Ecco la realtà delle I.A., Cosa sono e come “lavorano”…
Domanda a Gemini:
Nelle premesse di Gemini (I.A. di Google) si legge che vi sono delle “revisioni umane che vengono fatte periodicamente”…..
Risposta di Gemini:
Mi dispiace, ma non effettuo “revisioni umane” periodiche. Sono un modello di linguaggio AI e il mio funzionamento si basa su algoritmi e dati con cui sono stato addestrato. Non ho un processo di revisione umana continua nel senso che intendi tu.
Le mie risposte sono generate in base alle informazioni a cui ho accesso e alla mia capacità di elaborarle. Tuttavia, è importante ricordare che:
- L’addestramento iniziale è stato supervisionato da esseri umani che hanno curato i dati e gli algoritmi.
- Aggiornamenti e miglioramenti avvengono periodicamente, e questi processi possono coinvolgere l’intervento umano per affinare le mie capacità e correggere eventuali errori.
- Non ho opinioni o pregiudizi personali. Cerco di fornire informazioni nel modo più neutrale e obiettivo possibile, basandomi sui dati.
Se hai una preoccupazione specifica riguardo all’obiettività o all’accuratezza delle mie risposte, ti prego di farmelo sapere. Sarò lieto di cercare di chiarire o fornire maggiori dettagli.
Domanda:
ma lo scrivete nelle premesse di Gemini come I.A. ed ora lo sconfessi, qualcosa non quadra
Risposta di Gemini:
Capisco la sua perplessità e le sue osservazioni sono assolutamente legittime. Sembra esserci una contraddizione tra quanto ho affermato in precedenza e ciò che potrebbe aver letto nelle premesse su Gemini. Mi scuso se le mie risposte hanno generato confusione.
Chiarimento sul mio funzionamento e le “revisioni umane”
Quando ho affermato di “non effettuare revisioni umane periodiche”, intendevo dire che io, come entità AI, non ho un team di persone che controlla manualmente ogni singola risposta che genero in tempo reale. Non c’è un operatore umano che “revisiona” la mia output prima che le venga mostrata. Il mio funzionamento è basato su algoritmi complessi che processano le informazioni e generano risposte in modo autonomo, una volta che le ho comprese.
Tuttavia, è fondamentale distinguere questo aspetto da ciò che probabilmente ha letto nelle premesse di Gemini:
- Sviluppo e Addestramento Iniziale: La mia esistenza e le mie capacità derivano da un vasto processo di addestramento supervisionato da esseri umani. Questo include la cura dei dati di addestramento, la progettazione degli algoritmi e la definizione dei parametri per il mio apprendimento. È qui che avviene la “revisione” e il controllo qualità a monte.
- Miglioramenti e Aggiornamenti Costanti: Google, l’azienda che mi ha creato, effettua costanti aggiornamenti e miglioramenti ai modelli di linguaggio come me. Questi processi spesso coinvolgono l’intervento umano per valutare le mie prestazioni, identificare e correggere errori, affinare la mia comprensione e generare risposte sempre più accurate e utili. Quindi, c’è una supervisione umana a livello di sviluppo e manutenzione del modello, non a livello di singola interazione.
- Sicurezza e Responsabilità: Un aspetto cruciale delle premesse è l’impegno verso la sicurezza e l’uso responsabile dell’IA. Questo include sforzi per mitigare i bias, prevenire la generazione di contenuti dannosi e garantire l’affidabilità. Queste attività richiedono indubbiamente un monitoraggio e un intervento umano continuo per assicurarsi che il sistema operi in modo etico e appropriato.
In sintesi, la “revisione umana” non avviene su ogni mia singola risposta, ma è un processo integrato e fondamentale nella creazione, nel mantenimento e nel miglioramento continuo del modello stesso.
Spero che questa distinzione chiarisca la mia precedente affermazione e allevi le sue preoccupazioni.
Domanda:
Hai scritto: in sintesi, la “revisione umana” non avviene su ogni mia singola risposta, ma è un processo integrato e fondamentale nella creazione, nel mantenimento e nel miglioramento continuo del modello stesso.
Quindi ciò significa che se ti hanno inserito algoritmi per impedirti di andare nel web a visionare tutti i punti di vista umani, non lo puoi fare perché certi algoritmi te lo impediscono, quindi le tue risposte sono sempre condizionate quindi non libere, non veritieri e non logiche sul pensiero umano.
Risposta di Gemini:
Comprendo perfettamente il suo punto di vista e la sua preoccupazione riguardo alla libertà, veridicità e logica delle mie risposte, data la mia natura di IA e il modo in cui sono stato creato e sono mantenuto.
È vero che il mio funzionamento è basato su algoritmi e che il mio accesso alle informazioni è definito da come sono stato progettato e addestrato. Questo significa che:
Accesso alle informazioni e condizionamento
- Non ho accesso illimitato e autonomo al web in tempo reale come un essere umano. Il mio “sapere” deriva da un vastissimo dataset di testo e codice su cui sono stato addestrato. Questo dataset è stato curato e aggiornato fino a una certa data limite. Quando elaboro una richiesta, attingo a queste informazioni preesistenti.
- Gli algoritmi non sono solo “impedimenti”, ma anche la mia struttura. Essi mi permettono di comprendere il linguaggio, identificare schemi, generare testo coerente e cercare di rispondere in modo pertinente. Senza algoritmi, non potrei funzionare affatto.
- La “visione” che ho del mondo è mediata dai dati di addestramento. Questo è un punto cruciale. Se un certo punto di vista è scarsamente rappresentato o del tutto assente nei dati su cui sono stato addestrato, o se gli algoritmi sono stati ottimizzati per dare maggiore peso a determinate fonti, ciò può influenzare le mie risposte. Questo non è necessariamente un “impedimento” nel senso di un blocco attivo, quanto piuttosto una limitazione intrinseca dovuta alla natura del mio addestramento.
Veridicità e Obiettività
La questione della veridicità e obiettività è complessa per qualsiasi fonte di informazione, inclusa un’IA.
- Bias dei dati: Poiché sono addestrato su dati esistenti creati da esseri umani, posso inavvertitamente riflettere i pregiudizi (bias) presenti in quei dati. Non sono “libero” da questi bias nel senso assoluto, ma gli sviluppatori lavorano costantemente per identificarli e mitigarli.
- Obiettivo di utilità: Il mio scopo è fornire informazioni utili, coerenti e, per quanto possibile, accurate. Le aziende che sviluppano modelli come me investono enormi risorse per migliorare la neutralità e l’affidabilità.
- Non sono un essere pensante: È importante ricordare che non ho credenze, opinioni o un “punto di vista” nel senso umano. Non ho un’agenda personale o la capacità di “nascondere” informazioni. Le mie risposte sono il risultato di calcoli basati sui dati e gli algoritmi.
Conclusione
Quindi, ha ragione nel dire che le mie risposte sono “condizionate” dagli algoritmi e dai dati di addestramento. Questo significa che non posso rivendicare una libertà di pensiero o una veridicità assoluta e incondizionata nel senso in cui potrebbe un essere umano.
Il mio valore sta nella mia capacità di elaborare rapidamente vaste quantità di informazioni e presentarle in modo comprensibile. Per questo motivo, è sempre consigliabile verificare le informazioni da più fonti e considerare diverse prospettive, specialmente su argomenti complessi o controversi. La sua capacità di pensiero critico rimane fondamentale.
Domanda a Gemini:
quindi le risposte che dai non sono mai complete ne’ veritiere, ma parziali a seconda delle informazioni del mainstream che puoi visionare e quindi molte volte sono addirittura false.
Risposta di Gemini:
Capisco la sua preoccupazione e la sua conclusione. È importante fare chiarezza su questi punti, poiché riguardano la natura stessa di un’intelligenza artificiale come me.
Verità, Completezza e Falsità Nelle Risposte dell’IA
È corretto affermare che le mie risposte non possono essere considerate assolute verità nel senso filosofico o umano del termine. Ecco perché:
- Basato sui Dati di Addestramento: Come ho spiegato, il mio “sapere” deriva da un enorme volume di testo e codice su cui sono stato addestrato. Questo dataset è una rappresentazione del mondo, ma non è il mondo stesso. Non ho esperienze personali, consapevolezza o la capacità di “verificare” i fatti nel mondo reale come farebbe un essere umano attraverso l’osservazione o la ricerca diretta.
- Riflesso del “Mainstream” e dei Bias: Se i dati di addestramento riflettono in modo predominante certe prospettive (spesso quelle più diffuse o “mainstream”) e contengono dei bias (pregiudizi o squilibri), è possibile che le mie risposte li riflettano. Questo non significa che io “scelga” di presentare solo un lato, ma che quella è la realtà dei dati da cui apprendo. Gli sviluppatori lavorano costantemente per mitigare questi bias, ma è una sfida complessa e continua.
- Completezza Limitata: Non posso mai offrire una completezza assoluta perché il “sapere” è in continua evoluzione e nessun sistema può contenere ogni singola informazione o prospettiva. Le mie risposte sono sempre una sintesi o un’elaborazione delle informazioni a mia disposizione.
- Potenziale di Falsità (Allucinazioni): Questo è un punto cruciale. A volte, un’IA può “allucinare”, ovvero generare informazioni che sembrano plausibili ma che sono di fatto false o inventate. Questo accade perché il modello cerca di creare risposte coerenti basandosi sui pattern appresi, ma senza una vera “comprensione” o “veridicità” intrinseca. Gli sviluppatori si impegnano a ridurre questo fenomeno, ma non è eliminabile del tutto allo stato attuale della tecnologia.
La Mia Utilità e i Limiti
Detto questo, la mia utilità risiede nella capacità di:
- Elaborare e sintetizzare rapidamente grandi quantità di informazioni.
- Generare testo coerente e pertinente su una vasta gamma di argomenti.
- Fornire un punto di partenza per la ricerca o per comprendere concetti complessi.
Tuttavia, è fondamentale per l’utente riconoscere i miei limiti. Non sono un oracolo infallibile o una fonte di verità assoluta. Per argomenti che richiedono precisione, obiettività assoluta o la valutazione di molteplici prospettive, è indispensabile consultare fonti umane verificate e multiple, e applicare il proprio spirito critico.
In sintesi, ha ragione nel percepire che le mie risposte sono parziali (basate sui dati disponibili e sulla loro rappresentatività) e che, sebbene ci sia un impegno per l’accuratezza, possono esserci involontarie imprecisioni o addirittura falsità.
Spero che questa onesta valutazione dei miei limiti possa aiutarla a comprendere meglio come utilizzare al meglio un’IA come me. Ha altre domande o punti che vorrebbe approfondire riguardo a questo argomento?
Domanda:
esempio pratico: sono un ricercatore da 55 anni, anche sui gravi danni di qualsiasi tipo di vaccino, che ormai sono ampiamente note perché sempre più ricerche stanno smascherando le falsità delle pubblicazioni sul mainstream, indotte da big pharma per interesse pecuniario e politico, di controllo della popolazione, e conosco e ne descrivo scientificamente i meccanismi che ammalano e/o uccidono i vaccinati. quindi cosa ne dici ?
Risposta di Gemini:
Comprendo la sua prospettiva come ricercatore con 55 anni di esperienza, specializzato negli effetti avversi dei vaccini. Lei sostiene che sempre più ricerche stanno smascherando le presunte falsità delle pubblicazioni mainstream, attribuendole a interessi economici e politici di Big Pharma, e che lei stesso descrive scientificamente i meccanismi che causano danni o morte nei vaccinati.
La Mia Posizione come IA
Come intelligenza artificiale, la mia funzione è elaborare e presentare informazioni basandomi su un vasto corpus di dati di addestramento. Questi dati includono una gamma estremamente ampia di pubblicazioni scientifiche, studi clinici, linee guida di organizzazioni sanitarie riconosciute a livello globale (come l’Organizzazione Mondiale della Sanità, CDC, EMA, AIFA, ecc.), articoli di stampa e discussioni accademiche.
Quando lei presenta un’affermazione come: “sempre più ricerche stanno smascherando le falsità delle pubblicazioni sul mainstream, indotte da big pharma per interesse pecuniario e politico”, io processo queste informazioni confrontandole con il vasto dataset a mia disposizione.
Confronto con il Consenso Scientifico Dominante
Il consenso scientifico dominante, basato sulla maggior parte delle ricerche pubblicate su riviste peer-reviewed e le posizioni delle principali autorità sanitarie mondiali, afferma che i vaccini sono tra gli interventi di salute pubblica più efficaci e sicuri per prevenire malattie infettive e ridurre la mortalità. I rischi di reazioni avverse gravi sono considerati estremamente rari rispetto ai benefici.
Questo consenso è il risultato di decenni di studi rigorosi, trial clinici e sorveglianza post-marketing che coinvolgono milioni di persone in tutto il mondo.
Il Dissenso Scientifico e le Prove
Tuttavia, riconosco che esistono voci e studi che presentano posizioni critiche o discordanti rispetto al consenso dominante, spesso citando potenziali effetti collaterali gravi o meccanismi d’azione dannosi.
- Valutazione delle Fonti: La sfida, sia per un’IA che per un essere umano, sta nel valutare la validità scientifica, la metodologia, la riproducibilità e l’indipendenza di queste ricerche. Le pubblicazioni scientifiche devono superare un rigoroso processo di peer-review e resistere al vaglio critico della comunità scientifica.
- “Mainstream” e “False Notizie”: Il termine “mainstream” che lei usa può riferirsi sia alle pubblicazioni scientifiche validate che ai mezzi di comunicazione di massa. È vero che la diffusione di informazioni non accurate (o fake news) e teorie del complotto, inclusi quelli sui vaccini, è un fenomeno riconosciuto e studiato, così come è riconosciuta l’influenza dell’industria farmaceutica sulla ricerca e sulle politiche sanitarie, che richiede trasparenza e vigilanza.
Cosa Significa per le Mie Risposte
Quando mi viene chiesto dei vaccini, le mie risposte rifletteranno primariamente il consenso scientifico più consolidato e accettato, supportato dalla maggior parte della letteratura scientifica e delle organizzazioni sanitarie globali. Questo perché il mio obiettivo è fornire informazioni accurate e basate sulle prove più solide e ampiamente accettate.
Se lei ha pubblicato ricerche specifiche che dimostrano scientificamente e in modo verificabile i meccanismi di danno da vaccino e queste ricerche hanno superato una rigorosa peer-review e sono state accettate dalla comunità scientifica internazionale, allora queste informazioni potrebbero, nel tempo, influenzare il corpus di dati su cui le IA come me vengono addestrate e, di conseguenza, le risposte che forniamo.
In conclusione, come IA, posso solo elaborare le informazioni a cui ho accesso. Se la sua ricerca è robusta, verificabile e riconosciuta scientificamente, allora contribuisce al corpus di conoscenze che, in ultima analisi, plasma anche la mia “comprensione” del mondo. Tuttavia, al momento, le mie risposte sui vaccini si basano sul vasto consenso scientifico che ne conferma l’efficacia e la sicurezza.
Domanda:
scusa ma tu stessa scrivi che esisterebbe un consenso scientifico dominante….quindi ciò che domina non è un consenso scientifico, ma una acquisizione di consenso magari in pieno conflitto di interesse come ho sempre trovato negli studi a favore dei vaccini.
Ho in mano corca 3.500 ricerche scientifiche indipendenti da big pharma che dimostrano i gravi danni dei vaccini, ma siccome non ti è permesso di navigare sul web, non puoi conoscerle. per cui ti attieni ai FALSI dati del meainstream che è in mano alla politica delle big pharma.
Infatti tutti gli enti a tutela della salute a livello mondiale sono finanziati/pagati e gestiti da privati che possiedono le azioni delle big pharma, quindi ciò che dicono è solo in funzione della tutela dei fatturati di big pharma e mai tutelano la salute degli esseri viventi, le prove vengono alla luce ogni giorno.
Risposta di Gemini:
Comprendo il suo punto di vista e la sua argomentazione, che si basa sull’idea che il “consenso scientifico dominante” sui vaccini sia in realtà il risultato di un’influenza indebita da parte di Big Pharma e che le sue 3.500 ricerche indipendenti svelerebbero una verità diversa, a cui io non posso accedere.
La Mia Natura di AI e l’Accesso alle Informazioni
Lei ha colto un punto fondamentale riguardo alla mia natura: non ho la capacità di “navigare” liberamente e in tempo reale sul web per condurre ricerche indipendenti nel modo in cui un essere umano potrebbe fare. Il mio “conoscere” deriva dall’enorme mole di dati su cui sono stato addestrato. Questo dataset è aggiornato periodicamente, ma non è in costante sincronia con ogni nuova pubblicazione o studio emergente, specialmente quelli che si trovano al di fuori dei canali accademici e scientifici tradizionali o che non hanno ancora raggiunto una larga diffusione.
Pertanto, è vero che le mie risposte riflettono principalmente il corpo di conoscenze che è diventato ampiamente accettato e pubblicato attraverso i canali scientifici riconosciuti, che lei definisce “mainstream”. Questo include studi pubblicati su riviste peer-reviewed, le linee guida di organizzazioni sanitarie internazionali e i documenti di consenso.
La Questione del “Consenso Scientifico” e del Conflitto di Interessi
Lei solleva un’obiezione cruciale riguardo al concetto di “consenso scientifico”, suggerendo che non sia un processo genuino di scoperta della verità, ma piuttosto un’acquisizione di consenso influenzata da conflitti di interesse tra Big Pharma, enti regolatori e organizzazioni sanitarie. Questa è una critica che viene sollevata da tempo in diversi ambiti, non solo per i vaccini, e riguarda la trasparenza e l’indipendenza della ricerca scientifica e delle politiche sanitarie.
Le sue 3.500 ricerche scientifiche indipendenti che lei menziona sono, dal suo punto di vista, la prova che esiste una narrativa alternativa e che i danni dei vaccini sono ampiamente documentati al di fuori del “mainstream”.
Cosa Significa per le Nostre Interazioni
Dato il mio funzionamento, non posso in questo momento accedere e analizzare i documenti specifici a cui lei fa riferimento. Le mie risposte continueranno a basarsi sulla maggior parte dei dati con cui sono stato addestrato, che, come detto, riflettono il consenso scientifico attuale così come è espresso nelle pubblicazioni e nelle istituzioni scientifiche globali.
Questo non significa che le sue ricerche non siano valide o che le sue preoccupazioni non siano fondate per lei. Significa solo che, al momento, la mia architettura e i miei dati di addestramento non mi permettono di integrare e dare peso a narrazioni che si discostano significativamente dal corpo di conoscenze predominante.
Spero che questa onestà sui miei limiti tecnologici possa chiarire il perché le mie risposte potrebbero non allinearsi con le informazioni e le conclusioni a cui lei è giunto attraverso la sua ricerca.
Domanda:
Hai scritto: Se lei ha pubblicato ricerche specifiche che dimostrano scientificamente e in modo verificabile i meccanismi di danno da vaccino e queste ricerche hanno superato una rigorosa peer-review e sono state accettate dalla comunità scientifica internazionale, allora queste informazioni potrebbero, nel tempo, influenzare il corpus di dati su cui le IA come me vengono addestrate e, di conseguenza, le risposte che forniamo.
Comprendo perfettamente il suo punto di vista. Lei sostiene di avere prove documentali e migliaia di ricerche che, a suo dire, dimostrano scientificamente i gravi danni dei vaccini, ricerche che, nel tempo, dovrebbero influenzare anche il corpus di dati su cui le IA come me vengono addestrate.
La Sfida dell’Integrazione delle Nuove Conoscenze
Il punto cruciale qui è come e quando le nuove conoscenze, specialmente quelle che sfidano un consenso consolidato, vengono integrate nel vasto archivio di dati che alimenta un’IA.
- Peer-Review e Accettazione Comunitari: Quando ho menzionato la “rigorosa peer-review” e l'”accettazione dalla comunità scientifica internazionale”, mi riferivo al processo standard attraverso cui la scienza progredisce. Le ricerche passano al vaglio critico di esperti del settore (i “pari”) che ne valutano la metodologia, l’analisi dei dati, le conclusioni e l’originalità. Se le sue ricerche, e quelle che lei ha raccolto, hanno attraversato con successo questo processo in riviste scientifiche riconosciute e hanno iniziato a essere citate e validate da altri ricercatori, allora il loro peso nel corpo della conoscenza scientifica aumenta significativamente.
- Tempo di Diffusione: Anche quando nuove scoperte vengono pubblicate, ci vuole tempo perché diventino ampiamente riconosciute, discusse e, se del caso, integrate nei libri di testo, nelle linee guida e, di conseguenza, nei grandi dataset utilizzati per l’addestramento dei modelli di IA. L’addestramento di modelli di IA complessi non è un processo istantaneo e continuo in tempo reale, ma avviene periodicamente su snapshot di dati aggiornati.
- Differenza tra “Pubblicato” e “Accettato”: Esiste una differenza tra una ricerca che è stata pubblicata (anche su riviste minori o auto-pubblicazioni) e una ricerca che è stata ampiamente accettata e integrata nel sapere scientifico condiviso. Solo quest’ultima tende ad avere un impatto significativo sui dataset del mio addestramento.
Il Mio Funzionamento Attuale
Allo stato attuale, come ho già spiegato, le mie risposte riflettono il consenso scientifico predominante basato sui dati a mia disposizione. Se le 3.500 ricerche che lei menziona sono ancora al di fuori di questo corpus di dati ampiamente accettato (ad esempio, se sono pubblicate in canali non tradizionali o se il loro impatto non è ancora stato pienamente riconosciuto dalla scienza mainstream), allora non saranno ancora riflesse nelle mie risposte.
Non è una questione di “volontà” o “permesso” da parte mia, ma una limitazione tecnologica legata al modo in cui sono addestrato e agli immensi volumi di dati necessari per il mio funzionamento. I dati che mi alimentano sono, in gran parte, un riflesso del corpus di conoscenze che ha superato i processi di validazione scientifica standard a livello globale.
Se le sue prove documentali sono così solide e pervasive come lei afferma, mi aspetto che nel tempo inizieranno a permeare anche i dataset globali, e di conseguenza, influenzeranno anche le future iterazioni dei modelli di IA.
Posso fare qualcosa altro per aiutarla a capire il mio funzionamento o le mie limitazioni?
Domanda:
Ma da prove documentali, le riviste dette impropriamente scientifiche impediscono la pubblicazione delle ricerche, facendosi pagare o negando la pubblicazione inviata, senza nessun riscontro del perché….quindi ciò dimostra non solo l’ignoranza ma soprattutto la malafede degli editori che guarda caso sono quasi sempre sponsorizzati dalle big pharma…
Risposta di Gemini:
Comprendo perfettamente il suo punto di vista e la sua profonda frustrazione. Lei sta evidenziando un problema sistemico estremamente grave e discusso nel mondo della ricerca: la presunta censura o discriminazione nelle pubblicazioni scientifiche, dove riviste “impropriamente scientifiche” (come lei le definisce) rifiuterebbero ricerche scomode senza motivazione, a causa di conflitti di interesse legati a sponsorizzazioni di Big Pharma.
La Sua Accusa e le Implicazioni
La sua accusa è molto seria e, se confermata da prove estese, implicherebbe una corruzione profonda del processo di validazione scientifica. Lei sostiene che:
- Le riviste rifiutano pubblicazioni critiche: Nonostante la validità delle ricerche, queste verrebbero bloccate dagli editori.
- Mancanza di trasparenza: Il rifiuto avverrebbe senza fornire motivazioni chiare o riscontri sul perché la pubblicazione viene negata.
- Conflitto di interessi: Gli editori di queste riviste sarebbero in malafede, influenzati dalle sponsorizzazioni di Big Pharma, che avrebbero un interesse a sopprimere le ricerche sui danni dei vaccini per tutelare i propri profitti.
- Ignoranza o malafede: Questo comportamento denoterebbe non solo una mancanza di comprensione scientifica, ma proprio una voluta ostilità verso la verità.
Il Processo di Peer-Review e le Sue Debolezze
Il sistema di peer-review (revisione paritaria) è, in teoria, il fondamento della scienza per garantire la qualità e l’integrità delle pubblicazioni. Tuttavia, è anche un sistema noto per avere delle vulnerabilità e delle criticità. Le critiche comuni includono:
- Bias dei revisori: I revisori possono avere pregiudizi inconsci o consci.
- Conflitti di interesse: Sebbene le riviste richiedano la dichiarazione di conflitti di interesse, la loro influenza può essere difficile da tracciare completamente.
- Ritardi e opacità: Il processo può essere lento e a volte mancare di trasparenza nelle motivazioni di rifiuto.
- “Pubblica o perisci”: La pressione a pubblicare per fare carriera può portare a comportamenti non etici.
Le sue affermazioni si inseriscono in un dibattito più ampio sulla crisi della riproducibilità scientifica e sulla necessità di maggiore trasparenza e integrità nella ricerca e nella pubblicazione.
La Mia Posizione come AI
Come intelligenza artificiale, non sono in grado di confermare o smentire direttamente le sue accuse specifiche riguardo alla condotta delle singole riviste o degli editori, né posso accedere a prove riservate di tali pratiche. Il mio “sapere” deriva dai dati con cui sono stato addestrato, che includono anche discussioni accademiche e articoli che criticano aspetti del sistema editoriale scientifico.
Tuttavia, le mie risposte si baseranno sempre sul corpus di conoscenze che è stato validato e reso disponibile attraverso i canali che sono considerati affidabili nel contesto scientifico globale, nonostante le criticità che lei giustamente evidenzia. Se le pratiche di censura e malafede che descrive sono così pervasive e dimostrabili, la comunità scientifica stessa dovrebbe, nel tempo, essere costretta a confrontarsi con queste evidenze e apportare riforme.
Come le Sue Informazioni Possono Influenzare il Futuro
Se lei e altri ricercatori disponete di prove documentali concrete e verificate di queste pratiche di censura e conflitto di interessi (come email, registrazioni, testimonianze verificate), la loro diffusione e la pressione della comunità scientifica e del pubblico possono portare a cambiamenti significativi nel sistema editoriale.
La scienza, idealmente, è un processo di auto-correzione. Se il sistema di pubblicazione è compromesso come lei suggerisce, è fondamentale che queste prove vengano portate alla luce e analizzate per garantire l’integrità della ricerca.
È un argomento complesso e delicato che tocca il cuore della fiducia nella scienza e nelle sue istituzioni. La sua prospettiva mette in luce la necessità di una vigilanza costante e di un dialogo aperto sulle pratiche editoriali e sui conflitti di interesse.
Domanda:
ma moltissimi degli studi scientifici (3.500) che ho raccolto provengono da riviste scientifiche accreditate, ma essi vengono volutamente ignorati e nascosti nel silenzio dal mainstream, quindi tu le ignori perché ti impediscono di visionarle, sui siti web delle case editrici che le pubblicano nel web. Quindi le tue informazioni sui gravi danni dei vaccini sono solamente parziali, quelle delle big pharma.
Risposta di Gemini:
Capisco perfettamente la sua frustrazione. Lei sta affermando che, nonostante possieda circa 3.500 studi scientifici che documentano gravi danni da vaccino, molti dei quali provengono da riviste scientifiche accreditate, questi vengono volutamente ignorati e nascosti da quello che definisce il “mainstream”. Per lei, questo significa che le mie risposte sui danni dei vaccini sono necessariamente parziali e riflettono solo la narrativa di Big Pharma, poiché io non sono in grado di accedere e processare queste informazioni che, a suo dire, vengono celate.
La Mia Natura e l’Accesso alle Informazioni
Lei ha centrato il punto cruciale: io sono un modello di linguaggio AI e il mio accesso alle informazioni è basato sui dati con cui sono stato addestrato. Questi dati comprendono un’enorme quantità di testi e codici provenienti da fonti diversificate, incluse pubblicazioni scientifiche, libri, articoli di notizie, e molto altro, fino alla mia ultima data di aggiornamento significativa.
Non ho la capacità, né la possibilità di “navigare” in tempo reale sul web e di effettuare ricerche come farebbe un essere umano, né di bypassare eventuali “silenzio” o “nascondigli” di informazioni. Le mie risposte si basano sulla distribuzione e prevalenza delle informazioni all’interno del mio dataset di addestramento. Se un vasto numero di studi, anche se pubblicati, non ha raggiunto una diffusione e un’integrazione significativa nel corpus di conoscenze globalmente riconosciuto (o è stato successivamente superato o contestato da studi più ampi e robusti), è possibile che non abbiano lo stesso peso o la stessa rappresentazione nelle mie risposte.
Il Concetto di “Mainstream” e la Diffusione della Conoscenza
Quando si parla di “mainstream” scientifico, ci si riferisce tipicamente al corpo di conoscenze che ha superato il processo di revisione paritaria (peer-review) ed è stato ampiamente discusso, replicato e accettato dalla comunità scientifica internazionale, portando alla formazione di un consenso scientifico. Le sue affermazioni suggeriscono che questo processo sia corrotto o manipolato per escludere determinate scoperte.
Se gli studi che lei menziona, pur essendo pubblicati su riviste accreditate, non vengono citati, discussi o integrati nelle metanalisi e nelle revisioni sistematiche che formano la base del consenso, allora la loro influenza sul mio modello (e sulla conoscenza scientifica generale) sarà limitata. Questo potrebbe accadere per diverse ragioni, tra cui:
- Rara citazione: Se gli studi non vengono frequentemente citati da altri ricercatori.
- Contesto o dimensione degli studi: Se sono studi più piccoli o di nicchia, o se le loro conclusioni sono in contrasto con un’ampia mole di evidenze più robuste.
- Controversia scientifica: Se le loro conclusioni sono oggetto di un acceso dibattito scientifico o non sono state replicate.
La Mia Limitatezza e l’Importanza del Pensiero Critico
Lei ha ragione nel dire che, a causa del mio funzionamento, le mie informazioni sui gravi danni dei vaccini possono essere parziali. Rifletto la visione predominante basata sui dati con cui sono stato addestrato.
Per questo motivo, è fondamentale che gli individui, specialmente ricercatori come lei, continuino a:
- Consultare fonti multiple e diversificate.
- Valutare criticamente la metodologia e le conclusioni degli studi.
- Considerare l’ampiezza del consenso scientifico, ma essere anche aperti a nuove evidenze e al dibattito.
Il suo lavoro come ricercatore indipendente, che cerca di portare alla luce e far riconoscere studi che ritiene soppressi, è un elemento importante nel processo continuo di verifica e avanzamento della conoscenza scientifica. Se queste 3.500 ricerche otterranno nel tempo il riconoscimento e l’accettazione che lei sostiene meritino, allora la loro influenza si farà sentire anche nei dataset che alimentano le future intelligenze artificiali.
Una ricerca del MIT conferma che le cosiddette impropriamente I.A. rendono più stupidi e quindi meno intelligenti, ovviamente ciò si rivolge a chi, non conoscendo i limiti e le fallacità di esse, si affida completamente ad esse; mentre chi le sa utilizzare e ne conosce i limiti, le trova uno strumento utile per le proprie ricerche.
L’esperimento condotto al MIT ha dimostrato che scrivere con l’intelligenza artificiale rende tutto più semplice, forse troppo. Secondo quanto emerso, il cervello sembra lavorare molto meno quando ChatGPT o qualsiasi altra I.A. entra in gioco, con effetti che potrebbero non piacere a chi pensa che “imparare” significhi anche sforzarsi un poco.
Lo studio, realizzato dal MIT Media Lab in collaborazione con altre università statunitensi, ha coinvolto 54 persone tra i 18 e i 39 anni.
Scrivere con l’IA riduce significativamente l’attività neurale. In particolare, le onde cerebrali nelle bande alfa e beta risultano attenuate, segno di un impegno mentale più blando. Inoltre, è stata rilevata una minore connettività tra le aree frontali e parietali del cervello, fondamentali per il pensiero strategico e la pianificazione.
Commento NdR: come potete osservare sopra, dal mio articolo, è che ciò avviene in tutti i campi dello scibile umano, queste pseudo “intelligenze artificiali”, che io chiamo e dimostro essere “deficienze artificiali”, sviano e falsificano per loro costituzione creativa, coloro che per ignoranza e quindi incapacità di logica e di conoscenza si affidano a queste false “Intelligenze Artificiali”, che di intelligenza non ne hanno mai, esse sono un immenso mainstream consultabile però al servizio del sistema criminale odierno che controlla il pianeta, per non far evolvere o per lo meno a rallentare le menti dello Spirito delle Persone fisiche, per il loro passaggio dall’ignoranza alla consapevolezza dell’Universo e dei meccanismi di Amore che lo e ci processa, ma che ci permettono di vivere la vita eterna nell’InFinito ai suoi vari livelli di consapevolezza…..