CONTROVERSIA sull’AIDS – SOLUTION to the HIV-AIDS CONTROVERSY
– TERAPIE NATURALI anche per l’AIDS
Continua su: Controversia sull’aids – 2 + HIV è reale ? + L’altra storia dell’Aids + Hiv virus inventato
1) Il virus dell’HIV non è MAI stato isolato, cioè fotografato da solo e per intero – il suo DNA – e non insieme ad altre cose o sostanze.
2) A prescindere dall’esistenza o meno dell’HIV, un virus non può da solo, dare una breve e lievissima influenza (detta sindrome pre-aids, quasi inavvertibile, essere sconfitto dall’organismo in fase s+ asintomatica e poi a distanza di anni scatenarsi e portare a morte con l’aids conclamato !
Tutto ciò NON è logico (verruche, herpes, condilomi e varicella fanno qualcosa di simile ma in quei casi si riconosce che la causa è uno stress dovuto ad altre cause del sistema immunitario).
3) I test non sono affidabili perché vanno interpretati (es. western blot) e variano i parametri di s+, da paese a paese, roba da ridere….
4) A prescindere da tale affidabilità un risultato di s+ potrebbe essere lo stesso sintomo di sforzo per il sistema immunitario dovuto a varie cause, per esempio i Vaccini.
5) I presunti e cosiddetti “virus“, sono dei prodotti di scarto (dei mitocondri e nuclei di cellule morte che si degradano, sono sostanze inerti ed indifferenziate del corpo, (non sono micro organismi, né tanto meno i cosiddetti ed inesistenti virus), ma solo semplici proteine complesse a DNA, cioè esosomi che hanno un capside di lipidi).
6) Proteggersi con il preservativo quando si fa sesso è doveroso per evitare altre malattie e/o per non avere figli, come altrettanto doveroso è evitare di esagerare con le paranoie che possono portare malattie da psicosomatizzazione.
7) In conclusione forse sarebbe il caso di indagare di più il lato immunologico della faccenda e non su quello virale, proprio perché per tutti i cosiddetti “virus” non esistono in natura e quindi le cure antivirali non servono, se non quelle naturali consistenti nella risposta sana ed immunitaria dell’organismo.
vedi: HIV è uno pseudovirus inventato in laboratorio + L’Aids non è causato da un virus ! + HIV Virus inventato ? + Bibliografia su Aids + La dott.essa Papadopoulos e l’aids + l’Aids è stato inventato in USA ? + I Postulati di Koch + L’altra storia dell’Aids + PDF di Luc Montagnier su AIDS ed HIV… + PDF di Gallo e lo HIV…
Bibliografia utile:
Malassorbimento
https://microbioma.it/gastroenterologia/farmaci-antireflusso-alterazioni-del-microbiota-intestinale-causano-malassorbimento-di-magnesio/
Diabete
http://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/medicina/2020/10/01/i-farmaci-antireflusso-legati-a-un-maggior-rischio-diabete_d07ec97e-0156-4311-929c-1975c1c30b8a.html
Cancro
https://www.repubblica.it/salute/2017/11/02/news/l_uso_prolungato_dei_farmaci_contro_il_reflusso_aumenta_il_rischio_di_tumore_gastrico-266567628/
Infarto
https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/cardiologia/farmaci-antiacidi-quali-rischi-il-cuore
Reni
https://www.corriere.it/salute/16_gennaio_11/rene-rischio-insufficienza-farmaci-anti-acidi-0597492e-b874-11e5-9c8b-06a796133b34.shtml
2021 Tubercolosi associata all’HIV
La tubercolosi (TB) rimane una delle principali cause di morbilità e mortalità tra le persone con HIV…
https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC8236666/
HIV e micobatteri – 2017
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/28550962/
La tubercolosi come causa di ospedalizzazione e mortalità ospedaliera tra le persone affette da HIV in tutto il mondo: una revisione sistematica e una meta-analisi – 2016
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/26765347/
La tubercolosi (NdR: con la candidosi) è la principale causa di morte tra i casi di AIDS a Rio de Janeiro, in Brasile. – 2013
https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC3731736/
AIDS: “SONO BATTERI e funghi, STUPIDO !” – 2008
È importante rendersi conto che l’affermazione “l’HIV è l’unica causa dell’AIDS” è solo un’ipotesi. Ci sono domande senza risposta e controversie sul ruolo dell’HIV “come unica causa dell’AIDS”. E finché non saranno risolte, una cura non sarà possibile. In questo articolo si esplora il possibile ruolo dei micobatteri tubercolari acido-resistenti come “agenti primari” nell’AIDS.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18691828
Prevalenza e modello di anticorpi cross-reattivi all’HIV nei pazienti con tubercolosi – 2008
Le similarità di sequenza tra i due organismi potrebbero essere responsabili dell’attivazione di anticorpi cross-reattivi, poiché alcuni epitopi correlati sono stati identificati in HIV e Mycobacterium.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/18593340/
Il crescente peso della tubercolosi: tendenze globali e interazioni con l’epidemia di HIV – 2003
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12742798
I micobatteri come cofattori dell’AIDS – 1992
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/1455062/
Infezioni micobatteriche e AIDS – 1998
In Occidente, una delle infezioni batteriche opportunistiche più comuni nei pazienti affetti da AIDS è il Mycobacterium avium-intracellulare (MAI).
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/3076822/
Infezione disseminata da Mycobacterium avium-intracellulare in uomini omosessuali che muoiono per immunodeficienza acquisita – 1982
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/6982979/
http://www.izsler.it/izs_bs/ftp//doc/CREF_paratubercolosi/compiti/Mybacterium%20avium.pdf
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Il premio Nobel per lo HIV-AIDS Luc Montagnier ha rilasciato recentemente, due anni prima di morire, dichiarazioni clamorose:
11-12-2008 – “Il sole24 ore” pag. 9. “…alcuni individui si infettano (hiv) ma non sviluppano la malattia (dell’AIDS) e mantengono spontaneamente sotto controllo la replicazione del virus. Questi individui vengono chiamati élite proprio perché il loro sistema immunitario ha trovato il sistema giusto per bloccare il virus. La nostra speranza sta nello studio di questi individui”.
Per aver compreso che alla base della presunta diagnostica dell’ HIV, esiste un errore nel senso che non è mai stato isolato alcun virus neppure lo HIV quale causa della sindrome Aids (come affermato nel video “La scienza del panico” dal prof. Duesberg, esperto virologo di fama mondiale al 25’ – 28’ – 45’ ca dall’inizio; dal prof. Ruggiero, professore biologia molecolare all’Università di Firenze – a 10’ – 12’ – 23’ – 25’ – 65’ e 69’ dall’inizio del video, ecc.).
Per non aver assunto, o aver smesso di assumere, alcuni farmaci quali, ad esempio, l’AZT, sostanza molto tossica e che molti medici e ricercatori hanno ritenuto che sia stato la causa di tanti decessi.
Per aver compreso che fra le cause della diagnostica di sieropositività possono esserci fattori legati all’assunzione di sostanze tossiche (Droghe), ivi comprese quelle farmaceutiche, alla malnutrizione, cattiva igiene, veleni ambientali di varia natura ma anche ai traumi psichici o chock psico-emotivi.
Per aver compreso che sovente è lo choc derivante dalla diagnostica a scatenare la sindrome chiamata AIDS (video La scienza del panico: “la cura più valida è annullare la paura” – 1 ora e 13’ ca. dall’inizio).
Ulteriori recenti dichiarazioni rilasciate da Luc Montagnier:
“I fattori psicologici sono di vitale importanza per sostenere il sistema immunitario e se si elimina questo sostegno, dicendo a chi è malato che è condannato a morire, basteranno queste parole a condannarlo” (Wikipedia).
“… test genetici possono rilevare fattori ossidativi…lo stress ossidativo può creare una mutazione del DNA ed è sovente correlato anche allo stress psicologico … Mens sana in corpore sano .. bisogna convincere medici e politici …” (Trasmissione televisiva “Che tempo che fa” 1-2-2009).
In internet si può vedere su Youtube “Nobel L. Montagnier. HIV can be cleare naturally house of numbers” nel quale Montagnier dichiara che se si ha un buon sistema immunitario non c’è pericolo di ammalarsi di AIDS, che anche gli africani possono evitare il contagio, che si pensa sempre a droghe o Vaccini e che succede questo per profitto [parte di queste ultime dichiarazioni sono state riportate anche sul video “Hous of numbers – Epidemiologia e Aids” (1h e 2’ ca dall’inizio)].
Le affermazioni di L. Montagnier evidenziano che il presunto “virus” allorché si abbassano le difese immunitarie con farmaci e Vaccini e che tali difese risentono anche delle paure psichiche il soggetto. Quindi la diagnostica HIV conferma il fatto che sia una sindrome chiamata opportunisticamente AIDS, addebitando la colpa ad opera di un presunto ed inesistente “virus mutante”, come altrettanto quando si parla della sindrome e la diagnostica di tumore, diventa sindrome del cancro ad opera delle cosiddette cellule metastatiche anch’esse mutanti. Nessuno “virologo” ha mai compreso né spiegato come ad esempio, come tale presunto ed inesistente “virus” possa mutare, né come si possano propagare nell’aria o perché possano creare metastasi, che in realtà sono nuovi tumori in zone ove l’acidosi ha preso possesso del tessuto ed i batteri e funghi arrivano a frotte specie la Candida albicans per tentare di ripristinare il terreno malato.
(NdR: E’, forse, più ragionevole pensare che le sindromi aids o cancro siano dovute, come denota la parola stessa, ad altre malattie prevalentemente dovute a traumi-chock spirituali vissuti in solitudine ed irrisolti, intossicazioni da Vaccini, farmaci ed alimenti tossici o contaminati e cronica infiammazione).
Scrive il noto medico tedesco dr. R.G. Hamer, scopritore delle cinque leggi biologiche, nel suo libro “Il cancro e tutte le cosiddette malattie” (2004) pag. 225-228: “L’aids è la più grande frottola del nostro secolo !
Dalle mie osservazioni e anche da quelle di altri studiosi dell’aids risulta precisamente che ci si può ammalare e manifestare i (presunti) sintomi del’aids solo se la persona sa di essere hiv-positiva o che ha il forte timore di esserlo”.
Il collaboratore del prof. Ruggiero, Matteo Prayer Galletti, dichiara (a 12’ ca dall’inizio del video ”La scienza del panico”): “esiste una correlazione tra sieropositività e vaccini antinfluenzali nel senso che si è riscontrato che alcuni soggetti hanno avuto la diagnostica di sieropositività dopo aver fatto il vaccino anti influenzale.
Il dr. Roberto Giraldo (a 13’ ca stesso video) dichiara che è stato appurato che la sieropositività riscontrata in alcune raccoglitrici di uva era dovuta ad una intossicazione di pesticidi usati nelle vigne.
La giornalista scientifica Janine Roberts (a 46’ ca stesso video) dichiara tutto il suo stupore per non aver trovato alcun documento dal quale risulti e dimostri con certezza la scoperta del presunto HIV.
Etienne de Harven, professore emerito di patologia e specialista in microscopia elettronica (a 80′ ca stesso video), dichiara che in un centro indiano si è preferito dichiarare malati di aids persone affette invece da tubercolosi per avere più sovvenzioni da parte del ministero della sanità.
Oltre a Duesberg, virologo di fama mondiale, autore del libro “Aids il virus inventato“, al prof. Ruggiero, al dr. Galletti, al dr. Giraldo presenti in questo video è utile ricordare anche alcuni dei tanti altri dissidenti:
Stefan Lanka, genetista, virologo, biologo: accusato penalmente per aver ufficialmente dichiarato che il presunto virus HIV non è mai stato isolato, fu prosciolto (sentenza Tribunale di Gottigen del 24-2-97 – http://www.klein-klein-aktion.de/) perché in Tribunale non si presentò nessun scienziato disposto a giurare di averlo isolato.
Kary Mullis, premio Nobel 1993 per la chimica;
Heinrich Kremer – direttore fino al 1988 della clinica specializzata per tossicomani della regione di Berlino,Brema,Amburgo e Bassa Sassonia;
Alfred Hassig, professore di immunologia all’università di Berna e direttore della banca del sangue della Croce Rossa Svizzera;
De Marchi (psicologo) e Fabio Franchi (infettivologo) autori del libro “Aids la grande truffa”;
Elio Rossi, patologo clinico e psicologo, autore del libro “Hiv e Aids: fine degli opposti estremismi”;
Heinz Sanger, professore di biologia molecolare e virologia, premio Koch nel 1978;
Harry Rubin, professore biologia molecolare e cellulare;
Richard Strohman, professore biologia cellulare;
Harvey Bialy, biologo molecolare;
Roger Cunninghan, immunologo, microbiologo e direttore del centro di immunologia di Buffalo;
Gordon Stewart, professore emerito di salute pubblica all’Università di Berna e direttore della banca del sangue della croce rossa svizzera;
Charles Thomas professore di biochimica di Harvard;
Joseph Sonnabend, fondatore dell’America Foundation per la ricerca sull’AIDS;
Andrei Herxheimer, professore di pharmacologia – Oxford;
Etienne de Harven, emerito professore di Patologia – Università di Toronto;
Bernard Forscher, Giuseppe de Micheli, Paolo Brunetti,Antonio Tagliati, Livia Ileana Duce, Guglielmo Campione, R.G.Hamer (sopracitato).
Un giovane italiano, Daniele Mandrioli, nel 2009, presso l’Università di Bologna, si è laureato in Medicina con 110 e lode presentando una tesi su HIV-AIDS che rileva gli errori, le discordanze, in sintesi la non veridicità delle teorie ufficiali su questo argomento. Si può vedere parte della discussione della sua tesi su Youtube.
Nel video “House of numbers – Epidemiologia e Aids” più ricercatori dichiarano che i test per la diagnosi di sieropositività sono inaffidabili, che la sindrome aids è un insieme di più fattori (a 46’ ca dall’inizio del video le affermazioni di Montagnier, Sonnabend, Duesberg, ecc.) e, nello stesso video (a 1 h ca dall’inizio) un testimone afferma che a volte la diagnosi di tumore di Kaposi è sufficiente per diagnosticare la sindrome aids anche senza effettuare il test.
Scrive C. Trupiano nel suo libro “Grazie dott. Hamer” (ediz.2007): “L’aids è un argomento da riscrivere.
Dovremo rimettere in discussione tutto il paradigma aids. Prendiamo ad esempio il sarcoma di Kaposi, un tumore che recentemente viene associato ai malati di aids. E’ una patologia che ha sempre colpito più frequentemente bambini e persone anziane, ora si ritrova connessa all’aids. In particolare colpisce gli uomini omosessuali. Ma come si spiega allora la connessione tra bambini, anziani e malati di aids? Non c’è risposta. La concomitanza tra loro risulta invece chiara se vista alla luce delle Leggi Biologiche. Il sarcoma di Kaposi è una lesione neoplastica del tessuto dermico e sottocutaneo che coinvolge anche i vasi con marcate emorragie.
Il conflitto è connesso al tessuto ectodermico e quindi è chiaro il suo contenuto e il “sentito” biologico: “Non mi sento più accarezzato, nessuno mi tocca più” Lascio a voi intuire il legame che unisce bambini, anziani e omosessuali, reietti dalla società. Per i riscontri clinici non c’è bisogno di scomodare Hamer, basta leggere le conclusioni di ricercatori, scienziati virologi, come Peter Duesberg. Stephan Lanka, Kramer, il premio Nobel Kary Mullis insieme a molti altri che hanno messo in discussione tutta l’architettura del sistema hiv e aids.
Le divergenze tra gli scienziati continuano e si combattono su un fronte dove la legge è purtroppo legata a molti interessi in gioco. C’è un budget di 50 miliardi di dollari per l’aids” ( vedere anche la dichiarazione del Governo Americano dell’aprile 2008 – a 40’ dall’inizio del video House of Numbers – epidemiologia e aids”).
Louis Pasteur (1822-1895), fondatore della moderna microbiologia, verso la fine della sua vita terrena affermò che non sono i microbi la causa delle malattie ma che essi si trovano su un terreno biologico già alterato da altri fattori (traumi psichici, mancanza d’igiene, veleni dell’aria, dell’acqua, della terra, alimentari, farmaceutici, armi biologiche, batteriologiche, radioattività, ecc.) come affermava lo scienziato suo contemporaneo Antoine Béchamp (1816-1908).
Per le stesse ragioni i teosofi fondarono, incompresi nel 1908, la lega contro vaccinazione e vivisezione.
Il teosofo-antropologo Bernardino del Boca (1919-2001) nel 1985, e quindi ancor prima che gli scienziati dissidenti evidenziassero le loro ricerche, scrisse: “Il vuoto dei sentimenti ha portato la gioventù ed i deboli a drogarsi.
Non sono gli omosessuali e i drogati a diffondere l’aids, bensì la vita contro Natura, il cibo troppo raffinato, la sofisticazione e l’ignoranza vestita di sicurezza che crea i ghetti, le ingiustizie, le confusioni, tutte le negatività. Gli omosessuali e i drogati sono le prime vittime di questa società egoistica e ignorante. Queste vittime sono come i topi che nei tempi passati portavano la peste. Non erano colpevoli i topi se la società di allora viveva nella sporcizia fisica e morale.
La peste era un castigo. l’aids è un castigo e i colpevoli sono gli egoisti che producono cibo inscatolato privo di prana, che producono medicinali che arricchiscono le ditte farmaceutiche ma tolgono le difese naturali del corpo umano, che producono quella pubblicità che induce a ricorrere al sesso, alla violenza, alla guerra, come se queste cose negative fossero le più necessarie all’uomo” (Rivista Età dell’Acquario n. 40/85 pag.9-10).
Nell’articolo “I nostri figli” pubblicato nella stessa rivista n. 77/92: “Giovanni Battista Morgagni, (1682-1771) il grande medico fondatore dell’anatomia patologica ora sa che la sua scienza è basata su errori per aver conosciuto solo la parte materiale del corpo umano, ignorando la realtà eterica ed astrale …
Il dr. Lorenzo Pignoria (1571-1631), morto di peste, ora sa com’è nato il flagello dell’aids e come guarirlo …”.
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Scambio di mail fra il sottoscritto ed un immunologo Italiano, “specializzato” anche in AIDS….leggete che è molto interessante, per vedere in che mani siamo finiti….
Da: segreteria@vanoli.net
Inviato: lunedì 28 marzo 2011 12.10
A: colizzi@uniroma2.it
Oggetto: Domanda importante
Ho letto un suo articolo su “il caso delle centinaia di bambini contagiati in Libia”.
Gradirei sapere da Lei, se è stato controllato-verificato, su quei bambini ed infermieri, se questi avevano avuto qualche vaccinazione in precedenza ?
Siccome il vaccino della Polio contiene ancora un simil virus precursore dello HIV, perché il vaccino è prodotto su colture di rene della scimmia verde africana….è possibile che alcuni di questi bambini vaccinati per la polio siano stati contaminati ed abbiano avuto una mutazione endogena del simil virus…
Potrebbe confermarmi se è stata indagata questa ipotesi ?
Attendo sue nuove in merito
dr. Jean Paul Vanoli – Giornalista (Albo speciale) – Consulente in Scienza della Nutrizione e Medicine Naturali – Webmaster di: mednat.news
Risposta del dott. V. Colizzi:
—– Original Message —–
From: Vittorio Colizzi
To: ‘segreteria.vanoli’
Sent: Monday, March 28, 2011 12:30 PM
Subject: R: Domanda importante
La stragrande maggioranza dei bambini libici sono vaccinati per la polio. Solo in questa coorte di Bengasi, e solo in quel periodo, furono trovati bambini con il medesimo ceppo virale, incluse infermiere 2 libiche. Abbiamo valutato, ma escluso questa possibilità che il virus sia trasmesso con vaccinazioni, inclusa la polio.
Vittorio Colizzi, MD, PhD, Professor of Immunology, Director UNESCO Chair of Biotechnology, University of Rome Tor Vergata, Scientific Director of the International Reference Centre for AIDS (CIRCB), Yaoundé, Cameroon
Rome Office: +39-0672594237, fax: +39-0672594224, mobile: +39-3204659491
Yaoundé Office: phone/fax +237-22319011, mobile: +237-96777148
Abidjan contact: mobile+22508216037
E-mail: colizzi@bio.uniroma2.it ; vittorio.colizzi@circb-cameroun.org
Contro risposta del consulente di questo sito
Da: segreteria@vanoli.net]
Inviato: lunedì 28 marzo 2011 14.36
A: Vittorio Colizzi
Oggetto: Re: Domanda importante
Chiedo scusa, …ma nella sua risposta mi conferma che non sono state fatte indagini in tal senso…. , per di più e dato che in letteratura vi sono le ricerche che hanno dimostrato ciò che le avevo accennato e cioé contaminazioni virali (vedi SV 40 e Htlv) nel vaccino per la Polio propinato a miliardi di soggetti nel mondo, sono quindi veramente meravigliato dalle sue affermazioni cosi categoriche !
Ho persino parlato personalmente con il prof. Procopio dell’Universita’ di Perugia, autore di una di quelle ricerche.
Sarebbe stato più serio che lei fosse stato più prudente nella sua risposta, anche perché parla con un giornalista investigativo che ha studiato a fondo il problema dei vaccini da 40 anni, trovando e spiegando tutti i meccanismi biologici dei loro danni a livello fisiologico !
Visto che lei insegna Patologia generale, mi spiegherebbe cosa avviene
– nel microcircolo di un qualsiasi tessuto biologico umano od animale, prima e dopo un qualsiasi vaccino ?
– quali sono le alterazioni delle funzioni cellulari, quali sono le alterazioni bioelettroniche del sangue, dei liquidi tissutali intra ed extracellulari (la matrice), quando vengono inserite le tossine vaccinali, che lei presumo conosca ?
– quali sono gli esami clinici che vengono effettuati prima della vaccinazione per controllare il livello del Sist. Immunitario del soggetto e successivamente dopo la vaccinazione ?
– quanti esami-test si effettuano sugli titolo degli anticorpi prima e dopo la vaccinazione di un bambino ?
– quali ricerche-test sono stati fatti e pubblicati, fra 2 coorti di bambini MAI vaccinati che seguono la medicina naturale, ed un’altra coorte di bambini vaccinati, tutti in una stessa nazione, controllando il loro stato di salute dopo 1 mese, 3 mesi, 6 mesi, 1 anno, 3 anni, 6 anni, 10 anni 15, anni, 20 anni ?
– quali test e’ possibile effettuare in ambulatorio per il controllo delle possibili lesioni vaccinali, sul soggetto vaccinato ?
attendo sue nuove, chiare e convincenti.
grazie
dr. Jean Paul Vanoli – Giornalista (Albo speciale) – Consulente in Scienza della Nutrizione e Medicine Naturali – Webmaster di: mednat.news
Risposta del dott. V. Colizzi:
—– Original Message —–
From: Vittorio Colizzi
To: ‘segreteria.vanoli’
Sent: Monday, March 28, 2011 2:16 PM
Subject: R: Domanda importante
Può consultare gli articoli scritti da me ed i miei collaboratori sull’argomento: basta cercare su google o su Medline.
Vittorio Colizzi
Contro risposta di Jean Paul Vanoli
Da: segreteria.vanoli [segreteria@vanoli.net
Inviato: lunedì 28 marzo 2011 15.39
A: Vittorio Colizzi
Oggetto: Re: Domanda importante
Vedo che lei è, anche in questa risposta, drastico e categorico e per nulla portato a discutere temi cosi importanti con terzi.
Mi dia cortesemente almeno i “titoli” delle sue pubblicazioni e/o di quelle dei suoi collaboratori, ovviamente inerenti alle mie domande, altrimenti è come se non avesse saputo o voluto rispondere ai miei quesiti, …..cosi come fece Luc Montagnier quando lo incontrai a Milano 2 anni fà, egli si mostrò in prima istanza molto interessato alle mie domande verbali sui vaccini, ma poi quando si trattò di inviarmi le sue risposte alle mie domande formulate per iscritto…si defilò e scomparve nel nulla….non rispondendo più a nessuna richiesta….nei fatti ha fatto una figuraccia ….come tutti coloro che alle domande non rispondono.
Per cui attendo da lei, caro professore, una risposta esaustiva.
Grazie
dr. Jean Paul Vanoli – Giornalista (Albo speciale) – Consulente in Scienza della Nutrizione e Medicine Naturali – Webmaster di: mednat.news
Risposta del dott. V. Colizzi:
Da: Vittorio Colizzi [mailto:colizzi@bio.uniroma2.it ]
Inviato: lunedì 28 marzo 2011 17.35
A: ‘segreteria.vanoli’
Oggetto: R:Domanda importante
I dati di Bengasi sono stati discussi per quasi dieci anni. Ho impiegato molti mesi a Bengasi, e poi in Italia per fare le sequenze dei virus. Ho pubblicato i dati sulla migliore rivista scientifica mondiale “Nature” (de Oliveira T, Pybus OG, Rambaut A, Salemi M, Cassol S, Ciccozzi M, Rezza G, Gattinara GC, D’Arrigo R, Amicosante M, Perrin L, Colizzi V, Perno CF; Benghazi Study Group.Molecular epidemiology: HIV-1 and HCV sequences from Libyan outbreak.Nature. 2006 Dec 14;444(7121):836-7), ho collaborato con i migliori centri internazionali (Ahuja SK, Aiuti F, Berkhout B, Biberfeld P, Burton DR, Colizzi V, Deeks SG, Desrosiers RC, Dierich MP, Doms RW, Emerman M, Gallo RC, Girard M, Greene WC, Hoxie JA, Hunter E, Klein G, Korber B, Kuritzkes DR, Lederman MM, Malim MH, Marx PA, McCune JM, McMichael A, Miller C, Miller V, Montagnier L, Montefiori DC, Moore JP, Nixon DF, Overbaugh J, Pauza CD, Richman DD, Saag MS, Sattentau Q, Schooley RT, Shattock R, Shaw GM, Stevenson M, Trkola A, Wainberg MA, Weiss RA, Wolinsky S, Zack JA. A plea for justice for jailed medical workers. Science. 2006 Nov 10;314(5801):924-5), passo il mio tempo in Africa Occidentale (Costa d’Avorio, Niger, Burkina Faso) e Africa Centrale (Camerun) identificando le vie che il virus percorre per raggiungere la Libia e quindi l’Italia (J. Epidemiol, allegato perché il lavoro non è ancora disponibile). Il mio problema è il tempo, che purtroppo non ho.Le accludo alcuni lavori. Se ha la pazienza di leggerli e ha bisogno di qualche domanda specifica sono disponibile.
Altri lavori
188. Colizzi V, de Oliveira T, Roberts RJ. Libya should stop denying scientific evidence on HIV. Nature. 2007 Aug 30;448(7157):992.
Vittorio Colizzi
Contro risposta di Jean Paul Vanoli:
—– Original Message —–
From: Vittorio Colizzi
To: ‘segreteria.vanoli’
Sent: Tuesday, March 29, 2011 9:57 AM
Subject: I: Domanda importante
Ho finalmente avuto il tempo necessario per leggermi gli studi che mi ha indicato; però constato che in nessuno di quegli studi si risponde ad una sola delle domande che le ho fatto.
Quindi deduco che o non vuole rispondermi oppure non sa come e cosa rispondere.
dr. Jean Paul Vanoli – Giornalista investigativo (Albo speciale) – Consulente in Scienza della Nutrizione e Medicine Naturali – Consulente di: mednat.news
NON avendo ricevuto NESSUNA risposta, ho atteso del tempo quasi 2 ANNI e poi mi sono deciso a riscrivere, senza avere ancor ottenuto nessuna risposta,,,,,
—– Original Message —–
From: info@mednat.org
To: Vittorio Colizzi
Sent: Sunday, February 24, 2013 11:34 AM
Subject: Domande INEVASE dal 29 marzo 2011….
Questa la corrispondenza intercorsa fino al 29/marzo/2011 ho atteso fino ad ora invano e Lei non ha voluto o saputo rispondermi.
Sappia che queste mail (tutta la corrispondenza intercorsa fra di noi) verranno inserite nel web, a disposizione dei lettori, in modo che si sappia come rispondono coloro che dovrebbero tutelare e sanare i sudditi…., ai Cittadini che chiedono lumi e precisazioni, nei fatti, non rispondono MAI ! perché o non sanno oppure sono in malafede…
Vuole rispondere alle domande che le ho formulato, oppure si defila per incompetenza e/o incapacità, con la scusa della mancanza di tempo…. ?
…attendo sue nuove in merito, caro “professore”.
dr. Jean Paul Vanoli – Giornalista investigativo (Albo speciale), specializzato da 40 anni in Sanità
Consulente in Scienza della Nutrizione e Medicina Naturale – mednat.news – info@mednat.news
2025: Sono ancora in attesa di risposta a tutt’oggi…., come sempre NESSUNO ha il coraggio di affrontare il problema dei Vaccini… nei i singoli presunti immunologi, né gli “Enti a tutela”, si ma dei fatturati di Big Pharma….,
vedi QUI: ./ministero_informato.htm + ../ministero_informato2.htm + Ministero informato 3.htm + Ministero informato3b + Ministero informato 3c
VERGOGNA ! della Salute dei sudditi del mondo NON interessa a Nessuno !
Ecco gli sconvolgenti documenti ufficiali, alcuni dei quali totalmente inediti in Italia, che provano la truffa dell’Hiv-Aids.
Fatti a me ben noti, da giornalista investigativo e dati per scontati già nel 1982….
Frutto di 3 anni di ricerca intesa e ostacolata, di un dottore italiano che, minacciato di morte, è emigrato all’estero. Facciamo girare e diffondiamo il più possibile per favore. Grazie a tutte/i.
http://www.scribd.com/doc/135713547/Hiv-La-Frode-Scientifica-Del-Secolo-documenti-Ufficiali
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AIDS e HIV ?
Le diverse patologie che definiscono la sindrome dell’AIDS – affezioni dovute a miceti patogeni a livello polmonare, delle mucose, del cervello e degli organi interni, nonché alterazioni degenerative a livello delle cellule endoteliali dei vasi sanguini e dei vasi linfatici (Sarcoma di Kaposi) – sono la conseguenza di una carenza protratta di glutatione che altera la produzione di ossidi di azoto (NO) e radicali di ossigeno gassosi negli immunociti ed in altre cellule dell’organismo. In queste condizioni, le cellule T-4 helper sono presenti prevalentemente sotto forma di cellule con citochine dal profilo Th2 che – dopo il contatto con le cellule B – producendo anticorpi, attivano la difesa contro batteri e tossine, ma in misura minore rispetto alle cellule T-4 helper con citochine dal profilo Th1 che, a loro volta, attivano cellule killer per attaccare con gas NO le cellule infette da funghi, virus e micobatteri. Ove questa condizione di commutazione Th1-Th2 persiste, la produzione di gas NO viene a cessare completamente. L’incrementato decadimento delle cellule provoca un maggiore rilascio di proteine del citoscheletro e dei mitocondri; aumenta di conseguenza la produzione di anticorpi contro queste e contro un gran numero di antigeni diversi. Quando la quantità di tali anticorpi raggiunge un determinato livello, i test degli anticorpi HIV danno il noto esito di “HIV-positività” o “sieropositività”.
Una commutazione Th1-Th2 persistente a livello di citochine delle cellule T-4 helper è il risultato:
– di una sensibilità redox fortemente accresciuta di natura genetica o non genetica, sempre più frequente in seguito alla diffusione (dopo il 1945) dei moderni vaccini ed antibiotici che esercitano un’azione intracellulare. Se associata al contatto con le contaminazioni tossiche normali nella nostra epoca (ambiente, alimentazione e farmaci), conduce ad una rapida e persistente controregolazione del tipo II (commutazione Th1-Th2) e compromette la sintesi del glutatione e di altri enzimi antiossidanti (carenze di tioli).
– di un contatto ripetuto con antigeni dovuto a lesioni ripetute ed interventi chirurgici, alle infezioni croniche (ad es. epatite B) e all’assunzione di acqua contaminata, alla penetrazione ripetuta di proteine estranee nel circolo del sangue (causata dalle proteine coagulanti nei preparati ematici e dallo sperma nei rapporti anali non protetti), al contatto con sostanze tossiche negli alimenti (conservanti e fungicidi), alla trasmissione attraverso la pelle (colori ago nitrosativi e sostanze usate nella lavorazione dei prodotti tessili) e al contatto con i metalli pesanti (p. es. mercurio, alluminio e formaldeide nei substrati dei vaccini e nell’amalgama delle otturazioni). Queste cause conducono ad un’attivazione persistente dell’attività immunitaria cellulare con una produzione eccessiva di gas NO. Ne consegue l’inibizione delle citochine del tipo Th1 (per impedire la distruzione del tessuto proprio) e, attraverso un consumo maggiorato di tioli, ad un’alterazione permanente dello stato redox nella cellula con conseguente controregolazione persistente verso le citochine del tipo 2 e quindi all’aumento della produzione di cellule helper Th2 che stimolano le cellule B ad una produzione maggiorata di anticorpi.
– dell’assunzione di nitriti tramite inalazione („poppers”), di acque e alimenti contaminati da nitriti (soprattutto nei paesi in via di sviluppo). I nitriti bloccano la sintesi delle citochine del tipo 1 e la maturazione delle cellule helper T-4. Come l’Azatioprina, gli antibiotici, i chemioterapici e i fungicidi essi conducono ad una commutazione Th1-Th2 prolungata e quindi a rigonfiamenti e cambiamenti degenerativi nell’endotelio dei vasi sanguini e dei vasi linfatici (Sarcoma di Kaposi) e in altri tessuti.
– di un deficit di molecole di glutatione, frutto di una ridotta capacità di sintesi del glutatione nel fegato a causa dei chemioantibiotici, dell’epatite cronica, del forte consumo di alcool e dell’assunzione di sostanze fortemente ossidanti, associato ad un deficit di composti proteici tiolici (cisteina) assunti per via alimentare. Una carenza protratta di glutatione fa sì che, nel trasporto attraverso la cellula, l’ossigeno non possa più essere gradualmente ridotto, altera la produzione di energia nelle cellule tramite i mitocondri e provoca l’autodistruzione tramite l’NO delle cellule killer quando attaccano cellule infette da funghi, virus e micobatteri.
Una carenza protratta di glutatione favorisce la diffusione di funghi (ad es. Candida Albicans) a livello intestinale e nelle mucose con conseguente rilascio di metaboliti tossici (acetaldeide) che, a livello epatico, compromettono la produzione di glutatione, mentre i metabolici stessi possono essere metabolizzati solamente con il glutatione e l’acido glucoronico.
La carenza persistente di glutatione nelle cellule che presentano antigeni infine fa sì che le cellule helper T-4 vengano prodotte prevalentemente nella forma di cellule Th2, in grado cioè di attivare le cellule B per la produzione di anticorpi contro batteri e tossine, ma non nella forma di cellule Th1 preposte all’attivazione di cellule killer che, tramite il gas NO, attaccano le cellule infette da funghi, virus e micobatteri.
– dei chemioantibiotici (sulfonamidici e trimetoprim, come il Bactrim e Septrim), insetticidi (p. es. il Lindan nelle pomate contro le piattole), dei chemioterapici e nucleosidi analogici (come l’AZT, Nevirapine). Questi bloccano la formazione e il rilascio di acidi folici e purine, necessari per la costruzione del DNA nei mitocondri. Essi bloccano gli enzimi contenenti ferro e rame, necessari per la respirazione cellulare, chiudono la membrana mitocondriale bloccando così la produzione di energia e l’attività antiossidante. I mitocondri – organelli unicellulari presenti nelle cellule umane – utilizzano l’ossigeno e gli elettroni ricchi di energia provenienti dagli alimenti per la sintesi della molecola vettore dell’energia metabolica ATP (Adenosintrifosfato), necessaria per tutte le funzioni del corpo. I mitocondri sono inoltre di fondamentale importanza per il sistema redox, la disintossicazione (anche dei radicali di ossigeno) e per il sistema immunitario. I chemioantibiotici bloccano inoltre l’enzima diidrofolato riduttasi, necessario per la produzione del tetraidrofolato, a sua volta necessario per la produzione della cisteina e del glutatione a livello epatico, e per la produzione della tetraidrobiopterina (TH IV) necessaria per la produzione del gas NO con cui le cellule killer attaccano le cellule infette da funghi, virus e micobatteri.
Le conseguenze del trattamento antiretrovirale ed antibiotico
Allo stato attuale, nessuno è mai riuscito ad isolare, fotografare o caratterizzare per via biochimica come trasmettibili e riproducibili secondo i criteri di Koch, i cosiddetti retrovirus HIV, ritenuti responsabili di più di 30 patologie che definiscono l’AIDS. Con l’AIDS si trasmettono solamente virus, batteri e funghi noti, in grado di propagarsi solo nelle persone con uno squilibrio prolungato del sistema immunitario. Per ipotizzare la presenza dei cosiddetti retrovirus HIV, nel 1984 Gallo e Montagnier coltivarono i linfociti helper di malati di AIDS con leucociti leucemici e cellule embrionali presentanti un’azione fortemente incrementata della trascrizione inversa, attivando la coltura con l’aggiunta di idrocortisone, un ormone dello stress.
La presenza incrementata della trascrizione inversa in queste colture cellulari veniva poi interpretata come la prova dell’esistenza di un nuovo virus. Nei test HIV sviluppati in seguito, un aumento degli anticorpi contro cellule leucemiche, associato a diverse reazioni immunitarie, dà perciò l’esito di “HIV-positività” o “sieropositività” quando raggiunge un determinato valore stabilito empiricamente.
I nucleosidi analogici (aciclovir, nevirapine, DDI, ecc.) compromettono nel giro di pochissimo tempo e in misura determinante la maturazione di tutti gli immunociti nel midollo osseo: delle cellule B, delle cellule T che successivamente vengono prodotte nel timo, delle cellule dendritiche che presentano gli antigeni e dei macrofagi. Il danneggiamento del processo di maturazione dei nuovi linfociti B ha come conseguenza la forte diminuzione del loro numero e della loro attività, e l’indebolimento della difesa contro i batteri da parte degli anticorpi, che in questo modo si possono propagare senza ostacoli nelle cellule.
Quando le cellule helper T-4 sono in circolo, nel tessuto linfatico incontrano un numero molto minore di cellule B in grado di attivarle. Le cellule helper T-4 con le citochine dal profilo Th2 circolano per 24 ore nel plasma e nel tessuto linfatico senza avere alcuna funzione. Ciò conduce ad un aumento delle cellule helper T-4 misurabili nel plasma.
I nucleosidi analogici e gli inibitori della proteasi riducono fortemente il livello dei tioli e, nei sieropositivi, acutizzano ulteriormente la carenza di glutatione. La carenza di glutatione nelle cellule che presentano antigeni fa sì che le cellule helper T-4 siano presenti soprattutto con citochine dal profilo Th2 che promuovono la produzione di anticorpi, e meno con il profilo Th1, che attivano la difesa contro funghi, virus e micobatteri tramite le cellule killer. Gli inibitori della proteasi sintetici inibiscono la produzione delle proteine per i nucleotidi, utilizzati per la costruzione di nuove cellule in tutti gli organi. Perciò, chi assume queste sostanze, è a rischio di diabete, spostamento degli acidi grassi dalle estremità, metabolismo diabetico, retiniti, formazione di calcoli renali (calcolosi) ed insufficienza epatica.
I chemioantibiotici (Bactrim, Septrin, TMPSMX, ecc.) che bloccano la sintesi degli acidi folici, delle purine e dell’enzima DHFR, compromettono la produzione di glutatione nel fegato, la produzione di NO e il trasporto dell’ossigeno nelle cellule. In questo modo generano un blocco persistente di tutta l’attività immunitaria cellulare e, attraverso una commutazione Th1-Th2 permanente, generano un’immunodeficienza funzionale permanente. Inibendo la respirazione cellulare generano affezioni croniche da miceti patogeni (PCP, Candida Albicans, ecc.) a livello di mucose, nell’intestino (diarrea cronica) e della pelle. La somministrazione prolungata di chemioantibiotici comporta anche l’inibizione del tetraidrofolato necessario per la produzione dell’uracile, e quindi all’inibizione dell’interleuchina 2, il fattore di crescita delle cellule T. Inibendo l’acido folico biologicamente attivo, i chemioantibiotici inibiscono anche la trasformazione della base RNA uracile nella base DNA timina e quindi la riparazione del DNA tramite la trascrizione inversa. L’alterazione del genoma nei batteri che questi scambiano fra di loro tramite plasmidi, conduce inoltre ad una resistenza progressiva agli antibiotici.
I nucleosidi analogici (come AZT, DDI, DDC, ecc.), bloccando la produzione di DNA, riducono per un periodo limitato le infezioni batteriche, fungine e la formazione di particelle non meglio caratterizzate di sostanza messaggera (RNA) ritenute particelle del virus HI. Ma i nucleosidi analogici vengono fosforilati solo in ragione dell’1% e praticamente non innestate nel nucleo, dove si presume che fungano da terminatori DNA per l’inibizione dei virus HI. I nucleosidi analogici e gli inibitori di proteasi e i inibitori di fusione conducono inoltre ad un’alterazione della biosintesi di proteine ed enzimi e, alterando la produzione dell’acido nucleico, al danneggiamento sia del DNA del nucleo che di quello mitocondriale. In questo modo, prima o poi, danno luogo a danni gravi a livello del cervello, dei muscoli (infarto e paralisi) e degli organi interni.
In queste condizioni le cellule passano sempre più a un metabolismo fermentativo anaerobico che causa un eccesso di acido lattico nell’organismo o al wasting (cachessia), in cui le cellule attingono le sostanze necessarie direttamente dalle proteine dei muscoli, e conducono alla formazione di cellule neoplastiche. In presenza di un’alterazione persistente dei mitocondri a causa della carenza di glutatione e di danni al DNA, questi dissolvono la loro simbiosi con il nucleo della cellula (fenomeno di Warburg); in questo caso nel nucleo della cellula vengono attivate sequenze di DNA primordiali e il DNA nel nucleo garantisce la propria sopravvivenza con la trascrizione inversa (trasferimento della sostanza messaggero RNA nel DNA). In questo modo aumenta la quantità di RNA misurabile nel plasma (il cosiddetto aumento della carica virale).
Per riparare i danni al DNA sempre più frequenti con le terapie combinate (HAART), il consumo di RNA aumenta sensibilmente, per cui il numero di frammenti di cellule che, con il test PCR (reazione a catena della polimerasi) viene misurata come carica virale HIV, diminuisce. L’alterazione della sintesi degli acidi nucleici prodotta dalle terapie combinate produce un’alterazione delle sequenze di codifica del DNA del nucleo e mitocondriale, compromettendo ulteriormente la riparazione del DNA tramite la trascrizione inversa. L’esaurimento degli enzimi di riparazione, infine, fa sì che i prodotti della trascrizione inversa non possano più essere integrati nel DNA (nuovo aumento della cosiddetta carica virale e definiva “resistenza contro le terapie combinate”).
Elementi di terapia a sostegno del sistema immunitario
– La somministrazione di glutatione ridotto (400-600 mg/dì) in capsule resistenti ai succhi gastrici (S-acetil-L-glutatione in combinazione con Ginko bilobae o antociani), permette di risolvere un’insufficienza protratta di glutatione. (Marien Apotheke, Tel: 0049 (0) 6838 86140). All’inizio della terapia di ripristino e in presenza di una cachessia, somministrare fino a 5 grammi di glutatione al dì per via endovenosa o parenterale. In presenza di problema intestinali, il glutatione può essere somministrato anche sotto forma di spray.
– L’apporto di composti proteici di zolfo (N-acetil-cisteina 3-8 g/dì) – anche sotto forma di ricotta e prodotti latteo-caesari – e di acido folico (5 – 30 mg/dì) consente di ripristinare il livello di glutatione. Gli acidi grassi polinsaturi contenuti nell’olio di canapa, di lino, di cardo e di anice stellata (5-6 cucchiai/dì) migliorano l’assorbimento di ossigeno delle cellule e la protezione cellulare.
– La somministrazione di glutamina (40 g/dì) e di L-arginina (20-30 g/dì) può supportare la produzione di glutatione e la sintesi di NO a livello epatico, entrambi decisiviper la modulazione della risposta immunitaria delle cellule T-4 e per la remissione dei tumori.
– Il coenzima Q10 (100 – 200 mg/dì) e l’antiossidante microidrina (Active-H) favoriscono il trasporto degli elettroni nella catena di respirazione a livello mitocondriale. L’acido folico (5-20mg/dì), l’acido alfalipoico (300-600 mg/dì), la vitamina B1 (150-300 mg/dì), B6 e B12 e la somministrazione di basse dosi di cromo (100-300 mg/dì), selenio (250 mg) e zinco (10 mg/dì) possono supportare l’attività mitocondriale e la riparazione dei danni al DNA mitocondriale.
– I parassiti (p. es. vermi) compromettono la sintesi dello NO.
Un attacco contro questi con il gas NO distruggerebbe il proprio tessuto. Le foglie di papaia in capsule o in infuso sono efficaci contro parassiti intestinali. I tiocianati contenuti nelle cipolle, nei broccoli, nel cavolo cappuccio e in altre brassicacee, e nell’aglio (possibilmente sotto forma di succo s prem uto fresco) attivano i sistemi di disintossicazione.
L’acido glucoronico (nella bevanda fermentata Kombucha, ricavata da un fungo fatto macerare con tè verde o infusi di erbe) favorisce l’eliminazione delle sostanze tossiche a livello epatico. L’attività epatica può inoltre essere stimolata con epatoprotettori vegetali (p. es. artiglio del diavolo (fiteuma), cardo mariano (Silybum marianum) e Liv. 52).
– I polifenoli nella curcumina (4 x 500mg al giorno) (holisticmed@datacomm.ch) , nel tè verde, nel Ginko biloba, nel PADMA 28 (sergio@cosvalitaly.it), e nel Artemisia (www. nusag.com) supportano il ripristino dell’equilibrio dell’ambiente redox e legano i composti metabolici tossici dell’ossigeno. La contemporanea somministrazione di dosi elevate di diversi polifenoli quali la vitamina C, E oppure beta-carotene può essere controproducente: in presenza di metalloidi quali ferro (Fe) o rame (Ku), hanno un effetto proossidativo e acuiscono perciò la carenza tiolica.
– La L-carnitina serve per l’introduzione degli acidi grassi macromolecolari (trigliceridi) nei mitocondri. Una carenza di L-carnitina provoca l’aumento della produzione energetica tramite fermentazione (glicolisi). La somministrazione di 6 grammi di L-carnitina per 14 giorni permette di compensare le carenze di carnitina spesso associate ai malati di AIDS.
– I polianioni (condroitina solfato, cartilagine di squalo, estratto di mollusco perna canaliculus oppure alghe marine (agar, kelp ecc.) consentono di proteggere la matrice carica negativamente che esercita un ruolo importante nel sistema immunitario. In funzione di inibitori di proteasi naturali che attivano le antiproteasi specifiche del corpo e legano i cationi che attaccano gli involucri cellulari, i polianioni consentono di frenare i processi flogistici cronici che favoriscono la necrosi delle cellule e un’attivazione eccessiva dei macrofagi.
– Le microalghe (p. es. alghe chlorella – 3-4 g/dì) e gli acidi grassi Omega-3 e Omega-6 ricavati da olio di lino, di canapa, di enotera e di pesce (3 cucchiai al dì) in quanto modulatori della prostaglandina possono stimolare l’immunità cellulare. In casi particolarmente gravi, le infezioni opportunistiche possono essere trattate con gli inibitori selettivi della ciclossigenasi-2 e con gammaglobuline.
– L’equilibrio fra immunità cellulare ed anticorpi (profili delle citochine Th1 e Th2) è modulato dall’asse dello stress ormonale fra ipotalamo, ipofisi e surrenali. L’ormone dello stress cortisolo, rilasciato a livello di surrenali, attiva l’immunità basata sugli anticorpi. Il suo pendant ormonale, il DHEA, presente ovunque nell’organismo, supporta l’immunità cellulare. La somministrazione di DHEA-S in presenza di uno stress psichico persistente permette di correggere uno squilibrio durevole dell’asse dello stresso in direzione del cortisolo. L’uso di ormoni steroide per la formazione degli muscoli cause una soppressione continuante alla immunità.
– I mitocondri controllano il metabolismo cellulare nonché la trasformazione e ritrasformazione delle cellule. Gli enzimi nei mitocondri sono controllati da ioni, a loro volta modulati da più di 300 diversi sali minerali presenti nell’organismo. Un approvvigionamento sufficiente è possibile con miscele basiche di sali minerali (p. es. nel sedimento di coralli, Sancorall Tel. 0049 2171 560 75).
– La Candida Albicans può essere combattuta efficacemente con capsule resistenti ai succhi gastrici di acido caprilico (Mycopril Biocare, in Germania: Runge Pharma), ricavato dalla noce di cocco, con biotina (vitamina H), con aloe vera e sostanze probiotiche (Bevanda di pane Kanne, acidi lattici destrogiri, Vitabiosa, EM, Mankoso), con i batteri bifidus e acidofilus e con artemisia annua. Perché la terapia abbia successo è necessario seguire una dieta completamente senza zucchero e bevande addolcite, miele, farina bianca, prodotti a base di latte acido, panna, tuorlo fresco, frutta secca, funghi, prodotti fermentati (vino, tè nero, salse di soia, dato), prodotti affumicati, sotto olio e sott’aceto o contenenti malto, che dovranno essere sostituiti da un’alimentazione povera di grassi, ma ricca di basi con carboidrati integrali (patate, fiocchi integrali, pane e pasta integrali, riso integrale, joghurt biologico fresco, noci fresche, succhi di frutta freschi, frutta, verdura, insalate, olio d’oliva, aglio, pesce e carne biologica fresca, nonché tè verde e infusi di erbe. L’equilibrio acidi-basi può essere migliorato con la somministrazione di miscele di basi e la digestione in generale con enzimi (Wobenzym). La N-acetil-glucosamina, la crusca di riso, la L-glutamina e FOS (Fructooligosaccharidi) favoriscono il ripristino della mucosa intestinale.
– Le malattie fungine e infezioni interne, sulla pelle e in bocca possono essere trattate con estratti di pompelmo (gocce) e con le emulsioni ricavate da questi, efficaci contro un gran numero di funghi, virus e batteri gram-positivi e gram-negativi. Esternamente sono efficaci anche le creme con veleni di serpenti o zolfo, nonché l’olio di melaleuca o l’acidophilus.
– Con una riduzione mirata dello stress (training autogeno, stretching e massaggi), l’uso di sonniferi naturali (melatonina) e la rinuncia al consumo frequente di droghe per migliorare le prestazioni fisiche e psichiche (zucchero, caffè, alcool, nicotina, hashish, anfetamine, extasy, ecc., cocaina, eroina e poppers), che producono un rilascio maggiore di ormoni dello stress.
– Le reazioni flogistiche ed infezioni (epatiti e malattie veneree) ripetute possono essere evitate riducendo al minimo le ferite, curando accuratamente le ferite ed utilizzando il preservativo per i rapporti anali. Rinunciando all’inalazione di nitriti (poppers) si evita l’ingrossamento dei linfonodi che potrebbe dare luogo ad alterazioni del tessuto e a patologie fungine.
– Riducendo l’infusione di proteine coagulanti con emoderivati.
… nei sieropositivi e nei pazienti affetti da AIDS è possibile ripristinare l’endosimbiosi cellulare e una risposta immunitaria flessibile. Nella somministrazione limitata nel tempo di antibiotici è assolutamente necessario proseguire con questa terapia di base. Una mistura individuale degli sostanze necessari sulla base di Guar po’ essere composito dopo un test di sangue (www.unisan.de, www.iabc.ch).
Il successo di questa terapia supportante il sistema immunitario che deve essere adattata al quadro clinico individuale può essere monitorato misurando gli oligoelementi, il profilo degli ormoni dello stress, il rapporto fra cellule T-4/T-8, l’attivazione dei macrofagi (test della neopterina), il livello di ferritina nel siero, il livello di glutatione nel plasma e nelle cellule helper T-4 e con il test dell’anergia cutanea (test DTH, reazione della pelle agli antigeni).
Studiengruppe AIDS-Therapie c/o F. de Fries, Eglistr. 7, CH 8004 Zürich
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Medical Hypothesis (1996) 46: 388-392
Possiamo trovare una soluzione alla controversia HIV-AIDS? – L’AIDS è la conseguenza di uno stress eccessivo e continuo del corpo? – By A. HASSIG, LIANG WEN-XI AND K. STAMPFLI
L’ipotesi proposta da Gallo nel 1984, secondo cui la causa dell’AIDS è l’infezione da virus HIV, si basava sulla correlazione tra la rilevazione di anticorpi contro questi virus e l’insorgenza dell’AIDS. Questa opinione divenne generalmente accettata e ancora oggi rappresenta il fondamento delle misure relative al virus HIV per la prevenzione e il trattamento dell’AIDS. Duesberg si oppose con veemenza a questa opinione. Tuttavia, sebbene il suo ragionamento fosse per molti aspetti giustificato, fu unanimemente respinto dai ricercatori sull’AIDS interessati alla virologia.[1, 2]
È giunto il momento di una rivalutazione, ora che sono disponibili metodi per la rilevazione diretta dei virus HIV e per la rilevazione delle reazioni immunitarie cellulari anti-HIV.
A questo proposito, il lavoro di Bentwich e Jehuda-Cohen, israeliani, merita particolare attenzione.[3-6] Hanno sviluppato un test policlonale di attivazione delle cellule B con il quale sono stati in grado di dimostrare che le infezioni da HIV sono comuni tra gli individui ad alto rischio negativi agli anticorpi anti-HIV. La malattia viene tenuta sotto controllo da reazioni immunitarie cellulari e il test anticorpale anti-HIV rimane negativo. Hanno inoltre dimostrato che gli individui con una reazione anticorpale anti-HIV positiva mostravano di norma un’attivazione preesistente del sistema immunitario al momento dell’infezione. Al contrario, la maggior parte delle persone il cui sistema immunitario era sano e normale al momento dell’infezione da HIV mostrava solo una reazione immunitaria cellulare, grazie alla quale i virus HIV erano stati tenuti sotto controllo e probabilmente eliminati parzialmente dall’organismo.
Un forte sostegno a questo lavoro è venuto dalle relazioni di Mosmann e Coffman sui profili citochinici funzionalmente opposti dei linfociti helper CD4.[7] Essi hanno dimostrato che tra le cellule helper CD4 si possono identificare due gruppi di cellule, che hanno designato come cellule Th-1 e Th-2. Le cellule Th-1 secernono preferenzialmente IL-2, IL-12 e IFN-d, che stimolano le reazioni immunitarie cellulari. Le cellule Th-2 producono principalmente IL-4, IL-6 e IL-10, con cui stimolano le reazioni immunitarie umorali. Clerici e Shearer hanno stabilito che lo spostamento del profilo delle linfochine Th-1 verso il profilo Th-2 è di importanza cruciale per il decorso dell’infezione da HIV.[8] Pertanto, numerosi individui ad alto rischio che sono negativi agli anticorpi anti-HIV mostrano una forte reazione immunitaria di tipo Th-1 agli antigeni dell’HIV. Inoltre, questi autori hanno recentemente riportato che i profili di linfochine Th-l e Th-2 sono legati da stati di equilibrio ormonale tra cortisolo e deidroepiandrosterone (DHEA)[9]: il cortisolo favorisce la formazione di citochine Th-2, mentre il DHEA promuove la formazione di citochine Th-1. Un’importante prova a sostegno dell’influenza del profilo citochinico linfocitario sul decorso dell’infezione da HIV, studiata da Clerici e Shearer, è stata portata alla luce dalle indagini sulla “sindrome da immunodeficienza acquisita murina” (MAIDS), causata da virus della mouseleukaemia difettosi.
Topi con deficit di IL 4 sono sopravvissuti all’infezione con questo virus, mentre i produttori di IL-4 hanno ceduto alla malattia.[10]
Qual è la relazione tra i profili delle citochine linfocitarie Th-1 e Th-2 e gli stati di immunodeficienza acquisita nelle reazioni di stress?
Come abbiamo detto nella nostra rassegna sulla prevenzione dell’AIDS nei portatori di HIV, uno stato di immunodeficienza acquisita è una componente di tutte le reazioni da stress.[11] Il concetto di stress descritto per la prima volta da Selye nel 1936 afferma essenzialmente che l’organismo presenta una risposta standard alle numerose sollecitazioni somatiche e psichiche [12], in cui l’attivazione dell’asse neuroendocrino dello stress ipotalamo-ipofisi-surreni svolge un ruolo centrale. L’aumento del rilascio di catecolamine e glucocorticoidi dalle surrenali centralizza il metabolismo sull’approvvigionamento di fonti energetiche rapidamente disponibili, in particolare il glucosio.
I glucocorticoidi limitano le reazioni infiammatorie, aumentando così la suscettibilità alle infezioni. Riducono il numero di linfociti ed eosinofili e il peso del timo e sono al centro della soppressione delle reazioni immunitarie specifiche linfoplasma-cellula.
Il problema dell’irnmunosoppressione legata allo stress e il suo effetto sulle infezioni virali latenti è stato per più di un decennio l’area di ricerca di Kiecolt-Glaser e Glaser.[13, 14] In indagini approfondite hanno dimostrato che le reazioni di stress psichico aumentano il titolo degli anticorpi umorali contro virus come EBV, CMV e HSV-l, attenuando contemporaneamente le reazioni immunitarie cellulari, che si misurano in reazioni citotossiche delle cellule T contro questi virus. I ricercatori hanno spiegato i loro risultati in termini di rilascio di virus latenti attraverso l’attenuazione dei meccanismi di difesa cellulare e la stimolazione secondaria della formazione di anticorpi umorali. Questa interpretazione è supportata dall’osservazione che il titolo degli anticorpi anti-poliomielite è invariato durante le reazioni di stress. A differenza dei tre virus erpetici sopra citati, i virus della poliomielite vengono completamente eliminati dalla reazione immunitaria dopo la diffusione nell’organismo. Nel corso delle loro indagini, gli autori hanno anche osservato che l’equilibrio tra i nucleotidi ciclici AMP e GMP, che svolgono un ruolo centrale nella regolazione delle funzioni metaboliche linfocitarie, può essere attribuito anche al processo generale di stress.[15] L’aumento del cAMP, che è caratteristico della soppressione di tutte le reazioni immunitarie cellulari specifiche, è legato a una riduzione del cGMP ed è concomitante alla diminuzione delle reazioni immunitarie cellulari e all’aumento delle reazioni immunitarie umorali.
Da quanto detto finora si potrebbe supporre che l’infezione da HIV possa essere tenuta sotto controllo dalle reazioni immunitarie cellulari in individui con piena immunocompetenza, con alcuni dei virus che vengono eliminati e altri che rimangono dormienti nell’organismo.
Sul comportamento immunosoppressivo dei gruppi ad alto rischio: maschi omosessuali, tossicodipendenti di entrambi i sessi, emofiliaci e riceventi di trasfusioni di sangue
Bentwich e Wainberg [5] hanno più volte sottolineato, a partire dal 1985, che i maschi omosessuali non infettati dall’HIV spesso presentano una marcata attivazione del loro sistema immunitario. In questo caso sono coinvolti il sistema interferonico [3, 16], le sottopopolazioni di linfociti periferici [3], l’elevata citotossicità legata alle cellule [17] e la formazione di autoanticorpi nel siero.[18]
Particolarmente degna di nota è stata la scoperta che la riattivazione di un’infezione virale di Epstein-Barr prima dell’infezione con l’HIV è correlata in modo significativo con la comparsa di anticorpi anti-HIV.[19] La concentrazione del fattore di crescita trasformante nel liquido seminale è rilevante in questo contesto. Si tratta di una proteina immunosoppressore la cui funzione è quella di proteggere gli spermatozoi in vagina dall’attacco immunologico dell’organismo della donna.
Durante il rapporto anale, è evidentemente in grado di indebolire il sistema immunitario del partner passivo.[20]
L’azione immunosoppressiva degli oppiacei è stata maggiormente studiata. Negli studi condotti sui topi, la somministrazione cronica di morfina provoca una grave involuzione del timo, caratterizzata da un aumento dell’apoptosi, soprattutto dei timociti CD4+ / CD8+. La ragione di ciò è probabilmente che la morfina aumenta la formazione di corticotropina nell’ipotalamo, incrementando così la formazione di ACTH nell’ipofisi e di cortisolo nella corteccia surrenale.[21, 22] Si può quindi ipotizzare che l’ipercortisolismo svolga un ruolo importante nell’immunosoppressione indotta dagli oppiacei. Finora sono state condotte poche indagini sull’effetto immunosoppressivo della cocaina.
Per quanto riguarda il suo effetto sull’AIDS, ci limitiamo a fare riferimento agli studi sugli animali di Lopez e Watson, che hanno dimostrato che nell’AIDS murino (MAIDS) la cocaina aumenta drasticamente l’effetto dannoso dell’infezione retrovirale sul tessuto linforeticolare della mucosa intestinale.[23]
La questione relativa alla misura in cui l’immunosoppressione negli emofiliaci è correlata allo stato anticorpale anti-HIV è stata studiata in dettaglio. Gli studi di Madhok [24] sono i più significativi a questo proposito.
Il primo punto da menzionare in merito a questo problema è che circa la metà degli emofiliaci non ha prodotto anticorpi anti-HIV in risposta alla somministrazione ripetuta di prodotti di coagulazione “largepool” contaminati da HIV nel periodo 1981-1986.[25] A tutt’oggi non sono state effettuate indagini per verificare se questo gruppo di pazienti abbia neutralizzato i (NdR: presunti e mai isolati) “virus” dell’HIV attraverso reazioni immunitarie esclusivamente cellulari, per poi eliminarli parzialmente. Tuttavia, è certo che i prodotti a base di fattore VIII “large-pool” in uso all’epoca inibivano la formazione di IL-2, indebolendo così le reazioni immunitarie cellulari.[26] Inoltre, in un periodo in cui l’infezione da HIV era ancora sconosciuta tra gli emofiliaci, numerosi pazienti morivano per malattie da immunodeficienza acquisita. [27] Va anche considerato che, in conseguenza della somministrazione di prodotti “large-pool” fabbricati da un gran numero di donazioni di plasmaferetici provenienti da donatori a pagamento, la grande maggioranza degli emofiliaci soffriva di epatite cronica, che può essere considerata un rischio immunosoppressivo supplementare. Non bisogna nemmeno sottovalutare il sovraccarico di ferro dovuto alle emorragie articolari e alle trasfusioni di sangue che ne conseguono.
L’immunodeficienza emofiliaca è caratterizzata in modo particolarmente efficace dalle due osservazioni seguenti. Bedall et al. hanno osservato che adolescenti emofiliaci anti-HIV negativi esposti a pazienti con tubercolosi aperta sviluppavano la tbc con la stessa frequenza dei bambini sottoposti a chemioterapia per il trattamento di tumori solidi.[28] Contrariamente alle aspettative, in un gruppo ben studiato di emofiliaci olandesi Rosendaal et al. hanno osservato un tasso di mortalità per cancro 2,5 volte superiore. [29] La questione attualmente dibattuta è se i prodotti a base di fattore VIII geneticamente modificati, che evidentemente non sollecitano il sistema immunitario del paziente, siano sostituti adeguati dei prodotti fabbricati a partire dal plasma umano. [30]
Meccanismi patogenetici degli stati di immunodeficienza acquisita
Lo squilibrio Th-l/Th-2 delle citochine dei linfociti CD4, che ha un effetto immunosoppressivo, e lo spostamento del rapporto dei nucleotidi ciclici linfocitari cAMP/cGMP sono almeno in parte attribuibili all’ipercortisolismo nel contesto delle reazioni di stress. Ciò è dovuto all’aumento della formazione di corticotropina nell’ipotalamo e alla conseguente attivazione della formazione di ACTH nell’ipofisi e di cortisolo nella corteccia surrenale. In associazione all’attivazione simpaticotonica del sistema nervoso autonomo, che si verifica in parallelo, questa è la reazione fisiologica standard a tutte le reazioni infiammatorie e tossiche, stati di stress psichico e nutrizionale. Negli stati di stress persistenti e subclinici si verifica una leggera attivazione continua dei macrofagi, con un aumento della formazione di monochine e radicali dell’ossigeno. Questo stato ha un’ampia soglia di tolleranza e può essere compensato a lungo termine. Si manifesta con un moderato aumento della suscettibilità alle infezioni e ad alcune malattie degenerative. Secondo Bentwich e Wainberg, questo gruppo comprende i numerosi individui positivi agli anticorpi anti-HIV in Africa, Asia e America Latina, nei quali le infezioni endemiche associate alle infezioni da HIV favoriscono la reazione immunitaria umorale e indeboliscono la reazione immunitaria cellulare. [Secondo le statistiche dell’OMS del 1° luglio 1994, il numero di casi di AIDS notificati nel sud-est asiatico tra il 1979 e la fine di giugno 1994, per un totale di 6739, non ha finora superato la soglia dello 0,5% dei 2,5 milioni di portatori stimati di anticorpi anti-HIV.
Questo gruppo di portatori di anticorpi anti-HIV contrasta con i gruppi del Nord America e dell’Europa ad alto rischio di contrarre l’AIDS. In questi gruppi, gli stress intensi e continui giocano un ruolo considerevole nell’insorgenza della malattia.
Come già accennato, in questi gruppi spicca la persistente attivazione dei macrofagi con il rilascio di mediatori dell’infiammazione e di radicali dell’ossigeno.[31] Ciò porta a un aumento dell’ipercortisolismo che nel tessuto linfoide riduce il suo elemento più sensibile, i timociti immaturi, mediante un aumento dell’apoptosi, riducendo così sensibilmente il numero di cellule precursori immunologiche.
Gradualmente anche le altre popolazioni di cellule CD4 helper vengono colpite, presumibilmente anche dai virus dell’HIV, e si verifica una progressiva lirnfopenia, con un corrispondente spostamento del rapporto CD4/CD8.
La crescente attenuazione della reazione immunitaria cellulare porta infine all’attivazione degli agenti infettivi latenti nell’organismo e quindi al gran numero di malattie infiammatorie opportunistiche caratteristiche dell’AIDS.
Sintesi e conclusioni:
Se per concludere cerchiamo di rispondere alla domanda del titolo “Possiamo trovare una soluzione alla controversia sull’HIV-AIDS?”, il nostro attuale livello di conoscenza produce la seguente ipotesi:
virus HIV non è l’unica causa dell’AIDS. Oltre a dimostrare l’avvenuta infezione da virus HIV, un risultato positivo di un test anticorpale anti-HIV è anche indice di uno stato di immunosoppressione indipendente dall’HIV.
Questo potrebbe spiegare perché l’infezione da HIV non è stata resa latente senza sintomi dai meccanismi immunitari cellulari.
Secondo la definizione dei Centers of Disease Control (CDC), l’AIDS classico è la conseguenza dell’infezione da HIV in associazione a uno stress eccessivo e continuo, come quello che si osserva nei gruppi ad alto rischio noti.
Al centro del processo patogenetico c’è anche il danno determinato dall’ipercortisolismo agli elementi cellulari del sistema linfatico, in cui spicca l’insufficienza del timo.
Per questo motivo, a nostro avviso, vi sono indicazioni per spostare sempre più le misure preventive dalla profilassi dell’infezione da virus HIV alla profilassi dell’AIDS, riducendo i fattori di stress. Riteniamo che siano importanti anche le misure contro l’eccessiva formazione di radicali O2 a causa dell’infiammazione cronica e del sovraccarico di ferro nutritivo sotto forma di integratori alimentari antiossidanti.
Purtroppo, la terapia antivirale nei soggetti sieropositivi e nei pazienti affetti da AIDS non ha dato finora risultati decisivi, nonostante gli intensi sforzi, ed è quindi tempo che noi ricercatori ci dedichiamo sempre più al rafforzamento delle capacità difensive dell’organismo ospite. La domanda più importante è quali meccanismi siano responsabili del fatto che le persone sieropositive possano sopravvivere con questo retrovirus per molti anni, o addirittura in modo permanente, senza contrarre l’AIDS. *
Siamo grati alla Fondazione Hans Eggenberger di Zurigo, che ha sostenuto questa ricerca.
Desideriamo ringraziare il Prof. Dr. med. H. Cottier e E. Lauppi per la loro preziosa assistenza.
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English translation of an article which was first published in the Swiss Journal of Holistic Medicine (Schweizerische Zeitschrift fur Ganzheits Medizin) Oct. 1994
Continua su: Controversia sull’aids – 2
“Il paziente malato di Aids NON muore a causa del virus dell’HIV ma per alterazioni dell’assorbimento intestinale e quindi per ipoalimentazione (malNutrizione), dovuta a una grave micosi.” (By Dott. Gerhard Orth, Leuthkirch)
vedi: Aids its the Bacteria stupid – PDF + Aids its really caused by a virus ? + Aids dai Vaccini + Bibliografia sull’Aids