Il conflitto di interessi è la situazione in cui un interesse secondario (privato o personale) interferisce, ovvero potrebbe tendenzialmente interferire (o appare avere la potenzialità di interferire), con l’abilità di una persona ad agire in conformità con l’interesse primario di un’altra parte (es. interesse della collettività nel caso di un pubblico ufficiale, interesse dell’assistito nel caso di un avvocato), assumendo che tale persona abbia un dovere derivante dalla legge, da un contratto o da regole di correttezza professionale nel fare ciò.
Questa
definizione richiede la
presenza di tre elementi
chiave:
1 - una relazione di
agenzia, ossia una relazione
tra un soggetto delegante (principal)
e uno delegato (agent),
in cui il secondo ha il
dovere di agire
nell’interesse (primario)
del primo;
2 - la presenza di un
interesse secondario nel
soggetto delegato (di tipo
finanziario o di altra
natura);
3 - la tendenziale
interferenza dell’interesse
secondario con l’interesse
primario.
Il termine “tendenzialmente”
vuole sottolineare che
l’interferenza si presenta
con diversa intensità a
seconda dell’agent portatore
dell’interesse secondario e
della rilevanza assunta da
tale interesse.
Per riassumere
Si verifica un conflitto di
interessi quando viene
affidata un'alta
responsabilità decisionale
ad un soggetto che abbia
interessi personali o
professionali in conflitto
con l'imparzialità richiesta
da tale responsabilità, che
può venire meno, visti i
propri interessi in causa.
La dichiarazione di
QUALSIASI tipo di conflitto
di interesse, (NON ci deve
essere distinzione fra i
vari tipi) passato e
presente, deve essere
dichiarata in modo preciso e
documentato, affiche’ la si
possa capire facilmente
dall’esterno e questo
obbligo deve esistere non
solo per gli
enti sanitari, ma anche
per i
medici dirigenti delle
cliniche e degli ospedali
pubblici, laboratori, ecc.
Fino ad ora
Big
Pharma ha
sguazzato con i "suoi
uomini" collusi o pagati e/o
solo indottrinati, relatori,
dirigenti di enti (in
Italia:
ISS +
AIFA + Ministero della
salute + in Europa con
la
EMA, ecc.) con
collusioni, corruzioni,
favoritismi… sulla pelle di
noi cittadini anzi sudditi
dell’impero
del male, la
sanita’ mondiale in mano
ai
padroni del mondo…+
Corruzione per i
Vaccini
Audizione del 24/01/2019, alla Camera del Parlamento Italiano, da parte della Commissione Vaccini, della Associazione Corvelva, che ha effettuato le analisi di laboratorio sui vaccini in Commercio, scoprendo tutte le porcherie inserite in essi....
La
medicina conflittuale -
19/05/2017 - By Il Pensiero
Scientifico Editore
Ventitré articoli dedicati
al conflitto di interessi
pubblicati
contemporaneamente dal
JAMA: questa è già una
notizia, prima ancora di
leggere i contributi. Cosa
avrà motivato la rivista
della American Medical
Association (AMA) a fare una
scelta del genere?
Introducendo il dossier, i
direttori della rivista
Howard Bauchner e Phil B.
Fontanarosa sembrano
giustificare la loro
decisione per la pervasività
delle occasioni che
determinano conflitto di
interessi nella sanità: in
altre parole, il rischio è
molto alto e vale la pena
tenerne conto e approfondire
l’argomento, sollecitando la
comunità scientifica a
partecipare al confronto.
Gli articoli sono tutti
accessibili gratuitamente
anche ai non abbonati.
Una prima evidenza è quella della frequenza con cui i medici percepiscono denaro da parte delle industrie. Le nuove norme per la trasparenza introdotte negli Stati Uniti permettono di tenere sotto controllo i pagamenti e nel solo 2015 il 48% dei clinici del paese ha ricevuto denaro, per un totale di 2,4 miliardi di dollari. Ne parla una panoramica di Tringale, Marshall e McKey della sede di La Jolla della università di California (1). Analizzando i dati a partire dal 2013 la situazione è ancora più preoccupante, perché la quasi totalità dei medici a stelle e strisce risulta aver ricevuto regali da aziende: un numero esiguo di persone è stato letteralmente coperto d’oro, per essere titolari di brevetti, aver svolto conferenze o fatto consulenze. Ma anche quando al medico arriva un dono da 10 o 20 dollari (ed è la maggioranza dei casi) cambia il suo atteggiamento nei confronti dei prodotti dell’azienda da cui proviene il regalo, così che in un altro articolo Bernard Lo e Deborah Grady finiscono col chiedersi: quanto è grande un regalo grande? La risposta: le ricerche svolte non sono molto d’aiuto, ma anche le gratificazioni apparentemente modeste influenzano i medici (2). Un altro sintetico articolo originale illustra le contromosse messe in atto da alcuni centri universitari e ospedalieri per limitare le relazioni pericolose tra i medici e le aziende: dove le misure sono più stringenti, si ottengono risultati in termini di miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva, anche se non sempre accade e spesso i progressi sono di modesta entità (3).
JAMA affronta la questione a 360 gradi, considerando tutti gli effetti potenziali della presenza di interessi concorrenti rispetto ai naturali obiettivi della medicina: distorsioni che hanno un impatto sull’assistenza, sulla ricerca clinica, sull’educazione continua in medicina, sulla comunicazione e l’editoria scientifica, sulla preparazione di linee-guida e raccomandazioni, sull’introduzione delle innovazioni. Lo sguardo è articolato e multidisciplinare, perché ha richiesto competenze di economia, diritto, bioetica, epidemiologia, giornalismo, pedagogia medica. Non è semplice tirare le conclusioni di tutto il lavoro svolto dalla rivista, ma sembrerebbe che gran parte dei rischi sia determinata dalla progressiva riduzione di finanziamenti pubblici alla sanità. Se neanche i grandi centri di ricerca in sanità pubblica – come la Harvard school of public health – possono sopravvivere senza fondi privati, la situazione potrebbe realmente essere giunta a un punto di non ritorno (vedi l’articolo di Sandro Galea e Richard Saltz, 4). Conclusioni simili possiamo trarle considerando l’aggiornamento del medico: come spiega Barbara Barnes, responsabile dei rapporti tra industrie e continuing medical education presso l’università di Pittsburg, le sponsorizzazioni sono assai più frequenti di quanto appaia dai dati ufficiali, perché il sistema è ancora caratterizzato da una diffusa opacità che impedisce di distinguere i corsi voluti, progettati e supportati dalle industrie da quelli davvero indipendenti (5).
Considerazioni simili possono essere fatte a proposito delle situazioni di rischio che si verificano nella comunicazione scientifica. Sono diversi i contributi che se ne occupano, a iniziare da un altro intervento dei due editor, Bauchner e Fontanarosa, sui conflitti di interessi nelle riviste mediche (6). Questo pone l’accento sull’importanza delle dichiarazioni degli autori che dovrebbero essere più dettagliate possibile, riguardando ogni relazione esistente non solo con aziende legate a prodotti citati, ma anche a industrie comunque presenti in quel segmento di mercato. Stessa trasparenza è richiesta ai revisori degli articoli. Una parte molto interessante è quella dedicata alla politica editoriale delle riviste dell’AMA riguardo le clausole talvolta imposte dalle industrie in merito ai tempi di pubblicazione degli articoli che presentano i risultati di ricerche sponsorizzate: è una prassi fortemente condannata e in certa misura incompatibile con la pubblicazione sul JAMA. Allo stesso tempo, però, è criticato il controllo delle agenzie governative sui risultati delle ricerche da esse finanziate, anche quando sia previsto dalle prerogative stesse di questi enti pubblici. Di rilievo anche il paragrafo sul percorso degli editoriali e degli altri contributi come le Viewpoint: al contrario del BMJ, JAMA non esclude dal ruolo di autore i clinici che si trovino in una condizione di conflitto di interessi. Ogni contributo è però attentamente sottoposto al vaglio della direzione della rivista, che filtra gli articoli che non offrano al lettore una panoramica equilibrata dell’argomento considerato. Sorge però la domanda: “Chi controlla i controllori?” Provano a rispondere Julie D. Gottlieb e Neil M. Bressler di JAMA Ophtalmology che nelle conclusioni del loro articolo sostengono la necessità di garantire il massimo livello di autorevolezza e indipendenza nella gestione editoriale delle riviste, per il loro ruolo di crocevia delle dinamiche accademiche e economiche della medicina. I due autori, però, consigliano di non assumere atteggiamenti che possano rischiare di compromettere la qualità dei contenuti escludendo dai collaboratori le personalità più note della comunità scientifica internazionale solo perché in qualche modo legate a industrie portatrici di interessi commerciali.
La ricchezza del dossier e la complessità del tema fa sì che ogni contributo suggerisca la lettura di altri articoli. Per esempio, i commenti sulla comunicazione medico-scientifica rimandano alle più generali riflessioni sui rapporti tra i centri di ricerca e le industrie, analizzati da Pizzo, Lawley e Rubinstein: il quadro descritto nel loro articolo è però molto allarmante, perché si ha l’impressione di un allontanamento progressivo da quella che era la missione originaria dei grandi centri di assistenza clinica degli Stati Uniti. Anche per la drastica riduzione dei fondi elargiti dai National institutes of health (NIH), università e ospedali provano a massimizzare i ricavi dallo sviluppo di innovazioni che sia possibile brevettare, lasciando che l’agenda della ricerca di base e clinica sia pesantemente influenzata dalle aziende finanziatrici (7). È evidente che c’è il rischio che in un contesto del genere vengano formati giovani medici e ricercatori con una forma mentis molto differente da quella delle generazioni passate (8). Un sistema accademico molto competitivo, sostiene Jeffrey S. Flier, rischia di spingere i ricercatori verso comportamenti discutibili a prescindere dalla fonte del finanziamento: non ci sono prove che gli studi supportati dalle industrie siano più frequentemente irriproducibili di quelli sostenuti da fondi dei NIH, sostiene il ricercatore di Harvard (9).
Impossibile immaginare una sanità senza conflitti di interesse? È il parere di molti, a iniziare da Flier, ultimo autore citato. È una questione complessa e dalla lettura del JAMA si esce un po’ frastornati: “Reading the rest is mostly a matter of endurance—it’s not that the subject isn’t important, but there is enough waffle here to fill an entire Circumlocution Office”, ha commentato con Richard Lehman sul blog del BMJ (10). Serve però arrivare ad alcuni punti fermi. La collusione tra una medicina accademica e l’industria finalizzata al profitto va condannata. La disponibilità del medico anche ad accettare regali di modesta entità, come inviti a cena o rimborsi per spese di viaggio, rischia comunque di influenzare le decisioni cliniche e non dovrebbe essere permessa. Non esistono conflitti di interesse potenziali (11) qualsiasi rapporto innesca di per sé una relazione condizionante (12).
Purtroppo, potrebbe essere vero che “viviamo in un sistema sanitario nel quale i medici non hanno le stesse finalità dei pazienti” (13) e la via d’uscita è quella indicata da Lehman (10): il ruolo della medicina accademica è quello di mettere in discussione il dogma della redditività dell’assistenza sanitaria, non quello di sedersi al banchetto dell’abbuffata di quelli che sulla salute guadagnano.
Bibliografia
- Tringale KR, Marshall D,
Mackey TK, Connor M, Murphy
JD, Hattangadi-Gluth JA.
Types and distribution of
payments from industry to
physicians in 2015. JAMA 2017;
317: 1774-84. doi:10.1001/jama.2017.3091
- Lo B, Grady D. Payments to
physicians. Does the amount
of money make a difference?.
JAMA 2017;317(17):1719-1720.
doi:10.1001/jama.2017.1872
- Larkin I, Ang D, Steinhart
J, Chao M, Patterson M, Sah
S, Wu T, Schoenbaum M,
Hutchins D, Brennan T,
Loewenstein G. Association
between academic medical
center pharmaceutical
detailing policies and
physician prescribing. JAMA 2017;
317: 1785-95. doi:10.1001/jama.2017.4039
- Galea S, Saitz R. Funding,
institutional conflicts of
interest, and schools of
public health. Realities and
solutions. JAMA 2017;
317:1735-6. doi:10.1001/jama.2017.1659
- Barnes B. Financial
conflicts of interest in
continuing medical education.
Implications and
accountability. JAMA 2017;
317:1741-1742. doi:10.1001/jama.2017.2981
- Fontanarosa P, Bauchner H.
Conflict of interest and
medical journals. JAMA 2017;
317: 1768-71. doi:10.1001/jama.2017.4563
- Pizzo PA, Lawley TJ,
Rubenstein AH. Role of
leaders in fostering
meaningful collaborations
between academic medical
centers and industry while
also managing individual and
institutional conflicts of
interest. JAMA 2017; 317:
1729-30. doi:10.1001/jama.2017.2573
- Wayne DB, Green M, Neilson
EG. Teaching medical
students about conflicts of
interest. JAMA 2017; 317:
1733-4. doi:10.1001/jama.2017.2079
- Flier JS. Conflict of
interest among medical
school faculty. Achieving a
coherent and objective
approach. JAMA 2017; 317:
1731-2. doi:10.1001/jama.2017.1751
- Richard Lehman’s journal
review. 8 maggio 2017.
- McCoy MS, Emanuel EJ. Why
there are no “potential”
conflicts of interest. JAMA 2017;
317: 1721-2. doi:10.1001/jama.2017.2308ù
-
http://dottprof.com/2017/05/conflitti-di-interessi-e-dignita-del-medico/
- Gigerenzer G. Imparare a
rischiare. Come prendere le
decisioni giuste. Milano:
Raffaello Cortina, 2015.
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Richiesta di Inchiesta
Ministeriale sui Conflitti
di interesse di certi
personaggi inseriti nei
posti chiave degli Enti
sanitari tipo:
ISS,
EMA,
AIFA,
Ministero della Salute
ecc., specie per i
Vaccini (sostanze
tossiche inoculate per
Legge - 119/17)
Da Corvelva
L'11 dicembre 2018 avevamo pubblicato un post dal titolo "I PILASTRI DELLA VACCINO-RELIGIONE IN ITALIA"
- https://www.facebook.com/groups/1872499169636787/permalink/2293758404177526/
Tra i vari "pilastri" trovavamo un nome, Susanna Esposito...Oggi, 24 dicembre 2018....:
"Sospesa dal servizio la dottoressa Susanna Esposito
Le sono state contestate alcune anomalie riguardanti le presenze in servizio in ospedale"
I PILASTRI DELLA VACCINO-RELIGIONE IN ITALIA
Oggi stavamo studiando i vaccini, sì, ogni giorno leggiamo pubblicazioni, ricerche, studi perché alla fine ciò che ci anima è il dubbio.
"Hexavalent vaccines for immunization in paediatric age", tradotto "Vaccini esavalenti per immunizzazione in età pediatrica".
Interessante, lo studio è
italiano eseguito
dell'Università degli Studi
di Milano e della Fondazione
IRCCS Ca' Granda Ospedale
Maggiore Policlinico di
Milano.
I ricercatori che hanno
firmato lo studio sono la
Prof.ssa Susanna Esposito,
la Prof.ssa Claudia
Tagliabue, la Prof.ssa
Samantha Bosis, la Prof.ssa
Valentina Ierardi, la
Prof.ssa Monia Gambino ed il
Prof. Nicola Principi, tutti
docenti o ricercatori presso
Università degli Studi di
Milano.
Leggendo questo studio, che viene citato spesso nella bibliografia degli opuscoli italiani, siamo andati a vedere il "Transparency Declaration" ovvero la dichiarazione di trasparenza, cioè palesare eventuali conflitti di interesse.
Susanna Esposito ha ricevuto una borsa di studio "assegni di ricerca" da Crucell, GSK, Novartis e Pfizer. La Crucell ne avevamo parlato, era una piccola azienda olandese che si era comprata la Berna Biotech, molto attiva sul comparto vaccini. Nicola Principi solo da Pfizer. Claudia Tagliabue, Samantha Bosis, Valentina Ierardi e Monia Gambino non hanno conflitti di interesse, diretti.
L'università degli Studi di Milano ha ricevuto da MSD Italia ben 75.000 euro e 46.868,25 da GSK.
Da 1 a 10, attendibilità di questo studio ?
- https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1198743X14601798
Prendiamo un altro studio, questa volta firmato solo dalla Prof.ssa Susanna Esposito e dal Prof. Nicola Principi: "Vaccine-preventable diseases, vaccines and Guillain-Barre' syndrome."
Le conclusioni di questo studio, che analizza l'eventuale associazione della sindrome di Guillain-Barre alle vaccinazioni, è abbastanza chiara: "L'ipotesi, i rischi di eventi avversi, come il GBS, non possono essere considerati un valido motivo per evitare la somministrazione di vaccini attualmente raccomandati".
Ma andiamo a vedere in
conflitti d'interesse
dichiarati, troviamo la
dicitura "None to declare"
ed il motivo è chiaro.
Dopo i 2 anni non serve
citare i conflitti di
interesse diretti... ma però
(non mi interessa che non si
dice) Susanna Esposito è
stata responsabile
scientifico per diversi
studi di
GlaxoSmithKline, Novartis
e tante altre ancora. Basta
guardare il suo curriculum:
-
https://www.susannaesposito.it/curriculum-biografia/progetti-ricerca-susanna-esposito/
Se facciamo un tuffetto nella storia, e andiamo a ripescare un "vecchio" studio dal titolo "Significato ed evoluzione del ricorso all'obbligatorietà nella politica delle vaccinazioni in Italia per gli anni 2000", a cura del Gruppo interdisciplinare di Studio Siti, SiP, ISS, Ministero della Salute, vediamo che l'edizione del 1998 era stata sovvenzionata dalla Fondazione SmithKline, ma il gruppo interdisciplinare era formato da Crovari, il nostro Nicola Principi, Valsecchi, Bonati, Lizioli, Cinquetti.
Voi pensate, che tutto
questo sia un nostro
esercizio stilistico di
indagine ? No amici, gli
studi che vi stiamo citando,
TUTTI, sono i perni portanti
di qualsiasi documentazione
ministeriale riguardo alle
vaccinazioni. Voi scaricate
un documento ministeriale
tecnico qualsiasi, che parla
di vaccinazioni, e
troverete questi nomi e
questi studi tra le
pubblicazioni.....
Il conflitto
d'interessi dei
medici con Big Pharma
Case farmaceutiche che
foraggiano dottori. In
cambio della prescrizione
dei loro farmaci. - vedi
Corruzione
Un'indagine pubblicata sul
British Medical Journal Open
analizza il sistema
italiano. - 13/08/2018
«Ero in attesa del giro
delle visite in reparto,
visto che mi sto
specializzando in oncologia
medica, e mentre riflettevo
su quanto inutile fosse
quell’aspettare nel
corridoio ho avuto il mio
primo incontro con un
rappresentante farmaceutico.
Un giovane, i pettorali
visibili sotto la camicia,
occhi chiari e capelli
scolpiti con il gel. Quando
ti raccontano di come stanno
le cose tendi a pensare che
esagerino. E invece no, è
tutto come avevo più volte
sentito o letto: grandi
strette di mano e pacca
sulle spalle, medico e
informatore si conoscono per
nome e si scambiano consigli
su dove passare una serata
rilassante.
"Sei nuovo? Come ti
chiami?", mi ha chiesto, e
si è presentato. "Io sono
Rodolfo, piacere. Vedo che
siete impegnati, ti va se a
pranzo ti offro qualcosa e
facciamo due chiacchiere?
C’è un posto qui vicino che
fa primi eccezionali". Al
mio diniego non si è
scomposto, e mi ha offerto
campioni di un farmaco. In
altri casi alla fine
dell’incontro ci sono penne,
portachiavi, o altri doni,
come l’invito al prossimo
convegno. Tutto spesato».
Questo è il racconto di un
medico alle prime armi con
il dilemma etico di chi deve
esercitare la professione e
gestire rapporti diretti con
Big Pharma. Si chiama
conflitto di interessi, cioè
di “quell’insieme di
condizioni (non
comportamenti) per cui un
giudizio professionale
concernente un interesse
primario (la tutela del
paziente) tende a essere
indebitamente influenzato da
un interesse secondario (un
profitto economico)”. -
Farmaci 160824144607
Un questionario ha rivelato che il 75% dei medici considera “appropriato” avere viaggi e alberghi pagati da Big Pharma.
IL 62% DEI MEDICI DICHIARA
DI AVER RICEVUTO PAGAMENTI
Secondo un’indagine
nazionale, condotta online
tra il marzo e l’aprile 2017
dall’Italian College of
Medical Oncology Chiefs (Cipomo),
e i cui risultati sono stati
pubblicati a luglio del 2018
sul British Medical Journal
Open, il conflitto di
interessi influisce sempre
di più su ogni ambito della
medicina, dalle cure alla
formazione, dall’integrità
della ricerca alla
formulazione delle linee
guida, dai sistemi
regolatori per
l’approvazione dei farmaci
all’impostazione dei trial
clinici. Dei 321 oncologi
italiani - non solo
ospedalieri, ma anche
universitari - che hanno
risposto al questionario
(anonimo) e che
rappresentano il 13% dei
2.260 del totale, il 62% ha
dichiarato di aver ricevuto
pagamenti dall’industria
farmaceutica negli ultimi
tre anni (una percentuale
analoga ritiene che questo
accada nella maggior parte
delle specialità) e il 75%
considera “appropriato”
avere viaggi e alberghi
pagati dall’industria per
partecipare a congressi a
livello nazionale e
internazionale.
UN SISTEMA DELLE PREBENDE DI
CUI IN ITALIA SI PARLA POCO
E, ancora, un 60% è
d’accordo sull’opportunità
di ricevere un compenso per
ogni malato arruolato in uno
studio clinico finanziato
dall’industria, anche se il
79% ritiene che questo debba
essere evidenziato nel
consenso informato. Perché
questa ricerca sul conflitto
di interessi ?
Fausto Roila, uno degli
autori dell’indagine, che
dirige la struttura
complessa di oncologia
medica all'ospedale Santa
Maria della Misericordia di
Perugia, ha spiegato:
«Perché in Italia se ne
parla poco rispetto ad altri
Paesi. Eppure riguarda tutti
i medici, dagli ematologi ai
gastroenterologi, dai
cardiologi agli ortopedici,
e così via. Ritenevamo
importante stabilire quale
fosse la percezione degli
oncologi sul conflitto di
interessi».
La
formazione dei medici è
oggi finanziata «soprattutto
da
Big Pharma e spesso ai
convegni il medico
"esperto", pagato
dall’industria per fare una
presentazione scientifica,
veicola messaggi favorevoli
ai prodotti di chi paga per
organizzare il convegno.
La formazione medica
dovrebbe essere invece
pagata dalle istituzioni per
evitare condizionamenti.
Stessa cosa succede per i
convegni scientifici delle
associazioni mediche
finanziati con i contributi
delle multinazionali
farmaceutiche che pagano per
i simposi satelliti e si
fanno carico delle spese di
iscrizione, viaggio e
pernottamento dei medici.
Oggi perfino le associazioni
dei malati sono supportate
dall’industria
dei farmaci».Big
Pharma
In Danimarca, Paesi Bassi,
Portogallo, Regno Unito,
Francia e Usa esistono leggi
sulla trasparenza dei
finanziamenti ai medici.
LEGGI SULLA TRASPARENZA IN
DIVERSI PAESI D'EUROPA
Un fenomeno pervasivo,
quello delle elargizioni
dirette o indirette a coloro
che lavorano nel settore
della salute, che ha spinto
alcuni Paesi a stabilire
delle regole. In Francia
scandali clamorosi come
quello del farmaco
anoressizzante Mediator (benfluorex),
prodotto dai laboratori
Servier e ritirato dal
commercio nel 2009 (si stima
abbia causato la morte di 2
mila persone) ha spinto il
governo d’Oltralpe nel 2011
a intervenire con una legge
sulla trasparenza.
A disposizione del pubblico
è stato creato un sito, la
Transparance Santé, che
permette a tutti di
consultare i dati pubblicati
e i legami di chi opera nel
settore della salute con le
aziende farmaceutiche. Anche
in Danimarca, Paesi Bassi,
Portogallo e Regno Unito
sono state emanate norme che
obbligano i medici a
dichiarare i rapporti di
collaborazione remunerati.
NEGLI USA "SUNSHINE ACT"
DOPO UN INCHIESTA
GIORNALISTICA
Negli Stati Uniti è nel
marzo 2010 che viene
approvata la legge,
Physician Payment Sunshine
Act, ossia Legge per il
pagamento ai medici alla
luce del sole, entrata in
vigore il primo agosto 2013:
ogni transazione
finanziaria, in denaro o in
natura, che superi i 10
dollari, tra un medico o
gruppo di medici e uno o più
produttori di farmaci o
altri prodotti sanitari deve
essere notificata e inserita
in uno speciale registro
pubblico, diventato
consultabile da chiunque a
partire da settembre 2014.
Decisiva per la adozione del
Sunshine Act è stata
l’inchiesta di ProPublica,
organizzazione indipendente
di giornalismo
investigativo, sulle
elargizioni dell’industria
farmaceutica ai medici: tra
il 2009 e il 2010 erano
stati 320 milioni i dollari
versati a 18 mila medici con
punte fino a 250 mila
dollari per una decina di
beneficiari. Prima del
Sunshine Act già nel 2009
negli Usa lo Stato del
Massachusetts aveva emanato
una legge che obbligava a
dichiarare pagamenti ai
medici da Big Pharma
maggiori di 50 dollari.
NORMATIVA CHE IL MOVIMENTO 5
STELLE VUOLE PORTARE DA NOI
Il Sunshine Act (che il
Movimento 5 stelle vorrebbe
introdurre in Italia grazie
a una proposta di legge
depositata ad aprile 2018 in
parlamento) intende rendere
obbligatoria la trasparenza
nelle transazioni tra medici
e industria dei farmaci.
Secondo Adriano Cattaneo,
medico dei NoGrazie,
movimento che difende la
salute dagli interessi
economici e si batte per
un’informazione indipendente
sui farmaci, «la legge, che
si ispira a una bozza da noi
elaborata, permetterebbe a
qualsiasi cittadino di
sapere, per esempio, quanto
denaro riceve da una
multinazionale del farmaco
il proprio medico curante, o
a quali e quanti congressi
partecipa con i soldi delle
ditte, che poi sono i
nostri, visto che sono
inclusi nel prezzo dei
prodotti». Assobiomedica
pare si stia intanto
muovendo sullo stesso
filone, probabilmente per
fare lobby su governo e
parlamento contro questa
legge, con la scusa che
sarebbe inutile, vista la
loro proposta di un codice
etico volontario.
Ma i codici etici volontari
non funzionano. Proprio
perché su base volontaria,
non obbligano le imprese ad
aderire.
PRESSIONI DELLA LOBBY
DELL'INDUSTRIA SULL'UE
Nella proposta di legge
presentata da Massimo Baroni
del M5s, capogruppo della
Commissione Affari sociali,
si legge: «Nell’Unione
europea non esistono norme
specifiche per disciplinare
i rapporti tra industria e
medici, sebbene oltre 100
parlamentari dei 47 Stati
membri del Consiglio
d’Europa abbiano firmato le
raccomandazioni sui
conflitti di interesse nel
settore sanitario, facendo
riferimento esplicito alla
necessità di un Sunshine Act
europeo». È singolare che
proprio grazie ai fondi del
Progetto anticorruzione e
trasparenza stanziati
dall'Unione europea il
ministero della Salute
colombiano abbia messo in
atto a giugno il suo
Sunshine Act. Il sistema per
inserire nel database del
sito ministeriale i dati su
pagamenti, viaggi,
conferenze, congressi,
omaggi, pranzi, cene e
regali e quale che sia tipo
di favore ai medici è stato
sviluppato con l’aiuto dei
fondi Ue. Commenta Cattaneo:
«È lecito chiedersi come mai
l'Ue così sollecita a favore
della trasparenza verso
Paesi terzi non emetta una
direttiva che renda
obbligatori gli stessi
principi anche nei suoi
Stati membri. Il sospetto è
che sia per le pressioni
della lobby dell’industria.
Molte multinazionali del
farmaco hanno la loro sede
in un Paese Ue».
Di fatto è Big Pharma a decidere le future figure apicali in campo medico, coloro che dirigeranno le strutture complesse di ospedali e università
Fausto Roila, autore
dell'indagine
Che i conflitti di interessi
condizionino pesantemente il
mondo della medicina e della
ricerca scientifica è un
dato di fatto, e le
strategie utilizzate anche
se sono sotto gli occhi di
tutti spesso restano
invisibili. Non ci sono solo
regali o prebende. Le
tattiche usate sono
svariate. Come l’ingaggio di
consulenti (key opinion
leader) per diffondere
informazioni prodotte, in
qualche modo contraffatte,
dall’industria stessa per
magnificare i propri
farmaci, nascondendone
limiti e difetti. Un’altra
“grande vergogna”, come la
definisce Roila, è quella
dei “ghost writer” e dei
“guest author”. Gli
scrittori fantasma (ghost
writer) sono medici pagati
dall’industria farmaceutica
per scrivere un lavoro
scientifico, una volta
elaborati i dati di una
ricerca. Stilano il lavoro
da sottoporre a una rivista
scientifica importante, ma
non lo firmano.
Gli autori ospiti (guest
author) sono invece medici
che non hanno scritto il
protocollo della ricerca,
partecipato alla raccolta
dei dati, alla loro
elaborazione e
interpretazione né tanto
meno alla scrittura del
lavoro che però firmano come
se fossero i veri autori.
«Il risultato? I medici
prescelti dall’industria per
apporre la loro firma sullo
studio senza avervi
partecipato aumenteranno
così il loro impact factor
(il punteggio delle loro
pubblicazioni) e faranno
carriera. Di fatto è
l’industria a decidere le
future figure apicali in
campo medico, coloro che
dirigeranno le strutture
complesse di ospedali e
università. E questo vale
per tutti, non solo gli
oncologi. Nel silenzio più
assoluto sul problema»,
afferma Roila.
PRESCRIZIONE DEI FARMACI PIÙ
COSTOSI
Da qualche anno alcune
multinazionali
farmaceutiche, forse per
evitare problemi o forse per
anticipare le mosse e far
sembrare inutile una legge,
hanno cominciato a
pubblicare i pagamenti e i
regali fatti ai medici,
volendo dimostrare una
maggiore trasparenza. Rupali
Mukherjee sul British
Medical Journal, riferendosi
all’India, ha scritto:
«Anche se l’industria si è
data delle linee guida, la
promozione da parte delle
compagnie farmaceutiche
richiede rigide norme
governative. I medici che
accettano doni, che ricevono
i rappresentanti
farmaceutici, e utilizzano
le loro informazioni sono
più propensi a prescrivere
farmaci più costosi, e non
ciò che è meglio per i loro
pazienti, basandosi sulla
medicina delle evidenze».
PER SETTE DOTTORI 850 MILA
DOLLARI
In uno studio pubblicato a
luglio la rivista Science ha
segnalato come oltre la metà
dei consulenti indipendenti
che hanno il compito di
rivedere e valutare i
farmaci per la Food and drug
administration (Fda),
l’agenzia regolatoria per i
medicinali in Usa, ricevano
finanziamenti dall’industria
farmaceutica.
E questo nonostante le
rigide norme sul conflitto
di interessi stilate dalla
stessa agenzia. I soldi
vengono elargiti una volta
che il nuovo farmaco viene
approvato in modo da evitare
che si possa mettere in
dubbio l’operato dei
consulenti. Dall’analisi di
Science risulta che su 107
medici che hanno prestato la
loro consulenza all’Fda per
28 farmaci approvati tra il
2008 e il 2014, 66 hanno
ricevuto successivamente
finanziamenti dalle aziende
produttrici: pagamenti
diretti per la consulenza,
rimborso spese di viaggio,
aiuti in denaro per la
ricerca. Sette di loro sono
arrivati a incassare quasi
850 mila dollari.
By Gianna
Milano - Tratto da:
lettera43.it/it/blog
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/12/01/vaccino-aids-sui-brevetti-soldi-pubblici-e-profitti-privati-lettera-a-ricciardi-presidente-iss/4012648/
La
OMS stessa e' finanziata
all'85% del suo
bilancio, da
Big Pharma
La grande Agenzia europea EMA è finanziata
all’83% dall’industria (!); l’Industria
farmaceutica è nei fatti....
EMA; comanda e detta la legge di
BIG
PHARMA !
Indisturbata, la
Grande Agenzia, riesce pure a
manovrare le leggi a proprio vantaggio.
Abbiamo cercato di
raccogliere commenti su questo colossale
conflitto di interessi (oltre che sulla
condotta anti scientifica di EMA), al ministero,
ad Aifa,
all’Istituto
superiore di Sanità, a Walter Ricciardi, presidente
ISS (anche questo personaggio e' in Conflitto di
Interesse dato che e'
consulente
della GSK), a
Paolo Bonanni, professore di Igiene
all’Università di Firenze. E abbiamo ottenuto zero-risposte-zero.
Soltanto la dirigente del ministero Maria Grazia
Pompa ci ha risposto di non avere più incarichi
alla Prevenzione sanitaria e di essere stata
trasferita all’ufficio rapporti con l’Unione
europea.
Dopodichè zero commenti. Gli scheletri vanno
sigillati nell’armadio e dimenticati.
L’importante è raccontare che l’anti papilloma è
sicurissimo e noi siamo stolti a non farlo.
L’unico esperto che ha risposto è il
fisico-epidemiologo Michele Grandolfo che all’Istitituto
Superiore di Sanità ha lavorato 30 anni, ha
gestito la campagna vaccinale contro il
morbillo, è in linea con le posizioni
di Vittorio Demicheli sulla necessità di
scegliere le vaccinazioni e di non accogliere
tutto quello che passa la Grande Agenzia.
Sentite cosa dice Grandolfo:
“Sul vaccino per il papilloma, l’effetto
collaterale non è la cosa più importante. Gli
effetti collaterali vanno considerati in
relazione all’efficacia della strategia: anche
se non ci fossero effetti collaterali una
strategia sbagliata non diventa corretta …”
Sta ricordando che questo vaccino è inutile ?
“Sto dicendo che il vaccino per il papilloma è
una vaccinazione che non ha basi scientifiche di
ragionevolezza. Al contrario il vaccino per il
vaiolo – applicato con una valida strategia
-, che pure aveva pesanti effetti collaterali,
aveva un senso e un’utilità.
Vanno messi sul piatto i due rischi: la
procedura ha effetti collaterali ma in cambio mi
protegge dal vaiolo. Nel caso
dell’antipapilloma, anche se non ci fossero
effetti collaterali, non è garantita
l’efficacia”.
Ci spiega perché questo vaccino, non ha basi
scientifiche ?
“È una vaccinazione che riduce il rischio di
displasie, che non sono forme tumorali ma
cellule che stanno cambiando. In età giovane
l’80% delle displasie regredisce. Chi fa il
vaccino deve comunque continuare a fare il pap
test che individua benissimo displasie e tumori.
Purtroppo, a causa della scorretta informazione,
in Australia alcune donne vaccinate hanno smesso
di fare il pap test.
E questo può diventare un serio probl-EMA”.
Altri motivi ?
“Non sappiamo quanto duri l’immunità da vaccino.
Teniamo presente che il tumore al collo
dell’utero è raro, si sviluppa in un tempo
lunghissimo e che il pap test lo individua sul
nascere.
Poi, questa vaccinazione, come molte altre
distribuite senza una strategia, darà luogo al
‘rimpiazzo dei tipi’. Oggi vacciniamo le
adolescenti femmine, tra poco i maschi e tra
qualche anno aumenterà la velocità di
circolazione di nuovi sottotipi del virus
papilloma che potrebbero colpire vaccinati e
non, di ogni età. Il fenomeno è ben conosciuto”.
Dunque, una spesa inutile.
“Dico che è aberrante non considerare che quando
si toglie di mezzo un ceppo, l’altro prende il
sopravvento. È un fenomeno da mettere in conto
se si vogliono pianificare le vaccinazioni. C’è
qualcuno che si è domandato quali sono le
conseguenze di queste scelte ?
Se si volessero fare le cose seriamente si
dovrebbero costruire dei modelli matEMAtici per
conoscere come avverrà la sostituzione dei
sottotipi del virus”.
Due parole sul
conflitto di interessi di EMA.
“È una situazione gravissima. Abbiamo delegato
tutta la ricerca alle industrie e non
controlliamo i conflitti di interesse. È questo
il vero probl-EMA della comunità scientifica”.
Di chi ci dobbiamo fidare ? Di nessuno.
Soltanto della qualità del metodo di ricerca
scientifica impiegato per ottenere i risultati
delle ricerche, per questo Cochrane è
importante, perché controlla la qualità della
metodologia. Consideriamo poi che la ricerca
scientifica non produce certezze, permette di
fare affermazioni la cui probabilità di essere
sbagliata è calcolata”.
Per concludere vi segnalo uno studio condotto
dai pediatri americani che hanno
riscontrato insufficienza ovarica in alcune
adolescenti vaccinate. E, in attesa di
chiarezza, chiedono che i dati siano di dominio
pubblico.
Fonte: Gioia
Locati - Tratto da: blog.ilgiornale.it (con
modifiche di precisazione da parte del
redattore
della pagina)
Il Dr.
Maurice Hilleman in
un’intervista, pensando di
non essere registrato, ha
dichiarato apertamente
che la casa farmaceutica per
cui ha fatto ricerca per
tutta la sua vita, la
Merck, ha contaminato
per anni i vaccini e diffuso
tumori e HIV (leucemia e
cancro) in tutto il
mondo.......
È possibile ascoltare questa
intervista a:
https://www.youtube.com/watch?v=13QiSV_lrDQ
Il Dr. Maurice
Hilleman e' stato, il
pioniere principale del
vaccino, nella storia dei
vaccini. Ha sviluppato più
di 4 dozzine di vaccini -
più di qualsiasi altro
scienziato nella storia - ed
è stato lo sviluppatore del
programma vaccini della
multinazionale Merck.
E' stato membro
dell'Accademia Nazionale
delle Scienze USA,
dell'Istituto di Medicina,
dell'Accademia Americana
delle Arti e delle Scienze e
della Società Filosofica
Americana, e ha ricevuto un
premio speciale per la vita
dall'Organizzazione
Mondiale della Sanità.
Altra info
L’Oscar dell’innovazione
allo scienziato capo della
Glaxo - Il mondo detto
impropriamente "scientifico"
non si smentisce mai....
L’Oscar europeo
all’innovazione, ai brevetti
e alla ricerca a chi poteva
andare quest’anno ?
Elementare Watson: al padre
delle più moderne
generazioni di vaccini !
Il 65enne microbiologo di
Siena,
Rino Rappuoli, ha
ricevuto nella suggestiva
cornice dell’Arsenale di
Venezia, lo European
Inventor Award per il Lifetime
Achievement.
Sono i premi che ogni anno
l’Epo (l’Ufficio europeo per
i brevetti) assegna alle
migliori innovazioni.
"A lui si devono le prime
immunizzazioni
(vaccinazioni) di massa che
hanno quasi azzerato i casi
di difterite, meningite
batterica e pertosse nei
Paesi avanzati", così viene
elogiato dal giornale degli
industriali italiani
(Confindustria),
Il Sole24ore....Giornale
legato a Big Pharma...
Il personaggio:
Mentre fino agli anni ’90 il
processo di sviluppo dei
vaccini seguiva il concetto
adottato da
Louis Pasteur e cioè i
medici iniettavano versioni
“attenuate” od “inattivate”
dell’antigene, cercando di
permettere al sistema
immunitario di riconoscerlo
e preparare una presunta
difesa.
Il Rappuoli ha applicato
l’ingegneria genetica per
creare degli ibridi che
contengono proteine e parte
del Dna del batterio o del
virus, in modo da “attirare
l’attenzione” del sistema
immunitario…
Interessante venire a
conoscenza che gli odierni
vaccini non contengono virus
attenuati, ma sono
addirittura geneticamente
modificati (OGM), con tutti
i rischi che la
manipolazione del DNA
comporta.
Nei fatti e' un uomo
Glaxo/Novartis.....
Il microbiologo per
sostenere le vaccinazioni
nei Paesi poveri e privi di
risorse ha fondato
il Novartis Vaccines
Institute for Global Health,
un’organizzazione senza fini
di lucro (?) che sviluppa
vaccini per i Paesi in via
di sviluppo. E lavora come Chief
Scientist (scienziato capo)
della multinazionale
farmaceutica GlaxoSmithKline
(GSK) Vaccines di
Siena.....uomo Glaxo, in
pieno
Conflitti di interesse...
EMA
della EU
e
CONFLITTI
di INTERESSE
Andiamo a dare un'occhiata su cos'è
l'Agenzia europea delle medicine
(Emea,
ora EMA),
sconosciuta ai più, che ha autorizzato anche i
vaccini
per
l'influenza
suina, A e che è un modello di commistione
tra produttori e regolatori pubblici. Contro
ogni logica, nella Commissione esecutiva
europea, l'Emea
(ora EMA)
è sotto la giurisdizione della direzione
generale per
l'Impresa,
anziché sotto quella della Salute pubblica.
La
maggior
parte
del bilancio
dell'Emea
(ora EMA)
è coperto dai
contributi versati
dalle
case farmaceutiche
per l'esame delle richieste d'autorizzazione al
commercio dei nuovi
medicinali. L'industria può scegliere uno dei
due
relatori incaricati di
valutare la richiesta di approvazione di un
nuovo farmaco.
Infatti il suo bilancio finanziario dipende per
lo 83% dal versamento dei
contributi di Big Pharma....=
Conflitti di Interesse in pieno !
È sufficiente dimostrare efficacia e sicurezza
del
nuovo prodotto, mentre
non è necessario dimostrare che esso sia
innovativo, migliore e
meno pericoloso di altri già in commercio.
Tutto, nell'Emea
(ora EMA),
è circondato dal segreto.
Se il giudizio
dell'Agenzia su un
nuovo farmaco si prospetta negativo, la casa
farmaceutica può
ritirare la richiesta d'autorizzazione prima che
esso sia formulato e in quel caso le
motivazioni del rigetto non diventano
pubbliche,
cosa che, invece, potrebbe essere utile alle
autorità dei
singoli Paesi, nel
caso che, successivamente, la casa produttrice
richieda
l'autorizzazione a livello nazionale, anziché
europeo.
Silvio Garattini ha
detto al Giornale: "Sono stato sette anni
nell'Emea (ora
EMA) ed ero
vincolato alla
confidenzialità. Se si chiede all'Emea
la
documentazione su un farmaco approvato,
non viene rilasciata".
Oltre ai problemi di struttura e di suo
funzionamento, ci sono quelli
che emergono dai
possibili
conflitti d'interesse di chi ci lavora
Una ricerca, a questo
proposito, che oltre l'Emea riguarda anche le
agenzie regolatorie di
Gran Bretagna e Irlanda, è stata condotta da
tre ricercatori
dell'università canadese di Toronto e da un
irlandese dell'università di Cork, ed è stata
pubblicata dalla rivista
Social
Science & Medicine.
Dallo studio emerge che in tutte e tre le
Agenzie
"una
stretta interazione tra esperti scientifici e
industria
farmaceutica è data per
scontata e, quindi, ammissibile".
Le regole, però,
sono diverse e l'Emea (ora
EMA) è la più
lassista.
Mentre le
agenzie britannica e
irlandese richiedono che gli esperti scientifici dichiarino
non solo i propri interessi finanziari
nell'industria
farmaceutica, ma anche
quelli dei propri familiari, l'agenzia europea
non fa alcuna
richiesta in tal senso. Inoltre, mentre in
Irlanda
bisogna dichiarare
l'esistenza di questi interessi se superano i
30mila
dollari, all'Emea
(ora EMA) la
soglia si eleva a 75mila.
Ecco il conflitto di Interesse di uno dei
dirigenti dell'EMA dottoressa Altieri (italiana)
alla quale ho anche scritto chiedendo di
rispondere a delle domande sui vaccini e per ora
non ha ancora risposto.....
L'Agenzia europea per i
medicinali accoglie Enrica Alteri, a partire da
oggi come il nuovo responsabile della sicurezza
ed efficacia dei medicinali nel Umana medicinali
Sviluppo e dell'Unità di valutazione.
Dr Alteri, un medico, porta una ricchezza di
esperienza manageriale con lei. La sua carriera
fino ad oggi si è concentrata sulla sicurezza
dei farmaci nel settore farmaceutico, più di
recente come Responsabile del Risk Management e
Epidemiologia presso
Merck
Serono a Ginevra.
Il suo arrivo coincide con l'inizio
dell'applicazione della nuova legislazione di
farmacovigilanza oggi, quando il settore
comincia ad assumere responsabilità in aggiunta
al core business di sovrintendere alla
valutazione scientifica delle richieste di
autorizzazione all'immissione in commercio per i
medicinali per uso umano.
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A livello di
consiglio
d'Amministrazione dell'Emea (ora EMA), un quarto dei
membri ha
dichiarato
interessi nell'industria
farmaceutica.
Se qualcuno, come il
ministro polacco
della salute quindi (defenestrato nel 2010....),
non si fida ciecamente dell'EMA per il
vaccino per
l'influenza
suina, di motivi
validi
ne ha eccome.
http://www.internationalpost.org/contents/Conflitti_d%E2%80%99interesse_e_corruzione_in_sanit%C3%A0_1494.html#.VHoBoDGG98F
EMA
cioé (Ente
Europeo per il Controllo dei Farmaci),
è un' azienda
privata praticamente finanziata dalle
case
farmaceutiche !
Nel caso del vaccino per il cosiddetto
papilloma virus (Gardasil/Cervarix), in Danimarca non è andata
così:
I medici hanno denunciato centinaia di possibili
effetti collaterali.
Ma l’EMA, .. li ha RESPINTI !
È successo nei mesi scorsi, ma la notizia non è
arrivata ai giornali, oppure pur essendone
venuti a conoscenza per il loro servilismo a
Big Pharma...non l'hanno pubblicata.
A maggio 2016, la Nordic
Cochrane Foundation – l’organizzazione
indipendente e senza scopo di lucro formata da
37mila ricercatori di 130 Paesi - proprio
sul caso danese ha espresso giudizi severi
contro l’Agenzia del farmaco europea (EMA).
Secondo i ricercatori Cochrane, EMA
avrebbe: manipolato gli studi sulla sicurezza
del vaccino per il
papilloma virus; divulgato alcuni dati
marginali, in una relazione di 40 pagine ed
omesso di riportare una serie di presunti
effetti collaterali importanti.
Dalla stanchezza cronica, ai continui capogiri,
all’impossibilità di stare a lungo in piedi,
pena ripetuti svenimenti (sindrome ortostatica).
Dai disturbi neurologici ai dolori articolari e
muscolari (fibromialgia). Questi sintomi sono da
considerarsi gravi perché a soffrirne sono
ragazze giovanissime, sane fino al momento della
prima vaccinazione.
Quando i medici danesi hanno presentato le
relazioni cliniche all’Agenzia europea, si sono
sentite dire che “nessun altro Paese ha
riportato così tante segnalazioni”.
(Dichiarazione giudicata “poco professionale”
dalla Cochrane).
Per Cochrane “il non tener conto dell’evidenza è
anti-scientifico”.
In sostanza EMA ha scelto solo le dichiarazioni
belle e buone, quelle che non parlano di effetti
collaterali gravi come conseguenza del vaccino
per il papilloma.
Cochrane continua:
“Piuttosto che lodare la diligenza dei danesi,
EMA
ha gettato dubbi sulla loro ricerca. Si
tratta di un atteggiamento inadeguato alla
sicurezza per un’agenzia di farmacovigilanza”.
Ancora: “EMA fa credere che i medici danesi
abbiano presentato ricerche scadenti, ma è
l’Agenzia stessa che utilizza metodi scadenti,
omettendo intenzionalmente alcuni importanti
danni da vaccino”.
Per Cochrane è inaccettabile che nella sua
relazione ufficiale di 40 pagine EMA non
chiarisca che ha permesso alle compagnie
farmaceutiche di essere “giudici di se stesse”,
nella valutazione di sicurezza del vaccino,
specialmente perché c’è una quantità enorme di
denaro in gioco: ad oggi la spesa globale dei
vaccini per lo HPV viaggia sui 25 miliardi
euro”.
E non è tutto. I documenti di
EMA sono
privati, nessuno può accedervi.
Per Cochrane è gravissimo che EMA lavori “a
porte chiuse” e che non vi sia trasparenza sulle
questioni di salute.
Il comportamento DISONESTO dell’Agenzia
europea ha fatto crollare a picco le
vaccinazioni contro il papilloma virus in
Danimarca. Sull’isola di Funen l’adesione è
passata in pochi mesi dal 71% al 34% !
Peccato che l’eco di questo scandalo non sia
arrivato a noi.
Come spiegare alle trasmissioni televisive (ma
prima in Parlamento) che non esistono solo
medici favorevoli ai vaccini ? Che c’è anche
qualche serio professionista – che studia e
pratica le vaccinazioni – che si chiede perché
debba decidere sempre e solo l’Industria ?
Già, l’Industria. Alias EMA. L’Agenzia europea
che invece di tutelare i malati imbosca i dati
scomodi.
Teniamo presente
questo fatto importante quando si parla di
vaccini e di farmaci e ci viene richiesto un
atteggiamento scientifico, senza pregiudizi: EMA
non è un’agenzia indipendente. A EMA non
interessa occuparsi dei malati.
Perchè le teste pensanti di EMA hanno spesso un
braccio nell’industria, talvolta tutti e due.
L’Agenzia registra e autorizza i farmaci,
decidendone pure i prezzi. E i vertici
dell’Agenzia prestano volentieri anche
consulenze per fondazioni e industrie che
producono quei farmaci.
Per capire
come funzionano le cose leggete le due denunce
di Silvio Garattini sul conflitto di interessi
di EMA.
Su Il
Sole24ore nel 2014 e, quest’anno, sul British
Medical Journal.
“La giurisdizione
dell’industria sull’EMA è uno dei più grandi
conflitti di interessi che si possano
immaginare. In questo modo, l’industria regola
l’autorizzazione dei suoi stessi prodotti…(!)”.
vedi:
Conflitti di interesse fra
medici e Big Pharma
+
Corruzione
+
Relazione ENPAPI, sul
conflitto di interesse dei
vari personaggi della
sanita'
http://www.internationalpost.org/contents/Conflitti_d%E2%80%99interesse_e_corruzione_in_sanit%C3%A0_1494.html#.VHoBoDGG98F
http://www.assis.it/conflitti-di-interesse-nella-ricerca-sulla-sicurezza-dei-vaccini/
sono chiaramente collusi con l'Industria
Farmaceutica
Conflitti di interesse nell'Etica +
Conflitti di interesse fra medici e Big Pharma
I colossi farmaceutici fanno
ammalare ogni anno milioni di persone
Cominciamo a togliere i
veli:
GUARDATE le
COLLUSIONI (per non dire altro) con
Big
Pharma..., fin dove arrivano.....
Il direttore generale alla prevenzione sanitaria
(ossia quello che dirige le politiche sanitarie
dei vaccini) del ministero della "salute"
della signora ministro Lorenzin, tale sig. dr.
Ranieri Guerra, risultava essere anche (da
un’indagine del Fatto Quotidiano del 2014)
consigliere d’amministrazione della Fondazione
Glaxo SmithKline (GSK), ossia della
multinazionale che i vaccini li fabbrica:
proprio l’esavalente
oggi imposto ai bambini italiani.
Un inciso su questo "signore": Nuovo esposto
del Codacons all’Anac in tema di vaccinazioni.
L’associazione ha
infatti chiesto all’Autorità Anticorruzione se
sia lecito che il dirigente del Ministero della
Salute, Ranieri Guerra, firmi atti pubblici sui
vaccini sedendo, come da
curriculum, nel CdA (Consiglio di
Amministrazione) della Fondazione Glaxo,
che come noto produce il vaccino
esavalente
venduto in Italia. Risulterebbe che Guerra abbia
firmato tutti i provvedimenti sui
vaccini, anziché astenersi come dovuto in
base all’art.
323 del Codice Penale, dal quale si evince
che:
"Salvo che il fatto non costituisca un più
grave reato, il pubblico ufficiale o
l’incaricato di pubblico servizio che, nello
svolgimento delle funzioni o del servizio, in
violazione di norme di legge o di regolamento,
ovvero omettendo di astenersi in presenza di un
interesse proprio o di un prossimo congiunto o
negli altri casi prescritti, intenzionalmente
procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio
patrimoniale ovvero arreca ad altri un danno
ingiusto, è punito con la reclusione da uno a
quattro anni. La pena è aumentata nei casi in
cui il vantaggio o il danno hanno carattere di
rilevante gravità"......come in questo
caso !
Nel 2014 era
addirittura presente in prima fila a Washington
assieme al Ministro Beatrice Lorenzin al momento
della firma sull’accordo che avrebbe messo
l’Italia alla guida delle campagne vaccinali nel
mondo. Ciò mentre sedeva come consigliere di
amministrazione nella Fondazione Glaxo, azienda
leader nella produzione dei vaccini.
Questo R. Guerra ha accompagnato la Lorenzin,
anche per il fatto che forse e' il suo nuovo
compagno, da
Obama nel 2014, e lì l’Italia fu designata come
capofila delle politiche vaccinali mondiali;
infine, è sempre Guerra, il "signor Glaxo", a
stilare le circolari draconiane che impongono le
vaccinazioni a scanso di multe altissime e
licenziamenti dei pediatri inadempienti.
Questo e’ un vergognoso conflitto d’interessi, questa
commistione di dirigenti ministeriali con le
farmaceutiche.
![]() |
BIG
PHARMA investe l'Italia, "capofila"
delle strategie europee (UE) in materia di
Vaccinazioni obbligatorie....10-12 vaccini
obbligatori (DL/2017, Lorenzin) .... chissa'
come, e perche'...., l'Italia e' una delle
nazioni piu'
corrotte come i paesi del terzo
mondo....,segue la Francia con la nuova
richiesta di 11 vaccini obbligatori, nel
2017....tutti "stati" agli "ordini"
di
Big Pharma....tutti
presunti stati (i
loro dirigenti ed i politici)
collusi con le
case
farmaceutiche, e tutti quanti
se ne fregano della salute dei popoli....li
debbono ammalare e poi
ridurre la popolazione mondiale....
http://www.aifa.gov.it/content/italia-capofila-le-strategie-vaccinali-livello-mondiale
Oltre al fatto che neI
documento riservato (confidential) Glaxo alle
autorità: a Pag. 626, si scopre che la
stessa Glaxo, in un proprio documento
“confidential to regulatory authorities” del
2011, a pagina 626 notificava vari effetti
collaterali preoccupanti, disturbi neurologici
e cerebrali, fra cui l’autismo:
proprio quello che la “scienziata “ B. Lorenzin,
coadiuvata dagli "scienziati" R. Guerra ed altri
negano e smentiscono, come fossero traveggole
di minoranze complottiste, paranoiche e
da
ignoranti.
Questo è antiscientifico e disonesto, e merita
sdegno civile e Denuncia Penale.
-
vedi:
Corruzione +
Vaccinazioni di massa = Renzi a prendere
"ordini" dalle multinazionali
-
http://www.cogitoergo.it/dirigenti-ministeriali-firmano-decreti-sui-vaccini-stanno-sul-libro-paga-della-glaxo/
Il ministro B. Lorenzin assieme ai suoi compari, scusate "compagni", negli USA a prendere accordi per i vaccini nel 2014
![]() |
Pecorelli e'
stato successivamente "dimissionato"
dalla
AIFA... per gravi
Conflitti di Interesse....pero' la Lorenzin
e' rimasto al suo posto anzi e' stata nominata
ministro della salute, per completare
"l'impegno" assunto....
La foto qui sotto e' stata scattata (da una
persona che rimarrà anonima), ad un recente
convegno italiano della
Merck, nota azienda
chimica e farmaceutica produttrice di farmaci
e VACCINI, e che ben rappresenta il rispetto che
le case farmaceutiche hanno per la vita.
Essa ritrae il ministro della "salute" B.
Lorenzin assieme al presidente di
Federfarma ed il sen. Mandelli presidente di
Fofi....
![]() |
La "competenza" del ministro della salute B. Lorenzin:
![]() |
EU and Italy, 2016 - Ecco alcuni soggetti, oltre al Ministro B. Lorenzin, che NON dicono la verita' sul tema dei Vaccini:
![]() |
Come Corrompere un burocrate il sig. Ricciardi dello ISS, nello "stato mafioso"....
![]() |
Infatti:
VACCINI - articolo 1 MDP: Senato
Giugno 2017 - INTERROGAZIONE a PRIME FIRME
DIRINDIN e lo MORO, su POSSIBILI CONFLITTI di
INTERESSE.
Con un'articolata interrogazione con risposta
orale in Commissione, sottoscritta dai senatori
del gruppo articolo1 Mdp (prime firmatarie
Dirindin e Lo Moro), si chiedono al Presidente
del Consiglio e al Ministro della Salute
chiarimenti sulla delicata situazione venutasi a
creare a seguito del consistente finanziamento
effettuato dalla
Merck
Sharp & Dohme, una delle maggiori
aziende farmaceutiche del mondo, leader
nella lotta contro le malattie prevenibili con
vaccinazione, a favore dell’Università Cattolica
del Sacro Cuore di Roma per la chiamata diretta
di un professore di prima fascia nel settore
scientifico Igiene generale e applicata della
Facoltà di Medicina e Chirurgia.
L’Università Cattolica vede fra i propri
autorevoli componenti il prof.
Walter
Ricciardi, direttore dell’Istituto di Sanità
pubblica fino al 2015 ed ora presidente
dell’Istituto Superiore di Sanità, ISS, l’organo
tecnico-scientifico del Servizio sanitario
nazionale.
L’ISS ha svolto un ruolo significativo nella
predisposizione del
Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2017-2019,
in particolare all’interno del Gruppo di lavoro
inter istituzionale “Strategie Vaccinali”,
mentre il prof Ricciardi ha svolto un ruolo
attivo di supporto tecnico-scientifico nella
predisposizione del decreto legge 73/2017 sui
vaccini, in corso di esame al Senato,e nella
valutazione degli emendamenti al primo articolo
dello stesso.
Gli interroganti, si rivolgono al Governo per
sapere, in particolare, "se non si ritiene che,
in una materia così delicata come quella della
obbligatorietà delle vaccinazioni ed in un
contesto così difficile come quello che si sta
creando in relazione alle esitazioni vaccinali,
sarebbe stato opportuno evitare, almeno la
coincidenza temporale, di ogni possibile
situazione di interessi in conflitto (ancorché
solo potenziali)".
.....ma.... tanto quelli legati a
Big
Pharma...se ne fregano dei "conflitti di
interesse"....perche'
Big Pharma
li protegge....
Non dimentichiamo anche il sig.
Paolo Bonanni, della SItI,
altro collaboratore al piano nazionale vaccini
del 2017, che ha intascato
finanziamenti da
Big Pharma case dei vaccini:
Sanofi
Pasteur, MSD, GSK,
Novartis,
per tutti gli
studi che ha pubblicato nel 2015....quale
imparzialita' potra' esistere nei suoi
"studi"...?
Ecco la sua Fotografia:
![]() |
Come e' possibile che a
formulare in Italia, il piano vaccinale
2017-2019, abbiano contribuito tutte le
societa' farmaceutiche
producono i vaccini ?
ed il governo insediato senza votazioni
popolari, ma imposto dall'alto da parte dei
Banchieri....non se ne sia accorto...?
evidentemente e' in
malafede e colluso con
Big Pharma
!
....e poi vediamo:
chi e' e cosa fa' il sig. dott. Burioni ?
....quello che va in TV
a sponsorizzare i vaccini e che dice che
sono "innocui" !
vedi:
Conflitti di Interesse in BIOMEDICA ed in
CLINICA !
Vedi altri "conflitti di interessi"
di coloro che lavorano
nelle strutture di controllo dei vaccini (Ema,
Aifa, ISS, Ministero della salute, ecc) e
dei farmaci, che vengono "premiati" facendoli
passare dagli "enti controllori" a quelli
privati dei "controllati" = Big Pharma, ecco
un'altro esempio:
-
http://www.repubblica.it/salute/2017/10/04/news/aifa_ema_il_caso_pani_a_big_pharma-177353716/
Italy - Parlamentari pagati dalle Lobbies ? -
Roma Ott. 2013
L'intervista a un assistente di un Senatore
che svelerebbe i traffici illeciti tra
parlamentari e
Lobbies.
Video dell'intervista:
http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/390060/roma-parlamentari-pagati-dalle-lobbies.html
Il dr. Joseph Biederman (US)
uno degli psichiatri più
autorevoli al mondo è stato
accusato di prendere tra il
2000 al 2007 ben 1,6 milioni
di dollari...
Il suo accusatore è il
senatore USA Charles E.
Grassley. quest'ultimo
accusa il dr. Biederman di
aver violato il conflitto di
interessi tra regolamenti
universitari e interessi
personali con le case
farmaceutiche.
Infatti il dr. Biederman è
stato accusato di non aver
registrato questo suo
conflitto di interessi e di
aver con le sue ricerche
"pilotate" a far aumentare
40 volte le diagnosi di
disturbo bipolare in USA con
conseguente rapido
incremento nell'uso di
antipsicotici. A voi le
considerazioni del caso.
Fonte: http://www.nytimes.com/2008/06/08/us/08conflict.html…
CDC e Conflitti di
interesse - 1 +
CDC e Conflitti di
interesse - 2 +
CDC e Conflitti di
interesse - 3 +
Corruzione per i vaccini
+
anche in FDA
CDC conflitti di interesse
anche per i vaccini
http://healthimpactnews.com/2014/cdcs-purchase-of-4-billion-of-vaccines-a-conflict-of-interest-in-overseeing-vaccine-safety/
Informatore dei CDC CONFESSA la FRODE e le FALSIFICAZIONI sugli studi della correlazione VACCINO = AUTISMO
La maggior parte delle
case farmaceutiche è
stata fondata a meta-fine
ottocento o primi del
novecento. Inizialmente le
nazioni trainanti in questo
settore furono Svizzera,
Germania ed Italia.
Nel novecento il concetto di
scoperta scientifica si è
fuso con quello di bene di
consumo di massa, per cui la
aziende farmaceutiche hanno
imposto un nuovo modo di
fare medicina pratica.
I personaggi che fanno le
regole e le leggi sulle
vaccinazioni sono spesso
implicati nella
vendita dei vaccini.
Ad esempio, la dr Julie
Gerberding, che è stata alla
direzione del
CDC per 8 anni, è oggi
presidente della
Merck
Vaccini.
Il dr. Paul Offit, membro
dell'Advisory
Committee on Immunization
Practice (ACIP), ha
addirittura sviluppato e
registrato all'ufficio
brevetti il suo stesso
vaccino.
Conflitti d'interesse
- Dichiararli è un indizio
di onestà e di
affidabilità, non di scarsa
credibilità – Milano, 1
Ott. 2012 (modificato il 2
Ott. 2012)
Da questa settimana Corriere
Salute e Corriere.it/salute
introdurranno una nuova
«voce» in alcuni articoli.
Si tratta di una
dichiarazione da parte degli
intervistati di eventuali
«conflitti d’interesse»
relativi al tema sul quale
vengono interpellati.
Questa iniziativa altro non
è che il tentativo di fare
propria una consuetudine che
si è affermata ormai da anni
nelle riviste scientifiche,
sulle quali gli autori di
una ricerca, oppure gli
estensori di un commento o
di un editoriale, sono
tenuti a dichiarare
apertamente, e in modo
dettagliato, se hanno
ricevuto finanziamenti (per
sperimentazioni, consulenze
o altro) da attori economici
con interessi nell’oggetto
del loro studio o del loro
commento. A prima vista
potrebbe sembrare un
esercizio esagerato della
«virtù» (in campo
scientifico può essere
considerata tale) della
diffidenza. Ma non è così.
Si tratta solo di una
dimostrazione di
trasparenza, in genere, fra
l’altro, molto ben accetta
soprattutto dai ricercatori
di maggior livello.
Uno scienziato che non ha
alcun timore a dichiarare di
aver condotto uno studio
grazie al finanziamento (del
resto quasi sempre
indispensabile) di
un’industria, sa bene di
esporsi a uno scrutinio
particolarmente severo del
proprio operato e quindi dà
prova di essere molto sicuro
dell’inattaccabilità dei
propri metodi e dei propri
risultati. E proprio per
questo è giudicato
affidabile dalla comunità
scientifica.
Lo stesso (ed a maggior
ragione) vale per commenti
ed editoriali. Insomma, nel
mondo scientifico serio non
è considerato un «peccato»
avere conflitti d’interesse,
bensì, normale e, di fatto,
inevitabile. Il «peccato»,
casomai, è nasconderli.
Il Corriere della Sera non è
una rivista scientifica,
tuttavia riteniamo che,
almeno per alcuni dei
servizi delle pagine di
salute, su temi
particolarmente delicati o
controversi, chiedere agli
esperti interpellati questa
«autocertificazione» possa
rappresentare un marchio di
trasparenza e di garanzia in
più anche per i nostri
lettori.
By Luigi Ripamonti – Tratto
da corriere.it
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Obbligo
vaccinale e Conflitti
di interesse -
19/011/2015
ULTIMA ORA
Questo post è stato citato
dalla rivista
scientifica Science e da
un atto
di sindacato ispettivo del
Senato.
In questi
ultimi mesi il battage sulla
riduzione delle coperture
vaccinali in Italia si è
fatto particolarmente
assordante. Spizzichi&Mozzichi è
certo che i vaccini oggi sul
mercato sono sicuri, che non
sono causa di autismo, e che
sono un valido strumento di
difesa da vecchie e nuove
infezioni. Ma, come tutti
gli interventi sanitari, i
vaccini hanno un costo, che
in alcuni casi è assai
elevato. E quando si
decidono gli strumenti da
adottare a difesa della
popolazione, bisogna, come
il buon pater familias, fare
i conti con la scarsella,
cioè con i finanziamenti
destinati al settore sanità,
valutando di volta in volta
quali sono gli investimenti
più utili e necessari e
quali gli interventi che
prevedibilmente daranno il
miglior risultato. E in
questo ambito, se su alcuni
vaccini non ci sono dubbi
(poliomielite, difterite,
tetano etc) , su altri i
dubbi ci sono.
Il 27 ottobre 2015 sulle
pagine di Sanità24 Vittorio
Demicheli, esponente della
prestigiosa Cochrane
collaboration Vaccine Field
(costretta
a sospendere le operazioni
dal 1 novembre di quest’anno
a causa della carenza di
fondi), quindi uno dei
maggiori esperti del settore
vaccinale, da tecnico del
ramo qual è, espone in un
articolo le sue perplessità
sul nuovo piano vaccini
2016-2018 in corso di
approvazione nella
conferenza Stato-Regioni.
La redazione titola il suo
intervento Piano
nazionale vaccini, la cura
di trasparenza contro la
teoria del complotto.
In estrema
sintesi Demicheli sostiene
che:
Il nuovo piano vorrebbe
avviare forme di
vaccinazione obbligatoria
per malattie ulteriori
rispetto ai cicli vaccinali
di base, aggiungendo vaccino
esavalente, vaccino contro
Morbillo, Parotite, Rosolia,
vaccini contro le meningiti
e contro il Papilloma virus
In Piemonte i
rifiuti vaccinali nei nuovi
nati sono pari al 2%,
quindi ben al di sotto del
5% al quale scatta l’allarme
per il mancato
raggiungimento delle
copertur
I sistemi di coercizione e
sanzionatori nei confronti
dei medici non portano a
risultati positivi. Mentre
per superare la diffidenza
l’arma migliore sono la
trasparenza e l’indipendenza
decisionale.
Questa indipendenza e
trasparenza in alcuni casi
non c’è stata, vedi il
conflitto di interessi
nella commissione
dell’Oms
che ha dichiarato la
pandemia influenzale,
che molti vedono all’origine
della diffidenza della
popolazione nei confronti
delle vaccinazioni.
Nel caso di introduzione di
nuovi vaccini il piano di
vaccinazione in scadenza
prevede la trasparenza del
processo decisionale, e la
valutazione delle priorità
effettuata da istituzioni
indipendenti.
E nel corso del 2014 alcuni
pareri forniti dall’ISS
alle regioni hanno fornito
valutazioni contenenti
numerose criticità
sull’efficacia dei nuovi
vaccini contro le patologie
batteriche invasive,
meningite meningococcica
B e infezioni da pneumococco
nell’anziano. Ciò nonostante
i due vaccini sono nel nuovo
calendario vaccinale.
E inoltre ci sono dubbi
anche sul vaccino contro il
Papilloma virus per i
maschi; su quello per il
Rotavirus esteso a tutti
i neonati quando sarebbe
sufficiente vaccinare i
neonati ad alto rischio; e
su quello contro l’Herpes
Zoster agli anziani.
E pure su quello contro la
Varicella se effettuato
insieme a quello contro il
Morbillo, visto che
proprio su questo si
concentrano le diffidenze
della popolazione e quindi
si rischia di spendere
risorse senza ottenere il
risultato di debellare le
due malattie.
Nota inoltre come il
calendario del piano
nazionale vaccini “sia la
copia fedele”
del calendario per la
vita sponsorizzato dalle
industrie del farmaco
Ed infine che il nuovo piano
vaccini costi 300 milioni di
euro in più l’anno rispetto
al vecchio piano vaccini (da
320 a 620 milioni di euro),
un maggior esborso che in
tempi di vacche magre e
tagli al finanziamento del
sistema sanitario non
è trascurabile.
La risposta non si fa
attendere. Il 30 ottobre,
sempre sulle pagine di 24
sanità compare la risposta
di alcuni estensori del
nuovo piano vaccini in un
articolo che viene titolato Piano
nazionale vaccini. “Pronti a
iniziative giudiziarie
contro gravissime e false
affermazioni”.
In altre parole i 15
illustri firmatari non
rispondono, come ci si
sarebbe aspettato, alle
precise e circostanziate
perplessità dell’esperto di
vaccini, ma minacciano la
querela per diffamazione per
il solo punto 6 del
precedente elenco affermando
che la bozza del piano
vaccini è stata elaborata
dal Gruppo di lavoro per le
strategie vaccinali e che
alla stesura della bozza
hanno fornito il loro
contributo alcune società
scientifiche come la
Società italiana di
Pediatria, la
Società italiana di Igiene
Medicina Preventiva e Sanità
Pubblica, la
Federazione italiana dei
Medici Pediatri e la
Federazione Italiana dei
Medici di Medicina Generale.
Un primo, articolato
commento a questo scambio è
uscito per l’esperta penna
di Luca Carra su Scienza in
rete con il titolo Nuovo
Piano Vaccinale, le critiche
al vaglio al quale per
prima cosa, doverosamente e
con piacere, rimandiamo.
A Spizzichi&Mozzichi interessano
i conflitti di interesse, la
ricerca dei quali, come i
nostri lettori sanno,
risulta tutt’altro che
agevole, soprattutto in
Italia.
Lo sport nazionale infatti,
come già dimostrato in altro
post di questo blog (vedi HTA
e conflitti di interesse
negati), consiste nel
negare, negare sempre
qualsiasi conflitto e
ammetterlo solo quando
costretti. Questo spiega
perché la ricerca dei
conflitti richieda tanto
tempo.
La prima domanda che sorge
spontanea riguarda il punto
6: il cosiddetto Piano per
la vita, ovvero il
calendario vaccinale che
Demicheli definisce
“sponsorizzato dalle
industrie del farmaco” è
veramente tale? In altre
parole sono documentabili
evidenti conflitti di
interesse fra gli estensori
del Piano per la vita?
Vediamo.
Il Calendario
vaccinale per la vita 2014 è
stato pubblicato su
Epidemiologia & Prevenzione,
novembre-dicembre 2014 e
risulta firmato da 20
personalità fra ricercatori
e medici:
Spizzichi&Mozzichi ha
cercato sulle riviste
scientifiche cui ha accesso
(purtroppo i testi completi
degli articoli scientifici
nei quali sono elencati i
conflitti di interesse sono
raggiungibili solo su
abbonamento, che ha un costo
troppo elevato per la
maggioranza dei giornalisti)
la prova della presenza di
eventuali conflitti di
interesse dei singoli
ricercatori.
A noi risultano conflitti
personali per 10 dei 20
firmatari, in altre parole
il 50% dei firmatari avrebbe
conflitti di interessi
personali con aziende
farmaceutiche produttrici di
vaccini. (Vedi aggiornamento
del 16 dicembre 2015 a fondo
pagina che porta a 11 su 20
cioè al 55% i ricercatori
con conflitti di interesse)
Degli altri firmatari
parleremo in un post
successivo.
In particolare:
Bonanni Paolo SITI Società
italiana di igiene, medicina
preventiva e sanità pubblica
Ordinario di Igiene e
direttore della scuola di
specializzazione del
Dipartimento di Scienze
della Salute, Sezione di
Igiene, Medicina Preventiva
e Sanità Pubblica,
Università degli Studi di
Firenze, presente nel
comitato scientifico di
VaccinarSì
* De
Flora S1,2, Crocetti
E3, Bonanni
P4,5, Ferro
A6, Vitale
F7; Vaccines
and Cancer
Prevention/Screening Working
Groups of the Italian
Society of Hygiene,
Preventive Medicine and
Public Health (SItI)
Incidence of
infection-associated cancers
in Italy and prevention
strategies. Epidemiol Prev. 2015
Jul-Aug;39(4 Suppl
1):14-20. Nega i conflitti
* Carlo Signorelli president,
Anna Odone member, Michele
Conversano member, Paolo
Bonanni member
Deaths after Fluad flu
vaccine and the epidemic of
panic in Italy BMJ
2015;350:h116 doi:
10.1136/bmj.h116 (Published
14 January 2015) Nega i
conflitti
* Angela Bechini, Sara
Boccalini, Vincenzo Baldo,
Silvia Cocchio, Paolo
Castiglia, Tolinda Gallo,
Sandro Giuffrida, Francesco
Locuratolo, Silvio Tafuri,
Domenico Martinelli, Rosa
Prato, Emanuele Amodio,
Francesco Vitale & Paolo
Bonanni (2015) Impact of
universal vaccination
against varicella in Italy,
Human Vaccines &
Immunotherapeutics, 11:1,
63-71, DOI: 10.4161/hv.34311
To link to this article: http://dx.doi.org/10.4161/hv.34311
Disclosure of Potential
Conflicts of Interest No
potential conflicts of
interest were disclosed.
http://www.tandfonline.com/doi/pdf/10.4161/hv.34311
* 2015 Vichnin M, Bonanni P,
Klein NP, Garland SM, Block
SL, Kjaer SK, Sings HL,
Perez G, Haupt RM, Saah AJ,
Lievano F, Velicer C, Drury
R, Kuter BJ.An Overview of
Quadrivalent Human
Papillomavirus Vaccine
Safety: 2006 to 2015. Pediatr
Infect Dis J. 2015
Sep;34(9):983-91. doi:
10.1097/INF.0000000000000793.
Financial Disclosure Bonanni
Paolo reports having
received grant support from
Sanofi Pasteur MSD and
GlazoSmithKline,
reimbursements, advisory
boards, consultancy and
lecture fees from Sanofi
Pasteur MSD and
GlaxoSmithKline
* 2015 Gabutti G, Azzari C,
Bonanni P, et al. Pertussis:
Current perspectives on
epidemiology and
prevention. Human Vaccines &
Immunotherapeutics.
2015;11(1):108-117.
doi:10.4161/hv.34364.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4514233/
Bonanni P received grants
from GlaxoSmithKline
Biologicals SA, Sanofi
Pasteur MSD, Novartis,
Crucell/Janssen, and Pfizer
for taking part in advisory
boards, expert meetings,
being a speaker or an
organizer of
congresses/conferences, and
acting as promoter of
epidemiological studies
partially supported by
vaccine producers
* 2015 Gabutti G, Franco E,
Bonanni P, et al. Reducing
the burden of Herpes Zoster
in Italy. Human Vaccines &
Immunotherapeutics.
2015;11(1):101-107.
doi:10.4161/hv.34363
Paolo Bonanni received
grants from GlaxoSmithKline
Biologicals SA, Sanofi
Pasteur MSD, Novartis,
Crucell/Janssen, and Pfizer
for taking part in advisory
boards, expert meetings,
being a speaker or an
organizer of
congresses/conferences, and
acting as promoter of
epidemiological studies
partially supported by
vaccine producers.
* 2011 De
Flora S, Bonanni
P. The prevention of
infection-associated
cancers. Carcinogenesis. 2011
Jun;32(6):787-95. doi:
10.1093/carcin/bgr054. Epub
2011 Mar 24.
http://carcin.oxfordjournals.org/content/32/6/787.long
Conflict of Interest
Statement: P.B. has been a
member of Speaker’s Bureau
in meetings sponsored by
different vaccine producers
(Pfizer, GSK, SPMSD,
Novartis).
Azzari
Chiara Dipartimento di
Pediatria, Università di
Firenze, Ospedale Pediatrico
Universitario A.Meyer SIP
Socità italiana di pediatria
e comitato scientifico
VaccinarSì
* 2015 Gabutti G, Azzari C,
Bonanni P, et al.
Pertussis:
Current perspectives on
epidemiology and
prevention. Human Vaccines &
Immunotherapeutics.
2015;11(1):108-117.
doi:10.4161/hv.34364.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4514233/
Azzari
C. during the last two years
took part in boards and/or
congresses
organized/supported by
vaccine producers (Sanofi
Pasteur MSD, Novartis,
Pfizer, GlaxoSmithKline
Biologicals SA)
Castiglia
Paolo SITI Società italiana
di igiene, medicina
preventiva e sanità pubblica
e comitato scientifico
VaccinarSì Struttura di
Igiene e Medicina
Preventiva, Dipartimento di
Scienze Biomediche-
Università-AOU di Sassari
* 2015 Angela Bechini, Sara
Boccalini, Vincenzo Baldo,
Silvia Cocchio, Paolo
Castiglia, Tolinda Gallo,
Sandro Giuffrida, Francesco
Locuratolo, Silvio Tafuri,
Domenico Martinelli, Rosa
Prato, Emanuele Amodio,
Francesco Vitale & Paolo
Bonanni (2015) Impact of
universal vaccination
against varicella in Italy,
Human Vaccines &
Immunotherapeutics, 11:1,
63-71, DOI: 10.4161/hv.34311
To link to this article: http://dx.doi.org/10.4161/hv.34311
Disclosure of Potential
Conflicts of Interest No
potential conflicts of
interest were disclosed.
http://www.tandfonline.com/doi/pdf/10.4161/hv.34311
MA
* 2013 Piana A, Sotgiu G,
Cocuzza C, et al.
High HPV-51
Prevalence in Invasive
Cervical Cancers: Results of
a Pre-Immunization Survey in
North Sardinia, Italy.
Vermund SH, ed. PLoS ONE.
2013;8(5):e63395.
doi:10.1371/journal.pone.0063395.
Competing Interests: PC has
served as an occasional
consultant or advisory board
member for Sanofi Pasteur
and GlaxoSmithKline
Conversano
Michele SITI Società
italiana di igiene, medicina
preventiva e sanità pubblica
* 2015 Gabutti G, Franco E,
Bonanni P, et al.
Reducing the
burden of Herpes Zoster in
Italy. Human Vaccines &
Immunotherapeutics.
2015;11(1):101-107.
doi:10.4161/hv.34363
Michele Conversano received
grants from GlaxoSmithKline
Biologicals SA, Sanofi
Pasteur MSD, Novartis, for
taking part in advisory
boards, expert meetings and
acting as investigator in
clinical trials.
Ferrera
Giuseppe SITI Società
italiana di igiene, medicina
preventiva e sanità
pubblica, Servizio di sanità
pubblica, epidemiologia e
medicina preventiva ASP 7
(Ragusa) e comitato
scientifico VaccinarSì
* 2010 Esposito S, Tansey S,
Thompson A, et al.
Safety and
Immunogenicity of a
13-Valent Pneumococcal
Conjugate Vaccine Compared
to Those of a 7-Valent
Pneumococcal Conjugate
Vaccine Given as a
Three-Dose Series with
Routine Vaccines in Healthy
Infants and Toddlers
. Clinical and Vaccine
Immunology : CVI.
2010;17(6):1017-1026.
doi:10.1128/CVI.00062-10..
This study was supported by
a grant from Wyeth Vaccines
Research (protocol
6096A1-500), which was
acquired by Pfizer Inc. in
October 2009.
Ferro
Antonio SITI Società
italiana di igiene, medicina
preventiva e sanità pubblica
e comitato scientifico
VaccinarSì
* 2015 Gabutti G, Franco E,
Bonanni P, et al.
Reducing the
burden of Herpes Zoster in
Italy. Human Vaccines &
Immunotherapeutics.
2015;11(1):101-107.
doi:10.4161/hv.34363
Antonio Ferro received
grants from GlaxoSmithKline
Biologicals SA, Sanofi
Pasteur MSD and Pfizer for
taking part in advisory
boards, expert meetings,
being a speaker or an
organizer of
congresses/conferences, and
acting as investigator in
clinical trials.
Icardi
Giancarlo SITI Società
italiana di igiene, medicina
preventiva e sanità pubblica
e comitato scientifico
VaccinarSì Dipartimento di
Scienze della Salute,
Università degli Studi di
Genova
* 2013 Vesikari T, Hardt R,
Rümke HC, et al.
Immunogenicity and safety of
a live attenuated shingles
(herpes zoster) vaccine (Zostavax®)
in individuals aged ≥ 70
years: A randomized study of
a single dose vs. two
different two-dose
schedules. Human Vaccines &
Immunotherapeutics.
2013;9(4):858-864.
doi:10.4161/hv.23412.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3903905/pdf/hvi-9-858.pdf
This research
was sponsored by Sanofi
Pasteur MSD. The
ClinicalTrials.gov
identifier is NCT00561080
G.I. has previously
participated at speaker’s
bureaus and advisory board
meetings sponsored by GSK,
Pfizer, Sanofi Pasteur and
Sanofi Pasteur MSD and has
received research funding as
principal investigator from
Crucell Berna, GSK, Pfizer,
Sanofi Pasteur and Sanofi
Pasteur MSD.
* 2013 Orsi A, Ansaldi F, de
Florentiis D, et al.
Cross-protection against
drifted influenza viruses:
Options offered by
adjuvanted and intradermal
vaccines. Human Vaccines &
Immunotherapeutics.
2013;9(3):582-590.
doi:10.4161/hv.23239.
G.I. …have previously
participated at speaker’s
bureaus and advisory board
meetings sponsored by GSK,
Novartis, Pfizer and Sanofi
Pasteur and have received
research funding as
principal investigators or
co-investigators from
Crucell Berna, Novartis, GSK,
Pfizer and Sanofi Pasteur.
Scotti
Silvestro FIMG Federazione
italiana medici di medicina
generale
* 2015 Gabutti G, Franco E,
Bonanni P, et al.
Reducing the
burden of Herpes Zoster in
Italy. Human Vaccines &
Immunotherapeutics.
2015;11(1):101-107.
doi:10.4161/hv.34363
Silvestro Scotti received
grants from Sanofi Pasteur
MSD for taking part in
advisory boards.
Ricciardi
Walter Ordinario di Igiene e
medicina preventive presso
l’Università Cattolica di
Roma, Direttore
dell’Osservatorio Italiano
sulla salute nelle Regioni
Italiane, e ora anche
Presidente dell’Istituto
superiore di Sanità dopo
esserne stato Commissario.
* Nel Progetto Prevenzione
Italia, I report di
prevenzione vaccinale,
datato 18 giugno 2015 e
prodotto dall’Osservatorio
nazionale sulla salute nelle
regioni italiane, da lui
diretto, che on line compare
privo di copertina (http://www.avis.it/userfiles/file/News/giugno
2015/Report Prevenzione
Vaccinale.pdf) nella
versione in nostre mani (Report
Prevenzione Vaccinale_19 06
2015_Ricciardi), risulta
sponsorizzato da 4 aziende
produttici di vaccini e in
particolare: Crucell, GSK,
Pfizer, Sanofi Pasteur MSD
Rosati Vitali Giovanni FIMP
Federazione italiana medici
pediatri Referente Regionale
Toscana Rete Vaccini e e
comitato scientifico
VaccinarSì
* 2009 Marchetti F, Assael
B, Gabutti G, Guarino A,
Lopalco PL, Marocco A,
Ruggeri F, Titone L, Tozzi
A, Rosati GV, Zotti C,
Franco E. Monitoring the rate of hospitalization before rotavirus immunization in
Italy utilizing ICD9-CM
regional databases. Hum
Vaccin. 2009 Mar;5(3):172-6.
Epub 2009 Mar 10. This study
was funded by
GlaxoSmithKline SpA
AGGIORNAMENTO
DEL 16 DICEMBRE 2015
Salgono a 11 su 20 (pari al
55% dunque la maggioranza) i
firmatari del Calendario
Vaccinale per la vita 2014
portatori di conflitti di
interesse. Si aggiunge
infatti
11. Signorelli
Carlo, presidente della SItI,
Società italiana di igiene,
medicina preventiva e sanità
pubblica e ordinario di
Igiene e sanità pubblica
Dipartimento di scienze
biomediche, biotecnologiche
e traslazionali, Università
di Parma.
Mentre in
una lettera del 2015 al Bmj nega
conflitti di interesse
*2015 Carlo Signorelli
president, Anna Odone
member, Michele Conversano
member, Paolo Bonanni member
Deaths after Fluad flu
vaccine and the epidemic of
panic in Italy BMJ
2015;350:h116 doi:
10.1136/bmj.h116 (Published
14 January 2015) Nega i
conflitti (Fluad è prodotto
Novartis, quindi in senso
stretto i conflitti sembrano
non esserci)
In una lettera successiva
sempre sul Bmj il 14
dicembre li ammette:
* 2015 Signorelli C, Odone
A, Bonanni P, Russo F. New
Italian immunization plan is
built on scientific
evidence: Carlo Signorelli
and Colleagues reply to news
article by Michael Day BMJ 2015;351:h6775
doi: http://dx.doi.org/10.1136/bmj.h6775
competing interests During
the past two years CS was
part of a Sanofi Pasteur MSD
advisory board on HPV-9
vaccine and he was invited
to five conferences where
expenses reimbursements were
supported by Pfizer, Sanofi
Pasteur MSD, and Reckitt
Benkiser…
* 2015 Signorelli C.
La vera eccellenza dei
vaccini e i falsi miti da
sfatare E&P 2015, 39(3):
198-201 http://www.epiprev.it/materiali/2015/EP3/EP_3_198_Int1.pdf
Conflitti di interesse
dichiarati: l’autore ha
avuto, negli ultimi due
anni, i seguenti rapporti
con soggetti portatori di
interessi commerciali in
campo sanitario:
partecipazione come relatore
a convegni e seminari
organizzati da Pfizer e
Sanofi Pasteur;
partecipazione a un advisory
board di Sanofi Pasteur.
Tratto da:
spizzichiemozzichidisalute.wordpress.com
- vedi
elenco aziende farmaceutiche
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Oltre 500 società
scientifiche, per studi alto
rischio “conflitti
interesse” – 15/12/2015
Società scientifiche ad
"alto rischio conflitti di
interesse". E' quanto emerge
da due studi di prossima
pubblicazione - di cui l'Adnkronos
Salute anticipa alcune parti
- che analizzano le
informazioni fornite dalle
diverse società sui siti
web. Oltre alle 150 iscritte
alla Federazione nazionale
società scientifiche (Fism),
che prevede una serie di
criteri di 'affidabilità'
per l'adesione, si stimano
almeno oltre 500 società
scientifiche. Secondo le
ricerche, sono rari i
bilanci pubblicati online,
ancor meno i resoconti
pubblici sulle
sponsorizzazioni, ed è
pressoché inesistente la
presenza sui siti di codici
di comportamento rispetto ai
rapporti con le aziende
farmaceutiche e le fonti di
finanziamento di congressi e
corsi di formazione.
Una delle due indagini è
stata condotta in ambito
specialistico, l'altra,
realizzata da un gruppo di
ricercatori
dell'associazione 'No grazie
pago io' ha indagato
l'elenco degli iscritti alla
Fism. La prima ricerca,
condotta da Paolo Vercellini,
docente di Clinica ostetrica
e ginecologia all'università
degli studi di Milano,
Fondazione Policlinico di
Milano, si focalizza sulle
società scientifiche in
campo ginecologico e
ostetrico. In questo settore
si crea almeno una nuova
associazione ogni anno da 35
anni.
I ricercatori hanno valutato
la presenza sui siti di
alcuni elementi di
trasparenza: bilanci, codici
di comportamento, conflitti
di interesse dei vertici,
bilanci dei congressi,
numero di congressisti
sostenuti dalle
aziende farmaceutiche,
quota d'iscrizione,
sponsorizzazioni per l'Ecm.
"Dal monitoraggio realizzato
con la mia équipe - spiega
Vercellini all'Adnkronos
Salute anticipando parte
delle conclusioni dello
studio - il livello di
trasparenza rilevato è
estremamente basso".
"Delle 47 società
scientifiche in ginecologia
e ostetricia analizzate, una
solo ha bilanci pubblicati
sul web. E nessuna rende
noti i conflitti di
interesse del board",
riporta Vercellini. Non
solo. "Sul sito di diverse
società si trovano
pubblicità di case
farmaceutiche che a volte
hanno link al sito
dell'azienda".
"Le società scientifiche
dovrebbero rappresentare
l'eccellenza e avere
comportamenti esemplari dal
punto di vista etico",
aggiunge l'esperto, anche in
considerazione del fatto che
il terreno su cui ci si
muove è 'scivoloso'. Le
società scientifiche infatti
definiscono linee guida che
orientano le scelte
terapeutiche del singolo
medico, fanno formazione Ecm.
Tutti punti a rischio
conflitto d'interesse.
"Il punto cruciale è da dove
vengono i soldi che
permettono alle società di
sopravvivere - denuncia -
visto che le quote
associative sono
minoritarie".
Non solo. Convegni e
congressi annuali, con i
loro crediti Ecm,
"rappresentano il momento
più importante dell'attività
di ciascuna società
scientifica, ma sono costosi
e di fatto obbligano alle
sponsorizzazioni. Molti
medici non potrebbero
partecipare se non con il
supporto delle aziende
farmaceutiche, visto che si
possono spendere anche oltre
duemila euro. Ci sono dunque
potenziali conflitti di
interessi ma sappiamo che
senza le aziende moltissimi
congressi non ci sarebbero.
Eliminare il conflitto è
impossibile, ma per gestirlo
ci vuole trasparenza", dice
Vercellini.
A destare sospetti, secondo
Vercellini, è anche la
parcellizzazione delle
società scientifiche. "Una
grande società scientifica,
che si occupa di diversi
ambiti della stessa
specializzazione, può avere
sponsorizzazioni da diverse
aziende farmaceutiche, ha
maggiore potere contrattuale
e meno vincoli. Una piccola
società che si occupa di un
ambito molto limitato,
magari di una sola malattia
per la quale esiste un solo
farmaco, è molto più legata
all'unica azienda che può
sponsorizzarla.
La proliferazione delle
società scientifiche di
questi anni, a mio avviso, è
un elemento molto negativo",
sottolinea.
Alle stesse conclusioni
arriva anche una ricerca più
ampia, in attesa di
pubblicazione su una rivista
internazionale, realizzata
da un gruppo di giovani
medici (e specializzandi)
dell'associazione 'No grazie
pago io'. L'analisi è stata
condotta sui siti Internet
delle società presenti
nell’elenco fornito dalla
Federazione delle Società
medico-scientifiche italiane
(Fism). "Ciascun sito -
spiegano gli autori - è
stato valutato sulla base
della presenza di codici di
regolamentazione dei
rapporti con l'industria e
di sponsorizzazioni
effettivamente ricevute per
l'organizzazione di
congressi ed eventi
formativi".
Ne è risultata una diffusa
mancanza di trasparenza
sulle fonti di finanziamento
e la quasi totale assenza di
regolamentazione del
conflitto di interessi.
Per gli autori, questi dati
"suggeriscono una scarsa
percezione del problema da
parte delle società
scientifiche italiane". Lo
studio però non mette in
discussione l'importanza
delle società scientifiche
in sé. "La nostra ricerca
vuole rappresentare uno
stimolo a intraprendere una
riflessione sull'attuale
modus operandi delle società
scientifiche per
salvaguardarne
l’indipendenza e
l’integrità".
Fonte:
http://www.adnkronos.com/salute/sanita/2015/12/16/oltre-societa-scientifiche-alto-rischio-conflitti-interesse_CrM1rvcvhgK5wjZLErHOnN.html?refresh_ce
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Linee-guida su Conflitti
di interesse condizionano
prescrizione del
medico
Quando un medico in
formazione riceve istruzioni
su come gestire i conflitti
di interesse, il suo
comportamento prescrittivo
successivo cambia: è questa
la conclusione di quello che
è forse il primo studio
empirico sull'impatto delle
politiche in tema di
conflitti di interesse,
pubblicato nel numero di
febbraio della rivista
Medical care, organo
ufficiale dell'American
public health association.
L'indagine, condotta da
Andrew J. Epstein della
Perelman school of medicine
dell'Università della
Pennsylvania, a
Philadelphia, si è
concentrata in particolare
sugli specializzandi in
psichiatria, e ha
analizzato il comportamento
prescrittivo in tema di
antidepressivi: «Il
nostro studio si concentra
sugli
antidepressivi perché è
una delle classi di farmaci
più pesantemente
pubblicizzati negli ultimi
anni» spiega Epstein. «I
dati mostrano che l'uso
degli
antidepressivi è
aumentato di circa il 400%
tra il 1998 e il 2008.
Lo scopo di questo studio
era di determinare se
l'esposizione alle policy
sul conflitto di interesse
durante gli anni della
scuola di specialità può
influenzare le abitudini
prescrittive con gli
antidepressivi dopo
l'ottenimento della
specializzazione».
L'Università
della Pennsylvanya ha
adottato nel 2006 le prime
direttive interne per
limitare e regolamentare i
rapporti tra il personale
medico e gli informatori
delle aziende, prima ancora
che l'Association
of american medical colleges
mettesse a punto nel 2008 le
linee guida in tema di
regali, pasti e campioni di
farmaco distribuiti
gratuitamente a medici e
studenti.
Ora Epstein e colleghi hanno
analizzato i dati di
prescrizione raccolti da
Ims health di 1.652
psichiatri diplomati in 162
diverse scuole di specialità
che sono stati suddivisi in
base all'anno di
specializzazione (prima o
dopo l'entrata in vigore
delle linee guida nazionali)
e in base al grado di
restrittività delle linee
guida della specifica
scuola.
I risultati parlano chiaro:
i professionisti che hanno
completato la propria
formazione nell'era
precedente all'adozione di
queste direttive tendono a
prescrivere con più facilità
gli antidepressivi di marca
– su cui le aziende hanno
fatto un'intensa promozione
- e di converso quelli che
hanno dovuto applicare
regole chiare e trasparenti
tendono a prescrivere in
maggior misura l'equivalente
generico, con un effetto
tanto più marcato quanto più
restrittive sono le regole
stesse, che quindi assolvono
al compito per cui sono
state pensate.
Fonte:
Medical Care
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CSR e conflitto d'interesse nella ricerca - il Big Pharma
L'obiettivo del paper consiste nell' indagare alcune delle principali responsabilità che i ricercatori scientifici e gli altri attori hanno nei confronti dei loro stakeholder all'interno del settore farmaceutico.
La ricerca scientifica nel campo farmaceutico ha prodotto negli anni successi sull'aspettativa di vita, sulla capacità di diagnosi e di cura delle malattie, sul benessere degli esseri umani. (NdR: questo e' cio' che affermano i medici allopati, ma la realta' e' molto diversa.......)
Nuovi argomenti sono però oggi all'ordine del giorno nella discussione internazionale e nazionale sulla ricerca e sulle responsabilità dei ricercatori, delle compagnie farmaceutiche e dei comunicatori di settore. Può accadere, infatti, che conflitti d'interesse tra questi attori influiscano sul processo di ricerca, rendendolo meno oggettivo e passibile di errori.
Tale aspetto appare ancor più vero se si considera che:
- 2/3 della ricerca realizzata in Italia nel settore è finanziata da industrie farmaceutiche;
- 6 anni è stata la durata del processo che ha permesso a Nancy Olivieri di tornare al lavoro dopo aver comunicato alcuni possibili rischi di una sperimentazione che conduceva;
- il 95% dei giornalisti di settore avvertono il conflitto di interesse, ma solo il 31% si sente coinvolto in tale conflitto;
- 20% è il valore azionario perso in una sola giornata da una casa farmaceutica nel momento in cui gli analisti hanno saputo che una ricerca non ha prodotto il risultato sperato.
Nel policy paper si esaminano alcuni casi reali in cui ricercatori, comunicatori di settore, compagnie farmaceutiche e analisti finanziari agiscono sulla base di un conflitto di interesse a danno del settore e dei maggiori interlocutori. Si propongono, inoltre, alcune buone prassi associative, nate per ovviare a tali problematiche.
By Alessandro Zollo - Documenti: CSR e conflitto d'interesse nella ricerca - il Big Pharma (385.43 kB)
vedi: Relazione ENPAPI, sul conflitto di interesse dei vari personaggi della sanita'
vedi anche i Conflitti di interesse della FDA + CDC + EMA + AIFA + ISS + Ministero della Salute It.
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Industrie farmaceutiche, funzionari della sanità pubblica e riviste medico-scientifiche potrebbero avere interessi economici e burocratici per desiderare di NON prendere coscienza dei rischi dei vaccini.
Di contro, ricerche sui fattori di rischio potrebbero essere finanziate da alcuni gruppi di difesa per interessi economici e legislativi.
Dipartimento di economia e finanza, Università di Baruck, New York, USA
Questo studio di Gayle DeLong riguarda i conflitti d’interesse, in inglese “Conflicts of Interest” (COIs), presenti nella ricerca sulla sicurezza dei vaccini, per i cui i relativi finanziatori potrebbero impedire lo studio obiettivo sulla sicurezza dei vaccini.
– By Gayle DeLong
Utilizzando il dibattito autismo->vaccini come un esempio, questo articolo descrive in dettaglio i conflitti di interesse di entrambe le parti, delineando l’attuale stato della ricerca sulla sicurezza dei vaccini e suggerendo i rimedi per risolvere al meglio i conflitti d’interesse, scelta che potrebbe ridurre i pregiudizi di ricerca e restituire fiducia nel programma vaccinale.
Introduzione
Quanto sono sicuri i vaccini ? I funzionari della sanità avvertono che nessun vaccino è sicuro al 100%, ma gli studi dei loro finanziatori concludono che i benefici superano abbondantemente i rischi.
Nonostante ciò, il conflitto d’interessi nella ricerca sulla sicurezza sui vaccini e sulle loro possibili reazioni avverse e lo scetticismo pubblico in merito alla diffusione di notizie sulla reale sicurezza dei vaccini sono molti diffusi (ASTHO 2010).
Le indagini sulla possibile correlazione fra le vaccinazioni infantili e l’autismo forniscono un esempio del conflitto d’interessi di chi sovvenzionata le ricerche sui vaccini e relativa sicurezza che potrebbe influenzare la scelta in merito a quali studi supportare per le aziende farmaceutiche produttrici di vaccini ed i funzionari della sanità pubblica, i cui interessi economico-burocratici potrebbero impedire uno studio obiettivo sulla sicurezza dei vaccini.
Le aziende farmaceutiche negano categoricamente la correlazione fra i vaccini e l’insorgenza dell’autismo, e ribadiscono che i vaccini rappresentano una delle più importanti innovazioni nella riduzione delle patologie nel 20esimo secolo (CDC 1999), e citano molteplici studi che concludono che è impossibile stabilire una correlazione fra la somministrazione di vaccini e l’insorgenza di disordini neurologici (Offit 2008).
Tale ricerca (Offit 2008) è disseminata di articoli di riviste mediche che hanno ragioni economiche per promuovere il punto di vista dei ricercatori. Di contro, le ricerche promosse da alcuni gruppi di difesa presentano molteplici teorie sovrapposte e intrecciate che collegano i vaccini all’autismo, che suggeriscono che i virus vivi e le neurotossine quali alluminio e mercurio contenuti in alcuni vaccini potrebbero essere associati all’insorgenza di disturbi neurodegenerativi (Jepson & Johnson, 2007).
In quest’articolo sono esaminati i conflitti d’interesse che riguardano sia ricercatori sia le istituzioni che supportano la ricerca sulla sicurezza dei vaccini, vi è una minuziosa indagine in merito alla correlazione fra la somministrazione di vaccini pediatrici e l’insorgenza dell’autismo ed infine viene approfondito lo stato attuale della ricerca sulla sicurezza dei vaccini, le relative lacune nonché il basso livello di fiducia pubblica nella ricerca stessa.
Per analizzare i conflitti d’interesse, viene utilizzata la tabella di Reisnik (2004) al fine di determinare quali conflitti vietare, quali gestire e quali semplicemente divulgare.
L’esistenza del conflitto d’interesse non implica necessariamente che la ricerca sia fraudolenta o che il sistema che la finanzia sia completamente corrotto. Per esser certi, molti ricercatori onesti ed imparziali stanno esaminando la sicurezza dei vaccini.
Il conflitto d’interesse è comunque diffuso, ed i fruitori della ricerca non possono conoscere l’estensione del problema, per cui non sempre l’affidabilità delle informazioni divulgate è certa e riscontrabile: se un ricercatore imparziale basa il suo lavoro su una ricerca non imparziale, potrebbe risultare un involontaria prosecuzione della non parzialità.
L’ammissione ed il tentativo di ridurre al minimo i conflitti d’interesse dovrebbero guidare la ricerca sia verso un miglioramento sia verso un incremento di fiducia nel programma vaccinale.
Sponsor della ricerca sulla sicurezza dei vaccini
I finanziamenti per la ricerca sui vaccini e sulla loro sicurezza provengono da numerose fonti. Negli Usa i principali sponsor della ricerca sulla sicurezza dei vaccini sono le aziende farmaceutiche che li producono, che devono quindi fornire documenti con studi che mostrino la sicurezza dei loro prodotti, e talvolta sovvenzionano ricerche simili per l’intera comunità medica.
Altri sponsor di tale ricerca sono i funzionari della sanità pubblica, della “Food and Drug Administration” (FDA), dei centri per la prevenzione e il controllo delle patologie (CDC), i comitati del Congresso, alcuni speciali funzionari medici di posizione dirigenziale, i gruppi di difesa ed indirettamente le riviste mediche che sovvenzionano a loro volta degli studi per promuovere la salute pubblica e che si trovano ad affrontare conflitti d’interesse che potrebbero influenzare la loro obiettività nel determinare quali ricerche promuovere.
Aziende farmaceutiche produttrici di vaccini
Chi produce vaccini ha un conflitto che nasce dall’esigenza di ottenere un profitto e le possibili controindicazioni dei loro stessi prodotti, che rappresentano un grande business in crescita: le vendite nel mondo di vaccini pediatrici hanno raggiunto nel 2009 la cifra di 11.5 miliardi di dollari, con un’aspettativa di vendita di circa 20 miliardi di dollari da raggiungere nel 2014 (Sahoo 2010).
Una volta che le aziende farmaceutiche hanno raggiunto l’approvazione da parte di enti di tutela statale sostenendo inoltre elevati costi, hanno un incentivo minimo per continuare le ricerche sulla sicurezza dei loro prodotti. Nonostante le analisi post-licenza siano di solito intraprese per garantire la sicurezza dei prodotti, tali analisi negli Stati Uniti, per esempio, vengono effettuate dagli stessi enti pubblici che inizialmente approvano i vaccini (Salmon et al. 2004).
Inoltre, le aziende farmaceutiche produttrici di vaccini non affrontano la minaccia di azioni legali che potrebbero motivare le altre industrie a ottenere un miglioramento nella sicurezza, poiché in Usa il “National Childhood Vaccine Injury Act” del 1986 evita loro di essere perseguite legalmente. Tale protezione era ritenuta necessaria poiché le aziende farmaceutiche stavano affrontando un numero crescente di contenziosi giuridici ed un’adeguata fornitura di vaccini ad un costo stabile era considerata essenziale per la salute pubblica (Corte suprema, 2011).
Un’implicazione delle norme era quella di fornire incentivi per lo sviluppo di nuovi vaccini, che solitamente permettono un piccolo margine di utile per dose rispetto ad altri medicinali. I cittadini dell’Inghilterra possono citare in giudizio i produttori di vaccini, ma nessun querelante ha sinora avuto successo (Hanson, 2007).
La preoccupazione per gli effetti avversi dei vaccini in commercio è evidente nella corrispondenza d’ufficio della casa farmaceutica Merck. In un appunto per i dirigenti executive Merck del 1991 da parte del ricercatore Dr. Maurice Hilleman veniva riportata la possibilità che alcuni Paesi stessero valutando l’ipotesi di vietare il thimerosal, il conservante contenente mercurio. Egli ammise di non essere a conoscenza della pericolosità del thimerosal, ma avvisò che le vendite avrebbero potute subire l’influenza del pubblico e suggerì quindi di ridurre la quantità di thimerosal presente nei vaccini esportati. Nel suddetto appunto, il Dr. Hilleman non dava alcuna indicazioni di eventuali e ulteriori indagini sui danni che questo conservante avrebbe potuto avere su neonati e bambini in età pediatrica (Hilleman 1991).
Ad aggravare il conflitto insito nel business dei vaccini è il fatto che la produzione di vaccini e finanziamento della ricerca avviene per mano delle industrie farmaceutiche, la cui influenza è diffusa ed ha effetti sia sui singoli individui, nonché sulle istituzioni e sugli esiti da conseguire e persino sulle iniziative di ricerca. In un sondaggio sui migliori istituti di ricerca medica americani, Tereskerz et al (2009) rilevarono che oltre i due/terzi dei ricercatori (338 su 506) avevano ricevuto un sostegno economico dall’industria farmaceutica. Gli studi dimostrano che gli interessi economici dei ricercatori vengono positivamente associati con gli esiti favorevoli al finanziatore dello studio scientifico (Friedman & Richter, 2004; Yank et al, 2007; Jefferson et al, 2009).
Oltre ai singoli ricercatori, anche gli istituti di ricerca possono essere influenzati dall’industria farmaceutica con sponsorizzazioni, cattedre sovvenzionate ed altri regali (Tereskerz, 2003).
Il sovvenzionamento delle industrie farmaceutiche può influenzar oltre al risultato finale persino le iniziative di ricerca: nel sondaggio effettuato da Tereskerz et al (2009) è stato rilevato inoltre che il 35% dei ricercatori intervistati era conscio che la provenienza di tali sovvenzioni poteva compromettere il loro stesso programma di ricerca: quando il sostegno economico dell’industria farmaceutica era importante per l’unità di ricerca, oltre la metà degli intervistati sapeva che i ricercatori avevano compromesso le loro iniziative di ricerca.
Il suddetto sondaggio ha mostrato inoltre che il sostegno economico tendeva ad andare a ricercatori di comprovata esperienza o molto affermati, così da poter indirettamente influenzare anche il lavoro di giovani ricercatori che collaboravano con/per i loro più noti mentori. Nonostante si supponga che gli autori degli articoli scientifici dichiarino i conflitti d’interesse, essi non sempre rivelano completamente tutte le informazioni importanti: ad esempio, l’industria del tabacco è stata abile nel reclutare ricercatori medici che negassero qualsiasi correlazione fra il fumo di sigaretta ed il cancro ai polmoni, senza divulgare le loro fonti di finanziamento (Drope & Chapman, 2001).
Sono poche le conseguenze per i ricercatori che non dichiarano conflitti d’interesse, ed almeno una fra le più importanti riviste mediche -il “Journal of American Medical Association” o JAMA- ha modificato la propria politica per rendere le indagini su tali conflitti meno trasparenti (DeAngelis e Fontanarosa, 2009).
Oltre a ricevere i fondi delle industrie farmaceutiche, i ricercatori vengono talvolta pagati anche per risultare gli autori di articoli scritti da terze persone, ossia i cosiddetti scrittori-fantasma. L’autore effettivo degli articoli, sponsorizzato dalle industrie farmaceutiche, non viene mai rivelato, così che il lettore spesso non è consapevole dell’influenza dell’industria farmaceutica su questi articoli scritti da scrittori-fantasma (Nagai et al, 2005).
Food & Drug Administration (FDA) in USA
La Food and Drug Administration in USA affronta almeno tre differenti conflitti d’interesse, considerando la sponsorizzazione stessa della ricerca e la correlazione fra i vaccini pediatrici e l’autismo.
Il primo conflitto si nota nel fatto che la sua missione è quella di valutare ed approvare i vaccini per salubrità ed efficacia, per cui il suo eventuale finanziamento d’una ricerca che rivela una relazione fra autismo e vaccini pediatrici approvati da FDA può pesantemente danneggiar la sua reputazione e ridurre la fiducia pubblica verso tale ente.
Il secondo conflitto è rappresentato dal modo di finanziamento della Food and Drug Administration.
Nel 1992 venne adottato il “Prescription Drug User Fee Act”, per cui le aziende farmaceutiche pagavano e tuttora pagano delle commissioni per la valutazione dei loro medicinali.
L’intento della normativa era quello di migliorare le risorse economiche della Food and Drug Administration e con ciò velocizzare le valutazioni, nonostante fondi provenienti dall’industria farmaceutica possono apparire come un modo per influenzare la Food and Drug Administration (Angell, 2004).
È da notare che il “Prescription Drug User Fee Act” si riferisce ai soli farmaci per prescrizioni mediche, e sono escluse quindi le vaccinazioni, ma molti produttori di vaccini producono anche i suddetti medicinali. Le commissioni pagate dalle aziende farmaceutiche forniscono incentivi per la FDA per esser loro compiacenti anche in merito ai vaccini, a causa del legame economico che viene così a crearsi.
Il terzo conflitto riguarda il programma “National Vaccine Injury Compensation”: i genitori che credono che i loro figli siano stati danneggiati da un vaccino possono presentare un reclamo alla Divisione di “Vaccine Injury Compensation” (DVJC), ma sia DVJC sia FDA sono divisioni facenti parte del “Department of Health and Human Services” (DHHS).
Se la FDA fornisse al pubblico studi che dimostrassero una possibile correlazione tra vaccinazioni ed autismo, starebbe fornendo prove dall’interno per la presentazione di reclami per danni da vaccino !
Nel dicembre 2011 sono stati presentati reclami alla Divisione di “Vaccine Injury Compensation” (DVJC) per 5.600 casi di autismo. L’ammontare medio dei risarcimenti per danneggiato si avvicina agli 825.000 dollari (DHHS 2011), per un costo totale di oltre 4,6 miliardi di dollari.
Inoltre, un numero maggiore di genitori farebbe richiesta di risarcimento se il DVIC riconoscesse l’autismo come conseguente danno da vaccino.
Center for Disease Control and Prevention (CDC) in USA
Dopo che un vaccino ha ricevuto l’approvazione dalla FDA, i centri per il controllo e la prevenzione delle patologie (CDC) decidono se aggiungere tale vaccino al programma vaccinale consigliato per la popolazione civile in America. Tutti i CDC sponsorizzano inoltre la ricerca sulla sicurezza dei vaccini.
Vi sono quindi almeno tre importanti conflitti d’interesse che interferiscono con la capacità di fornire ricerche obiettive sulla sicurezza dei vaccini. Il primo si nota nella natura stessa del mandato dei CDC: prevenire e controllare malattie, danni e disabilità (CDC, 2012), per cui tutti i CDC sono tenuti a prevenire le patologie, e lo fanno in gran parte promuovendo le vaccinazioni.
Se la ricerca sponsorizzata dalle aziende farmaceutiche dovesse identificar i vaccini come pericolosi ed il programma vaccinale consigliato associato all’autismo, i CDC sarebbero costretti ad ammettere che le politiche non sostengono il loro obiettivo ed effettivamente promuovono disabilità.
Dato che i CDC hanno il compito di favorire i programmi vaccinali nonché valutare i rischi da vaccinazioni, potrebbero essere riluttanti a sponsorizzare ricerche che rivelino i rischi da essi stessi creati.
Un esempio di problema creato dallo stesso CDC si è verificato nel 2000, quando lo stesso ente commissionò allo IOM o “Institut of Medicine” la valutazione sulla sicurezza dei vaccini, in particolare la possibile correlazione fra il vaccino MPR con conservante Thimerosal contenente mercurio e l’insorgenza dell’autismo. In una discussione circa lo studio proposto (IOM, 2001), la Dott.ssa Marie McCormick, allora presidente del Comitato per la revisione sulla sicurezza nell’immunizzazione dello IOM, dichiarò (pag. 33):
“L’ente che ha commissionato la ricerca (uno dei CDC) vuole che noi dichiariamo, così, che queste cose (i vaccini) sono abbastanza sicure in base alla popolazione esaminata”.
Più tardi, nella stessa discussione per la pianificazione, la Dott.ssa McCormick decideva (pag. 97): 《Non siamo mai riusciti a giungere alla conclusione che l’autismo è un vero effetto collaterale (dei vaccini)…》.
Dichiarò in tal modo la conclusione prima ancora che lo studio venisse intrapreso. Nella sua correlazione finale, lo IOM concluse che, nonostante fosse teoricamente possibile una correlazione fra vaccini ed autismo, gli studi epidemiologici non avevano favorito alcun legame casuale e avevano suggerito di convogliare le sovvenzioni in aree più promettenti della ricerca (IOM, 2004).
Altri ricercatori che hanno ricevuto borse di studio dai CDC potrebbero essere cauti nel ricercare le cause dei problemi che i loro benefattori potrebbero aver creato.
Un secondo conflitto coinvolge il programma “National Vaccine Injury Compensation”: i genitori che credono che i loro figli siano stati danneggiati da un vaccino possono presentare un reclamo alla Divisione di “Vaccine Injury Compensation” (DVJC), ma sia DVJC che CDC sono divisioni facenti parte il “Department of Health and Human Services” (DHHS).
Quindi, se le ricerche sovvenzionate dai CDC mostrano che i vaccini potrebbero avere effetti collaterali quali l’autismo, starebbero fornendo prove all’interno dello stesso ente per far presentare reclami per danni da vaccino !
Infine, l’impegno come funzionario/a del CDC potrebbe rappresentare un trampolino di lancio per un futuro impiego presso le case farmaceutiche: trascorso un anno dalla fine del suo rapporto lavorativo come direttore d’uno dei CDC, nel 2009 la Dott.ssa Julie Gerberdin ricoprì la carica di presidente dell’industria farmaceutica Merck.
Durante il suo incarico come direttore CDC dal 2002 al 2008, la Dott.ssa Gerberdin ha supportato il succitato studio IOM, così come altri studi tesi a dimostrare l’inesistenza di qualsiasi correlazione fra vaccini e insorgenza di disturbi neurologici (vedesi CDC 2010 per una panoramica sugli studi).
Un altro ex dipendente CDC, il Dr. Thomas Verstraeten, iniziò a lavorare per l’azienda farmaceutica GlaxoSmithKline quand’era in procinto di completare un importante studio sui potenziali effetti collaterali negativi del Thimerosal (Verstraeten, 2004): lo studio non rilevò alcuna associazione significativa coerente tra il Thimerosal e l’esito neurologico negativo (Verstraeten et al, 2003).
Mentre gli studi possono esser stati oggetto di una buona analisi, i conflitti d’interesse in materia di enfasi o conclusione di ricerca sono inevitabili quando un pubblico ufficiale assume una posizione lucrativa nel settore da lui/lei regolato in precedenza.
Congresso in USA
Nonostante le commissioni del Congresso abbiano intrapreso alcune indagini sulla possibile correlazione fra vaccini ed autismo (US HR 2000a,b, 2003), il problema non è stato perseguito attivamente.
I membri del Congresso potrebbero essere riluttanti a finanziare ricerche sulla sicurezza del vaccino per almeno due ragioni: contributi e prospettive di un’occupazione futura.
Secondo il “Center for Responsive Politics” (CRP), l’industria farmaceutica ha speso più di 2,3 miliardi di dollari fra il 1998 ed il 2011 per fare pressioni su funzionari eletti e candidati, più di qualsiasi altra industria (CRP, 2011), e dal 1998 al 2008 i lobbisti sono aumentati costantemente passando da 729 nel ’98 sino al picco di 1803 nel 2008 e per stabilizzarsi a 1612 nel 2010 (CRP, 2010).
Sin dal 2005 l’industria farmaceutica impiega almeno tre lobbisti per ogni membro del congresso; esiste inoltre una sorta di tresca fra Congresso ed industria farmaceutica: oltre la metà dei lobbisti impiegati presso le aziende farmaceutiche nel 2008 ha lavorato nel Congresso o in un altro ramo del governo federale, e 35 sono stati ex membri del Congresso (Beckel, 2009).
Il mandato di uno studio che potrebbe danneggiare i principali futuri datori di lavoro potrebbe comportare meno contributi, nessuna offerta d’impiego o entrambe le ipotesi !
Commissioni mediche apposite
Apposite commissioni nella comunità medica possono sponsorizzare studi sulla sicurezza dei vaccini.
Una commissione medica apposita che può fornire sovvenzioni per tali tipi di studi è la “Interagency Autism Coordinating Committee” (IACC), che coordina i vari enti all’interno del DHHS che indagano sull’autismo, oltre a finanziare la ricerca sulle possibili cause dell’autismo.
Nel gennaio 2009, il Dr. Thomas Insel, presidente della Commissione (IACC) ha indetto a sorpresa una nuova votazione sull’eventualità di sostenere il finanziamento di due studi per verificare la possibile correlazione fra vaccini e autismo. Nonostante solo un mese prima, nel dicembre 2008, la Commissione inizialmente avesse votato a favore della sovvenzione degli studi (ICI, 2008), la stessa decise poi a gennaio 2009, un mese dopo, di non effettuare lo studio in seguito ad un’ulteriore votazione a sorpresa.
Il Dott. Thomas Insel affermò che la sezione “Health Resources and Services Administration” (HRSA) -facente parte del “Department of Health and Human Services (DHHS)- che gestisce sia le sovvenzioni per IAAC che le casse di compensazione per danni da vaccini, aveva affrontato almeno l’apparenza di un conflitto.
Gruppi di difesa
Alcuni gruppi di difesa indipendenti sono scettici a proposito dei vaccini e vogliono esporne i pericoli. Queste organizzazioni senza scopo di lucro sponsorizzano la ricerca sulla possibile associazione fra vaccini ed autismo.
Gruppi quali “Autism Research Institute” (ARI), il “National Vaccine Information Center” (NVIC) ed il “Sensible Action for Ending Mercury-Induced Neurological Disorders” (SafeMinds) forniscono sovvenzioni limitate per lo studio sulla sicurezza dei vaccini.
Alcuni membri di queste organizzazioni hanno anche un programma legislativo che include promulgare leggi per permettere la scelta delle vaccinazioni e lo stanziamento di maggiori risorse per lo studio degli effetti collaterali dei vaccini (Habakus & Holland, 2011).
Alcuni dei genitori di bambini con l’autismo o con altri disordini neurologici, che hanno fondato molti di questi gruppi, hanno presentato un reclamo alla Divisione di “Vaccine Injury Compensation” (DVJC). Quindi, alcune persone associate con questi gruppi hanno un interesse economico a sovvenzionare una ricerca che stabilisca una correlazione fra insorgenza dell’autismo e somministrazione di vaccini pediatrici.
Queste organizzazioni sponsorizzano progetti relativamente piccoli: ARI concede per la ricerca in media circa 20.000 dollari (ARI, 2012), SafeMinds concede da minimo 5.000 a massimo 75.000 dollari all’anno (SafeMinds, 2012), la quota messa a disposizione da NVIC per la ricerca è approssimativamente 100.000 dollari (NVIC, 2012).
I succitati gruppi di difesa dispongono di un’organizzazione e di finanziamenti minori rispetto agli enti governativi o ai produttori di vaccini poiché il loro compito principale è quello di diffondere maggiori informazioni per confutare le dichiarazioni degli enti pubblici e/o dell’industria farmaceutica, e nonostante vi sia la nomea che tali gruppi spingerebbero per studi dai risultati mirati e nonostante vi sia una limitata sorveglianza circa le informazioni diffuse dai gruppi di difesa, la ricerca da loro sponsorizzata passa attraverso un processo di valutazione identico a quello di qualsiasi altra ricerca che appare sulle riviste mediche basate su una valutazione reciproca.
Riviste mediche
Le riviste mediche non finanziano direttamente le ricerche sulla sicurezza dei vaccini, in quanto divulgano la ricerca e influenzano in tal modo il tipo di ricerca sponsorizzata. Se un’area di ricerca viene finanziata, ma di questa nulla viene pubblicato, gli sponsor smetteranno di sovvenzionare tale area.
Le riviste mediche dovrebbero fungere da archivio di ricerche obiettive e imparziali, nonostante i contrasti di alcuni autori di articoli ed editori di riviste mediche per quanto riguarda la diffusione della ricerca in materia di sicurezza dei vaccini: si nota un conflitto d’interesse quando un autore di articoli scientifici, che trattano e analizzano la sicurezza dei vaccini, è anche un consulente pagato -o comunque riceve sovvenzioni- da un produttore.
Tale conflitto non significa che l’analisi effettuata sia scorretta, ma che sia stata influenzata l’analisi stessa.
Un editoriale nel New England Journal of Medicine (NEJM) ha generalmente osservato quanto segue:
”Ciò che è in questione non è se i ricercatori possono essere “comprati”, nel senso di contropartita o ‘do ut des’, è che la collaborazione stretta e remunerativa con una società crea naturalmente buona volontà da parte dei ricercatori e la speranza che la generosità continui. Questo atteggiamento può influenzar in maniera sottile qualsiasi giudizio scientifico”.
I legami degli autori di riviste mediche con i produttori di vaccini sono dilaganti, come rivelato in una recensione di autori di articoli sulla sicurezza dei vaccini pubblicata su prestigiose riviste mediche.
La tabella 1 qui sotto riporta il numero di articoli trovati cercando sui server EBSCO i lemmi “vaccini” e “sicurezza” nelle sintesi di articoli originali di ricerca su riviste selezionate dal 2006 al 2010.
Lundh et al (2010) hanno identificato le seguenti come principali riviste mediche in base al loro fattore di impatto: Archives of Internal Medicine (Archives), Annals of Internal Medicine, British Medical Journal (BMJ), JAMA, il Lancet, NEJM ed infine Pediatrics
La ricerca è stata effettuata in tutte le suddette riviste mediche a causa della loro enfasi sulla salute dei bambini; solo su Archives non v’era alcuno studio con risultati corrispondenti ai criteri di ricerca
Tutte le altre riviste contengono un totale di 39 studi con risultati rispondenti a tali criteri: 31 studi -cioè il 79,5 %- includono almeno un autore che ha dichiarato un conflitto d’interesse con i produttori di vaccini, e 24 studi -cioè il 61,5 %- includono tre autori con conflitti d’interesse
Oltre agli autori, anche le stesse riviste mediche possono essere in conflitto d’interesse !
Washington (2011) ha condiviso i dettagli in merito alla dipendenza delle riviste mediche dalla pubblicità di aziende farmaceutiche, che possono rappresentare fino al 99% degli introiti pubblicitari di una rivista medica. Fugh-Berman et al (2006) hanno evidenziato il fatto che alcune riviste mediche accettano ricavi pubblicitari solo da aziende che vendono prodotti relativi alla medicina, aumentando in tal modo la dipendenza della rivista dalle aziende farmaceutiche.
In una testimonianza davanti alla commissione de “House of the common science and technology” in Inghilterra, la Dott.ssa Fiona Godlee, redattrice-capo del BMJ, ha ulteriormente caratterizzato il rapporto tra riviste mediche e produttori di farmaci.
Questa di seguito è la sua testimonianza:
“Anche dal punto di vista delle pubblicazioni a revisione paritaria, è stato detto che le riviste mediche rappresentano la struttura di promozione commerciale dell’industria farmaceutica. Questo non è falso. In larga misura, questo è vero (UK HC Science and Technology Committee, 2011)”.
Inoltre, le aziende farmaceutiche forniscono i fondi alle riviste mediche acquistando la ristampa di articoli e le sottoscrizioni che le aziende farmaceutiche stesse distribuiscono ai medici.
Nonostante le informazioni sull’ammontare dei ricavi derivanti dalle ristampe non sia di pubblico dominio, Lundh et al (2010) interrogarono sei fra le più importanti riviste mediche per determinare l’influenza dell’edizione delle ristampe sul totale del fatturato per gli anni 2005 e 2006: risposero BMJ, che riportò che la vendita di quasi un milione di ristampe corrispondeva al 3% delle sue entrate, e the Lancet, secondo cui la vendita di oltre undici milioni di ristampe corrispondeva al 41% delle sue entrate.
Lundh et al. determinano da fonti pubbliche che la American Médical Association, che pubblica sia Archives che JAMA, ha ottenuto circa il 12% delle sue entrate dalle ristampe.
La testimonianza del Dr. Richard Horton, editore del Lancet - tenutasi davanti alla Commissione de “House of Commons Health” in Inghilterra - ha fornito ulteriori prove del peso economico delle ristampe per le riveste mediche. Il Dr. Horton ha parlato della sua esperienza con gli investigatori circa la loro ricerca, ed ha espresso interesse per il loro lavoro. Gli investigatori avrebbero affermato che la ristampa degli articoli può portare ad ulteriori entrate economiche, per cui il Dr Horton ha così spiegato in una conversazione telefonica:
“È probabile che le aziende farmaceutiche vorranno acquistare varie centinaia di migliaia di ristampe, e naturalmente diverse centinaia di migliaia di ristampe potrebbero tradursi in un aumento di fatturato di mezzo milione o addirittura di un milione di sterline per le riviste. Vi è una connessione implicita tra la presentazione di un articolo scientifico e l’aumento di entrate per una rivista medica (UK HC Health Committee, 2005)”.
Il Dr. Horton ha ulteriormente testimoniato che se un esaminatore del testo era troppo critico verso un articolo, le aziende farmaceutiche che sovvenzionavano la ricerca potevano chiamarlo per chiedere che il giornale fosse più indulgente verso tal articolo. Il rappresentante della società farmaceutica potrebbe trattare per far ritirare l’articolo e sottolineare che se l’articolo venisse ritirato, e quindi eliminato, non ci sarebbe alcuna entrata da ristampa per la rivista medica.
Attuale ricerca sulla sicurezza dei vaccini
Resnik (2004) sottolinea che i conflitti d’interesse possono portare ad una ricerca non imparziale, a danni e ad un basso livello di fiducia.
Mentre è impossibile sapere con certezza se i succitati conflitti d’interesse possano o meno aver influenzato l’attuale stato della ricerca sulla sicurezza dei vaccini, si sa che esistono molte lacune nella ricerca: i rapporti dei danni derivanti da vaccini non vengono studiati, e la fiducia pubblica è e rimane ad un basso livello; effettivamente affrontare questi problemi significa ridurre al minimo i conflitti che si trovano a sostenere coloro che effettuano le ricerche sui vaccini e relativa sicurezza.
Comunque, a differenza di altri studiosi, quasi tutti i ricercatori sulla sicurezza dei vaccini si trovano ad affrontare un qualche tipo di conflitto.
Conflitti da affrontare per i ricercatori sulla sicurezza dei vaccini
Solitamente, i conflitti nella ricerca medica sono limitati all’influenza dell’industria che commissiona gli studi. Ad esempio, le ricerche sponsorizzate dall’industria del tabacco mostravano che fumare era sicuro: i ricercatori medici estranei alla suddetta industria che scrissero a proposito dei danni derivanti dal fumo volevano appunto confutare lo studio sponsorizzato dalle industrie del tabacco. Fino a quando non emerse la volontà di emanare leggi per vietare il fumo, si nota la mancanza di un programma politico in chi intraprendeva le ricerche.
Alcune persone scettiche in merito ai risultati degli studi sulla sicurezza dei vaccini hanno iniziato ad unirsi in organizzazioni senza scopo di lucro (vedesi Gruppi di difesa sopra) e ad avere un programma politico per ottenere la libertà di scelta per le vaccinazioni ed indennizzi per le vittime presunte (Habakus & Holland, 2011). Il fatto che i conflitti esistano per i produttori di vaccini che sponsorizzano le ricerche così come per coloro che sono scettici in merito ai vaccini potrebbe contribuire in diverse tendenze all’attuale stato della ricerca sulla sicurezza dei vaccini: una è il crescente interesse per lo studio riguardante la sicurezza dei vaccini dagli anni ’90, quando per la prima volta venne ipotizzata una correlazione fra autismo e vaccini pediatrici. Nella tabella qui sotto viene mostrata graficamente la costante crescita della percentuale di articoli sui vaccini indicizzati in PubMed.
In questa tabella, degli articoli indicizzati in PubMed contenenti il lemma “vaccini” poco più del 2% contiene anche il lemma “sicurezza” nel 1980, mentre la percentuale sale al 5% nel 1990 ed al 7% nel 2000, per arrivare infine nel 2010 attorno al 10%.
Un’altra tendenza è l’aumento di ricerche contraddittorie: alcuni studi mostrano che sia impossibile stabilire una correlazione fra autismo e vaccini, mentre altri concludono che la questione è tuttora aperta e sono necessari ulteriori studi.
I genitori, solitamente gli ultimi responsabili delle decisioni finali circa i vaccini, sono confusi ma possono trovare ulteriori informazioni per essere aiutati a trovar risposte alle loro domande. Inoltre, la ricerca di informazioni è un procedimento attualmente in corso;
seppure i genitori decidono di far inoculare ai loro figli tutti i vaccini obbligatori e/o suggeriti, possono in seguito far ritardare e/o rifiutare ulteriori vaccini, specialmente se i loro figli mostrano segni di danni neurologici.
Questa linea d’azione è più facile da perseguire in quanto la ricerca sulla questione in merito alla sicurezza dei vaccini esiste da entrambe le parti.
I fruitori delle ricerche mediche devono con ogni probabilità accettare che quasi tutti i ricercatori sulla sicurezza dei vaccini si trovano ad affrontare conflitti d’interesse, e ne pagano le conseguenze: sanno già come scartare ricerche sponsorizzate dall’industria farmaceutica, ma debbono apprendere come scartare quelle finanziate da gruppi di persone scettiche in merito ai vaccini.
Indipendentemente da chi sovvenziona, i fruitori delle ricerche debbono essere eccezionalmente vigili nel valutare le domande di ricerca che vengono poste, il modo in cui uno studio viene pianificato, quali dati vengono raccolti e come, e se la conclusione risulta dall’analisi.
Ad esempio, alcuni studi epidemiologici mostrano che sia impossibile stabilire una correlazione fra autismo e vaccini (Hiviid et al, 2003; Madsen et al, 2003; Smith & Woods, 2010), mentre altri vengono concepiti per creare ipotesi, senza determinare le cause o le sue assenze (Washio et al, 2008).
Rari ricercatori indipendenti sulla sicurezza dei vaccini hanno pochi, se esistenti, legami sia con aziende farmaceutiche produttrici di vaccini dell’America del Nord e/o dell’Europa occidentale, legislatori o gruppi di difesa che mettono in discussione la sicurezza dei vaccini. La ricerca che emerge al di fuori dei suddetti paesi sembra essere scritta da ricercatori con pochi o alcun conflitto d’interesse, come Wu et al. (2010) provenienti dalla Cina, Dorea & Marquez (2010) dal Brasile e Duszczyk-Budharthoki et al. (2011) dalla Polonia che dichiarano nelle loro pubblicazioni di non avere conflitti d’interesse. I risultati dei loro studi sulla sicurezza dei vaccini sono contrastanti: Wu et al. affermano che il vaccino H1N1 sia sicuro, mentre Dorea & Marquez e Duszczyk-Budharthoki et al. dichiarano che il mercurio e l’alluminio presenti nei vaccini possono essere nocivi.
Lacune esistenti nella ricerca sulla sicurezza dei vaccini
Mentre durante la procedura di approvazione normativa viene considerata la sicurezza del singolo vaccino, gli studi successivi tendono ad osservare le reazioni immediate all’inoculazione di un vaccino ed al massimo per alcune settimane, rimanendo quindi sconosciuti gli effetti a lungo termine. Le aziende farmaceutiche ed i legislatori vorrebbero far effettuare studi post-registrativi, per cui però le risorse economiche appaiono limitate: Cooper et al. (2008) riferiscono che l’ente “Immunisation Safety Office” in Usa ha in bilancio soli 20 milioni di dollari, minuscola frazione dei quasi 3 miliardi di dollari stanziati per il “National Center for Immunisation and Respiratory Diseases”.
Inoltre, mai è stato intrapreso alcuno studio sulla sicurezza dell’intero programma vaccinale in Usa: quali effetti secondari o reazioni avverse possa causare la combinazione di vaccini sono sconosciuti ed i problemi inerenti non vengono affrontati.
Ad esempio, la preoccupazione per il Thimerosal, che per metà è etilmercurio, tuttora rimane: il vaccino classico per l’influenza contiene 50 microgrammi di Thimerosal, che in California viene classificato come un composto del mercurio e che può causare tossicità per lo sviluppo (CA EPA 2004). Comunque, nessuno studio fornisce linee guida in merito a quale sia il livello di sicurezza dell’etilmercurio da iniettare (FDA 2011)
L’alluminio è un altro componente trovato nei vaccini, i cui rischi sono tuttora non ben compresi (Dorea & Marques, 2010; Tomlienovich & Shaw, 2011 a, b).
Almeno un funzionario della sanità pubblica ha sollevato delle preoccupazioni circa le lacune esistenti nella ricerca sulla sicurezza dei vaccini. La Dott.ssa Bernadine Healy, ex direttrice del National Institute of Health, ha commentato che i funzionari della sanità pubblica non stavano ricercando una possibile correlazione fra vaccini ed autismo per paura di ciò che avrebbero potuto trovare e degli effetti sul programma vaccinale.
“ Vi è una preoccupazione del tutto espressa, che non vogliono portare avanti un’ipotesi, perché essa per la comunità della salute pubblica nel suo complesso potrebbe essere talmente dannosa da spaventare la gente… Penso che le persone siano più intelligenti di così, valutano i vaccini. Ma ancora più importante, non credo che si dovrebbe mai voltare le spalle a qualsiasi ipotesi scientifica perché si ha paura di ciò che può mostrare!
Un medico che ha esplorato i possibili rischi dei vaccini divenne il centro di una tempestosa polemica: in una serie di casi di studio, il Dr. Andrew Wakefield ed i suoi colleghi suggerirono una possibile correlazione fra problemi gastrointestinali -probabilmente peggiorati a causa del vaccino MPR- e l’autismo.
“Abbiamo identificato un’enterocolite cronica nei bambini che potrebbe essere relativa a disfunzioni neuropsichiatriche. In molti casi, l’insorgenza dei sintomi avviene dopo l’immunizzazione per morbillo, parotite e rosolia. Sono necessarie ulteriori indagini per esaminare questa sindrome e la possibile correlazione col vaccino MPR (Wakefield et al, 1998)”.
Il “General Medical Council” in Inghilterra, un organo di autogoverno professionale che concede la licenza ai medici, ha creato un gruppo di udienza (Fitness To Practice o FTP) che ha ritenuto Wakefield colpevole di gravi mancanze professionali (GMC, 2010) e che gli ha revocato la licenza di medico per poter esercitare in Inghilterra
Nonostante alcuni affermino che la ricerca sia stata fraudolenta (Deer, 2011), altri indicano altre ricerche che confermano le conclusioni di Wakefield et al. (PR Newswire, 2011). Mettendo da parte la questione sulla colpevolezza o sull’innocenza di Wakefield, la sua esperienza potrebbe avere effetti terrificanti su qualsiasi ricercatore che consideri lo studio dei rischi dei vaccini.
Nessuna indagine per le segnalazioni di danni da vaccini
Nonostante molti genitori segnalino che i vaccini abbiano causato o siano associati all’autismo, nessuno sponsor ha finanziato ulteriori ricerche su bambini che si presume abbiano sviluppato l’autismo in seguito alle vaccinazioni.
Uno studio ha trovato almeno 83 danneggiati da vaccino che hanno ricevuto un risarcimento dal “Vaccine Injury Compensation Program” (VICP) negli Usa per avere sviluppato l’autismo insieme ad altre disabilità (Holland et al, 2011).
Oltre a questi risarciti, più di 5.600 persone avevano presentato un reclamo a VIPC indicando che i vaccini sono stati la causa dell’autismo per i loro figli (DHHS, 2011) e che oltre 2000 segnalazioni di autismo o di disordine dello spettro autistico come danno da vaccino sono state riportate nel VAERS (“Vaccine Adverse Event Reporting System”) che raccoglie informazioni di coloro che in prima persona o i cui figli sono stati danneggiati dai vaccini.
Il VAERS viene definito una misura inaffidabile delle reazioni ai vaccini: Scott et al. (1990) rilevano che un tale sistema passivo sottostima di gran lunga il numero reale degli eventi avversi, mentre Ellenberg & Chen (1997) sottolineano che le segnalazioni potrebbero essere semplici coincidenze e quindi verificarsi un problema di sovra-segnalazione.
A prescindere dalla precisione dei reclami effettuati dai genitori oppure riportati nel VAERS, molti genitori sospettano che i vaccini siano la causa per l’insorgenza dell’autismo nei loro figli. Uno studio ha confermato che almeno la metà dei genitori di bambini con l’autismo crede che ciò che abbia innescato l’autismo o il disordine dello spettro autistico sia proprio la vaccinazione (Law et al, 2010).
Tali genitori potrebbero essere in errore, ma non son stati ancora convinti della sicurezza dei vaccini neppure dalle attuali ricerche in questo campo. Nonostante le segnalazioni e i sospetti dei genitori, nessuno sponsor delle suddette ricerche ha sinora finanziato alcuno studio su larga scala della prevalenza dell’autismo fra bambini vaccinati contro i non vaccinati, né vengono inclusi negli studi prospettici i documenti delle vaccinazioni.
Ad esempio, il “Columbia Center for Children’s Environmental Health” sponsorizza studi che tracciano le esposizioni pre e post nascita ad una varietà di inquinanti ambientali per determinare i possibili esiti negativi per la salute, tuttavia il problema dell’esposizione ai vaccini viene escluso (CCCEH, 2011), così come nel “National Child Study”, che esamina in modo prospettico l’influenza di altri fattori ambientali (NCS, 2012).
Basso livello di fiducia nella ricerca sulla sicurezza dei vaccini
Alcuni analisti del settore hanno paragonato la fiducia del pubblico in Usa verso i vaccini ad una crisi (Black & Rappuoli, 2010): Kennedy et al. riferiscono che il 77% dei genitori intervistati hanno almeno una preoccupazione a proposito della sicurezza dei vaccini, mentre secondo un rapporto del CDC, il 39% dei genitori intervistati ha personalizzato il calendario vaccinale ritardando le vaccinazioni o le ha completamente evitate (DeNoon, 2010). Infine, in un’intervista effettuata da WebMD, almeno il 70% dei genitori vogliono informazioni sui rischi legati alle vaccinazioni, ed il 66% di loro ha chiesto maggiori dettagli oppure ha rifiutato di vaccinare i propri figli (DeNoon, 2011).
Almeno la metà dei genitori intervistati negli Stati Uniti mette in discussione la validità dei dati sulla sicurezza dei vaccini a causa dell’influenza delle aziende farmaceutiche, ed oltre il 40% crede che il governo stia coprendo le reali informazioni (ASTHO, 2010). In uno studio, i genitori hanno riferito d’esser maggiormente preoccupati per le vaccinazioni MPR, Papilloma virus e influenza ed impauriti dall’autismo, dalle troppe iniezioni e dai gravi effetti collaterali (Tryon et al, 2011).
Oltre ai genitori, anche gli operatori sanitari quali medici neolaureati stanno sollevando domande circa la sicurezza dei vaccini. Uno studio ha rivelato che solo il 40% degli operatori sanitari si è sottoposto a vaccino antinfluenzale (King et al, 2006), mentre un altro studio ha evidenziato che fra le cause di rifiuto della vaccinazione antinfluenzale vi era la preoccupazione per le reazioni avverse (Clark et al, 2009). Quando lo stato di New York impose il vaccino antinfluenzale H1N1 per medici professionisti, gli operatori sanitari protestarono, denunciando problemi di sicurezza di tale vaccino (Matthew, 2009), e la direttiva venne ritirata prima di due mesi dalla sua promulga, senza quindi alcuna effettiva entrata in vigore (Chart & Hartocollis, 2009). Un ulteriore studio ha evidenziato che i medici neolaureati sono più scettici a proposito della sicurezza dei vaccini rispetto a loro colleghi più anziani. I medici neolaureati hanno messo in discussione particolarmente la sicurezza dei vaccini per polio, MPR e varicella (Mergler & Omer, 2011).
Discussione
Affrontare i conflitti d’interesse fra ricercatori e istituzioni che studiano la sicurezza sui vaccini potrebbe ridurre i pregiudizi e ripristinare la fiducia del pubblico. La ricerca in tal senso suggerisce di evitare i conflitti più pregiudizievoli, di gestirne alcuni e di rendere pubblici altri conflitti d’interesse (Resnik, 2004). Tale quadro della situazione è utile per determinare come affrontare i conflitti nella ricerca sulla sicurezza dei vaccini.
Proibire enti che promuovono i vaccini a discapito della sicurezza
Le compagnie aeree americane offrono un valido modello per affrontare i conflitti d’interesse dei CDC sia per promuovere i vaccini sia per la supervisione della sicurezza (Salmon et al, 2004): si potrebbe costituire un “National Vaccine Safety Board” -separato e quindi indipendente dal “Department of Health and Human Services” (DHHS)- che sovraintenda la sicurezza sui vaccini, simile al “National Transportation Safety Board” (NTSB), che è un ente indipendente che non riceve né finanziamenti né supporto amministrativo dal dipartimento dei trasporti (Department of Transportation) in Usa.
Nonostante in principio il “National Transportation Safety Board” facesse parte del dipartimento dei trasporti in Usa, i funzionari optarono per separare i due enti, dichiarando quanto segue:
“Nessun ente federale può correttamente effettuare tali funzioni (di controllo) senza una completa separazione e senza quindi esser indipendente da qualsiasi altro ente degli Stati Uniti (NTSB, 2011)”.
Comunque, la creazione di un ente indipendente e credibile per la sicurezza dei vaccini sarebbe di difficile per almeno due aspetti cruciali:
- in primo luogo, un incidente aereo è evidente
- in secondo luogo (e questa differenza fa svanire la prima), dato che è impossibile nascondere un incidente aereo, le compagnie aeree sono obbligate a promuovere la sicurezza
- Per quanto riguarda gli incidenti aerei, le compagnie aeree non possono finanziare studi che affermino che l’incidente non è mai avvenuto e neppur eliminare le notizie dai media; il danno da vaccino può essere spiegato subito come una coincidenza, specie se il danno si manifesta solo svariati anni dopo l’inoculazione del vaccino. Dal momento che i danni da vaccino possono essere difficili da determinare, è tanto più importante una netta distinzione fra l’ente che supervisiona tali rischi e l’ente che promuove i vaccini: se un genitore segnala un danno ad un ente che è specificamente incaricato di vigilare sui rischi da vaccino, tale ente sarà incentivato ad indagare
- Per quanto riguarda la sicurezza delle compagnie aeree, quando una di queste presenta un indice di sicurezza negativo corre il serio rischio di perdere clienti ed affrontare cause legali rovinose; l’industria dei vaccini non ha tali limitazioni dal momento che lo Stato impone per legge ai bambini di ricevere i prodotti dell’industra farmaceutica e l’unica via di ricorso legale è un gruppo di difesa per danni da vaccino, non un tribunale
Infatti, una volta che un vaccino è passato attraverso un costoso procedimento di approvazione, il relativo produttore è disincentivato a studiare eventuali effetti collaterali negativi. Una commissione credibile per la sicurezza dei vaccini dovrebbe affrontare alcuni dei seguenti problemi
- Ogni segnalazione da parte di genitori o di un medico di una reazione avversa ad un vaccino dovrebbe essere studiata; bisognerebbe confrontare gli esiti di salute a lungo termine dei bambini vaccinati rispetto a quelli non vaccinati, in quanto uno studio di questo tipo non è stato ancora eseguito. Se alcuni vaccini vengono associati al rischio d’insorgenza dell’autismo, una cattiva pubblicità potrebbe costringere i produttori di vaccini a minori leggerezze sui rischi: ammettere l’esistenza di possibili reazioni avverse potrebbe costringere i produttori a ritirare i vaccini, apportare i miglioramenti per ridurre gli effetti collaterali e quindi chiedere l’approvazione normativa ancora una volta (il tutto è un processo molto costoso)
Nonostante le difficoltà, la creazione di un ente indipendente per la sicurezza dei vaccini aiuterebbe a ripristinare la fiducia del pubblico nel programma di vaccinazione, come notato da Salmon et al (2004):
"Il pubblico deve sapere che le preoccupazioni per la sicurezza sono prese sul serio, studiate da professionisti indipendenti la cui responsabilità principale è principalmente la sicurezza piuttosto dell’aspetto finanziario, dell’immagine pubblica o degli obiettivi di programma delle case farmaceutiche".
Divieto per funzionari pubblici di lavorare per aziende farmaceutiche
Le prospettive per la soluzione di problemi fra uffici pubblici e aziende farmaceutiche produttrici di vaccini potrebbe contribuire a ripristinare la fiducia nel programma vaccinale: i genitori riacquisterebbero fiducia nei funzionari della salute pubblica che attualmente ricoprono una carica nel governo sapendo che in passato tali funzionari non avrebbero potuto utilizzare il loro precedente ruolo nella sanità pubblica come trampolino di lancio per ricoprire cariche redditizie nel settore privato delle aziende farmaceutiche; in particolare, se chiunque abbia ricoperto una posizione politica con un interesse comune con le case farmaceutiche oppure abbia fatto parte del comitato consultivo di vaccini non abbia ricevuto alcun finanziamento in passato o non sia mai stato stipendiato da produttori di vaccini.
I funzionari della salute pubblica non dovrebbero inoltre possedere azioni di alcuna società farmaceutica produttrice di vaccini, né dovrebbe essere permesso ai politici ed ai consulenti di politiche vaccinali di ricevere sovvenzioni o stipendio o acquistare azioni da aziende farmaceutiche produttrici di vaccini alla fine del loro rapporto lavorativo. La stessa strategia dovrebbe esser applicata a chi ha potere decisionale nei casi di danni da vaccino così come per legislatori che mettono in atto normative inerenti ai vaccini.
Siccome trovare esperti qualificati nel settore dei vaccini che siano senza precedenti legami con le aziende farmaceutiche è davvero difficile (Drazen & Curfman, 2002), l’attuazione della suddetta strategia dovrebbe essere graduale e a lungo termine: il primo passo dovrebbe consistere nel vietare ai funzionari governativi responsabili delle politiche vaccinali di ricevere fondi alla fine della loro carica politica, che attualmente in Usa debbono attendere un anno prima d’accettar di ricoprire un qualsiasi ruolo in un settore che hanno regolamentato.
Questo periodo d’attesa dovrebbe esser esteso almeno a cinque anni, o idealmente addirittura a dieci anni.
I funzionari governativi potrebbero lavorare presso altri settori industriali o nelle università ad eccezione dei settori che hanno regolamentato durante la loro carriera politica e degli ambiti accademici dove potrebbero ricevere finanziamenti provenienti dall’industria che hanno regolamentato.
Il divieto di finanziamento per incarichi passati potrebbe essere introdotto gradualmente impostando limiti basati su quanto già ricevuto dai politici nel passato, abbassando nel tempo l’importo fino ad azzerarlo.
Per l’eliminazione graduale della suddetta strategia potrebbe essere necessario attendere meno di quanto si potrebbe pensare: l’associazione “American Medical Student” ha lanciato la campagna PharmaFree nel 2002 per cui gli studenti di medicina possono impegnarsi a rifiutare finanziamenti da aziende farmaceutiche sia come studenti che come medici (AMSA, 2011)
Gestione dell’influenza esercitata sulle riviste mediche
Al fine di garantire l’obiettività delle ricerche mediche sulla sicurezza dei vaccini pubblicate, i produttori di vaccini non dovrebbero influenzare le riviste mediche.
Per migliorar l’integrità delle pubblicazioni è possibile creare archivi centrali della ricerca per richiedere la divulgazione di legami tra riviste e aziende farmaceutiche.
PubMed è ad esempio un deposito di articoli biomedici condivisi in rete che è gestito e mantenuto dal “National Institut of Health” in Usa, e che potrebbe richiedere alle riviste mediche che nomina di rivelare qualsiasi conflitto d’interesse, incluso l’importo delle entrate che tale rivista riceve dalle aziende farmaceutiche -pubblicità e ristampe comprese- così come se i proprietari o i redattori di una rivista medica sono azionisti o membri del consiglio di società farmaceutiche.
I benefici derivanti dalle informazioni devono essere bilanciati coi costi per ottenere tali informazioni: raccogliere dati e poi farne una relazione implica impegno, tempo e sforzo, le istituzioni che richiedono informazioni dovrebbero tentare di ottenere quella che è già stata raccolta dalle riviste mediche.
Tali istituzioni potrebbero lavorare con i contabili delle riviste per determinare quali dati sono facilmente disponibili e per creare un formato standardizzato, simile a quello che il “International Committee of Medical Journal Editors” suggerisce ai suoi associati per la ricerca bibliografica (ICMJE, 2011).
Il vantaggio di un simile impegno è simile a quello di richiedere ai singoli autori di rivelare i conflitti: conoscere la misura del coinvolgimento del settore privato potrebbe offrire ai consumatori sempre più diffidenti maggiori garanzie che né le pubblicazioni stesse né le principali riviste mediche in generale vengono indebitamente influenzate dalle aziende farmaceutiche.
Rendere pubblici tutti i pagamenti ricevuti dai medici
Un passo per affrontare il conflitto nella ricerca sulla sicurezza dei vaccini è il “Physician Payment Sunshine Act” (PPSA): a partire dal 2012 i produttori di medicinali debbono segnalare al “Department of Health and Human Services” (DHHS) tutti i pagamenti effettuati a favore di medici o di ospedali universitari, il dipartimento li rende poi disponibili per il pubblico, includendo i nomi e gli indirizzi dei medici o degli ospedali, nonché il tipo e l’importo dei pagamenti.
Tali informazioni sono particolarmente importanti per i medici che stanno effettuando ricerche sulla sicurezza sui vaccini o che le promuovono: oltre alle segnalazioni effettuate dai produttori di medicinali, dai ricercatori medici stessi e frutto della ricerca in ospedale dovrebbero essere rivelati anche i legami economici con terzi. L’informativa dovrebbero essere facilmente accessibile al pubblico, e per quanto possibile, semplificata!
Gli autori degli articoli pubblicati sulle riviste mediche appartenenti alla “International Committee of Medical Journal Editors” (ICMJE) devono già riferire le loro fonti di finanziamento ed i loro legami economici con terzi, i ricercatori e gli istituti di ricerca potrebbero utilizzare lo stesso modulo su un sito web centrale. Il modulo è elettronico ed è facilmente aggiornabile.
Oltre ad includere il trasferimento di denaro a medici e/o a ricercatori, dovrebbe essere presente anche l’importo di piccole cifre ricevute dai ricercatori, poiché anche piccoli versamenti possono influenzare (Katz et al, 2003).
Per presentar un profilo completo dei legami economici, i ricercatori dovrebbero rilevare anche partecipazioni azionarie e buoni di sottoscrizione
I legami economici dovrebbero essere resi pubblici da tutte le persone che prestano servizio negli uffici sanitari nazionali quali il DHSS e lo IACC
Alcuni potrebbero obiettare che dato che sia le aziende farmaceutiche sia i singoli medici o gli istituti di ricerca sono tenuti alla denuncia dei redditi, i legami economici apparirebbero superflui. Comunque, tale sistema di controllo è sempre in atto in materia di imposte sul reddito in Usa: le aziende riferiscono quanto pagano i propri dipendenti e le persone fisiche riferiscono il loro reddito così come quanto guadagnano da fonti diverse di lavoro, come allo stesso modo i singoli medici possono possedere azioni di produttori di vaccini o ricevere finanziamenti da parte di produttori non-Usa che quindi vengono esclusi dal “Physician Payment Sunshine Act” (PPSA).
Per la suddetta ragione, sono necessarie entrambe le fonti d’informazione.
Far rispettare i requisiti informativi rappresenterebbe una sfida: dato che le industrie farmaceutiche e i funzionari della sanità pubblica hanno in comune i conflitti d’interesse, un eventuale ente di rinforzo dovrebbe essere completamente indipendente.
Negli Usa, l’ente “Internal Revenue Service” ha esperienza nella revisione contabile dei reclami finanziari e potrebbe estendere la sua attività al fine di garantire alle aziende farmaceutiche, ai medici, agli istituti medici pubblici una divulgazione precisa dei legami finanziari.
Le multe potrebbero essere esatte per non-conformità, così come si potrebbe vietare ai ricercatori la pubblicazione di articoli su riviste mediche per un determinato periodo di tempo o la ricezione di sovvenzioni pubbliche, o entrambi questi divieti.
Rendere pubblici tutti i pagamenti ricevuti dai medici
Dato che i fruitori delle ricerche sulla sicurezza dei vaccini devono essere estremamente attenti per comprendere gli studi, dovrebbero poter avere facile accesso ai relativi dati utilizzati.
Le National Academies, che (collettivamente) hanno la funzione di accademia nazionale scientifica per gli Stati Uniti (USA), hanno riconosciuto l’importanza della condivisione dei dati quando venne creata la Commissione per le “Responsibilities in Authorship in the Biological Science”, a cui va il merito del <>, che include il seguente dogma:
“L’obbligo di un autore, oltre a quello di rendere pubblici dati e materiale per permettere agli altri di verificare e/o di rispondere ai reperti pubblicati (come viene già implicitamente ed esplicitamente richiesto ad una rivista medica), è quello di fornirli in un modulo su cui altri scienziati possono basarsi per la ricerca futura (NRC, 2003)”.
I dati degli studi possono così essere condivisi in formato elettronico, oppure depositati con la rivista medica come requisito per la pubblicazione, anche se l’implementazione di questa raccomandazione potrebbe essere difficile.
Nonostante le riviste mediche facenti parte del “Public Librery of Science” (PLoS) richiedano a tutti gli autori di onorare le richieste di dati da parte di ricercatori indipendenti, Savage & Vickers (2009) hanno riscontrato che la maggior parte di questi non era conforme a tale raccomandazione: dei dieci ricercatori contattati da Savage & Vickers, solo uno fornì i dati originari richiesti.
Alcuni degli autori non erano stati autorizzati a fornire i dati, in seguito al cambio delle istituzioni; altri hanno risposto dicendo che fornire i dati annotati avrebbe richiesto loro troppo tempo per prepararli.
Questi commenti hanno portato Savage & Vickers a raccomandare che i dati di studio vengano depositati al momento della pubblicazione. I loro risultati suggeriscono inoltre che l’impulso per la condivisione di tali dati deve provenire dalle riviste stesse.
Riepilogo
I conflitti d’interesse, in inglese “Conflicts of Interest” (COIs) nella ricerca sulla sicurezza dei vaccini possono influenzare l’obiettività dei ricercatori.
Utilizzando il dibattito autismo->vaccini come un esempio, questo articolo descrive in dettaglio i conflitti di interesse di vari sponsor della ricerca sulla sicurezza dei vaccini: da una parte le aziende farmaceutiche hanno motivi economici ed i funzionari della sanità pubblica hanno ragioni burocratiche che possono portarli a finanziare un tipo di ricerca che concluda che i vaccini sono sicuri, dall’altra parte i gruppi di difesa sono formati da persone che hanno ragioni economiche e legali che li possono portare a sponsorizzare un tipo di ricerca che trovino una correlazione fra vaccini e reazioni avverse.
L’esistenza del conflitto d’interesse non implica necessariamente che la ricerca sia fraudolenta o che il sistema che la finanzia sia completamente corrotto, ma gli studi dovrebbero essere selettivi ed imparziali.
Attualmente, la maggior parte dei ricercatori affrontano i conflitti che contribuiscono ad aumentare la confusione delle persone, così come gli ulteriori studi che si occupano di sicurezza dei vaccini.
I danni da vaccini non sono studiati e sia il pubblico così come alcuni operatori sanitari si interrogano a proposito della ricerca sulla sicurezza dei vaccini.
Il miglioramento dei conflitti -mediante ristrutturazione burocratica e trasparenza imposta- potrebbe portare a meno pregiudizi, ulteriori indagini per le segnalazioni di danni da vaccini ed un aumento del livello di fiducia nella ricerca.
Informativa
L’autrice dell’articolo ha due figlie affette da disturbo pervasivo dello sviluppo, non altrimenti specificato. Ha presentato una petizione alla corte federale statunitense dei reclami nell’ambito del programma “National Vaccine Information Center” (NVIC) per una delle due figlie.
E' anche un ex membro del consiglio di amministrazione di “Sensible Action for Ending Mercury-Induced Neurological Disorders” (SafeMinds).
Traduzione ByLuana Di Muzio – Tratto da: assis.it
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Video da visionare per
comprendere il meccanismo del FURTO dei nostri beni da
parte di questi
CRIMINALI
(Banchieri proprietari di
Big Pharma)
a livello mondiale !
Comitati Governativi sui
Vaccini e Farmaci, sono
corrotti, ma
segreti...e cio' da 30 anni
! - Mar. 2011
GRAN BRETAGNA (UK)
Un nuovo documento
straordinario pubblicato da
un medico ricercatore coraggioso ed
investigatore, ha scavato
profondamente su 30 anni di
trascrizioni segrete
ufficiali, delle riunioni
dei comitati di governo del
Regno Unito, apparentemente
indipendenti sui
vaccini, di
medici "esperti" con le loro
connessioni con il settore
dei farmaci (Big
Pharma).
Se si vuole avere un'idea di
chi è responsabile delle
condizioni del
bambino,
risultante da una reazione
avversa vaccino, allora
questo è l'articolo da
leggere.
Quello che bisogna chiedersi
è se la gente (esperti) di
questi comitati, sono onesti
e onorevoli ed agiscono nel
migliore interesse dei
bambini britannici ?, e come mai
questo silenzio è andato
avanti per almeno 30 anni ?
Questo è ciò che tutti hanno
sempre saputo, ma non si era
mai stato potuto provare
prima d'ora.
Passate a tutti queste
informazioni, in modo
che possano vedere e capire
quello che succede dentro
nei comitati Governativi di
Salute
con porte chiuse a chiave....
Citiamo qui dal riassunto dell'articolo
dell'autore:
Nascondendo
deliberatamente informazioni
ai genitori dei bambini, per
il solo scopo di far loro
rispettare un programma
"ufficiale",
la
vaccinazione potrebbe essere
considerata come una forma
di violazione etica o
di comportamento.
I documenti ufficiali
ottenuti dal
(Ministero
britannico) Dipartimenti della Sanità
(DH) e dal Comitato misto
per la vaccinazione e
l'immunizzazione (JCVI),
rivelano che le autorità
sanitarie britanniche sono
state impegnati in tale
pratica (occultamento e
segretezza) negli ultimi
30 anni, a quanto pare per
il solo scopo di
"proteggere" il
programma di vaccinazione
nazionale.
L'articolo a
pagina 45 con prove
dettagliate può essere
scaricato qui:
The vaccination policy and
the Code of Practice of the
Joint Committee on
Vaccination and Immunisation
(JCVI): are they at odds?
La politica di vaccinazione
e del Codice di
Comportamento del Comitato
misto per la vaccinazione e
l'immunizzazione (JCVI):
sono in contrasto ?
Lucija Tomljenovic, Neural
Dynamics Research Group,
Dipartimento di Oftalmologia
e Scienze Visual, University
of British Columbia,
Vancouver, Canada.
È stato presentato al e fa parte dei lavori di The Conference 2011 BSEM
scientifico appena
pubblicato on-line qui:
The Health Hazards of
Disease Prevention
Rischi per la salute della
Conferenza prevenzione BSEM
scientifico, marzo 2011.
Ci sono anche altri documenti trovati in quel link che troverete una
eccellente lettura .
L'autore, la
dottoressa
Lucija Tomljenovic
scrive:
Qui presento la
documentazione che sembra
dimostrare che la JCVI fatto
continui sforzi per
trattenere e nascondere i "dati critici" sulle
gravi reazioni avverse e
controindicazioni alle
vaccinazioni per i
genitori e gli operatori
sanitari al fine di
raggiungere il tasso di
vaccinazione globale che
essi ritenuti erano
necessarie per "immunità di
gregge", un concetto che per quanto
riguarda la vaccinazione, e
contrariamente alle credenze
prevalenti, non poggia su
solide prove scientifiche
come sarà spiegato.
Come risultato di tale
politica di vaccinazione
promossa dal JCVI e il DH,
molti bambini sono stati
vaccinati e vengono
vaccinati, senza che ai loro
genitori siano divulgate
le informazioni critiche sui
rischi dimostrati di gravi
reazioni avverse, uno che la JCVI sembravano essere
pienamente consapevole.
E sembra anche che,
trattenendo segrete queste
informazioni, il JCVI / DH
ha
trascurato il diritto degli
individui a fare un
consenso
informato in materia di
vaccinazione.
In questo modo, il JCVI ed
il Ministero della Salute (DH)
possono
aver violato, non solo le linee guida
internazionali per l'Etica
medica (ad esempio, la
Dichiarazione di Helsinki e
il
Codice Internazionale di
Etica Medica [2], ma anche,
un proprio Codice di
Comportament - vedere:
their own Code of Practice
vedi anche il
recente articolo della
dottoressa sulle
falsita' raccontate dagli
"esperti", per
far vaccinare le ragazze ed
i ragazzi con il
vaccino per il cancro
all'utero !
La dr.essa Lucija Tomljenovic continua:
Le trascrizioni delle
riunioni JCVI dimostrano anche
che
alcuni dei membri del
Comitato avevano legami
estesi con le
aziende
farmaceutiche e che il JCVI
ha spesso collaborato con i
produttori di vaccini in
materia di strategie volte a
incrementare l'assorbimento
del vaccino, nelle
campagne vaccinali.
Alcune delle riunioni in cui
sono stati discussi questi
punti controversi, non erano
destinati ad essere a
disposizione del pubblico,
come le trascrizioni che sono
stati rilasciati soltanto in
seguito, grazie al
Freedom
of Information Act (FOI).
Questi incontri "particolari"
sono indicati nelle
trascrizioni come
"commerciale di fiducia", e
rivelano una chiara mancanza
di
trasparenza, e'
inquietante, come alcune
delle informazioni sono state
eliminate dal testo (ad
esempio, i nomi dei
partecipanti) prima del
rilascio trascrizione, sotto
la
sezione FOI sul sito JCVI (ad esempio, JCVI CSM / DH (Commissione per la
sicurezza dei medicinali /
Ministero della Salute)
comitato paritetico, verbali per
avverse reazioni 1986-1992).
vedi: Joint Committee on
Adverse Reactions Minutes
1986-1992.
In sintesi, le trascrizioni delle JCVI / DH riunioni del periodo 1983-2010
sembrano indicare che:
1 - Invece di reagire in modo
appropriato attraverso il
riesame delle politiche di
vaccinazione esistenti,
quando problemi di sicurezza
rispetto ai vaccini
specifici, sono stati
identificati da proprie
indagini, il JCVI sia:
a) non
ha preso alcuna azione,
b) "dimenticati" o selettivamente
rimossi, i dati di sicurezza
sfavorevoli, dalle pubbliche
relazioni e
c)
malgrado cio', ha fatto intensi sforzi per "rassicurare il pubblico e le autorità" della
"sicurezza"
dei rispettivi vaccini;
2 - ha significativamente eliminato i criteri le controindicazione alla vaccinazione, al
fine di aumentare i tassi di
vaccinazione, nonostante i
problemi di sicurezza in
sospeso e irrisolti;
3 - In più occasioni. e' stato richiesto dai
produttori di vaccini
di apportare modifiche
specifiche alle loro schede,
quando questi erano in
conflitto con i consigli
ufficiali JCVI in materia di
vaccinazioni;
4 - e persistentemente si e' basata su studi metodologicamente dubbiosi, e rifiutando
la ricerca indipendente, per
promuovere
politiche di
vaccinazione;
5 - persistentemente e categoricamente hanno minimizzato le preoccupazioni per
la sicurezza, mentre
esageravano e gonfiavano
i benefici
del vaccino;
6 - Promosso ed elaborato un piano per l'introduzione di nuovi vaccini di
dubbia efficacia e la
sicurezza nel programma di
routine
pediatrica, sul
presupposto che le
concessioni alla
commercializzazione sarebbero
eventualmente stati
sicuramente
concessi;
7 - attivamente scoraggiato la ricerca in materia di sicurezza dei vaccini;
8 - deliberatamente approfittato della fiducia dei genitori e la mancanza di
conoscenze utili sulle
vaccinazioni, al fine di
promuovere un
programma di
immunizzazione non
scientificamente supportato
che potrebbe mettere alcuni
bambini a rischio di gravi
danni
neurologici a lungo termine;
In particolare, tutte queste azioni sembrano violare codice
di pratica proprio
del JCVI.
JCVI’s own Code of Practice
Leggi la carta qui per la
prova completa per il backup
di queste conclusioni nelle
sue 45 pagine.
Un pezzo eccellente di ricerca investigativa:
La politica di vaccinazione e del Codice di Comportamento del Comitato misto
per la vaccinazione e
l'immunizzazione (JCVI):
sono in contrasto ?
The
vaccination policy and the
Code of Practice of the
Joint Committee on
Vaccination and Immunisation
(JCVI): are they at odds?
E non dimenticate di leggere di più dai procedimenti di The Conference 2011
BSEM scientifica, ora
pubblicato online qui:
The Health Hazards of
Disease Prevention – BSEM
Scientific Conference, March
2011.
I rischi per la salute di
prevenzione - BSEM
Scientific Conference, marzo
2011.
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Tumori: conflitti di
interesse per uno studio
scientifico su tre - 13
Mag. 2009 (modifica il 25
Apr. 2012)
Lo rileva uno studio
americano. Veronesi: «Le
imprese sono necessarie, ma
etica e libertà vanno
difese»Garattini: «Servono
regole e
trasparenza. E più
sostegno alla ricerca
indipendente»
Lo rileva uno studio
americano. Veronesi: «Le
imprese sono necessarie, ma
etica e libertà vanno
difese»
MILANO - In un terzo delle sperimentazioni in oncologia viene dichiarato qualche tipo di conflitto di interesse, soprattutto un coinvolgimento delle aziende farmaceutiche. E’ il calcolo compiuto da una ricerca dell’università del Michigan, apparsa sul numero di giugno della rivista Cancer.
Lo STUDIO - Su 1.534 pubblicazioni scientifiche esaminate (tutte tratte da otto fra le maggiori riviste del settore), il 17 per cento dichiara un finanziamento da parte dell’industria e il 12 per cento la presenza di almeno un autore con qualche incarico presso imprese farmaceutiche. E con quale effetto? In generale, hanno concluso gli autori, gli studi che dichiarano conflitti di interesse hanno la tendenza a ottenere risultati più positivi rispetto alla media.
RICERCA allo SPECCHIO - «E’ da tempo che scienza indaga su se stessa e le conclusioni del gruppo di lavoro americano non sono una novità», sottolinea Silvio Garattini, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano: «Altri studi hanno evidenziato che le ricerche con un conflitto di interesse presentano dati più favorevoli». Così, fra gli altri, un’indagine apparsa su Cancer nel 2007 sugli studi per il cancro al seno che ha registrato un 84 per cento di esiti positivi per le sperimentazioni che avevano un coinvolgimento delle case farmaceutiche contro il 54 per cento di quelle che non l’avevano. E non solo in oncologia: un confronto di 124 metanalisi su farmaci contro l’ipertensione, apparso sul British Medical Journal nel 2008, ha evidenziato che anche se i risultati effettivamente positivi riguardavano poco più della metà degli studi, oltre il 90 per cento degli articoli riportava conclusioni comunque positive.
Il BICCHIERE MEZZO PIENO - «Non c’è bisogno di grandi imbrogli – spiega Garattini – bastano piccole distorsioni, dire che un farmaco è molto meglio di un altro, anche se la differenza è lieve, oppure dire che un certo prodotto consente un notevole aumento della durata di vita, quando poi si va a vedere e magari si parla di un mese o poco più. Inoltre, spesso nella ricerca sponsorizzata si pubblicano solo gli studi con esiti favorevoli all’azienda e quelli con risultati negativi non escono neppure. Così - conclude il farmacologo – diventa molto difficile capire come vanno realmente le cose».
RICERCA INDIPENDENTE «CANE DA GUARDIA» - E allora, c’è da chiedersi, non bisogna credere agli studi sponsorizzati dall’industria ? «No, certamente non è così – risponde Garattini -. Significa piuttosto che bisogna essere molto più critici nei confronti di questi studi e, al tempo stesso, cercare di potenziare la ricerca indipendente, come sta facendo adesso l’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, con un programma apposito». Già. Ma una ricerca che non ha bisogno dell’industria non è un’utopia? «Sì, un po’ sì. Ma bisogna cercare di avvicinarsi all’utopia. Se ad esempio per ogni nuovo farmaco invece di avere solo il rapporto dell’industria farmaceutica fosse obbligatorio abbinare anche uno studio indipendente, le cose sarebbero molto più equilibrate» suggerisce Silvio Garattini.
«DIFENDERE ETICA e LIBERTÀ» - Umberto Veronesi commenta con un occhio preoccupato all’Italia: «Viviamo in un Paese in cui la percentuale del Pil dedicata alla ricerca scientifica - tutta le ricerca , non solo oncologica e non solo biomedica - non raggiunge neppure l’un per cento. Qui sta il cuore del problema, che da economico diventa anche culturale e sociale: manca cultura d’innovazione e manca capacità di attrarre menti e capitali. Ovvio che in questa situazione l’industria farmaceutica ha un ruolo imprescindibile, che non va demonizzato. Tuttavia l’eticità e la libertà della ricerca va difesa a tutto campo. Ci sono tanti modi per esercitare un’influenza , oltre agli studi. Per esempio le sponsorizzazioni dei medici per la partecipazione ai convegni, che sono comunque un sottile invito ad una scelta a favore di un farmaco o un prodotto, piuttosto che un altro. All’Istituto Europeo di Oncologia (del quale Veronesi è direttore scientifico, ndr)nessun medico può partecipare ad un incontro a spese di un’azienda, ma ogni viaggio è a carico dell’istituto che valuta e autorizza in base al valore scientifico».
«L’INDUSTRIA ? NON E’ il
NEMICO» - «Non c’è dubbio
che le aziende giocano un
ruolo fondamentale, poiché
non ci sono istituzioni
pubbliche che producono
farmaci» commenta Francesco
Boccardo, oncologo,
direttore del Dipartimento
di oncologia, biologia e
genetica dell’università di
Genova e presidente Aiom (Associazione
italiana di oncologia medica)
. «Magari – prosegue -
producono dei brevetti
(sempre meno, purtroppo), ma
poi non sono in grado di
produrre il farmaco. Anche i
centri che fanno ricerca
indipendente hanno bisogno
dei farmaci e li chiedono
alle aziende produttrici».
Questo comunque non
significa che la ricerca
perda di credibilità,
aggiunge Boccardo: «I
sistemi di verifica ci sono.
L’Italia è il Paese dei
comitati etici, sono più di
250 – spiega l’oncologo -.
Spetta a loro vigilare e
chiedersi, per ogni fase
della sperimentazione, ‘ma
il paziente cosa ci
guadagna?’. Inoltre gli
studi più importanti sono in
genere multicentrici,
coinvolgono cioè più
istituti in vari Paesi. E
più comitati etici (NdR:
che pero' sono in mano a
soggetti non completamente
indipendenti..:).
L’Italia
però è anche il Paese che
investe poco in ricerca e se
avessimo più risorse
potremmo forse svincolarci
in parte, non certo
dall’industria farmaceutica,
perché sarebbe un
controsenso, ma piuttosto
dai suoi obiettivi».
ByDonatella Barus -
(Fondazione Veronesi) -
Tratto da: ilcorriere.it
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UNIVERSITA' lo SCONTRO
- 12 aprile 2011
Medicina, guerra tra atenei
- Padova e Verona in
tribunale
La scuola di Cardiochirurgia
in terra scaligera, Zaccaria
ricorre al Tar: «Uno
scippo». Il ministero vuole
ridurre i doppioni, gli
sconfitti adombrano
conflitti d’interesse nelle
scelte. La replica di
Mazzucco.
Guerra per la
cardiochirurgia tra Padova e
Verona (web)
VENEZIA — Proprio
all’indomani dell’adesione
anche dello IUAV votata il 7
aprile, al progetto
Univeneto (la Fondazione
delle Università), si
consuma uno scontro
fratricida fra gli Atenei di
Padova e Verona. Una guerra
che rischia di mettere in
crisi un’alleanza voluta per
razionalizzare le risorse ma
anche per acquisire un
maggior peso politico a
Roma.
Motivo del contendere il
trasferimento della scuola
di specializzazione di
Cardiochirurgia dalla città
del Santo al capoluogo
scaligero, sancito per
decreto dal ministro
Mariastella Gelmini.
Finora le due Facoltà di
Medicina avevano mantenuto
scuole autonome, adesso però
la politica del risparmio
introdotta dalla
responsabile dell’Istruzione
conferisce a Verona la sede
amministrativa, e quindi la
gestione dei quattro
contratti assegnati al
Veneto, relegando Padova al
ruolo di «aggregata».
«L’ennesimo, insopportabile
schiaffo » per una realtà
già «scippata» delle scuole
di specializzazione di
Reumatologia, Dermatologia e
Medicina della comunità (poi
riavuta per ordinanza del
Consiglio di Stato),
assegnate sempre alla
sorella-nemica.
«Ora la misura è davvero
colma — sbotta il rettore
Giuseppe Zaccaria, che
annuncia ricorso al Tar del
Lazio — ci batteremo in
tutte le sedi per far valere
i nostri diritti. Auspico
più
trasparenza e
un’applicazione più
oggettiva dei parametri nel
definire le aggregazioni.
Siamo stati aggregati a sedi
con meno tradizione e
rilevanza in ambito
nazionale e internazionale
».
Tra i vertici del Bo,
compreso il preside di
Medicina Giorgio Palù,
serpeggia il sospetto che
nella scelta abbia pesato il
parere di «commissari in
evidente conflitto
d’interesse».
Nella commissione di esperti
figura infatti il rettore di
Verona, Alessandro Mazzucco,
mentre in quella per
l’assegnazione dei contratti
agli specializzandi c’è il
professor Roberto Corrocher,
famoso internista e già
preside di Medicina a
Verona. Zaccaria chiede un
incontro alla Regione (che
può affidare altri
contratti) e auspica
«un’azione comune della
politica,
dell’associazionismo e della
società civile, per
neutralizzare una decisione
che ferisce tutta la città.
L’Università stavolta non
può essere lasciata sola».
Mail rettore e primario di
Cardiochirurgia a Verona,
Alessandro Mazzucco, non ci
sta: «La commissione cui
partecipo come delegato
della Crui non ha avuto il
potere di determinare le
scelte del
ministero della Salute,
intervenuto successivamente
alla nostra indicazione di
confermadel numero di scuole
autonome e aggregate
rispetto all’anno
precedente, imponendo una
forte decurtazione dei
contratti nazionali per la
Cardiochirurgia. Se l’Ateneo
di Padova ravvisa motivi per
presentare ricorso, lo
faccia. Non accetto però
alcuna insinuazione o
accanimento che getti ombre
su operazioni nascoste e
tantomeno sull’eccellenza
della Facoltà di Medicina di
Verona e della Scuola di
Cardiochirurgia, che
risponde ai criteri
stabiliti dal ministero per
l’assegnazione delle sedi
amministrative. Già da un
anno avevo proposto a Padova
di collaborare per la
Cardiochirurgia, progetto
tanto più ipotizzabile ora».
Nella frattura s’inserisce
la politica. L’onorevole
Giustina Destro annuncia che
medierà tra il ministero e i
due Atenei per «trovare un
nuovo accordo», il Pd in
Regione interroga la giunta
perchè intervenga di fronte
«all’ulteriore allargamento
del feudo veronese » e l’Idv
presenta una mozione che
esorta il consiglio a
chiedere a Fazio e Gelmini
di non chiudere la scuola
padovana. «Ci voleva un
riequilibrio— obbietta però
il consigliere leghista
Sandro Sandri—Verona gode di
professionalità che nulla
hanno da invidiare a
Padova».
By Michela Nicolussi Moro -
Tratto da:
corrieredelveneto.corriere.it
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TRASPARENZA
Significato: Estrema
chiarezza:
la
trasparenza di una
frase -
Diritto,
principio
di
trasparenza,
diritto del cittadino a
essere informato e a
partecipare ai procedimenti
amministrativi che lo
riguardano.
vedi anche:
Trasparenza
e merito -1 +
Trasparenza, valutazione e
merito - 2 +
Trasparenza anche per
i Cittadini +
Registro Europeo sulla
Trasparenza +
Accesso agli Atti
Amministrazione
trasparente
L'accesso e
l'utilizzo
della rete è
una grande
occasione di
democrazia,
di
trasparenza
e di
partecipazione
alla
gestione
della cosa
pubblica.
Il principio della trasparenza, inteso come "accessibilità totale" alle informazioni che riguardano l'organizzazione e l'attività delle pubbliche amministrazioni, è stato affermato con decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33. Obiettivo della norma è quello di favorire un controllo diffuso da parte del cittadino sull'operato delle istituzioni e sull'utilizzo delle risorse pubbliche.
In particolare, la pubblicazione dei dati in questa sezione intende incentivare la partecipazione dei cittadini per i seguenti scopi:
- assicurare la conoscenza dei servizi resi, le caratteristiche quantitative e qualitative, nonché le modalità di erogazione;
- prevenire fenomeni corruttivi e promuovere l’integrità;
- sottoporre al controllo diffuso ogni fase del ciclo di gestione della performance per consentirne il miglioramento.
Attuazione
della legge
4 marzo
2009, n. 15,
in materia
di
ottimizzazione
della
produttività
del lavoro
pubblico e
di
efficienza e
trasparenza
delle
pubbliche
amministrazioni"
e alle
indicazioni
e delibere
della
CiVIT,
Commissione
Indipendente
per la
Valutazione,
la
Trasparenza
e
l’Integrità
delle
amministrazioni
pubbliche.
In relazione
al
Decreto
Legislativo
n. 33 del 14
marzo 2013 ("Riordino
della
disciplina
riguardante
gli obblighi
di
pubblicità,
trasparenza
e diffusione
di
informazioni
da parte di
pubbliche
amministrazioni"),
emanato
successivamente
alle
disposizioni
normative
previste
dalla
Legge n. 69
del 18
giugno 2009 e
dal
Decreto
Legislativo
n. 150 del
27 ottobre
2009, e
in
attuazione
della
Legge 6
novembre
2012, n. 190
("Disposizioni
per la
prevenzione
e la
repressione
della
corruzione
e dell'illegalità
nella
Pubblica
Amministrazione").
-
rendere
note,
attraverso
il sito
istituzionale,
informazioni
relative a
ogni aspetto
dell'organizzazione
e
dell’attività
dell’Ente
allo scopo
di favorire
forme
diffuse di
controllo
sul
perseguimento
delle
funzioni
istituzionali
e
sull’utilizzo
delle
risorse
pubbliche;
-
coordinare a
livello
informativo
e
informatico
i dati, per
soddisfare
le esigenze
di
uniformità
delle
modalità di
codifica e
di
rappresentazione
delle
informazioni
e della loro
successiva
rielaborazione;
-
definire,
anche per
specifici
settori e
tipologie di
dati, i
requisiti di
qualità
delle
informazioni
diffuse,
individuando
in
particolare,
i necessari
adeguamenti
con propri
regolamenti,
le procedure
di
validazione,
i controlli
anche
sostitutivi,
le
competenze
professionali
richieste
per la
gestione
delle
informazioni,
nonché i
meccanismi
di garanzia
e correzione
attivabili
su richiesta
di chiunque
vi abbia
interesse.
Per quest’ultimo specifico aspetto è previsto inoltre l’istituto dell’Accesso Civico (art. 5 del Decreto Legislativo n. 33/2013) che comporta il diritto di chiunque di richiedere la pubblicazione di documenti, informazioni e dati nei casi in cui sia stata omessa la loro pubblicazione.
Trasparenza
nella P.A:
10 mila euro
di multa a
chi non
pubblica i
redditi dei
politici
Pubblicato
in Gazzetta
ufficiale il
decreto
legislativo
contro la
corruzione
nelle
pubbliche
amministrazioni,
nato dopo
gli scandali
sui rimborsi
elettorali.
Atti
contabili,
ma anche
compensi e
redditi di
politici e
dirigenti (e
dei loro
parenti),
saranno
pubblicati
sui siti
internet di
istituzioni
locali e
statali
In questa pagina sono raccolte le informazioni che le Amministrazioni pubbliche hanno l'obbligo di pubblicare nel proprio sito internet nell'ottica della trasparenza, buona amministrazione e di prevenzione dei fenomeni della corruzione (L. 69 / 2009 L. 213/2012 Dlgs 33/2013 e L.190/2012).
Indice
Disposizioni generali | Organizzazione | Personale |
Performance | Enti controllati | Attività e procedimenti |
Provvedimenti | Bilanci | Servizi erogati |
Pagamenti dell'amministrazione | Beni immobili e gestione patrimonio | Sovvenzioni, contributi, sussidi, vantaggi economici |
Ambiente e territorio | Gare e concorsi | Albo beneficiari provvidenze |
Altri contenuti |
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
RICERCA
DEVIATA
ai
MEDICINALI
che
MANTENGONO
la
MALATTIA
CRONICA.
INTERVISTA
al
PREMIO
NOBEL
per
la
MEDICINA:
RICHARD
J.
ROBERTS.
-
MEDITATE
e
CONDIVIDETE
!
Il
vincitore
del
Premio
Nobel
per
la
Medicina,
Richard
J.Roberts,
denuncia
il
modo
in
cui
operano
le
grandi
industrie
farmaceutiche
nel
sistema
capitalistico,
anteponendo
i
benefici
economici
alla
salute
e
rallentando
lo
sviluppo
scientifico
nella
cura
delle
malattie
perché
guarire
non
è
fruttuoso
come
la
cronicità.
Visionate
questo
video,
parla
un'informatore
farmaceutico,
sul
Business
dei
Farmaci
e
Vaccini
http://ildocumento.it/farmaci/il-business-farmaceutico-current.html
vedi anche:
Conflitti di interesse
PDF - 1
+
Conflitti di
interesse PDF
- 2 +
Conflitti di Interesse, denuncia del Governo It - PDF
+
FDA
+
CDC e Conflitti di interesse - 1 +
CDC e Conflitti di interesse - 2 +
CDC e Conflitti di interesse - 3 +
Conflitti
di
Interesse,
business
farmaci
e
vaccini
+
Conflitti di
interesse dell'AIFA
CDC
conflitti
di
interesse
anche
per
i
vaccini
http://healthimpactnews.com/2014/cdcs-purchase-of-4-billion-of-vaccines-a-conflict-of-interest-in-overseeing-vaccine-safety/
vedi anche:
ISS
+
Ministero della salute
+
EMA
+
Corruzione
+ Consenso Informato
http://www.internationalpost.org/contents/Conflitti_d%E2%80%99interesse_e_corruzione_in_sanit%C3%A0_1494.html#.VHoBoDGG98F
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Provare
a
essere
informati
invece
di
supporre
- 17
Agosto
2013
Gli
scienziati
pubblicano
di
aver
scoperto
un
30ennio
di
Cover-up (copertura)
da
parte
del
Governo
sui
Vaccini….
La
ricerca
da
parte
della
University
of
British
Columbia
di (UBC),
Dipartimento
di
Oftalmologia,
Visual
Sciences,
Medicina
Sperimentale
e
Neuroscienze
che
hanno
esposto
(riscontrato)
30
anni
di
corruzione
e di
bugie
sulla
politica
vaccinale
da
parte
del
governo.
Una
vasta
indagine
sui
meccanismi
interni
del
sistema
sanitario
nazionalizzato
nel
Regno
Unito
ha
rivelato
uno
scioccante
scandalo
di
incontri
ufficiali
da
parte
dei
comitati
di
vaccini
del
governo
britannico
ed
esperti
medici
indipendenti
con
connessioni
del
settore
dei
farmaci-vaccini.
Dr.
Chris
Shaw
e il
Dott.
Lucija
Tomljenovic,
presso
la
University
of
British
Columbia
in
Canada,
hanno
pubblicato
un
articolo
“investigativo”
con
recensione
sul
Journal
of
Biochemistry,
sui
particolari
legami
governativi
con
le
aziende
farmaceutiche
e la
cooperazione
del
governo
con
i
produttori
di
vaccini
in
materia
di
strategie
volte
a
incrementare
l'aumento
dei
vaccini
nella
popolazione.
Secondo
il
Dott.
Chris
Shaw
e il
Dott.essa
Lucija
Tomljenovic,
gli
organi
consultivi
e
quelli
che
governano
il
settore
della
politica
di
vaccinazione
nel
Regno
Unito
hanno
ormai,
per
molti
decenni,
nascosto
la
verità
sui
pericoli
dei
vaccini,
e
volutamente
spinto
i
vaccini
non
sicuri
sul
pubblico
al
fine
di
sostenere
il
programma
di
vaccinazione
ufficiale.
Una
citazione
dal
pubblicato,
“peer
reviewed
paper”
afferma:
"Le
autorità
sanitarie
britanniche
si
sono
impegnati
in
questa
pratica
per
gli
ultimi
30
anni,
a
quanto
pare
per
il
solo
scopo
di
proteggere
il
programma
nazionale
di
vaccinazione".
Come
risultato
della
politica
di
vaccinazione
promossa
dal
governo
britannico,
molti
bambini
sono
stati
vaccinati
senza
che
ai
genitori
siano
stati
rese
note
le
informazioni
critiche
sui
rischi
dimostrati
di
gravi
reazioni
nocive.
Vi è
ora
una
pletora
di
prove
scientifiche
che
i
vaccini
siano
effettivamente
implicati
nella
maggior
parte
delle
malattie
comuni
oggi
e
che
i
vaccini
per
l'infanzia,
influenza
ed
altri
tipi
di
vaccinazioni
sistematicamente
distruggono
il
sistema
immunitario
del
corpo.
Inoltre,
la
ricerca
mostra
legami
causali
tra
aumentate
esposizioni
verso
i
sali
di
alluminio
utilizzati
ed
il
Thiomersal
(mercurio),
come
adiuvanti
nei
vaccini
ed
un
aumento
dei
livelli
di
difficoltà
neurologiche
in
popolazioni
esposte
a
quei
vaccini.
By:
Why
Don't
You
Try
This?
-
Perché
non
provare
questo
?
Sources:
The
Vaccine
Hoax
is
Over.
Documents
from
UK
reveal
30
Years
of
Coverup (nsnbc.me)
The
vaccination
policy
and
the
Code
of
Practice
of
the
Joint
Committee
on
Vaccination
and
Immunisation
(JCVI):
are
they
at
odds? (ecomed.org.uk)
The
Health
Hazards
of
Disease
Prevention
–
Proceedings (ecomed.org.uk)
Responses
to
UBC
vaccine
paper
a
problem
for
free
scientific
inquiry
and
expression (vancourier.com)
E'
inquietante
sapere
che
la
maggior
parte
della
letteratura
medica
(90
%)
che
e’
stata
fatta
dai
ricercatori,
arriva
direttamente
dalla
ricerca
medica
delle
case
farmaceutiche
e
che
questi
studi/ricerche
sono
sponsorizzati
dalla
società
che
produce
il
vaccino.
E
che
ogni
ricerca
che
esprime
opposizione
alla
vaccinazione
è
screditata
e
messa
a
tacere.
Ulteriori
ricerche
scientifiche
hanno
concluso
risultati
simili,
come
quella
del
Dott.
Wakefield
che
ha
pubblicizzato
e
confermato
il
legame
tra
disturbi
gastrointestinali,
l'autismo
ed
il
vaccino
MMR.
-
vedi link
between
stomach
disorders,
autism
and
the
MMR
vaccine.
Ma
cio'
accade
in
tutti
i
paesi
del
mondo,
perche'
la "sanita'
" e'
in
mano
a
Big
Pharma
e/o
ai
suoi
uomini
messi
nei
posti
chiave
dei
governi....
Inoltre,
un
recente
studio
condotto
dalla
omeopata
dott.essa
Andreas
Bachmair
ha
concluso
che
i
bambini
vaccinati
hanno
fino
al
500%
in
più
di
malattie
rispetto
ai
bambini
non
vaccinati.
vedi
link:
vaccinated
children
have
up
to
500%
more
disease
Read More:
The Lead Vaccine Developer
Comes Clean So She Can
“Sleep At Night”
Courts quietly confirm MMR
Vaccine causes Autism
Vaccine Court Awards
Millions to Two Children
With Autism
Bayer and US Government
Knowingly Gave HIV to
Thousands of Children
Vaccine-nation: Poisoning
the Population, One Shot at
a Time
Supreme Court Rules Drug
Companies Exempt From
Lawsuits
Per i genitori interessati
alla ricerca della verità,
vale la pena ricordare che
le stesse persone che
possiedono le aziende
farmaceutiche di tutto il
mondo, forniscono,
controllano o possiedono
anche propri principali
punti vendita di notizie per
i media.
vedi anche:
also own mainstream media
news outlets.
Costituzione Italiana: Art.
28
I funzionari e i dipendenti
dello Stato e degli enti
pubblici sono direttamente
responsabili, secondo le
leggi penali, civili e
amministrative, degli atti
compiuti in violazione di
diritti. In tali casi la
responsabilità civile si
estende allo Stato e agli
enti pubblici.
Commento NdR: questo
articolo come altri della
Costituzione Italiana sono
da sempre trasgrediti e
disattesi proprio da coloro
che lo rappresentano, specie
nella Sanita', Finanza,
tutela, commercio,
agricoltura, ecc.
Per cui invitiamo i
cittadini di questi stati
trasgressori, compresi i
loro rappresentanti e
dirigenti, a DENUNCIARE all'autorita'
giudiziaria tutti questi
farabutti che trasgrediscono
la Costituzione; verra' il
momento, il tempo comunque
nel quale il Popolo Sovrano,
si sollevera' ed arrestera'
tutti questi "soggetti" che
compiono questi misfatti,
sulla pelle del Popolo reso
suddito... !