Il Cristianesimo Storico (breve sintesi)
Il lavoro dell’iniziatore del Cristianesimo fu l’uomo chiamato Saulo/Paolo, un ebreo che, come il marxismo lo sarebbe stato duemila anni dopo con l’altro ebreo Karl Marx nel 1800, ne “creò” le basi e non fu affatto un lavoro “sopra il tempo”, ma un’opera eseguita con attenzione e profondamente inserita “nel tempo”.
Esaminiamo quindi la carriera di Saulo/Paolo di Tarso.
L’ebreo Paolo di Tarso, nato col nome di Saulo, cittadino romano e membro di una famiglia ebraica, nacque nel 5 d.C. e successivamente assunse il nome di Paolo. Era un ebreo ortodosso molto istruito, profondamente intriso di una “coscienza” ideologica legata alla sua razza e al ruolo che, secondo la “promessa” nella Torah (scritta dai seguaci di Geova/Jahvé/Elohim), il cosiddetto “popolo eletto” doveva svolgere nel mondo. Viene definito, a posteriori, l’Apostolo delle Genti, i Gentili o Goym.
Saulo, nato a Tarso (in Cilicia) all’inizio del I secolo da una famiglia ebraica farisea piuttosto benestante, fu inizialmente uno dei più accaniti avversari della nuova religione giudeo-cristiana. Gli Atti degli Apostoli raccontano che assistette all’uccisione di Stefano per lapidazione, eseguita dagli ebrei che lo avevano giudicato colpevole di bestemmia in relazione all’interpretazione ortodossa dei farisei/sadducei del Tempio di Gerusalemme sulla Torah, attribuita tradizionalmente a Mosè. Coloro che lapidarono Stefano «deposero il loro mantello ai piedi di un giovane chiamato Saulo […]. Saulo era fra coloro che approvarono la sua uccisione […]. Saulo, intanto, infuriava contro la Chiesa ed entrando nelle case prendeva uomini e donne e li faceva mettere in prigione» (Atti 7, 58 e 8, 1-3).
All’inizio, Saulo/Paolo perseguitò duramente i giudeo-cristiani fino a quando, dopo una visione, si convertì alla nuova fede. La sua conversione avvenne sulla strada per Damasco, quando, caduto da cavallo, ebbe una visione in cui Gesù gli chiedeva: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti ?». Così narra il testo degli Atti.
Dopo questa esperienza, si convertì alla nuova fede, cambiò il proprio nome da Saulo a Paolo e si dedicò alla diffusione del suo nuovo messaggio “Paolino”, che propagò nei suoi viaggi da predicatore negli anni 50-60 d.C.
Un breve approfondimento sulla parola “Elohim“, espressa al plurale. Nella concezione ebraica, il termine indica ciò che sostiene Maimonide: “Devo premettere che ogni ebreo ormai sa che il termine ‘Elohim’ è un omonimo e denota Dio, gli angeli, i giudici e i sovrani delle nazioni.”
È quindi evidente che non significa “dio” al singolare, ma “dei” al plurale. Usare la parola “Elohim” per indicare un’entità singola non solo è un errore grammaticale in ebraico, ma rappresenta anche una forzatura, poiché implica attribuire a un essere singolare un termine pluralizzato. Questo apre una questione complessa sull’ideologia del “dio unico” come “unica verità”, che si contrappone all’idea certa dell’InFinito, concepito come una realtà pluralistica ed unica al contempo.
Questa forzatura fu introdotta nell’ideologia ebraica durante la cattività in Babilonia, per contrastare la pluralità degli “dei” presenti nelle religioni semitiche degli Accadici, Sumeri, dei Babilonesi e dei popoli vicini dell’epoca (XIX secolo a.C.)
Saulo dopo la sua esperienza mistica, si convertì al cristianesimo e rinominandosi Paolo, divenne uno dei più ardenti e attivi predicatori della sua nuova visione del cristianesimo. Il suo impegno nell’opera missionaria e la sua dedizione alla diffusione del suo “Vangelo” (buona novella) ebbero un impatto significativo sulla crescita e sull’espansione del cristianesimo. Egli viaggiò nel Mediterraneo, soprattutto nelle nazioni rivierasche, per fare proselitismo riguardo alla sua idea di cristianesimo, un’ideologia permeata di giudeo-cristianesimo, ellenismo ed altre idee orientali, dando vita a una “mistura” che divenne il tema della sua predicazione.
Così, instaurò una “nuova versione del cosiddetto giudeo-cristianesimo”, una delle tante ormai presenti in quei tempi, che divenne poi la base principale di quello che noi conosciamo, come le ideologie presenti nelle varie forme di cristianesimo postumo; le altre basi divennero tali dall’ editto di Costantino quando fu sancita la libertà di culto/religione in tutto l’impero romano d’oriente ed occidente, che fù il trampolino per elevare il cristianesimo a religione di stato.
Il cristianesimo fu legalizzato nel 313 dall’imperatore Costantino e dichiarato religione ufficiale dell’impero nel 380 da Teodosio che, con l’editto di Tessalonica, fece del Cristianesimo la religione di stato unica e obbligatoria dell’impero.
Paolo, ottenne maggiore successo con i cosiddetti gentili (goy/goym, che significa “popolo non ebreo”), ossia con i pagani, e divenne noto come l’ “apostolo delle genti”, riuscendo anche a tradurre alcuni simboli religiosi della fede romana nel credo giudeo-cristiano, che si era scisso nel frattempo in diverse correnti ideologiche, fra le quali anche la cosiddetta “Gnosi”; le sette religiose che nei primi tempi (I° e II° secolo era volgare) erano già 250.
Da queste, nel corso del tempo (tra il 250 e il 450 era volgare), nacque quella che fu in seguito chiamata “chiesa Cattolica apostolica romana” o “chiesa paolina”.
Come riferiscono gli Atti degli Apostoli (Nuovo Testamento), la maggior parte degli ebrei non credette, nella citata solo nei vangeli, la cosiddetta “resurrezione” di Gesù.
https://youtu.be/5RPpCwky46Q?si=3BjpLEyqtmf2EBil
Pertanto, inizialmente Saulo/Paolo si oppose all’enunciazione dei vari predicatori nati successivamente ai cosiddetti “apostoli”, i quali cercarono di evitare una rottura con l’ambiente ebraico, in quanto i giudeo-cristiani osservavano le leggi della Torah, comprese le 7 feste annuali del calendario ebraico, che inizia ancora oggi con il mese primaverile di “Aviv”.
Aviv [avìv] è il nome originario del primo mese del calendario sacro ebraico e significa “spighe verdi.” Corrisponde al periodo che va dalla metà di marzo alla metà di aprile nel nostro calendario. Dopo il ritorno dall’esilio babilonese, fu chiamato “Nisan” (Deuteronomio 16:1).
Info sui goyim: Israel Shahak (Varsavia, 28 aprile 1933 – Gerusalemme, 2 luglio 2001) suggerisce inoltre che la tradizione ebraica valorizza la vita ebraica più di quella dei gentili. Cita l’affermazione di Maimonide secondo cui, mentre “chi uccide un ebreo è soggetto alla pena di morte, chi uccide un non ebreo non lo è” (Mishneh Torah, Leggi dell’omicidio 2:11).
Saulo/Paolo, dopo aver appreso i principi della nuova religione da Anania, che si dice fosse uno dei tanti seguaci di Gesù il nazareno chiamato in aramaico “Bar-Abba” (cioè “figlio del padre”), che fu il Gesù/BarAbba liberato da Ponzio Pilato, mentre l’altro Gesù, lo zelota, fu crocifisso.
Ecco una premessa importante su questo tema riguardante i due (2) Gesù davanti a Pilato:
Ai tempi descritti dai Vangeli, vi erano due Gesù.
Uno era un rivoluzionario zelota, chiamato “messia,” il quale aveva dei “discepoli” armati che lo proteggevano. Questo è colui che fu arrestato nel giardino del “Getsemani” da una legione romana (composta da molti soldati) per cospirazione contro l’Impero Romano, essendo Zelota, detto il Messia liberatore.
L’altro Gesù era chiamato “figlio del Padre” (Bar-Abba in aramaico, la lingua del posto e del tempo), che corrisponde a BarAbba, greco Βαραββᾶς, dall’aramaico “bar abbā,” cioè “figlio del padre” o del maestro.
Davanti a Pilato comparvero quindi entrambi i due Gesù.
Pilato condannò il “messia rivoluzionario” a morte e lo fece crocifiggere, mentre liberò il Gesù noto come “figlio del Padre,” così come si autodefiniva nelle sue prediche in giro per la Galilea e la Palestina e come lo chiamavano i suoi seguaci. Liberò quindi Bar-Abba, il figlio del padre, il quale era amato dal popolo perché aiutava i poveri e i malati, ma era inviso ai sacerdoti di Gerusalemme, poiché aveva molto credito e numerosi seguaci, e ciò infastidiva i farisei ed i sadducei che controllavano l’ideologia giudaica del tempo dal Tempio di Gerusalemme e non volevano perdere il potere che avevano sul popolo.
Su questo fatto nascosto dagli “storici” cristiani, dei due Gesù presenti davanti a Pilato, si creò nelle varie sette cristiane spinte dalla predicazione di Paolo, una unica teoria per utilizzare il fatto della morte, crocifissione e presunta resurrezione, per far credere ai fedeli della setta di Paolo, che la morte di Gesù fosse utilizzata per predicare la salvezza di tutta l’umanità, perché sarebbe morto per “lavare/riscattare” i peccati dell’umanità, teoria totalmente FALSA, in quanto essa deresponsabilizza le azioni non etiche di un soggetto, che secondo quella falsa teoria, destinerebbe la colpa ed il pagamento dei propri errori ad un altro essere, cosa totalmente sbagliata, perché le responsabilità sono solo proprie di colui che commette atti non etici, quindi illogica, per cui FALSA. vedi: Gesù cristo è morto per noi ? NO !
Chi ha scritto i Vangeli ?
Diversamente da quanto si possa credere, ormai è certo che i Vangeli che conosciamo oggi non furono scritti né da Gesù, Bar-Abba, figlio del padre, il Nazareno stesso né dai discepoli.
Gli evangelisti o meglio, i compilatori dei cosiddetti quattro Vangeli del Nuovo Testamento, non furono i veri autori di queste opere e possiamo affermare con certezza che i cosiddetti quattro evangelisti o chi per loro, non erano mai stati presenti durante gli avvenimenti della vita di Gesù il nazareno.
La critica storica ha messo in dubbio l’accuratezza di queste attribuzioni della tradizione cristiana. Molti studiosi sostengono che:
– I Vangeli di Matteo e Marco siano stati scritti da autori anonimi che hanno utilizzato fonti precedenti.
– Il Vangelo di Luca sia stato redatto da un compagno di Paolo, ma non necessariamente da Luca stesso.
– Il quarto Vangelo non sia stato scritto da Giovanni, figlio di Zebedeo, ma da un autore sconosciuto.
Rimane quindi evidente che gli autori di quegli scritti hanno modificato, in buona o malafede, la storia, anche perché nessuno dei quattro cosiddetti evangelisti era stato contemporaneo agli eventi, ma riportarono le informazioni che avevano raccolto oralmente da terzi non presenti ai fatti, modificandole nel riportarle, a seconda del loro credo personale o di coloro che li avevano informati.
Lo stesso Vangelo di Luca, nella sua introduzione, cita la precedente esistenza di resoconti dei fatti: “Poiché molti hanno posto mano a stendere un racconto degli avvenimenti successi tra di noi.”
La trasmissione orale della vita e dell’insegnamento del cosiddetto Gesù il Nazareno, così come della storia della sua presunta morte/crocifissone e “resurrezione”, in quanto nessuno è stato presente al fatto della “resurrezione”, ma vi sono solo citazioni orale dei presunti fatti, tutto ciò dopo la cosiddetta e presunta resurrezione, quindi tutto basato su impressioni e dialoghi fra persone non presenti al presunto fatto; queste variazioni dalla realtà sono avvenute nei decenni immediatamente successivi, potrebbero aver causato una sorta di selezione/alterazione sugli eventi riportati, mantenendo solo quelli ritenuti più importanti per il messaggio religioso proposti dai vari predicatori del tempo.
Inoltre, potrebbe esserci stata una modifica dell’ordine degli avvenimenti. Infatti, il vescovo Papia di Ierapoli, nella sua Esegesi delle parole del Signore (circa 120-125 d.C.), cercava di raccogliere le testimonianze orali relative all’operato di Gesù il Nazareno. Questo dimostrerebbe che, anche a distanza di un secolo dagli eventi narrati e di alcuni decenni dalla scrittura dei primi Vangeli, a fianco delle opere scritte era ancora presente e diffusa nelle comunità cristiane una forte tradizione e comunicazione orale, che come sappiamo non è affidabile.
Ad insistere che i Vangeli dovessero essere quattro fu Ireneo di Lione, un teologo del II secolo era volgare, il quale, contestando gruppi cristiani da lui ritenuti eretici, come gli Ebioniti o i seguaci di Valentino e Marcione,, che ne usavano un numero differente, affermò: “Poiché il mondo ha quattro regioni e quattro sono i venti principali […] il Verbo creatore di ogni cosa […] rivelandosi agli uomini, ci ha dato un Vangelo quadruplice, ma unificato da un unico Spirito.”
Comunque già nel 160 d.C., Giustino nella sua Prima Apologia, afferma che le “memorie” raccolte degli apostoli, vengono chiamate Vangeli.
Si evidenzia, quindi, che la cosiddetta “cristianità,” nel tempo e fin dalle sue origini, ha manipolato o cambiato la storia reale, sia in buona fede che per fini di potere o di condivisione.
Però sappiamo con certezza che il primo artefice di ciò, fu il romano e divenuto famoso Saulo/Paolo di Tarso, il quale ha gettato le basi primarie del cristianesimo così come lo conosciamo oggi suddiviso nelle sue decine di migliaia di sette !
Saulo/Paolo si convertì sulla via di Damasco, così ci riferiscono gli Atti degli Apostoli (Nuovo Testamento), assumendo il nuovo nome di Paolo, diventando un convinto e deciso propagatore del messaggio giudeo-cristiano, arricchito da alcune sue personali idee anche sulla cosiddetta salvezza.
Queste idee, però, non erano molto gradite né condivise dai giudeo-cristiani dei primi tempi; tuttavia, alcuni gruppi iniziarono a seguirle e tali concezioni presero piede nella credulità dei suoi seguaci, divenendo successivamente i principali pilastri delle varie dottrine cristiane, una delle quali piano piano si adattò successivamente all’ideologia romana, cambiando i nomi delle divinità romane e integrandoli ad esempio con il nome di Maria, la Vergine, che rappresentava una creazione e trasposizione della dea madre dei cosiddetti “pagani” nella figura sacra di “Maria Vergine”.
Infatti, il culto a Maria, come Madonna Vergine, iniziò intorno al 250 era volgare e crebbe fino a diventare un dogma dopo il IV secolo. Lo stesso avvenne per i cosiddetti “santi” della corrente/chiesa che fu chiamata Cattolica, apostolica, romana e poi paolina.
I primi seguaci di Paolo abbandonarono gradualmente il collegamento con i giudeo-cristiani del tempo, che invece erano sempre legati alla Torah di Mosè, come gli ebrei samaritani, i quali non credevano in Gesù come messia liberatore dal giogo schiavista dei romani, ma piuttosto come un messia profeta, portatore di idee liberatorie dal punto di vista spirituale.
Paolo/Saulo indirizzò 13 lettere ai giudeo-cristiani per esortarli a perseverare nella sua dottrina che si basava sulla fede in Gesù, detto il Cristo, unto dal sacro olio dell’unzione cerebrale che porta all’illuminazione o consapevolezza, propagando la sua ideologia su Gesù morto sulla croce, risorto per la salvezza dell’umanità.
Vedi anche: Cosa è e chi è il Cristo
Nella sua predicazione, mise l’accento sull’importanza della fede, più che delle opere, per ottenere la salvezza dalla schiavitù nella quale viveva la grande maggioranza della popolazione umana, promettendo un regno dei cieli sulla Terra ed un premio dopo la morte.
Paolo fu allievo di Gamaliele, uno dei teologi ebrei più famosi del suo tempo e un teologo fariseo. Secondo i Vangeli, il profeta Gesù, che i cristiani nel futuro avrebbero poi elevato al rango di divinità, combatté per la maggior parte contro l’arroganza e l’ipocrisia di quella scuola, che metteva la lettera della legge ebraica sopra il suo spirito. Su questi punti, si può supporre che Saulo/Paolo fosse un tipico fariseo.
Inoltre, è fondamentale notare che Saulo era un ebreo colto e consapevole, nato e cresciuto al di fuori della Palestina, in una di quelle città romane dell’Asia Minore che avevano seguito le città ellenistiche. Queste città erano sotto l’influenza del credo greco ellenistico, fatti che permearono l’ideologia giudeo-cristiana, specie la paolina, pur mantenendo molte delle sue caratteristiche fondamentali ed essenziali.
Tarso, città natale di Saulo/Paolo, era un luogo dove il greco era lingua franca, il latino stava diventando sempre più familiare e dove si potevano incontrare rappresentanti di tutti i popoli e delle religioni anche del vicino Oriente. In altre parole, Saulo era già un ebreo del “ghetto” che, oltre a una profonda conoscenza della tradizione israelitica, aveva una comprensione del mondo dei goyim – dei non ebrei – e delle loro varie ideologie, che in parte aveva assimilato nel suo nuovo credo.
Ciò si sarebbe poi rivelato prezioso per lui, permettendogli di fare compromessi ideologici poi accettati da una parte dei giudeo-cristiani e da molti goyim, i gentili delle popolazioni vicine.
Con il suo successo e la sua predicazione, Saulo/Paolo gettò le basi del futuro cristianesimo, che si sviluppò in varie correnti, inizialmente circa 250, ma tra le quali prese il sopravvento quella che divenne successivamente la Chiesa cattolica, di origine come essa afferma: “paolina”.
Senza dubbio, Paolo pensava, come ogni buon ebreo, che i goyim, definiti nel Talmud “animali umani”, esistessero solo per essere dominati e sfruttati dal “popolo eletto”. Tuttavia, Paolo aveva capito il mondo non ebraico molto meglio della maggior parte degli ebrei in Palestina, comprendendo l’ambiente sociale che aveva prodotto i primi credenti in quella nuova setta religiosa, che pian piano, introducendo nuove idee, si trasformò nel cristianesimo multipolare come lo conosciamo oggi, di religioni/sette cristiane, nel mondo ve ne sono si stima circa 45.000.
Il cristianesimo nella sua continua trasformazione/alterazione dalle sue origini, durante circa 2.000 anni, con sue varie nuove forme ideologiche, ha passato periodi molto bui, specialmente per quanto riguarda la setta/chiesa cattolica, la quale in occidente fece realmente fuoco e fiamme (i roghi dei cosiddetti eretici, dei quali il più famoso fu Giordano Bruno), istituendo anche l’inquisizione per contrastare e tentare di fermare l’ascesa delle altre sette/religioni che erodevano fedeli ad essa, e gli toglievano piano piano il potere acquisito, con un’azione molto aggressiva e violenta che continuò con la lotta contro il protestantesimo, di Martin Lutero e Giovanni Calvino, con la contro riforma che scateno anche guerre sanguinose fra le varie fazioni, e successivamente con la scissione della nuova chiesa anglicana (UK), tutto ciò poter mantenere il potere temporale che comunque è stato ridotto per fortuna, piano piano al minimo dagli anni 1850 ad oggi.
Come è possibile osservare da questa breve sintesi sulle origini del cristianesimo, possiamo affermare con certezza che tutte le religioni dette cristiane, sono notevolmente diverse anche come credo, dal loro cosiddetto iniziatore il Gesù nazareno detto il cristo per la sua illuminazione e consapevolezza, il quale dimostrava con le sue azioni fra il popolo, che lo chiamava figlio del padre, ovvero BarAbba, le quali purtroppo queste sette/religioni con il loro credo, hanno poco da spartire con il messaggio originario del Nazareno.
vedi: La conoscenza = il viaggio del Pellegrino sulla Terra