In Gran Bretagna
esistono numerosi centri di salute che applicano
la Medicina
Alternativa,
dispensari ed ospedali inseriti nell’ambito del
Sistema Sanitario Nazionale (National
Health Service, NHS).
Il più famoso è il
Royal London Homœopathic Hospital, vero e
proprio ospedale
omeopatico.
In Gran Bretagna, l’omeopatia si è sviluppata
grazie al successo ottenuto durante le
epidemie
che hanno imperversato nel XIX secolo. Durante
quella del colera che ha colpito
Londra nel 1854, il tasso di mortalità al London Homœopathic Hospital fu del 16%, mentre il tasso
medio degli ospedali non omeopatici vicini
raggiunse il 60%.
Nel Paese esiste una lunga tradizione tra la
famiglia reale e l’omeopatia. Ecco quindi che il
London Homœopathic Hospital, facente parte del
Servizio Sanitario Nazionale, è diventato "Royal
(Reale)" nel 1947 e il Dr Peter Fischer,
direttore medico dell’ospedale, è stato nominato
medico omeopata personale della Regina nel
novembre 2001.
Nel 2002 è stato lanciato un progetto che
prevede la ristrutturazione completa del Royal
London Homœopathic Hospital (RLHH).
Il nuovo ospedale comprenderà locali dedicati
all’insegnamento e alle riunioni, una farmacia
aperta al pubblico, un centro d’informazioni per
il pubblico e anche camere della clinica e
strutture di day hospital per terapie
omeopatiche e altre forme di medicina
complementare. Anche il numero di letti
(attualmente 8) aumenterà.
Nel 2002 il RLHH si è fuso con lo
University College Hospital Group, un
ospedale universitario di fama internazionale,
che gli permette di sviluppare le attività
d’insegnamento e di ricerca in vista della sua
integrazione al sistema generale.
Questo contrariamente al suo attuale status di
medicina “alternativa” o “complementare”. Oggi
il RLHH si avvale della collaborazione di 30
medici, 5 farmacisti e altri operatori sanitari.
- vedi:
Dichiarazione di Pechino
E' stato ultimato
ed ha iniziato la sua attivita'
dal 2004 il nuovo ospedale di Londra da 100 posti letto
specializzato nella medicina alternativa: saranno praticate
omeopatia,
agopuntura e
ayurvedica.
Decisivo il contributo (sei miliardi) del principe Carlo, grande
sostenitore di queste discipline. Direttore del centro e' il dott. Mosaraf Ali,
un terapeuta-guru molto popolare tra i vip britannici: consulente
medico del principe, di Kate MOss e di Geri Halliwell, Ali ha portato
Camilla Parker-Bowless sull'Himalaya. Con il trekking e il ritiro
spirituale ha ottenuto un brillante risultato: Camilla ha smesso di
fumare.
Nel "tempio" londinese non ci si cura più
gratis.
La prestigiosa rivista Lancet ha pubblicato,
sullo stesso numero che ospita il duro attacco
all’omeopatia, anche due servizi: uno sul buon
vento che soffia in India sul settore, sostenuto
da 100 milioni di "fedeli" che lo portano a
crescere del 25% annuo, e uno viceversa sul
taglio dei fondi pubblici britannici ai centri
che prescrivono cure
omeopatiche. E questo ha
fatto più effetto.
Nientemeno che la Famiglia
reale sostiene il famoso Royal London
Homeopathic Hospital, che era finora inserito
nel Servizio sanitario nazionale britannico. In
Gran Bretagna l’omeopatia è offerta gratis dal
1948, anno in cui nacque il National Health
Service. Il fatturato delle aziende omeopatiche
in Inghilterra, secondo la società di ricerche
di mercato Mintel, è pari a 38 milioni di
sterline (53 milioni di euro), e dovrebbe
raggiungere i 46 milioni nel 2012.
Gli ospedali
omeopatici trattano circa 13000 pazienti l’anno.
Vi sono anche facoltà mediche in cui si prevede
questo insegnamento.
In questo paese l’omeopatia si è sviluppata
grazie al successo ottenuto durante le epidemie
che hanno imperversato nel XIX secolo. Durante
la famosa epidemia di colera che ha colpito
Londra nel 1854, il tasso di mortalità al London
Homeopathic Hospital fu del 16%, mentre il tasso
medio degli ospedali non omeopatici vicini
raggiunse il 60%. Nel Paese esiste una lunga
tradizione tra la famiglia reale e l’omeopatia.
Ecco quindi che il London Homeopathic Hospital ,
facente parte del Servizio Sanitario Nazionale,
è diventato «Royal» nel 1947 e il direttore
medico Peter Fischer è stato nominato medico
omeopata personale della Regina nel novembre
2001.
Nel 2002 è stato lanciato un progetto che
prevede la ristrutturazione completa del Royal
London Homœopathic Hospital (RLHH). Nel 2002 il
RLHH si è fuso con lo University College
Hospital Group, una fondazione comprendente 8
ospedali universitari di prestigio
internazionale. Grazie a questo passaggio, il
RLHH è autorizzato a condurre attività didattica
e di ricerca.
Questo contrariamente al suo
attuale status di medicina "alternativa" o
"complementare". Oggi il RLHH si avvale della
collaborazione di 30 medici, 5 farmacisti e
altri operatori sanitari.
Il 26 febbraio 2007 una delegazione della Regione Toscana composta
da alcuni rappresentanti della Commissione
Sanità, della dirigenza dell'Assessorato alla
Salute e da alcuni medici esperti in omeopatia e
agopuntura si è recata in visita all’ospedale
londinese. La visita è stata voluta dal
presidente della Commissione Sanità Fabio Roggiolani, relatore e primo firmatario della
Legge che regolamenta le
Medicine Complementari
(agopuntura,
omeopatia e
fitoterapia) approvata
dal Consiglio Regionale Toscano. L’obiettivo:
conoscere il tipo di attività di
medicina
integrata che il famoso ospedale londinese eroga
gratuitamente ai cittadini inglesi. (s.mar.)
Tratto da:
repubblica.it
vedi:
Fondamenti
della Medicina Naturale
+
Medicina alternativa
+ Centri di
Medicina Naturale +
Riforma
Sanitaria
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
La
medicina alternativa
entra negli ospedali ticinesi (CH)
Mendrisio (Svizzera) - Aperto all'ospedale "Beata
Vergine" un ambulatorio di
agopuntura. A gestirlo due
medici di formazione classica che lavorano in reparto e
una terapista cinese. La struttura è aperta anche ai
pazienti italiani
C’è una cosa che
l’Europa importa
dalla Cina senza che qualche politico invochi la
reintroduzione di dazi e dogane: si tratta
dell’agopuntura. Gli occidentali la definiscono
medicina
alternativa, trattandola un po’ come una novità esotica.
Mentre per i cinesi, che la praticano da 2500 anni, è
una terapia che rientra nella loro medicina
tradizionale. Questione di punti di vista.
Nel Vecchio Continente sono sempre di più i medici che
la studiano e la praticano, ma non più da carbonari, al
"riparo" degli studi privati. Il clima è cambiato,
perché sempre più persone chiedono queste terapie.
Nascono così corsi di specializzazione post-laurea e
alcune strutture pubbliche si adeguano, come l'ospedale
regionale
“Beata Vergine” di
Mendrisio, nel Canton Ticino, dove sei mesi
fa è stato aperto un ambulatorio di
agopuntura.
(foto, da sinistra: Barbara Evans, segretaria
dell'ambulatorio, Giuseppe Peloni, Wilma Sanzeni,
Alberto Lomuscio, cardiologo e docente di agopuntura, Lu
Jinrong)
I terapisti che ci lavorano
sono medici di formazione classica, diplomati anche in
medicina tradizionale cinese (mtc): la ginecologa
Wilma Sanzeni, il chirurgo Giuseppe Peloni,
in collaborazione con Lu Jinrong, terapista
cinese diplomata in mtc.
«Durante l’estate scorsa – spiega il direttore
dell’ospedale Graziano Selmoni – abbiamo stipulato una
convenzione di collaborazione con l’università cinese di
Harbin per sviluppare temi di reciproco interesse.
Abbiamo avuto la fortuna di trovare una terapista
cinese, abituata a lavorare in un contesto occidentale,
e di avere due medici in casa nostra che erano già
diplomati in agopuntura e disponibili a far partire
un’esperienza concreta nei loro campi specifici, la
chirurgia, ginecologia e trattamento del dolore. Abbiamo
avuto subito una bella risposta da parte dei pazienti,
più di quanto ci si aspettasse, se si pensa che fino ad
ora ha funzionato con il passaparola».
Nel Canton Ticino la medicina tradizionale cinese è
integrata nel sistema sanitario nazionale. L’ambulatorio
dell’ospedale di Mendrisio, che per il momento funziona
solo per metà giornata e accoglie 9 pazienti al giorno
(a pieno regime si potrà arrivare fino a 20), non è il
primo nato sul territorio. Capofila dell’iniziativa è
stato, infatti, l’ospedale di Locarno. Ma tutto il
sistema sanitario ticinese è sensibile al discorso delle
medicine alternative. «Bisogna dare un'opportunità e una
risposta seria ai bisogni espressi da una fascia della
popolazione - continua Selmoni -trovando un interesse
coincidente tra chi offre e chi chiede un servizio».
Integrare, questo è il verbo che circola nelle corsie
del "Beata Vergine" di Mendrisio.
E non è un vezzo generato dall'ansia della
globalizzazione, come spiega il direttore sanitario
dell’ospedale, il dottor (internista) Brenno Balestra:
«L'agopuntura è una terapia che vedo di buon occhio
perché in questo modo si avvicinano due culture, una
legata al territorio, l'altra legata a una visione
medica diversa. Quando si mette in piedi un servizio di
questo tipo bisogna puntare a uno standard elevato. Il
fatto che nel nostro ospedale a gestire
l'iniziativa siano due medici interni, di formazione
classica e diplomati anche in agopuntura, è una
garanzia. Penso anche che questa scelta contribuirà a
far crollare alcuni tabù ancora presenti sia tra i
pazienti che tra gli operatori».
Le sedute di agopuntura
vengono pagate dalla cassa malattia se a fornirle è un
medico (in Svizzera per praticare l'agopuntura non è
necessario avere una laurea in medicina), altrimenti
sono rimborsabili con una semplice assicurazione privata
da 20 franchi svizzeri al mese. I cicli sono di nove
sedute (è il numero max che la cassa rimborsa per ogni
singolo ciclo di cure), ma possono durare anche meno o
di più, a seconda del problema. La prima seduta con
visita e diagnosi costa circa 150 franchi, le successive
80 franchi.
All'ambulatorio di agopuntura dell'ospedale "Beata
Vergine" possono accedere anche pazienti
italiani.
Tratto da: varesenews.it
In
Gran Bretagna nessuna
differenza tra ambulatori pubblici e privati di Medicina
Complementare – Apr. 2013
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