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La Teoria dei Germi e' falsa - 1 +
Teoria dei Germi e' falsa - 2
La
"teoria" dei Germi come causa unica delle
"malattie"
e'
FALSA,
vediamo il perche'.
Nell’immaginario collettivo,
ad esempio, il
virus
(vedi qui cosa sono) è una microscopica forma di
vita in grado di infettare altre
cellule,
e vivere come parassita fino alla distruzione
dell’ospite. Ciò deriva dalle prime teorie di
Pasteur
(il falsario), perche sul letto di morte si rimangio' le
sue tesi....affermando che " il microbo e' niente, il
terreno e' il tutto".
Ai
virus
vengono attribuiti dalla
medicina ufficiale di
Big
Pharma, comportamenti quali: “infettare” “mortali”,
“iniettarsi”, “incubare”, “essere in latenza”,
“invadere”, avere uno “stadio attivo”, “impadronirsi”,
“riattivarsi”, “mascherarsi”, "possedere", “assediare”,
essere “devastanti” e possedere... Tutte azioni
che possono essere commesse da un micro organismo
vivente.
Tuttavia i virologi
ammettono che i virus, pur avendo natura peculiarmente
organica, non possiedono metabolismo, non possono essere
replicati in laboratorio e non possiedono in generale
alcuna caratteristica degli esseri viventi e, in realtà,
non sono mai stati osservati vivi.
I virus sono fatti da
materiale proteico (lipidi ed altro) ed acido nucleico
(DNA/Rna), ma non possono essere considerati vivi,
perchè mancano dei prerequisiti fondamentali, e cioè dei
meccanismi di controllo metabolico (che perfino i
batteri meno evoluti possiedono).
Secondo i testi di virologia
e microbiologia, i virus presentano le seguenti
caratteristiche, che sono incompatibili con la vita:
1) I virus non possiedono
metabolismo. Non possono elaborare il cibo o il
nutrimento e dunque non possiedono strumenti per formare
energia. Sono solo un contenitore, o schema di
informazioni, come lo sono i genomi.
2) I virus non possiedono
alcun tipo di capacità di movimento. Non hanno un
sistema nervoso, né un apparato sensorio, né
un’intelligenza che possa in qualche modo coordinare
movimenti o “invasioni del corpo” di qualsiasi natura.
3) I virus non possono
replicarsi: essi dipenderebbero interamente dalla
“riproduzione obbligata”, vale a dire la riproduzione
attraverso un organismo ospite, cosa assolutamente
inaudita in ogni altro campo della biologia.
Di fatto i “virus vivi” sono
sempre e naturalmente morti:
il termine “virus vivo” indica semplicemente quei virus
sono creati dalla coltura di tessuti viventi in vitro
(cioè in laboratorio), dai quali si possono ottenere
trilioni di virus.
Ma proprio qui sta il punto: anche se alcune colture da
laboratorio vengono tenute vive, nel corso del processo
si verifica un massiccio ricambio cellulare ed è dalle
cellule morenti che vanno in
apoptosi, cioe' si disgregano, che vengono ottenuti
i “virus”. Essi sono comunque morti o inattivi: non sono
altro che molecole di DNA e proteine che lo avvolgono.
Poiché i “virus” non sono
vivi, essi non possono agire in nessuno dei modi che
vengono loro attribuiti dalle autorità mediche.
Ma allora cosa sono i virus
?
Quando una cellula muore,
essa viene disintegrata dai lisosomi, potenti enzimi
intracellulari che frammentano i componenti cellulari in
particelle ultra-minute affinché il corpo possa
prontamente riciclarle o espellerle come scarti.
Ogni giorno, a seconda del
nostro livello di tossicità, muore un numero di cellule
comprese fra 300 milioni e oltre mezzo trilione di
cellule; ognuna di esse contiene in media dai 5.000 ai
20.000 mitocondri. Quando le cellule muoiono esse
vengono autodistrutte dai loro stessi lisosomi, ma i
nuclei e i genomi dei mitocondri sono protetti assai
meglio rispetto ad altri organelli, perciò spesso non si
decompongono completamente.
Ed è qui che la spiegazione
diventa interessante.
Secondo il Guyton’s Textbook
of Medical Physiology un virus può definirsi come una
parte minuta di materiale genetico (detto genoma) le cui
dimensioni equivalgono a circa un miliardesimo di quelle
della cellula. Il genoma è circondato da una protettura
detta capside che è di solito una guaina proteica a
doppi lipidi ed è composta di due membrane (quasi
identiche alla membrana cellulare) che, per inciso,
rappresentano l’ossatura stessa del nucleo
mitocondriale.
Questa descrizione di un
“virus” è virtualmente identica a quella di ciò che
resta dei genomi dei mitocondri cellulari.
Le fotografie dei presunti
virus che “si iniettano” all’interno della cellula
mostrano in realtà la cellula che letteralmente
inghiotte il virus. Si forma allora un’incavatura, e il
materiale organico viene circondato dalla sostanza
cellulare che poi si richiude, formando uno “stomaco”
improvvisato, in cui il virus scompare. Lo “stomaco” si
riempie allora di potenti enzimi lisosomici che
digeriscono il materiale organico, frammentandolo in
amminoacidi o acidi grassi per il riciclaggio o
l’eliminazione: questo è un normale processo della
fisiologia cellulare nota come fagocitosi.
I “virus” non sono
microrganismi, ma semplici frammenti senza vita di
materiale mitocondriale.
I virus non sono altro che
materiale organico inerte, completamente privo di
qualsiasi caratteristica di vita e che nessuno ha mai
visto in azione.
Per questo motivo i virus
non possono provocare malattie: Attribuire ai virus una
qualsiasi attività è più o meno come attribuire delle
azioni alla testa decapitata di un cadavere!
Dunque cosa causa
l’influenza, il raffreddore, e le altre malattie
“virali”?
Quando il corpo genera o
assume piu scorie di quanto sia in grado di espellere
con le operazioni di norma, genera un processo per
massimizzare questa disintossicazione.
E’ il nostro corpo a
generare la malattia nel tentativo di espellere le
scorie.
Gli esseri umani sono sempre
“infetti” di “virus” e batteri, poiché essi sono
presenti nel nostro corpo in qualsiasi momento. Solo
quando le scorie superano una soglia critica inizia la
malattia.
Il contagio, nelle modalità
in cui lo immaginiamo, è un illusione. La gente pensa
che specifiche entità patogene, aggressive e maligne,
siano in grado di passare da un ospite all’altro. Il
“contagio” è uno dei miti della medicina, poiché le
scorie tossiche non possono essere trasmesse da un corpo
all’altro attraverso il normale contatto. Nessuno può
passare ad altri la sua malattia, non più di quanto
possa trasmettere la propria salute. Qualcosa di simile
al contagio sembra avvenire quando una persona in
condizioni gravemente tossemiche viene messa a contatto
con un’altra che si trovi in una situazione similare,
attivando in questo modo una crisi risanante.
Lo scambio di materiale
batterico attiva, affretta o sollecita il processo di
malattia in coloro che sono già tossemici.
Ma per coloro che non lo sono, il contagio non funziona
e non può verificarsi finché il corpo si mantiene puro,
poiché è la contaminazione del sistema che prepara
l’organismo per le “epidemie”, a causa della nostra
incapacità di mantenere fluidi e tessuti corporei puliti
e non inquinati.
In medicina si crede infatti
che un epidemia risulti “contagiosa” solo se
l’individuo è “predisposto”. Questa affermazione medica
è in realtà un’ammissione che non sono i germi a
provocare le malattie. Se così fosse, chiunque venisse
esposto ad essi si ammalerebbe della stessa malattia.
Una persona “predisposta” è
una persona che possiede un alto livello di tossicità
dell’organismo, insieme alla vitalità sufficiente a
condurre il processo di malattia/purificazione. Tali
individui possono ammalarsi in qualsiasi momento, che
vengano o no esposti al “contagio”.
Prendiamo come esempio i
raffreddori. Come mai i bambini prendono fino a otto
raffreddori all’anno, mentre i genitori molti di meno ?
Come mai le persone che si trovano isolate negli
osservatori al Polo Nord o Sud “si prendono” lo stesso
il raffreddore durante la loro permanenza ? Come mai
negli anni 1965-67 i laboratori del National Institute
of Health di Bethesda, nel Maryland, condussero
sperimentazioni sulle influenze che non mostrarono
alcuna prova che esse fossero dovute a contagio ?
Ad alcuni volontari vennero
iniettati ogni giorno i presunti “virus” dell’influenza,
prelevati a coloro che ne soffrivano, ma nessuno di essi
si ammalò. Ci furono più casi di influenza nel gruppo di
controllo. Contemporaneamente, subito dopo la
tradizionale Festa del Ringraziamento, il numero di
ammalati in entrambi i gruppi ebbe un picco improvviso,
come è lecito aspettarsi quando vengono consumati cibi e
bevande eccessive durante una festività.
In Giappone prostitute
“infettate” hanno avuto relazioni sessuali con molti
militari senza che nessuno di essi contraesse la
malattia. Allo stesso modo molti individui presentano
“infezioni” nella zona genitale senza mai aver avuto
contatti con nessuno (ad esempio nei casi che riguardano
i bambini). Il concetto di “contagio” è medicalmente
indimostrato, nonostante le apparenze del contrario.
Poichè la malattia è il
processo tramite il quale il corpo espelle scorie,
sopprimerla senza eliminare le cause non risolve il
problema. Alla luce di questi fatti, è assurdo
utilizzare un farmaco per uccidere virus e batteri: i
farmaci uccidono una grande quantità di batteri con cui
viviamo in simbiosi (non i virus, che sono già morti), e
sono altrettanto dannosi ad ogni altra forma di vita
metabolica, cellule umane incluse. L’utilizzo di farmaci
ostacola gli sforzi di detossificazione che il corpo
conduce, rappresentando per il sistema un ulteriore
problema oltre alle sostanze nocive che il corpo va
espellendo attraverso il processo di malattia. Eliminare
le nuove sostanze dannose che vengono ingerite assume la
precedenza sull’eliminazione di quelle che stanno alla
base della crisi risanante, interrompendola
momentaneamente. E’ in questo modo che i farmaci
“funzionano”.
L’unico metodo di
prevenzione delle cosiddette “malattie virali” sta nel
ridurre la tossicità dell’organismo.
La tossicità dipende
soprattutto dallo stile di vita e dall’alimentazione.
L’alimentazione (oltre a fumo e altre sostanze dannose)
sono la prima causa di tossicità e quindi di malattia
Gli unici metodi di cura
sono il riposo e pratiche che favoriscano l’eliminazione
delle scorie, lasciando libera la malattia di fare il
suo corso.
Un alimentazione naturale
limita drasticamente la quantità di scorie nel nostro
organismo. eliminando completamente ogni forma di
influenza o limitandola in forme lievi.
Considerando la febbre per
quello che è, ovvero come una geniale risposta del
nostro organismo a una situazione di pericolo, essa non
va combattuta, ma anzi analizzata e controllata facendo
si che svolga il proprio compito nel modo migliore.
Se avete un corpo sano..non
preoccupatevi del prossimo che vi starnutirà addosso !!
A
San Marino (I) dal 2012 esiste una legge che obbliga
i genitori obiettori ai vaccini, per i loro bambini
(quelli che non vogliono vaccinare i propri figli), a
contrarre una polizza assicurativa per il “Danno
da Contagio”….richiesta che
fa ridere, perche’ siccome il danno da
contagio non esiste,
perché tutto e basato sulla FALSA teoria del
contagio aerobico, che NON esiste, salvo ad
esempio nel caso di trasfusioni
di sangue o contato e/o manipolazione di feci, per
cui trattasi non di contagio aerobico, ma si tratta per
le trasfusioni, di inoculazione di sangue tossico
eterologo (non proprio), quindi ritenuto tossico
dall’organismo ricevente, con tutti i pericoli del caso,
e per la manipolazione di
feci, non e' detto che i manipolatori delle feci dei
bambini vaccinati, cosa che fanno tutte le madri di
bambini vaccinati quando gli lavano il sederino dopo la
loro cacca...NON si ammalano es. di
Polio...neppure loro....si dovrebbe tenere il conto
dei “possibili” contagiati aerobici dalla data della
entrata in vigore della Legge sanmarinese sul tema,
per vedere quanti bambini non vaccinati si sarebbero
ammalati con il "contagio aerobico"; inoltre se fosse
vera la "teoria del contagio" i bambini vaccinati,
essendo portatori sani o non, dei
virus e batteri vaccinali, potrebbero "contagiare"
gli altri adulti e bambini non vaccinati, con i quali
vengono in contatto, cosa che
NON avviene mai
!
Esempio:
In Italia ogni anno nascono 500 mila
bambini x 40 anni = 20 milioni di
bambini portatori, (di questi quasi il 95 % viene
vaccinato minimo con l’esavalente
che
contiene ben
6 virus vaccinali, ad esempio quello della
polio); i
bambini portatori "sani" crescono e vengono in
contatto con tutti gli altri, eppure pur essendovi in
Italia oltre 20 milioni di adulti di oltre 40 anni,
NON vaccinati per la
Poliomielite, NESSUNO di questi, pur essendo
a contatto con quei bambini portatori "sani" del virus
della Polio, si ammala…perche’ ?..., perche’ la teoria del contagio e’ FALSA
!...... e cio’ vale anche per la altre malattie
falsamente dette "contagiose"…
Riflettete bene su questi che sono fatti !
Studio di un Biologo sulla falsa teoria dei Germi quali
cause della malattia
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Leggi precise che mandano a soqquadro
tutte le fandonie
virologico-pestilenziali dei giorni nostri
A quei tempi non si conoscevano ancora i virus, e gli
standard di Koch vennero formulati avendo in testa i
batteri.
Ma il metodo vale ancora di più per i virus, i quali
sono parassiti, o veleni, o meglio ancora detriti
cellulari interni, in ogni caso non viventi e con
nessuna flessibilità di comportamento, mentre i batteri,
essendo organismi vivi, possono rilasciare tossine o
adattarsi a mutazioni ambientali.
Sono questi postulati, assieme ad altre precisi principi
della microbiologia, che vanno dritti al cuore del
problema, mandando a soqquadro tutte le fandonie e tutti
gli imbrogli virologico-pestilenziali dei giorni nostri,
ed in particolare quelli riguardanti l’Aids
maschile (generato da un virus
Hiv mai nemmeno
isolato), e il nuovo preteso
Aids femminile o
Papilloma virus
(generato da centinaia di diversi virus, alcuni dei
quali isolati, ma innocui e innocenti, ed esistenti
comunque dai tempi di Adamo ed Eva).
Le incongruenze insanabili di un virus mai isolato e di
una malattia mai esistita
Nessuna traccia del virus
Hiv (human immunodeficiency virus) esiste nel
sarcoma di Kaposi, né in tutte le altre circostanze
indicate come causatrici di
Aids.
Se l’Hiv infettasse attivamente i linfociti T o altri
componenti del sistema immunitario, come pretendono
Gallo e Montagnier, dovrebbe succedere che i virioni (particelle
virali cellulari) dovrebbero trovarsi con estrema
facilità in circolazione nel sangue, come succede in
tutte le malattie virali classiche.
Un paziente sofferente di epatite B rivela ad esempio 10
milioni di particelle virali in 1 ml di sangue (5-10
gocce). Un altro affetto da influenza presenta 1 milione
di particelle di rinovirus per 1 ml di muco nasale.
Le feci di una persona colpita da diarrea manifestano da
1 a 100 miliardi di rotavirus per grammo.
Ma, stranamente, nel corpo dei malati di presunto Aids
non si trovano particelle virali.
L’abbondanza di linfociti T in tutti i presunti malati
Aids è poi l’argomento
decisivo ed incontrovertibile che manda a casa, coda tra
le gambe, tutti gli infettologi.
L’assenza di un virus attivo ed infettivo scagiona
l’ipotetico Hiv (che nessuno ha ancora mai isolato,
occorre dirlo e ripeterlo) come responsabile della
sindrome etichettata
Aids.
Il vero tallone d’Achille
della buffonata Aids
L’assoluta incapacità dell’Hiv di uccidere i linfociti
T, anche in condizioni ottimali di contagio, è il vero
tallone d’Achille della buffonata Aids.
Il fatto poi che milioni di persone abbiano contratto
un’immunodeficienza alla nascita, eppure siano poi
diventati adulti sani, rappresenta un altro
significativo argomento contro l’ipotesi Hiv/Aids.
Da qualsiasi angolo la si consideri, l’ipotesi Hiv/Aids fa acqua da tutte le parti.
Non regge sui fatti e non regge nelle teorie.
Ed è proprio per questo che la virologia scientifica
americana, in blocco (700 e oltre ricercatori), è
d’accordo con Peter Duesberg.
Anche i discorsi sui virus lenti, sui virus latenti, sui
retrovirus, si sgonfiano uno ad uno come bolle di sapone.
Non esistono precedenti di retrovirus che uccidono le
cellule, e non esistono leggi diverse da quelle di Koch
per incolpare un virus di una determinata malattia.
Gli stessi sostenitori dell’Hiv/Aids ammettono che la
loro è solo un’ipotesi non dimostrata. Quello che invece
non ammettono è che si tratti pure di un’indegna
montatura.
I due criteri
epidemiologici delle patologie infettive
A completamento e integrazione dei postulati di Koch,
esistono due basilari criteri adottati dall’infettologia
per determinare se una malattia può essere o non essere
considerata infettiva:
1° Criterio: Maschi e femmine devono essere colpiti in
equale misura dal batterio o dal virus, perché nessun
microrganismo al mondo ha mai prediletto un sesso
dall’altro.
Ma l’Aids colpisce al 90% i maschi, perché evidentemente
bevono di più, si drogano di più, straviziano di più,
dormono di meno. L’Aids non può assolutamente essere
infettivo. Questo è l’aspetto più paradossale e
grottesco della situazione. Tutta la farsa Aids
fabbricata commercialmente sulla infettività, e si
arriva invece al patatrac finale dove l’Aids primo non
esiste e, secondo, ammesso e non concesso che esista,
non è nemmeno contagioso.
2° Criterio (legge di Farr): Le malattie infettive si
diffondono sempre a ritmo esponenziale, e mai in modo
lento.
Ma le sindromi definite Aids rassomigliano al contrario
alle lente progressioni del cancro polmonare e
dell’enfisema, che aumentano a ritmo blando negli anni,
in sintonia col consumo di tabacco.
La virologia dalla polvere
all’altare
Agli inizi degli anni 80, la virologia avvizziva e
penava per mancanza di interesse da parte del pubblico.
La gente perdeva fiducia nell’inconcludente guerra
nixoniana contro il cancro.
Ma l’Aids ribaltò miracolosamente la situazione, facendo
all’improvviso della virologia la branca di ricerca più
affascinante e remunerativa, scrive Peter Duesberg nel
suo best-seller Il Virus Inventato.
Per incolpare l’Hiv della sindrome Aids, i virologi
furono però costretti a fare salti mortali, a utilizzare
tutti gli stratagemmi e i paradossi possibili ed
immaginabili.
Chiunque osasse mettersi di traverso e fare un’obiezione
veniva bollato come bastian contrario.
Più una persona è famosa, e più si ritiene che essa sia
colta nel suo campo.
Le star internazionali Gallo e Montagnier risposero alla
perfezione a questa forma di divismo scientifico.
Una teoria premiata col
Nobel, ma incapace di reggersi in piedi.
E asserirono al mondo intero che l’Hiv è un nuovo
agente patogeno causatore della nuova malattia Aids.
Ma tale affermazione non stava e non sta in piedi perché:
L’Aids non è una nuova e singola malattia, ma
eventualmente una collezione di 30 o più vecchie ignote
malattie (tanto che né Gallo, né Montagnier, sono in
grado di spiegare la definizione esatta di Aids).
L’Hiv non è un nuovo agente patogeno. Secondo la legge
di Farr, un virus è nuovo solo se la percentuale di
persone infettate aumenta od esplode nel tempo.
La pretesa che l’Hiv sia nuovo è ingenua come quella di
un astronomo che pretende di definire nuova una stella
sconosciuta, solo perché è diventata visibile grazie al
suo più potente telescopio.
L’Aids non è un’epidemia
virale-infettiva, come pretendono Gallo e Montagnier.
Essa non risponde a nessuno dei due criteri infettivi
sopra citati, e ancora meno ai Postulati di Koch.
Ammesso che si trattasse poi di retrovirus, sappiamo che
le centinaia di retrovirus noti non sono altro che innocenti virus di
transito che nulla causano. Ci si aspetterebbe che le massime
autorità del settore, il Gallo e il Nobel Montagnier,
spiegassero con chiarezza perché ritengono il loro
presunto Hiv fatalmente patogeno. Ma la loro risposta
Crediamo che l’Hiv sia patogeno, è classificabile tra le
comiche della televisione, non certo come argomento da
uomini di scienza.
L’infondatezza e le
scappatoie
I sostenitori dell’ipotesi Hiv-Aids non sono disposti ad
accettare nessuna prova contraria, perché sanno di
godere di avere le spalle abbondantemente coperte, dalla
sanità, dalla politica, dalle industrie.
Ricorrono così in modo sistematico a una gamma di scuse,
di scappatoie, basate sull’ignoto, sulla congettura, su
criteri di autorevolezza, su appelli alla responsabilità.
Se nell’organismo la quantità di Hiv (cioè di linfociti
T morti, o messi fuori combattimento) è scarsa o nulla,
ipotizzano l’esistenza di fantasiosi serbatoi
alternativi di virus nascosti, e di speciali vie
aggiuntive di infezione.
Se nel corpo si trovano solo anticorpi anti-Hiv (che
sconfessano già di per sé la loro teoria), li chiamano
anticorpi inefficaci o non-neutralizzanti.
Se il virus non fa ammalare gli animali da laboratorio (iniettati
dal materiale virale supposto Hiv), sostengono che il
virus riesce, non si sa come, a distinguere tra uomo e
scimpanzé (che è poi pressappoco come distinguere tra
maschio e femmina).
Diverse malattie esautoranti
tossico-cibarie-comportamentali, etichettate e
trasformate in una peste di comodo
La realtà è che l’Aids non è una sola malattia ma tante,
tutte sfibranti e nessuna contagiosa.
Tutte di carattere tossicologico, derivanti cioè da cibi
sbagliati e stili di vita sbagliati, non da virus e da
contatti sessuali.
Vale a dire che esistono al mondo molte malattie di
carattere tossico-cibario-comportamentale che portano
la gente ad autodistruggere il proprio sistema
immunitario e a prestare il fianco ad altre malattie
opportunistiche subentranti.
Trattasi di malattie esautoranti ed autodistruggenti
contro le quali nulla si può fare se non cambiare
urgentemente rotta, ammesso che ciò non sia già troppo
tardi.
Gli si possono dare 50 etichette diverse, ed associare
50 virus diversi, senza che il risultato cambi.
Nel caso dell’Aids, i suoi
inventori hanno voluto farne un caso mondiale, dargli un
nome, affibbiargli un virus inesistente, renderlo
contagioso, guadagnarci un oceano di soldi.
La realtà è che la ricerca del sapere e della verità
logica, la scienza che si propone di rispondere agli
interrogativi, sono state soppiantate dal carrierismo,
dalla fame enorme di danaro, dalla sicurezza del posto
di lavoro, dalle sovvenzioni statali, dai benefici
finanziari, dal prestigio dei premi e dei riconoscimenti
posticci.
La nozione Lwoff di virus
latente
André Lwoff iniziò la sua carriera all’Istituto Pasteur
negli anni 20, dove apprese della supposta esistenza di
alcuni virus latenti che apparentemente si addormentano
all’interno della cellula per scoppiare dopo qualche
tempo indeterminato, liberando il virus riattivato.
Diventò il suo chiodo fisso per la vita.
Nel 1953 ritroviamo Lwoff sostenere a spada tratta che
il cancro era conseguenza della riattivazione di virus
latenti.
La sua ipotesi trovò subito credito presso gli
oncovirologi. Ma la teoria del legame tra virus e cancro
si scontrò contro un problema fondamentale. Non si
riusciva a isolare nell’uomo alcun virus tumorale, per
cui il primo postulato di Koch non veniva rispettato.
Le incredibili licenze di un
cadavere di nome virus
La caccia al virus era in pieno fervore e nessun
ricercatore voleva rinunciare alla possibilità di
trovare il virus cancerogeno, e vincere l’ambito trofeo
della sua carriera.
Ecco allora che i biologi superarono d’un colpo sia la
logica e il buon senso, ed anche il paradosso di Lwoff,
inventando una nuova incredibile ipotesi, secondo cui i
virus potevano provocare tumori molto tempo dopo
l’infezione, mentre erano ancora latenti.
Col nuovo paradigma, i postulati di Koch e tutte le
altre regole si disintegravano come per incanto.
Ora, un qualunque virus, pur essendo un cadavere, un
detrito, un microrganismo privo di vita, poteva
addirittura fare miracoli.
Poteva infettare un nuovo ospite un giorno, poteva
andare in letargo o trasferirsi in vacanza-premio a suo
piacere per mesi e anni, e poi provocare un cancro
mortale senza nemmeno essere più presente nel paziente.
Se questo non è medioevo e superstizione, ci si dica
cosa è.
Il ricorso all’artifizio
del cofattore
Quando non si riesce a dimostrare la responsabilità del
virus, si ricorre a una nuova invenzione e a un nuovo
artifizio, chiamato cofattore. A questo punto, i
virologi vorrebbero far credere che un cancro non ha più
bisogno di una infezione virale, ma addirittura di due
infezioni separate. Se poi queste due non bastano, e ci
sono altre discrepanze da giustificare, poco male.
Si inventano altri cofattori aggiuntivi e il gioco è
fatto.
Gli oncovirologi e il
terrorismo medico
Nel 1969, Robert Huebner pubblicò un articolo-chiave che
andava oltre l’ipotesi di Lwoff, dove sosteneva che
tutti i tipi di tumori umani erano causati da virus
latenti che si risvegliavano causando il cancro non
appena radiazioni o altri cofattori pericolosi
attaccavano l’organismo.
Una vera crociata a favore
dell’oncovirologia, a cui si unì pure il premio Nobel
James Watson.
Addebitando il tumore a dei virus, gli oncovirologi
riuscirono ad accaparrarsi l’interesse del pubblico
attraverso una diffusa campagna basata sulla paura più
nera.
L’11 maggio 1990, il Los Angeles Times Magazine pubblicava
una grande foto a colori di una giovane coppia dall’aria
spaventata, a fianco di un titolo particolarmente
sinistro:
Relazioni Pericolose.
Si leggeva tra l’altro: Patty e Victor Vurpillar sono
affetti da un ceppo dell’Hpv (papilloma virus umano), il
virus che si nasconde dietro una delle malattie a
trasmissione sessuale più diffuse del paese, e che sta
diventando il principale indiziato del cancro della
cervice.
Quel che è peggio, è che alcune persone stanno
diffondendo il virus senza nemmeno saperlo. Un autentico
bombardamento terroristico, privo di motivi se non
quello solito di spillare quattrici alla gente.
Storia delle ultime
pestilenze chiamate Hv (herpes virus) e Hpv (human
papilloma virus)
I microbiologi cominciarono a studiare il cancro della
cervice ancora nel XIX secolo, quando un medico italiano
riscontrò che questo tipo di tumore colpiva più
facilmente le donne sposate che le monache.
Una varietà di microbi fu ritenuta responsabile della
malattia, compresi i batteri della sifilide e della
gonorrea, i micoplasmi, le clamidie e il triconomas che
è un protozoo.
I virologi entrarono in
campo negli anni 60, subito dopo che il virus di
Epstein-Barr era stato isolato e ritenuto (a torto)
responsabile del linfoma di Burkitt (che in realtà si
rivelò essere, come al solito, malattia tossicologica e
non virale-infettiva).
Nel 1966 i virologi giocarono di nuovo sporco,
rispolverando l’asserzione che le pazienti con cancro
della cervice tendevano ad aver avutro più rapporti
sessuali rispetto a quelle meno attive sessualmente.
In più, un laboratorio gettò ad arte benzina nel fuoco,
riferendo che le pazienti cancerogene avevano avuto in
precedenza un’infezione da herpes.
Questo era un boccone troppo ghiotto per lasciarselo
sfuggire.
La carta fasulla dell’herpes
tipo II
In due anni riuscirono a distinguere due tipi di herpes,
il tipo I (più comune, intorno alla bocca) e il tipo II
(infezione ai genitali, cervice compresa).
E quest’ultimo diventò per anni il bersaglio preferito,
come presunto responsabile del cancro.
Ma anche qui si dovettero fabbricare nuove ipotesi
assurde e fantasmagoriche.
Secondo questa teoria, il virus prima infettava e
uccideva milioni di cellule, ma ogni tanto faceva
cilecca e si mescolava con delle cellule diventando
impotente. Le balle e le bufale vennero ben presto a
galla.
L’85% degli americani adulti sono infettati dal virus
herpes II in modo spesso asintomatico, compreso donne
prive di alcun segno di cancro al collo dell’utero.
Molte donne poi, affette dal tumore alla cervice, non
erano addirittura mai state infettate dal virus herpes
II. Cose da chiodi.
Con le loro ipotesi
demenziali i virologi-infettologi diventarono lo
zimbello della comunità scientifica
Nel 1983, i virologi-infettologi disperati ma mai
disposti a mollare l’osso, proposero una nuova trovata
da Carnevale.
Sostennero l’ipotesi di toccata e fuga, per cui
l’herpes virus infetterebbe brevemente le cellule della
cervice delle donne ignare, provocando qualche
misterioso cambiamento.
Questa idea peregrina minacciava di rendere i virologi
lo zimbello della comunità scientifica. Come si potevano
mai fare delle sperimentazioni e delle teorie per
dimostrare un evento ipotetico che non lasciava traccia
? Eppure questa ipotesi demenziale sopravvisse in
medicina fino agli anni 90.
L’arrivo dell’ultima
brillante trovata: quella del papilloma virus
Nel 1977, un virologo tedesco, Harald zur Hausen, che
lavorava al centro di ricerche sul cancro di Heidelberg,
propose un altro virus come agente responsabile del
cancro alla cervice.
Si trattava dell’Hpv (human papilloma virus), un virus
non aggressivo che causa delle innocue verruche.
Tant’è vero che le prove a favore di questa ipotesi Hpv
sono tutte regolarmente fallite e naufragate.
Infatti, non appena Harold zur Hausen e i suoi colleghi
si accorsero che:
A) Metà delle donne americane era regolarmente
portatrice del virus Hpv
B) Solo l’1% della popolazione femminile portatrice Hpv
sviluppava poi il cancro
C) Un terzo di quell’1% non era comunque mai stato
infettato dal virus Hpv, conclusero giustamente di aver
seguito una pista sbagliata e, da scienziati onesti,
cestinarono il tutto.
C’è anche chi è bravo a pescare nei cestini e tra i
rifiuti, e a rilanciare il tutto in grande stile
Ma il mondo è fatto di persone per bene ed anche di
filibustieri.
Perché mai buttare via tutte quelle ricerche, quelle
ipotesi, quelle buone occasioni per fare denaro sulle
spalle della povera gente, sulle spalle delle donne,
sulle costole di Eva?
Abbiamo perseguitato i maschi, e raggranellato enormi
capitali sull’Aids maschile, perché non fare lo stesso
tiro mancino alle donne, e trasformare l’Hpv in un nuovo
planetario Aids femminile ?
Questo si devono essere dette certe industrie
farmaceutiche.
Il virus Hpv provoca papillomi o verruche, ovvero
piccole escrescenze anomale e non maligne di cellule che
possono comparire e scomparire spontaneamente nel giro
di una settimana.
A patto che non venga messo in crisi dal fumo e dal
caffè, dai cibi sbagliati e da stili di vita assurdi, da
pensieri e atteggiamenti negativi, il sistema
immunitario riconosce le proteine virali e fa piazza
pulita con estrema facilità sia delle verruche che dei
virus che le hanno provocate.
Il
cancro della cervice
NON è contagioso ed ha
motivazioni tossicologiche
Le spiegazioni più plausibili dei rari casi di cancro
della cervice rimangono quelle del cattivo
invecchiamento (cibi e stili sbagliati prolungati nel
tempo), del fumo, dell’uso continuo di contraccettivi.
In ogni caso, il cancro della cervice non è contagioso
per nessuno, essendo una situazione personale e
irripetibile riguardante esclusivamente la paziente che
se lo è fabbricato.
Chiaro poi che i cacciatori di virus, al soldo di ben
specificate industrie del farmaco e del vaccino,
continuano a propagandare l’ipotesi virale.
Per cercare di risolvere i tanti paradossi e i tanti
vuoti logici, i virologi, quanto mai corrotti e in
malafede, hanno persino riportato in auge il virus
herpes Simplex II, come cofattore Hpv, fingendo di
ignorare che in matematica zero più zero fa ancora zero,
per cui due cofattori assurdi non producono un fattore
concreto.
Eppure, la Diogene Diagnostics, una ditta di
biotecnologie del Maryland, ha ottenuto l’appoggio e i
fondi del governo federale per il suo test del papilloma
virus.
Molti altri laboratori di
ricerca, sulla scia di questo fatto, hanno bussato ai
finanziamenti del Nhi, per cui la frode prosegue e va
avanti in tutto il mondo. La beffarda teoria del
papillovirus: TERRORISMO
puro al servizio della donna.
Tutti parlano ormai la lingua della pestilenza e del
lazzaretto. Gli scagnozzi delle
industrie
farmaceutiche stanno convertendo mezzo
mondo alla loro beffarda teoria Papillovirus.
Hanno oliato per bene governi, stati e sanità.
Si sono comprati giornali,
riviste e canali televisivi. Tutti parlano ormai la
loro lingua, la lingua della pestilenza e del lazzaretto.
Terrorismo puro
al servizio della donna - vedi:
Guerra contro le Donne
Stanno arringando la popolazione femminile, invitandola
a fare sonni tranquilli, a non aver paura di
niente.Basterà solo far vaccinare bambine e adolescenti,
per ora dai 10 anni in poi, ma più avanti forse già
dalla culla.
Decine di
vaccini pronti e
altri
centinaia in cantiere
Loro hanno già pronti 20-30 vaccini per i diversi tipi
di Hpv appena individuati, ma ne stanno già preparando
un altro centinaio.
Anche perché il virus Hpv consta di un’infinità di
varianti, per cui la copertura totale, la protezione
globale dalle infezioni, si realizzerà mediante non una
o due vaccinazioni/anno, ma con qualche decina di esse.
Fuori e dentro gli ambulatori, con grande soddisfazione
dei Nuovi Monatti, i quali, udite udite, amano
spacciarsi per benefattori dell’umanità e, sulle orme di
Luc Montagnier, sono puire in corsa per il Nobel.
La motivazione ufficiale
sarà Per i loro grandi meriti e le loro benemerenze,
per la difesa dell’amore e della vita, della serenità di
bambine, donne e controparti maschili.
Come difendersi dai monatti e dagli untori del Terzo
Millennio
I test diagnostici e le vaccinazioni non sono solo
interventi inutili, superflui, assurdi, seccanti (a meno
che qualcuna non ami stare più negli ambulatori che a
casa o distesa sull’arenile a prendersi il sole), ma
possono pure avere drammatiche conseguenze.
Come difendersi dunque dai monatti e dagli untori del
Terzo Millennio ?
Molto semplice.
State tutte felici, pimpanti e tranquille, verruche o
non verruche, e migliorate le vostre conoscenze sulla
salute, studiando di più, andando più di frequente a
spasso per campi e i boschi, a respirare aria pura e a
raccogliere erbe selvatiche.
Meglio se in buona compagnia dell’amico o del fidanzato
(per le maggiorenni), del marito o dell’amante (per le
sposate), delle sorelle o delle amiche (per le monache),
frequentando più il fruttivendolo che la macelleria e la
formaggeria, lasciando le farmacie e gli ambulatori per
le rarissime emergenze, o meglio ancora per il 32
dicembre e per il 30 febbraio di ogni anno.
Non date retta ai persecutori e riscoprite la grandezza
di Florence Nightingale
Fate una bella pernacchia a tutti i rivoltanti agenti
della paura.
Non date retta alla coalizione del maschilismo
farmaco-vaccino-terrorista.
Riscoprite il maggior medico della storia, la magnifica
dottoressa inglese Florence Nightingale, ed imparate a
memoria il suo prezioso insegnamento.
Non fatevi condizionare ed accalappiare da chi vuole
trasformarvi da sexy e procaci creature, o comunque da
simpatiche compagne e controparti del maschio, in
orribili esche rivoltanti, in trappole infernali, in
esseri dai seni tagliati e siliconati, in depositi
viventi di verruche, di herpes e di papillomi.
Non siate arrendevoli.
Ribellatevi a questa colossale ed epocale macchinazione
persecutoria nei vostri confronti.
By Jean Paul Vanoli & Valdo Vaccaro - Direzione Tecnica AVA (Associazione
Vegetariana Animalista) - Direzione Tecnica ABIN-Bergamo
(Associazione Bergamasca Igiene Naturale)
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
"Gli esseri
umani, la forma potenzialmente più elevata di
espressione della vita su questo pianeta ha costruito la
vasta
industria farmaceutica
con lo scopo
primario di avvelenare la forma di vita "più bassa"
presente sul pianeta, i germi !
"Una delle
più grandi tragedie della civiltà umana è quella di dare
la precedenza alle sostanze chimiche invece che
all'alimentazione" - By Dott.
Richard Murray
"Nelle
scienze, le
persone
considerano
con slancio
come loro
propria
proprietà
personale
quello che
hanno
imparato ed
è stato
trasmesso a
loro dalle
università e
dalle
accademie.
Se qualcun
altro arriva
con nuove
idee che
contraddicono
il Credo e
di fatto
minacciano
persino di
rovesciarlo,
allora tutti
gli sforzi
vengono
indirizzati
contro
questa
minaccia e
nessun mezzo
viene
lasciato
intentato
per
sopprimerla.
Le persone
fanno
resistenza
in tutti i
modi
possibili:
fingendo di
non averne
mai nemmeno
sentito
parlare,
parlandone
con
disprezzo,
come se non
valesse
nemmeno lo
pena di
approfondire
l'argomento.
E così una
nuova verità
può avere
una lunga
attesa prima
di venire
finalmente
accettata."
- By
Goethe
Le
concezioni
erronee
sulla salute
sono
radicate
nella nostra
cultura. La
strada per
capire il
processo di
mantenere e
ripristinare
salute è
stata lunga
e contorta.
La scienza
ha preso il
sopravvento
sulla
conoscenza
antica e
intuitiva,
ha fatto
errori
colossali,
rimanendo
aggrappata
ad essi nel
timore di
venire
sopraffatta.
La saggezza
e le
scoperte
scientifiche
sono state
rigettate a
favore di un
sistema più
diffuso,
conveniente,
o
politicamente
desiderabile.
Proprio come
Socrate è
stato
avvelenato
per le sue
idee, e
Galileo è
stato
forzato da
un clero
fanatico a
ritrattare
le sue
dichiarazioni
sull'astronomia,
ignoranza e
potere
possono
essere una
combinazione
pericolosa.
Noi non
prendiamo
malattie. Le
fabbrichiamo.
Lavoriamo
duramente
per
sviluppare
le nostre
malattie.
Dobbiamo
lavorare più
duramente di
quanto
dobbiamo per
ripristinare
la salute.
La presenza
di germi non
costituisce
la presenza
di una
malattia.
I batteri
sono gli
spazzini
della Natura
... riducono
i tessuti
morti agli
elementi di
base. I
germi o i
batteri non
hanno alcuna
influenza di
alcun genere
sulle
cellule
vive e sane.
I germi o i
microbi
prosperano
facendo gli
spazzini
nelle aree
malate.
Vivono solo
con i
rifiuti
metabolici
non
elaborati e
con i
tessuti
malati,
denutriti e
deboli. Non
sono la
causa della
malattia,
allo stesso
modo che le
mosche e i
vermi non
sono la
causa della
spazzatura.
Le mosche, i
vermi e topi
non causano
la
spazzatura
ma piuttosto
si nutrono
della
spazzatura.
Le zanzare
non sono la
causa dell'
acqua
stagnante.
Vediamo
sempre i
pompieri
vicino al
fuoco, ma
non
significa
che abbiano
causato il
fuoco. Le
iene e gli
avvoltoi
ripuliscono
la prateria
e la savana
dai
cadaveri,
non sono la
causa della
morte.
La
medicina
occidentale
insegna e
pratica le
dottrine del
chimico
francese
Louis
Pasteur
(1822-1895.)
La teoria
principale
di Pasteur è
nota come la
Teoria dei
Germi della
Malattia.
Tale teoria
afferma che
specie fisse
di microbi
da una
sorgente
esterna
invadono il
corpo e sono
la prima
causa di
malattia
infettiva.
Il concetto
che tipi di
batteri
immutabili
causano
malattie
specifiche è
stato
ufficialmente
accettato
come il
fondamento
della
medicina
allopatica e
della
microbiologia
verso la
fine del 19º
secolo in
Europa.
Chiamato
anche
monomorfismo,
(condizione
di avere una
singola
forma,)
venne
adottato dal
complesso
medico
industriale,
che iniziava
ad
affermarsi
verso la
svolta del
secolo.
Questo
cartello
si organizzò
intorno all'Associazione
Medica
Americana
(AMA),
costituito
da interessi
legati al
commercio di
farmaci, con
lo scopo di
manipolare
il sistema
giuridico
per
distruggere
la
professione
medica
omeopatica.
Controllato
dalle
società
farmaceutiche,
il complesso
è diventato
un affare da
trilioni di
miliardi di
Euro
all'anno.
Include
anche molte
compagnie di
assicurazioni,
l'Amministrazione
per gli
Alimenti e i
Farmaci (FDA),
gli Istituti
Nazionali
della Salute
(NIH), i
Centri per
il Controllo
delle
Malattie (CDC),
gli Ospedali
e le
strutture di
ricerca
delle
università,
le varie
associazioni
sulla
ricerca su
qualsivoglia
malattia, il
Ministero
della
Sanità,
quando il
ministro è
un medico
che è stato
messo lì
dalla lobby
delle case
farmaceutiche.
La dottrina
dei microbi
ha dato
origine alla
tecnica
della
vaccinazione
che è stata
iniziata
ciecamente
nel 1796 da
Edward
Jenner.
Jenner ha
preso del
pus dalla
ferita
purulenta di
una mucca
malata e
l'ha
iniettato
nel sangue
dei suoi
"pazienti".
Così si
diede inizio
a una
spregevole
pratica
(chiamata
i,propriamente
immunizzazione
o
vaccinazione)
la cui forma
è cambiata
di poco ai
giorni
nostri, e la
cui
comprensione
è ancora
oscurata
dalla teoria
di Pasteur.
Tale
dottrina ha
dato origine
anche allo
sviluppo
degli
antibiotici,
di cui il
primo è
stata la
penicillina
nel 1940. Un
antibiotico
è materiale
di rifiuto
velenoso di
germi,
utilizzato
nel
tentativo di
ucciderne
altri. La
penicillina
è il veleno
di un fungo.
Questo ha
causato la
proliferazione
delle forme
aggressive e
resistenti
di
microorganismi
che ci
perseguitano
oggi.
Il
Microscopio
Universale
di Rife,
sviluppato
dalla fine
degli anni
'30
all'inizio
degli anni '
40, ha
dimostrato
chiaramente
che i germi
(i
microrganismi)
sono il
risultato di
malattie
(gli
spazzini di
cellule
morte) e non
la causa. Se
dei germi
sono
coinvolti,
si
presentano
come sintomi
principali
di quella
condizione
generale.
Sebbene i
germi non
causino
malattia, i
sintomi
secondari
sono
prodotti in
risposta
alla loro
attività
(chiamata
comunemente
malattia).
Una delle
ragioni per
cui la
comunità
medica
convenzionale
non vede
tutta la
scena sono i
metodi con
cui guarda.
Molto
dipende da
come e con
che cosa si
guarda.
In Istologia
Fondamentale
di Junqueira
& Carneiro,
3 a edizione
del 1980,
scopriamo le
limitazioni
del
microscopio
elettronico
per il fatto
il fascio di
elettroni
richiede
l'uso di
sezioni di
tessuti
molto
sottili in
una
condizione
di un vuoto
elevatissimo.
Gli autori
affermano a
pagina 9:
"Queste
condizioni
impediscono
l'uso di
materia
vivente...
e... il
fascio di
elettroni su
di un
tessuto può
danneggiarlo
e produrre
cambiamenti
indesiderati
alla
struttura
del tessuto.
Dirigendo un
fascio di
elettroni su
una scena
vivente e
mutevole
come un
campione di
sangue, per
esempio,
l'ordine
viene mutato
e il
campione di
sangue
risulterà
alterato.
Gli
osservatori
fanno una
fotografia
di questa
situazione
disorganizzata
e la
interpretano
come se
fosse
l'intera
storia.
Durante lo
studio e
l'interpretazione
di sezioni
di tessuti
colorati
osservati al
microscopio,
il prodotto
osservato è
il risultato
finale di
una serie di
processi che
distorcono
notevolmente
l'immagine
osservabile
nel tessuto
vivente e
non è più la
scena
inizialmente
presente sul
vetrino.
È stato
suggerito in
passato che
i puntini
visti con il
microscopio
elettronico
identificati
come virus
potrebbero
essere,
molto più
che
probabile,
niente di
più che
particelle
di proteine,
senza vita,
degradate -
peptidi
disintegrati
dalla
morte
cellulare -
resti
catabolici
di
citoplasma,
o proteine
prodotte
dalle
cellule in
risposta al
terreno
biologico
non più
equilibrato.
È stato
riportato da
ricercatori,
in cerca di
ipotetici
virus
"elusivi",
che i virus
possono "
imitare" i
tessuti
umani !
infatti sono
tessuti
umani.
Tratto dal
altrogiornale
-
medicinenon.it
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
PROMEMORIA:
La
duplicazione
dei virus
avviene per
opera delle
cellule,
quindi per
opera del
terreno
!
Cio’ e’ vero
ed il
meccanismo
e’ questo:
Il
DNA-RNA
e’
una antenna
ricetrasmittente,
data anche
dalla sua
forma ad
eslisse;
qualsiasi
pezzo di
DNA (acidodesossidoribolnucelico)
e’ on grado
di
ricevere
e
trasmettere
informazioni
ad altro
DNA, in un
processo di
scambio di
informazioni;
qualsiasi
virus (proteina
complessa di
lipidi a
DNA)
eterologo od
autologo e’
in grado di
farlo. In un
processo di
mitosi, cio’
avviene
regolarmente
seguendo
meccanismi
identici.
Si dice:
autologo
-
" di organo, tessuto,
sostanza,
micro
organismo,
virus,
derivati da,
o presenti
nei propri
tessuti o
cellule
.
Si
dice:
eterologo
-"di
organo,
tessuto o
sostanza
organica o
micro
organismo,
virus,
che proviene
da una
specie
diversa da
quella
considerata
o peggio da
una specie
animale
diversa;
esempio
quelli
derivanti
dai
Vaccini").
Quando vi e’
la morte
cellulare (apoptosi
susseguente
a
stress
ossidativo
cellulare
intenso),
essa si
disgrega, si
disintegra
nel sue
varie parti,
grazie ai
propri
lisosomi,
anche perche’
la
membrana
cellulare
che
trattiene e
contiene il
citoplasma
perde di
valore =
carica
bioelettronica,
che si
abbassa
sotto i 15
microvolt
per vari
motivi: intossicazione
endo
cellulare,
mancanza di
eliminazione
di tossine e
nutrimento
di sostanze
vitali, o
per la
conseguente
alterazione
della carica
bioelettronica
della
matrice
extracellulare,
introduzione
di proteine
tossiche a
DNA, cioe’
virus
eterologhi
(per esempio
quelli dei
vaccini)
, essa si
“rompe e
rilascia” il
suo calla
matrice
extracellulare
il suo
contenuto (mitocondri,
nucleo,
reticolo
emoplasmatico,
enzimi
presenti,
ecc.); i
mitocondri
(ricordiamo
che ogni
cellula ne
contiene
almeno 30
mila che
producono
energia
termica e
biolelettronica),
alcuni si
disintegrano
completamente,
altri
rimangono intatti
o si
disintegrano
in parte
mantenendo
il loro
contenuto
informazionale=DNA,
il quale
circolando
nell’organismo,
quando viene
a trovarsi
vicino ad
altre
cellule,
trasportato
dai liquidi
corporei,
anche quelli
della
matrice
extracellulare,
viene da
esse, le
cellule
contattate,
“detettato”
cioe’
rivelato e
testato,
cioe’ letto
dal DNA
della
cellula
nelle
vicinanze,
la quale, se
autologo,
gia’ lo
conosce e
riconoscendolo
come
sostanza
proteica di
scarto,
informa
tutto il DNA
dell’organismo
e quindi il
sistema
emuntorio
(in primis
quello
renale) se
ne fa carico
per
eliminarlo
dall’organismo,
ma se la
cellula e/o
tessuto
cellulare
e’gia piu’ o
meno malata/o,
potrebbe
introdurselo
nel
citoplasma
per “testarlo”(per
un
meccanismo
di
riconoscimento
errato), con
le
conseguenze
del caso; se
invece essa
e’ sana, lo
isola,
informando
tutto
l’organismo
dello scarto
proteico
presente nell’organismo,
scarto che
deve essere
eliminato
utilizzando
le normali
vie
emuntorie
del corpo,
se esso vi
riesce
altrimenti
rimanendo
nell'organismo
puo'
rimanere
latente per
anni e
ricomparire
con il suo
carico
informazionale
tossico e
danneggiare
il sistema
vitale
corporeo.
Se quella
proteina
complessa (di
scarto)
virale, non
e’ autologa
ma eterologa,
sempre
quella
cellula
nelle
vicinanze
del virus (ripetiamo
che il virus
e’ una
proteina
complessa a
DNA), DEVE
leggere il
suo DNA per
identificarlo
e cosi
facendo NON,
essendo una
informazioni
gia’
presente nel
suo DNA (cosi
come in
tutto il DNA
corporeo che
e’
costantemente
informato
del proprio
DNA autologo)
essa lo
decodifica,
lo legge e
cosi’ si
INFORMA,
cioe’
subisce
facilmente
mutazioni
nel suo DNA
autologo (quando
la cellula
non e’ sana)
e quindi
ecco che si
manifesteranno
anomalie
cellulari
(stress
ossidativo),
tessutali (intossicazioni
ed
infiammazioni),
con le
conseguenti
malfunzioni
organiche e
sistemiche
nel soggetto,
oppure se
mediamente
sano
l’organismo
invia quelle
proteine
complesse a
DNA nei
depositi di
grasso nei
vari tessuti,
nei quali
puo’
rimanere
inerte per
decenni
salvo poi
“risvegliarsi”
essere
utilizzato
in uno stato
febbrile
rilasciando
il suo
potere
informazionale
virulento,
intossicante
se queste
proteine
tossiche non
vengono
eliminate.
E’ quindi la
decodifica
effettuata
dal DNA
cellulare,
per il
riconoscimento
preciso del
DNA
eterologo,
che comporta
il pericolo
per la
cellula (non
completamente
sana) in
special modo
il DNA
mitocondriale
che e'
deputato a
tale
riconoscimento;
quindi,
meglio
evitare di
far
circolare
DNA
eterologo
nell’organismo,
di
conseguenza
MEGLIO NON
vaccinarsi,
perche ' i
Vaccini
introducono
materiale
tossico
nell'organismo
e proteine
complesse a
DNA, cioe'
Virus. -
vedi:
Contenuto
dei Vaccini
Questo il
meccanismo
genetico,
per esempio
dell'azione
dei
vaccini
nelle
cellule, ma
occorre
anche tenere
presente la
grave
intossicazione
da parte dei
vaccini
che
contengono
metalli
tossici,
sostanze
tossiche
non
autologhe
che
determinano
SEMPRE
reazioni
immunitarie
abnormi con
conseguente
immunodepressione
+ gli stati
infiammatori
cellulari,
tissutali,
organici
consequenziali…
ecc.
Qualche
cenno
storico
sugli
"ingoiatori"
di
MICRORGANISMI,
"germi
batterico
virali"
Personaggi
storici come
il prof. Max
Joseph
Pettenkofer
(1818-1905),
grande
igienista e
docente a
Vienna e
Monaco, od
il dr Thomas
Powell,
scomparso in
California
qualche
decennio fa
all’età di
88 anni, e’
considerato
l’uomo che
nella storia
ha consumato
di
proposito,
più germi
infettivi di
chiunque
altro, o il
dr John
Fraser di
Toronto, il
dr William
Osler, lo
stesso
Arnold
Ehret, e
tanti altri
che non
esitarono a
trangugiare,
in pubblico
o di fronte
a delle vere
giurie,
bicchieri
colmi di
colture
microbiche a
base di
batteri-virus
tipo
difterite,
colera,
tubercolosi,
meningite,
febbre
tifoidea,
dimostrando
cosi’ che i
microbi ed i
virus non
sono causa
di malattia.
Questa la significativa
corrispondenza tra una studentessa di Charleston-West
Virginia, e il rimpianto igienista americano T.C. Fry,
premiato alla Sorbona di Parigi con laurea honoris
causa, che chiarisce diverse cose.
“Se è vero come dice lei che nemmeno le VD (venereal
diseases o malattie veneree) sono contagiose, perché
succede che, quando uno va con un partner sessuale
ammalato, si ammala della stessa malattia ? E’ difficile
poi pensare che il morbillo non sia contagioso.Vorrei
davvero crederle, caro dr Fry, ma ho bisogno di maggiori
spiegazioni e giustificazioni per poterlo fare”.
RISPOSTA del dr Fry: “Tieni presente che le VD, non si
chiamano più sifilide e gonorrea, e che la sifilide non
viene più imputata alle famose spirochete, mentre i
gonococchi sono stati esentati da responsabilità nella
gonorrea. Oggi, quando si parla di VD, le malattie alla
moda sono l’herpes e la NGU (non-gonococcal
urethritis)”.
Chissa’ in futuro quali altri capri espiatori verranno
richiamati agli albori della cronaca, dalla medicina
ufficiale….
La STORIA del dr. NOGUCHI.
Il dr Noguchi del Rockefeller Institute, era negli anni
scorsi il più osannato ricercatore in fatto di malattie
veneree. Per sua sfortuna scoperse troppe cose scomode.
Scoperse ad esempio che le spirochete sono presenti solo
nel 75% dei casi, e non nel 100%, come dovrebbe essere
se fosse davvero il Treponema Pallidum a causare la
malattia.
Scoperse pure che il contatto e l’assunzione delle
spirochete, non erano causa di infezione in centinaia di
soggetti maschi testati.
A conferma delle sue ricerche, c’erano i ripetuti
esperimenti condotti dalla Marina Americana, che più
volte usò gruppi di marinai volontari, messi a contatto
intimo prolungato e non protetto con prostitute
giapponesi sifilitiche, senza che nessuno di essi
sviluppassero alcuna malattia.
L’innocuità assoluta di tutti i casi
di sifilide cronica e di uretrite non-gonococcica, e dei
vari tipi di herpes, regolarmente guariti in pochi
giorni con semplice
digiuno
ad acqua distillata, senza alcun farmaco, senza
penicillina, senza bismuto, mercurio o arsenobenzolo.
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Nulla al mondo si prende per contagio, se non la
scemenza e la stupidità.
La prima cosa che mi viene in testa è chiara e lampante:
non ho alcuna paura della febbre.
Sono disposto a sfiorare o baciare in senso tecnico la
prima ragazza disponibile, messicana o newyorkese, con
40 di febbre suina aviaria-caprina ed asinina, per
dimostrare al mondo che non si prende un accidente.
Sono disposto a farlo di fronte a una commissione
internazionale indipendente di tecnici e scienziati
verificatori, per dimostrare che niente e nulla al mondo
si prende per contagio, quando il proprio sistema
immunitario funziona al meglio. Mi servirà solo il nulla
osta di mia moglie.
Il
discorso vale per l’Aids,
il
papilloma e
tutto il resto.
Ma il mondo allora è fatto di filibustieri da un lato e
di gente inscimunita dall’altro ? Mi ha chiesto
incredula una gentile signora milanese. E’ esatto, le ho
risposto. Oppure, se vuole, i pochi sani stanno in
manicomio e i veri matti stanno tutti fuori.Tutti pronti
ad indossare la mascherina, e poi a toglierla per
addentare il cuore del vitellino e la trippa di sua
madre mucca.
Per non dire del maiale, massimo traguardo del
porco-uomo nell’Era Spirituale dell’Acquario.Tutti con
le mascherine e gli spray. Tutti pronti a proteggersi e
cautelarsi. Tutti chiusi nelle proprie stanze di fronte
al computer. Tutti tremebondi e disorientati.
Ma, non appena arriva il morso della fame, tutti pronti
a strappare la mascherina di bocca e a gettarsi sulla
coscia della povera gallina decapitata il giorno prima.
Tutti pronti ad addentare il cuore del vitellino o le
trippe di sua madre, massacrati senza alcuna pietà nel
macello del circondario.
Per non dire del maiale, massimo traguardo culinario del
porco-uomo del Terzo Millennio, ovvero dell’Era
Spirituale dell’Acquario, che la grande civiltà Maya ha
datato col 22 dicembre 2012.
Andiamo dunque a interrogare la Scienza Salutistica
più affidabile e più libera da corruzione
Ma andiamo a vedere cosa ne pensa la Scienza della
Salute, l’Igienismo Naturale, ovvero l’unica fonte
attendibile e libera da corruzione in questo mondo folle
e sbandato, sull’infettività dei microrganismi.
Lo scienziato tedesco Robert Koch (1843-1910) ha fissato
le leggi e i paletti adatti a capire quando si può
accusare un batterio (e a maggior ragione un virus) di
essere il vero responsabile di un’epidemia:
Il
microrganismo deve essere trovato in ogni caso di
malattia (in ogni persona colpita).
Il microrganismo non deve essere trovato nei soggetti
che non presentano i sintomi della malattia.
Il microrganismo deve essere capace di sopravvivere (batterio)
o di permanere (virus) fuori dai tessuti del corpo.
Il microrganismo, reintrodotto nell’organismo, deve
essere in grado di riprodurre lo stesso tipo di malattia
causata in precedenza.
Ai suoi tempi non erano ancora conosciuti i virus, ma le
leggi di Koch valgono oggi sia per i batteri che per i
virus (anzi valgono ancora meglio per i virus, essendo
essi parassiti non viventi ed incapaci di rilasciare
tossine o di adattarsi a mutazioni ambientali come
avviene per i batteri).
Criteri di infettività non rispettati nel caso di
diverse malattie considerate infettive
Caso 1) Già l’eminente ricercatore canadese William
Osler (1849-1919) scoperse che il bacillo della
difterite è assente nel 28-40% dei casi di difterite. La
prima legge di Koch, per cui il batterio/virus deve
essere trovato in ogni caso di malattia, non viene
rispettato nella tubercolosi, nella difterite, nella
febbre tifoide, nella polmonite e in altre malattie.
Caso 2) Nemmeno la 2° legge viene rispettata, perché
specifici batteri/virus della malattia si trovano
ripetutamente anche in soggetti nei quali non ci sono
sintomi della malattia stessa.
Caso 3) Anche la 3° legge non viene rispettata, perché i
batteri/virus non sono capaci di vivere o di prolificare
fuori dai tessuti corporali.
Anche per
i 3 casi citati ho parlato di batterio/virus associati,
nel senso che il discorso vale per entrambi.
Sono le condizioni di suscettibilità del paziente a fare
del batterio o del virus un agente infettivo
La Bio-Chemical Society di Toronto (Canada) condusse una
serie di esperimenti dove colture di germi della tifoide,
difterite, polmonite, tubercolosi e meningite, vennero
fatte consumare in abbondanza a un gruppo di volontari
sani e ben pagati.
Il risultato ? Nessuno
di essi si ammalò.
Ma, quando le condizioni di suscettibilità vengono
interdette, tutto il discorso cambia, a conferma del
fatto che sono le condizioni del corpo ospitante a
determinare il tutto, e non il microrganismo in sé.
Il batterio o il virus da solo (Dr Shelton’s Hygiene
Review, feb 1972) possono causare una malattia niente
più di come un fiammifero non acceso ed attivato può
causare un incendio.
Non possiamo schivare i batteri e i virus. Dobbiamo
essere a prova di entrambi.
Possiamo evitare le malattie solo mantenendoci in uno
stato ottimale di salute tale per cui i batteri e i
virus nulla possono contro di noi.
Batteri amici indispensabili, accompagnatori ma non
causa di malattia
I batteri sono ubiquitari, stanno con noi da quando
nasciamo a quando moriamo. La vita sul pianeta sarebbe
impossibile senza di essi.
Trattasi dunque di creature amiche, di collaboratori
ottimi, di preziosi alleati mangia-rifiuti, e non certo
di nemici.
Entrano in azione immediatamente quando c’è una
pericolosa accumulazione di materiale tossico che
minaccia l’integrità del nostro corpo.
Non si nega che i batteri siano intimamente associati
con molte malattie anche serie.
Non si nega che essi elaborino certe tossine e che
emettano pure nel nostro corpo i loro rifiuti corporei,
complicandoci ulteriormente la vita.
Non si nega il ruolo dei batteri nell’evoluzione della
malattia.
Ma essi non sono affatto la causa primaria e
fondamentale della malattia, come troppa gente pensa, in
fotocopia con la medicina ufficiale.
I virus come detriti cellulari interni o comunque
come entità esterne inanimate nelle quali ci imbattiamo
regolarmente
I batteri accompagnano le malattie, non le causano, il
che è cosa assai diversa.
Pressappoco lo stesso discorso si può fare per i virus.
Le condizioni dell’ammalato derivano sempre dal suo modo
improprio e fasullo di vivere e di mangiare, non dai
batteri e non dai virus in sé.
I batteri non producono malattia: è la malattia che li
produce.
I virus invece non sono altro che detriti cellulari
(derivati da nostre cellule spente e morte).
Più che amici, sono sostanze inevitabili che formiamo al
nostro interno con la continua morìa cellulare, oppure
sostanze esterne nelle quali ci imbattiamo.
Non sono entità viventi come i batteri, e sono incapaci
di riprodursi in un ospite sano, dotato cioè di sistema
immunitario funzionante.
E’
assurdo parlare di moltiplicazione dei
virus.
Ci può essere solo sommatoria ed accumulazione, derivata
sempre dalla moria continua e massiccia di nostre
cellule spente, le quali, se non vengono pulite con
regolarità da un bel sangue fluido e scorrevole,
diventano alimento proteico per i batteri ed anche
garitta o guscio di inserimento per i virus cadaverali
acquisiti dalle carni, dal pesce, dai latticini, dai
gelati, dagli yogurt, dalle uova e da tutte le folli
proteine animali di cui l’umanità pazzoide si nutre.
I cibi sbagliati, carnei, cotti, zuccherati, lattati,
ovati, salati, incaffeinati ed intheati, hanno la
caratteristica di sospendere il normale processo
metabolico cellulare, e di far accumulare nel proprio
corpo i propri detriti cellulari.
Alla fine, si va a peggiorare ed a rendere densa e
rallentata la qualità del liquido nobile che ci nutre e
ci ripulisce, del rosso e scorrevole sangue che diventa
meno rosso e meno scorrevole, e che la medicina cerca
poi di migliorare a colpi di eparina.
L’estrema
pericolosità delle proteine animali in ambito virologico
E’ per questo che ogni piatto di carne, più che dannoso,
è disastroso e micidiale per l’essere umano, dotato come
è di un sistema gastrointestinale, di un sistema
immunitario, di un sistema-corpo, smaccatamente
fruttariani, e per niente onnivori certi nutrizionisti
universitari vanno tuttora insegnando, in questo pianeta
quanto mai sprovveduto ed oscurato dall’ignoranza più
nera.
Ai cani, ai gatti e alle iene, le proteine animali non
causano grossi inconvenienti, essendo essi attrezzati di
potenti acidi e di formidabili enzimi antiurici, nonché
di un sangue acido, e non alcalino come quello umano.
Cosa sono
dunque queste entità sotto-microscopiche chiamate
virus?
I virus esistono solo come entità inanimate, fino a
quando non vengono decomposti, demoliti, espulsi.
Diversi e molteplici i nostri organi interni, e diversi
i tipi di detriti cellulari, cioè i virus endogeni che
ne derivano.
Trattasi di molecole di acido desossiribonucleico (DNA),
circondate da una catena di membrane proteiche
lipidiche.
Ogni cellula umana (10 trilioni di cellule in tutto)
possiede milioni di organuli interni i quali, in sede di
dissolvimento o morìa, o rinnovo cellulare, diventano
detriti o spazzatura organica chiamata virus.
Non basta essere medici, virologi, immunologi,
infettologi, per capire profondamente queste cose.
Serve piuttosto avere sempre tanta bussola e corretto
orientamento.
Serve acquisire visuale cinematografica e non
fotografica, visuale fisiologico-spirituale e non solo
materiale-meccanicistica.
Il
mito di una
immunizzazione che non esiste
Non è possibile rendere una persona immune
(disease-proof), renderla a prova di batterio o a prova
di virus, con mezzi chimici o biochimici.
Al massimo esiste una debilitazione del vaccinato e
quindi una sua ridotta reattività.
Il modo evidente e più garantito per minimizzare la
reattività è quello di ammazzare il paziente, mentre per
massimizzarla basta tenerlo nella più alta forma fisica
possibile.
Le epidemie, le pandemie, non significano effettiva
trasmissione di virus o di batteri da un uomo all’altro,
come si tenta di affermare.
Esse sono solo la conseguenza di alti livelli di tossine
nel sangue di tante persone contemporaneamente, legate
ed accomunate da abitudini simili, da intossicazioni
simili, da pensieri-preoccupazioni-stress simili e
condivisi.
La
vaccinazione è la peggiore invenzione mai concepita
dall’uomo nella sua storia
Le inoculazioni e i vaccini sono puri veleni, sono
interferenze estranee che by-passano il sistema
immunitario, sono processi ammalatori e debilitanti
della vitalità, che nulla hanno a che fare con la
guarigione e la salute.
Non fanno bene ai sani e soprattutto ai bambini, perché
quelli hanno già il loro potentissimo sistema
immunitario funzionante.
Non fanno bene ai malati e agli anziani, perché essi
sono già sufficientemente gracili per subire ulteriori
indebolimenti.
La vaccinazione è la peggiore invenzione mai concepita
dall’uomo nella sua storia.
Tutte le
pandemie vengono superate ed eliminate grazie ai
miglioramenti esterni ed interni
L’unica cosa che elimina le pandemie di ogni tipo sono i
miglioramenti dell’ambiente circostante e quelli interni
al proprio corpo, non certo i vaccini.
Tanto più che tutti i microrganismi hanno la capacità di
adattarsi, di mutare in continuazione, rendendo
superflua, parallela, ininfluente, e comunque sempre
dannosissima la vaccinazione.
Ad esempio il cocco della polmonite diventa bacillo
della tifoide alimentandosi del virus tifoide, e
viceversa.
E’ stato dimostrato più volte come l’introduzione di
colture batteriche e virali non è in grado di causare
malattie nei corpi sani.
Si sono fatti esperimenti in cui si sono introdotte
colture abbondanti di tifoide, difterite, polmonite,
tubercolosi, meningite, senza che esse abbiano causato
alcun effetto.
I batteri sono dunque amici onnipresenti che entrano in
azione quando esiste cibo da consumare (rifiuti e
tossine da mangiare ed eliminare). Guai se i batteri non
ci fossero.
Il
batterio o il virus nel corpo non è sinonimo di malattia
infettiva
Il dr Rene Dubos, famoso batteriologo e premio Pulitzer
1968, contraddice l’assunto medico secondo cui i germi
hanno caratteristiche specifiche e immutabili nella loro
struttura e nelle loro caratteristiche chimiche.
Lo stesso Louis Pasteur si accorse nel 1880 dei suoi
errori gravi e cambiò radicalmente rotta, ma era agli
sgoccioli della propria vita.
Il danno gravissimo lo aveva già fatto.
E la medicina, specialista da sempre a raccogliere il
peggio e a scartare il meglio, aveva già adottato ed
interiorizzato i suoi schemi stravaganti, portandoli con
sé fino alla data odierna.
Il vecchio Pasteur si accorse che i batteri mutavano a
seconda delle condizioni del paziente, e che un corpo
sano e resistente non era suscettibile ad essi.
Si convinse alla fine che fattori fisiologici
controllabili erano basilari nello stabilire la
vulnerabilità alla malattia e concluse, con parole sue,
che La presenza nel corpo di un agente patogeno non è
necessariamente sinonimo di malattia infettiva, ovvero
hanno ragione i miei detrattori, tipo Bernard e Koch,
secondo i quali il seme è niente ed il terreno è tutto.
Le
malattie non sono suddivise in classi come cani e gatti
La più famosa nurse-dottoressa della storia, miss
Florence Nightingale, che spesso cito nei miei articoli,
condusse il più bell’attacco alla teoria dell’infezione
batterico-virale, pur non conoscendo ancora batteri e
virus.
Le malattie non sono individui organizzati in classi,
come cani e gatti, ma sono piuttosto condizioni che si
sviluppano le une dalle altre a seconda delle condizioni
di nettezza che caratterizzano ciascun organismo. Non è
forse il continuo vivere sbagliato che porta la gente ad
ammalarsi ?
Non sono forse fattori come l’aria pura e la pulizia da
un lato, e l’aria viziata e la sporcizia esterna-interna
a determinare lo stare bene o lo stare male delle
persone ?
Non sono forse tutte le malattie delle reazioni naturali
alle condizioni assurde in cui noi stessi ci mettiamo ?
La dottrina delle malattie specifiche, grande rifugio
delle menti deboli e fragili della medicina
Mi è stato insegnato, sia da scienziati superbi che da
donne ignoranti, a temere la febbre, la scarlattina e le
varie malattie infettive.
Ma la vera assistente sanitaria ignora le infezioni, non
ne ha paura, ed eventualmente le previene.
Stanze pulite, finestre aperte ed assistenza amorevole
ai pazienti. Questo è da richiedere a una buona nurse.
Un trattamento saggio e umano è la migliore cura contro
le pandemie e le malattie di ogni tipo.
La dottrina delle malattie specifiche e classificate è
il grande rifugio delle menti fragili e deboli della
medicina.
Non esistono malattie specifiche. Ci sono solo
condizioni adatte a rendere la gente malata.
Le migliori parole pronunciate in campo medico negli
ultimi 200 anni.
Un monito divino ed extraplanetario ai medici e
all’umanità disorientata.
Più che una teoria intelligente sull’origine e la cura
delle malattie, le parole della Nightingale sono quanto
di meglio sia mai stato pronunciato negli ultimi 200
anni in ambiente medico, e meriterebbero di essere
scolpite sui muri di ingresso di ogni clinica e di ogni
ospedale del mondo, come avveniva con la frase
Conosci Te Stesso in tutti i templi della Grecia antica.
Esse suonano come un monito formidabile, divino ed
extraplanetario, contro tutte le follie della medicina
moderna, e contro tutte le scemenze in circolazione
presso la gioventù delle discoteche e degli sballi, e
contro le distrazioni e le dimenticanze della gente di
oggi, per troppo tempo privata di insegnanti saggi ed
avveduti, per troppi decenni preda di una banda di
ladroni operanti dietro il paravento di cattedre,
camici, governi, parlamenti e uffici presidenziali.
Per troppo tempo preda dei
ladroni
radiotelevisivi e della carta stampata.
La storia delle
vaccinazioni insegna, ma non ai sordi che non
vogliono ascoltare e ai ciechi che non vogliono vedere
I processi della natura sono sempre caratterizzati da
due qualità: efficienza ed economia.
Il corpo non promuove mai crisi difensive quando ciò non
è necessario. I corpi sani non necessitano di
detossificazioni.
Farmaci e
vaccini costituiscono pertanto attacchi addizionali
all’integrità dell’organismo.
I processi della natura sono
sempre caratterizzati da due qualità: efficienza ed
economia. Il corpo non promuove mai crisi difensive
quando ciò non è necessario. I corpi sani non
necessitano di detossificazioni.
Farmaci e vaccini costituiscono pertanto attacchi
addizionali all’integrità dell’organismo.Tant’è
vero che le malattie diminuiscono non appena ci sono
miglioramenti concreti nelle condizioni ambientali, non
appena si smette di avvelenare la corrente
sanguigna con farmaci
e
vaccini.
L’Inghilterra fu il primo stato al mondo a imporre
vaccinazioni
obbligatorie alla sua gente.
Dopo 50 anni, quello stesso paese,
patì la più grande epidemia virale di vaiolo della
storia, sia in numero di casi colpiti che in alta
percentuale di morti. Un popolo vaccinato, richiamato e
rivaccinato ancora, che veniva colpito in quel modo.
Una cosa davvero assurda ed inconcepibile. Venne
immediatamente tolta l’obbligatorietà.
Ma oggi, nel 2009, la maggiore
vaccinatrice mondiale GlaxoSmithKline, ha sede
esattamente in quel medesimo paese.
Le più
spaventose
pandemie arrivano sempre per condizioni di vita
insane.
La gente di oggi è apparentemente sana e pulita, mentre
al suo interno sta marcendo.
La verità è che le peggiori epidemie sono sempre
arrivate per condizioni di vita insane.
Più le abitudini della gente migliorano in termini di
pulizia esterna ed interna, e meno si è soggetti a
problemi.
Purtroppo, gli stili di vita della gente sono sì
migliorati, ma soltanto in apparenza.
La gente di oggi è indebolita da irresponsabili
svezzamenti a latte bovino ed omogeneizzati, da adozione
successiva di cibi carnei e di cibi cotti, da
trattamenti sanitari invasivi, da tensioni e paure
continue, da tragiche carenze affettive, da impedimenti
e tensioni sessuali, da cocacola e sigaretta, da
videogiochi e videomania, dalle sale di ammalamento
intensivo chiamate discoteche.
Nel 1948 un’epidemia di polio venne causata ad esempio
da un eccessivo consumo di zucchero, e il tutto si
risolse con un drammatico appello ad abbassare l’uso
improprio di tale insidioso dolcificante.
(NdR: ...e dall'immunodepressione
dei soggetti
precedentemente vaccinati per il
vaiolo) .
Dall’epocale
Spagnola del 1918 ai casi di
meningite di
Treviso, il filo logico è sempre quello
Le epidemie vengono provocate dal protrarsi di
situazioni debilitanti di massa, come prolungata umidità
e freddo, preoccupazioni, guerre, panico.
La spaventosa febbre Spagnola del 1918-1919 che decimò
le popolazioni europee e mondiali con cento milioni e
oltre di morti (cifre probabilmente approssimative e per
difetto, data la mancanza di metodi statistici
efficaci), non giunse forse dopo le lunghe ed
incredibili privazioni del primo conflitto mondiale ?
(NdR: ...e dall'immunodepressione
dei soggetti
precedentemente vaccinati per il
vaiolo).
Ma, per venire ai nostri tempi, le meningiti che
arrivano spesso dopo lunghe ore di discoteca (vedi casi
di Treviso nel 2008 ed altri casi simili in altri
paesi), non insegnano proprio nulla ?
Più snervata ed intossicata è la gente e prima si
ammala. Poi, quando ha perso la salute, e comincia a
spaventarsene, va disperatamente alla ricerca della
panacea e del vaccino, ovvero della soluzione rapida e
miracolistica.
Non le viene in testa di cambiare strada, di diventare
più saggia e rispettosa di se stessa e del prossimo suo.
I
vaccinatori privi di risposte logiche.
La virulenza putrefattivo-animale assai peggiore di
quella carbonico-vegetale.
I difensori delle
vaccinazioni non hanno mai tentato di spiegare
come mai quelli che sono stati
vaccinati in precedenza sono sempre i primi a
riammalarsi.
Gli stati di malattia più gravi e virulenti si
sviluppano nella gente che porta dentro di sé
quantitativi di veleno putrescente, soprattutto dopo le
feste di Natale e di Pasqua. Le eccitazioni e il
mangiare sballato portano ad
inevitabili crisi.
La peggiore forma di avvelenamento è quella da
putrefazione proteica, che supera di molto la
fermentazione carbonica, perché le proteine della carne
producono tossine molto più pericolose delle proteine
vegetali.
Ad esempio (Dr Shelton’s Hygiene Review, marzo 1972), la
tonsillite arriva da virulenza carbonico-vegetale,
mentre la difterite giunge da virulenza
putrefattiva-animale.
In entrambe queste malattie ci sono decomposizioni nel
tratto intestinale, ma le tossine putrescenti possono
anche degenerare in polmonite e meningite, o in febbre
tifoide ed altre forme di influenza grave.
La
malattia come prezioso processo di
detossificazione
Il
corpo espelle i suoi scarti ineliminati
attraverso delle crisi acute.
La malattia dunque è un percorso obbligato di
detossificazione e di recupero, ed è rimediale e
benefico, è un processo di auto-preservazione.
L’abituarsi, l’accomodarsi al fumo, al caffè e al the,
all’alcol e alle bibite gassate-dolcificate, alle varie
carni e al pesce, ai
farmaci e ai
vaccini, impone al corpo la compresenza di
pesanti livelli di tossine.
L’inevitabile effetto è la moltiplicazione del livello
tossico e l’abbattimento della forza nervina, mentre la
tossiemia interna
tende ad aumentare a causa del continuo flusso di
cellule morte non ripulite e non riciclate.
Il risultato è lo scatenamento di un processo guaritivo
chiamato malattia.
Il salutismo etico-naturale che noi proponiamo e
promuoviamo comincia nella mente e nell’anima
La malattia non è mai nemica, nemmeno in questo caso ben
s’intende.
Quelli che ci rimettono le penne, e finiscono al
camposanto, ci sarebbero andati comunque, vaccino o non
vaccino, più in fretta col vaccino che senza, perché
erano davvero malmessi internamente.
I fastidi e i dolori fisici per gli influenzati sono
antipatici, ma rappresentano dei segnali positivi ed
utili.
Ci vengono a dire che qualcosa nel nostro comportamento
è andato storto.
L’igiene naturale che guarisce, il salutismo scientifico
che noi proponiamo a tutti i cittadini del mondo, al
Messico colpito, agli USA colpiti, all’Europa in via di
essere colpita, comincia nella mente, nel cervello, nel
comprendonio, senza mai escludere la nostra parte eterea
e la nostra anima.
Il
regime alimentare è un fattore critico e determinante
nella maggioranza dei casi.
L’esercizio fisico e l’armonia interna sono pure
basilari. Ci vuole Scuola con la S maiuscola e Maestri
Igienisti con la M maiuscola.
Provare per credere. Non malattie infettive, ma malattie
accomunate e ritmate da effetto grilletto scatenante. Il
vero contagio è quello della stupidità umana. Le stesse
allergie si
producono allorquando il
sistema
immunitario si guasta.
Nei casi estremi, il corpo diventa così sguarnito e
sensibile che persino sostanze innocue e normalmente
utilissime, tipo fragole, pere, lamponi, ecc, finiscono
per provocare fenomeni di allergia e intolleranza.
Il responsabile non è la frutta, ma il
sistema
immunitario finito malamente.
Il contagio prevalente in tutte le pandemie non è la
febbre aviaria, la febbre suina o la febbre asinina, ma
è invece il contagio della stupidità umana.
Il contagio delle pessime abitudini a fumare, a mangiare
carne di maiale-bue-pollo-pesce e di qualsiasi altra
carogna in circolazione.
Il contagio dell’andare a chiudersi in una discoteca,
carica di fumo e di decibel, di vapori e umori
intossicanti, di bevande atroci, di ore preziose rubate
al sonno (le ore tra le 21 e le 24 sono le più
importanti e nutrienti della notte).
Chiaro poi che, nelle malattie accomunate, scatta pure
l’effetto grilletto che trasmette gli stessi sintomi a
chi è nelle medesime condizioni, a chi è già pronto ad
ammalarsi.
I
teorici della peste bubbonica sempre a corto di risposta
Vengano a spiegarci i teorici della peste bubbonica e
delle
vaccinazioni a tappeto come mai tantissimi
sviluppano raffreddori e febbri pur non essendo stati
assolutamente in contatto con nessuno.
Vengano a spiegarci gli stessi monatti il perché
migliaia di persone sane, che vanno in contatto con dei
malati, non sviluppano poi un bel niente.
Sappiamo già che tireranno fuori scuse e ragioni che non
stanno né in cielo né in terra.
Nel 1967, dice Shelton, lavoravo in un piccolo ufficio,
a stretto contatto con una decina di altre persone.
Arrivò un’epidemia di influenza e tutti finirono a
letto. Fui il solo a non sviluppare la febbre.
La stessa cosa successe a me medesimo più di una volta,
quando ero ragazzo vegetariano dissidente in famiglia
normale ed onnivora.
Ad ogni influenza stagionale o asiatica, tutti a letto
per una settimana con febbre alta, ed io regolarmente in
piedi senza mai alcun sintomo.
Dalle
esperienze del dr Shelton a quelle del dr Mendelsohn
(massimo pediatra mondiale)
Devo ancora conoscere un singolo caso di bambini, figli
di vegani o di igienisti, che siano stati ammalati di
polio.
Un regime salubre e naturale non causa polio, non causa
colera, vaiolo o difterite, scrive in proposito Herbert
Shelton (Dr Shelton’s Hygiene Review, May 1976, pag
195).
Succede invece che una lunga lista di malattie, tipo
cecità, convulsioni, eczema, ed anche morte improvvisa
ed inesplicabile, sia stata più volte imputata alle
vaccinazioni.
Il dr Robert Mendelsohn (Confessioni di un Medico
Eretico, pagg 143-145), accusa le
vaccinazioni di essere simili a un gioco alla
roulette, dove si cerca di stoppare dei virus sfuggenti
e giocherelloni che variano in continuazione, e porta
l’esempio dell’influenza americana del 1976 che portò a
un fiasco medico colossale, con 565 casi di paralisi
Guillan-Barré e 30 casi di morti inspiegate, tutte
derivanti da una vaccinazione effettuata poche ore
prima.
Da quella volta Mendelsohn diventò nemico mondiale
numero uno di ogni vaccino antibatterico ed antivirale.
I
virus, per fare
danni, hanno bisogno di molte cose
I virus non possono vivere o aumentare di numero da
soli, essendo materiale morto e decrepito, privo di vita
e di enzimi.
Abbiamo, come già visto sopra, virus endogeni derivati
da morìa intensa e regolare delle nostre cellule che
vengono normalmente eliminati, e i virus esogeni (presi
dai cibi sbagliati e dall’aria viziata ed inquinata che
respiriamo).
Ricordiamo in proposito che frutta e verdure pulite
contengono zero virus e zero batteri, mentre tutte le
carni ne sono spaventosamente stracariche.
Per svilupparsi e fare dei danni, un virus ha bisogno di
molte cose. Serve innanzitutto la possibilità di
occupare e di insediarsi, ovvero di attaccarsi a delle
cellule vive. Ma serve pure che tali cellule, e
l’organismo nel quale il virus si trova, abbiano alle
spalle un sistema immunitario distratto ed inefficace.
A quelle condizioni si può sviluppare una condizione
virale generalizzata.
Attribuire intelligenza, volontà ed abilità tattica ai
virus, può solo fare sorridere
E’ evidente come il virus sia il perfetto esempio di
sostanza parassitaria, ma sempre morta e priva di
volontà, di pianificazione, di programmi.
Parlare di virus latenti, mutanti, cambianti, cattivi, o
cose simili, attribuendo ai virus intelligenza e abilità
tattica o altro, può solo far sorridere. E’ sempre il
nostro corpo che conduce la danza nel bene e nel male, o
a non condurla affatto perché lo abbiamo rovinato
malamente. Il virus è inanimato a tal punto che
nessun
antibiotico al
mondo lo può colpire.
Non si può ammazzare qualcuno che è già morto (NdR:
meglio dire che non e' mai stato vivo).
Un
corpo sano è un’autentica fortezza, una macchina da
guerra
Il corpo comunque è in grado di distruggere il virus
allo stesso modo con cui distrugge e si libera degli
altri veleni, e allo stesso modo in cui colpisce i
batteri invasori.
Un corpo sano è autentica fortezza, ed anche macchina da
guerra. Distrugge tutto e non ha problemi.
La stessa cellula sana tiene sotto attento controllo la
situazione, e impedisce a qualsiasi microrganismo di
causare danni.
Il corpo umano può essere benissimo infettato da un
virus (può cioè avere il virus al suo interno) senza
però ammalarsi o manifestare malattia.
Le infezioni virali (cioè le presenze di virus nei
cosiddetti portatori sani) sono comunissime e quasi
universali, mentre le malattie virali sono al
contrario rarissime. Il virus della polio ce l’hanno in
tantissimi.
L’adenovirus è presente nel 90% della popolazione, ma
pochissimi se ne ammalano.
La
salute e l’equilibrio sono concetti diversi da quello di
immunità
Esistono invece agenti interni ed esterni che mettono a
repentaglio e sovvertono l’armonia corporale,
convertendo un virus latente in un virus attivato e reso
virulento.
E’ risaputo che le cellule trattate con un virus in un
tessuto colturale sono in grado di inibire ed
interferire con lo sviluppo di altri virus.
Questo materiale cellulare modificato è stato per
l’appunto definito interferone e possiede capacità
antibiotico-antivirali.
In ogni caso, la salute e l’equilibrio sono concetti
opposti a quello di immunità, non dipendendo essi dagli
anticorpi sviluppati in seguito alla vaccinazione, ma
dalla saggia normalizzazione delle funzioni corporali.
Tutti
gli esseri viventi ospitano batteri e virus inattivati,
ma solo pochi si ammalano. Perché ?
Infatti, oltre il 90% delle persone alberga ed ospita
diversi virus, mentre solo una percentuale minima
sviluppa poi effettivamente una malattia virale.
La malattia virale, allo stesso modo di quella
batterica, richiede qualcos’altro, qualche altro fattore
snervante in grado di causare prostrazione e
indebolimento alle funzioni protettive, inducendo così
il virus a entrare in qualche modo nelle attività
biologiche cellulari, spingendolo a diventare un
ingrediente sempre inattivo ma scomodo, una sporcizia
diffusa ed invadente.
Un igienista naturale, un salutista con la testa sulle
spalle, non ha paura di alcun virus, di alcun
batterio e nemmeno di alcuna malattia.
Un igienista naturale, un salutista naturale, sanno
benissimo che non c’è virus che tenga, e che non esiste
al mondo malattia virale che spaventi.
La cosa che deve spaventare è piuttosto la cattiva
abitudine, la testardaggine ad andare contro se stessi e
a mettere nel proprio canale gastrointestinale
l’anti-cibo per eccellenza che si chiama carne, sia essa
bianca, rossa o di colore viola.
I virus potenzialmente più pericolosi sono quelli
interni che produciamo normalmente con la fisiologica
morìa cellulare, non fosse altro perché arrivano in
continuazione e a getto continuo dal nostro sistema
cellulare, senza sosta e senza vacanza.
Guai
interrompere la salute e la pulizia interna.
Le diete alto-proteiche sono la manna per quelli del
Codex Alimentarius e per i fabbricanti di farmaci e di
vaccini
I virus cellulari interni sono come un cumulo di
spazzatura che occupa impropriamente le nostre stanze
corporali, e che deve essere utilizzato (riciclandone in
parte le componenti utili) e poi spazzato via con
regolarità.
Se noi rallentiamo o impediamo tale operazione
metabolica giornaliera, adottando comportamenti
demenziali tipo l’alimentazione carnea, l’uso di
latticini, di cibi cotti, di droghe, delle sigarette e
del caffè, allora sì che firmiamo la nostra condanna
capitale.
Tutte le diete alto-proteiche promosse da certi medici e
da certi nutrizionisti, da certi venditori di fumo, sono
funzionali non solo alle industrie che producono gli
stessi prodotti appena citati, ma anche ai desideri del
Codex Alimentarius, della Bayer, della GSK, della
Pfizer, della Monsanto, della Rockefeller, tutte
coalizzate a tifare contro la salute umana.
Più
proteine animali e più virus.
Mangiate maiale che noi della Pfizer, della Bayer e
della GSK vi aspettiamo al varco !
Le proteine animali nel corpo umano equivalgono ad
introdurre virus a raffica.
Da qui il gran coro mondiale in difesa della carne di
maiale.
Mangiate maiale che noi della Pfizer e della GSK vi
aspettiamo al varco !
I virus variano
allo stesso modo dei
batteri.
Cos’è che fa cambiare le loro condizioni?
Nei batteri è l’ambiente normale il quale, se diventa
tossico, li cambia da batteri normali in batteri
virulenti.
Nel caso dei virus, essi si formano in un ambiente già
tossico, accompagnato da eccesso di rifiuti metabolici
interni (detriti cellulari) non espulsi, nonché da
veleni e virus ambientali esterni che trovano in tali
rifiuti cellulari endogeni il rifugio per accasarsi e
non essere poi distrutti facilmente dal sistema
immunitario indebolito.
Servono mezzi salutari di recupero e non
vaccini
La medicina invece, anziché ragionare in termini di
corpo sano che distrugge il virus, lo trasforma da
virulento in innocuo, e preferisce ragionare in termini
di immunizzazione del corpo contro il virus.
Ma immunizzare davvero è pure impossibile, proprio per
la variabilità e l’alterabilità continua dei ceppi
virali.
Il corpo ha i mezzi per eliminare agevolmente i virus, a
patto che la sua salute non sia compromessa.
Però, attenzione, se una persona è in condizioni insane,
farmaci e vaccini fanno ancora peggio, in quanto
indeboliscono ed intossicano ulteriormente un organismo
già ai minimi termini.
Servono mezzi di recupero salutari sia nei sani che nei
malati.
Il ricorso a mezzi azzardati come quello di iniettare
dei virus attenuati, è una colossale presa in giro della
gente, è il peggiore insulto che si possa fare contro il
proprio corpo.
Stesso
discorso per il vibrione del colera
Anche col vibrione del colera valgono le medesime
considerazioni. Esso appare e riappare
Quando non c’è, dov’è mai finito ? E’ forse andato in
vacanza ? Ce l’abbiamo costantemente addosso.
Molti igienisti mai vaccinati che viaggiano in Medio ed
Estremo Oriente, mangiano frutta e verdura fresca in
abbondanza, senza mai sviluppare alcuna malattia, mentre
gente che si è vaccinata e che sta alla larga da
insalate e da frutta torna spesso a casa col colera,
un’infiammazione acuta del canale intestinale.
Da cosa è mai causata ? Dallo spargimento di liquame
organico nei campi ?
Balle. Quello è il modo migliore e più igienico, visto
che il terreno è il maggior purificatore-trasformatore
di rifiuti organici.
E’ lo
stato del tuo corpo intasato a favorire lo sviluppo
batterico e l’accumulazione virale
Il colera non è altro che una severissima diarrea
intestinale dovuta ad eccessi alimentari e conseguente
putrefazione delle proteine nell’intestino.
Il dr Pettenkofer, professore di batteriologia
all’Università di Vienna, sbalordì i suoi allievi
ingerendo di fronte a loro una coltura di vibrioni
capace di avvelenare un intero reggimento, senza essere
poi colpito dal colera, dimostrando così un’ennesima
volta che il seme è niente e il terreno, cioè il corpo,
è davvero tutto.
Germi
e virus sono onnipresenti.
Anche i virus dell’aviaria e quelli della febbre suina,
asiatica o messicana, sono onnipresenti.
Le malattie non sono causate da essi. E’ lo stato del
tuo corpo a favorire la fioritura e lo sviluppo
batterico, oppure l’accumulazione di sporcizia virale.
By Valdo Vaccaro - Direzione Tecnica AVA (Associazione
Vegetariana Animalista) - Direzione Tecnica
ABIN-Bergamo (Associazione Bergamasca Igiene Naturale)
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E per riassumere.
La storia dei virus
non è misteriosa, strana, perversa, ma comincia dalla
normalissima morte delle nostre cellule.
Vediamo allora di fare una sintesi più logica dei
microrganismi in questione, mettendo assieme i dati che
provengono da biologia, fisiologia, biochimica e
microbiologia.
Ogni cellula contiene alcune migliaia di mitocondri, gli
organuli che creano la maggior parte della nostra
energia corporale.
Alla morte della cellula (e ne abbiamo ben 300 miliardi
che muoiono regolarmente ogni santo giorno, ovvero 9
miliardi di cellule/ora) la cellula stessa si
autodistrugge coi suoi enzimi interni (i lisozomi), che
la disintegrano in infiniti pezzi di detriti cellulari,
definibili come virus endogeni interni.
I nostri grandi amici ed alleati batteri
Cosa sono dunque i batteri. - Trattasi di entità vive
(non piante e non animali comunque).
Hanno funzione simbiotica nell’organismo umano, al punto
che senza di essi moriremmo.
Ne abbiamo miliardi come parte della preziosa flora
intestinale, e pare che messi assieme riescano a pesare
addirittura un paio di etti. Ovvio che non causano nel
modo più assoluto nessuna malattia. Aiutano ad eliminare
quel materiale tossico che potrebbe intasarci e
rapidamente distruggerci.
Da rilevare che i batteri fermentativi predominano nei
vegani e nei naturalisti, mentre i batteri putrefattivi
predominano negli onnivori-carnivori.
L’assurdità di mettere sotto accusa i batteri
Accusare di malattia i batteri è assurdo al pari di
accusare di incendio i vigili del fuoco che vengono ad
estinguerlo.
Accusare di malattia i batteri, come fa la medicina
ufficiale, è una forma di vuduismo, un ritorno al tempo
dei demoni e degli spiriti maligni.
I batteri non possono comunicare, cospirare, tramare,
concertare azioni, intavolare piani assassini contro chi
li ospita.
Essi proliferano o muoiono in relazione ed in
proporzione logica alla quantità di sporcizia alimentare
a loro disposizione.
Più rifiuti abbiamo nel cassonetto e più mosche,
formiche, scarafaggi e topi gireranno nei paraggi.
Pulito alla perfezione il cassonetto, niente più ospiti.
E’ un paragone efficace, ma piuttosto infamante per i
batteri, che sono sicuramente molto più utili dei topi,
delle mosche e delle zanzare.
Cerchiamo
di distinguere tra il significato del termine
essere vivi e del termine essere morti
Andiamo ora ai virus.
Caratterizzare le malattie come attacchi virali è ancora
peggio, in termini di assurdità. Non sono vivi in alcun
caso.
Se non sono vivi, significa che sono esattamente morti,
non storditi, non facenti finta, non moribondi, ma
cadaveri sotto ogni punto di vista.
Il cadavere non trasporta, non attecchisce, non mangia,
non si nutre, non approfitta, non agisce e non fa.
Se non ci capiamo su questo significa che parliamo
lingue diverse e che sommiamo pure in modo diverso per
cui l’uno più uno comincia a fare tre anziché due. I
virus sono totalmente incapaci di qualsiasi azione
possibile ed immaginabile.
Però esistono.
Attribuire a del materiale morto capacità di pensiero e
di azione non è degno dell’intelligenza umana.
Un essere senza vita non può fare nulla, e men che meno
può infettare qualcuno di sé.
Dire poi che si moltiplica significa toccare i vertici
della fantascienza o della demenza.
La moria cellulare è continua, e la malattia da
intasamento è sempre in agguato
Gli antichi greci già conoscevano i virus o, meglio,
conoscevano l’herpes. La parola herpes equivale al verbo
insinuarsi, accapponarsi.
Il
termine virus invece deriva dal latino e significa più
semplicemente veleno. Con l’invenzione del microscopio
elettronico nel 1930 i virus poterono finalmente
diventare visibili, essere osservati. Non presentano
vita, mobilità. Non hanno metabolismo.
Non defecano e non si riproducono. Si trovano solo
all’interno di un organismo vivente, o tra le
essudazioni e le deiezioni.
Con un carico di sporcizia cellulare accumulata, non
ripulita prontamente, ci si ammala, e i sintomi possono
essere l’ingrossamento delle ghiandole linfatiche, i
dolori muscolari, la febbre e un malessere diffuso.
Trattasi di malattia specifica da intasamento.
Tutti questi segnali indicano che siamo in preda ad una
tossicosi, ovvero a un’intossicazione del sangue.
Non esiste alcuna malattia specifica e localizzata, ma
piuttosto uno stato generale di intossicazione corporea.
Quando il corpo è in stato di tossicosi, toxemia,
intossicazione, esso seleziona uno o più punti o siti
del corpo nei quali eliminare tali tossine in eccesso.
I detriti
cellulari sono composti da materia inanimata e
non-vivente. L’eliminazione può avvenire anche nella
forma di un foruncolo, di una vescica sulla pelle
(herpes).
Lo sfogo epidermico continuerà fino a quando il corpo
avrà eliminato l’intero eccesso di tossine.
Nel caso dell’herpes, il tutto può durare da una a due
settimane, essendo l’herpes una malattia a tempo
determinato (self-limiting disease). Tutti questi
detriti cellulari sono materia inanimata e non-vivente.
Mentre i batteri e i protozoi assorbono e metabolizzano
cibo, danno fuori scarti organici, si muovono e si
riproducono, e sono insomma dotati di tutte le qualità
che caratterizzano la vita, i virus, piaccia o non
piaccia ai monatti e ai vaccinatori, sono testardamente
inerti.
Per la teoria medica, la malattia comincia quando una
persona trasmette il virus (peste, influenza, polio, o
altro) a una seconda persona che non ha ancora quel
virus.
Più che di virulenza è il caso di parlare di condizioni
generalmente insane della gente
Ma come può mai una sostanza inerte, morta, inattiva
esercitare potere ammalante ?
A partire dal 1979 c’erano in America tra le forze
armate 500 mila casi/anno di herpes keratitis.
Quella però non era l’indicazione della virulenza di
quel virus, quanto piuttosto la prova evidente delle
condizioni insane della gente americana.
Qualche medico sosteneva la teoria della
auto-inoculazione, come quella di passare le dita tra un
herpes sulle labbra e toccare poi uno o entrambi gli
occhi. Ma in quel caso si tratterebbe in caso di
irritazione chimica e non certo di induzione virale.
Dalla
cellula morente al virus finale
Nelle nostre cellule ci sono migliaia di mitocondri,
come dicevamo all’inizio, e ognuno di essi ha il codice
genetico necessario per la riproduzione e la sintesi
delle proteine. Ricordiamo che le proteine sono grandi
molecole (anche enzimi, anche anticorpi, anche tossine
batteriche), e sono costituenti essenziali di tutte le
cellule viventi e morte (sono composte da aminoacidi
essenziali).
Gli aminoacidi (leucina, treonina, alanina, metionina,
asparagina, ecc) sono composti contenenti gruppi
organici COOH e gruppi amminici NH2. Le micromolecole
RNA e DNA forniscono le informazioni affinché le cellule
possano replicarsi nell’esatta forma e struttura
originaria.
Nel caso dei virus, trattasi quasi sempre di detriti
cellulari derivanti dalle cellule di cui sopra, tutti
diversi in disegno, misura e struttura, perché derivanti
da diversi tipi di cellule, anch’esse diverse per
funzioni, dimensioni, disegno. Essi arrivano in grossi
quantitativi e con ritmo di 9 miliardi di
unità/ora. Per gli eventuali virus di origine esterna,
dipende da quello che mangiamo.
In ogni caso si tratta sempre di quantità modeste, che
qualsiasi sistema immunitario funzionante è in grado di
controllare.
Evitare
l’accumulazione di materiale ingombrante ed intasante
Quando la cellula arriva a fine-ciclo, essa muore e si
disintegra.
Migliaia di molecole di DNA vengono liberate assieme
agli altri detriti cellulari. Dopodiché la cellula morta
diventa inerte e priva di funzioni. Normalmente viene
scaricata dal corpo coi rifiuti metabolici, ed è
esattamente questo materiale ingombrante e di scarto
(particelle di DNA) che viene chiamato virus.
Un certo tipo di medicina antiscientifica attribuisce
molte malattie a queste particelle, a questi detriti
cellulari, come se tali sostanze fossero feroci demoni
con lo strano hobby di attaccare povere vittime
indifese.
In realtà, l’unico modo in cui esse possono causare
fastidi ed inconvenienti è la loro stessa accumulazione
come materiale ineliminato (che diventa oggettivamente
tossico nel senso di essere da impedimento alle altre
funzioni).
Mangiar
male, dormir male, muoversi poco: questi sono i virus
Tali particelle, tali virus, non possono ammalare
nessuno, non possono causare malattia a nessuno.
Cos’è allora che causa le malattie e favorisce le
accumulazioni ingombranti di virus ?
Sono tutte le azioni umane che impediscono o rallentano
il metabolismo, che rallentano l’assimilazione,
l’assorbimento e il ricambio (il mangiar male, il bere
male, il dormire male, il muoversi male (cioè poco o
troppo), il respirare male, il pensare male.
Chiaro, a questo punto, che nessuna malattia può essere
causata dai virus, dai batteri, o da agenti infettanti.
Malattia
come processo di purificazione e di recupero
La malattia poi è di per sé un processo di purificazione
e di recupero, avviato intelligentemente dal corpo per
espellere le tossine accumulate da quegli stili di vita
impropri appena accennati (carenze di moto, di aria
pura, di sonno, di sole, di calma e pace, di amore, di
rispetto, di apprezzamento, di nutrimenti giusti).
Per riacquistare la salute è indispensabile ritrovare la
pulizia interna, l’equilibrio, il funzionamento ritmato
e stabile, l’omeostasi.
Il corpo
non avvia un processo guaritivo quando non serve.
Il fattore causante di malattia è la suscettibilità del
corpo alle conseguenze dei nostri errori.
La necessità oggettiva di ammalarsi sopravviene solo
quando eliminiamo la causa di malattia e diamo modo al
corpo di avviare tranquillamente le sue procedure
eliminatorie. I virus, i batteri, e gli agenti infettivi
non hanno niente a che fare con le malattie.
Non cambiamo nomi e non cambiamo le carte in tavola.
Diamo il nome appropriato ed esatto a ogni cosa.
Il vero causatore del male, il vero diavolo ammalatore,
è la suscettibilità. Ovvero il corpo malandato e
reso tale dalle castronate umane che partono dalle 7 del
mattino a arrivano alle 23 di notte.
By Valdo Vaccaro - Direzione Tecnica AVA-Roma
(Associazione Vegetariana Animalista) - Direzione
Tecnica ABIN-Bergamo (Associazione Bergamasca Igiene
Naturale)
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TUTTI
i
parassiti,
funghi,
batteri,
virus,
sostanze,
si possono
detettare -
sequenziare
con la:
Spettrofotometria
Bioelettronica
del
Terreno,
Tessuto,
malato -
vedi anche:
PLEOFORMISMO
La Biotron
Stiftung è
una
fondazione promossa
dall’italiano
Ing. Enzo
Maggiore,
esperto
internazionale
in
elettrostruttura
della
materia vivente
e dinamica
dei segnali
elettromagnetici,
d’amplificazione genetica
e
radiestesici.
Principale impegno
della Fondazione
è
incentivare
l'evoluzione della scienza
che studia
le
metodologie
per la
esatta
determinazione
delle cause
e concause
scatenanti
le
infezioni che
originano
le malattie.
In
quest'ottica
ha promosso
e
specializzato
tecnici in
Biorisonanza
e realizzato
metodologie
derivate dal
PCR
(Polymerase
Chain
Reaction)
che
attraverso
test
individuano
le
componenti
infettive
ospiti nella
massa
biochimica
dell'
individuo,
singolarmente
o in
combinazione
tra
loro
(funghi,
batteri
autoctoni
mutati,
protozoi,
stafilococchi,
virus
(mutati e/o
eterologhi=estranei)
e che sono
concause
terziarie
delle
patologie.
Tecnici e medici, grazie
ad analisi e
confronti,
sono in
grado di offrire
nuovi
orientamenti
e proporre
idee
alternative
per approcci complementari nella
individuazione
delle
componenti
infettive
presenti
nell'organismo
umano che
sono fonte
di patologie
anche
complesse.
I risultati
confortano
l’impegno
della
Fondazione
anche se le
metodologie
adottate non
collimano
con scuole
di pensiero
cosiddette “ufficiali”.
La Fondazione promuove attività
diagnostiche,
raccolta dati, condivisione
di
esperienze e
confronti a
livello
internazionale
sul
miglioramento
della
conoscenza
dell’uomo e
della sua
salute
nonché
sui diritti del malato in
ambito
medico e
sociale.
Le patologie
Dalle risultanze dei lavori
promossi dalla Biotron Stiftung è
emerso che la
"probabile"
(non certa)
eziologia di
molte patologie a tutt’oggi
non curabili
o di origine
sconosciuta
sia da
collegare
alla
presenza
anomala
nell’organismo
umano per
mancanza di
antagonisti,
di batteri,
virus,
funghi,
lieviti
(autoctoni
mutati e/o
eterologhi=estranei)
e parassiti
estranei che
il più delle
volte
non sono
rilevabili
dalle
consuete
indagini di
laboratorio.
A seguito
di ciò, nell’approccio a molte patologie
acute e soprattutto
croniche, la
rimozione
delle
sorgenti
infettive ha
coinciso con delle
importanti regressioni,
ed anche con
casi di
completa
guarigione, ribaltando diagnosi
e terapie di
prassi
consolidata,
inutili e a
volte
crudeli
ed inumane,
con
accanimenti
di sola
utilità economica
per
operatori e
strutture
sanitarie,
aziende
farmaceutiche
e
commerciali.
vedi anche:
+
Conflitto
di Interesse
La ricerca Biotron
evidenzia
che ogni
malattia
è scatenata da una
o più
componenti
infettive
(sono oltre
150.000 i
microrganismi
che
potrebbero
aiutare ad
infettare
l'uomo,
divisi tra le
famiglie dei
virus, batteri, funghi, parassiti
e
streptococchi).
Eliminando ogni
singola componente indipendentemente dalle
altre,
si arriva
alla
rimozione
della con
causa
della malattia,
per curare
poi i danni
subiti dai
vari organi.
Una rapida
individuazione
di sorgenti
patogene è
di vitale
importanza
per la
prevenzione
e la cura di
numerose
malattie.
Diagnostica
e terapie
La
diagnostica
elaborata
dalla
Fondazione
ha per
cardine i
principi
della
biorisonanza
perfezionati
da recenti
tecnologie
informatiche
applicate
alla
biologia
molecolare e
genetica.
La biorisonanza è
lo studio e
l’interpretazione delle frequenze
elettromagnetiche emesse
dalla materia
vivente.
Ogni
microrganismo
ha infatti
una propria
frequenza di
oscillazione
elettromagnetica
originata
dalla sua
peculiare
composizione
molecolare.
Rilevazioni singole od associate ed in
confronto
tra loro
hanno
permesso
ai ricercatori
della
Fondazione
(indipendenti
da canoni
prestabiliti) di
individuare le componenti infettive
presenti nei
vari organi
umani nonché
lo stato
funzionale
degli organi
colpiti.
L'individuazione delle componenti
infettive,
che in
certi casi è
impossibile
rilevare nei
comuni
laboratori
(come nel
caso dei
virus epatici,
dei quali
solo alcuni
sono
individuabili),
permette
al medico
di procedere con
tempestività
e sicurezza
alla loro
rimozione.
Un settore
vitale di
questa ricerca
è infatti
quello
riguardante
la messa a
punto di
strumenti
elettronici
e principi
attivi
naturali
mirati alla
eliminazione
selettiva
delle varie
componenti
infettive
rilevate.
Tratto da:
biotronstiftung.net
(con piccole
modifiche
del
Redattore
di questa
pagina in
mednat.org,
per chiarire
meglio i
concetti)
Commento
NdR: queste
ricerche
confermano
la
possibilita’
di
intervento
non invasivo
sui tessuti
ed organi
dei
pazienti, ma
ci si
dimentica di
dire che i
microrganismi,
micoplasmi,
virus,
sono solo
con-cause
terziarie
dei vari
sintomi,
chiamati
impropriamente
malattie
dalla
medicina
ufficiale,
quelle
Primarie
sono le
alterazioni
della
Psiche-mente
(Conflitto
Spirituale
irrisolto)
ed il
Terreno,
i
liquidi del
corpo +
i
tessuti,
la
matrice
tissutale,
come
concause
secondarie.
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Antoine Bechamp
(1816 – 1908) fu uno dei più grandi scienziati del XIX
secolo.
Il Dott.
Antoine Béchamp, medico, chimico,
naturalista, biologo, fu professore di chimica medica e
farmaceutica presso la Facoltà di Montpellier,
professore di biochimica e fisica all’Università di
Parigi, poi Preside della libera facoltà di Lille.
Dimostrò l’esattezza delle osservazioni di
Claude Bernard sull’importanza del
terreno
specifico di ciascun individuo. Nonostante ciò, la
sua opera è quasi sconosciuta perché è stata
sistematicamente discreditata e
falsificata a
vantaggio degli interessi personali di Pasteur.
Fu uno dei primi batteriologi al
mondo e contemporaneo di
Pasteur (chimico); fece grandi scoperte
scientifiche e alcune delle menti più elevate del suo
tempo hanno accettato le sue teorie e le sue scoperte
come fatti sicuramente certi.
Béchamp ha ottenuto così
tanti conseguimenti che sono state necessarie otto
pagine di un giornale scientifico di elencarli quando è
morto.
Tra molte altre cose, ha salvato l'industria francese
della seta dalla moria dei bachi da seta, sotto il naso
di Pasteur, che era stato incaricato di risolvere il
problema. Ha descritto chiaramente il processo della
fermentazione per quello che è: il processo di
digestione di esseri microscopici. E' stato il primo ad
affermare che il sangue non è un liquido, ma un
tessuto
fluente.
Ha sviluppato un processo economico per la produzione
dell'anilina che ha dato inizio all'industria della
tintoria.
Ciò che rende la teoria dei germi così pericolosa
è che
sembra così ovviamente vera.
Ma è vera solo
parzialmente.
Bechamp affermava: "Non c'è alcuna dottrina così falsa
che non contenga un granello di verità. È questo vale
anche per la dottrina sui microbi."
Béchamp ha scoperto i Microzimi (chiamati ora
genericamente micro-organismi) e che i germi
sicuramente sono il risultato,
non la causa della
malattia.
Attraverso i suoi esperimenti ha mostrato che le
caratteristiche vitali delle
cellule sono determinate
dal Terreno in cui i loro microzimi si alimentano,
crescono e si moltiplicano nel corpo umano. Sia le
cellule normali che i germi hanno i loro compiti
specifici. Le cellule
organizzano i
tessuti e gli
organi del corpo umano.
I germi puliscono il
sistema e lo liberano dall'accumulo di materia patogena
e mucoide.
Inspiriamo e/o mangiamo (con cibi e/o acque) costantemente circa 14.000 germi e
batteri all'ora. Se i germi sono così nocivi, perché non
moriamo ?
Questo Perche' le prime e varie barriere
immunitarie
(pelle
e
mucose), se non alterate
da azioni contro vita precedenti, come ad es. i
vaccini i
quali
contengono oltre
alle loro sostanze TOSSICHE
anche virus, ci proteggono da quelle "invasioni
giornaliere" ed eliminano od isolano nei grassi le
sostanze tossiche, virus e batteri eterologhi=estranei,
dall'organismo, PRIMA che essi od esse raggiungano il
flusso sanguigno ed attraverso la
microcircolazione, arrivino alle
cellule
alterando il loro
funzionamento.
Non tutta la scienza medica ha appoggiato la
teoria di Pasteur:
Béchamp riteneva che i microbi fossero un "processus":
provenienti da un’unica fonte (delle particelle "prebatteriche"
presenti in tutte le strutture organiche, dette "microzimi"),
essi possono cambiare dimensioni e forma secondo lo
stato di salute dell’organismo nel quale vivono.
Le sue tesi sono state poi confermate da molti altri
ricercatori e, nel 1980 alcuni batteriologi (vedi i
lavori di: Soren Sonea, Panisset nel 1983,
Naessens) hanno
confermato che il
polimorfismo batterico era un fatto scientifico
inconfutabile: "se si sconvolge il mondo dei
batteri con il nostro intervento, le conseguenze possono
arrivare a compromettere la vita sulla terra", essi
affermano.
"I batteri sono straordinariamente promiscui con il loro
DNA. Tramite un
processo chiamato "trasferimento orizzontale", sequenze
di DNA possono essere scambiate tra "specie diverse" e
anche tra diversi regni.
Il trasferimento orizzontale del
DNA non è solo
possibile, ma esso è apparentemente effettuata
prontamente; i batteri possono acquisire sequenze del
DNA, non solo gli uni dagli altri, ma anche da esseri
umani, per esempio...
Alcuni microbiologi (ad esempio Sorin Sonea e Maurice
Panisset) hanno suggerito che
non ci sono davvero varie specie batteriche,
ma piuttosto una sorta di continuum di geni che
modificano i batteri stessi a seconda del terreno nei
quali si trovano. In un qualsiasi punto abbiamo
un'istantanea che ci dà l'illusione di gruppi
tassonomici perché si verificano scambi più facilmente
tra batteri simili e meno facilmente tra i gruppi più
alla lontana correlati". (Dyer, pag. 10)
Alcuni studi hanno egualmente dimostrato che i batteri
possono trasformarsi in virus in funzione di ciò che gli
viene dato come substrato nutritivo (cfr. S. Sonea e M.
Panisset in Introduzione alla nuova batteriologia,
stampa dell’università di Montréal, 1980).
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Béchamp, fondatore
dell’enzimologia, ha identificato minuscoli corpuscoli,
più piccoli della
cellula: i microzimi.
Questi ultimi sono all’origine della vita e li si
ritrova tanto nell’uomo che nell’animale, nel vegetale o
nei microrganismi.
Nell’uomo la
loro forma varia secondo lo stato
complessivo del
Terreno (es.
matrice extracellulare) nel quale essi vivono e del
quale si nutrono. La
malattia,
l'ammalamento, si manifesta quando uno
squilibrio turba le normali funzioni dei microzimi,
quando lo stato di salute è alterato, dalla
malnutrizione,
da un’intossicazione
o da stress fisico o
psichico.
Per Antoine Béchamp lo stesso microbo può assumere più
forme adattandosi all’ambiente nel quale vive: è la
teoria del polimorfismo, le cui conseguenze, se fosse
stata presa in considerazione, avrebbero rivoluzionato
il nostro approccio alla salute ed alla malattia.
Per i seguaci di questa teoria è sufficiente
rafforzare la salute dell’individuo perché i germi
che esso ospita ritrovino la loro forma originale di
microzimi e la loro funzione di pacifici protettori.
Rinforzando il terreno la malattia
scompare.
Riassumendo, per
Pasteur il microbo provoca la malattia
(pur avendo sul letto di morte totalmente rinnegato
questa sua falsa teoria). Per Béchamp è la
malattia che genera il microbo.
Queste posizioni contrapposte si fronteggiano
ufficialmente da oltre 100 anni.
Secondo la tesi su Antoine Béchamp di 250 pagine di
Marie Nonclercq, dottore in farmacia: dalla lotta
che l’opponeva a Pasteur, il Prof. Antoine Béchamp uscì
sconfitto. Non perché propugnasse false teorie, ma
perché Pasteur a quell’epoca disponeva di alcune carte
vincenti.
Pasteur aveva anche un altro vantaggio:
sapeva falsificare
gli esperimenti ed i risultati
che gli servivano
per sostenere le sue teorie. Le falsificazioni commesse
da
Pasteur ci sembrano oggi incredibili.
Ad un esame approfondito quindi, i fatti si opponevano
alle idee sviluppate da Pasteur nel campo della
batteriologia.
Pasteur ha volontariamente ignorato i lavori di Béchamp,
uno dei grandi scienziati francesi del XIX secolo la cui
opera considerevole nel campo della chimica di sintesi,
della biochimica e delle patologie infettive è quasi
totalmente misconosciuta perché è stata sistematicamente
falsificata, denigrata per gli interessi personali di un
illustre personaggio (Pasteur) che aveva diversamente da
Béchamp il genio della pubblicità.
E di ciò che si dicono oggi le "relazioni pubbliche".
Già dieci anni fa nel lavoro "Medicina ed igiene" di
Ginevra il 23 marzo 1983 il Dr. Rentschnick, la cui
ortodossia medica non può essere messa in dubbio,
scriveva: "non credo si tratti di un’inutile polemica di
storia. Non è affatto proibito riesaminare il passato
quando si sono verificati chiari abusi di potere da
parte di un grande patron.
Ci sono già stati casi simili, anche a livello di premio
Nobel".
Da suo letto di morte,
Pasteur avrebbe affermato che
Claude Bernard aveva ragione, il microbo non era niente,
ed il terreno era tutto. In effetti, se il microbo fosse
stato il solo responsabile, come si poteva spiegare il
fatto che le infermiere che curavano i tubercolotici non
venivano contagiate, mentre altri soggetti, molto meno
esposti al bacillo, si ammalavano molto rapidamente ?
Ponendosi questa domanda Claude Bernard arrivò a
sviluppare la nozione di suscettibilità naturale alla
malattia, riconoscendo che doveva esistere una tendenza
innata od acquisita a sviluppare certe patologie.
Il 7 giugno 1906 il giornale Le "médecin" pubblicava una
lettera indirizzata dal Prof. Béchamp al suo collega il
Dr. Vindevogel:
Tutta la medicina
ufficiale, è preda dei sistemi
FALSI preconcetti di
Pasteur.
Per anni Ethyl Douglas Hume ha esaminato gli archivi di
Pasteur ed in un libro pubblicato nel 1947, Béchamp o
Pasteur ?
Un capitolo perso della storia della biologia,
testimonia in netto sfavore del nostro celebre fondatore
della microbiologia e della
vaccinazione:
Pasteur, uomo ambizioso, opportunista e geniale
nell’arte di promuoversi, plagiò, poi volgarizzò i
lavori di Béchamp.
Rubò l’idea di piccoli organismi responsabili ma non
rivelò che una parte delle scoperte di Béchamp.
Pasteur
decretò che questi piccoli organismi venivano soltanto
dall’esterno. Egli omise di dire che all’aria aperta i
microbi ed altri microzimi morbili (anormali) perdevano
rapidamente la loro virulenza.
E la menzogna si perpetua
da allora....
Louis Pasteur
Nei primi stadi di
infiammazione
(formazione di pus,) i batteri presenti sono gli
streptococchi, ma man mano che i globuli rossi e i
tessuti si disintegrano ulteriormente gli streptococchi
si trasformano in stafilococchi, cioè cambiano in una
forma e quindi funzione per adeguarsi al nuovo ambiente
(terreno)
con i tessuti morti.
I batteri non hanno alcuna azione sulle cellule vive,
solo sulle cellule morte. Non sono la causa della
malattia ma il risultato.
In molti casi di polmonite i pneumococchi appaiono sulla
scena da 36 a 72 ore dopo l'insorgenza della malattia.
Il lavoro di Béchamp nel campo della Biologia avrebbe
potuto rivoluzionare la medicina con una profonda
intuizione sulla natura della vita. Ma in un mondo
politico, si è trovato a dover fronteggiare uno scaltro
politicante connesso a ricchi poteri: Louis
Pasteur.
Antoinne Béchamp era uno scienziato, mentre il
farmacista Pasteur era un chimico, senza alcuna
educazione nelle scienze umanistiche, e un inserzionista
pubblicitario, ha plagiato la ricerca di Béchamp, l'ha
distorta, l'ha sottoposta all'Accademia Francese della
Scienza come sua propria ! E rendendo pubbliche queste
scoperte, Pasteur ha avuto un gran seguito che lo
acclamava come un genio della scienza. Pasteur è stato
responsabile in grande parte delle stragi di animali per
la sperimentazione nella ricerca medica.
Pasteur ha utilizzato preparazioni ottenute da tessuti
di animali malati iniettandole poi in animali sani
rendendoli a loro volta malati. Questo ha dato
l'apparenza che i germi causino la malattia, quando in
realtà queste preparazioni erano estremamente velenose.
Questa non è una procedura scientifica, ma dimostra
semplicemente il fatto che si può far ammalare qualcuno
avvelenando il suo sangue.
Basandosi sulla sua teoria dei microzimi, Béchamp diede
enfatici avvertimenti contro l'invasione diretta e
artificiale del sangue.
Tratto da medicinenon.it
QUINDI, i GERMI
NON causano le malattie, ma
ne SONO la
conseguenza od al massimo
con-causa terziaria
della malattia stessa, oppure sono eterologhi = estranei
di altre specie, ma possono in certi rari casi
tipo: traumi da incidente con ferite, ferite da
morsicature, perche' in questo caso i batteri eterologhi, vengono
immessi direttamente nel sangue in quanto bypassano,
come i
vaccini, le normali
difese immunitarie,
produrre in loco
senza antagonisti
(se il
sistema immunitario e' gia'
anche solo relativamente compromesso) infezioni che possono produrre gravi problemi, se non si
interviene subito con apposite terapie.
Quando certi test clinici indicano la presenza di
determinati "germi" in soggetti, senza che essi abbiano
la malattia conclamata, non e' la dimostrazione che i
germi producono e sono la causa della
malattia; nella
realta' la vera causa e' l'alterazione del
TERRENO la
sede ove nasce
la malattia - vedi.
Matrice +
Matrice 2 +
Matrice 3 +
PLEOFORMISMO
Se si trovano nei test di soggetti che non manifestano
ancora la malattia e' la prova
PROVATA che essa e'
gia' presente nel
Terreno di
coltura (alterato dai suoi normali e salubri rapporti:
pH +
rH +
ro’) e prima
o poi si evidenzia in modo palese esteriorizzandosi,
perche' la
malattia tende,
seguendo le leggi naturali, ad uscire dl corpo in
qualsiasi modo anche a discapito
dell'ospite....nella
crisi di eliminazione.
Inoltre
PDF dello
studio del
medico dott.
Lawrence
Broxmeyer,
il quale
afferma e
conferma
esattamente
cio' che e'
contenuto in
questa
pagina che
e' parte
della tesi
di laurea
del dr.
Jean Paul
Vanoli +
Ecosistemi Microbici
+
Pleoformismo
+
Effetto
gregge,
Immunita' di
gregge ?
Ecco anche lo studio del dr. Claudio Viacava (Biologo)
BATTERI,
VIRUS,
PARASSITI -
le verità
scomode
Per
scrivere
qualcosa di
interessante
sui
microorganismi
che
“ospitiamo”
(uso questo
termine
perché è
l’unico che
si dovrebbe
usare perché
è
documentato
da anni che
nel nostro
corpo vivono
più batteri
e virus
delle
cellule
stesse),
devo
ritornare
indietro
alla fine
dell’ottocento
e
raccontarvi
tutta la
storia.
Una storia
vera ma
taciuta
dalla
scienza
accademica
ed
ortodossa.
Nessuno di
voi, di
certo,
conosce il
grande
Antoine
Béchamp,
microbiologo
e
bionaturalista
francese
(1816-1908).
Vero?
Dovete
sapere che
egli fu
l’iniziatore
della teoria
del “Pleomorfismo”
ed ha messo
le basi per
una
particolare
visione
olistica
dell’esistenza
delle forme
parassitarie
del corpo
umano che
avrebbe
cambiato la
visione
scientifica
attuale se
non fosse
comparso
sulla scena
il notissimo
“farmacista”
e
commerciante
L. Pasteur
(1822-1895)
il quale, al
contrario,
postulava la
immutabilità
delle forme
batteriche e
che, ad una
data
patologia,
corrispondeva
sempre uno
specifico
agente
eziologico.
Anche
in questo
caso la "scienza
ufficiale",
ha
sotterrato
ogni
vestigia di
questo
grande
ricercatore
divenuto
eretico nel
tempo agli
occhi della
medicina
allopatica.
Forse, alla
base della
medicina
ortodossa ed
accademica,
c’è una
teoria
fasulla,
commerciale
?
Nacque così
una diatriba
tra
Bechamp
e
L. Pasteur
che è
costantemente
(dai primi
anni del
novecento ad
oggi)
nascosta
agli
studenti di
medicina,
biologia e
farmacia, ai
ricercatori
e
soprattutto
alla
popolazione.
La validità
del modo di
agire e
procedere
della
attuale
medicina
accademica
non viene
mai messa in
discussione
dalle
autorità
dello stato
(dagli atti
contro
l’etica come
trapianti e
trasfusioni
alla
distribuzione
di farmaci
inutili).
Chiunque non
possegga una
laurea,
conferita
dalle
università
statali e
controllate
da un certo
“potere” non
ha il
diritto di
curare e
soprattutto
di guarire.
Un medico
può seguire
solo metodi
di cura
stabiliti,
pena la
denuncia,
l’interdizione
e cioè la
repressione
sotto
diverse
forme. Tutte
le cure
“gradite” si
fondano
sulla teoria
di Pasteur,
teoria
interessante
ma
fondamentalmente
errata.
Di
conseguenza
tutto
l'operato
della
medicina
ortodossa
non può
ottenere
risultati
nel curare
qualsiasi
malattia, se
non in
operazioni
come
ricucire una
ferita o
ingessare
una gamba,
dove credere
o meno alla
teoria di
Pasteur è
del tutto
irrilevante.
Pasteur è
osannato e
riverito in
tutti i
modi. Molti
istituti
universitari
ed ospedali
portano il
suo nome.
Sostenere
la teoria
pasteuriana,
ovvero che
le malattie
sono
provocate da
germi o
virus fa sì
che la
vaccinazione
o gli
antibiotici
siano il
giusto mezzo
per
prevenirle o
curarle.
Sapete
benissimo
che i
vaccini
e i
farmaci
allopatici
sono oggi il
business più
lucroso
esistente,
esteso a
livello
mondiale
sotto la
supervisione
dell’OMS (organizzazione
mondiale
della sanità)
la FDA (food
and drug
administration)
ecc...
Se la
teoria di
Pasteur
venisse
ufficialmente
dimostrata
falsa o per
lo meno non
del tutto
vera, tutto
il sistema
scientifico
ed economico
della
medicina
crollerebbe
e le banche,
i governi e
la potente
lobby
medica, così
come le
varie
strutture ad
esse
correlate,
subirebbero
un colpo
tremendo.
Ascoltate
bene: si
parla di
trilioni di
euro, cifre
con 18 zeri
!!!.
Ma, del
resto,
continuare a
sostenere
tale teoria
non farà mai
venire alla
luce una
vera ricerca
e cura per
il
cancro e
per tante
altre
malattie
degenerative
come ad
esempio l’AIDS.
La medicina
occidentale
tradizionale
insegna e
pratica,
acriticamente,
le dottrine
del chimico
francese
Louis
Pasteur.
La sua
teoria
principale è
nota come la
“teoria dei
germi della
malattia”.
Tale teoria
afferma che,
se specie
catalogate
di microbi,
da una
sorgente
esterna,
invadono
casualmente
il corpo,
divengono la
“causa” di
una malattia
infettiva.
Il concetto
che tipi di
batteri
immutabili
causano
malattie
specifiche è
stato
ufficialmente
accettato
come il
fondamento
della
medicina
allopatica e
della
microbiologia
verso la
fine del
diciannovesimo
secolo in
Europa.
Questo
orientamento
è definito
anche
“monomorfismo”
(condizione
di avere una
singola
forma), in
contrapposizione
con il
“pleomorfismo”
di altre
correnti
scientifiche
dell’epoca.
Questo
monomorfismo
venne
adottato dal
complesso
medico-industriale,
che iniziava
ad
affermarsi
proprio
partendo dal
commerciante
farmacista
Pasteur.
Questo
cartello si
organizzò,
soprattutto,
intorno alla
Associazione
Medica
Americana
(AMA),
generato da
probabili
interessi
legati al
commercio di
farmaci, con
lo scopo di
condizionare
il sistema
giuridico
per
controbattere
efficacemente
la
professione
medica
naturopatica
ed
omeopatica,
che a quel
tempo aveva
un notevole
riscontro
negli States.
Oggi, tutti
gli
organismi
medici,
scientifici
e
farmaceutici
a livello
mondiale si
stanno
dannando,
con ogni
sistema
lecito ed
illecito per
delegittimare
le medicine
alternative
o che non
usano
“farmaci”
delle
industrie,
multinazionali
e non, per
curare le
malattie.
Volete
saperne di
più sulle
forme di
boicottaggio,
oggigiorno,
in Italia ?
Sentite
queste, a
dir poco,
furbate:
L’Omeopatia,
fino a
pochissimo
tempo fa è
stata
considerata
pratica
"cialtronesca
e
immaginaria",
ed era lo
zoccolo duro
delle
cosiddette
“medicine
alternative”.
In questo
spazio, non
ben definito
dalla legge,
professavano
l’arte
omeopatica,
perseguitati
dalla
scienza
accademica
ed ortodossa
grazie a
leggi
preistoriche,
pochi
esemplari di
Medici o di
Naturopati,
fuoriusciti
dall’ortodossia
e per questo
perseguitati
e derisi
anche dai
loro
colleghi.
Vediamo, a
tal
proposito,
cosa
sostiene il
“bollettino
trimestrale
dell'ordine
dei medici”
(novembre-dicembre
1991 a firma
Dott. Fabio
Franchi
p.18) che
esprime
chiaramente
la non
pertinenza
ed attinenza
dell'Omeopatia
con la
Medicina
Accademica
ed ufficiale
che è
tutt’altra
cosa
rispetto
alle cure
mediche
tradizionali.
Vale a dire:
è di un
altro
pianeta !
Del resto
anche il
commissario
del
Ministero
della Sanità
Prof. Silvio
Garattini ha
esplicitamente
e
chiaramente
affermato,
nelle sue
citazioni ed
interviste
che
l’Omeopatia
sia una pura
"illusione",
sia cioè
"acqua
fresca" non
ha nulla a
che vedere
con i
“Medicinali”
e le cure
mediche;
cioè è una
sostanza da
depennare da
ogni
farmacopea
tanto che
anche il
legislatore
si adegua,
vedi ad
esempio DL
17 marzo
1995 art. 2
ed art. 3 in
cui
specifica
che il
rimedio
omeopatico:
"...non
deve recare,
sulle
confezioni a
livello di
immissione
in
commercio,
né vantare
in qualsiasi
altro modo,
indicazioni
terapeutiche...
è altresì
vietata
qualsiasi
forma
pubblicitaria
presso il
pubblico dei
medicinali
omeopatici
di cui al
comma 1...".
Con questo
si conferma
ancora una
volta
quindi, ove
non fosse
chiaro,
l'incapacità
e
l'impossibilità
del
Ministero
della Sanità,
gestito
quasi
totalmente
dai
rappresentanti
dell'Ordine
dei Medici,
di
comprendere
appieno il
significato
squisitamente
biologico e
naturale e
sottile
dell’Omeopatia.
Una legge,
inoltre, che
si rifà al
decreto DL
29/5/1991
n.178 art.1,
definisce
come:
"medicinale
ogni
sostanza o
composizione
presentata
come avente
proprietà
curative o
profilattiche
delle
malattie
umane o
animali
nonché ogni
sostanza o
composizione
da
somministrare
all'uomo
allo scopo
di stabilire
diagnosi
medica o di
ripristinare
o correggere
o modificare
funzioni
organiche
dell'uomo o
dell'animale.
Comma 2, per
sostanza si
intende
qualsiasi
"materia" di
origine
umana,
animale o
vegetale o
di origine
chimica, sia
naturale che
di
trasformazione
o di
“sintesi".
Ma dove c'è
“materia e
sostanza” in
omeopatia ?
Si è
arrivati
addirittura,
da parte di
qualche
incompetente
legislatore,
a voler
mutare la
vecchia ed
intramontabile
definizione
"rimedio
omeopatico"
usata fin
dai tempi di
Samuel
Hahnemann
ridefinendola
riduttivamente
ed
erroneamente
con il
termine:
"farmaco
omeopatico".
Vista la
definizione
di farmaco,
data dal
Ministero
della
Sanità, si
evidenzia
ancor più
che
l’omeopatico
non potrà
mai essere
considerato
un farmaco
cioè una
molecola con
attività
“Biochimica".
Questa
visione
della realtà
è
sostanzialmente
un falso
scientifico
impostaci
per legge !
Samuel
Hahnemann,
in un certo
senso
“scopritore”
dell'Omeopatia,
uno dei
primi
studiosi
delle
scienze
energetiche
sottili che
ha applicato
un metodo
scientifico
e che ha
proseguito,
ampliandoli,
gli studi
delle
antiche
medicine,
dall’Alchimia
alla
Spagiria non
avrebbe
potuto, in
questi tempi
ed in Italia
e con tali
leggi
insensate,
dimostrare e
far
accettare il
principio
che
l’assenza di
"materia"
nel rimedio
fa l'effetto
più
grande...
I farmaci,
invece, sono
sostanze, in
dose
ponderale e
realmente
tossiche che
potrebbero
causare veri
e propri
avvelenamenti
dell’organismo.
Quindi
pericolosi,
sempre!
La lista
degli
effetti
collaterali
ed
avvertenze
che si
leggono nei
bugiardini,
in realtà,
costituiscono
la risposta
che il
sistema
immunitario
dà nel
tentativo di
liberarsi di
tali veleni
oppure gli
eventi
tossici che
si scatenano
nei vari
organi
bersaglio o
negli
emuntori che
dovrebbero
liberarsi
dei veleni.
Vedi Fegato,
Cistifellea,
Reni,
Vescica,
Intestino
ecc...
Il processo
di
disintossicazione
che, magari,
era in atto
prima di
prendere il
farmaco, si
ferma e i
sintomi che
si vuole
curare
scompaiono
(come ad
esempio un
eczema o una
foruncolosi).
E così
sembra che
il farmaco
abbia
funzionato.
Ma altri
sintomi
compaiono,
perché il
corpo ora
cerca di
espellere le
tossine del
farmaco e se
si va dal
medico si
torna a casa
con una
nuova
ricetta per
acquistare
un altro
farmaco per
affrontare i
nuovi
sintomi; e
così
via!....
La dottrina
dei microbi
cattivi !
La dottrina
dei microbi
ha dato
origine, fra
l’altro,
alla tecnica
della
vaccinazione
che è stata
iniziata,
ciecamente,
nel 1796 da
Edward
Jenner.
Jenner ha
preso del
pus dalla
ferita
purulenta di
una mucca
malata e
l'ha
iniettato
nel sangue
dei suoi
“pazienti”.
Così si
diede inizio
a una
spregevole
pratica
(vaccinazione)
la cui forma
è cambiata
di poco ai
giorni
nostri, e la
cui
comprensione
è ancora
oscurata
dalla teoria
di Pasteur.
Tale
dottrina ha
dato origine
anche allo
sviluppo
degli
antibiotici,
di cui il
primo è
stata la
penicillina
nel 1940.
Questo
antibiotico
è, in un
certo senso,
il materiale
di rifiuto
velenoso di
germi,
utilizzato
nel
tentativo di
ucciderne
altri: la
penicillina
è il veleno
di un fungo.
Questo
metodo di
intossicazione,
con
veleni
antibiotici
delle masse,
ha causato
la
proliferazione
delle forme
aggressive e
resistenti
di micro
organismi
che ci
perseguitano
tutt’oggi.
Ma torniamo
ad Antoine
Béchamp, uno
dei primi
batteriologi
al mondo e
contemporaneo
e rivale di
Pasteur,
fece grandi
scoperte
scientifiche
ed alcune
delle menti
più elevate
del suo
tempo hanno
accettato,
con
entusiasmo,
le sue
teorie e le
sue
scoperte.
Béchamp ha
ottenuto
così tanti
successi che
sono state
necessarie
otto pagine
di un
giornale
scientifico
per
elencarli
quando è
morto.
Tra molte
altre cose,
ha salvato
l'industria
francese
della seta
dalla moria
dei bachi da
seta, sotto
il naso di
Pasteur, che
era stato
incaricato
di risolvere
il problema.
Ha descritto
chiaramente
il processo
della
fermentazione
per quello
che è: il
processo di
digestione
di esseri
microscopici;
è stato il
primo ad
affermare
che il
sangue non è
un liquido,
ma un vero e
proprio
“tessuto
fluente”. Ha
sviluppato
un processo
economico
per la
produzione
dell’anilina
che ha dato
inizio
all'industria
della
tintoria ed
atro ancora.
Béchamp ha
identificato
i
“microzimi”
(chiamati
anche
somatidi
) e affermò
che i germi,
indubbiamente,
sono il
risultato e
non la causa
della
malattia.
Grazie ai
suoi
esperimenti
ha mostrato
che le
caratteristiche
vitali delle
cellule
sono
determinate
dal terreno
in cui i
loro
microzimi si
alimentano,
crescono e
si
moltiplicano
nel corpo
umano.
Sia le
cellule
normali che
i germi
hanno i loro
compiti
specifici.
Le cellule
organizzano
i tessuti e
gli organi
del corpo
umano, i
germi
puliscono il
sistema e lo
liberano
dall’accumulo
di materia
patogena e
mucoide.
Inspiriamo
costantemente
circa 15.000
germi e
batteri
all’ora
(nelle
grandi
città). Se i
germi sono
così nocivi,
perché non
moriamo ?
Nei primi
stadi di
infiammazione
(formazione
di pus,) i
batteri
presenti
sono gli
streptococchi
ma man mano
che i
globuli
rossi e i
tessuti si
disintegrano
ulteriormente
gli
streptococchi
si
trasformano
in
stafilococchi,
cioè
cambiano in
una forma
adeguata al
nuovo
ambiente dei
tessuti
morti.
Il
Pleomorfismo
che cosa è ?
Attraverso
un processo
chiamato
“pleomorfismo”
(pleo =
molti e
morph =
forma) i
batteri
possono
cambiare in
lieviti, da
lieviti a
funghi, da
funghi a
muffe. I
microrganismi
come un
batterio
specifico,
possono
assumere più
forme. I
batteri non
hanno alcuna
azione sulle
cellule
vive, solo
sulle
cellule
morte.
Non sono
la causa
della
malattia ma
il
risultato.
"In
molti casi
di polmonite
i
pneumococchi
appaiono
sulla scena
da 36 a 72
ore dopo
l'insorgenza
della
malattia".
Bechamp,
purtroppo,
in un mondo
non di certo
etico, si è
trovato a
dover
fronteggiare
uno scaltro
politicante,
connesso a
ricchi
poteri:
Louis
Pasteur.
Antoine
Béchamp era
un vero
scienziato,
mentre il
farmacista
Pasteur era
solo un
chimico-farmacista,
senza alcuna
educazione
nelle
scienze
umanistiche
ed un
inserzionista
pubblicitario
e
commerciante
che ha
affossato
furbamente
la ricerca
di Bechamp.
Pasteur è,
fra l’altro,
responsabile
in grande
parte delle
stragi di
animali per
la
sperimentazione
nella
ricerca
medica.
Pensate che
Pasteur ha
utilizzato
preparazioni
ottenute da
tessuti di
animali
malati
iniettandole
poi in
animali sani
rendendoli a
loro volta
malati.
Questo ha
dato
l’apparenza
che i germi
causino la
malattia,
quando in
realtà
queste
preparazioni
erano di per
sé
estremamente
velenose.
Non era una
procedura
scientifica,
ma ha
dimostrato
semplicemente
il fatto che
si può far
ammalare
qualcuno
avvelenando
il suo
sangue.
Secondo me
Antoine
Bechamp era
un vero
genio,
infatti,
basandosi
sulla sua
teoria dei
microzimi,
egli diede
appassionati
avvertimenti
contro
l'invasione
diretta o
artificiale
del sangue
(vedi
trasfusioni).
Vi
racconto,
ora, di un
altro grande
ricercatore
che ha
confermato
ed ampliato
le
intuizioni
di Bechamp.
Le geniali
intuizioni
di Bechamp
sono state,
in un certo
senso,
riscoperte
ed ampliate
dal
coltissimo
Naturalista
tedesco
Gunther
Enderlein
(Leipzig
1872 -
Hamburg
1968), che,
nei primi
del
novecento,
ha
visivamente
dimostrato,
con
l’utilizzo
di un
particolare
microscopio
in campo
oscuro, che
esiste una
vera e
propria “ciclogenia
batterica”
termine che
descrive
anche la sua
opera
capitale che
ci ha
lasciato
come
preziosa
eredità.
In essa
riferisce,
magistralmente,
le fasi di
sviluppo dei
microrganismi
che dallo
stadio
colloidale
passano
attraverso
la fase
virale e
batterica
fino a
giungere
all’evento
microscopicamente
descritto
come fungo o
micete.
Egli ci
dimostra
che, negli
organismi
animali,
sono sempre
presenti
particelle
infinitesimali
in grado di
sopravvivere
alla morte
dell’organismo
ospite e di
evolversi
verso altre
forme.
Gunther
studiò a
fondo
l’argomento
e dimostrò
scientificamente
la presenza
di queste
particelle
cui diede il
nome di
“endobionti”
evidenziando,
inoltre, che
la loro
presenza è
rilevabile
sin dalle
prime fasi
della vita
dell’organismo
ospite;
infatti,
essi vengono
trasmessi
durante la
gestazione
anche per
via
transplacentare.
Questi
microrganismi
dallo stato
iniziale
detto
colloidale
passano
attraverso
la fase
batterica
fino a
trasformarsi
nella forma
finale
definita
fungo ed
evolvendo, a
volte, in
forme
patogene (virus).
L’essere
umano vive
quindi, per
tutta la sua
vita, in
simbiosi con
l’endobionte
che risulta
essere
presente in
tutti i
tessuti e
liquidi
organici e
persino nel
liquido
seminale e
negli
ovociti.
L’endobionte
è sempre ed
ovunque
presente e
la sua
trasformazione
verso forme
patogeniche
per
l’organismo
umano
dipende
dalla fase
evolutiva
verso la
quale è
spinto dalle
condizioni
ambientali
in cui si
viene a
trovare.
La sua
ricerca
dimostra che
le diverse
forme di
microrganismi
presenti nel
nostro corpo
hanno in
realtà la
stessa
origine e
che lo
stadio di
sviluppo in
cui si
trovano
dipende dal
pH del mezzo
nel quale
essi vivono.
La prima
fase di
sviluppo ha
luogo in un
ambiente
fortemente
alcalino, la
seconda
fase, quella
batterica,
in un
ambiente
mediamente
alcalino e
la terza
fase, quella
micotica, in
un ambiente
mediamente
acido, la
fase virale,
infine, in
un ambiente
fortemente
acido.
Lo sviluppo
dell’endobionte
verso forme
patogene
viene
soprattutto
favorito da
eventi e
condizioni
legate alla
civiltà
attuale
(inquinamento
dell’aria,
conservanti,
metalli
pesanti,
coloranti,
concimi
artificiali,
eccesso di
farmaci
ecc..)
ponendo
comunque al
primo posto
l’errato
modo di
alimentarsi,
in quanto,
generalmente,si
tende a
privilegiare,
nella nostra
alimentazione,
un’alta
percentuale
di zuccheri
e proteine
che sono
anche
l’ideale
terreno di
sviluppo
dell’endobionte.
L’equilibrio
fra il
nostro corpo
ed i
microrganismi
in esso
presenti non
può
assolutamente
prescindere
dalle
condizioni
igienico-alimentari
ed
ambientali
in cui ci si
trova.
Questo
rapporto
ecologico è
di
importanza
vitale e può
manifestarsi
in forma
simbiotica o
disbiotica.
Nella
“simbiosi”
entrambi gli
organismi
traggono
vantaggio da
questo
rapporto,
mentre,
nella “disbiosi”,
non sono più
cooperativi
bensì
reciprocamente
aggressivi.
Normalmente
in natura si
possono
osservare
relazioni
simbiotiche
o
disbiotiche
fra tutte le
forme di
vita
conosciute;
un eccessivo
proliferare
e
svilupparsi
di funghi in
un organismo
è però da
interpretare
come sicuro
indice di
uno stato di
disbiosi e
come tale
deve essere
corretto
insieme alle
cause che lo
hanno
generato.
Julius
Kuhl,
grande
ricercatore
tedesco, si
dimostra
tutt’oggi in
perfetta
sintonia con
le teorie di
Enderlein e
Bechamp,
dimostrando
che
un’alcalosi
del sangue
favorisce lo
sviluppo
degli
endobionti,
nelle forme
virulente.
Queste
piccolissime
particelle
proteiche
agiscono
molto bene
ad un
pH
leggermente
superiore a
7 ma
impazziscono
(proliferando)
quando il pH
va a 7,3-7,4
ed oltre 7,8
nei pazienti
affetti da
cancro
evolvendo,
infatti,
nella forma
di fungo
(che
contribuirebbe
al cancro e
molti
giurano che
il cancro è
in realtà
una specie
di fungo) a
livello dei
tessuti,
come del
resto scrive
anche Koch:
“...Il fungo
(gruppo
amminico)
che viene
sempre
trovato nel
cancro può
partecipare
all’inattivazione
del FCG
(gruppo
funzionale
carbonilico)
della
cellula...”.
Koch, se
fosse qui
con noi, si
troverebbe,
quindi,
anche lui in
un certo
accordo con
Enderlein e
Bechamp che
hanno
sperimentato
l’esistenza
e la natura
degli
endobionti e
così anche
Kuhl,
osservando
al
microscopio
queste forme
virulente,
afferma che
dobbiamo
comprendere
che questi
“...germi
possono
anche
svilupparsi
fino a
causare il
cancro...”.
Persino
Rudolph
Virchow,
patologo
tedesco e
fondatore
della
medicina
cellulare,
dichiarò:
“Se potessi
tornare
indietro
dedicherei
la mia vita
a provare
che i germi
cercano il
loro
ambiente
naturale, il
tessuto
“ammalato”,
invece di
essere loro
stessi la
causa della
malattia di
quel
tessuto”;
inoltre
George White
dichiara
apertamente
che ”se la
teoria dei
germi fosse
basata sui
fatti, non
vi sarebbe
nessun
essere
vivente a
leggere
quello che
viene
scritto”.
Pleomorfismo
o
monomorfismo
?
Bechamp
aveva
intuito
l’esistenza
di piccoli
microzimi,
chiamati da
lui
“Granulazioni
molecolari”,
all’interno
delle
cellule di
tutti gli
esseri
viventi:
umani,
animali e
vegetali.
Queste
particelle
sarebbero
eterne,
indistruttibili
e in grado
di
continuare a
vivere anche
dopo la
morte
dell’organismo-ospite.
Antoine
affermò
inoltre che,
in
particolari
condizioni,
i microzimi
originariamente
non patogeni
potevano
trasformarsi
in batteri
patogeni,
manifestando
caratteri
putrefattivi
e
fermentativi.
Le malattie
avrebbero,
dunque, la
propria
origine
all’interno
del nostro
stesso
organismo
(umano od
animale).
Anche se fu
estremamente
difficile
per Bechamp
riprodurli
in
condizioni
di
laboratorio,
egli fu in
grado di
provare che
gli esseri
viventi
ospitano
questi
microrganismi,
capaci di
creare, a
loro volta,
nuovi
microrganismi,
e riuscì ad
osservarli
nel latte,
nella carne
e nel
sangue.
Il
pleomorfismo
era stato
fondato e le
future
ricerche si
sarebbero
sicuramente
sviluppate
in questa
direzione se
Pasteur non
avesse
contrapposto
la teoria
del
monomorfismo,
convincendo
la comunità
scientifica
dell’esattezza
delle
proprie
affermazioni:
i microbi si
devono
classificare
in varietà
immutabili;
esiste
sterilità
batteriologica
(cosa da
sbellicarsi
dal ridere)
negli
organismi
sani; i
patogeni
causa di
malattie
provengono
solo
dall’esterno.
I
fondamentali
insegnamenti
di
Enderlein
Dopo molti
anni, spesi
in ricerche
ed esami sul
sangue, con
microscopio
in campo
oscuro, nel
1925
Enderlein
pubblicò la
sua opera
più
importante:
La
“Ciclogenia
batterica”
con la quale
intendeva
presentare
argomenti e
prove
inconfutabili
a sostegno
del
pleomorfismo.
La più
piccola
unità
vivente è
rappresentata
dai
colloidi,
particelle
che non
superano i
0.2 m m ed
invisibili
al
microscopio
ottico, ma
misurabili
sul piano
molecolare a
livello
delle
molecole a
basso peso.
Per avere
un’idea
basti
pensare che
con 100.000
colloidi
affiancati
si raggiunge
appena il
millimetro!
I colloidi
vivono in
simbiosi
nell’organismo
sano nel
loro stadio
primitivo
apatogeno.
Di
conseguenza
le errate
abitudini
alimentari
(troppe
proteine
animali e
zuccheri),
l’alterazione
dello stato
di simbiosi
ospite e
microrganismo,
il pH acido,
le
condizioni
ambientali
particolari
ed i campi
elettromagnetici
molto forti
o costanti
nel tempo,
portano il
colloide a
svilupparsi
e
modificarsi,
attraverso
fasi virali
e
batteriche,
sino a
raggiungere
lo stadio di
batterio e/o
fungo,
diventando
così
essenzialmente
tossico per
il nostro
corpo e in
grado di
produrre o
favorire
patologie.
Come avete
letto,
questi due
grandi
scienziati
non hanno
avuto la
vita facile
ma hanno
piazzato una
grande
pietra
miliare che
sarà, per i
futuri
meritevoli
ricercatori
che si
vorranno
cimentare
nella
ricerca
microbiologica,
la base di
partenza per
ribaltare un
sistema che
non regge
più.
Pensate ai
costi della
sanità ed
allo stesso
tempo alle
malattie
degenerative
che stanno
dilagando.
Come poterli
e poterle
arginare?
Ci ha
provato un
altro
illuminato:
Gaston
Naessens,
biologo
francese che
vive in
Canada;
negli ultimi
quarant’anni,
ha fatto
straordinarie
scoperte nei
campi della
microscopia,
microbiologia,
immunologia,
diagnosi
clinica e
terapia
biomedica,
ma nessuno
parla di
lui. Troppo
scomodo.
Nel 1950
Naessens ha
ideato un
microscopio
capace di
permettere
l’osservazione
dei più
piccoli
microrganismi
viventi,
senza
“ucciderli”.
Con questo
strumento
ha, pure
lui,
riconfermato
ed ampliato
le scoperte
e le teorie
di Enderlein
e di Bechamp
ed ha
sostenuto la
presenza di
alcune
particolari
forme cioè
di curiosi
organuli
subcellulari,
denominati,
anche da
lui,
somatidi.
Il somatide,
secondo
Naessens, si
svilupperebbe,
cambiando
forma in un
singolare
ciclo i cui
primi tre
stadi sono
perfettamente
“normali” in
un organismo
sano.
Coloro che
conoscono
già le
teorie e le
ricerche
dell’americano
Royal Rife
noteranno
immediatamente
la
somiglianza
con ciò che
lo stesso
Rife aveva
intuitivamente
riscontrato,
incluso
questa
straordinaria
abilità a
cambiare
forma e
status.
Naessens ha
notato che,
quando il
sistema
immunitario
dell’organismo
per qualche
motivo si
indebolisce
o si
destabilizza,
il ciclo di
crescita e
trasformazione
del somatide
passa
attraverso
altri
tredici
stadi,
arrivando a
un totale di
sedici forme
diverse e
separate,
ciascuna
evolventesi
nell’altra.
Ognuna di
queste è
stata
documentata,
in
dettaglio,
attraverso
fotografie
scattate al
microscopio
e
addirittura
immortalate
in rigorosi
filmati
scientifici,
di cui qui
il link -
http://www.youtube.com/watch?v=udaxsKNPKL8
Naessens ha
inoltre
osservato
che i
somatidi
possono
resistere
all'esposizione
al calore,
fino a
temperature
di 200 C° ed
oltre.
Basandosi
quindi su
queste
osservazioni
scientifiche
ci conferma
che si
dovrebbe
rivedere o
rileggere
attentamente
il concetto
di
sterilizzazione
fino ad ora
codificato.
Ha fatto
notare che
questi
somatidi
sono, fra
l’altro,
sopravvissuti
all'esposizione
di
radiazioni
nucleari di
tale forza
da uccidere
qualunque
altro essere
vivente, e
sono rimasti
inalterati
all'azione
di qualunque
acido o base
cui sono
stati
sottoposti.
Studiando
queste
particelle,
per molti
anni,
Naessens ha
stabilito
una
relazione
delle 16
(ricordiamoci
sempre delle
forme
geometriche
base
dell’universo)
forme del
ciclo
patologico
con vari
tipi di
patologie
degenerative
quali
l'artrite
reumatoide,
il lupus, la
sclerosi
multipla, il
cancro e più
recentemente
l'AIDS.
Con questo
gli amici
Bechamp ed
Enderlein
avrebbero
dovuto
essere
riabilitati,
invece
nulla...
silenzio
assordante
dalla
scienza
accademica.
La ditta
Sanum (Sanum-Kehlbeck
GmbH & Co.KG)
penso che
sia,
attualmente,
l’unico
istituto in
Europa che
si sta
occupando
della
ricerca e
dello
sviluppo di
rimedi
naturali che
obbediscono
alle teorie
di Enderlein.
I
Virus
sono nostri
amici?
Stefan Lanka,
famoso
virologo e
biologo
molecolare,
si è
laureato in
scienze
naturali e
biologia con
specializzazione
in botanica
marina
all’Università
di Costanza
è nato nel
1963 in
Germania.
Dal 1984 al
1989 ha
fatto
ricerche in
neurobiologia
genetica e
virologia e
dal 1987 al
1994 ha
condotto
altre
approfondite
ricerche in
biologia
molecolare
studiando
l’origine
dei virus e
cercando di
isolarne
alcuni.
Lanka è
stato il
primo, tra
l’altro, ad
osservare un
curioso
virus
marino: l'Ectocarpus
silicosus
(strano il
suo
riferimento
alla Silice,
dovremmo
chiedergli
come mai,
tipizzandolo,
ha definito
il virus
silicosus)
ed è stato
il primo ad
osservare
direttamente
un sistema
stabile di
una cellula
con un virus
ospite.
Ebbene,
nelle sue
centinaia di
osservazioni,
racconta lo
scienziato
in un
intervista,
non ha mai
visto una
sola volta
un virus
“uccidere o
aggredire”
nessuno !
Non ha mai
constatato
questo ruolo
di virus
come
tremendo
killer !
Ha potuto
constatare
invece che
sono fole
(fiabe) e
stupidaggini
certe frasi
terroristiche
che
riportano
alcune
riviste,
quando
affermano
che questo o
quel virus,
potrebbe
uccidere
tutti in
mezz'ora
! Ma
non lo fa !
E perché non
lo fa ?
Perché ha
altro da
fare !
Perché sono
altre le
cose cui si
dedica;
ossia il
virus si
occupa di
trasportare
le
informazioni
da una
cellula
all'altra.
Badate bene
e fissate
nella mente
questo
concetto:
trasportare
l’informazione,
come una
chiave
elettromagnetica.
Il virus fa
il postino,
il facchino
ed il
tecnico
riparatore
del DNA....
Altroché
assassino !
Lanka ha
negato, in
altre sedi
scientifiche,
che sia mai
stato
isolato il
virus
dell’HIV; ha
anche
giurato al
tribunale di
Dortmund,
negandone
fermamente
l'esistenza.
Il giudice,
non trovando
nessuno
scienziato
ufficiale
che
dimostrasse
il
contrario,
non ha
potuto fare
altro che
dichiarare,
il 24
febbraio
1997 almeno
che,
comunque,
questo virus
non era né
mortale né
pericoloso.
http://www.disinformazione.it/stefan_lanka.htm
Lanka
negava,
fortemente,
anche
l’esistenza
della classe
dei
“retrovirus”,
secondo lui
invenzione
bella e
buona per
giustificare,
oltre alla
chemioterapia,
la presenza
di
“trascriptasi
inversa”,
cioè
l’informazione
che va
dall’RNA al
DNA, cosa
che
sconvolge
l'impostazione
scolastica
della
genetica
ufficiale.
Il virus,
quindi, che
è un essere
non vivente,
ma
costituito
solamente da
materiale
genetico
incapsulato,
non fa altro
che riparare
le cellule;
il suo
compito
penso sia
quello di
eliminare
quelle
danneggiate
permettendo
di
sostituirle
con nuove.
Quindi fa
oltre che lo
spazzino
anche il
riparatore...
come il
tecnico
informatico
che ripara
il vostro
PC,
aprendolo ed
entrando nei
programmi
con una
chiave
magnetica e
la password.
Ma se questi
virus,
che finora
ci sono
stati
presentati
come feroci
assassini
causanti di
malattie
epidemiche,
sono
semplicemente
solerti
postini,
affaccendati
facchini ed
attivissimi
spazzini o
tecnici
informatici,
qualcuno sta
barando e
senza dubbio
mentendo.
Del resto le
campagne di
vaccinazione
contro i
virus
influenzali,
aviari e
quant’altro
non
avrebbero
potuto
essere
avviate se
prevalesse
questa
visione. Non
è vero ?
Ma che cosa
sono i Virus
in realtà ?
In origine
la parola
“virus”
significava
veleno e il
termine
“virulento”
voleva dire
velenoso.
Oggi
intendiamo
per virus
una entità
submicroscopica
e
“virulento”,
in generale,
significa
contagioso.
La medicina
moderna
utilizza il
termine
“virus” per
indicare una
microscopica
forma di
vita capace
di
“infettare”
le cellule e
a cui viene
pertanto
attribuita
la
responsabilità
di molte
delle nostre
malattie.
Nell’immaginario
popolare, il
virus è una
forma di
vita in
grado di
parassitare
ogni altra
forma di
vita,
inclusi gli
animali, le
piante e i
saprofiti
(funghi e
batteri).
C’è anche il
Batteriofago,
un virus dei
batteri..
.ce ne è per
tutti i
gusti
insomma.
Nella
descrizione
delle
infezioni
virali, ai
virus
vengono
attribuiti
comportamenti
quali
“iniettarsi”,
“incubare”,
“essere in
latenza”,
“invadere”,
avere uno
“stadio
attivo”,
“impadronirsi”,
“riattivarsi”,
“mascherarsi”,
“infettare”,
“assediare”
ed essere
“devastanti”
e “mortali”.
La teoria
medica
accademica
ed ortodossa
sostiene che
i virus, in
un certo
senso,
nascono da
cellule
morte
(esplose)
che essi
stessi hanno
infettato.
Il virus “si
inietta”
nella
cellula e le
“ordina” di
riprodurlo,
fino al
momento in
cui la
cellula
esplode per
lo sforzo
(?). I virus
sono a
questo punto
liberi di
cercare
altre
cellule in
cui ripetere
il processo,
infettando
così
l’intero
organismo.
Tuttavia i
virologi
ammettono
che i virus,
pur avendo
natura
squisitamente
organica,
non
possiedono
metabolismo,
non possono
essere
replicati in
laboratorio,
non
possiedono
alcuna
caratteristica
degli esseri
viventi e,
in realtà,
non sono mai
stati
osservati
vivi e
vegeti !!
Strano vero
?
Ma, di
certo,
questi
virologi non
hanno mai
letto la
teoria del
Pleomorfismo
dei nostri
Bechamp ed
Enderlein
altrimenti
avrebbero
capito
qualcosa di
più sulla
loro
nascita,
(praticamente
“dal nulla”)
così come
sulla loro
funzione e
sulla loro
scomparsa.
Vero, del
resto, che
ci sono gli
anticorpi
che
dimostrano
che è vi è
stato un
attacco
virale
(anticorpi
anti HBV ad
esempio)...ma
gli
anticorpi
sono solo
contro il
DNA, cioè
contro dei
frammenti
genetici.
Non ci sono
evidenze
scientifiche
che
dimostrino
il
contrario.
I “virus
vivi” sono
“sempre”
morti
Il termine
“virus vivo”
indica
semplicemente
quei virus
creati dalla
coltura di
tessuti
viventi in
vitro (cioè
in
laboratorio),
dai quali si
possono
ottenere
trilioni di
virus. Ma
proprio qui
sta il
punto: anche
se alcune
colture da
laboratorio
vengono
tenute vive,
nel corso
del processo
si verifica
un massiccio
ricambio
cellulare ed
è dalle
cellule
morenti che
vengono
ottenuti i
“virus”.
Essi sono
comunque
morti o
inattivi,
poiché non
possiedono
né
metabolismo
né vita e
non sono
altro che
molecole di
DNA e
proteine.
I virus
contengono
acido
nucleico e
proteine, ma
mancano di
enzimi e non
possiedono
una vita
propria
poiché
mancano dei
requisiti
fondamentali
della vita,
e cioè dei
meccanismi
di controllo
metabolico
che perfino
i batteri
“inferiori”
possiedono.
I virus non
hanno nessun
sistema
riproduttivo,
nessuna
capacità di
locomozione,
nessun
metabolismo
e non
possono
essere
riprodotti
in vitro
come entità
viventi.
I “virus”
non sono
allora
microrganismi
viventi
I
microbiologi
riconoscono
che i virus
sono in
realtà
frammenti
morti di DNA
rivestiti di
una membrana
lipidica e
proteica,
pur non
riuscendo a
comprendere
la loro vera
origine.
Batteriofago,
strana
creatura
simile alla
navicella
NASA Apollo
11che
atterrò nel
1969 sulla
luna, che
infetterebbe
i batteri.
Ma è un
mondo ancora
da scoprire,
siamo ancora
lontani
dalla
verità.
Le
fotografie
dei presunti
virus che
“si
iniettano”
all’interno
della
cellula
mostrano in
realtà la
cellula che
letteralmente
inghiotte il
virus o
scoria
proteinica.
Si forma
allora
un’incavatura,
detta
invaginazione
ed il
materiale
organico
viene
circondato
dalla
sostanza
cellulare
che poi si
richiude,
formando uno
“stomaco”
improvvisato,
in cui il
virus
scompare. Lo
“stomaco” si
riempie
allora di
potenti
enzimi
lisosomici
che
digeriscono
il materiale
organico,
frammentandolo
in
amminoacidi
o acidi
grassi per
il
riciclaggio
o
l’eliminazione.
Questo
processo è
una
caratteristica
della
fisiologia
cellulare
nota come
fagocitosi
(letteralmente
“digestione
di
cellule”); è
un normale
processo di
ingestione
cellulare e
digestione
enzimatica
di batteri,
scorie di
tessuti e
altre
cellule
erratiche.
I virus non
sono altro
che
materiale
organico
inerte,
completamente
privo di
qualsiasi
caratteristica
di vita e
che nessuno
ha mai visto
in azione.
Le
fotografie,
che
asseriscono
di mostrare
i virus in
azione sono
vere e
proprie
frodi
scientifiche:
ciò che
mostrano in
realtà è un
ordinario
processo
fisiologico
di
fagocitosi
che avviene
innumerevoli
volte ogni
giorno
all’interno
del corpo.
E’ da
ricordare
che, secondo
i testi di
virologia e
microbiologia,
i virus
presentano
le seguenti
caratteristiche,
che sono
totalmente
incompatibili
con la vita:
1) I virus
non
possiedono
metabolismo.
Non possono
elaborare il
cibo o il
nutrimento e
dunque non
possiedono
strumenti
per formare
energia.
Sono solo un
contenitore,
o schema di
informazioni,
come lo sono
i genomi.
2) I virus
non
possiedono
alcun tipo
di capacità
di
movimento.
Non hanno un
sistema
nervoso, né
un apparato
sensorio, né
un’intelligenza
che possa in
qualche modo
coordinare
movimenti o
“invasioni
del corpo”
di qualsiasi
natura.
3) I virus
non possono
replicarsi:
essi
dipenderebbero
interamente
dalla
“riproduzione
obbligata”,
vale a dire
la
riproduzione
attraverso
un organismo
ospite, cosa
assolutamente
inaudita in
ogni altro
campo della
biologia.
Riproduzione
obbligata ?
Obbrobrio
biologico
Nelle
spiegazioni
che la
scienza
accademica
fornisce
sulle cause
delle
infezioni
virali, ci
viene
chiesto di
credere alla
riproduzione
cosiddetta
obbligata,
in cui una
cellula
viene
costretta a
riprodurre
un
organismo,
per così
dire, alieno
cioè il
“virus”.
Vi assicuro
che non
esiste, in
natura,
nessun
esempio di
esseri
viventi che
riproducano
qualcosa di
non
appartenente
alla propria
specie.
Non
dimenticate
che il
rapporto tra
le
dimensioni
del virus e
quelle della
cellula è di
circa un
miliardesimo.
La
spiegazione
offerta
dalla teoria
virale delle
malattie ci
domanda di
credere che
il virus si
inietti o
penetri
furbamente
all’interno
della
cellula e le
ordini di
riprodurre
il virus
centinaia di
migliaia di
volte,
finché la
cellula
esplode. Ma,
anche nel
momento in
cui il virus
“si
riproduce”,
la sua massa
complessiva
rimane
comunque
meno di
1/100
dell’uno per
cento della
massa della
cellula. E’
come dire
che se voi
vi
iniettaste
un grammo di
una
sostanza,
essa
potrebbe
provocare
una tale
pressione
interna da
farvi
esplodere!
Solo i
microrganismi
viventi sono
in grado di
agire e di
riprodursi,
e ciò
avviene
sotto il
diretto
controllo
del nucleo,
genoma o
“cervello”.
I
cosiddetti
“virus”
forse sono
solo delle
chiavi
elettromagnetiche,
visto che il
DNA, l’unica
realtà di
cui sono
costituiti,
è in realtà
un codice
come quello
di una
chiave
elettromagnetica.
Queste
chiavi
vengono
attivate da
un segnale
in codice
che sveglia
il DNA (come
cellule
segrete
dormienti,
nei film di
spionaggio)
e questo
DNA,
vestitosi
con proteine
e lipidi
presi in
loco, va a
compiere la
sua
missione.
Fa
aumentare la
temperatura
corporea,
attivando il
sistema
specifico
della grande
e piccola
difesa.
A seconda
delle
modalità di
riconoscimento
degli
antigeni si
possono,
infatti,
distinguere
due aree del
sistema
immunitario:
•
Immunità
aspecifica o
innata:
comprende
mediatori
chimici
(responsabili
dell’infiammazione)
e cellulari
responsabili
di una prima
linea di
difesa
contro le
aggressioni.
È
evolutivamente
più antica e
consente il
riconoscimento
di un
repertorio
limitato di
antigeni.
Riconosce
una generica
condizione
di pericolo
e pone il
sistema
immunitario
in una
condizione
di
“allarme”,
che
favorisce lo
sviluppo
dell’immunità
specifica.
• Immunità
specifica o
adattativa:
comprende
mediatori
chimici e
cellulari
responsabili
di una
risposta
difensiva
più potente
e mirata
(virtualmente
in grado di
riconoscere
qualunque
forma di
antigene),
ma più
lenta. È
evolutivamente
più recente
e poggia
sulla
risposta
aspecifica
per numerose
funzioni di
presentazione
e
distruzione
degli
antigeni.
Si divide a
sua volta
in:
- immunità
specifica
umorale
(cioè
mediata da
anticorpi).
- immunità
specifica
cellulo-mediata
Ottenendo
l’effetto,
per esempio,
di
riattivare
il network
della PNEI (Psico
neuro
endocrino
immunologia)
è, infatti,
ormai certo
che il
sistema
immunitario
sia il
quarto
grande
sistema,
network,
insieme a
quello
psichico,
nervoso ed a
quello
endocrino,
di
regolazione
generale
dell’organismo,
specializzato
nell’organizzazione
delle sue
difese sia
interne che
esterne.
Nel 1984, lo
scienziato
danese
Niels Kaj
Jerne
ricevette il
premio Nobel
per la
medicina in
virtù della
sua teoria
sul “network
immunitario”.
Egli mise in
risalto le
straordinarie
analogie tra
sistema
immunitario
e nervoso.
Le cellule
di entrambi
i sistemi
sono infatti
in grado di
ricevere e
trasmettere
segnali sia
di natura
eccitatoria
che
inibitoria,
rispondendo
in maniera
adeguata a
una enorme
varietà di
segnali.
Quindi il
nostro caro
virus serve
a qualcosa
non è vero ?
Vero
soprattutto
se
consideriamo
la funzione
informativa
della psiche
e del
sistema
nervoso che,
specialmente
dopo un
grande
stress, deve
rigenerarsi
dalla fase
di
esaurimento
(vedi Selye).
Comprendiamo,
ora, i
messaggi che
il Virus,
nostro amico
e creatura
donataci
dalla
Natura, ci
sta
inviando:
una vera e
propria
rigenerazione
attraverso
la febbre, i
brividi ed
altri
fenomeni
naturali di
difesa e di
guarigione.
I virus sono
dannosi solo
se si
accumulano
come scorie.
Il nostro
sangue e i
nostri
tessuti
possono
venire
saturati da
questi
materiali di
scarto
generati
internamente,
proprio come
avviene con
le sostanze
inquinanti
ingerite
dall’esterno.
L’intossicazione
si verifica
nel momento
in cui
queste
scorie
sovraccaricano
il corpo al
di là delle
sue capacità
di
espellerle.
E’ vero che
i virus
aiutano,
come loro
compito
biologico e
naturale,
con il loro
apporto
tossinico, a
cogenerare
le
influenze,
febbri e
malattie
varie, ma
solo dopo la
loro azione
riparatrice,
in quanto
scorie
tossiche. In
questo senso
i “virus”
sono sì
corresponsabili
di varie
patologie,
ma non certo
in quanto
agenti di
contagio.
Le vere
cause e i
veri fattori
del
“contagio”.
In realtà il
cosiddetto
“contagio”
non esiste,
poiché gli
unici agenti
in grado di
produrre
malattie
sono le
abitudini
nocive come
l’abuso di
alcool,
caffè,
sigarette,
farmaci,
cibi-spazzatura,
cibi
raffinati,
scarsità di
riposo,
mancanza di
esercizio e
di luce
solare,
ecc...
Sono le
abitudini di
vita
sbagliate
che generano
le malattie
che vediamo
diffuse tra
la
popolazione.
Non c’è
nessun
“insetto che
gira”: è ciò
che facciamo
al nostro
corpo che
distrugge le
sue
necessità
sistemiche.
Il concetto
di
“contagio” è
strettamente
correlato a
quello
egualmente
erroneo di
“predisposizione”:
si crede
infatti che
una
”epidemia”
risulti
“contagiosa”
solo se
l’individuo
vi è
“predisposto”.
Questa
affermazione
medica è in
realtà
un’ulteriore
ammissione
che non sono
i germi a
provocare le
malattie. Se
così fosse,
chiunque
venisse
esposto ad
essi si
ammalerebbe
della stessa
malattia.
In realtà
una persona
“predisposta”
è una
persona che
possiede un
alto livello
di tossicità
dell’organismo,
insieme alla
vitalità
sufficiente
a condurre
il processo
di
malattia/purificazione.
Tali
individui
possono
ammalarsi in
qualsiasi
momento, che
vengano o no
esposti al
“contagio”.
Se
individui
sani
riescono a
conservare
la loro
salute anche
nel bel
mezzo di
“malattie
epidemiche”,
risulta
evidente che
la teoria
del contagio
è sbagliata.
La parte
dell’organismo
più
sovraccarica
di tossine è
quella in
cui si
manifestano
per primi i
sintomi
della
malattia, ma
l’effetto
complessivo
è sistemico,
poiché tutti
gli organi e
le ghiandole
del sistema
subiscono
danni a
differenti
livelli.
Un’ultima
considerazione:
e della
psiche,
della mente,
dell’anima
non se ne
parla mai ?
Non siamo
fatti di
corpo, mente
e spirito?
Se la
malattia
esiste nel
corpo, nella
mente e
nell’anima
sincronicamente,
quando si ha
un’attivazione
virale in
noi, dove
troveremo il
virus nella
mente e
nell’anima
(Spirito)?
Quali
saranno le
sue
manifestazioni
mentali e
spirituali?
Risposte a
cui potrete
arrivare
anche voi,
lettori...
molto
semplice. Se
il virus
arrivasse da
lontano? Da
un
attivazione,
con un
codice
elettromagnetico
esterno, per
attivare le
cellule
virali
dormienti?
Una
telefonata,
in codice,
exoterica ?
Quando
dall’oriente
(sempre)
arrivano i
virus
influenzali
(es:
myxovirus)
attraversando
il globo in
pochissimo
tempo, la
loro
maledetta
diffusione
colpirà
milioni di
persone
anche
distanti tra
loro, anche
quelle
isolate
nelle
campagne.
Avete visto
con che tono
grave e
preoccupato
i virologi
intervistati
dai
telegiornali
spaventano
la
popolazione
?
Terrorismo o
porta
sfortuna ?
Meno male
che poi non
accade mai
nulla di
quello che
era stato
previsto.
Credete voi
che, dal
momento che
il contagio,
secondo la
scienza
ufficiale,
si attua
attraverso
la saliva o
la tosse, vi
possa essere
una così
veloce
propagazione
delle
influenze
cosiddette
epidemiche ?
Non è un
segnale, un
quid
informativo
che ha fatto
scattare i
relais
presenti in
ciascuno di
noi, quasi
in sincrono
?
Da dove
proviene
? Questo
segnale è,
guarda caso,
sempre
invernale ed
è un segnale
di morte
cellulare
(esattamente
come fa la
natura, che
sembra
morire sotto
il freddo e
la neve
invernale) e
di
rinnovamento,
di
allettamento
(sotto la
coltre
invernale) e
di
antistress.
Per cui
necessario
il riposo,
il sonno e
si attua la
depurazione
delle fosse
nasali,
bronchi,
polmoni ed
intestino,
con il muco
del
raffreddore,
il catarro
bronchiale e
la diarrea
depuratrice
e drenante.
Passati in
rassegna i
virus
passiamo
alle
creature
veramente
“aliene”
dentro di
noi. Anche
qui vige il
concetto
che, se un
parassita si
annida nel
nostro
ventre si è
annidata la
sua
interfaccia
eterica e
mentale
negli altri
due corpi
mentale e
spirituale.
Ma il
terreno è
importante,
cioè il
nostro fondo
psichico
costituzionale
e la nostra
anima. Anche
lì bisogna
indagare ed
intervenire.
I parassiti
intestinali
Nell’indagare
e ricercare
con
attenzione e
scrupolo
tutto ciò
che è
attinente
alle
infestazioni
parassitarie,
non posso
non andare
con la
memoria ai
tempi delle
bellissime
lezioni del
compianto
maestro,
medico e
scienziato
L. O.
Speciani
quando
discuteva
animatamente
di una certa
relazione
esistente
tra i
Parassiti ed
il Cancro
nonché del
rapporto dei
parassiti
intestinali
con
patologie
quali le
allergie, le
broncopolmoniti
e polmoniti,
l’asma
allergica,
le coliti,
le gastriti,
ecc...
Al momento,
da giovane
ed ingenuo
studente,
non capivo
la portata
dei suoi
discorsi e
dei suoi
concetti che
sicuramente
erano stati
dedotti con
pazienza, in
anni e anni
di pratica
clinica, di
esperimenti,
di
osservazioni
da lui
annotati e
tradotti
nella teoria
o modello
olistico
dell’Uomo
Integrato.
Teorie
rivoluzionarie
per quei
tempi
(1970-80);
si parla
infatti dei
tempi della
“carboneria”
per le
medicine un
po’
“alternative”.
Modelli ben
articolati,
grazie ad un
ingegno
filosofico
illuminato,
tali da
poter essere
presi, sia
da studenti
che da
professionisti,
come base
culturale di
una scienza
Medica degna
di questo
nome.
Sicuramente
le sue
scoperte
sono state
straordinariamente
stimolanti
ed evolutive
e tali da
condizionare
i suoi
discepoli a
continuare
le ricerche
ed a pensare
proprio in
quella
direzione,
nella
direzione
che, come
lui soleva
ripetere si
può
sintetizzare
icasticamente
in poche
parole: ”La
medicina non
è medicina
se non è
psicosomatica”.
Detto questo
mi chiedo se
mai la
Dott.ssa H.
R. Clark
ed il Prof.
L. O.
Speciani si
siano mai
conosciuti,
credo
proprio di
no ma
sicuramente
avranno
letto le
ricerche di
Enderlein,
Bechamp,
Benveniste,
L.Turenne e
senza dubbio
quelle di
K.Jung,
W.Reich e
R.Steiner.
Come cultore
delle
scienze
bioenergetiche
nonché
lettore e
studioso dei
medesimi
autori,
purtroppo
misconosciuti
o peggio
volutamente
dimenticati
della
odierna
scienza
medica, ho
ampliato le
ricerche
approfondendo
lo studio
della
psicobiologia,
della
PNEI (psico-neuro-endocrno-immunologia),
della
psicosomatica
e della
teoria delle
informazioni
biologiche
trasmesse
per via
elettromagnetica
( F. Popp).
Secondo la
tradizione
Buddista si
racconta che
Buddha dopo
il suo
“risveglio”
si recò a
Benares per
predicare le
sue dottrine
e nel parco
dei
cerbiatti
enunciò le
famose
Quattro
Nobili
Verità che,
secondo me,
vorrebbero
rappresentare
quasi una
diagnosi
medica.
Per prima
identificano
la causa dei
mali
dell’umanità,
quindi
esaminano
una reale
possibilità
di poterli
curare e per
ultimo viene
prescritto
il rimedio.
La Prima
Nobile
Verità
indica la
principale
caratteristica
della
condizione
umana (Duhkha)
che
significa
dolore e
frustrazione.
Tutto ciò
deriva dalla
difficoltà
che ha
l’uomo ad
affrontare
il fatto che
tutto
intorno è
precario e
transitorio
che “tutte
le cose
nascono e
muoiono”
come diceva
il Buddha.
La
sofferenza e
la
frustrazione
ci prende
tutte le
volte che ci
opponiamo
allo
scorrere
della vita
al fluire di
essa nel
tempo.
Questa
dottrina
della
precarietà
ci
sottolinea
come i
conflitti
interpersonali
abbiano alla
base il non
rispetto di
questa
Verità.
La Seconda
Nobile
Verità
rivela la
causa delle
sofferenze (Trsna)
che è
l’attaccamento
cioè
l’aggrapparsi
alla vita
alla
futilità
della vita
basato su un
punto di
vista errato
(A-Vidya
cioè
ignoranza
nella
visione
buddista).
Questa
ignoranza ci
porta ad
attaccarci a
cose che
vediamo come
fisse e
persistenti
ma che in
effetti sono
transitorie
e
continuamente
mutevoli
rimanendo
intrappolati
in un
circolo
vizioso nel
quale ogni
azione
genera altre
azioni e la
risposta
data ad ogni
domanda
suscita
nuove
domande...
questo
circolo
vizioso è
chiamato
“Samsara”
cioè il
ciclo di
nascita e
morte ed è
guidato da
“karman” la
catena
evolutiva
attraverso
la legge di
causa ed
effetto.
La Terza
Nobile
Verità
afferma che
si può porre
fine alle
sofferenze
ad alla
frustrazione,
superando il
circolo
vizioso del
Samsara,
liberarsi
della
schiavitù
del karman
raggiungendo
felici uno
stato
armonico
detto
“Nirvana”.
Raggiungere
questo stato
significa
raggiungere
il
risveglio,
la Buddhità.
La Quarta
Nobile
Verità è in
fin dei
conti
equivalente
ad una
particolare
prescrizione
medica del
Buddha per
mettere fine
alle
sofferenze
mediante
l’ottuplice
sentiero
dell’auto
perfezionamento
che porta
allo stato
di buddhità
: le prime
due sono le
vie del
retto vedere
e del retto
conoscere
cioè di una
chiara
introspezione
della
condizione
umana da
dove tutto
deve
partire: il
“cognosci te
ipsum”
latino che è
fondamentale
per ogni
consapevolezza
della realtà
interna ed
esterna. Le
quattro vie
successive
si occupano
del retto
agire e le
due ultime
della retta
consapevolezza
e della
retta
meditazione
e delineano
l’esperienza
mistica e
sacra della
visione
della realtà
che è
l’obiettivo
finale per
raggiungere
l’illuminazione.
Attenti
però, un
uomo
intelligente
non si
aggrappa mai
ad alcunché,
nemmeno ad
un credo,
per non
parlare
delle
superstizioni.
Il problema
autentico è
risvegliare
nell’individuo
quel tanto
di lucida
consapevolezza
capace di
generare in
lui la
curiosità di
andare oltre
la
superstizione
(in realtà
una stessa
cosa può
essere
superstiziosa
in
determinate
condizioni e
scientifica
in altre,
dipende
dalle
circostanze).
Pensate come
è complessa
la realtà in
cui viviamo
pensate allo
sforzo delle
religioni
(religione
da religo
cioè unisco,
congiungo)
di coniugare
scienza e
misticismo,
pensiero
filosofico e
razionalismo
materialista.
Qui si sono
scontrati
scienziati e
mistici,
politici e
filosofi,
metafisici
ed atei,
complicando
ancora di
più e senza
dubbio
confondendo
quella
visione
semplice e
genuina
della realtà
che ci
circonda.
Dalle
dottrine dei
Maestri
Orientali
sembrerebbe
che la
realtà non
sia altro
che MAYA
cioè un’
illusione ma
posso
aggiungere
che è una
subdola e
sottile
illusione
che ci
colpisce
ogni giorno
con la
sofferenza
di milioni e
milioni di
persone, con
la
frustrazione
di
altrettante
e con
l’ignoranza
e l’ottusità
di quasi
tutta
l’umanità.
In questo
ha
perfettamente
ragione il
Buddha.
Ecco perché
l’ho citato,
per farvi
rendere
conto come
sia
difficile
procedere
oggigiorno,
per
dimostrare
la propria
buona Fede,
le proprie
convinzioni
scientifiche.
La
superstizione
inoltre ha
da sempre
rafforzato
l’ottusità
mentale, ha
dato spazio
al vizio di
credere o
non credere
ciecamente
in qualcosa,
sempre senza
verifiche
come il caso
dell’inquisizione,
di Galileo
Galilei, di
Giordano
Bruno ecc...
La cosa
strana è che
esiste
ancora oggi
una
superstizione
scientifica,
l’avrete
tutti notato
!
Oggi anche
gli
scienziati
sono
diventati
superstiziosi
mentre
stranamente
le
superstizioni
religiose
tradizionali
stanno poco
per volta
scomparendo,
ecco perché
ho iniziato
questo
capitolo
parlandovi
di una via
per la
consapevolezza
ed i mezzi
migliori per
raggiungerla,
allontanando
la mente da
tutto ciò
che può
offuscarla,
distrarla.
Cercherò
quindi di
non
lasciarmi
condizionare
dalle
superstizioni
per potermi
serenamente
addentrare
nel tema
spinosissimo
che la
scienza ha
voluto
chiamare
cancro.
Per
comprendere
le varie
congetture
fisiche e
metafisiche
sui perché
dell’insorgenza
dei tumori è
necessario
compiere uno
sforzo
mentale di
astrazione,
rinunciando
all’attaccamento
a teorie
preconfezionate
dai
biochimici,
della
medicina
“ufficiale”
ed alle loro
relative
superstizioni
iniziando ad
immaginare
seriamente
che forse
questa mia
teoria
potrebbe
essere il
primo passo
verso la
comprensione
di quel
mistero
ancora non
risolto cioè
del perché
cellule
apparentemente
sane
improvvisamente
si ammalano
e
degenerano.
A questo
punto non
posso fare a
meno di
citare le
parole di
Leonardo da
Vinci che
definiva:
“Experientia
est scientia”
in quanto,
ciò che vi
sto
raccontando,
è frutto sia
di mie
esperienze
che di
quelle degli
autori che
qui ho
citato,
ciascuno con
personalissime
visioni
della
materia,
visioni che
ho cercato
di
rivisitare
scientificamente
e
filosoficamente,
fondendole
in una mia
teoria
personale
che qui mi
piace
definire la
teoria del
vuoto di
potere.
La teoria
del vuoto di
potere
La direzione
generale del
nostro corpo
risiede nel
cervello,
organo
straordinario
che, con il
relativo
sistema
nervoso in
collegamento,
può essere
considerato
la più
grande
centrale
elettronica
e
comunicativa
che si
conosca.
I nervi
sono
paragonabili
ai cavi
della rete
telefonica e
sono
costituiti
da fili
conduttori
che uniscono
le varie
parti del
corpo al
cervello.
Questi
conduttori
trasportano
separatamente
o a
pacchetti
delle
correnti
elettriche
informate,
di varie
frequenze,
che
provengono
dall’oscillazione
cellulare di
tutti i
tessuti del
corpo;
queste
frequenze
possono
essere
considerate
come la vera
“voce” dei
nostri
organi.
La
complessità
di un organo
come il
cervello,
composto da
più di 10
miliardi di
neuroni e
miliardi di
sinapsi
(congiunzioni
e cioè punto
di incontro
di due o più
neuroni) è
di certo
manifesta a
tutti così
come
dovrebbe
essere
intuitivo,
data la
molteplicità
e diversità
dei segnali,
che la
comunicazione
tra cellule
non può
assolutamente
avvenire
esclusivamente
a livello
biochimico,
come molte
scuole di
pensiero
continuano
ad
insegnare,
ma la parte
basilare, di
certo più
delicata e
sottile,
viene
affrontata
grazie
all’utilizzo
di campi
elettromagnetici
informati
emessi e
ricevuti
dalle
cellule.
Cellule
quindi
intelligenti
in quanto
informate
che, solo in
seguito alla
ricezione di
uno
specifico
messaggio in
codice
elettromagnetico,
innescheranno
le
conosciute
reazioni
biologiche e
chimiche per
la
produzione
di
polipeptidi,
enzimi o
quant’altro
necessitasse
in quel
momento, in
relazione
alla loro
particolare
specializzazione,
obbedendo
sempre alla
logica dell’
informazione
centrale.
Per
regolare
tutto ciò
sono appunto
necessarie
sofisticate
centrali
operative di
smistamento
degli
stimoli,
cioè delle
informazioni,
esattamente
come avviene
nelle
moderne
centrali
telefoniche
collegate
tra loro che
permettono
di ottenere
milioni e
milioni di
connessioni
contemporaneamente
in tutta la
nostra
penisola e
da questa in
tutto il
mondo.
Queste
centrali
sono
soprattutto
localizzate
nelle
ghiandole
nervose, nei
gangli e nei
plessi
nervosi
sparsi,
strategicamente
ed
intelligentemente,
nel nostro
corpo.
Si pensi
alla
complessità
della
struttura
della
corteccia
cerebrale,
formata da
concentrazioni
altissime di
neuroni che
formano le
cosiddette
aree di
associazione,
dove ha
luogo
l’elaborazione
sensoriale.
Studi su
queste aree
sono state
compiute da
R. Geerd
Hamer,
incredibile
e geniale
quanto
intuitivo
scienziato
tedesco che,
leggendo ed
interpretando
TAC e
Radiografie
cerebrali,
riesce a
prevedere o
diagnosticare
patologie
tumorali
compresa
causa e
localizzazione.
La sua
espulsione
dall’Ordine
dei Medici e
la sua
persecuzione,
inseguito
come un
criminale
dall’Interpol
fino
all’attuale
incarceramento
in un
carcere di
massima
sicurezza in
Francia, ha
precluso
alla scienza
ortodossa di
confrontarsi,
serenamente,
con le sue
intuizioni e
scoperte ed
osservare il
problema da
un’altra
angolatura,
mettendo in
mostra
ignominiosamente
la famosa
superstizione
scientifica.
Del resto,
lasciando le
polemiche
che non
fanno di
certo
tornare i
giudici
tedeschi sui
loro passi,
è doveroso
soffermarci
sull’attività
elettromagnetica
del cervello
che
garantisce
l’impronta
peculiare
dell’individuo
e le qualità
della
psiche,
intesa qui
come unità
intelligente
e cosciente
di
comunicazione
tra mondo
interno e
mondo
interno e
tra il mondo
interno al
mondo
esterno.
Il DNA
nucleico
funge,
esattamente
come quello
dei Virus,
da antenna a
banda larga
che
seleziona le
informazioni
che
viaggiano
sulla
portante del
campo
elettromagnetico
generato da
cellule
specializzate
in questo
caso
nell’area
cerebrale al
fine di
informare il
sistema
biologico di
qualsiasi
accadimento
positivo o
negativo,
interno od
esterno...
DNA come
antenna a
banda larga
Queste
informazioni,
attraverso
un codice
leggibile ed
interpretabile
dai
meccanismi
cellulari
grazie
all’antenna
DNA,
provocheranno
quindi
reazioni
biochimiche
di vario
tipo nelle
cellule
specializzate
poste nei
vari organi
ed apparati,
da quelle di
allarme a
quelle
sessuali, da
quelle
metaboliche
a quelle
riparative,
e così via
dicendo.
La
Neuropsichiatria
ha in uso
una
strumentazione
significativa
in relazione
a quanto vi
sto dicendo
che si
chiama
elettroencefalografo.
Questo non è
altro che un
ricevitore o
per dirla
semplicemente
un lettore o
captatore
del
linguaggio
cerebrale in
codice
attraverso i
caratteristici
segnali,
quelli più
evidenti e
marcati
rispetto a
moltissimi
altri emessi
dal
cervello.
Questi
segnali sono
le famose
onde alfa,
beta, teta e
delta che,
analizzati e
decifrati
attentamente,
danno allo
specialista
varie ed
utili
informazioni
sullo stato
di salute
del cervello
comprese le
sue
componenti
funzionali.
Si può
ricavarne un
infinità di
dati utili
anche allo
psichiatra
ed allo
psicologo.
Anche gli
scettici
dovranno
quindi
ammettere
che il
cervello
emette delle
radiazioni
cioè
qualcosa che
si avvicina
molto a
comunicazioni
in codice
cioè
informazioni.
Queste non
percorreranno
solamente le
vie nervose,
attraverso
gli assoni,
protetti da
guaina
mielinica,
proprio come
i fili
interrati
della
Telecom,
oppure i
meridiani
dell’agopuntura
come le
vecchie
linee
sospese
della
Telecom
nelle
campagne e
nei paesi ma
possono
percorrere
lo spazio,
via etere
cioè lungo i
nostri corpi
eterici ed
astrali,
esattamente
come ci
dimostra la
recente
tecnologia
che ci ha
reso
possibile l’
utilizzo dei
telefoni
portatili.
Ulteriore
riscontro di
queste
capacità
elettromagnetiche
informative
lo notiamo
negli
esperimenti
che sono
stati
effettuati
in America e
specie in
Russia (I.
Fodev) ed
anche in
Italia da A.
Tedeschi (la
sincronia
dinamica
delle
frequenze
cerebrali)
che
dimostrano
che il
cervello è
in grado di
interagire
tramite le
proprie
bioradiazioni
con quelle
emesse da
altri esseri
nelle
vicinanze.
La cellula,
per
ottemperare
a quanto
detto sulle
emissioni di
particolari
radiazioni ,
deve per
forza
“oscillare”
e come
diceva
l’indimenticabile
G.Lakhovsky:
”la cellula
e
specialmente
il suo
nucleo
presenta la
proprietà di
un
oscillatore
di varie
lunghezze
d’onda.....quindi
ogni essere
vivente
aggregato di
cellule è
sede di
oscillazioni
elettriche.”.....
Studiando
questi
fenomeni i
ricercatori
tedeschi
Reiter e
Gabor hanno
dimostrato
che i tumori
emettono
particolari
radiazioni
proprio come
sperimentò
A. Abrams,
neurologo
statunitense,
che fu uno
dei primi
medici ad
intuire
l’importanza
della
attualmente
riconosciuta
medicina di
risonanza,
indagò sulle
radiazioni
emesse da
tessuti
tumorali e
la
registrazione
da parte del
sistema
nervoso di
queste “rate
di
vibrazioni”.
Posso
confermare,
come del
resto
affermava
Abrams che
il corpo
umano
sarebbe una
macchina
elettrica
molto
complessa.
I suoi
esperimenti
hanno
dimostrato
che ogni
malattia ha
una propria
radiazione,
uniforme ed
invariabile,
che lui
definisce
appunto
“rata di
vibrazione”.
Alle
medesime
conclusioni
sono giunti
i tedeschi
Reinhold
Voll e
Morell e
quindi
Kramer dal
1958 per
finire con
Schimmel
grazie
all’invenzione
di
strumentazioni
bioelettroniche
sofisticate
come l’EAV
cioè il
famoso
elettro-organometro
di Voll , il
Vegatest di
Schimmel, la
Mora di
Morell ecc..
Partendo
dalla
osservazione
che ogni
medicinale
ed in
particolare
i rimedi
omeopatici
possiedono
ed irradiano
oscillazioni
elettromagnetiche,
hanno cioè
una memoria
elettronica
hanno notato
che anche il
corpo ed in
particolare
le cellule
dei vari
organi
reagiscono
come se
capissero la
logica delle
emissioni
elettromagnetiche
interagendo
intelligentemente
con i rimedi
proposti
attraverso
l’uso di
queste
strumentazioni.
Tornando
alla rata di
vibrazione,
Abrams
aveva, già
nei primi
del 900,
provato che
ciascuna è
specifica di
quella e
solo quella
malattia,
dei germi e
parassiti
che la
causano e
delle
tossine
emesse da
questi
ultimi.
Per quanto
riguarda ad
esempio un
determinato
tessuto
canceroso,
dopo averne
stabilito la
relativa
rata di
vibrazione,
il neurologo
ha
sottoposto
questo ad
una rata di
vibrazione
identica
prodotta da
uno
strumento,
chiamato “Oscilloclasto”,
capace di
suddividere
una normale
corrente
alternata in
varie
frequenze
vibratorie,
misurabili
con lo
stesso
strumento
utilizzato
per
determinare
la misura
della
frequenza
della
patologia
cancerosa
stessa.
Fatto ciò ha
riscontrato
che questa
ha l’effetto
di annullare
la reazione
provocata
dal tessuto
stesso. Vale
a dire che
quando ha
trovato una
frequenza
che
suscitava la
stessa
reazione
indotta dal
campione del
tessuto
canceroso ha
applicato la
”rata
vibratoria”
al tessuto
ed ha
riscontrato
che questa
era capace
di
annientare
la reazione
provocata
dal tessuto.
Quello che
succedeva
con il
tessuto
canceroso
avveniva
anche con
ogni tipo di
infezione
batterica.
Questi
esperimenti
si possono
ricondurre
alle leggi
fisiche
della
trasmissione
sonora
(leggi di
risonanza).
Pare che
Abrams, nel
sostenere e
dimostrare
la sua tesi,
abbia
raccontato
di aver
avuto modo
di
incontrare,
ad una
festa, il
grande
cantante
lirico
Caruso che,
dopo aver
fatto
risuonare
con il suo
dito un
bicchiere di
cristallo,
per
identificare
la nota
musicale
alla quale
vibrava,
aveva poi
cantato la
stessa nota
fino a
rompere il
bicchiere
stesso.
Poteva la
medesima
cosa
avvenire ai
batteri, ai
virus o ai
parassiti
così come
alle cellule
dei tessuti
malati,
cancro
compreso?
Come
riportato da
U. Sinclair
nel giugno
1922 (The
house of
wonder. An
account of
the
Revolutionary
Discover of
Dr. A.
Abrams, the
diagnosis of
disease from
the radio
activity of
the blood)
e riportato
con dovizia
di
particolari
in
Terapie
Vibrazionali
di Roberto
Tresoldi
Ed. Tecniche
Nuove: ”...Abrams
ritiene che
questo sia
ciò che
avviene ai
“germi”
della
malattia o
meglio ai
milioni e
milioni di
elettroni
orbitanti
che ne
compongono
la struttura
molecolare.
Le
vibrazioni
vengono
intensificate,
gli
elettroni
vengono
separati e
ciò che
erano i
germi della
malattia
diventano
qualcosa di
diverso...”.
Presumo che,
sia il dr.
Robert C.
Beck con
l’ideazione
dello Zapper
di Beck
(riportato
nei
particolari
tecnici nel
numero 20
della
rivista
Nexus New
Times
Magazine)
che la
dott.ssa
R.Clark
(prima
ideatrice e
sperimentatrice
dello Zapper)
abbiano
letto,
studiato ed
approfondito
le ricerche
di Abrams in
quanto il
metodo da
loro
inventato e
sviluppato,
in tempi e
con modalità
diverse (
chiamato
Zapping )
parte
proprio da
questi
principi
teorici.
Sono
partito
anche da
osservazioni
di carattere
strettamente
Psicosomatico;
ho osservato
infatti su
diversi
pazienti
mediante
l’interpretazione
di test
proiettivi
in batteria
quali i
Tests di
McHover, di
Koch, PdS,
Rorschach,TAT
ed altri
ancora, una
mancanza di
equilibrate
relazioni
con la
propria
identità
corporea,
riferendomi
in
particolare
a certi
organi ben
indicati con
un test
colore
tratto da
una modifica
intuitiva,
da parte del
sottoscritto,
dei tests di
Luscher e di
McHover.
Nei
pazienti
tumorali il
rapporto
percettivo
con l’organo
o gli organi
colpiti
risultava,
nei test
proiettivi,
sensibilmente
alterato,
vuoi come
abbiamo
visto per
una distorta
percezione
di se e
della
propria
identità in
rapporto
all’ambiente
con
somatizzazioni
d’ansia
(nevrosi
d’organo),
vuoi per
dirla come
il Dr.
Eduard Bach,
a causa
dello stato
d’animo
spirituale,
abituale o
transitorio
in cui si
trova il
paziente.
Somatizzazioni
post
traumatiche,
da lutto non
elaborato,
da
fallimento,
da
abbandono,
da conflitti
interpersonali,
da stress
ripetuti
ecc... sono
risultati e
dati che
chiunque è
in grado di
giudicare
solo con la
semplice
osservazione
di parenti
od amici nei
loro momenti
critici,
durante le
loro
malattie.
La
letteratura
in
Psicologia e
Psicosomatica
è
ricchissima
di questi
riferimenti,
di tali
prove
scientifiche,
una per
tutte sono
le
straordinarie
ricerche di
T. H. Holmes
prima (1967)
e di L. O.
Speciani in
seguito,
sull’incidenza
del Carico
Psicosomatico
sull’uomo,
con tabelle
interessanti
ed
esplicative
(vedi
L’Uomo senza
futuro
di L. O.
Speciani Ed.
Mursia ).
Misurazioni
delle
variazioni
del “tono
psicosomatico
basale”
danno
preziose
indicazioni
sul carico
stressante
che potrà
influire su
uno o più
organi
analoghi e
correlati
alla
problematica
conflittuale;
ad esempio
uno stress
affettivo
coinvolge il
cuore, il
terrore od
uno spavento
non
compensato
coinvolge il
rene e così
via.
Del resto
E. Bach,
come i
cultori
della
Medicine
Tradizionali
Cinese ed
Orientali in
genere e per
fortuna
ultimamente
anche un
numero
sempre
maggiore di
medici e
psicosomatisti,
indicano
negli organi
umani, che
sono in un
certo senso
intelligenti
la sede di
sentimenti,
ad esempio:
Nel FEGATO
abbiamo l’
IRA
Nel
CUORE
la
GIOIA
Nella
MILZA
l’ ANSIA, la
RIMUGINAZIONE
Nel
POLMONE
la
TRISTEZZA e
DEPRESSIONE
Nel
RENE
la
PAURA
E così
via... ma
ora facciamo
un esempio
classico.
Quando i
sentimenti
(da sentio
cioè
percepisco)
sono feriti
o quando non
rispettiamo
il nostro
essere
lasciandoci
trascinare
da passioni
o emozioni
incontrollate,
veniamo
indotti a
compiere
“errori di
vita” che
una parte di
noi, nel
nostro
profondo,
non è in
grado di
perdonarci
facilmente.
Il nostro
equilibrio
naturale
cioè la
nostra
”centratura”
viene così
alterata
creando una
disarmonia,
più o meno
importante,
in uno o più
organi
analoghi al
tema emotivo
del
conflitto e
simbolicamente
correlati.
Allo scopo
si potranno
consultare
le tabelle
che si
riferiscono
alla
Teoria dei
Cinque
Elementi
che sta alla
base della
più che
millenaria
tradizione
medica
cinese.
Si potrà qui
notare come
è labile e
quasi
inesistente
il confine
tra Organi,
Sentimenti,
Spazio,
Tempo,
Colori e
Simbologie
Analogiche ;
come la
realtà
esistente ed
inesistente
cioè
visibile ed
invisibile
partecipa a
vitalizzare
quella
struttura
dinamica ed
evolutiva
che
chiameremo
olistica per
cui la più
piccola
parte
rappresenta
il tutto ed
il tutto è
simbolicamente
sentito ed
identificato
nel momento
in cui, in
meditazione,
diventi tu
stesso la
“percezione”,
il
“sentire”.
Compito di
ogni buon
Terapeuta
sarà quello
di
ripristinare
l’equilibrio
psicoenergetico
tra
centralità
(cervello-psiche)
ed organi e
tanto più
precoce sarà
l’intervento
tanto
maggiori
saranno i
risultati
per
nonpermettere
un’evoluzione
verso
patologie
terminali.
Ma tutto
questo non
basta ancora
per
illuminarci
e farci
capire come
mai la
cellula
umana, ad un
certo punto,
degenera.
Quello che
è certo e
comprovato è
il fatto che
tenderà a
manifestarsi,
grazie a
questo
difficoltoso
od alterato
controllo
mentale od
emozionale
del corpo,
una più o
meno
importante
“debolezza
d’organo”
dato
basilare per
la
comprensione
di un
processo che
definirei
una
“alterazione
informativa”.
Ogni
cellula
vivente
emette, come
dimostra
anche F.Popp,
particolari
radiazioni
cioè
frequenze
che possiamo
misurare con
varie
apparecchiature
e con varie
unità di
misura dagli
Angstrom
agli Herz.
Alcuni
ricercatori
e scienziati
stanno
usando
strumentazioni
che si
basano
appunto
sulla
Medicina di
Risonanza
individuando
protocolli e
tabelle per
l’impiego di
frequenze
hertziane, a
scopo
terapeutico,
cioè
indicanti le
frequenze
più adatte
alla terapia
delle più
svariate
patologie e
questo mi
basta per
affermare
che:
“la
malattia
è sempre
riscontrabile
quando uno o
più segnali
elettromagnetici
contenenti
informazioni
distorte o
alterate e
comunque non
biocompatibili,
ricevuti od
emessi da
cellule o
gruppi di
cellule, non
più
correttamente
informate
dai
meccanismi
di
bioregolazione
centrale
oppure
danneggiate
irreversibilmente
da tossine,
materiale
virale,
viroidi,
veleni o
tossici,
metalli
pesanti,
traumi anche
psichici,
stress
elettromagnetici
e geopatici
ecc...
creano ed
impongono un
disordine
informativo
grave e
ripetuto nel
tempo che
coinvolgerà
a cascata
uno o più
distretti
corporei”.
Orbene, con
una attenta
sperimentazione
da me
effettuata,
tramite un
sofisticato
strumento
biocibernetico
e
diagnostico
russo, che
si chiama
Amsat-test
(mi viene
detto essere
derivato da
tecnologie
spaziali
sovietiche),
e tramite il
Vega-Test e
Vega-Check,
di
tecnologia
germanica,
ho
evidenziato
che uno o
più organi,
presumibilmente
stressati e
mal
informati da
tempo,
cessavano di
vibrare
regolarmente
cioè di
emettere la
loro
abituale
voce
elettromagnetica.
Il campo
vibrazionale
tradizionale
era come
spento,
disattivato
e cioè
“muto”.
In un certo
senso si
“paralizzavano”
non reagendo
nemmeno ai
particolari
stimoli
elettrici
prodotti ed
utilizzati
dall’apparecchiatura,
per una
corretta
mappatura
elettromagnetica
di stima
delle zone
biologicamente
attive, che
rappresentano
cioè
l’evidenza
dello stato
bioenergetico
degli organi
e tessuti
collegati,
ovviamente
con diversi
gradi di
deviazione
rispetto
alla norma.
Gli organi
rimanevano,
per così
dire, muti:
non erano
più
controllabili
e gestibili
dal sistema
centrale di
controllo
informativo.
Non parlo
di anestesia
nervosa
periferica,
sia
beninteso,
ma di una
sorta di
“vuoto di
potere” per
cui questi
insiemi
coerenti di
cellule,
collegate
tra di loro,
in un patto
di azione
comune per
uno scopo
comune, in
quel momento
o non
ricevevano
corrette
informazioni
dalla
“direzione
centrale”
cerebrale su
cosa fare,
su come
agire cioè
duplicarsi,
nutrirsi,
quali
sostanze
produrre per
il
metabolismo
o
catabolismo,
attivando i
mitocondri
per la
produzione
di ATP o
altro
ancora.
Forse
qualcosa
aveva
bloccato
temporaneamente
o per sempre
la loro
capacità di
rapportarsi
a livello
bioelettronico,
attraverso i
tre livelli
di
comunicazione
già
descritti,
con i nuclei
di
regolazione
centrali.
Bastano
poche
cellule cioè
le
recettrici
dell’informazione
malate o
alterate per
bloccare,
per
risonanza,
tutto
l’organo di
cui fanno
parte. Ho
testato
questi
organi
divenuti
”muti” con
varie altre
strumentazioni
quali il
Vega-Test,
l’EAV di
Voll,
ecc.... ma
anche con
strumenti
soggettivi e
poco
scientifici
ma molto
pratici ed
emozionali
come l’Aurometro,
il
Biotensore,
ecc...ed ho
sempre
riscontrato
lo stesso
dato:
L’organo è
muto, come
paralizzato,
inerte ed il
suo
funzionamento
è passivo,
automatico,
si comporta
cioè come
una
autovettura
in ”folle“
il cui
motore gira,
funziona, si
scalda,
consuma
benzina ed
olio ma non
serve a
nulla, tanto
meno al
proprietario
in quanto
non lo può
condurre in
alcuna
direzione.
Emette una
frequenza di
valore
diverso di
quello che
ci si
aspetterebbe
e qui gli
esperimenti
di Abrams
possono
confermarlo.
Sembra un
organo
normale e
funzionante
a chiunque
si avvicini
ad
esaminarlo,
auscultarlo,
radiografarlo,
ecografarlo
e così via;
persino agli
esami
clinici,
biochimici
ed
emato-chimici
risulterà
”nella
norma” in
quanto le
cellule che
lo
costituiscono
non sono
morte,
funzionano
regolarmente
ma sono come
in “folle”.
Quindi è
lecito
dedurre che
in esso
potrebbe
essersi
instaurato
come un
blocco
informativo,
tanto è vero
che
comincerà ad
emettere
segnali
biofrequenziali,
come abbiamo
visto,
diversi da
quelli
biologici ed
armonici
originali
esattamente
come farebbe
il navigante
sperduto in
mare durante
una tempesta
che, non
riuscendo
più a
contattare
gli organi
portuali
preposti per
chiedere
soccorso,
con l’aiuto
della
ricetrasmittente
di bordo in
dotazione,
tramite la
frequenza di
base
ufficiale,
incomincerà
a scanalare
varie bande,
affannosamente
e con ansia
crescente,
nel
tentativo
disperato di
trovare
qualcuno o
qualche
“fonte di
informazione”
che gli
possa dare
qualche
direttiva,
qualche
indicazione.
Quest’organo
disinformato
è entrato in
una
particolare
dinamica
biofisica
che qui
definirei
dinamica
psico-bioenergetica
che sfuggirà
ad ogni tipo
di ricerca
biochimica
ortodossa ma
non passerà
inosservata
alle fini
ricerche
condotte
dalla
medicina
funzionale e
di
risonanza,
dalla
bio-cibernetica,
dalla
bioelettronica,
dalla
biofisica
quantistica
e dalle
ricerche
radioestesiche
e radioniche
avanzate.
Tutto questo
creerà
nell’organo,
che a questo
punto posso
considerare
già
ammalato,
uno stato
che mi piace
sempre più
definire,
ovviamente
in chiave
simbolica,
il terreno
del vuoto di
potere.
Cosa
provoca
nelle
cellule
questo
blocco,
questa
paralisi?
Tante
possono
essere le
cause di
perturbazione
bioenergetica
che sono
addirittura
in grado, in
laboratorio,
di provocare
una
diminuzione
degli scambi
di membrana
riducendo a
poco a poco
la
differenza
di
potenziale
di membrana
della
cellula.
Per meglio
comprendere
cosa
significhi
“interferenza
informativa”
vorrei
sottolineare
che
moltissimi
inquinanti
posseggono
come ogni
materia una
loro ben
specifica
frequenza
vibrazionale,
cioè una
loro
specifica
voce che può
armonizzarsi
o
contrastare
fortemente
quella
dell’organo
inquinato.
Ovviamente
più fattori
concomitanti
non potranno
che
peggiorare
la
situazione
cioè
intervenire
ancor più
pesantemente
sulla
intelligenza
informatica
cellulare e
sui colloqui
in codice
tra cellule
sia
attraverso
membrana sia
attraverso
le vie
nervose o
riflesse.
Del resto,
per non
spaventare
ulteriormente
il lettore
devo
rassicurarlo
che l’uomo
possiede
vari ed
efficacissimi
meccanismi
di
riparazione
cellulare
(riparo
cellulare),
disseminati
dovunque e
sotto la
direzione
centrale che
si attivano
automaticamente
soprattutto
di notte,
sotto
l’influenza
delle onde
cerebrali
delta (0.8-3
Hz)
coinvolgendo
l’epifisi
con la
produzione
di
Melatonina
(ricordate
come questa
è
fondamentale
per il
metodo MDB
del
Prof. Di
Bella ?)
ed altre
strutture
nervose e
ghiandolari.
Questi
meccanismi
fisico-chimici
riescono
quasi sempre
a rimediare
anche i più
complessi
danni
nucleari
(DNA),
cellulari,
mitocondriali
(ciclo di
Krebs),
funzionali e
strutturali.
Questi
ultimi
concetti ci
devono fare
meditare che
tutto, in
fin dei
conti,
dipende dal
nostro
cervello
quindi dalla
nostra
mente, vale
a dire la
psiche che è
collegata
con i
livelli
emotivi
profondi ma
anche con
quelli
spirituali.
Psiche che,
come abbiamo
visto più
sopra,
gestisce
direttamente
i
sentimenti,
i conflitti
od emozioni
anche
antichissimi
che
proiettati,
come cita la
scienza
psicosomatica,
per analogia
funzionale o
simbolica,
rendono una
o più parti
del corpo ed
i rispettivi
organi molto
più
sensibili,
visto il
carico di
informazioni
che, nel
caso ad
esempio di
conflitti,
sono
dichiaratamente
ostili,
negative e
distruttive
e vengono
automaticamente
ma
inevitabilmente
proiettate
su di essi (
si ricordi
al riguardo
cosa
scriveva il
Dr. E. Bach).
Per
sottolineare
il
collegamento
tra mente e
corpo vi
propongo
alcuni
esempi di
banali frasi
(parola è
vibrazione e
comunicazione)
che stanno
ad indicare
cosa
significa il
termine
“proiezione
analogica
organica”.
Si può
comprendere
meglio come
il corpo
fisico è
sempre in
stretto
contatto
analogico e
simbolico
con quello
psichico e
spirituale:
“se continui
così mi
spezzerai il
cuore... le
tue parole
mi bruciano
ancora... mi
stanno sullo
stomaco...
mi fischiano
ancora le
orecchie" e
così via. E’
elementare
quindi come
l’organo,
indebolito
dalla sua
stessa
centralità,
che non
invia più
informazioni
armoniche,
biologiche
ed
equilibrate
diventa più
sensibile a
questo o
quell’
inquinante,
a questo o
quel
tossico,
come cita la
teoria del
“locus
minoris
resistentiae”
ampiamente
riconosciuta
in tutte le
sedi
scientifiche.
Partendo
sempre dal
presupposto
che la
casualità,
in questo
mondo, non
esiste,
noteremo che
la
proiezione
analogica
porterà
l’uomo a
vivere, ad
esempio, in
un contesto
pericoloso o
alimentarsi
di cibi
perlomeno
sospetti
oppure
abitare in
luoghi nei
quali molti
altri mai
avrebbero
gradito
soggiornare
perché
spinto da
quel
misterioso
richiamo
interiore di
risonanza
psichica che
detta
scelte,
abitudini,
inclinazioni,
gusti
alimentari
ma anche i
comportamenti
sociali che
sono alla
base di
quelli che
si
definiscono,
in termini
psicologici,
test
proiettivi
di
personalità.
Quando i
citati
meccanismi
di
riparazione
cellulare e
funzionale
non riescono
ad assolvere
il loro
difficile ma
insostituibile
compito, a
causa del
protrarsi
nel tempo
delle
perturbazioni
fisiche e
psichiche o
quando
queste sono
massive e
non più
tollerabili
per
l’economia
energetica
dell’organo
colpito,
avremo
dapprima uno
stress
cellulare,
quindi una
paralisi
informativa
ed infine
uno stato di
inerzia
energetica
che ho
riscontrato
sperimentalmente
e chiamato
vuoto di
potere.
In questo
stato
vibrazionale
alterato le
cellule
recettrici e
direttrici
di
riferimento
si aspettano
che
“qualcuno”
intervenga
per
reinformarle
correttamente
esattamente
come il
navigatore
della nostra
storia che
attende un
qualsiasi
segnale per
avere una
ben precisa
rotta da
seguire.
Questo
qualcuno
potrebbe
essere anche
un “essere”
intelligente,
con un
sistema
nervoso e
cellule
direttive
ben
funzionanti
che ha come
scopo
principale
la
sopravvivenza
e
propagazione
della sua
specie. Un
essere
alieno
risoluto nel
trovare uno
spazio in
cui vivere,
nutrirsi,
procreare e
da una sede
ben definita
magari
cercare di
far migrare
i propri
figli per
fondare
nuove
colonie, in
luoghi anche
lontani.
Potrebbe
essere
qualche
Virus?
Pensandoci
e studiando
il loro
spettro
frequenziale
direi
proprio di
no, troppo
debole;
forse
qualche
Batterio?
Anche qui la
risposta,
dopo lunghe
ricerche, è
negativa.
Pensando ai
miceti, cioè
ai funghi (Candida
Alb.),
la ricerca
si è fatta
più
interessante
in quanto
quasi la
totalità dei
pazienti
tumorali
presenta
nell’intestino
(ma non
solo) un
elevato
titolo di
colonie di
miceti la
cui presenza
è sempre
stata messa
in relazione
con i gravi
problemi
immunitari
degli stessi
che
sarebbero la
causa di una
disbiosi
intestinale
cioè di una
patologia
della flora
batterica
intestinale
con
alterazione
graduale
della
funzionalità
del sistema
immuno-linfatico
intestinale
che conduce
a lungo
andare al
blocco del
MALT
(Tessuto
Linfatico
Associato
alla
Mucosa).
Ma anche
per i miceti
la risposta
ai miei
interrogativi
è stata
decisamente
negativa
anche se
posso
affermare
che la
presenza di
questi
miceti
potrebbe
essere il
terreno
adatto alla
sopravvivenza
e lo
sviluppo
degli
“esseri
intelligenti”
(essendo dai
miceti
minata la
base del
nostro
sistema
difensivo).
Questi
esseri
potrebbero
dirigere,
con i loro
impulsi
direttivi
vitali, le
operazioni
che
convertiranno
le cellule
sane ma non
più
informate ad
una
sudditanza
energetico-informativa
tanto da
farle
regredire ad
uno stato di
cellule
simil-embrionali
cioè cellule
indifferenziate
adatte
quindi ad
essere
nuovamente
informate.
Esse sono
strutturate
esattamente
come quelle
da cui
discendiamo
e cioè le
cellule
embrionali.
Queste
ultime
saranno
quindi
condizionate
da un
impulso
irrefrenabile
a
duplicarsi,
ad invadere
tessuti
confinanti,
ad
espandersi
quasi a
riformare un
nuovo essere
mostruoso,
sotto una
direzione
aliena che
vuole la
sconfitta di
un nemico
che, con i
suoi
meccanismi
immunitari
di riparo
(ecco che la
presenza di
miceti
intestinali
è utilissima
agli alieni)
con farmaci
od altro
vuole solo
la sua
morte.
Parassiti
come
elementi di
disturbo
Questi
Esseri
alieni, con
una volontà,
sono i
parassiti
intestinali
e quelli più
tenaci ed
intelligenti,
con un
sistema
nervoso
attivo e
vivace, con
un ciclo
vitale che è
in grado di
diffondersi
in
moltissimi
organi ed a
stadi
diversi,
sono i
Trematodi
intestinali,
tra questi i
più
pericolosi
sono:
FASCIOLOPSIS
BUSKI -
FASCIOLA
HEPATICA -
EURYTEMA
PANCREATICA
- CLONORCHIS
SINENSIS
Ha quindi
ragione la
scienziata
americana
dott.ssa H.
Clark che,
con le sue
controverse
ricerchesperimentali,
ha in un
certo senso
confermato
queste
supposizioni.
Cito anche
dal suo
libro” Il
Cancro
Prevenzione
e Cura” Ed.
AIEP
testualmente:
“L’uomo è
gravemente
infestato
dai
trematodi:
particolarmente
il trematode
intestinale
Fasciolopsis
Buskii, ma
anche il
trematode
epatico
della pecora
Fasciola
Hepatica, il
trematode
pancreatico
del bestiame
Eurytrema
Pancreatica
ed il
trematode
epatico
umano
Clonorchis
Sinensis”.
Ed ancora:
“L’incremento
registrato
negli ultimi
decenni è
dovuto allo
stabilirsi
di una nuova
“riserva
biologica“
nel
bestiame,
nel pollame
e negli
animali
domestici".
Alla
presenza di
certi
solventi,
questi
trematodi
possono
completare
il loro
ciclo vitale
all’interno
del corpo
umano non
richiedendo
una
chiocciola
come ospite
intermedio,
come essi
abitualmente
fanno. I
solventi
sono L’alcol
Isopropilico,
il benzene,
il metanolo,
lo xilene,
il toluene
ed altri che
si trovano
come residui
nei cibi ed
inquinano
certi
prodotti
come il
dentifricio,
il
collutorio,
le lozioni
ed i
cosmetici.
Questi
solventi
contaminano
pure il
mangime
degli
animali e
così sono
responsabili
di avviare
una nuova
riserva o
sorgente di
infezione. I
diversi
solventi si
accumulano
preferenzialmente
in organi
differenti.
L’alcol
isopropilico
si accumula
nel fegato,
favorendo
ilo
completarsi
del ciclo
vitale del
Fasciolopsis
in
quest’organo.
Esso
instaura il
processo
canceroso e
cioè la
produzione
di uno
stimolante
mitotico, l’orto-fosfo-tirosina.
L’orto-fosfo-tirosina
e una
varietà di
fattori di
crescita
vengono
prodotti
negli organi
affetti
perché
necessari al
parassita
che,
involontariamente,
coinvolge i
tessuti
dell’ uomo
nella sua
sfera di
influenza.
(in questo
non sono
d’accordo
viste anche
le mie
premesse,
probabilmente
l’autrice
non è andata
oltre
l’esame
biologico
dei suoi
risultati)
La presenza
di un
trematode
adulto nel
fegato
segnala la
produzione
di
orto-fosfo-tirosina
in un organo
distante.
Quest’organo
sembra
scelto in
base alla
presenza del
rame ed un
fungo, pure
essi
cancerogeni.
(anche qui
condivido
solo in
parte queste
affermazioni)
La
differenza
tra le
persone che
accumulano
l’alcole
isopropilico
e quelle che
lo
metabolizzano
prontamente
sta nella
presenza di
aflatossina
B nelle
prime.
La
coincidenza
di
aflatossina
B ed alcol
isopropilico
nel fegato
porta alla
formazione
di
gonadotropina
corionica
umana HCG.
L’HCG si
diffonde nel
corpo ed è
seguita
dalla
formazione
di
orto-fosfo-tirosina.
Le
aflatossine
contaminano
i cibi e
possono
essere anche
prodotte in
sito per la
crescita del
micelio di
varietà di
Aspergillo
(vedi
Bechamp ed
Enderlein).
La crescita
di tali
miceli si è
rilevata
solo in
presenza di
rame !
La vitamina
C aiuta la
disintossicazione
da
aflatossina
B. Questo
può spiegare
le
osservazioni
di Linus
Pauling e di
altri che
sostengono
come la
vitamina C
possa
debellare
alcuni tipi
di cancro.
(del resto
ricordo che
le ricerche
del famoso
Prof. L.
Pantellini
di Firenze e
quelle del
Prof. L.
Oreste
Speciani di
Milano
confermano
come
l’Ascorbato
di potassio
sia molto
attivo su
alcuni tipi
di tumore e
sia il
miglior
rimedio
preventivo
attualmente
conosciuto;
anche il
compianto e
mio
carissimo
amico Prof.
Carlo
Sirtori ha
sempre
raccomandato
l’uso di
vitamina C
nelle sue
lezioni
magistrali)
La rimozione
dell’alcol
isopropilico,
rame e
micotossine
dall’alimentazione
del paziente
e la
distruzione
di tutti gli
stadi del
trematode,
come pure
l’eliminazione
di carne
poco cotta e
di prodotti
caseari non
cotti nella
dieta,
permette di
interrompere
velocemente,
generalmente
meno di una
settimana,
il processo
di
formazione
di ogni tipo
di cancro.
Il cancro
può essere
debellato in
un tempo
molto breve
disinquinando
il cibo
degli
animali,
liberando
gli animali
domestici
dai
trematodi e
monitorando
tutto il
cibo ed il
mangime per
individuare
i solventi.
Nell’organismo
affetto si
possono
individuare
gli stadi di
sviluppo del
trematode
intestinale,
così nel
sangue, nel
latte ,
nella
saliva,
nello sperma
e
nell’urina,
può essere
osservato
direttamente
usando un
microscopio
di bassa
potenza.
Si capisce
che questo
parassita
può essere
trasmesso
sessualmente
e
allattando.
Comunque, il
ricevente
sviluppa il
cancro
solamente se
l’alcol
isopropilico
è già
presente nel
suo corpo in
seguito
all’aflatossina...
Dalla
lettura di
questo libro
si apprende
come tutti i
tipi di
cancro hanno
un’origine
comune
perché
provocati da
un solo
parassita :
il trematode
dell’intestino
umano. Se
viene
soppresso
questo
parassita ed
i suoi stadi
di sviluppo,
il cancro si
arresta
immediatamente.
Il tessuto
torna
gradualmente
alla
normalità
La
Dottoressa
Hulda Clark,
dopo anni di
studi e
ricerche di
laboratorio,
afferma che,
per
ammalarsi di
cancro, si
deve
contrarre
questo
parassita...Potrebbe
essere una
delle verità
su questa
patologia,
sempre più
diffusa ma
dalle
origini mai
ben definite
e
dimostrate.
Questa
teoria, è
vero che è
suffragata
da serie
sperimentazioni
e ricerche
sul campo (
è importante
comprendere
sempre
l’eziologia
delle
patologie)
ma vi sono
ancora lati
oscuri e
dubbi. Di
certo i
parassiti,
come i
riflessi
delle
somatizzazioni
d’organo,
giocano un
ruolo
primario
nella genesi
delle forme
cancerose,
delle cui
cause vi
sono molti
lati
occulti. Ho
definito, in
un mio
volume, le
patologie
tumorali
come
patologie
occulte,
appunto
perché
occultate o
nascoste
dalla cecità
causata
dalle
superstizioni
scientifiche
e da
considerazioni
spesso non
legate alla
verità.
By Claudio
Viacava -
www.viacavaclaudio.it
Prof. Dott.
Claudio
Viacava PhD
- Biologo,
Naturopata,
Psicologo e
Psicoterapeuta
è esperto in
Psicologia
del
Benessere e
Psicologia
Clinica e
Docente
presso
Università
Internazionali
alle Facoltà
di Medicina
e Chirurgia
e Istituti
di
formazione
professionale
in Medicine
Complementari.
Si è
occupato,
come
ricercatore,
di Virologia
ed Ecologia
ambientale
dal 1974 e
quindi di
Psicobiologia
dal 1979.
Grazie a
queste
ricerche,
alle
pubblicazioni
scientifiche
ed alle
numerose
docenze
presso vari
Atenei
nazionali ed
internazionali
è stato
nominato,
nel 1990:
“Onorevole
Senatore
Accademico”
dell’Accademia
Medicea di
Firenze, con
il placet
scientifico
e culturale
del Prof.
Carlo
Sirtori. E’
autore di
dispense e
pubblicazioni
didattiche
in Biologia,
Geobiologia,
Psicosomatica,
Naturopatia,
Bioenergetica
e
Sessuologia
e di alcuni
libri, di
larga
diffusione
tra cui:
Principali
pubblicazioni
:
- Onde
Elettromagnetiche:
l'invisibile
e la nostra
salute
- I e II
Edizione:
Edizioni
Xenia Milano
1996.
- Le
Medicine
Complementari:Edizioni
G.B. Padova
2000
- Patologie
Occulte:
Macro
Edizioni
2001
- Cure
Naturali per
le malattie
del nostro
tempo: Macro
Ed. 2002
- Medicina
dell’Habitat
e
Domoterapia:
Edizioni MIR
2004
- L'Acqua,
la nostra
miglior
medicina:
Macro
Edizioni
2004
- Nuove
Tecnologie
ed Antichi
rimedi:
Editoriale
Delfino
2006.
- Cure
naturali e
Medicine
popolari:
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Delfino 2008
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Delfino 2010
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Cronaca di
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