AMIGDALA: nucleo di sostanza grigia alla base del
cervello, appartenente al
sistema limbico: sono due, uno per emisfero.
È una
struttura ovoidale situata del lobo temporale in
continuità con il
putamen, dietro alla coda del nucleo caudato.
Si ritiene che l'amigdala sia coinvolta nel sistemi di
comparazione degli stimoli ricevuti con le esperienze
passate, nell'elaborazione delle esperienze olfattive e
nel comportamento sessuale. Oltretutto rappresenta un
centro di integrazione di processi neurologici superiori
come le emozioni, ed è coinvolta anche nei sistemi della
memoria emozionale.
Tratto da:
Sanihelp.it
vedi:
PINEALE la ghiandola SACRA
+
Cervello,
Campo ElettroMagnetico (CEM) del CUORE
+
I batteri
controllano la nostra mente
+
Engram-Memi
+
Spirito
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L'IPPOCAMPO
è una zona del cervello associato alla motivazione, al
controllo delle emozioni, alla memoria e gioca un
importante ruolo nel controllo delle risposte
dell'organismo allo stress. Nella ricerca MacMaster ha
misurato le dimensioni dell'ippocampo con la Risonanza
Magnetica in un gruppo di adolescenti depressi e in un
gruppo di sani trovando significative differenze. I
primi mostravano un ippocampo più piccolo di circa il
17% e la differenza di dimensione era più evidente nella
parte sinistra. (NdR:Sono
giovani super
vaccinati e quindi soggetti a malnutrizione… e figli
a loro volta di vaccinati)
Bisogna dire però che analoghi studi in soggetti
depressi adulti non avevano mostrato differenze degne di
nota. Il dottor Joseph L. Price, docente di anatomia e
neurobiologia alla Washington University di St. Luois
afferma che altri studi hanno invece trovato differenze
marcate nelle dimensioni dell'ippocampo di pazienti
depressi anziani.
(NdR:
sono soggetti molto meno
vaccinati
dei giovani che sono
a loro volta, figli di vaccinati)
Un recentissimo articolo pubblicato sugli Archives of
General Psychiatry ha sottolineato sostanziali evidenze
che la disfunzione dei trasportatori della serotonina
abbia un ruolo chiave nella insorgenza del disturbo e si
è visto che il sistema serotoninergico è in grado di
modulare o modificare le caratteristiche morfologiche
dell'ippocampo.
Tratto da ecplanet.com
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Erogena
amigdala - Neuroscienze
La vecchia idea secondo cui la gran parte del sesso è
nella mente sembrerebbe vera. A confermarla è arrivata,
infatti, una ricerca dell’Università di Melbourne
(Australia), pubblicata sugli Annals of Neurology,
secondo la quale quanto più sono grandi le dimensioni
dell’amigdala, il centro cerebrale delle emozioni, tanto
maggiore sarà la spinta sessuale di una persona. Del
resto non si tratta di una novità assoluta visto che già
in passato l’amigdala era stata associata all’impulso
sessuale, risultando stimolata in occasione di film
erotici, mentre in molti animali era stata identificata
come area deputata a controllare i comportamenti nel
periodo dell’accoppiamento. Ma l’entità di questo ruolo
non era mai stata definita.
La mandorla delle emozioni
L’amigdala è un’area del cervello, grande in media come
una mandorla, da tempo ritenuta importante nei processi
emotivi e coinvolta anche in una forma particolare di
memoria che è quella emozionale. Uno studio recente ha,
per esempio, identificato in quest’area profonda del
cervello i meccanismi chimici che scatenano il
sentimento della paura. Non solo.
La ricerca ha anche
dimostrato che le connessioni fra le cellule nervose che
compongono l’amigdala si consolidano solo di fronte a
una situazione di pericolo. Ancora un altro studio
dell’Università della California aveva rivelato che i
due sessi utilizzano diversi lati dell’amigdala per
immagazzinare ricordi di esperienze ad alto tasso di
emotività.
L’amigdala in pratica fornisce a ogni stimolo
il livello ottimale di attenzione, lo arricchisce di
emozioni e, infine, lo immagazzina sotto forma di
ricordo. Al suo interno, poi, si distinguono più aree.
Non due come si è lungamente creduto ma almeno dieci o
dodici, con proprie suddivisioni interne e con diverse
funzioni.
La ricerca australiana, però, è la prima a
legare le dimensioni dell’amigdala all’impulso sessuale.
La ricerca australiana
I ricercatori hanno monitorato il cervello di 45
pazienti affetti da epilessia cronica, malattia che
generalmente abbassa la libido, e poi li hanno
sottoposti a un intervento chirurgico (l’emisferectomia)
che ha lo scopo di ridurre le convulsioni nei pazienti
in cui i farmaci non riescono a ottenere questo effetto.
In pratica, rimuovendo la parte del cervello in cui ha
origine l’anomalia elettrica alla base dell’epilessia,
si permette alle restanti aree di funzionare in modo
normale. Dopo l’intervento ai pazienti è stato chiesto,
attraverso interviste e questionari, di raccontare la
propria vita sessuale, scoprendo che i pazienti ai quali
era stata lasciata una maggiore quantità di amigdala
avvertivano, dopo l’intervento, una spinta sessuale più
forte. Ora – concludono i ricercatori – si tratta di
verificare se questa conclusione sia rintracciabile
anche nella popolazione generale. Se venisse confermata
l’ipotesi, senza dimenticare la correlazione di questa
parte del cervello con altre importanti aree come
l’ipotalamo, che governa l’erezione, diventerebbe
possibile risvegliare non solo l’erezione ma il
desiderio stesso attraverso farmaci mirati. Le industrie
farmaceutiche già si fregano le mani...
By Marco Malagutti
Fonti:
Reutens DC et al. The amygdala and sexual drive:
Insights from temporal lobe epilepsy surgery. Ann Neurol.
2004 Jan;55(1):87-96
Shinnick-Gallagher P et al. NMDA currents and receptor
protein are downregulated in the amygdala during
maintenance of fear memory. J Neurosci. 2003 Nov
12;23(32):10283-91.
Cahill L. Sex- and hemisphere-related influences on the
neurobiology of emotionally influenced memory. Prog
Neuropsychopharmacol Biol Psychiatry. 2003 Dec;27(8):1235-41.
Tratto da dica33.it
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Misurare
l'attività psicologica fotografando l'amigdala
Fotografare l'attività del cervello per diagnosticare la
fobia sociale e non solo. Monitorare l'attività
cerebrale, infatti, potrebbe anche aiutare a misurare
l'efficacia di trattamenti farmacologici e psicologici
per questa patologia, la più diffusa tra i disturbi
d'ansia e la terza, dopo depressione e dipendenza da
alcol, nella sfera dei problemi psichiatrici.
A rivelarlo è uno studio pubblicato su Biological
Psychiatry e condotto da un team internazionale di
ricercatori.
Gli studiosi, sottoponendo i pazienti a
risonanza magnetica, hanno potuto osservare che un'area
del cervello denominata Amigdala, una sorta di centro
cerebrale delle emozioni, diventava iperattiva quando i
pazienti guardavano facce minacciose, corrucciate,
arrabbiate, disgustate o spaventate. E l'aumento
dell'attività si accompagnava a un incremento dei
sintomi di fobia sociale. I nostri risultati -
sottolinea Pradeep Nathan della Monash University, tra
gli studiosi a capo della ricerca - suggeriscono che
monitorare l'attività di quest'area cerebrale può non
solo fungere da indicatore del livello di severità di
questa patologia, ma anche essere utilizzato come vero e
proprio misuratore dell'efficacia dei trattamenti cui
sottoponiamo i pazienti.
Fonte:
AdnKronos (29/11/2005)
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L’intelligenza emotiva: l’amigdala
«Ma ciò
che esce dalla bocca viene dal cuore, ed è quello che
contamina l'uomo. Poiché dal cuore vengono pensieri
malvagi, omicidi, adultèri, fornicazioni, furti, false
testimonianze, diffamazioni. Queste sono le cose che
contaminano l'uomo; ma il mangiare con le mani non
lavate non contamina l'uomo». Matteo 15: 18-20
Noi
tutti abbiamo avuto a che fare con l’amara esperienza
della perdita del controllo emozionale...
Cercate di
ricordarvene qualcuna e in modo particolare soffermatevi
a quello che maggiormente è rimasta impressa nella
vostra mente per la sua carica emotiva.
Nei
nostri cuori soggiacciono ferite emozionali attive, che
al minimo sussulto sismico (esperienze che la vita
comporta) emergono con una forte carica emotiva
paragonabile alla potenza di un vulcano in eruzione,
provocando, il più delle volte, danni irreparabili a noi
stessi e alle persone che più amiamo. Gli aspetti di un
io bisbetico, irrequieto, insaziabile, volubile,
capriccioso, offeso, timido, pauroso, frustrato,
ribelle, testardo, sottomesso, aggressivo egocentrico,
passionale, paragonabili al magma, al gas, ai vapori,
allo zolfo e ai prodotti piroclastici di un
vulcano, costituiscono uno stato latente o palese
di situazioni molto pericolose endogene ed esogene della
persona.
Perché
? Come mai ? Che cosa succede nella nostra mente ? Dove
avviene questo processo di reazione emozionale fuori
dalla norma e che erroneamente cerchiamo di giustificare
con accuse ?
L’amigdala è un centro del sistema limbico del cervello.
Il termine deriva dalla parola greca che significa
mandorla. É un gruppo di strutture interconnesse, a
forma appunto di mandorla, posto sopra il tronco
cerebrale, vicino alla parte inferiore del sistema
limbico.
Il
sistema limbico è il punto centrale del sistema regolare
endocrino, vegetativo e psichico; elabora stimoli
provenienti dall’interno del corpo e dall’esterno.
Descrive le strutture cerebrali che si trovano al
confine tra l’ipotalamo e le strutture connesse, da un
lato, la corteccia cerebrale dall’altro.
L’amigdala, ne abbiamo due, è specializzata nelle
questioni emozionali. Se viene resecata dal resto del
cervello, il risultato è una evidentissima incapacità di
valutare il significato emozionale degli eventi,
conseguentemente si diventa cechi affettivamente (cecità
affettiva).
L’amigdala funziona come un archivio della memoria
emozionale ed è quindi depositaria del significato
stesso degli eventi; la vita senza l’amigdala è
un’esistenza spogliata di significato personale.
All’amigdala è legato qualcosa di più dell’affetto:
tutte le passioni dipendono da essa. Le lacrime, un
segnale emozionale esclusivo degli esseri umani, sono
stimolate da essa. Asportando o resecandola negli
animali, questi perdono ogni impulso a cooperare o a
competere e non provano più rabbia o paura.
1.
L’amigdala è un grilletto molto sensibile.
I
segnali di entrata provenienti dagli organi di senso
consentono all’amigdala di analizzare ogni esperienza
andando, per così dire, a ‘caccia di guai’. É una
sentinella psicologica che scandaglia ogni situazione e
ogni percezione, sempre guidata da un unico
interrogativo, il più primitivo:
E’ qualcosa che odio ?
Qualcosa che mi ferisce ? Qualcosa che temo ?
Se la
risposta è affermativa - se in qualche modo la
situazione profila un «Si» - l’amigdala scatta
immediatamente, come un sorta di grilletto neurale e
reagisce telegrafando un messaggio di crisi a tutte le
parti del cervello.
Nell’architettura cerebrale, l’amigdala è come una di
quelle centraline programmate per inviare chiamate di
emergenze ai vigili del fuoco, alla polizia... ogni
qualvolta il sistema di allarme istallato all’interno di
un’abitazione o di una banca segnali un problema.
Quando
scatta l’allarme della paura, ad esempio, l’amigdala
invia messaggi di emergenza e tutte le parti principali
del cervello; stimola la secrezione degli ormoni che
innescano la reazione di combattimento o fuga, mobilita
i centri del movimento e attiva il sistema
cardiovascolare, i muscoli e l’intestino. Altri segnali
vengono dati per secernere piccole quantità di
adrenalina, oppure al tronco cerebrale, facendo assumere
al volto un’espressione spaventata, ecc.
Simultaneamente, i sistemi mnemonici corticali vengono
riorganizzati con precedenza assoluta per richiamare
ogni informazione utile nella situazione di emergenza
contingente.
Nell’architettura del cervello l’amigdala ha una
posizione privilegiata in qualità di sentinella delle
emozioni capace all’occorrenza di sequestrare il
cervello.
Gli
input sensoriali provenienti dall’occhio o dall’orecchio
viaggiano dapprima diretti al talamo e poi servendosi di
un circuito monosinaptico all’amigdala (esiste un fascio
molto sottile di fibre nervose che vanno direttamente
all’amigdala); un secondo segnale viene poi inviato dal
talamo alla neocorteccia - il cervello pesante o
pensante. Questa ramificazione permette all’amigdala di
cominciare a rispondere prima della neocorteccia.
Quest’ultima,
infatti, elabora le informazioni attraverso vari livelli
di circuiti cerebrali prima di poterle percepire in modo
davvero completo e di formulare infine una risposta, che
risulta quindi molto più raffinata rispetto a quella
dell’amigdala.
2.
L’amigdala è specialista della memoria emozionale.
Le
nostre emozioni hanno una mente che si occupa di loro e
che può avere opinioni del tutto indipendenti da quelle
della mente razionale.
L’ippocampo (parte del lobo temporale) - per lungo tempo
considerato la struttura chiave del sistema limbico - è
coinvolto nella registrazione e nella comprensione degli
schemi percettivi più che non nelle reazioni emotive -
come in un computer.
La
principale funzione dell’ippocampo sta nel fornire un
ricordo particolareggiato del contesto, vitale per il
significato emozionale; è l’ippocampo che riconosce il
diverso significato, tanto per fare un esempio, di un
orso visto allo zoo o nel cortile di casa.
Mentre
l’ippocampo ricorda i fatti nudi e crudi, l’amigdala ne
trattiene, per cosi dire, il sapore emozionale. Ad
esempio: nel caso in cui avessimo fatto un sorpasso
rischioso tale da creare un certa paura, l’amigdala, da
quel momento in poi, ogni qualvolta che, in qualche
modo, ci si ritrova in circostanze simili, ci fa sentire
ansiosi. L’ippocampo è fondamentale per riconoscere in
un volto quello di tua cugina. Ma è l’amigdala ad
aggiungere che ti è proprio antipatica.
3.
Meccanismi di allarme neurale e associazioni
In
quanto archivio della memoria emozionale, l’amigdala
analizza l’esperienza corrente, confrontando ciò che sta
accadendo nel presente con quanto già accaduto nel
passato. Il suo metodo di confronto è associativo:
quando la situazione presente e quella passata hanno un
elemento chiave simile, l’amigdala lo identifica come
una associazione.
Ecco
perché questo circuito è, per cosi dire, sciatto: agisce
prima di avere una piena conferma. Ci comanda
precipitosamente di reagire ad una situazione presente
secondo modalità fissate molto tempo fa, con pensieri,
emozioni e reazioni apprese fissate in risposta ad
eventi forse solo vagamente analoghi - e tuttavia
abbastanza simili da metterla in allarme.
Perché
essa dichiari lo stato di emergenza basta solo che
pochissimi elementi della situazione presente ricordino
quelli di una passata circostanza pericolosa. Il guaio
che oltre ai ricordi, carichi di valenze emozionali, che
hanno il potere di scatenare questa risposta di crisi,
possono anche essere superate le modalità di reazione.
In tali momenti, l’imprecisione del cervello è aumentata
anche dal fatto che molti vividi ricordi emozionali
risalgono ai primi anni di vita e riguardano il rapporto
fra il bambino e chi si prendeva cura di lui. Questo è
vero soprattutto per gli eventi traumatici, ad esempio
se un piccolo veniva percosso o apertamente trascurato.
L’amigdala può reagire con delirio di collera o di paura
prima che la corteccia sappia che cosa sta accadendo, e
questo perché l’emozione grezza viene scatenata in modo
indipendente dal pensiero razionale, e prima di esso.
4. Il
centro che controlla le nostre emozioni
Mentre
l’amigdala lavora per scatenare una reazione ansiosa e
impulsiva, altre aree del cervello emozionale si
adoperano per produrre una risposta correttiva, più
consona alla situazione. L’interruttore cerebrale che
smorza gli impulsi sembra trovarsi all’estremo di un
importante circuito diretto alla neocorteccia -
precisamente ai lobi prefrontali o frontali.
Quest’area
cerebrale neocorticale consente di dare ai nostri
impulsi emotivi una risposta più analitica o
appropriata, modulando l’amigdala e le altre aree
limbiche. Quando si scatena un’emozione, nel giro di
qualche istante i lobi prefrontali eseguono la reazione
che ritengono migliore fra una miriade di possibilità,
in base al criterio del rapporto rischio/beneficio… ad
esempio: quando attaccare, quando darsi alla fuga e
anche quando calmarsi, persuadere, cercare comprensione,
tergiversare, provocare sensi di colpa, piagnucolare,
indossare una maschera di spavalderia, essere
sprezzanti, ecc.
La
neocorteccia è al lavoro tutte le volte che registriamo
una perdita e ci rattristiamo, o ci sentiamo felici dopo
un trionfo, o ci maceriamo rimuginando su qualcosa che
qualcuno ha detto o ha fatto facendoci sentire feriti o
in collera.
Conclusione
In un
certo senso, abbiamo due cervelli, due menti - e due
diversi tipi di intelligenza: quella razionale e quella
emotiva:
Il nostro modo di comportarci nella vita è determinato
da entrambe: non dipende solo dal Qi (quoziente
dell’intelligenza), ma anche dall’intelligenza emotiva.
La complementarietà del sistema limbico e della
neocorteccia, dell’amigdala e dei lobi prefrontali
(destro e sinistro), significa che ciascuno di essi è
solitamente una componente essenziale a pieno diritto
della vita mentale.
Quando questi partner interagiscono bene, l’intelligenza
emotiva si sviluppa, e altrettanto fanno le capacità
intellettuali.
Come
indurre i due partner, l’intelligenza razionale e quella
emotiva, ad interagire bene ?
Secondo
il pensiero di E. G. White:
1. “Ciò
di cui abbiamo bisogno è di una conoscenza che
rinvigorisca mente e anima (l’intelligenza razionale ed
emotiva – ndr.), e che faccia uomini e donne migliori.
L’educazione del cuore è molto più importante di ogni
nozione letteraria”. (Sulle Orme del Gran Medico, pag.
192)
2. “Dobbiamo disciplinare, educare e addestrare la mente
in modo tale da poter compiere il servizio di Dio anche
se esso non è in armonia con le inclinazioni naturali.
Bisogna sopraffare le tendenze al male, ereditate e
acquisite” (Idem, pag. 194).
3. “Coltivate ciò che vi è più nobile in voi, siate
pronti a riconoscere le buone qualità l’uno dell’altra:
il sapersi apprezzati è uno stimolo meraviglioso e una
grande soddisfazione. La simpatia e il rispetto
incoraggiano nella lotta per perfezionarsi, e la l’amore
stesso cresce mentre sprona al raggiungimento di fini
più nobili” (Idem, pag. 152).
4. “Dio
ci ha dato la facoltà di scegliere, ma sta a noi fare la
scelta. Non possiamo cambiare i nostri cuori, non
possiamo dominare i nostri pensieri, i nostri impulsi, i
nostri affetti, non possiamo renderci puri e adatti al
servizio di Dio, ma possiamo scegliere di servire Dio e
offrirgli la nostra volontà. Allora Egli opererà in noi
«il volere e l’operare secondo il suo beneplacito»” (Filippesi
2: 15), (Idem, pag. 70).
5. Le
cose migliori della vita - la semplicità, l’onestà, la
veracità, la purezza e l’integrità - non si possono né
comprare né vendere. esse sono a disposizione degli
ignoranti e degli istruiti, dell’umile lavoratore e
dell’illustre uomo di stato” (Idem. pag. 80).
By Francesco Zenzale
Questo studio, tranne le citazioni di E. G. White,
è stato tratto dal libro del Dr. D. Goleman,
Intelligenza Emotiva, ed. CDE, Milano.
Letture consigliate:
1. Intelligenza Emotiva, D. Goleman, ed. CDE, Milano
2. Psicologia - Fisiologia, Francis Leukel, ed.
Zanichelli, Bologna
3. Neorofisiologia Umana, Arthur C. Guyton, ed. Il
Pensiero scientifico, Roma
Glossario: Sistema Libico: l’anello che collega varie
vie e centri, tra cui il setto, il giro cingolato,
l‘ippocampo, l’area entorinale, l’amigdala e il talamo
anteriore.
Tratto
da:
maran-ata.it
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Amigdala orecchio del vituperio
- NEUROSCIENZE
Se ci
si arrabbia quando si è insultati la colpa è tutta di
una regione specifica del cervello: l’amigdala, senza la
quale si può tollerare senza fare una piega di fronte a
una sequela di insulti pesanti nei confronti delle
proprie mamme e sorelle.
La scoperta è frutto del lavoro
di due psicologi delle Università di Yale e di quella di
New York (USA).
L’amigdala è una struttura del sistema limbico altamente
differenziata, che si trova nella profondità del lobo
temporale e ha la funzione di adattare il comportamento
emotivo alle più disparate e mutevoli situazioni.
"Ha un ruolo cruciale nella percezione degli impulsi
e nella loro integrazione sotto forma di stati d’animo,
perché fornisce a ogni stimolo il livello ottimale di
attenzione, lo arricchisce di emozioni e infine lo
immagazzina sotto forma di ricordo", spiega su
Nature Adam Anderson da Yale. "Non è ancora chiaro,
però, se l’amigdala regola la percezione degli stimoli,
decidendo la soglia di attenzione e di consapevolezza
specifiche per ogni impulso".
Per
dirimere il dubbio è stato allestito uno studio: vi
hanno partecipato una donna a cui era stata asportata
chirurgicamente tutta l’amigdala e dieci soggetti, la
metà privi della parte destra e gli altri privi della
porzione sinistra di questa struttura, in seguito a
interventi chirurgici. Il gruppo di controllo era
formato da venti persone con l’amigdala integra.
"I
soggetti normali, dopo avere identificato una parola o
un’immagine, hanno una caduta momentanea della
consapevolezza per qualsiasi stimolo che segue a breve
distanza" precisa Elizabeth Phelps da New York. "Questo,
però, non accade quando il nuovo stimolo ha un contenuto
contrario o negativo rispetto al precedente. In questo
caso l’attenzione e la consapevolezza dell’impulso non
subiscono alcuna attenuazione".
Ma che
cosa succede se manca l’amigdala o una sua parte? I
ricercatori hanno eseguito un test, mostrando a ciascun
soggetto due serie di parole in rapida successione. La
prima sequenza conteneva solo termini di significato
neutro, come fazzoletto, sinusoide o caleidoscopio,
mentre la seconda conteneva per metà vocaboli di
significato neutro e per l’altra termini di significato
negativo, come stupro e allucinazione. Non contenti del
turbamento che potevano provocare, gli psicologi hanno
inserito nella seconda serie anche una lista di insulti.
Al termine della visualizzazione, ognuno doveva
attribuire a ciascuna parola un punteggio che esprimeva
il disagio o la neutralità della percezione. "I
controlli hanno risposto come ci aspettavamo,
identificando le parole di significato negativo con più
accuratezza rispetto ai termini neutri. In nessuno di
loro si è attenuata la percezione dei significati
avversi e tutti hanno dimostrato un buon livello di
memorizzazione dei contenuti negativi. La donna priva di
amigdala, invece, non ha dimostrato consapevolezza delle
parole di significato sgradevole o avverso, né ha avuto
un aumento della percezione emotiva per i termini con
una valenza negativa, pur comprendendo il significato di
ogni parola" puntualizza Anderson.
Nei soggetti privi di
metà dell’amigdala, invece, solo quelli senza la parte
sinistra avevano una risposta sovrapponibile a quella
del soggetto con ablazione totale. "Questi risultati
suggeriscono che l’amigdala sinistra ha un ruolo
importante nel codificare e integrare le afferenze
sensoriali. E’ probabile che la lesione di questa area
cerebrale riduca le capacità di analisi e modulazione
degli stimoli emozionali con una valenza negativa"
concludono gli statunitensi.
By Roberto Manfrini -
Tratto da:
Tempo Medico
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L'amigdala, almeno
in parte, sembra essere coinvolta nella paura
soggettiva nei pazienti con disturbi d'ansia
Secondo i Ricercatori del Dipartimento di Psicologia
della Uppsala University in Svezia, il senso soggettivo
di paura e di di stress sarebbe correlato al flusso
ematico cerebrale regionale nell'amigdala destra, ma
non nell'amigdala sinistra, durante induzione
dell'ansia nei soggetti con disturbo d'ansia sociale,
fobie e disturbo da stress post traumatico.
Il coinvolgimento dell'amigdala nella genesi
dell'esperienza soggettiva di paura è dimostrato dai
dati di alcuni studi clinici.
Il trattamento del disturbo d'ansia sociale con terapia
comportamentale cognitiva ed inibitori selettivi del
reuptake della serotonina (SSRI) comporta una
riduzione del flusso ematico cerebrale regionale a
livello dell'amigdala.
Le alterazioni, indotte dal trattamento, a livello del
flusso ematico cerebrale regionale dell'amigdala possono
predire lo status nel disturbo d'ansia sociale ad 1
anno.
( Xagena_2003 )
Fredrikson M , Furmark T , Ann NY Acad Sci 2003;
985:341-347
Ansia.net
MedicinaOnline.org -
Tratto da:
http://www.xagena.it
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