Il CHIP sotto pelle (il marchio della Bestia 666) -
Un sistema d'identificazione e di controllo mondiale
-
25/01/2005
Telecomando Celebrale ? Un futuro molto prossimo -
http://tinyurl.com/52zko
Nei
Vaccini immessi i microchips con la
nanotecnologia
http://loveforlife.com.au/content/09/09/15/microchip-implants-ready-be-used-swine-flu-vaccines-chip-located-tip-needle
vedi e continua in:
Chips
sottocutanei - 1
+
Marchio della
Bestia + Very
Chips
+
Controllo Mentale
+
Mondex
+
I veri
padroni della sanita' nel mondo
+
microChip impiantato anche nel cervello
+
Sovranita' Individuale
La "severissima" organizzazione "Food and
Drug Administration"
(FDA), che supervisiona il mercato dell'alimentazione e della sanità
in America, ha approvato, con estremo clamore di tutti, la
sperimentazione del primo chip neurale per esseri umani. Come
riportato nel New York Times la sperimentazione verrà eseguita su 5
persone con problemi di paralisi molto gravi.
Gli impianti saranno creati dalla multinazionale Cyberkinetics Inc,
che realizzerà dei chip che consentiranno la connessione tra
cervello umano e dispositivi elettronici esterni.
Il loro scopo, anche se estremamente fantascientifico, è quello di
interagire con un computer esterno ed imparare a dare ordini a
quest'ultimo con il pensiero, cosa fattibile secondo gli ingegneri
della Cyberkinetics.
L'impianto, chiamato da loro "Brain Gate (porta
celebrale)", è sostanzialmente composto da un'array di circa
un centinaio di elettrodi che riuscirebbe a monitorare un gran
numero di neuroni.
Per inserirli viene praticato un forellino, di appena 1 millesimo di
mm di diametro, nella scatola cranica al disopra dell'orecchio, dove
viene poi inserito un sensore di 2 mm che va a diretto contatto con
la parte della corteccia celebrale che controlla il movimento, dopo
di ché verrà inserito l'array a non più di 1 mm di profondità.
L'impianto verrà poi attivato e preleverà numerose informazioni
provenienti dalla corteccia cerebrale che saranno elaborate da un
sistema computerizzato sofisticatissimo. In questo modo i pazienti
useranno tale sistema come mezzo di comunicazione tra loro e dei
rudimentali dispositivi che si trovano nell'ambiente esterno.
L'azienda spera così di anticipare i suoi numerosi e competitivi
concorrenti che sperimentano, a livello animale, tale sistema, a
quanto pare, con scarsi risultati.
Molte domande sorgono spontanee: tale tecnologia potrà veramente
aiutare i portatori di handicap ? Mettiamo caso che il sistema, per
vari motivi, si arresti o vada in tilt, ci sarà pericolo per i
questi proto-cyborg ?
Siamo alla soglia di un Giorno del giudizio ? Non possiamo saperlo
ma, tuttavia, siamo sicuri che tale innovazione sarà, dopo la
clonazione, l'evento che sconvolgerà nuovamente l'umanità.
Tratto da:
http://www.pmnet.it +
http://www.cyberkineticsinc.com/
Commento NdR: come mai, l’articolista che riporta l’articolo
del NY Times non ha
pensato di chiedersi a cosa mirano i “costruttori” dei chips ?,
ma e’ semplice: avere il completo controllo della mente umana ! perche’ una volta che il chip e’ impiantato, i comandi non
usciranno soltanto dalla mente al chip ed al fisico od agli
strumenti esterni al corpo, ma e sopra tutto verranno ricevuti (info)
dal chip perche’ trasmessi dalla mente del Grande Fratello,
attraverso la rete di satelliti in orbita geostazionaria,
per condizionare gli esseri umani alla volontà del Grande
Fratello…….
Tassazione
senza permesso…, blocco delle attivita’ emozionali…, lavoro
forzato…, acquisto forzato dei prodotti venduti dalle
multinazionali consorziate al Grande Fratello, ordini occulti, ecc.
Evviva......la
dittatura del controllo di tutto e tutti avanza sempre piu' spacciata come
necessaria utilita' per l'uomo....ma come avra' fatto l'uomo a sopravvivere
per milioni di anni senza il chip.....????
L’agenzia per la ricerca scientifica del
Pentagono (DARPA)
- USA - vuole impiantare dei chip nei soldati -
15/05/2012
La notizia è apparsa su La Stampa con il titolo:
“Il progetto del Pentagono: microchip per
monitorare la salute dei soldati”.
La motivazione ufficiale, dunque, è il controllo
dello stato di salute; nell’articolo leggiamo
infatti: “Per i militari, malattie e infezioni
sono la prima causa di impossibilità a
combattere – più ancora delle ferite riportate –
e hanno avuto storicamente un effetto più
deleterio delle morti in battaglia.
Poter individuare in tempo reale i soggetti più
a rischio, intervenendo rapidamente con cure e
terapie rappresenterebbe un vantaggio non da
poco…”
Sembrerebbe così che un progetto come questo sia
nato per il bene e la tutela dei soldati.
Eh già, sembrerebbe… Katherine Albrecht, autrice
del libro “Spychips” (un saggio sulle nuove
tecnologie di tecno controll), afferma difatti
che “la sperimentazione di simili soluzioni su
persone soggette a discipline particolari, come
prigionieri e militari, è solo il primo passo
verso un tracciamento degli individui più
capillare”.
Vi sembra un’affermazione troppo azzardata ?
Allora probabilmente siete all’oscuro degli
esperimenti di controllo mentale in ambito
militare. Tale progetto è conosciuto come
progetto
MK-Ultra.
Su wikipedia leggiamo: “I documenti recuperati
fanno supporre che la CIA abbia somministrato
LSD, Fenciclidina ed elettroshock al fine di
controllare le menti dei soggetti sottoposti.
Le cavie erano dipendenti della CIA, personale
militare, agenti governativi, prostitute,
pazienti con disturbi mentali e persone comuni;
il tutto con lo scopo di verificare che tipo di
reazione avessero queste persone sotto
l’influsso di droghe ed altre sostanze.”Tutto
ciò è ufficiale e dimostrabile (cit: “A partire
dal 1977, oltre 20.000 documenti sono stati
ufficialmente declassificati grazie al
Freedom of Information Act; tra questi,
anche alcuni relativi al Progetto MK-ULTRA.”).
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CHIPS e
RIFD
Sempre più spesso negli ultimi anni le parole
chip o RFID (la sigla significa Radio Frequency
Identification Devices) stanno entrando
prepotentemente nelle nostre vite, spesso
passando dal buco della serratura, contenute
nell’ambito di progetti ed iniziative
apparentemente innocue e finalizzate a
migliorare la qualità della nostra vita.
La questione risulta comunque ancora sconosciuta
ai più e viene spesso relegata nel novero degli
argomenti di natura fantascientifica trattati
dai “complottisti”, nonostante questi
piccolissimi oggetti super tecnologici siano
oramai ovunque e negli ultimi anni ci sia stata
una vera e propria invasione, riguardo alla
quale non siamo stati informati, costringendoci
di fatto a subire l’imposizione di qualcosa che
non conosciamo.
Il chip RFID è sostanzialmente una tecnologia
utilizzata per l' identificazione di oggetti,
animali o persone attraverso la radiofrequenza,
basata sulla capacità di memorizzare e accedere
a distanza a dati usando dispositivi elettronici
detti TAG.
Si tratta di un sistema di lettura "senza
fili"che è costituito da un microchip contenente
dati (tra cui un numero univoco universale
scritto nel silicio), e da un lettore, una o più
antenne per inviare il segnale di lettura e
ricevere le risposte, e uno o più Tag RFID.
I chip RFID si dividono in attivi o passivi, i
primi sono dotati di minuscole batterie che li
rendono energeticamente autonomi, ...
... i secondi non possiedono fonti di energia
proprie e vengono attivati attraverso un lettore
di RFID che dona loro energia. Naturalmente,
nonostante si tratti di una tecnologia in
continua evoluzione gli RFID attivi sono più
costosi ed “ingombranti” rispetto a quelli
passivi, ma si prestano ad un maggior ventaglio
di utilizzazioni.
Un RFID passivo tradizionale è grande meno della
metà di un francobollo ed ha lo stesso spessore
di un foglio di carta. I modelli
tecnologicamente più avanzati hanno però già
raggiunto dimensioni estremamente più piccole,
arrivando alla grandezza di un granello di
sabbia ed è già possibile inserirli all’interno
dell’inchiostro utilizzato per stampare,
riducendoli in questo modo alla grandezza di un
puntino di sospensione e rendendoli di fatto
praticamente invisibili.
Anche le dimensioni ed i costi degli RFID attivi
stanno comunque riducendosi progressivamente,
attraverso l’utilizzo di batterie sempre più
microscopiche ed economiche.
Nessun cittadino conosce la portata
dell'invasione di questi dispositivi, dal
momento che la diffusione degli RFID sta
avvenendo sottotraccia
e proprio per questa ragione nessuno si domanda
se possano essere pericolosi per l'uomo o per
gli animali. L'unica cosa certa è che
l'industria degli RFID sogna di installare tali
lettori praticamente in qualsiasi oggetto di
questo pianeta, a partire da tutti i prodotti
commerciali che giornalmente acquistiamo
all’interno dei supermercati, dalle lattine di
coca cola ai rossetti, dai prodotti di
abbigliamento a quelli per la pulizia della
casa. Dopo essere già riuscita a diffonderli in
una svariata serie di strumenti di uso comune,
basti pensare ai bancomat, alle carte di credito
ed alla tecnologia telepass.
Il tutto con l'aiuto dei media (Radio, TV,
Giornali) che sono deputati ad enfatizzare i
presunti benefici dell’operazione, sottacendo
completamente i rischi sia nell’ambito della
privacy, sia per quanto riguarda la salute dei
cittadini.
L’applicazione della tecnologia RFID non si
limita oltretutto all’ambito commerciale (spazio
all’interno del quale è stata presentata come
innocuo strumento di gestione dei magazzini) ma
abbraccia ed abbraccerà molti altri campi come
quello sanitario e quello militare. Oltre al
ministero della Difesa statunitense sono molte
le multinazionali che a vario titolo si sono
fino ad oggi manifestate interessate all’uso
della tecnologia RFID, fra esse si possono
annoverare colossi quali IBM, Wal – Mart, Tesco,
Gilette, Procter & Gamble, Metro, Benetton e
molti altri.
In molti ospedali Usa, ai malati di Alzheimer è
stato impiantato un microchip, perchè "così non
si perdano quando vagano senza una meta". Alla
TV si vedono scene commoventi di bambini che
hanno trovato il proprio cagnolino smarrito,
grazie all'impianto RFid, ma non si parla mai
dei casi in cui gli animali sono morti a causa
di questi impianti, oppure sono rimasti
paralizzati.
Qualche anno fa l'agenzia Associated Press ha
riportato uno
studio del 1996 effettuato sui topi dalla
tossicologa Keith Johnson che imputava all'impianto
di microchip l'insorgenza di tumori maligni in
rapida crescita sui roditori.
Secondo alcuni esperti l'impianto sottocutaneo
di un RFID, tramite la semplice iniezione, agli
animali e come sta già succedendo in alcune
nazioni, anche nell'uomo, provoca il cancro, non
ci sono ancora dati certi, ma nel dubbio non è
meglio fare una seria sperimentazione ?
In Europa alcuni ricercatori
hanno confermato che la radiazione
elettromagnetica (nota come energia EMF) emessa
dai lettori RFID (e anche dai cellulari), causa
danni al DNA umano.
Lo studio "Reflex", finanziato dall'Unione
Europea, e che è durato ben 4 anni, ha scoperto
che "le cellule esposte alle EMF hanno mostrato
un significativo aumento delle rotture del DNA
sia al singolo che al duplice filamento".
"Il
danneggiamento resterebbe in eredità alla
generazione successiva di cellule".
Vista l'attuale invasione di lettori RFID, è
molto difficile evitarli.
Ed in Italia? A che punto siamo ?
Anche qui è in atto una campagna propagandistica
rivolta a sottolineare benefici e nascondere i
rischi. Il pretesti migliori anche in questo
caso sono costituiti dalla sicurezza e dalla
salute, e quest'ultima visti i numerosi casi di
malasanità in Italia automaticamente rientra
nella questione "sicurezza". Per l'ospedale
Niguarda Ca' Granda di Milano, dei braccialetti
con RFID sono la soluzione agli "errori medici",
così nel 2006 inia ha portato avanti
una sperimentazione con Intel, per "la
realizzazione di un progetto destinato a
migliorare la qualità delle cure e del rapporto
medico-paziente e a prevenire errori medici e
chirurgici". Suona bene come spot, ma
ricordiamoci che i casi peggiori di malasanità
in Italia sono dovuti a diagnosi ed interventi
sbagliati di medici non abbastanza preparati,
non di certo alla somministrazione di medicinali
sbagliati.
Un altro esempio di sperimentazione negli
ospedali è il
progetto "Quo Vadis" nel comune di Lavagno
(VR), un ecomostro (ovviamente privato) che di
per se è poco salutare, vista la distruzione
della collina dove sorgerà, ma sarà anche un'
"ospedale virtuale", i volontari che si
sottoporranno ai test indosseranno un bracciale,
una maglietta, un microchip, che registreranno
ovunque si spostino, pressione venosa,
arteriosa, equilibrio metabolico e temperatura
corporea, tutto controllabile ed accessibile 24h
su 24 via satellite !
Gli RFID si stanno insinuando anche nelle
scuole, nel 2006 nell 'Istituto Tecnico
Industriale Statale Vittorio Emanuele Marzotto a
Valdagno (VI) è stato avviato un progetto
scolastico per la creazione di un sistema in
grado di rendere i processi scolastici di
registrazione delle presenze, dei voti.
Attraverso la tecnologia RFID vengono gestiti
gli accessi al sistema e le presenze degli
alunni vengono automaticamente registrate dalle
applicazioni all'ingresso a scuola.
Sparirà il vecchio appello fatto dai professori
al mattino, e forse sparirà anche il compito di
educare i ragazzi alla responsabilità verso i
loro compiti, ad esempio quello di andare a
scuola ?
Un ragazzo che non marina la scuola lo farà per
senso di responsabilità o per paura del chip che
lo controlla ?
Abbiamo un RFID anche per non smarrire il
bagaglio (come il cane ?) in aeroporto.
A metà luglio Alitalia e Aeroporti di Roma
hanno
firmato un accordo che prevede una nuova
tecnologia per i terminali di Roma Fiumicino.
E anche le Ferrovie dello Stato, note per la
propria scarsa credibilità e per la propensione
a dissipare in progetti inutili il denaro
pubblico, non sono da meno riguardo a nuovi
accordi per
nuove sperimentazioni che se non giovano ai
cittadini, di sicuro giovano alle tasche di
qualcuno.
I Chips più propagandati e anche più diffusi
sono di sicuro quelli delle carte di credito, lo
spot di tutte le banche è pressoché lo stesso
"garantiscono una maggiore sicurezza nei
pagamenti e nei prelievi di denaro contante",
"assicurando ai clienti il più elevato livello
di sicurezza", come tra l'altro prevede la
normativa europea Sepa che sarà
obbligatoriamente adottata (cioè imposta) per
tutte le nuove carte a partire dal 2011.
Ma le carte con microchip sono già milioni,
Visa, Mastercard, American Express le hanno già
lanciate sul mercato e in Italia anche Poste
Italiane, ha il suo progetto in atto: Postepay
Postemobile, che pubblicizza i pagamenti veloci.
Non è il caso di informarsi e stare attenti ?
Dai nostri vicini di casa in Francia, sono già
stati presentati nel 2003, i "Chip sottopelle
per pagamenti veloci", secondo la propaganda di
chi vuole piazzarli sul mercato "il grande
vantaggio di un RFID di questo tipo è nella
sicurezza, perché se una card o un altro oggetto
per pagamenti dotati di RFID può essere perduto,
VeriChip si trova invece sempre e comunque con
il suo legittimo proprietario". Invece secondo
l'associazione per la privacy nell'era digitale,
EPIC quando una carta di credito viene rubata,
tutto quello che uno deve fare è chiamare
l'azienda che l'ha rilasciata. In questo caso se
qualcosa va storto invece che alla banca ti
chiedono di rivolgerti ad un chirurgo.
Non ha senso passare da una carta, controllata
dall'individuo, ad un chip che non può essere
controllato".
Il punto è che oggi è già stato ampiamente
dimostrato quanto una carta di credito con chip
sia tutt'altro che sicura. Tutte le carte di
credito con Rfid possono essere clonate come
quelle vecchie. Tutti i dati contenuti negli
Rfid di carte di credito, passaporti e carte
d'identità possono essere letti anche a distanza
utilizzando lettori con antenne amplificate, e a
quel punto clonare non è un problema.
Il Parlamento europeo ha approvato una modifica
al regolamento sul passaporto digitale: oltre
alla foto digitale, già prevista dal 2006, il
documento dovrà contenere due impronte digitali.
Le nuove disposizioni vengono applicate a
partire dal 28 giugno 2009.
Alessandro Bottoni, esperto di nuove tecnologie,
nel suo blog ha illustrato alcune tecniche, in
parte già messe a segno, che consentono proprio
di sottrarre dati riservati ai dispositivi
dotati di sistemi biometrici e di clonare
passaporti e simili.
In Italia in alcune regioni è già stata avviata
a sostituzione dei passaporti, con quelli nuovi
dotati di Rfid.
Ed è interessante focalizzare l’attenzione sul
bombardamento mediatico che stiamo subendo
riguardo al digitale terrestre.
L’operazione viene presentata come una nuova
opportunità, ma in realtà si rivela una vera
imposizione,
dal momento che nessuno può rifiutarla !
L’uso crescente di RFID necessita di un maggiore
e crescente uso della banda UBF-UHF, a questo
scopo negli Stati Uniti, ma come ben possiamo
vedere anche in Italia, si sta attuando un
progetto per l'abbandono delle frequenze UHF-VHF
entro il 2009, e stiamo riscontrando giorno dopo
giorno come le regioni man mano stiano passando
al digitale terrestre, tanto pubblicizzato da
alcuni mesi. Tutto questo perchè i chip Rfid,
funzionano con la banda UHF e VHF, fino ad oggi
sovraccarica di segnali televisivi che
interferirebbero con un uso massiccio della
tecnologia RFID. E’ interessante a questo
proposito leggere ciò che
ha rivelato Patrick Redmond, che ha
lavorato in IBM per 31 anni.
Negli Stati Uniti sono circa 800 gli ospedali
che mettono chip ai loro pazienti, 4 ospedali di
Puerto Rico hanno impiantato chip al braccio di
malati di Alzaimer, per la modica cifra di 200
$.
E se qualcuno pensa che la cosa non ci riguardi,
si sbaglia.
Dal 4 novembre infatti all'Ospedale Bambin Gesù
di Roma è stato dato il via ad un insolito
esperimento, avente per oggetto 200 persone, tra
infermieri, pazienti e visitatori che
indosseranno per una decina di giorni circa, dei
Chip, deputati a registrare la loro posizione e
i loro contatti.
L' esperimento in anteprima mondiale ha lo scopo
di "misurare" come la vicinanza tra le persone
influisca sulla diffusione delle malattie, in
particolare quelle a trasmissione aerea e le
infezioni ospedaliere.
I ricercatori dell'Institute of Scientific
Interchange (ISI) di Torino, e l'Istituto
Superiore di Sanità (ISS), assicurano che tutto
è stato pianificato nel rispetto delle norme
sulla privacy e che la scarsa potenza dei chip
non provocherebbe nessun inquinamento
elettromagnetico, ma al contrario tutto lascia
supporre che un rischio per la salute umana
esista.
Cosa succederà quando saremo invasi da milioni
di microchip, per i quali ci stanno obbligando a
comprare un decoder ?
E quali strumenti avrà il cittadino per riuscire
a reagire ad una tecnologia dalle potenzialità
sconosciute, diffusa mistificando la realtà,
magari utilizzando come veicolo ideale per il
suo sdoganamento proprio la campagna di terrore
creata ad arte attraverso la pandemia
dell’influenza suina ?
By Alba Kan e Marco Cedolin - Tratto
da luogocomune.net
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GRUPPO PER LA
VITA, NO BIOCHIP
SOTTOCUTANEI - 09 Nov.
2010
IMPORTANTE,
vedi:
http://www.noverichipinside.com/
Le GRANDI
COMPAGNIE FARMACEUTICHE
INIZIANO ad INSERIRE
MICROCHIP
nei FARMACI
By Mike Adams - By NaturalNews.com
L’era del microchip farmaceutico incombe
su di noi. Novartis AG, una delle più grandi
compagnie farmaceutiche al mondo, ha annunciato
un piano per iniziare a impiantare microchip
nelle medicine per creare una tecnologia “smart
pill”.
La tecnologia del microchip è stata autorizzata
dal Proteus Biomedical di Redwood City,
California.
Una volta attivato dai succhi gastrici, il
microchip inserito inizia il rilevamento e la
trasmissione dei dati ad un ricevitore indossato
dal paziente. Il ricevitore è anche una
trasmittente che può mandare i dati al dottore
attraverso internet.
L’idea dietro tutto ciò è di creare “smart pills”
che possano rilevare cosa sta accadendo nel
corpo e mandare quest’informazione al dottore
del paziente.
La Novartis programma di iniziare
a inserire microchip nei farmaci anti-rigetto
che si assumono dopo il trapianto d’organi e
quindi espandere potenzialmente il
“microchipping” ad altri farmaci della loro
linea di prodotti. Questa stessa tecnologia
potrebbe presto portare a pillole prodotte anche
da altre
case farmaceutiche.
Anche i piani meglio studiati…
Tutto ciò sembra buono all’apparenza, ma
i lettori di NaturalNews senza dubbio hanno
molte domande scettiche. Tanto per cominciare,
apparentemente Novartis non sta programmando di
portare nessuna prova clinica che possa tenere
in considerazione le questioni di sicurezza
legate all’ingoio dei microchip.
“La Novartis non si aspetta di dover portare
prove cliniche su
larga
scala per provare che i nuovi prodotti
funzionano”, riporta la Reuters. “Invece, punta
a fare i cosiddetti test di bioequivalenza per
mostrare che sono uguali agli originali”.
http://www.reuters.com/article/idUS..
Ma ho una domanda: quali prodotti chimici
o metalli pesanti sono contenuti nel microchip
stesso ?
Un microchip che trasmette dati dovrà avere per
forza una fonte d’energia, il che vuol dire che
ha bisogno di una batteria molto piccola, o di
un qualche tipo di condensatore. I materiali
usati nei condensatori e nelle batterie, per
quanto ne so, sono tossici per il corpo umano e
non dovrebbero mai essere ingeriti.
I microchip non sono cibo, e ingoiarli
sembra pericoloso per la vostra salute, in
particolare se ne state prendendo parecchi al
giorno.
La privacy dei dati
Un’altra enorme preoccupazione
riguardante i microchip che trasmettono dati è
la privacy degli stessi.
Se questi microchip stanno trasmettendo
un’informazione, allora ovviamente
quest’informazione potrà essere captata da
qualsiasi cosa nelle vicinanze, inclusi
potenziali individui senza scrupoli o da
organizzazioni che potrebbero suggerirne un uso
malvagio.
Per esempio, supponiamo che una locale
farmacia installi un rilevatore del segnale dei
microchip nel loro ingresso principale per
scoprire le persone che stanno trasmettendo dati
medici. Potrebbero allora in teoria decifrare
quei dati e in quale condizioni di salute è il
cliente e quindi promuovere i farmaci generici
in competizione come sostituti.
Agenti governativi potrebbero essere
dotati di “scanner di microchip di farmaci” che
stabiliscono quali pillole state assumendo in
quel momento.
Ciò potrebbe essere usato per
violare la vostra privacy condividendo questi
dati con altre agenzie governative o potrebbero
addirittura essere venduti a terzi quali le
agenzie di marketing.
Dubito molto del fatto che i dati
trasmessi dal microchip in queste pillole
saranno criptati perché criptarli richiederebbe
una fonte d'energia veramente elaborata, e non
ci sarebbe spazio per più di una CPU o una fonte
d’energia dentro questi piccoli microchip. Più
probabilmente, trasmetteranno un semplice
segnale di dati che potrà essere rilevato e
decifrato abbastanza facilmente.
Ricordatevi di prendere le vostre
medicine
Ma la parte davvero spaventosa di queste
medicine col microchip è che questa tecnologia
sarà usata per assicurarsi che la gente stia
prendendo le sue medicine. Le compagnie
farmaceutiche hanno perso miliardi di dollari
all’anno (secondo loro) a causa di pazienti che
non si ricordano di prendere i farmaci. In
realtà, una parte di ragione per la quale non
riescono a ricordare di prendere le loro pillole
è perché molti farmaci danneggiano le funzioni
cognitive, ma questa è un’altra storia.
Dunque questa tecnologia di microchip
“smart pill” sarà probabilmente utilizzata per
scovare quali pillole hanno preso i pazienti in
modo tale da poter loro “ricordare gentilmente”
di prendere più pillole di quante possano aver
dimenticato. Nel business del marketing viene
chiamato “continuity program”. E’ un modo per
assicurarsi regolarmente continue vendite.
In questo contesto, inserire dei
microchip nelle pillole giova alle compagnie
farmaceutiche, non necessariamente ai pazienti.
Ciò è vero in particolare quando consideriamo
quei farmaci che sono dannosi per la salute
umana -- e noi tutti sappiamo che il mercato
farmaceutico è pieno di pillole che in seguito
sono risultate essere estremamente pericolose o
addirittura mortali (il Vioxx, ricordate ?)
Prossimamente: scanners di farmaci in
dotazione a polizia e datori di lavoro
Ora, ci può essere un interessante
effetto collaterale in tutto questo. I datori di
lavoro che stanno intervistando i candidati
all’eventuale lavoro possono essere in grado di
comprare (o creare), semplici dispositivi
rilevatori di farmaci che rivelano la presenza
di un microchip farmaceutico che trasmette un
segnale. (Probabilmente potreste farne uno nel
vostro garage con componenti elettroniche
acquistate da Radio Shack).
Potrebbe essere molto utile per i datori
di lavoro che non vogliono assumere persone che
prendono farmaci. Ti invitano per un’intervista
e silenziosamente cercano i dati trasmessi dal
farmaco. Una luce rossa dice loro che stai
trasmettendo dati medici, e vi dicono con calma
che l’intervista è finita e che “vi faremo
sapere“.
Con datori di lavoro che affogano nei
costi dell’assicurazione medica, ciò potrebbe
fornire un semplice, facile modo di evitare di
assumere chiunque possa (dal loro punto di
vista) creare un aggravio del costo sui loro
piani d’assicurazione sanitaria. Non sono
necessariamente d’accordo con quest’uso della
tecnologia, sto solo dicendo che questo è un
modo che è probabile venga usato dai datori di
lavoro per escludere gli impiegati sotto
trattamento.
Anche la polizia potrebbe utilizzare un
simile dispositivo di scanning per determinare
se un guidatore sul luogo dell’incidente
potrebbe essere stato indebolito dal farmaco.
Questo ad esempio è un uso col quale sono
d’accordo. Al giorno d’oggi le strade sono piene
di guidatori dopati da farmaci minorati
mentalmente . Il problema in realtà è molto
peggiore di quello dei conducenti ubriachi, tra
l’altro, e ancora non è stato fatto praticamente
niente per combattere il problema dei guidatori
sotto trattamento. (La maggior parte delle
persone non sa neanche che il problema esista).
Se le persone che prendono medicine
stanno trasmettendo questo fatto attraverso
tutti i piccoli microchip che ingoiano, dunque
rilevare la presenza di farmaci è semplice. E’
perfino più facile di un test dell’etilometro
perché non richiede azioni da parte del soggetto
del test. Il poliziotto preme semplicemente un
bottone, aspetta due secondi, e può quindi
determinare se state trasmettendo dati medici. A
questo punto, potreste essere arrestati con
l’accusa di “guida sotto effetto di farmaci”.
Un’altra ragione per non prendere
medicinali
Ci sono chiaramente molte domande senza
risposta e addirittura qualche rischio inerente
al assumere medicine col microchip. Per alcune
persone, le questioni legate alla privacy
possono essere il problema più grande di tutti:
chi vuole innanzitutto trasmettere il fatto che
si stiano assumendo farmaci ?
Non assumo nessun farmaco ovviamente, e
anche la maggior parte dei lettori di
NaturalNews li evita.
Il fatto che i farmaci saranno presto dotati di
microchip è già un’altra buona ragione per
trovare rimedi più olistici per prendervi cura
della vostra salute.
Non scommettete la vostra vita (e la vostra
privacy) sulle pillole del
Big Pharma.
Scegliete uno stile di vita olistico e salutare
basato su nutrienti cibi organici, una regolare
attività fisica e l’elusione di ogni prodotto
chimico (sintetico) creato dall’uomo, e
verosimilmente non avrete mai bisogno di farmaci
per tutta la vostra vita.
L’era del microchip impiantato su persone
e farmaci incombe su di noi. Visto cosa sta
facendo il TSA (Transportation Security
Administration, l‘agenzia federale che si occupa
della sicurezza negli aeroporti statunitensi
n.d.t.) con i nuovi body scanners -
http://www.naturalnews.com/030100_n -,
potete solo immaginare che cosa farà il Grande
Fratello con tutti i dati medici che potreste
trasmettere dall’interno del vostro corpo.
Infatti, l’idea stessa che ci sia un
microchip all’interno del vostro corpo che sta
trasmettendo dati potrebbe farvi sealare dal TSA come potenziali terroristi, che
procederebbe quindi a tastare i vostri genitali
e palpare i vostri seni come parte della loro
nuova annaspante tecnica di perquisizioni
corporali potenziate -http://naturalnews.com/030302_T
Il miglior modo per evitare tutti questi
rischi è semplicemente mangiare la propria
verdura e bere i vostri “superfoods” (non ho
idea di come tradurre questo termine, avevo
pensato potessero essere gli integratori,
beveroni o qualcosa del genere, ma è solo una
mia supposizione).
Non diventate un rintracciabile, reperibile
suddito dell’industria medica che vuole
trasformare il vostro corpo in un centro di
profitto da laboratorio.
Titolo originale: "Big Pharma to begin
microchipping drugs "
Fonte: naturalnews.com
Link
Traduzione per comedonchisciotte.org a
cura di Pascal Sotgiu
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CHIPS installati mediante colonscopia
all'insaputa dei pazienti
I governi “illuminati”,
complice la lobby dei gastroenterologi,
preferiscono inserire tali chip direttamente
all’interno del paziente.
Numerose ricerche interne hanno evidenziato che
il punto con le terminazioni nervose ideali per
l’installazione di un microchip di controllo si
trova nell’intestino
cieco.
Un gastroenterologo che ci chiede di rimanere
anonimo ci ha scritto in privato, confessando di
aver installato durante gli ultimi 5 anni almeno
8 chip al giorno, tutti i giorni, finché ha
deciso due mesi fa di ascoltare la sua
coscienza, cambiare professione e coltivare
patate in montagna.
I sintomi della manipolazione corporea, ci dice,
si possono facilmente confondere con quelli di
una normale
influenza intestinale: diarrea (fino a 5-6
scariche al giorno), flatulenza incontrollata,
colore verdastro delle feci o quel poco che ne
resta.
Il medico di famiglia a questo punto prescrive
medicinali che contengono principi attivi atti a
regolarizzare il microchip, che potrebbe essersi
danneggiato all’interno dell’intestino
se non fissato adeguatamente. Anche una dieta
vegana contribuisce a mandare in tilt il
microchip, in quanto le fibre della carne
aiutano i vari processori ad interconnettersi.
L’installazione del suddetto microchip è
effettuata tramite colonscopio, un tubo
flessibile e multiuso utilizzato per esami di
routine quali la colonscopia (esplorazione
dell’intestino). Nella maggior parte dei casi il
paziente viene sedato per lenire il dolore e poi
sottoposto ad esame, al termine del quale viene
installato il microchip senza che il soggetto,
intontito se non addirittura addormentato, se ne
accorga.
Quello che noi consigliamo in questi casi non è
evitare la colonscopia, ma negare espressamente
la sedazione totale e chiedere di vedere su un
monitor lo svolgimento dell’esame. Ricordate che
è un diritto costituzionale chiedere che non vi
vengano iniettate sostanze nel vostro corpo! In
questo modo l’esame sarà forse un po’ più
doloroso, ma uscirete felici, tranquilli e senza
chip intracorporei.
Tratto da:
chiaveorgonica.altervista.org
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