Introduzione:
Il
mantenimento di uno stabile giusto rapporto
acido-base è una componente vitale dell'omeostasi
corporea.
Oltre cento diagrammi, nomogrammi, equazioni e
regole sono state introdotti per rappresentare il
rapporto acido-base: lungi dal semplificare le
cose, queste diverse rappresentazioni hanno
contribuito a complicarle a causa
dell'introduzione di diversi nuovi termini e
definizioni.
Terminologia
e definizioni
Molta
gente sperimenta difficoltà a capire il rapporto
acido-base.
Molte di queste difficoltà derivano dall'assenza
di familiarità con la terminologia impiegata. Se
noi abbiamo una scarsa comprensione dei comuni
termini come neutro, pH, acidosi metabolica,
eccesso di basi, ecc., non deve sorprendere che
abbiamo anche difficoltà a capire, i concetti, i
modelli, le sindromi descritte.
Indicatore
acido-base: Piaccametro
Vedi:
Terminologia
e definizioni dell'equilibrio acido-base
Continua
nel sito:
http://www.unipa.it/~lanza/gtai/acido-base/abindexit.html#Rep
vedi
anche:
http://digilander.libero.it/itisaltamura/arizona/acqua/acidibasi.htm
In questo
recente studio si parla dell'effetto alcalinizzante (basso PRAL) con un alto consumo
di frutta e verdura (e basso consumo di carne),
(NdR: per evitare di cadere in
ACIDOSI)
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18042305
(Br J Nutr. 2008)
"A more alkaline diet (low PRAL), high fruit and
vegetable intake and lower consumption of meat
was significantly associated with a more
alkaline urine pH before and after adjustment
for age, BMI, physical activity and smoking
habit and also after excluding for urinary
protein, glucose, ketones, diagnosed high blood
pressure and diuretic medication".
pH e SALUTE
La
correzione del pH
vedi:
ACIDI-BASI
(Principi)
+
ACIDOSI
+
Acidosi
nella vecchiaia +
Ossido
- Riduzione +
BioElettronica
+ Acqua
Basica
+
ARGILLA
+
Bicarbonato
di Sodio +
Bicarbonato
di Magnesio + Magnesio + Cloruro
di Magnesio + Ascorbato
di Potassio +
Potassio +
Silice
organica +
Proprieta'
dell'acqua
+
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UNIVERSALE e SOSTANZA - Campi MORFOGENETICI
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L'organismo umano attua giornalmente una
serie di meccanismi per controllare e mantenere l'
omeostasi di numerosi parametri: temperatura,
ossigenazione, pH, glicemia.
Tra tutti questi, quello che forse necessita di
un più rigoroso controllo è il pH, in modo
particolare quello sanguigno: in condizioni
normali, esso varia entro limiti molto ristretti,
in ordine dello 0,015 in più o in meno rispetto
al valore standard (medio) di 7,41.
In alcune fasi, come durante e dopo malattie, o
sotto sforzo, tale valore può modificarsi, ma
sempre entro limiti molto stretti: poco sopra un
pH di 7,45 o poco sotto il 7,35, si manifestano
sintomi clinici obbiettivabili, sempre più
presenti e gravi per arrivare, sopra i 7,80 e
sotto i 7,10, al coma e quindi alla morte.
Con queste premesse è ovvio come l'organismo,
davanti a diverse scelte, abbia come obiettivo
primario quello del mantenimento di un pH
compatibile con la vita, anche a scapito di altri
parametri, organi o apparati. Questa priorità è
di fondamentale importanza per comprendere la
genesi di diverse patologie, tra le quali di
particolare valore per la loro diffusione,
l'artrosi e l'osteoporosi.
Se il pH sanguigno è pressocché costante, lo è
di meno quello di altri distretti corporei: sia
quello tissutale che quello urinario e salivare
subiscono delle variazioni maggiori, secondo ritmi
circadiani.
Esamineremo in particolar modo quello tissutale e
quello urinario. Per il primo facciamo riferimento
ai liquidi extra cellulari, essendo difficile
misurare in vivo il pH intracellulare, che
dovrebbe comunque essere intorno alla neutralità
(pH 7).
FASI
del pH TISSUTALE
Nella prima parte della giornata, cioé la mattina
e il primo pomeriggio, l'organismo è in fase
catabolica e simpaticotonica, dovendo produrre
energia, e gli scarti metabolici sono sempre
acidi. Ci troviamo quindi in una fase di acidosi:
il tessuto mesenchimale in questo caso, funziona
da deposito di scorie, e il pH si abbassa. Quando
nel pomeriggio, ma soprattutto la sera,
l'organismo passa a una fase parasimpatica e
anabolica, i tessuti rilasciano i cataboliti e gli
acidi accumulati, passando in alcalosi, e il loro
pH si innalza.
FASI del pH URINARIO
Anche in questo caso il pH oscilla da valori
alcalini ad altri acidi e viceversa, ma più
sensibili al tipo di alimentazione seguita: al
mattino le urine sono acide, in quanto eliminano
gli acidi accumulati dall'organismo nella giornata
precedente.
Nel corso della mattinata il pH sale
abbastanza nettamente, per calare nuovamente
attorno all' ora di pranzo e risalire ancora a metà
pomeriggio, rimanendo comunque sempre attorno a un
pH neutro. Questa fase dura fino a tarda serata
con il ritorno della fase acida, a dimostrazione
della tendenza all'eliminazione degli acidi
prodotti e immagazzinati nel corso della giornata.
Tanto più l'alimentazione sarà squilibrata,
tanto più i valori tenderanno verso 1'acidosi.
Il pH urinario risulta quindi uno degli indicatori
più affidabili per verificare la presenza o meno
di un'iperacidosi tissutale, elemento che non ha
riscontro nella normale pratica clinica medica, ma
che per i naturopati riveste un particolare
valore.
Le CAUSE dell’IPERACIDOSI
La causa più comune - in assenza di malattie - è
l' acidosi derivante dall'assunzione di
acque
acide - di pH 7,35 e dall'
alimentazione.
Bisogna innanzitutto distinguere tra cibi acidi e
acidificanti: molti cibi (e bevande) che risultano
acide alla lettura con il pHmetro, nell'organismo
portano invece alla formazione di sali alcalini.
Questo si verifica quando nei cibi sono presenti
degli acidi deboli, come quelli della frutta
(citrico, malico, tartarico,...), che nella
digestione vengono ossidati, formando acido
carbonico, un altro acido debole che si dissocia
facilmente, formando dei carbonati (per esempio
carbonato di sodio, di potassio, di calcio).
Per dare un esempio, un succo d'arancia
commerciale può avere un pH 4,5, mentre una
spremuta fresca può arrivare anche a pH 3,57.
Nonostante tali valori, sono considerati
alcalinizzanti. Chiarito questo aspetto, va però
detto che alcuni soggetti metabolizzano male
questi acidi deboli, in particolar modo al mattino
e nella stagione fredda.
Per combattere l'ACIDOSI si devono consumare
quindi soprattutto acque ed alimenti alcalinizzanti.
Alimenti acidificanti
|
Alimenti alcalinizzanti
|
|
-
tuorlo
d'uovo
-
ricotta,
yogurt
-
verdure(escluse alcune)
-
frutta(escluse alcune)
-
mandorle
-
miele
?
|
Questa
suddivisione non lascia molti dubbi sul perché
siamo quasi sempre in acidosi: la maggior parte
dei cibi ha una reazione acidificante, tanto che
anche vegetariani e macrobiotici che abbondino in
carboidrati e legumi possono andare incontro a
iperacidosi.
Per essere sicuri di avere un'alimentazione non
acidificante, bisogna introdurre notevoli quantità
di verdura e di frutta più volte al giorno.
DISTURBI e PATOLOGIE CORRELATE all’IPERACIDOSI
Premesso che stiamo parlando di un'iperacidosi
tissutale e urinaria, mai sanguigna, tale
situazione può coinvolgere più o meno
direttamente praticamente tutti gli apparati del
corpo umano. I sintomi più importanti sono
elencati in tabella:
manifestazioni gastroenteriche
|
pirosi, iperacidità,
dispepsia, gastrite, litiasi, sonnolenza
postprandiale
|
manifestazioni cutanee
|
seborrea, iperidrosi, eczemi,
micosi frequenti, mucose arrossate, unghie
e capelli fragili.
|
manifestazioni nervose
|
irritabilità, palpitazioni,
ansia, cefalee e emicranie, aggressività,
risvegli notturni frequenti, ipercinesia.
|
manifestazioni osteoarticolari
|
artrosi, osteoporosi, mialgie,
crampi.
|
manifestazioni endocrine
|
ipertiroidismo, diabete,
irregolarità mestruali, sterilità,
candidosi, ipercolesterolemia, gotta,
iperuricemia.
|
manifestazioni varie
|
deficit immunitari, carie,
alitosi, parodontosi, varici, stipsi,
freddolosità, facili infiammazioni
oculari, genitali e ORL.
|
Il quadro è quindi quanto mai ampio. Ecco perché
una dieta alcalinizzante, riportando verso la
norma il pH permette di risolvere molti problemi,
apparentemente non legati tra loro.
L'iperacidosi potrebbe ad esempio spiegare perché
alcune terapie, anche se ben condotte, non portino
ai risultati sperati, o perché molte persone, pur
mangiando normalmente, non riescano a perdere
peso.
I
SISTEMI TAMPONE dell’ORGANISMO
L'organismo dispone di diversi sistemi per
tamponare le fluttuazioni del pH. Essi sono:
i bicarbonati, i fosfati, le proteine
plasmatiche, l' emoglobina e ossiemoglobina.
I principali meccanismi compensativi sono invece:
- respiratorio
- renale.
Questi sistemi tampone agiscono in maniera
differente: i bicarbonati sono abbastanza efficaci
per la possibilità di essere regolati sia dai
reni che dai polmoni; i fosfati hanno un range di
pH migliore ma sono presenti in concentrazioni
minori. Gli altri sistemi, proteine plasmatiche e
emoglobina hanno una notevole importanza per il
controllo del pH sanguigno e intracellulare.
I due sistemi che si occupano del controllo del pH
sono quello respiratorio e quello renale.
Quello polmonare, scambiando in continuazione
ossigeno e anidride carbonica, elimina soprattutto
quelli che sono definiti "acidi
volatili" o "acidi deboli" che si
dissociano facilmente, dando origine ad acqua e
gas carbonico, sotto forma di anidride, eliminata
poi a ogni atto espiratorio.
I reni invece controllano l'equilibrio acido- base
(e quindi la concentrazione di ioni idrogeno) con
un meccanismo complesso.
CORREZIONE
del PH
I meccanismi elencati funzionano perfettamente se
esistono sufficienti basi per tamponare la
formazione di scarti metabolici acidi.
In caso di ridotta disponibilità di bicarbonati,
l'organismo deve far ricorso a sali che
normalmente hanno altre funzioni, in particolar
modo ai fosfati e al calcio presente nelle ossa.
Da notare che il fosfato calcico, un componente
fondamentale dello scheletro, si rende
maggiormente solubile a pH acido. L'acidosi quindi
facilita l'impiego d'emergenza di questi sali: il
risultato è la demineralizzazione ossea.
La migliore cura (o meglio, prevenzione) delle
patologie degenerative dello scheletro risiede
dunque nel mantere intatte le riserve alcaline
dell'organismo. La misurazione ripetuta nel tempo
del pH ci può dare tutte le informazioni
necessarie per controllare lo stato di queste
scorte.
Aumentare l'assunzione di verdura e frutta è
importante, ma lo è altrettanto la riduzione
degli alimenti iperacidificanti, in primis le
proteine animali, come per esempio la carne. Solo
riducendo gli alimenti acidificanti e aumentando
quelli alcalinizzanti è possibile ridurre o
arrestare i fenomeni di impoverimento tissutale.
Particolare attenzione andrà comunque posta nel
valutare l'alimentazione nella sua globalità, per
non incorrere in altre carenze o errori, come ad
esempio l'impiego di verdure ricche di acido
ossalico o l'eccessivo uso di frutta acida in
soggetti sensibili.
Altro sistema interessante, e dai risultati più
rapidi, è l'impiego dei centrifugati. Tale
soluzione apporta notevoli vantaggi, come ad
esempio di non sovraccaricare l'organismo di fibre
con conseguenti fastidi quali gonfiori,
irritazioni del colon, flatulenza, minor
assimilazione di minerali e altri importanti
nutrienti.
Il centrifugato va preparato e bevuto all'istante
per minimizzare i fenomeni ossidativi,
estremamente aggressivi su alimenti che presentano
ampie superfici esposte all'aria. Vasta è la
scelta dei cibi ma un classico, sia per gusto sia
per capacità alcalinizzanti, è il centrifugato
di mela e carote (nella proporzione di circa una
mela per tre carote).
Ulteriore scelta disponibile, la supplementazione
tramite polveri da sciogliere in acqua, a base
di diversi sali minerali, sotto forma di
bicarbonati, carbonati e citrati. I risultati
migliori si ottengono con i citrati e i
bicarbonati, per la facilità con cui sono
assorbiti e resi disponibili per l'azione
tamponante.
vedi anche
Citrato di potassio
+
Acidi-Basi
L'assunzione per esempio monogiornaliera di circa
5-6 grammi di citrati (un cucchiaino da tè) in
poca acqua tiepida di una miscela in commercio (Alcabase
e/o Basenpulver)
può dare buoni risultati ed assenza di
effetti collaterali (i bicarbonati a forti dosi
possono dare nausea).
NdR:
Già il primo giorno si ha una risalita del pH,
che nel giro di quattro giorni arriva a un valore
mattutino ritenuto "discreto" (tra 6,4 e 6,8) e nel
corso della giornata si mantiene costantemente
attorno a un pH 7, con punte fino a 7,28, ma se si
beve acqua alcalina a pH
+ di 7,35 > 11 si arriva
al pH ottimale di
min. 7,35, base
della vita SANA).
Il vantaggio nell'impiego dei citrati rispetto ai
centrifugati risiede nella semplicità e velocità
della preparazione, non richiede l'uso della
centrifuga (NdR: che
pero' sarebbe meglio
utilizzare in ragione di
5 bicchieri di
centrifugati al di'), è assumibile anche da chi ha molte
intolleranze alimentari (la mela è una delle più
comuni fonti di intolleranza tra i vari frutti).
Nelle iperacidosi croniche, con pH urinario
mattutino attorno a 5, una supplementazione di
citrati per diverso tempo (almeno un mese),
consente una importante ricarica di basi per i
sistemi tampone dell'organismo, apportando
numerosi benefici alla persona.
Tra gli effetti più comunemente riscontrati,
miglioramento di sfoghi cutanei ribelli alle cure,
diminuzione dell'aggressività o irritabilità,
miglior rendimento fisico, miglioramento di alcuni
parametri di laboratorio (acido urico).
Questi pochi dati riportati, mostrano comunque
l'utilità e la possibilità reale di intervenire
nel caso, molto frequente, di iperacidosi
tissutale. Tale correzione è probabilmente il
fattore più importante per controllare e
prevenire le patologie degenerative dello
scheletro.
Le controindicazioni assolute sono poche:
insufficienza renale e scompenso cardiaco grave.
Quelle relative riguardano cistiti in corso,
assunzione di determinati farmaci (per esempio,
con una alcalinizzazione eccessiva si può ridurre
la distribuzione di fenobarbital nel cervello),
alcune malattie metaboliche (per esempio
iperaldosteronismo).
Tratto da:
farmaciapicconi.it
IMPORTANTE:
Terapia
naturale per
acidosi:
Esistono in commercio delle
miscele di basi (determinati sali per regolare il
pH e/o di
capsule gastroresistenti
contenenti sali
basici) che, assieme
al cambiamento delle abitudini alimentari e comportamentali,
possono essere estremamente utili, sia per la prevenzione
che per il trattamento dell'Acidosi. Anche l'acqua da bere ha il suo peso, quindi
bere acque
basiche e non acide.
L'assunzione
giornaliera di
determinati
capsule di prodotti
basici +
fermentti lattici
+
carbone vegetale
+
alimentazione
biologica +
Crudismo +
clisteri
plurisettimanali,
per la
pulizia intestinale,
diverranno un obbligo.
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
VALUTAZIONE ed
IMPORTANZA della MISURAZIONE del pH
URINARIO
Il pH in medicina è
l’unità di misura attraverso la quale si
determina l’acidità, la neutralità e
l’alcalinità di un liquido organico. Valori di
pH pari a 7 corrispondono alla neutralità,
valori inferiori a 7 indicano acidità e valori
superiori a 7 indicano alcalinità/basicità.
Un eccesso di ioni idrogeno nel corpo umano è
causa di acidità e la sigla pH significa proprio
“potentia Hidrogeni”.
Per meglio comprendere il significato del
parametro pH nelle urine è necessario prima
conoscere i meccanismi che all’interno
dell’organismo si attivano per compensare eventi
metabolici di cui il pH urinario è espressione.
Molti processi metabolici che ci mantengono in
vita, trasformando gli alimenti e l’ossigeno in
energia, producono scorie acide. Queste ultime
vengono eliminate tramite dei sistemi “tampone”
che sono in grado di rimuovere piccoli carichi
acidi attraverso i polmoni, il fegato, i reni e
la pelle.
Quando le quantità di scorie superano quelle che
il nostro organismo è in grado di eliminare
insorge l’acidosi tissutale, ovvero un
sovraccarico di sostanze acide “parcheggiate” in
alcuni tessuti, in particolare nella matrice
extra-cellulare, in attesa di essere
neutralizzate e poi smaltite.
La modalità più semplice per valutare l’acidosi
tissutale è rappresentata dall’analisi del pH
nelle urine. Questa rilevazione può essere
effettuata con le strisce indicatrici del pH che
si possono acquistare in farmacia. La fascia in
trasparenza, nella tabella, evidenzia i valori
di pH fisiologici nel corso della giornata.
Quando le misurazioni si discostano
ripetutamente da questa curva, si è in ACIDOSI
TISSUTALE.
Il giusto rapporto acido-base
nell’organismo, è fondamentale in quanto come
ricordato molti processi vitali hanno luogo se
il valore del pH è leggermente alcalino.
I fattori più
importanti che possono causare l’acidosi
tissutale sono:
- eccesso di alimenti acidificanti.
- insufficiente apporto di alimenti
alcalinizzanti, in particolare
FRUTTA e VERDURA.
- uso prolungato di farmaci.
- insufficiente apporto di liquidi.
- vita sedentaria.
- fumo, alcool e stress.
- attività sportiva svolta a livello intenso.
Lo stato di acidosi
è associato a numerosi disturbi a carico
dell’organismo:
• apparato gastro-enterico: pirosi, acidità,
dispepsia, sonnolenza postprandiale.
• cute: seborrea, eczemi, micosi.
• sistema nervoso: palpitazioni, ansia, cefalea.
• apparato osteo-articolare: dolori
muscolo-scheletrici, infiammazioni, osteoporosi.
• sistema endocrino: disfunzioni tiroidee,
alterata tolleranza glucidica, irregolarità
mestruali.
In assenza di
patologia conclamata, la causa più frequente di
acidosi è da ricercare nella dieta e negli altri
fattori citati in precedenza.
Per valutare la
propria personale condizione si dovrebbero
effettuare le misurazioni del pH delle urine per
alcuni giorni, annotando contemporaneamente
l’ora della misurazione stessa.
In caso di valori del pH ripetutamente acidi e
che si discostino notevolmente dalla curva
ideale, è necessario modificare il proprio stile
di vita:
- aumentare l’assunzione di alimenti
alcalinizzanti.
- integrare l’alimentazione con prodotti
specifici a base di sali minerali
alcalinizzanti.
- migliorare l’apporto di ossigeno
nell’organismo attraverso una giusta e regolare
attività fisica (una semplice passeggiata o
camminata nei boschi) che permetta di migliorare
l’apporto di ossigeno. Evitare, se possibile,
situazioni che generano stress.
- agevolare l’eliminazione di sostanze acide e
stimolare gli organi deputati alla
disintossicazione dell’organismo. Molte piante
possono essere di aiuto per raggiungere questo
obiettivo.
-anche le saune possono risultare utili salvo
controindicazioni mediche.
Conclusioni
La misurazione del pH nelle urine rappresenta un
presidio pratico, non invasivo e affidabile per
la definizione dello stato di acidosi
metabolica. L’utilizzo clinico della misurazione
del pH urinario, alla luce delle nuove esigenze
appena descritte, costituisce uno strumento
molto utile che permette un tempestivo
intervento terapeutico identificabile con
modificazioni dietetiche e supplementazione con
sostanze alcalinizzanti la cui finalità consiste
nel ripristinare l’equilibrio acido/base da cui
dipende la buona funzionalità di tutto il nostro
organismo.
Un pH fortemente acido (inferiore a 5,9) nelle
prime urine del mattino induce il sospetto di
stato di acidosi.
Un’alimentazione
ricca di alimenti vegetali allo stato crudo,
costituiscono il primo passo fondamentale per
evitare di cadere in un pericoloso stato di
ACIDOSI
By Enzo Verga - tratto da facebook.com
“Il controllo del pH urinario e la sua
normalizzazione devono far parte integrante del
piano terapeutico di ogni malattia cronica, che
può presentare sintomi di perturbazioni
metaboliche con conseguente aumento
dell’acidificazione” (By Dott.ssa Catherine
Kousmine)
Bibliografia:
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on bone resorption by rat osteoclasts in vitro.
Endocrinology 119, 119–124.
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effects of chronic acid load in normal man:
Further evidence for the participation of bone
mineral in the defence against chronic metabolic
acidosis. Journal of Clinical Investigation 45,
1608–1614.
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