ed infatti in greco si ritrova “anghelos” che appunto vuol dire inviato/messaggero.
Il nome ‘”angelo” indica semplicemente il senso dell’azione: Mi-hai-el: chi è Vivente come il Potente; Gavri-el: il Potente è forza;, Rafà-el: il potente guarisce….
Quelli che si uniscono con le figlie degli uomini non sono “angeli”, ma “figli dei “potenti”, dei “notabili” della Terra “benè elohim” ( e non figli di “Dio”) espressione questa in cui elohim non si riferisce al presunto “Dio”, ma a coloro che comandano: giudici, re, potenti, generali, ecc.
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Nei testi rabbinici dai risvolti ufologici (che ho ribattezzato Jewish UFO files) è chiaramente detto di rapporti tra i vari Elohim tutt’altro che idilliaci. Addirittura, quando un Elohim crea “i cieli e la Terra”, ovvero, presumibilmente, quando crea le condizioni fisiche per lo sviluppo della vita in questo sistema solare (potremmo parlare sì di terraforming, ma più corretto parlare di creazione ex novo.
La “creazione” di Adamo ed Ewva non è affatto attribuita allo stesso Elohim creatore del mondo, ma ad un Elohim dissidente, che gli gnostici dei primi secoli d.C. – che erano al corrente di questa storia – chiamavano “L’arconte Demiurgo”), gli antichi testi parlano di una lotta con Tiamat, l’abisso. Interpretabile come il vuoto prima del Big Bang, Tiamat è in realtà la dea acquatica Tehom (che nelle versione tedesche della Bibbia è descritta come… un serpente! Si tratta cioè dell’Avversario del peccato originale). Essa “minacciò di sommergere il lavoro di Dio. Ma sul suo carro di fuoco, egli gettò contro di lei raffiche di grandine, di fulmini e saette” (in Nahum e in vari salmi ebraici).
Secondo l’ottantanovesimo Salmo di Galilea, Dio creò Terra e cielo solo dopo aver soggiogato un misterioso “mostro Rahab” ed aver disperso gli altri suoi nemici.
Dunque c’era già vita altrove prima della creazione del mondo. Secondo Giobbe (9, 8-13), quando “Dio” ampliò i cieli (i propri domini?) “i seguaci di Rahab si inchinarono a lui”. “Questi seguaci”, hanno scritto i mitologi Graves e Patai, protestante il primo, ebreo il secondo, “ricordano gli alleati della dea babilonese Tiamat durante la sua lotta contro Marduk, che la soggiogò con una formula sacra di maledizioni. Il testo ebraico dice che egli richiuse Tehom con due porte ben sprangate; la stessa raffigurazione la troviamo nel sumero Enuma Elish: dopo che Marduk ebbe ucciso Tiamat, e formato il cielo, egli sbarrò l’apertura e vi pose dinanzi alcuni guardiani”.
I Watchers (Vigilanti), di ufologica memoria.
By Alfredo Lissoni
Perché non vediamo gli Alieni ?
Elohim è un termine al plurale e non al singolare ?
La Bibbia stessa fornisce la risposta. Ovviamente nella versione originale. C’è scritto Elohim, non il Signore o Altissimo. La sostituzione è avvenuta in fase di traduzione dai noti settanta, accettata poi dal clero cattolico. Elohim è in realtà, come confermano gli esperti traduttori, una forma plurale irregolare. Comunque la Bibbia fa riferimento molte volte a una pluralità di “Déi”. Lo stesso JAWE’ lo afferma: “Facciamo l’uomo a nostra immagine”. “Ecco adesso l’uomo e come uno di noi”. In molti passi, Deuteronomio e Salmi, si parla di Elohim, quindi Dèi. JAWE’ è il Signore degli Elohim. Nessuno fra gli Dèi è come Jahweh. Per non parlare dei “ben-ha-elohim”. Figli degli Dèi.
Chi erano gli Elohim biblici e da dove traggono spunto gli autori anticotestamentari ?
Nella Bibbia non c’è solo Jahweh. Si menziona Baal, suo antagonista, detto Belo e come El accumunato a Ptah. Chiamato anche Elahh e Eloah. Si cita Anath. Asherah, l’Astarte dei Fenici, Venerata dagli ebrei come Regina del Cielo e a lei dedicata una festa. Una divinità importante per il popolo che si lamenta dell’interruzione delle offerte a lei dedicate. Troviamo Moloch, per alcuni probabilmente un dio inventato per giustificare i sacrifici umani ma anche Baal veniva detto Moloch e a lui i cartaginesi sacrificavano vittime. Troviamo Adon un dio fenicio. E altri.
Le fonti ? Il collegamento con i popoli vicini. Ricordiamoci che sotto Nabucodonosor la classe intellettuale ebraica, il re e la sua corte furono deportati a Babilonia. Sacerdoti e filosofi hanno sicuramente attinto informazioni dal culto sumero assiro babilonese cercando di ricostruire la storia della creazione. La stesura della Bibbia fu compiuta per motivi politico-religiosi. Un solo Dio un solo popolo. Quindi furono raccolti i racconti, le regole di comportamento, i rituali, gli avvenimenti, i miti e gli scritti da diversi autori, centinaia di anni dopo che tali eventi si verificarono le cui fonti risalgono a antichissime tradizioni orali.
Dove ritroviamo gli Elohim, territorialmente parlando? Cominciamo dall’Europa…
Il poema dell’Edda ci conduce nel nord Europa fra la civiltà Iperborea e fornisce miti ripresi dai vichinghi. Quelli a noi più noti grazie alla cinematografia. Il regno di Asgard, di Odino, Thor, Loki, le valkirie e il Valhalla. L’Europa fu la culla del culto della Dea Madre; lo è ancora, anche se celatamente: la Bandiera con le dodici stelle della corona della visione di Santa Caterina di Labourè o la corona turrita, simbolo dell’Italia. Un richiamo, insomma, a divinità quali Minerva, Giunone, Atena, ecc. Oggi la Dea è la Madre di Dio. Da Apollo. Luce del Nord, sul carro tirato dai cigni, si giunge a Cerere, sul carro tirato da Leoni. Abbiamo Eurinome e Ofione. Importante il culto celtico, tanto da influenzare il Cristianesimo che ne ha assorbito gran parte. Alcune divinità celtiche sono divenute santi cristiani. Qui troviamo I Tuatha De Danan, una tribù celtica che diceva di provenire da Lys Don (in Gaelico Cassiopea). Troviamo Balor, Bel, Bran, Dagda, Cerridwen, Epona, Rhiannon, Danu, Lug il dio solare, Morrigan. Un nome che porta lontano. Divinità o individui in possesso di una tecnologia avanzata che si dichiaravano provenienti da un altro mondo. Ovviamente, abbiamo anche i pantheon greci e romani con divinità comuni. Giove, Minerva, Apollo, Venere e Marte. Fra le divinità adorate dai romani anche Iside e Mithra. Quest’ultimo adorato come il Sole Invitto a orientato le scelte di un imperatore, Costantino e gettato le basi di un nuovo culto: il Cristianesimo. Iside, dea egizia, che a Roma rimpiazzò Cibele e a Parigi nel 1793 una sua statua fu innalzata in piazza della Bastiglia. Veramente a lei Parigi deve il suo nome: la stella a cinque punte era la sua stella e oggi è divenuto il talismano di molte repubbliche e forse simbolizzata nella Grande Madre velata sulla cui tombe è stato scritto: ”Io sono tutto ciò che è, che è stato e che sarà e nessun mortale m’ha ancora tolto il velo che mi copre”.
E gli Elohim in Medioriente ?
Nella ricerca dell’Eden, il luogo dove risiedevano gli Dèi, ubicato dalle tavolette sumere nello stesso luogo indicato dalla Bibbia, è emerso che probabilmente si trovava più a nord del territorio. Verso il lago Van nel Kurdistan. I primi insediamenti stanziali risultano in quelle terre. I cataclismi verificatisi millenni orsono spinsero questi abitanti, Dèi o meno, ad abbandonare il luoghi e scendere verso la pianura Mesopotamica. Gobekli Tepe ne sarebbe in certo qual modo la conferma. Le datazioni forniscono tale indicazione. A Jarmo si fondeva rame e piombo nel 6750 a.C. a Catal Huyuk nel 6400 a.C.. La ceramica di Mureybet risale all’8000 a.C. I sumeri fanno la loro apparizione nel 5500 a.C. Il resto è storia. Sumeri Babilonesi. Marduk, Enlil, Enki. L’epopea di Gilgamesh e Utnapishing, il Noè sumero. Tutti collegamenti con le storie bibliche. Storie che gli ebrei probabilmente hanno visionato nel periodo della loro cattività. Che ci portano a una visione diversa riguardo gli episodi descritti nella Bibbia.
Abbiamo prove della presenza di Elohim in Asia e Africa ?
L’Egitto ci parla di una divinità che giunse in terra con la sua “camera celeste”. Un mezzo che stando alle rappresentazioni conservate nei documenti e nei Musei ricorda una capsula spaziale. In quella terra gli Dèi viaggiavano da un luogo all’altro con i loro “occhi solari”. Orus scende in picchiata sui nemici a bordo del suo occhio, uccidendoli. Ci sono altre divinità di notevole interesse come Osiride, Iside, Toth identificato con Ermes Trismegisto ma gli ”occhi solari” richiamano i Vimana usati dagli Elohim dell’India, le armi e la tecnologia descritta nei testi sanscriti, come per le energie descritte nella Bibbia, vedi Sodoma, la tecnologia in possesso di YHWH che trasmette a Mosè. I carri “volanti indiani” poi richiamano la “gloria” del Signore, la Kevod di YHWH.
E gli Elohim in America ?
In quanto alle divinità presenti nelle terre “al di là delle colonne d’Ercole”, per citare Platone, giungono storie di un dio serpente che assume nomi diversi a seconda dei popoli, Kukulcan, Quetzalcoatl, Cucumatz, Teoti-Hua-Kan, un dio bianco che aveva come braccio destro il dio del cielo Itzamma, bianco e barbuto giunto dal mare, conosciuto come Viracocha chiamato anche Huaracocha, Kon Tiki, Conticci, ecc,ecc. nella cui raffigurazione gli spagnoli videro San Bartolomeo. Storie che hanno analogie con quelle bibliche. Mexi che riceve le tavole della legge dal dio Huitzlopochtli. Sacrifici a Jahweh e a Viracocha. Templi distrutti in entrambe le terre. Anche la storia di un diluvio. Se qualcuno cerca l’attendibilità delle fonti, tutto ciò emerge da quanto è rimasto di quelle civiltà. Grazie a Diego De Landa, sia per la documentazione perduta, sia per quella salvata, visto che fu lui per primo ad affidare alle fiamme documenti definiti diabolici per accorgersi dopo che si trattava di grandi civiltà. Documentazione molto seguita negli ultimi anni, specie per le remote datazioni che presentano alcune iscrizioni. E non dilunghiamoci a parlare degli Olmechi e di quanto mistero è racchiuso in quelle terre. Machu Picchu, Cuzco, Sacsayhuaman, Nazca.
Tratto da: laltrapagina.it/