Ecco le presunte “prove” dell’esistenza del Gesù, quello dei cristiani, altra è la descrizione di Gesù figlio del padre o del maestro, BarAbba…. il nazareno, liberato da Ponzio Pilato, mentre il traditore/rivoluzionario per i romani, “Gesù lo zelota”, fu condannato a morte per crocifissione come dispregio per la sua condotta… vedi qui sotto la spiegazione dei DUE Gesù.
Ai tempi descritti dai vangeli, vi erano due Gesù,
Ecco una chiarificazione importante su questo tema, riguardante i due (2) Gesù davanti a Pilato:
Uno era un rivoluzionario zelota, chiamato “messia,” il quale aveva dei “discepoli” armati che lo proteggevano. Questo è colui che fu arrestato nel giardino del “Getsemani” da una legione romana (composta da molti soldati) per cospirazione contro l’Impero Romano, essendo Zelota, era detto il Messia liberatore.
Gli zeloti (in ebraico: קנאים, Ḳanna’im, indica una persona dotata di uno “zelo” comportamentale nei confronti di Yah) erano un gruppo politico–religioso giudaico apparso all’inizio del I secolo, erano i partigiani accaniti dell’indipendenza politica del Regno di Giudea, nonché difensori dell’ortodossia e dell’integralismo ebraico dell’epoca. Considerati dai Romani alla stregua di terroristi e criminali comuni, si ribellavano con le armi alla presenza romana nel Regno di Giudea, i quali svolsero un ruolo importante nella grande rivolta del 66–70, la maggior parte di essi perirono durante la presa di Gerusalemme da parte di Tito Flavio Vespasiano (70).
L’altro Gesù era chiamato “figlio del padre o del maestro” (“Bar-Abba” in aramaico, la lingua del posto e del tempo), che corrisponde al “Barabba”, detto e scritto in greco Βαραββᾶς.
Davanti a Pilato comparvero quindi entrambi i due Gesù. Pilato condannò il “messia, zelota rivoluzionario/traditore per i romani” a morte e lo fece crocifiggere, come solevano fare per i criminali ed era un segno di morte denigratoria, mentre liberò il Gesù noto nel popolo, come “figlio del padre o del maestro”, così come si autodefiniva nelle sue prediche in giro per la Galilea e la Palestina e come lo chiamavano i suoi seguaci.
Liberò quindi Bar-Abba, il figlio del padre o del maestro, “Barabba”, il quale era molto amato dal popolo perché aiutava i poveri ed i malati, ma era inviso ai sacerdoti di Gerusalemme, poiché aveva molto credito e numerosi seguaci, e ciò infastidiva i farisei ed i sadducei che controllavano da Gerusalemme, le due correnti dell’ideologia giudaica del tempo, e non volevano perdere il potere che avevano sul popolo e la giudea.
Su questo fatto nascosto dagli “storici” cristiani, dei due Gesù presenti davanti a Pilato, si creò nelle varie “sette/correnti” cristiane dei primi secoli che si erano intanto formate, anche quelle spinte dalla predicazione di Paolo, una unica e nuova teoria per utilizzare il fatto della morte, crocifissione /morte denigratoria) del Gesù lo zelota e della sua presunta resurrezione, per far credere ai fedeli della setta di Paolo, che la morte di Gesù fosse utilizzata per predicare la salvezza di tutta l’umanità, perché sarebbe morto per “lavare/riscattare” i peccati dell’umanità, teoria totalmente FALSA, in quanto essa deresponsabilizza le azioni non etiche di un soggetto, che secondo quella falsa teoria, destinerebbe la colpa ed il pagamento dei propri errori ad un altro essere (il Gesù detto il cristo dei cristiani), cosa totalmente sbagliata, perché le responsabilità sono solo proprie di colui che commette atti non etici, quindi essa è una teoria cristiana assolutamente illogica, ed in contrasto con la responsabilità naturale ed universale, che OGNI uomo si deve assumere per i propri erroti comportamentali, per cui totalmente FALSA.
By Jean Paul Vanoli
Ritorniamo al titolo di quest articolo:
Queste sono le “sette” (7) presunte “prove” archeologiche dell’esistenza di Gesù detto il cristo, questo secondo la cristianità.
Caro lettore, che tu sia credente o meno, è innegabile che uno dei personaggi più decisivi nella storia dell’umanità occidentale, probabilmente il più importante, è quello di Gesù detto il “cristo“, l’illuminato, l’unto dall’olio sacro che secretano le ghiandole cerebrali del cervello degli umani, al di là della figura descritta nei Vangeli di questo uomo, ci sono molti dubbi sulla sua esistenza storica, soprattutto del Gesù descritto dai cristiani e dai vangeli.
A questo proposito, ci sono diverse presunte “prove” che i cristiani adducono, che secondo loro, dimostrerebbero l’esistenza del Gesù storico, che qui discutiamo.
Il Daily Mail raccoglie in un rapporto quelle che sarebbero le sette principali, basate sull’archeologia ed alcuni documenti “storici”, che però sono facilmente interpretabili in vari modi, quindi non attendibili.
Giuseppe Flavio, che menziona Gesù nella sua vasta opera Antichità giudaiche, scritta 60 anni dopo la morte di Gesù: In una sezione del libro, Giuseppe Flavio descrive come un sacerdote ebraico di nome Anano, tentò di far giudicare il fratello di Gesù, Giacomo, per farlo condannare a morte.
Flavio scrive che Anano “convocò una riunione di giudici e vi condusse il fratello di Gesù, chiamato il Messia, di nome Giacomo”.
Graffito di Alessameno
Il graffito Alexámenos (noto anche come graffito Palatino) è un graffito denigratorio greco, rinvenuto su un muro del Colle Palatino, a Roma. È considerata la prima e presunta rappresentazione pittorica conosciuta della “crocifissione” di un uomo, che si dice sempre da parte dei cristiani, sia il loro Gesù-cristo. Esso è conservato nel Museo Antiquarium Forense o Antiquarium Palatino di Roma.
L’immagine rappresenta un uomo crocifisso con la testa d’asino, che per i cosiddetti cristiani che credono che l’immagine rappresenti il loro Gesù, sarebbe una offesa e lo è nel disegno denigratorio. A sinistra c’è un altro uomo che alza una mano.
Sotto la croce c’è una leggenda scritta in greco. Αλεξαμενοϲ ϲεβετε θεον (Alexamenos sebete theón). Nel greco standard ϲεβετε è l’imperativo plurale del verbo “adorare/amare”, che si tradurrebbe come “Alexamenos. adora/ama il suo dio”, come diverse altre fonti suggeriscono, che il significato della frase, sarebbe quello od altre varianti simili, tipo l’adorazione di un uomo asino.
Altra interpretazione, sarebbe quella, che la persona che appare nel graffito si troverebbe in una cerimonia “gnostica” in cui ci sarebbe una figura con la testa di cavallo.
Schernendo la “crocifissione di Gesù”.
La ragione per cui questo argomento sarebbe convincente, è che supera quello che il dottor Reed descrive come “il criterio della vergogna” ed aggiunge: “La crocifissione era da sempre stata considerata vergognosa e gran parte dei Vangeli cercano contrariamente alla realtà di trasformare la crocifissione in una morte eroica”.
Nel diritto romano vigente all’epoca, il corpo del giustiziato veniva smaltito dall’autorità che ne aveva ordinato la morte, la quale, in casi di particolare gravità, era solita vietarne la sepoltura (Mª Amparo Mateo, Summa supplicia, scenari, forme e azioni di morte nei martiri cristiani).
Anche il fatto che Gesù fosse stato inizialmente presentato, fra i primi cristiani, come un seguace di Giovanni Battista era profondamente “preoccupante” per le chiese cristiane, che hanno fatto di tutto piano piano e nel tempo successivo per cercare di spiegare le cose in modo diverso e più vicine alle loro “credenze”, per cui manipolavano scritti e dizioni orali per arrivarvi.
Il fatto che sopravvivano dettagli imbarazzanti e che i cristiani ne erano e siano così angosciati, è in realtà un segno che essi erano eventi inventati o perlomeno alterati dalla realtà, che gli evangelisti non contemporanei descrivono come Luca afferma: per aver sentito dire….come egli scrive nel vangelo attribuito al quel nome.
Reed dice: “Dal mio punto di vista, quello di cui sono più certo è che Gesù iniziò come seguace di Giovanni Battista, che proveniva dalle classi contadine inferiori, forse era un figlio illegittimo e che “pare” sia stato crocifisso“. Altro pensiero descrivente il suo credo personale.
La crocifissione
Un altro dettaglio della crocifissione che alcuni studiosi hanno trovato difficile spiegare è: se Gesù morì come nemico dello Stato Romano, perché gli fu concessa una sepoltura completa ?
Questa è una logica domanda ! La semplice spiegazione è che davanti a pilato comparvero due Gesù, il primo lo “zelota ribelle” antiromano, che da Ponzio Pilato fu condannato a morte con la crocifissione come tutti i traditori e l’altro Gesù “figlio del padre”, chiamato “Bar Abba”, parola aramaica che significa appunto figlio del padre o del maestro, in quanto era cosi chiamato dal popolo che lo amava, dato che aiutava i poveri ed i malati, che invece fu rilasciato e quindi non morì sulla croce.
Sebbene ci siano pochissime presunte “prove”, per di più indirette, che la crocifissione sia avvenuta, alcuni critici sostengono che molto probabilmente Gesù fu gettato in una fossa comune come quelle per i criminali.
Tuttavia, nel 1986, una squadra di costruttori scoprì accidentalmente diverse tombe nel nord di Gerusalemme. Un ossario, una cassa per conservare i resti scheletrici, era contrassegnato con il nome Jehohanan ben Hagkol e conteneva i resti di un uomo che sembrava essere stato crocifisso, quindi se anche cosi fosse, la logica ci dice che il presunto Gesù-cristo, NON sarebbe mai risorto.
Le ossa includevano un tallone sul quale era ancora conficcato il chiodo con cui l’uomo era stato inchiodato alla croce. Sebbene non fosse una prova della vita di Gesù, questa scoperta parrebbe confermare il racconto della morte fatto dallo scrittore evangelico, che sappiamo però con certezza NON ha assistito agli eventi, ma ha citato fonti orali ricevute dopo decenni e quindi non attendibili.
La Sindone di Torino
Ora esaminiamo l’esistenza delle cosiddette “reliquie” di Gesù che sono state utilizzate “impropriamente” come prova della sua esistenza.
La più famosa di tutte è la Sindone di Torino. È un pezzo di stoffa che porta l’impronta di un uomo ed è considerato e solo da certi cristiani, il panno in cui sarebbe stato avvolto Gesù dopo la crocifissione.
Alcuni studiosi cristiani sono convinti che si tratti di una reliquia di Gesù, ma vi sono prove crescenti e concrete che contraddicono tale posizione, cioè che sarebbe stata creata attorno al 1.300 era volgare.
Ad esempio, uno studio recente ha scoperto che l’immagine impressa sulla Sindone non potrebbe essere stata realizzata da un corpo umano, ma deve essere stata realizzata mediante incisioni superficiali, come un bassorilievo.
Allo stesso modo, uno studio del ricercatore italiano Antonio Lombati ha scoperto che il modello di tessitura utilizzato per la sindone non corrisponde ad alcun esempio di lini funerari della zona di Israele risalenti al tempo di Gesù. Piuttosto, il disegno è estremamente simile al tessuto prodotto nell’alto medioevo durante le Crociate, periodo a cui è stata attribuita la sindone durante le ricerche degli anni ’80.
«Sono convinto che le sacre reliquie siano tutte false e questo c’entra anche con il fatto che compaiono tutte contemporaneamente dopo le Crociate, quando in Europa c’era sete di questo materiale. Se guardate la Sindone di Torino, fin dall’inizio, anche nei documenti della Chiesa, c’era qualche sospetto a riguardo“, dice il dottor Reed.
Ma c’è ancora chi ha dei dubbi: Ben Witherington III, studioso cristiano della Bibbia presso il Seminario teologico di Asbury, dice: “La sindone stessa ha un’immagine negativa di un uomo crocifisso, che esisteva almeno dall’alto Medioevo, in un’epoca molto prima fotografie“. “Come è arrivata esattamente quell’immagine sulla stoffa, e come rappresenta in modo così accurato il luogo in cui Gesù sarebbe stato flagellato sulla schiena, o inchiodato ai polsi, o sanguinante dalla testa a causa di qualcosa, diciamo una corona di spine?”, chiede ma non spiega come si sarebbe riprodotta quell’immagine.
La Chiesa degli Apostoli
Nel 2017, gli archeologi che effettuavano scavi nella zona israeliana di El Araj hanno fatto una scoperta sorprendente. Sepolti vicino al fiume Giordano, gli archeologi hanno trovato i resti di una basilica bizantina che misura 27 x 15 metri. I ricercatori pensano e ritengono che questo potrebbe essere il sito di Betsaida, la città che avrebbe ospitato gli apostoli Pietro, Andrea e Filippo. Sotto l’abside della chiesa bizantina nel sito di el-Araj, gli archeologi israeliani hanno scoperto muri del III e del I secolo d.C.
Se così fosse, la basilica di El Araj sarebbe la perduta “Chiesa o casa degli Apostoli”, che si suppone sia stata costruita sulle rovine antecedenti della città.
A seguito di ulteriori indagini nel 2021, il professor Steven Notely, archeologo del Nyack College e co-direttore degli scavi, ha dichiarato alla Society for Biblical Archaeology: “Non ci sono altre chiese nelle vicinanze menzionate dai visitatori bizantini in Terra Santa, e lì non c’è motivo di dubitare se questa sia la Chiesa degli Apostoli.”.
Siamo sempre nel campo delle “supposizioni” dei cristiani che pur di far quadrare le loro credenze non si attengono ai fatti, ma modulano la realtà come fa comodo a loro.
Nel ritrovamento non si parla di iscrizioni comprovanti che fosse una chiesa cristiana.
Ancora più interessante è che gli scavi hanno trovato invece i resti di un villaggio di pescatori di epoca romana. Per alcuni, questo costituisce un argomento convincente secondo cui il racconto biblico della vita di Gesù è supportato da prove convincenti, anche qui siamo nel campo delle cento pertiche, sarebbe, potrebbe, ecc., nulla di certo.
La scritta “Gesù è Dio”
Un altro esempio è un’iscrizione trovata sotto il pavimento di una prigione israeliana. Questo mosaico di 1.800 anni rappresenterebbe la prima dichiarazione scritta su Gesù.
La sua datazione oscilla secondo gli studiosi fra il III e il IV secolo quindi fra i 300 ed i 400 anni dopo gli eventi della vita del cosiddetto Gesù.
Il mosaico di 54 m2 e contiene l’antica frase greca: “Akeptous, che ama Dio, ha offerto la mensa a Gesù-Cristo in memoria”. Cosi alcuni studiosi hanno tradotto, ma ne siamo certi ?
Carlos Campo, direttore generale del Museo della Bibbia che ha recentemente esposto il mosaico, l’ha definito “la più grande scoperta dai Rotoli del Mar Morto”.
Ciò dimostra che la “divinità di Gesù” è entrata a far parte delle ideologie di alcuni cristiani solo dopo 300 anni dopo gli avvenimenti in Palestina degli inizi del primo secolo era Volgare, perché prima non esisteva quella “credenza”.
L’Ossario di Santiago
I presunti resti di Santiago el Mayor sono conservati in un’urna/scatola nella cattedrale di Santiago de Compostela in Spagna, dopo una storia non priva di alti e bassi.
Il cosiddetto Ossario di Giacomo è una scatola di ossa che reca l’iscrizione in aramaico: “Giacomo, figlio di Giuseppe, fratello di Gesù“.
Il Dr. Witherington dice: “La probabilità che quella particolare combinazione di questi tre nomi non si riferisca al famoso Giacomo il Giusto, a suo padre Giuseppe ed a suo fratello Gesù è praticamente nulla. Se fosse vero che la crocifissione (pena assegnata ai traditori e criminali, quindi dispregiativa) fu la fine della storia di Gesù, nessuno si vanterebbe di essere imparentato con lui in un ossario.
Se l’Ossario di Giacomo fosse reale, cosa che non è stata ancora dimostrata, potrebbe essere una prova del fatto che Gesù sarebbe stato una figura reale che divenne famosa dopo la sua morte, fra le varie sette cristiane dei primi secoli. Sfortunatamente, la storia dell’Ossario di Santiago è un pò più complicata e poco attendibile, per questi motivi:
L’ossario è stato acquistato da un uomo d’affari israeliano di nome Oded Golan, da un antiquario sconosciuto negli anni ’70.
Tuttavia, con una mossa insolita, l’Autorità israeliana per le antichità (IAA) ha accusato Golan di aver falsificato la reliquia e lo ha portato in tribunale nel “processo di falsificazione del secolo”.
Gli esperti dell’IAA hanno affermato che Golan aveva preso un autentico ossario del I secolo, ma che aveva aggiunto lui stesso l’iscrizione. Quando la polizia arrestò Golan, trovò un laboratorio di falsificazione pieno di strumenti e “oggetti d’antiquariato” semilavorati. Alla fine, però, è stato assolto, ma le prove che era un falsificatore rimasero indelebilmente.
Quindi anche questa presunta “prova” non vale nulla.
Coclusione:
Questo articolo è la rivisitazione dell’articolo sottostante nel link, che è decisamente stato preparato da un “fanatico” del Gesù dei cristiani, perciò inventato e qui ne abbiamo dimostrato le falsità imprecisioni e cose improbabili !
Queste sono le sette “prove” archeologiche più importanti dell’esistenza di Gesù, secondo la “scienza”
Buona riflessione !