Due ricercatori del
The Scripps Research Institute di La Jolla,
in California, hanno scoperto che una sostanza
chimica chiamata nornicotina, che è naturalmente
presente nel tabacco e viene prodotta come
metabolica della nicotina, potrebbe contribuire
all'insorgenza di patologie quali diabete,
cancro
e morbo di Alzheimer.
In un articolo pubblicato
sui "Proceedings of the National Academy of
Sciences", i ricercatori hanno descritto un
processo chimico attraverso cui la nornicotina
reagisce con le proteine del corpo.
"La nornicotina - dice Kim Janda, che ha
partecipato alla ricerca – modifica in modo
permanente e irreversibile le proteine, e può
influire sul loro funzionamento".
Questo processo è l'equivalente chimico di una
cottura ed è la stessa reazione che causa
l'imbrunimento degli zuccheri e l'invecchiamento
del cibo. Inoltre, la "cottura" delle
proteine è appena la punta dell'iceberg, perché
la nornicotina interagisce anche con alcuni
steroidi di uso farmacologico, come il cortisone e
il prednisone, rendendoli potenzialmente più
tossici e compromettendone l'efficacia e la
sicurezza.
La nornicotina si attacca permanentemente agli
steroidi e a certi acidi sulla superficie delle
proteine, che nella loro forma così modificata
possono poi reagire con altre sostanze nel corpo.
In particolare, le proteine modificate dalla
nornicotina possono dare luogo alla formazione dei
cosiddetti prodotti finali avanzati di glicazione.
Questi ultimi non dovrebbero essere presenti
naturalmente nel nostro corpo. Si tratta di
sostanze già note per la loro implicazione in
varie malattie, fra cui il diabete, il cancro,
l'arteriosclerosi e il morbo di Alzheimer.
Prove di laboratorio hanno mostrato che la
nornicotina persiste nel sangue dei fumatori più
a lungo della nicotina, suggerendo anche un suo
contributo al meccanismo biologico della
dipendenza dal tabacco.
© 1999 - 2002 Le Scienze S.p.A. -
http://www.lescienze.it/sixcms/detail.php3?id=6254
|