La
Sclerosi
(indurimento
tissutale)
la
CCSVI (Insufficienza
venosa cronica cerebrospinale),
è una condizione emodinamica, in
cui le vene cervicali e toraciche non sono in grado di
rimuovere efficacemente il sangue dal
sistema nervoso centrale (SNC) a causa di stenosi
e malformazioni delle vene cerebrospinali
)
e cosi tutte le altre "malattie"
degenerative anche tissutali, sono solo
sintomi dell'UNICAmalattia a
lenta progressione e quindi si evidenziano quasi solo
nella maggiore eta'.
"In Italia, vi sono circa 65.000-70.000 giovani colpiti
dalla sclerosi multipla, - spiega Danilo Toni,
direttore dell'unità di trattamento neurovascolare al
Policlinico Umberto I - "ed ogni anno, (dal 2010),
circa
duemila nuovi giovani
vengono
colpiti da sclerosi multipla; pare una strage"
! ....ed all'ISS
eIstat
non tengono nessuna
statistica, cosi come per la distrofia, la polio
da vaccino, la
leucemia, cancri,epilessia,
autismo, nei giovani,ecc.;
questo perche' siccome tutta questa popolazione e' la
3°-4° generazione di
vaccinati, figli di vaccinati, cio'
evidenzierebbe la causa di tutto questo disastro di
bambini giovani ed
adulti sempre piu' malati = facenti parte del
mercato dei malati
generato al 99% dai Vaccini
!
La Sclerosi, qualsiasi tipo sia, ad esempio la sclerosi
multipla, è una frequente causa di disabilità acuta e
cronica in persone di giovane e media età, si manifesta
principalmente nelle popolazioni occidentali, che sono super vaccinate....
e da qualche tempo anche in bambini
dopo
le vaccinazioni
pediatriche.
Generalmente nei ragazzi ed adulti, si manifesta per la
prima volta tra i 15 e i 50 anni con una massima incidenza
in giovani adulti, in genere dai 18 ai 40 anni, colpendo due
volte più le donne che i maschi.
NOTA BENE: anche la
Poliomielite, sclerosi, distrofia, leucemia, cancro, aids,
ecc., cosi come quindi TUTTE le cosiddette impropriamente
malattie, sono solo delle SINDROMI che hanno tantissimi
sintomi e molte concause....quindi debbono esse definite
come Sindromi e non come "malattie". Da dizionario:
Sindrome, [sìn·dro·me] DEFINIZIONE: In medicina,
complesso di sintomi, che possono essere provocati dalle
cause più diverse
Un legame tra
microbioma e sclerosi multipla -
12/10/2018
Un enzima
prodotto da batteri che vivono nell'intestino umano è in
grado di scatenare una risposta autoimmune. Lo ha scoperto
uno studio in vitro su linfociti T prelevati da soggetti
affetti da sclerosi multipla, una malattia neurodegenerativa
causata da un'aggressione del sistema immunitario verso il
sistema nervoso centrale
La sclerosi multipla è una malattia degenerativa del sistema
nervoso che colpisce circa 2,5 milioni di persone nel mondo.
È causata dalla progressiva perdita della
mielina (NdR: e' una delle varie e nuova forme di
polio-mieliti),
la sostanza che forma una guaina protettiva e isolante delle
fibre nervose. Gli studi sono concordi nel concludere che
questa perdita è l’esito di un processo (NdR:
infiammatorio che produce quello) autoimmune, alla cui
manifestazione concorrono una predisposizione genetica e uno
o più fattori ambientali scatenanti (NdR: l'intossicazione
e l'infiammazione
(ASIA)
prodotta dal
contenuto dei Vaccini). Tra questi ultimi, secondo
alcune ipotesi, potrebbero esserci molecole prodotte da
organismi patogeni o anche da batteri presenti naturalmente
nel nostro intestino.
A questo quadro complessivo mancano però i particolari, nel
senso che ancora non si è riusciti a comprendere nel
dettaglio i meccanismi che portano il
sistema
immunitario di un individuo ad attaccare le guaine
mieliniche delle fibre nervose.
Un notevole passo avanti in questo senso è stato fatto ora
da una collaborazione guidata da Raquel Planas, della
Clinica universitaria di Zurigo. In uno studio
pubblicato su “Science Translational Medicine”,
il gruppo ha identificato, in pazienti affetti da sclerosi
multipla, un
enzima
che scatena la risposta autoimmune dei linfociti T.
Questi ultimi costituiscono una popolazione di cellule molto
importante del sistema immunitario, che reagisce anche alla
presenza di una variante dell’enzima prodotta dai batteri.
Questa scoperta corrobora l’ipotesi secondo cui in
particolari condizioni molecole prodotte dal microbioma
intestinale (NdR: quando alterato, per esempio da
iniezione di
vitamina K1 e successivi Vaccini) possano scatenare una
risposta abnorme del sistema immunitario.
Per arrivare al risultato, Planas e colleghi hanno prima
isolato linfociti T prelevati da pazienti con sclerosi
multipla, in particolare da regioni cerebrali già colpite da
lesioni. Dalle analisi condotte in vitro
con questi
linfociti, hanno poi scoperto che le cellule del sistema
immunitario reagivano alla presenza di un enzima denominato
GDP-L-fucosio sintasi.
Sulla base di questi dati preliminari, i ricercatori hanno
analizzato una sottopopolazione di linfociti T, denominati
CD4+T, prelevati da fluido cerebrospinale di 31 pazienti con
sclerosi multipla. Da nuove analisi, è emerso che circa il
40 per cento dei soggetti mostrava una reattività alla
GDP-L-fucosio sintasi prodotta da diverse specie di batteri
presenti nel microbioma intestinale.
“L’identificazione di questi meccanismi di reattività è un
grande passo verso il chiarimento dell’immunopatologia della
sclerosi multipla, anche se occorreranno ulteriori studi per
determinare il significato biologico della specifica
risposta immunitaria dei linfociti T CD4+ alla GDP-L-fucosio
sintasi”, hanno scritto Joseph Sabatino e Scott Zamvil,
ricercatori dell’Università della California a San
Francisco, in un articolo di commento pubblicato sullo
stesso numero di “Science Translational Medicine”.
Quest’ultima è la premessa necessaria per sviluppare
strategie terapeutiche con cui indurre nel sistema
immunitario dei malati una tolleranza rispetto ai fattori
scatenanti, e alleviare così i sintomi della sclerosi
multipla.
Tratto da: lescienze.it
Malattie autoimmuni
demielinizzanti (mieliti = Poliomieliti,
mai scomparsa, ha cambiato solo
nome....) Reazioni/patologie
autoimmuni a sfondo
mielino-degenerativo.
Esistono eccome e sono causate anche
dalle vaccinazioni massicce a cui siamo
sottoposti da decenni..
Il catalogo è questo: "
- ...patologie demielinizzanti come la
sclerosi multipla, indotta dai vaccini
antiepatite di tipo A (HAV) e di tipo B
(HBV), nonché dal vaccino antipapilloma
virus (HPV);
- la Encefalomielite Acuta Disseminata (ADEM)
indotta dal vaccino antiepatite di tipo
B (HBV), nonché dal vaccino
antipapilloma virus (HPV); la Sindrome
di Guillain Barré, indotta dal vaccino
antiepatite di tipo B (HBV), nonché dal
vaccino antipapilloma virus (HPV);
- la Mielite Trasversa, indotta dal
vaccino antiepatite di tipo B (HBV),
nonché dal vaccino
Difterite-Pertosse-Tetano;
- la Neuromielite ottica/Neurite ottica,
indotte dai vaccini antiepatite di tipo
A (HAV) e di tipo B (HBV), dal vaccino
antipapilloma virus (HPV) nonché dal
vaccino Difterite-Pertosse-Tetano, dal
vaccino antipapilloma virus (HPV) e dal
tossoide tetanico,
- la Leucoencefalite demielinizzante,
indotta dal vaccino antiepatite di tipo
B (HBV)..."
Non è sufficiente ? In verità ce ne sono
numerosi altri e, tutti, hanno un
denominatore comune..i
vaccini ed i loro danni
immunitari e di
malfunzione cellulare.....
-
http://autoimmunityreactions.org/2016/07/24/alluminio-vaccinale-e-patologie-immuni-demielinizzanti/
LA
GLIA O
NEUROGLIA: FINALMENTE UNO SPIRAGLIO PER
COMPRENDERE SINTOMI E MALATTIE NEUROLOGICHE E PSICHIATRICHE ? Al fine di comprendere meglio
l’argomento oggetto di questa seconda parte, è indispensabile
chiarire un concetto fondamentale: le conoscenze alla base
della Neurologia e della Psichiatria sono inficiate da un
peccato originale che ha portato gli specialisti di questo
settore della Medicina a interpretare e a curare le malattie
neurologiche e psichiatriche partendo dal presupposto che le
strutture cerebrali siano “protette” dalle infiammazioni
immuno-mediate a causa dell’assenza, nella scatola cranica, di
un sistema linfatico. Fino al giorno d’oggi, infatti, le
malattie cerebrali (neurologiche e psichiatriche) sono
affrontate come se non esistesse un sistema linfatico e,
pertanto, sono escluse terapie e, ancor più grave, non vengono
richiesti test diagnostici finalizzati a conoscere la
provenienza di una infiammazione immuno-mediata nell’area
cerebrale.
Tuttavia, recentemente, due ricerche
importanti, entrambi del 2015, hanno dimostrato l’esistenza di
un sistema linfatico nel
cervello
avvalendosi di esperimenti sugli animali, rivoluzionando il
modo di intendere le malattie neuro-psichiatriche. Louveau e
colleghi, dell’Università di Virginia, hanno infatti scoperto
l’esistenza di vasi linfatici funzionali che avvolgono i seni
della dura madre (canali venosi contenuti nello spessore di
due pliche della dura madre encefalica che drenano il sangue
delle strutture nervose intracraniche alla vena giugulare
interna): sono vasi che esprimono tutti i marker dei vasi
linfatici in grado di trasportare soluti, fluidi e cellule del
sistema immunitario. Sono inoltre connessi a linfonodi
cervicali profondi. I vasi linfatici meningei esprimono un
pattern di molecole simile ai vasi linfatici del diaframma, e
sembrano inoltre privi di valvole linfatiche: i vasi linfatici
meningei presentano caratteristiche tipiche dei vasi linfatici
iniziali. Questo sistema linfatico presenta caratteri unici:
sembra che parta da entrambi gli occhi e prosegua fin sopra il
bulbo olfattorio prima di proseguire nei seni adiacenti. I
vasi sono più grandi e complessi a livello del seno trasverso
rispetto al seno sagittale superiore. Presentano inoltre una
connessione diretta con i linfonodi cervicali profondi, ma non
quelli superficiali. Quindi questo sistema rinvenuto potrebbe
rappresentare la seconda fase di drenaggio del liquido
interstiziale, dopo il passaggio per il sistema glinfatico.
A risultati analoghi sono pervenuti, in
modo indipendente, Aspelund e colleghi di Helsinki, che hanno
osservato come i vasi linfatici siano relativamente scarsi
nelle porzioni superiori del cranio, mentre la base del cranio
presenta un network molto più fitto e dotato anche di valvole
(poco numerose). Tutti i dati riportati fanno intendere come i
vasi linfatici siano presenti nella dura madre e drenino fuori
dal cervello attraverso il foro occipitale alla base del
cranio seguendo il percorso dei vasi arteriosi e venosi e dei
nervi cranici. Dagli esperimenti condotti hanno visto come il
cervello di fatto possegga diversi sistemi per gestire il
liquido fuoriuscito dai vasi sanguigni, efficaci anche nel
momento in cui venga asportata la dura madre.
L’aspetto più curioso, forse, è che già
nel 1787 un anatomista italiano, Paolo Mascagni, aveva
descritto quello che chiamava “vasi linfatici nelle meningi e
sulle superfici craniche”, senza che però i suoi dati
riuscissero mai a essere riprodotti. Almeno sinora. Io,
qualche tempo fa, dedicai un post a tale “strana” omissione da
parte della Medicina.
L’esistenza di un sistema linfatico a
livello cerebrale apre la porta ad innumerevoli rivalutazioni.
Il cervello era stato sinora considerato privilegiato dal
punto di vista dell’immunità, o meglio, segregato: la presenza
di linfociti-T è stata sempre considerata di origine
autoimmune, in quanto si riteneva che – in assenza di una rete
linfatica i linfociti T e gli anticorpi presenti nel cervello
e/o nel liquor fossero considerati autoctoni. Queste scoperte,
per ora limitate al mondo animale, necessitano di un’urgente
verifica anche nell’uomo, perché comportano una grande
evoluzione nella neuroimmunologia: la connessione con la
mucosa nasale e con i linfonodi profondi dimostra infatti che
non vi è separazione con il resto dell’organismo, e che alcune
patologie con una componente neuroinfiammatoria importante
(come Sclerosi Multipla, Alzheimer) vanno rivalutate.
Proprio il mal funzionamento dei vasi linfatici meningei
potrebbe essere causa di queste problematiche. La beta
amiloide, ad esempio, è una proteina con risvolti importanti
per la salute dell’organismo. È coinvolta in diverse forme
degenerative cerebrali, come l’angiopatia amiloide e il morbo
di Alzheimer. Questa proteina disfunzionale, infatti, ha un
ruolo importante nella distruzione delle sinapsi e nella
regolazione della concentrazione intracellulare di Calcio,
inoltre tende all’accumulo e alla progressiva aggregazione che
porta alla formazione di placche, la cui deposizione è
associata a processi infiammatori e degenerativi con lo
sviluppo della complessa sintomatologia delle malattie
sopracitate.
Il fatto che la beta amiloide si
depositi lungo le pareti delle arterie cerebrali e
leptomeningee comporta l’alterazione della membrana basale ed
anche l’eventuale distruzione delle cellule muscolari lisce.
Nell’Alzheimer, infatti, vi è una componente legata anche a
disfunzioni di tipo vascolare: ipoperfusione cerebrale,
compromissione della barriera emato-encefalica, infiltrazione
da parte di cellule infiammatorie, maggior incidenza di
fenomeni emorragici.
La scoperta di un sistema linfatico
cerebrale e dei suoi inevitabili collegamenti con il sistema
linfatico generale, suggerisce come sia valida la tesi della
causa virale delle malattie immuno-mediate e fornisce la
spiegazione patogenetica a conferma dell’ipotesi che un virus,
penetrato attraverso le vie respiratorie e integrato nel DNA
dei linfociti B, possa raggiungere il cervello attraverso le
vie linfatiche del rinofaringe e drenare nei linfonodi del
collo, in quelli sottomandibolari e in quelli sovraclaveari. I
linfociti B infettati dal virus, pervenuti nelle aree
cerebrali, subirebbero l’attacco dei macrofagi e delle
linfo-cellule Natural Killer, creando il danno immuno-mediato
alla mielina o compromettendo il drenaggio della beta-amiloide
o danneggiando i vasi sanguigni cerebrali. Inoltre, patologie
fino ad oggi inquadrate come originate da alterazioni non
organiche della mente, potrebbero trovare finalmente una
spiegazione eziopatogenetica infettiva post-virale ed essere
inquadrate come conseguenze immuno-mediate. Mi riferisco
all'Autismo, alla schizofrenia, alla depressione, ai disturbi
bipolari, alla paranoia, ai disturbi del comportamento
alimentare, come l’anoressia e la bulimia, alla big eating
syndrome, ai disturbi del comportamento sessuale, ai disturbi
della personalità ... fino a comprendere tutti quei sintomi
non spiegabili e orfani di diagnosi quali i formicolii, i
disturbi del sonno, i disturbi motori, i disturbi della
deambulazione, i disturbi della contrazione muscolare, i
disturbi dell’attenzione, della concentrazione e della
memoria, l’ ansia, la facile irritabilità e a tanti altri
sintomi ancora oggi privi di diagnosi. In presenza dei sintomi
e/o delle malattie descritte, sarebbe opportuno indagare sulla
presenza cronica dei virus. Dott.
Giuseppe Trovato - Medico L'articolo è pubbicato sulla pagina:
https://www.facebook.com/groups/178307706441481/ Commento
NdR: questo commento e' stato pubblicato sulla pagina sotto
l'articolo del dott. G. Trovato ed attende una risposta. Buon articolo descrittivo del
sistema linfatico del cervello o cerebrale e della sua recente
scoperta ma anche del fatto della arretratezza della
medicina
ufficiale su questo tema.... Però vorrei sapere perché lei parla
solo di
virus (quali cause delle
infiammazioni cerebrali), che NON sono fra parentesi,
micro organismi, ma sostanze complesse di Lipidi (capside)
contenenti DNA/Rna, e che sono provenienti da varie fonti:
sopratutto VACCINI,
stress ossidativo/apoptosi cellulare/mitocondriale, con
generazione di sostanze virali dette "virus" quindi
autoprodotte, oppure dalla morte dei batteri autoctoni od
eterologhi, che anch'essi contengono mitocondri con DNA....) e
non si riferisce al fatto che alla base di tutto vi è questa
infiammazione circolante del corpo, detta in
termine tecnico
ASIA, generata soprattutto e fin da bambini (neonati)
dalla somministrazione dei VACCINI (sostanze
tossiche che generano sempre oltre ad
intossicazione anche infiammazione, che può rimanere
latente anche per decenni....generando qualsiasi tipo di
"malattia") ? Quindi i
cosiddetti virus, sono solo concause terziarie e NON primarie
anche e non solo dei danni cerebrali ".
Spegnere l'infiammazione nel
cervello attraverso la flora intestinale - 15/06/2018
Uno studio guidato dal dr.
Quintana della Harvard Medical School di Boston, selezionato
dalla Progressive MS Alliance, mostra come sia possibile
modulare l'infiammazione nel sistema nervoso attraverso la
dieta e l'azione dei batteri intestinali Un controllo che parte
dall'intestino e arriva fino al sistema nervoso centrale. È
ciò che mette in luce un lavoro appena pubblicato sulle pagine
di Nature che mostra come i prodotti dei batteri intestinali
derivati dalla dieta possono modulare le risposte
infiammatorie nel sistema nervoso centrale. A guidare lo
studio
è Francisco J. Quintana del Brigham and Women’s Hospital,
Harvard Medical School di Boston, ricercatore a capo di uno
dei tre progetti selezionati dal Bando
Collaborative Network
della Progressive MS Alliance,
alleanza internazionale nata per affrontare le forme
progressive della Sclerosi Multipla (SM) di cui AISM è membro
e fondatore. Come ricorda Hartmut Wekerle del Max Planck
Institute of Neurobiology e dell'Institute of Clinical
Neuroimmunology (LMU Monaco) in una news
pubblicata sullo stesso numero della rivista, non è la prima
volta che i ricercatori portano in luce un legame tra i
batteri intestinali e il sistema nervoso centrale. Sono già
note infatti alcune vie molecolari che permettono alle due
regioni di parlarsi (e influenzarsi) a distanza. Solo lo
scorso anno, per esempio, uno studio realizzato con sostegno
di AISM e della sua Fondazione (FISM) mostrava una
correlazione tra microbiota intestinale
e attività del sistema immunitario e della malattia in persone
con SM recidivante-remittente.
Oggi lo studio di Quintana e colleghi aggiunge un pezzo
importante alla comprensione del funzionamento di questo asse
intestino-cervello, aprendo le porte in futuro a nuove
strategie nella lotta contro le malattie neurodegenerative,
specialmente quelle a base autoimmunitaria e infiammatoria,
come la sclerosi multipla. Strategie che possano comprendere
anche approcci capaci di influenzare la flora batterica e di
agire così indirettamente tramite questa sul sistema nervoso
centrale. Lo studio pubblicato su Nature mette in luce i
processi infiammatori che avvengono nel sistema nervoso
centrale e illustra quali sono i meccanismi in grado di
influenzarli. In particolare i ricercatori si sono concentrati
su una proteina - AHR (aryl hydrocarbon receptor) già nota in
passato per avere un ruolo immunoregolatorio – coinvolta nella
progressione della encefalomielite autoimmune (Experimental
autoimmune encephalomyelitis EAE), una malattia in cui il
sistema immunitario attacca le cellule del sistema nervoso
centrale, utilizzata per questo come modello sperimentale
della sclerosi multipla. AHR è particolarmente espressa in
alcune cellule della glia, le cellule non neuronali che
costituiscono il sistema nervoso centrale. Cosa accade se
la sua attività viene bloccata ? Per capirlo i ricercatori
hanno condotto una serie di esperimenti su modelli animali con
EAE, osservando che quando l'attività di AHR nelle cellule
della microglia è bloccata i sintomi della malattia peggiorano
e il danno neuronale aumenta. Un processo che, raccontano
Quintana e colleghi, chiama in causa alcuni mediatori
molecolari prodotti dalla microglia e che possono aiutare ad
accendere o spegnere l'infiammazione agendo a loro volta sugli
astrociti, altre cellule che compongono la glia. I
ricercatori hanno inoltre osservato che è possibile regolare
l'azione dell'AHR da remoto: attraverso i metaboliti prodotti
a partire dal triptofano, un amminoacido. Diete ricche di
triptofano riuscivano infatti a migliorare i sintomi della
malattia in topi con EAE, ma non riuscivano a farlo negli
animali in cui AHR era stata eliminata. Questo perché i
prodotti del triptofano modulano l'infiammazione attraverso
l'azione che esercitano su questa proteina. Alcuni dei
meccanismi molecolari osservati negli animali sono stati
osservati in parte anche su campioni cellulari umani, anche
provenienti da persone con SM, aggiungono i ricercatori.
«Quanto abbiamo osservato porta in luce un aspetto dell'asse
intestino-cervello in cui i prodotti derivanti dal triptofano
assunto attraverso la dieta e controllati dalla flora
intestinale agiscono direttamente sulla microglia e gli
astrociti presenti nel sistema nervoso centrale limitando
l'infiammazione e la neurodegenerazione attraverso l'azione
della proteina AHR», riassumono gli autori in chiusura del
paper. E questo, azzardano, potrebbe guidare in futuro lo
sviluppo di nuove terapie per la sclerosi multipla e altre
malattie neurologiche: agendo sui meccanismi molecolari
identificati come target o modulando le stesse risposte
infiammatorie indirettamente dall'intestino, spiega anche
Wekerle. Come si augura
anche Alan Thompson, Chair del Scientific Steering Committee
della International Progressive MS Alliance e decano della
facoltà di Brain Sciences presso lo University College di
Londra: «È incoraggiante avere questi importanti risultati
preliminari sull'asse intestino-cervello da uno dei tre
Collaborative Networks lanciati e finanziati attraverso
l'International Progressive MS Alliance. Questi risultati sono
appena l'inizio di quello che ci aspettiamo come un grande
progresso verso la comprensione dei meccanismi alla base della
malattia e verso la scoperta di nuovi trattamenti per le
persone che convivono con le forme progressive della SM».
Microglial control of astrocytes in response to microbial
metabolites. Nature. 2018
May;557(7707):724-728. doi: 10.1038/s41586-018-0119-x. Epub
2018 May 16. Rothhammer V, Borucki DM, Tjon EC,
Takenaka MC, Chao CC, Ardura-Fabregat A, de Lima KA,
Gutiérrez-Vázquez C, Hewson P, Staszewski O, Blain M, Healy L,
Neziraj T, Borio M, Wheeler M, Dragin LL, Laplaud DA, Antel J,
Alvarez JI, Prinz M, Quintana FJ.
Il rapporto
tra una buona alimentazione e un migliore stato di salute è
universalmente riconosciuto. Un filone di ricerca molto
promettente, come indica anche lo studio che vi abbiamo
illustrato sopra, indaga il ruolo della flora intestinale nel
possibile sviluppo di patologie autoimmuni come la sclerosi
multipla. Abbiamo affrontato questo argomento più volte, per
esempio nell'articolo Microbiota e sclerosi multipla. Un
rapporto tutto da esplorare
e in questo studio finanziato da AISM
e la sua Fondazione. Tratto da: aism.it
ANEMIA dai
VACCINI Danno ossidativo
mediato dall'alluminio
(anche
dei Vaccini) sul
tessuto nervoso. I tessuti cerebrali sono
altamente suscettibili al danno ossidativo,
probabilmente a causa dell'elevato consumo di ossigeno
(20% del totale per l'organismo in condizioni di
riposo), della presenza di acidi grassi polinsaturi
abbondanti nelle membrane cellulari, dell'elevato
contenuto di ferro (Fe) e delle basse attività
enzimatiche antiossidanti.
L’alluminio (Al+3) è un minerale con una capacità di
ossido-riduzione relativamente bassa, ma può indurre un
danno ossidativo attraverso molteplici meccanismi. Si
può legare ai fosfolipidi che contengono acidi grassi
polinsaturi irrigidendo le membrane cellulari e
facilitandone la perossidazione, in particolare nel
tessuto cerebrale la mielina è la proteina-lipide più
suscettibile al danno ossidativo mediato dall'alluminio.
L’alluminio può indurre la perossidazione dei lipidi
anche attraverso la reazione di Fenton mediata dal
ferro, la quale provoca la produzione di ROS e la
formazione di Fe+3. Il superossido (O2.-) viene
neutralizzato dall’Al+3 per formare un complesso
Al-O2.-, che aumenta ulteriormente la capacità
ossidativa dell’O2. - vedi fig. 3:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3404950/pdf/1423-0127-19-51.pdf
L'alluminio causa anche un altro effetto ben noto da
tempo, l'anemia, attraverso la perossidazione della
membrana degli eritrociti (globuli rossi) portando ad
emolisi e attraverso l'inibizione della
sintesi dell'eme.
E' interessante
notare che l'anemia è strettamente associata
allo stato d'infiammazione
cronica (anemia infiammatoria), in
particolare è stato possibile dimostrare che
l'interleuchina-6 (citochina prodotta anche
in conseguenza dell'infiammazione indotta
dall'alluminio adiuvante vaccinale),
l'ormone regolatorio del ferro, l'epcidina e
l'esportatore del ferro, la ferroportina,
interagiscono per causare il sequestro del
ferro nel contesto dell'infiammazione.
Va tenuto presente che mentre l'anemia
severa è associata agli esiti negativi delle
malattie gravi, i modelli sperimentali
suggeriscono che il sequestro del ferro sia
parte di una difesa naturale contro i
patogeni che utilizzano il ferro per la loro
crescita. vedi:
http://www.lescienze.it/news/2014/12/16/news/primati_batteri_conflitto_ferro-2415115/?refresh_ce -
Arch Biochem Biophys. 1997 Aug
15;344(2):289-94.
Myelin is a preferential target of
aluminum-mediated oxidative damage.
Verstraeten SV1, Golub MS, Keen CL, Oteiza
PI.
Lo studio Vax-Unvax sui topi
implica danni del vaccino per l'epatite B, i media
silenziosi - 10 maggio 2018
"Questo lavoro rivela per la prima volta che la vaccinazione
precoce per lo HBV (Epatite B), induce compromissioni nel
comportamento e nella neurogenesi dell'ippocampo.
Questo lavoro fornisce dati innovativi a sostegno della
lunga sospetta associazione potenziale di HBV con alcuni
disturbi neuropsichiatrici come l'autismo
e la sclerosi
multipla."
GUANDONG, Cina -Sun Yat-sen University (una top
10 università in Cina) Il dott. Zhibin Yao non è un nome
familiare nella comunità americana di autismo, ma forse
dovrebbe esserlo. Non solo è americano (Università di
Pittsburgh) e autore di 33 studi peer-reviewed, ma è anche
l'autore principale di due dei più importanti studi
biologici mai condotti analizzando come, esattamente, un
vaccino possa causare l'autismo.
Nel 2015, il Dr. Yao è stato
l'autore principale di " vaccinazione
neonatale con bacillo Calmette-Guérin e vaccini dell'epatite
B modula la plasticità sinaptica dell'ippocampo nei ratti ",
il primo studio che ha mai esaminato l'impatto che QUALUNQUE
vaccino potrebbe avere sul cervello dei ratti. Ho discusso
questo studio in dettaglio in un ampio articolo che ho
scritto nel mese di aprile intitolato: "Gli
scienziati internazionali hanno trovato la causa
dell'autismo: che cosa faranno gli americani?".
Vaccine Papers, un sito web dedicato a un'analisi rigorosa e
scientifica dei rischi e dei benefici dei vaccini, ha
spiegato il documento in questo modo:
Questo è il primo studio per testare gli effetti
dell'attivazione immunitaria mediante vaccinazione sullo
sviluppo del cervello.
Tutti gli altri studi di attivazione immunitaria hanno usato
condizioni patologiche essenzialmente che imitano
l'infezione e inducono una forte febbre. Una critica che ho
sentito spesso dai sostenitori del vaccino è che gli
esperimenti di attivazione immunitaria non sono rilevanti
per i vaccini perché i vaccini causano un'attivazione
immunitaria più lieve rispetto alle iniezioni di poli-IC o
lipopolisaccaride (due tipi di attivatori del sistema
immunitario). Questo nuovo studio dimostra che i vaccini
possono influenzare lo sviluppo del cervello attraverso
l'attivazione immunitaria.
Quindi, gli esperimenti di attivazione immunitaria sono
rilevanti per i vaccini ... Il vaccino per l'epatite B ha
aumentato IL-6 nell'ippocampo (l'unica regione del cervello
analizzata per le citochine).
Nonostante la sua importanza,
spiegare il documento del Dr. Yao al 2015 non è stato
facile, in parte perché il suo studio copriva una serie di
altri argomenti, il che significava che dovevi isolare i
dati che avevano implicato il vaccino contro l'epatite B, e
poi spiegarlo. Con il suo prossimo lavoro, tuttavia, il
dottor Yao e il suo team hanno spiegato tutto molto più
facilmente e hanno lasciato ben poco all'interpretazione.
Tratto da: jbhandleyblog.com
L'alluminiocontenuto
nei vaccini può causare la SLA ! - Agosto 2018
Studio scientifico la traduzione di uno studio scientifico
ad opera del neuroscienziato Christopher A. Shaw e Michael
S. Petrik.
Le iniezioni di idrossido di alluminio (contenuto nei
vaccini) portano a deficit motori e degenerazioni dei
motoneuroni.
Alluminio e SLA
Lo studio parte dall’osservazione della cosiddetta “Sindrome
della Guerra del Golfo”, un disturbo che ha colpito molti
veterani degli eserciti occidentali a seguito della guerra
nel Golfo del 1990-91.
Secondo gli scienziati, alla base del problema c’è
l’alluminio. Ipotesi confermata da una serie di studi
scientifici su campioni di midollo spinale e corteccia
motoria.
Nuova ricerca
Christopher A. Shaw e Michael S. Petrik hanno avviato una
nuova ricerca su topi maschi adulti e giovani, ai quali sono
stati inoculati iniezioni sottocutanee contenenti alluminio.
Per calcolare i dosaggi umani sono state utilizzate le
informazioni contenenti nel vaccino AVA per uso umano,
prodotto da Bioport Corporation.
Conclusioni
Lo studio ha messo in evidenza come l’alluminio porti alla
perdita di motoneuroni e di altri neuroni e all’attivazione
di astrociti reattivi. Un’attivazione complessiva di una
risposta infiammatoria gliale nel midollo lombare ha
suggerito agli scienziati che il processo è uno stadio
iniziale degli eventi patologici che portano alla morte dei
motoneuroni.
Nel caso della SLA, l’attivazione gliale seguita dalla morte
del motoneurone sembra procedere in modo sequenziale lungo
la neuroxite ventrale con i primi segni di patologia che
appaiono per primi nel midollo lombare.
Le risposte successive a livello patologico nel midollo
toracico e cervicale sono segnate dalla presenza di
alluminio. - By C. Toscana
Fonte: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2819810/
vedi:
Sentenza della Corte UE: c’è relazione tra Vaccino e SLA
Sentenza choc della Corte Ue: c’è
relazione tra vaccino e Sla.
Quando statistica e legge raccolgono i tre indizi che fanno
la prova scientifica, anche se la conferma medica ancora non
è arrivata, succede che, in mancanza di consenso
scientifico, il difetto di un vaccino e il nesso di
causalità tra il difetto stesso e una malattia possono
essere provati con un complesso di indizi gravi, precisi e
concordanti. E a stabilirlo, mettendo un chiaro paletto
all’infinito dibatti tra pro-vaccinazione e No vax è
direttamente la Corte di giustizia dell’Unione Europea,
nella sentenza relativa alla causa che vede opposti un
cittadino francese, ammalatosi di sclerosi multipla, e la
Sanofi Pasteur, produttrice di un vaccino contro l’epatite
B. E allora, la prossimità temporale tra la somministrazione
del vaccino e l’insorgenza di una malattia, l’assenza di
precedenti medici personali e familiari della persona
vaccinata e l’esistenza di un numero significativo di casi
repertoriati di comparsa di tale malattia a seguito di
simili somministrazioni possono eventualmente costituire
indizi sufficienti a formare una simile prova, secondo i
giudici di Lussemburgo.
Vaccini, l’emblematico caso del
signor W. che fa giurisprudenza
E nell’interminabile dibattito intestato ai vaccini, il caso
del signor W. fa giurisprudenza. All’uomo, in base a quanto
ricostruito dai togati lussemburghesi, è stato
somministrato, tra la fine del 1998 e la metà del 1999, un
vaccino contro l’epatite B prodotto dalla Sanofi Pasteur.
Nell’agosto del ’99, W. ha iniziato a manifestare vari
disturbi, che hanno condotto, nel novembre 2000, alla
diagnosi di sclerosi multipla. W. è deceduto nel 2011, ma
già a partire dal 2006 lui e la sua famiglia hanno promosso
un’azione giudiziaria contro la Sanofi Pasteur per ottenere
il risarcimento del danno che W. affermava di aver subìto a
causa del vaccino.
La Cour d’appel de Paris (Corte d’appello di Parigi),
chiamata a pronunciarsi, ha dichiarato, in particolare, che
non vi è consenso scientifico a favore dell’esistenza di un
nesso di causalità tra la vaccinazione contro l’epatite B e
l’insorgenza della sclerosi multipla. Ritenendo che fosse
non dimostrato il nesso di causalità, ha respinto il
ricorso. La Cour de Cassation (Corte di cassazione,
Francia), dinanzi alla quale la sentenza della Cour d’appel
de Paris è stata impugnata, chiede alla Corte di giustizia
se, nonostante l’assenza di consenso scientifico e tenuto
conto del fatto che, secondo la direttiva dell’Unione sulla
responsabilità per danno da prodotti difettosi, spetta al
danneggiato provare il danno, il difetto e il nesso di
causalità, il giudice possa basarsi su indizi gravi, precisi
e concordanti per ravvisare il difetto del vaccino e il
nesso di causalità tra il vaccino e la malattia.
Storica sentenza della Corte Ue: ecco
cosa dice
Nel caso in questione viene fatto riferimento, in
particolare, alle eccellenti condizioni di salute pregresse
di W., alla mancanza di precedenti familiari e al
collegamento temporale tra la vaccinazione e la comparsa
della malattia. Nella sentenza, la Corte considera
compatibile con la direttiva un regime probatorio che
autorizza il giudice, in mancanza di prove certe e
inconfutabili, a concludere che sussistono un difetto del
vaccino e un nesso di causalità tra quest’ultimo e una
malattia sulla base di un complesso di indizi gravi, precisi
e concordanti, qualora tale complesso di indizi gli consenta
di ritenere, con un grado sufficientemente elevato di
probabilità, che una simile conclusione corrisponda alla
realtà. Infatti, un regime probatorio del genere non è
tale da comportare un’inversione dell’onere della prova
gravante sul danneggiato, poiché spetta a quest’ultimo
dimostrare i vari indizi la cui compresenza permetterà al
giudice adito di convincersi della sussistenza del difetto
del vaccino e del nesso di causalità tra il difetto e il
danno subìto.
Quando gravi indizi costituiscono una
prova
Inoltre, escludere qualunque modalità di prova diversa dalla
prova certa tratta dalla ricerca medica avrebbe l’effetto di
rendere eccessivamente difficile o, quando la ricerca medica
non permette di stabilire né di escludere l’esistenza di un
nesso di causalità, addirittura impossibile far valere la
responsabilità del produttore, il che comprometterebbe
l’effetto utile della direttiva nonché i suoi obiettivi
(cioè tutelare la sicurezza e la salute dei consumatori e
garantire una giusta ripartizione dei rischi insiti nella
produzione tra il danneggiato e il produttore). La
Corte precisa, tuttavia, che i giudici nazionali devono
assicurarsi che gli indizi prodotti siano effettivamente
sufficientemente gravi, precisi e concordanti da consentire
di concludere che l’esistenza di un difetto del prodotto
appare, tenuto altresì conto degli elementi e degli
argomenti presentati a propria difesa dal produttore, la
spiegazione più plausibile dell’insorgenza del danno. Il
giudice nazionale deve inoltre preservare il proprio libero
apprezzamento quanto al fatto che una simile prova sia stata
o meno fornita in modo giuridicamente sufficiente, fino al
momento in cui si ritenga in grado di formare il proprio
convincimento definitivo. Chissà che questa sentenza e
questa direttiva non comincino a fare scuola anche in casa
nostra…
Tratto da: secoloditalia.it
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Vaccini, la Corte di
giustizia europea di Bruxelles (EU): indizi gravi possono provare
il nesso con la malattia - 2018 I GIUDICI del LUSSEMBURGO, hanno sentenziato che, in
mancanza di consenso scientifico, il difetto di un vaccino e
il nesso di causalità tra il difetto stesso e una malattia
possono essere provati con un complesso di indizi gravi,
precisi e concordanti.
Lo stabilisce la
Corte di Giustizia dell'Unione Europea, nella sentenza
relativa alla causa che vede opposti un cittadino francese,
ammalatosi di sclerosi multipla, e la Sanofi Pasteur,
produttrice di un vaccino per l'epatite
B.
La prossimità temporale tra la somministrazione del vaccino
e l'insorgenza di una malattia, l'assenza di precedenti
medici personali e familiari della persona vaccinata e
l'esistenza di un numero significativo di casi repertoriati
di comparsa di tale malattia a seguito di simili
somministrazioni possono eventualmente costituire indizi
sufficienti a formare una simile prova, secondo i giudici di
Lussemburgo.
Al signor W. è stato
somministrato, tra la fine del 1998 e la metà del 1999, un
vaccino contro l'epatite
B prodotto dalla
Sanofi Pasteur.
Nell'agosto del '99, W. ha iniziato a manifestare vari
disturbi, che hanno condotto, nel novembre 2000, alla
diagnosi di sclerosi multipla. W. è deceduto nel 2011. Fin
dal 2006 lui e la sua famiglia hanno promosso un'azione
giudiziaria contro la
Sanofi
Pasteur per ottenere il risarcimento del danno che W.
affermava di aver subìto a causa del vaccino.
La Cour d'Appel de Paris (Corte d'Appello di Parigi),
chiamata a pronunciarsi, ha dichiarato, in particolare, che
non vi è consenso scientifico a favore dell'esistenza di un
nesso di causalità tra la vaccinazione contro l'epatite B e
l'insorgenza della
sclerosi
multipla. Ritenendo che fosse non dimostrato il nesso di
causalità, ha respinto il ricorso.
La Cour de Cassation (Corte di
Cassazione, Francia), dinanzi alla quale la sentenza della
Cour d'Appel de Paris è stata impugnata, chiede alla Corte
di giustizia se, nonostante l'assenza di consenso
scientifico e tenuto conto del fatto che, secondo la
direttiva dell'Unione sulla responsabilità per danno da
prodotti difettosi, spetta al danneggiato provare il danno,
il difetto e il nesso di causalità, il giudice possa basarsi
su indizi gravi, precisi e concordanti per ravvisare il
difetto del vaccino e il nesso di causalità tra il vaccino e
la malattia.
Nel caso in questione viene
fatto riferimento, in particolare, alle eccellenti
condizioni di salute pregresse di W., alla mancanza di
precedenti familiari e al collegamento temporale tra la
vaccinazione e la comparsa della malattia.
Nella sentenza, la Corte considera compatibile con la
direttiva un regime probatorio che autorizza il giudice, in
mancanza di prove certe e inconfutabili, a concludere che
sussistono un difetto del vaccino e un nesso di causalità
tra quest'ultimo e una malattia sulla base di un complesso
di indizi gravi, precisi e concordanti, qualora tale
complesso di indizi gli consenta di ritenere, con un grado
sufficientemente elevato di probabilità, che una simile
conclusione corrisponda alla realtà.
Infatti, un regime probatorio del genere non è tale da
comportare un'inversione dell'onere della prova gravante sul
danneggiato, poiché spetta a quest'ultimo dimostrare i vari
indizi la cui compresenza permetterà al giudice adito di
convincersi della sussistenza del difetto del vaccino e del
nesso di causalità tra il difetto e il danno subìto.
Inoltre, escludere qualunque
modalità di prova diversa dalla prova certa tratta dalla
ricerca medica avrebbe l'effetto di rendere eccessivamente
difficile o, quando la ricerca medica non permette di
stabilire né di escludere l'esistenza di un nesso di
causalità, addirittura impossibile far valere la
responsabilità del produttore, il che comprometterebbe
l'effetto utile della direttiva nonché i suoi obiettivi
(cioè tutelare la sicurezza e la salute dei consumatori e
garantire una giusta ripartizione dei rischi insiti nella
produzione tra il danneggiato e il produttore).
La Corte precisa, tuttavia, che
i giudici nazionali devono assicurarsi che gli indizi
prodotti siano effettivamente sufficientemente gravi,
precisi e concordanti da consentire di concludere che
l'esistenza di un difetto del prodotto appare, tenuto
altresì conto degli elementi e degli argomenti presentati a
propria difesa dal produttore, la spiegazione più plausibile
dell'insorgenza del danno. Il giudice nazionale deve inoltre
preservare il proprio libero apprezzamento quanto al fatto
che una simile prova sia stata o meno fornita in modo
giuridicamente sufficiente, fino al momento in cui si
ritenga in grado di formare il proprio convincimento
definitivo.
Nella fattispecie, la Corte
rileva che la prossimità temporale tra la somministrazione
di un vaccino e l'insorgenza di una malattia, la mancanza di
precedenti medici personali e familiari correlati a detta
malattia nonché l'esistenza di un numero significativo di
casi repertoriati di comparsa di tale malattia a seguito di
simili somministrazioni sembrano, a prima vista, costituire
indizi la cui compresenza potrebbe indurre un giudice
nazionale a concludere che il danneggiato ha assolto l'onere
della prova su di lui gravante.
Così potrebbe essere, in particolare, nel caso in cui detti
indizi conducano il giudice a ritenere, da un lato, che la
somministrazione del vaccino costituisca la spiegazione più
plausibile dell'insorgenza della malattia e, dall'altro, che
tale vaccino non offra quindi la sicurezza che ci si può
legittimamente attendere.
La Corte precisa, peraltro, che non è consentito né al
legislatore nazionale né ai giudici nazionali istituire un
metodo di prova per presunzioni che permetta di stabilire
automaticamente l'esistenza di un nesso di causalità in
presenza di taluni indizi concreti predeterminati: un simile
metodo di prova comporterebbe infatti la conseguenza di
pregiudicare la norma relativa all'onere della prova
prevista dalla direttiva.
Tratto da:
http://www.iltempo.it/cronache/2017/06/21/news/vaccini-sentenza-choc-della-corte-di-giustizia-europea-di-bruxelles-indizi-gravi-posso-provare-il-nesso-con-la-malattia-1030487/amp/
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Sclerosi Multipla
- Che cos'è = "malattia demielinizzante" come la
Poliomielite
Una volta era anche denominata "paralisi
infantile"
o più comunemente "polio":
È una patologia cronica (che dura tutta la vita) e
progressiva (che tende a degenerare con il passare del
tempo).
Questa malattia aggredisce e danneggia in modo irreparabile
tutto il sistema nervoso, provocando la degenerazione e/o
non produzione sufficiente della
mielina,
la sostanza di rivestimento dei
nervi
del nostro organismo.
È grazie a questa sostanza che gli impulsi elettrici,
partendo dal
cervello,
arrivano in modo corretto ed immediato alle parti
periferiche del nostro corpo o tornano dalla periferia al
cervello; è quindi chiaro che una distruzione permanente di
questo rivestimento implica un danneggiamento serio alla
coordinazione motoria, ai movimenti, alla trasmissione degli
impulsi nervosi in generale, tipico della
Poliomielite,
e della cosiddetta "Sclerosi".
Ma
Polio,
Distrofia,
Sclerosi,
Meningite
ecc., sono tutte varianti della stessa
malattia
che ha tanti
sintomi
diversi, ma ha sempre la stessa causa anche la
demielinizzazione - vedi sopra la descrizione delle varie
cause, ma particolarmente sono i
Vaccini
(qualsiasi) che le scatenano anche verso i 20-30 anni...DOPO
la
vaccinazione avuta da piccoli...
In pratica sono nuove forme di
Poliomielite
a decorso lento e progressivo, fino alla paralisi totale e
la morte;
Le
autorita' in-sanitarie
hanno cambiato nome da
Polio
in
Sclerosi,
cosi come la
Distrofia,
e/o le
meningiti,
non le chiamano piu'
Poliomielite
per far quadrare le statistiche sui vaccini
antiPolio....non
e' quindi generata da nessun
virus,
in quanto i virus sono la conseguenza della malattia (ammalamento),
cosi come i
markers
sono i segnali, marcatori appunto, che esistono cellule e
tessuti
cancerosi (ammalati) in un soggetto !
Anche la
tetraparesi spastica
rientra nel quadro della paralisi cerebrale infantile (nuovi
nomi della
Polio),
che è la manifestazione senso-motoria di un danno cerebrale
che si verifica principalmente nell'infanzia, entro i primi
5 anni di vita, gli anni nei quali si fanno i vaccini.
Lo spettro delle sindromi, DEMIELINIZZANTI del SNC, ed
infiammatorie post-vaccinazione.
Estratto
In letteratura è stata riportata un'ampia varietà di
malattie infiammatorie associate temporalmente alla
somministrazione di vari vaccini.
Una ricerca PubMed dal 1979 al 2013 ha rivelato 71 casi
documentati (71).
Le vaccinazioni segnalate più comunemente associate a
malattie demielinizzanti del SNC comprendevano l'influenza
(21 casi), il virus del papilloma umano (HPV) (9 casi),
l'epatite A o B (8 casi), la rabbia (5 casi), il morbillo (5
casi)
, rosolia (5 casi), febbre gialla (3 casi), antrace (2
casi), meningococco (2 casi) e tetano (2 casi).
La stragrande maggioranza delle sindromi demielinizzanti del
SNC post-vaccinazione, sono correlate alla vaccinazione
antinfluenzale e ciò potrebbe essere attribuito all'alta
percentuale della popolazione che ha ricevuto il vaccino
durante l'epidemia di HI1N1 dal 2009 al 2012. Di solito
compaiono i sintomi della sindrome demielinizzante del SNC
pochi giorni dopo l'immunizzazione (media: 14,2 giorni), ma
ci sono casi in cui la presentazione clinica è stata
ritardata (più di 3 settimane o anche fino a 5 mesi dopo la
vaccinazione) (circa un terzo di tutti i casi segnalati).
Per quanto riguarda la presentazione clinica e le aree del
SNC interessate, esiste una grande diversità tra i casi
riportati di sindromi demielinizzanti acute
post-vaccinazione.
La neurite ottica è stata la presentazione clinica di spicco
in 38 casi, demielinizzazione disseminata multifocale in 30,
mielite su 24 ed encefalite in 17.
Interessantemente in una
percentuale piuttosto alta dei pazienti (e in particolare
dopo vaccinazione contro l'influenza e virus del papiloma
umano-HPV) le localizzazioni dominanti
di demielinizzazione erano i nervi ottici e il mielone, che
si presentano come neurite ottica e mielite (con o senza
ulteriori manifestazioni di ADEM), che ricordano l'optica
neuromielitica (o, più in generale, lo spettro NMO delle
malattie).
Sette pazienti hanno sofferto di una malattia simile a NMO
dopo HPV e abbiamo avuto due casi simili nel nostro Centro.
Un paziente con ADEM post-vaccinazione, successivamente
sviluppato NMO.
Complessivamente, il rischio di una malattia demielinizzante
del SNC a seguito di vaccinazione, sebbene non trascurabile,
è relativamente basso.
Il rischio di insorgenza o di recidiva della
demielinizzazione del SNC a seguito di infezioni contro le
quali i vaccini sono finalizzati a proteggere è
sostanzialmente più elevato e i benefici delle vaccinazioni
superano i potenziali rischi di infiammazione del SNC.
Ciò non ci esime in alcun modo dall '"apprendimento" delle
lezioni insegnate dai casi segnalati e alla ricerca di modi
nuovi e più sicuri per migliorare le tecniche di
vaccinazione e aumentare il loro profilo di sicurezza.
Secondo la
medicina ufficiale,
invece vi sono varie forme di sclerosi:
La sclerosi multipla benigna
È la forma più leggera, non degenera con il passare del
tempo, ma provoca al massimo un paio di attacchi in tutto
che possono essere risolti con un recupero ottimale senza
lasciare danni permanenti.
La sclerosi multipla primaria progressiva
Si presenta come patologia cronica fin dal suo esordio e con
un decorso degenerante e progressivo. Solitamente, la
malattia appare verso i 40 anni, cioè piuttosto tardi
rispetto all'età in cui invece solitamente compare.
Sintomi
tipici sono soprattutto disturbi legati ai movimenti e alla
loro coordinazione.
La sclerosi multipla recidivante-remittente
Si presenta come malattia in cui gli attacchi sono
frequenti; compaiono progressivamente nuovi sintomi o
peggiorano quelli già presenti (fase recidivante), che poi
regrediscono (fase remittente). Questa regressione, però,
col trascorrere del tempo si fa sempre meno completa,
trasformando la forma recidivante-remittente in forma
secondaria progressiva.
La sclerosi multipla secondaria progressiva
È lo stadio finale della sclerosi multipla
recidivante-remittente e presenta un andamento progressivo e
degenerante che può portare alla invalidità.
Funzione della
mielina
Abbiamo detto che la mielina è la sostanza di rivestimento
dei nervi che permette una trasmissione rapida e completa
degli impulsi nervosi dal cervello alla periferia e
viceversa. La mielina presenta sulla sua superficie delle
interruzioni, dette
nodi di Ranvier.
Sono in realtà questi nodi che fanno acquistare più velocità
alla trasmissione dell'impulso nervoso, poiché, saltando
dall'uno all'altro, la trasmissione avviene in maniera più
veloce rispetto al tempo che impiegherebbe se dovesse
attraversare tutto il nervo. Infatti, quando la mielina
risulta (NdR: scarsa, e/o) danneggiata o
addirittura distrutta, la velocità di trasmissione
diminuisce fortemente perché l'impulso non può più fare
affidamento sui nodi di Ranvier, ma è costretto a
trasmettersi su tutta la lunghezza del nervo o può perfino
bloccarsi.
La mielina (NdR: scarsa e/o) distrutta
viene sostituita dalle cosiddette placche; si tratta di vere
e proprie lesioni che rallentano o bloccano la
trasmissione degli impulsi nervosi, provocando così una
sorta di black-out dell'informazione. Questo porta a
conseguenze irreparabili che gravano sul sistema
nervoso e, quindi, anche sui sensi: la coordinazione dei
movimenti, la vista, l'udito, ma anche le più elementari
funzioni corporali, quali l'emissioni di feci e la minzione,
non essendo più supervisionate dal cervello, sono al di
fuori del controllo del paziente colpito.
Epidemiologia ed eziologia
In Italia ci sono circa 50.000 persone colpite da
sclerosi multipla, che salgono a circa 450.000 in Europa
e ad 1 milione in tutto il mondo. I pazienti sono tutti
giovani con età compresa tra i 20 ed i 40 anni; non sono
stati riscontrati casi di sclerosi multipla nella
popolazione infantile, né in quella anziana.
Più frequentemente questa malattia aggredisce le donne con
una frequenza maggiore del 50% e persone di tutte le razze,
sebbene i ricercatori abbiano notato una
incidenza
maggiore nei caucasici rispetto agli altri.
La sclerosi multipla non è una malattia contagiosa, né,
soprattutto, ereditaria, sebbene siano stati riscontrati
casi di sclerosi multipla all'interno di una stessa
famiglia. La componente genetica, quindi, tenendo conto
soprattutto del fatto che ad essere colpiti sono poi i
gemelli monozigoti
in particolar modo, potrebbe essere un fattore di
suscettibilità per lo sviluppo della malattia.
La vera causa scatenante, però, è ancora sconosciuta alla
medicina ufficiale ma e' un'alterazione del metabolismo come
tutte le malattie degenerative. vedi:
metabolismo
Si può anche classificare la sclerosi multipla come una
specie di
malattia autoimmune,
cioè una patologia in cui l'organismo non riesce più a
distinguere tra sostanze estranee e sostanze proprie e
attacca queste ultime allo stesso modo delle prime. In chi è
affetto da sclerosi multipla, infatti, la mielina viene
distrutta proprio dai vari globuli bianchi,
macrofagi,
linfociti-T
e
linfociti-B,
che compongono il
sistema immunitario
del paziente. Questa reazione dei globuli bianchi contro
l'organismo che invece dovrebbero difendere pare sia
innescata da un
virus
comune, come quelli delle malattie infantili.
Sintomi della sclerosi multipla
I sintomi legati alla sclerosi multipla possono essere
diversi in base alla zona del sistema nervoso colpito dal
processo di demielinizzazione. Solitamente sono interessati
i movimenti e le funzioni sensoriali. I pazienti possono
provare debolezza diffusa, paralisi degli arti, problemi
alla vista, dolore muscolare, tremori, perdita
dell'equilibrio, disturbi del linguaggio, perdita di
controllo della minzione o dell'emissione di feci,
impotenza, disturbi legati alla memoria e al ragionamento.
Di questi
sintomi,
i più frequenti sono correlati ai movimenti degli arti
inferiori, al dolore muscolare, alla debolezza e
all'incontinenza fecale ed urinaria.
Tratto da: medicinaeprevenzione.paginemediche.it
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
La sclerosi lo ricordiamo, e' uno dei NUOVI nomi, assieme
alla
paralisi flacida,
della
Poliomielite,
mai scomparsa...
gli hanno solo cambiato nome...per far
quadrare le statistiche...infatti
si sono verificate molte varianti del
danno vaccinale,
es.,
distrofia,
paralisi,
PESS,
meningite,
mieliti(Se la
mielite è trasversa, significa che interessa il midollo per
tutta la sua larghezza.
La mielite trasversa può essere
causa di danneggiamento della mielina, la quale altro non è
che la sostanza isolante, grassa, che sta a copertura delle
fibre delle cellule nervose e cio' puo' avvenire in
qualsiasi parte del sistema nervoso...),
ecc.,
ma quelle "malattie"
sono sempre la stessa "malattia",
varia solo il luogo nell'organismo dove "colpiscono" le
sostanze tossiche
vaccinali
e quindi gli si cambia il nome..e cosi il gioco e' fatto.. !
Sclerosi laterale amiotrofica dopo aver ricevuto il
vaccino contro il virus del papilloma umano:
un caso clinico di una ragazza di 15 anni. By Hikiami R, et
al. Stagista Med. 2018. -
Mostra la citazione completa
Estratto
Riportiamo qui una ragazza di 15 anni che ha sviluppato una
rapida debolezza muscolare progressiva subito dopo la terza
iniezione di un vaccino bivalente del papilloma virus umano
(HPV). Sebbene siano state eseguite immunoterapie per
possibili disordini correlati al vaccino, è morta per
insufficienza respiratoria 14 mesi dopo l'insorgenza della
malattia. Un'analisi genetica ha identificato una mutazione
p.P525L eterozigote del gene fuso nel sarcoma (FUS) e
un'analisi istopatologica era anche coerente con la sclerosi
laterale amiotrofica (SLA) associata a FUS senza alcuna
evidenza di neuroinfiammazione. Abbiamo concluso che la
diagnosi è FUS-ALS, anche se non possiamo escludere
completamente la possibilità che la vaccinazione abbia
funzionato come fattore scatenante.
Evoluzione della sclerosi multipla in Francia
dall'inizio della vaccinazione contro l'epatite B. By
Dominique Le Houézec REVAHB (“Réseau Vaccin Hépatite B” in French), 32 rue du
Clos Herbert, 14000 Caen, France Dominique Le Houézec, Email:
[email protected].
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2014
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use, distribution, and reproduction in any medium, provided
the original author(s) and the source are credited.
Estratto
Dall'attuazione della campagna di vaccinazione di massa
contro l'epatite B in Francia, la comparsa della sclerosi
multipla, a volte avvenuta all'indomani delle vaccinazioni,
ha portato alla pubblicazione di studi epidemiologici
internazionali. Ciò è stato anche giustificato dal forte
aumento dell'incidenza annuale della sclerosi multipla
segnalata all'assicurazione sanitaria francese a metà degli
anni '90. Quasi 20 anni dopo, una riflessione retrospettiva
può essere abbozzata da questi dati ufficiali e anche
dall'agenzia nazionale di farmacovigilanza. I dati
statistici di queste ultime fonti sembrano mostrare una
correlazione significativa tra il numero di vaccinazioni
dell'epatite B eseguite e la dichiarazione alla
farmacovigilanza della sclerosi multipla che si verifica tra
1 e 2 anni dopo. L'applicazione dei criteri di Hill a questi
dati indica che la correlazione tra il vaccino dell'epatite
B e la sclerosi multipla può essere causale.
Qualche cenno di storia di questa progressione della
cosiddetta falsamente chiamata sclerosi:
-
Augusto Federico d’Este (1794-1848) fu il
primo a raccontare in un diario il decorso dei suoi 26 anni
di malattia, descrivendo sintomi di deficit temporaneo della
vista e, successivamente, episodi di paralisi, incontinenza
e vertigini.
- In quel stesso secolo, Jean Cruveilhier, dopo la
pubblicazione nel 1838 di alcuni disegni di Robert Carswell,
relativi a strane lesioni del midollo spinale da lui
rilevati durante un’autopsia, è il primo a descrivere il
decorso della S.M. e a riportarne le tipiche lesioni, nelle
illustrazioni dell’atlante illustrato intitolato “Malattie
del midollo spinale”.
- Friedrich von Frerichs identifica per primo, nel 1849, i
sintomi cognitivi della malattia e le caratteristiche della
remissione di malattia.
- Nel 1869 Jean Martin Charcot, neurologo, definisce i
sintomi clinici della «sclerosi a placche» e fornisce i
primi criteri diagnostici (triade di Charcot).
- Nel 1884 Pierre Marie ipotizza
che la S.M. sia scatenata da un’infezione.
- Nel 1933, in particolare da parte di F. Curtius, viene
riconosciuto un possibile ruolo genetico nello sviluppo
della sclerosi multipla, notando come la malattia sia più
comune nelle persone con familiarità alla SM rispetto alla
popolazione generale.
(NdR: ma non si e' accorto che i geni venivano
alterati dall'ammalamento
cioe' dal
sintomo (chiamata impropriamente "malattia")
stesso !,...per cui ha pensato erroneamente che i geni ne
fossero la causa...in realta' solo la conseguenza..)
- Sempre nel 1933 Walter Russell Brain è stato il primo a
raccogliere nel suo trattato «Malattie del sistema nervoso»
un capitolo sulla S.M. È stato cioè il primo a raccogliere
dati statistici su incidenza e decorso della malattia.
- Nel 1940 il dottor Elvin Kabat utilizza il metodo
dell’elettroforesi per studiare i sieri di persone con
sclerosi multipla, evidenziando che il loro liquido
cefalorachidiano presentava un aumento relativo delle
gamma-globuline rispetto a chi non aveva la sclerosi
multipla e confermando, secondo lui, la
natura immunologica della S.M.
(NdR: ignorando che il primo
sintomo di tutte le cosiddette impropriamente "malattie"
e' l'infiammazione
dovuta alle
intossicazioni generate da:
Vaccinazioni,
farmaci,
ambiente,
acqua ed
alimentazione
contaminate) - Nel
1948 i fisici Felix Bloch ed Edwards Mills Purcell scoprono
la Risonanza Magnetica (RM), determinante per la diagnosi di
sclerosi multipla. Per questa scoperta vincono il Premio
Nobel nel 1952.
(NdR: NON conoscendo altre
tecniche diagnostiche insegnate dalla
Medicina naturale)
- Nel 1951 Rita Levi Montalcini, scopre il ‘fattore di
crescita nervoso’ (Nerve Growth Factor - NGF), proteina che
provoca lo sviluppo e la differenziazione delle cellule
nervose sensoriali e simpatiche. La ricerca su questa
molecola proteica e sul suo meccanismo d’azione, le fa
ottenere nel 1986, insieme allo statunitense Stanley Cohen,
il Premio Nobel per la Medicina. (NdR: questa
"ricercatrice" non si e' accorta che le proteine sono
preparate e specializzate dalle cellule
e che la causa di questa anomalia e' nel malfunzionamento
endocellulare per lo stress ossidativo alle quali sono
sottoposte...per: Vaccinazioni,
farmaci,
ambiente,
acqua ed
alimentazione
contaminate)
- Nel 1957 Alick Isaacs e Jean Lindemann, virologi, scoprono
l’interferone, proteina in grado di interferire con
la replicazione virale e di facilitare un processo di
immunità innata o di difesa naturale contro l’infezione.
(NdR e cosi oltre alla sclerosi gli si rovina anche il
fegato !)
-Nel 1960 viene scoperto il cortisone come terapia per la
sclerosi multipla; il primo studio controllato ne conferma
la validità nel 1969. (NdR
e cosi oltre alla sclerosi gli si rovina anche il fegato !) Nel 1965 G.A. Schumacher
stabilisce i primi veri e propri criteri diagnostici, basati
principalmente sulle manifestazioni cliniche della malattia.
(NdR: si pero' solo
quando essa e' conclamata ed ormai difficile od impossibile
da trattare da parte della
medicina ufficiale imperante, oltre a tutto e' una
tecnica invasiva....)
- Nel 1972 i neurologi Ian McDonald e Martin Halliday
introducono un nuovo metodo diagnostico non invasivo, i
potenziali evocati visivi, che consentono di quantificare la
conduzione della velocità nel nervo ottico, che in caso di
SM è drasticamente ridotta.(NdR:
si pero' solo quando essa e' conclamata ed ormai difficile
od impossibile da trattare da parte della medicina ufficiale
imperante)
- Nel 1978 la tomografia computerizzata (TAC) entra nella
diagnosi di S.M. (NdR: si pero' solo quando
essa e' conclamata ed ormai difficile od impossibile da
trattare da parte della medicina ufficiale imperante, oltre
a tutto e' una tecnica invasiva....) Molto presto la TAC viene
sostituita dalla più accurata tomografia a risonanza
magnetica (RM). (NdR: si pero' solo
quando essa e' conclamata ed ormai difficile od impossibile
da trattare da parte della
medicina ufficiale imperante, oltre a tutto e' una
tecnica invasiva....) - Nel 1981 viene
rivoluzionato, grazie a Ian R. Young e Grame M. Bydder, il
processo di diagnosi della SM, attraverso l’uso della R.M.
Tale nuova tecnologia RM accelera notevolmente il processo
diagnostico. (NdR: si pero' solo
quando essa e' conclamata ed ormai difficile od impossibile
da trattare da parte della
medicina ufficiale imperante, oltre a tutto e' una
tecnica invasiva....) - Nel 1983 vengono
aggiornati, grazie a C.M. Poser, i criteri diagnostici, che,
ora, distinguono tra SM ‘possibile’, ‘probabile’ o
‘definita’. (NdR: si pero' solo
quando essa e' conclamata ed ormai difficile od impossibile
da trattare da parte della
medicina ufficiale imperante, oltre a tutto e' una
tecnica invasiva...., mentre da quella data vi sono ormai
apparecchiature di Bioelettronica NON invasive che
permettono di diagnosticare tutto quanto e non solo la S.M.,
in 5 minuti ed a basso costo !) - Nel 1993 l’interferone
beta 1b (Betaferon ®) diventa il primo farmaco approvato
dalla Food and
Drug Administration (FDA) negli Stati Uniti per il
trattamento della SM a ricadute e remissioni. È una grande
scoperta: per la prima volta la sclerosi multipla può essere
curata, perché gli interferoni riducono la frequenza degli
attacchi e rallentano la progressione della malattia.
((NdR:
la "malattia"
NON e' curata, ma se ne cancellano i
sintomi vari che si manifestano e che cosi si puo'
semplicemente aggravare lo stato del malato portandolo verso
stati piu' gravi dell'ammalamento !)
- Nel 1996, pur con FORTI limitazioni, l’interferone beta 1b
(Betaferon ®) è approvato a carico del Servizio Sanitario
Nazionale e diventa utilizzabile gratuitamente in Italia.
(NdR: la "malattia"
NON e' curata, ma se ne cancellano i
sintomi vari che si manifestano e che cosi si puo'
semplicemente aggravare lo stato del malato portandolo verso
stati piu' gravi dell'ammalamento !)
- Sempre nel 1996, negli Stati Uniti viene approvato dalla
FDA l’interferone beta 1a ( Avonex®).
Nello stesso anno il radiologo Robert I. Grossman osserva
che l’utilizzo del Gadolino nella RM consente di
identificare le aree in cui l’infiammazione
dovuta alla sclerosi multipla è attiva.
(NdR: finalmente l'attenzione viene rivolta alla
con-causa fisiologica della comparsa del
sintomo S.M.)
- Nel 1997 la FDA approva il glatiramer acetato (Copaxone®),
mentre l’interferone beta 1a (Avonex®) viene approvato in
Europa e Canada per il trattamento della SM a ricadute e
remissioni.
(NdR: la "malattia"
NON e' curata, ma se ne cancellano i
sintomi vari che si manifestano e che cosi si puo'
semplicemente aggravare lo stato del malato portandolo verso
stati piu' gravi dell'ammalamento !)
L’approvazione in Italia arriva
nel 1999.
- Nel 2000 l’uso degli interferoni beta 1a (Avonex®
e Rebif®) e beta 1b (Betaferon ®) viene esteso in Italia a
tutte le persone con SM coi requisiti idonei a
beneficiarne. (NdR:
la "malattia"
NON e' curata in NESSUN Caso, ma se ne cancellano i
sintomi vari che si manifestano e che cosi si puo'
semplicemente aggravare lo stato del malato portandolo verso
stati piu' gravi dell'ammalamento !)
XXI secolo:Il
progresso continua - A partire
dal 2002 il Glatiramer Acetato (Copaxone®) viene dispensato
a carico del Servizio Sanitario Nazionale italiano nei
centri autorizzati. Il Ministero della Salute approva
l’utilizzo del Mitoxantrone (Novantrone®) nel trattamento
delle forme secondariamente progressive.
- Nel 2006 viene approvato in Italia il Natalizumab (Tysabri®)
come trattamento di seconda scelta per le persone in cui la
terapia con interferone non ha avuto successo e per le forme
particolarmente aggressive.
-Il
21 marzo 2011 laCommissione Europea
ha approvato
definitivamente il primo medicinale per uso orale Fingolimod
(Gilenya®) farmaco al dosaggio giornaliero di 0,5 mg come
terapia di base per la SM nelle persone con
sclerosi multipla recidivante-remittente ad alta attività di
malattia nonostante il trattamento con interferone beta, o
in persone con sclerosi multipla recidivante-remittente
grave a rapida evoluzione.
L’approvazione si è basata sulla
valutazione dei risultati ottenuti neglistudi
clinici condotti su tale molecola che hanno dimostrato una
significativa ed oggettiva efficacia di Fingolimod nel
ridurre le ricadute, il rischio di progressione della
disabilità e il numero di lesioni cerebrali (un indicatore
dell'attività di malattia) rilevate alla risonanza magnetica
(esame oggettivo).
N.B.:
non tutti i pazienti affetti da sclerosi multipla
(appunto nella forma “a ricadute e remissioni” o recidivante
remittente - r.r.) possono avvalersi di questo farmaco in
quanto, prima di procedere al cd “piano terapeutico”, devono
essere risultati compatibili a rigide indicazioni e
controindicazioni fisiche accertate con esami strumentali e
non.
(NdR: la "malattia" NON e' curata in
NESSUN Caso, ma se ne cancellano i
sintomi vari che si
manifestano e che cosi essi possono aggravare lo stato del
malato portandolo verso stati piu' gravi dell'ammalamento !)
Il Fingolimod è il primo farmaco
appartenente ad una nuova classe di farmaci detti
modulatori dei recettori della sfingosina-1 fosfato. Il
meccanismo d’azione del Fingolimod permette di ridurre
l'attacco del sistema immunitario al sistema nervoso
centrale, sequestrando alcuni globuli bianchi (linfociti)
nei linfonodi. Questo impedisce ai linfociti di raggiungere
il sistema nervoso, riducendo così il danno infiammatorio,
inoltre il “sequestro” dei globuli bianchi è reversibile
alla sospensione del trattamento con Fingolimod.
(NdR: la malattia NON e' curata, ma se ne cancellano i
sintomi vari che si manifestano e che cosi essi possono
aggravare lo stato del malato portandolo verso stati piu'
gravi dell'ammalamento !)
Tratto in parte da: aism.it con
commenti del
redattore della pagina
Commento NdR: come si puo' facilmente evidenziare e
capire che tutto questo interessamento dagli anni 1900 della
S. M. e' stato dovuto dal continuo crescere nella
popolazione del quantitativo di ammalati di questo sintomo
infiammatorio che crea la degenerazione di cellule e tessuti
!
Vi ricordiamo che le
campagne
vaccinali sono iniziate verso la fine del 1800....in
quelle date, le generazioni, sono state aggredite da
intossicazioni, infiammazioni gravi dei vaccini (vedi
qui sotto Asia), che cerano
mutazioni
genetiche e quindi sono state in grado di trasmetterle
alle future generazioni, che se ri-vaccinate, sono divenute
man mano sempre piu'
deboli
immunitariamente parlando e quindi in balia di tante e
varie malattie, che prima erano considerate rare e che
sempre meno rare sono divenute, per il fatto che di
generazione in generazioni successive la
popolazione e' stata sempre piu' ri-vaccinata; oggi
siamo alla 4° generazione di vaccinati e i danni si stanno
manifestando a tutto spiano: i
bambini
sono sempre piu' malati, specie nei cambi di stagione, e
quando
crescono hanno facilmente gravi problemi di salute, S.M.
compresa !
Immunol Res . 2014; 60 (2-3): 219-225.
Pubblicato online il 14 novembre 2014 doi: 10.1007
/ s12026-014-8574-4 - PMCID: PMC4266455
Evoluzione della sclerosi multipla in
Francia dall'inizio della vaccinazione contro l'epatite
B.
By
Dominique Le Houézec
Estratto
Dall'attuazione della campagna di vaccinazione di massa
contro l'epatite B in Francia, la comparsa della
sclerosi multipla, a volte avvenuta all'indomani delle
vaccinazioni, ha portato alla pubblicazione di studi
epidemiologici internazionali. Ciò è stato anche
giustificato dal forte aumento dell'incidenza annuale
della sclerosi multipla segnalata all'assicurazione
sanitaria francese a metà degli anni '90. Quasi 20 anni
dopo, una riflessione retrospettiva può essere abbozzata
da questi dati ufficiali e anche dall'agenzia nazionale
di farmacovigilanza. I dati statistici di queste ultime
fonti sembrano mostrare una correlazione
significativa tra il numero di vaccinazioni dell'epatite
B eseguite e la dichiarazione alla farmacovigilanza
della sclerosi multipla che si verifica tra 1 e 2 anni
dopo.
Parole chiave: vaccino contro l'epatite B, sclerosi
multipla, malattia demielinizzante, farmacovigilanza,
eventi avversi del vaccino
Fonte ed articolo completo:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4266455/
Estratto
La sindrome autoimmune/infiammatoria
indotta da
adiuvanti (ASIA), presentata da Shoenfeld e Agmon-Levin
nel 2011, è un'entità che incorpora diverse condizioni
autoimmuni indotte dall'esposizione a vari additivi. Gli
additivi sono agenti che comportano la capacità di indurre
reazioni immunitarie.
Adiuvanti sono trovati in molti vaccini e sono usati
principalmente per aumentare la risposta alla vaccinazione
nella popolazione generale. Il silicone è stato anche
riportato di essere in grado di indurre diverse reazioni
immunitarie. Sono stati riportati casi clinici e una serie
di condizioni autoimmuni eterogenee tra cui la sclerosi
sistemica, il lupus eritematoso sistemico e l'artrite
reumatoide.
Tuttavia, solo un piccolo numero di casi di disturbo della
tiroide autoimmune sono stati inclusi nell'ambito
dell'ombrello della sindrome di ASIA. Infatti, i casi
clinici della tiroidite di Hashimoto e / o della tiroidite
subacuta sono stati osservati dopo l'esposizione ai vaccini
così come l'impianto di silicone. Nella nostra recensione,
abbiamo inteso riassumere le attuali conoscenze sulla
sindrome di ASIA presentate come endocrinopatie,
concentrandosi sui disturbi della tiroide autoimmune
associati
con i vari additivi.
Riepilogo:
un nuovo studio svela l'intestino come una fonte di cellule
immunitarie che aiutano a ridurre la neuroinfiammazione nei
pazienti con sclerosi multipla. I ricercatori riferiscono
che aumentare il numero di queste cellule aiuta a bloccare
completamente l'infiammazione.
Fonte:
Università di Toronto.
I
ricercatori dell'Università di Toronto e della UC di San
Francisco hanno scoperto che l'intestino è fonte di cellule
immunitarie che riducono l'infiammazione cerebrale nelle
persone con sclerosi multipla (SM) e che l'aumento del
numero di queste cellule blocca completamente
l'infiammazione in un modello preclinico della malattia.
Le cellule
in questione sono plasmacellule - globuli bianchi che
originano come cellule B nel midollo osseo ma cambiano il
loro comportamento quando vengono attivati dai microbi
nell'intestino. Studiando topi e campioni da pazienti umani
con SM, i ricercatori hanno scoperto che le plasmacellule
che risiedono nell'intestino e che producono gli anticorpi
immunoglobulina A (IgA) sembrano migrare verso il sistema
nervoso centrale e produrre un effetto anti-infiammatorio
durante le riacutizzazioni della SM.
La SM è una
malattia autoimmune, guidata da altri tipi di cellule
immunitarie (incluse le cellule B e T) che attaccano la
mielina, il rivestimento protettivo che circonda le fibre
nervose. Recenti studi clinici hanno dimostrato che i
farmaci che prendono di mira le cellule B mitigano la SM,
mentre quelli che prendono di mira le plasmacellule
peggiorano la malattia. L'attuale studio offre una
spiegazione per questi risultati divergenti.
"Sapevamo
già cosa c'era e non funzionava nella clinica", dice Jen
Gommerman, PhD, professore di immunologia all'Università di
Toronto e autore senior dello studio. "Ma qui abbiamo
scoperto il meccanismo molecolare e cellulare in gioco. È
una specie di approccio alla traduzione inversa, che
evidenzia l'importanza dell'asse intestino-cervello nella SM
e in altre condizioni autoimmuni. "
I risultati
sono stati pubblicati online il 3 gennaio 2019 in Cell.
Il Canada e
gli Stati Uniti hanno tra i più alti tassi di SM al mondo,
con circa tre individui su mille colpiti. I sintomi possono
includere affaticamento, scarsa coordinazione, formicolio,
problemi agli organi e deterioramento cognitivo. Non esiste
una cura, sebbene diagnosi più veloci e migliori farmaci
abbiano migliorato significativamente i risultati negli
ultimi 15 anni.
"Le IgA
comprendono l'80% di tutti gli anticorpi nel corpo, ma la
loro esatta funzione non è ancora completamente compresa",
afferma Sergio Baranzini, PhD, un coautore che è professore
di neurologia nell'UCSF Weill Institute for Neurosciences.
"Mostrare che le cellule B produttrici di IgA possono
viaggiare dall'intestino al cervello apre una nuova pagina
nel libro delle malattie neuroinfiammatorie e potrebbe
essere il primo passo verso la realizzazione di nuovi
trattamenti per modulare o arrestare la SM ed i relativi
disturbi neurologici"...
In
particolare, il team UCSF ha trovato prove del fatto che le
IgA erano diminuite nei campioni fecali da pazienti con
neuroinfiammazione attiva della SM, suggerendo che le
cellule che sopprimevano l'infiammazione erano state
reclutate per aiutare a combattere la malattia dei pazienti.
Un aspetto
promettente della nuova ricerca è che l'aumento del numero
di plasmacellule di IgA che migrano dall'intestino al
cervello ha eliminato la neuroinfiammazione nei topi. Un
approccio terapeutico potrebbe mirare ad espandere il numero
di queste cellule nell'intestino, consentendo una fornitura
abbondante che potrebbe spostarsi nel cervello e smorzare
l'infiammazione.
"Come
scienziato clinico, è eccitante che i nostri esperimenti che
collegano i modelli animali preclinici alla biologia che
vediamo nei pazienti affetti da SM potrebbero aver scoperto
un meccanismo generale per il modo in cui il sistema
immunitario neutralizza l'infiammazione," ha detto Pröbstel
dell'UCSF. "Fino ad ora, nessuno ha mai studiato queste
plasmacellule produttrici di IgA nel contesto della
malattia, ma ora stiamo esaminandole in dettaglio nei
pazienti con SM per cominciare a capire come possiamo
manipolarle per aiutare a curare la malattia
neuroinfiammatoria."
Un passo
fondamentale per i ricercatori è capire quali microbi
nell'intestino promuovono la generazione di cellule
plasmatiche IgA immunosoppressive. "Se riusciamo a capire a
cosa stanno reagendo queste cellule, possiamo potenzialmente
trattare la SM modulando i nostri commensali
dell'intestino", dice Gommerman riferendosi ai batteri che
vivono nell'intestino sano. "Potrebbe essere più facile che
introdurre farmaci nel cervello, che è una strategia che non
ha sempre funzionato nella SM."
Lo studio
solleva anche domande sul microbioma e sullo stile di vita.
Alcuni stili di vita spingono alcune persone verso un
microbioma intestinale che consente alle cellule plasmatiche
immunosoppressive di prosperare? Gli alimenti specifici sono
favorevoli alla creazione di quell'ambiente e, in caso
affermativo, un farmaco o un integratore potrebbero imitarne
l'effetto? La genetica è solo un fattore che influenza la
suscettibilità alla SM; l'attuale studio evidenzia come
fattori non genetici possono conferire resistenza alle
malattie.
Gommerman
intende perseguire la scienza di base che sta dietro a
queste domande, collaborando con Baranzini e altri gruppi di
ricerca per portare i risultati nel campo clinico. "C'è
qualcosa di molto critico su come l'intestino e il cervello
sono collegati, e stiamo iniziando a svelare i fili
molecolari dietro quell'osservazione clinica", dice. "È un
grande esempio di quanto velocemente la scienza possa
muoversi." Commento NdR: Cosa scatena questa
neuroinfiammazione, principalmente
Vitamina K1 e
Vaccini !
Vaccini, l'alluminio che contengono può causare SLA. Ecco lo
studio scientifico - 26 agosto 2018
Pubblicato da Cliva Toscana la traduzione di uno studio
scientifico ad opera di Christopher A. Shaw e Michael S.
Petrik.
Secondo lo studio, le iniezioni di idrossido di alluminio
portano a deficit motori e degenerazioni dei motoneuroni.
Alluminio e SLA
Lo studio parte dall’osservazione della cosiddetta “Sindrome
della Guerra del Gofo”, un disturbio che ha colpito molti
veterani degli eserciti occidentali a seguito della guerra
nel Golfo del 1990-91.
Secondo gli scienziati, alla base del problema c’è
l’alluminio. Ipotesi confermata da una serie di studi
scientifici su campioni di midollo spinale e corteccia
motoria.
Una
nuova ricerca
Christopher A. Shaw e Michael S. Petrik hanno avviato una
nuova ricerca su topi maschi adulti e giovani, ai quali sono
stati inoculati iniezioni sottocutanee contenenti alluminio.
Per calcolare i dosaggi umani sono state utilizzate le
informazioni contenenti nel vaccino AVA per uso umano,
prodotto da Bioport Corporation.
Conclusioni
Lo studio ha messo in evidenza come l’alluminio porti alla
perdita di motoneuroni e di altri neuroni e all’attivazione
di astrociti reativi. Un’attivazione complessiva di una
risposta infiammatoria gliale nel midollo lombare ha
suggerito agli scienziati che il processo è uno stadio
iniziale degli eventi patologici che portano alla morte dei
motoneuroni.
Nel caso della SLA, l’attivazione gliale seguita dalla morte
del motoneurone sembra procedere in modo sequenziale lungo
la neuroxite ventrale con i primi segni di patologia che
appaiono per primi nel midollo lombare. Le risposte
successive a livello patologico nel midollo toracico e
cervicale sono segnate dalla presenza di alluminio.
Tra le ipotesi, quella della possibilità che l’alluminio
entri in modo sistemico nel sistema circolatorio dopo
l’iniziezione.
Lo studio ha inequivocabilmente dimostrato che l’alluminio
sia nella forma orale che iniettata può essere neurotossico
e porta ad una serie di fattori che legate a malattie
autoimmuni e degenerative.
Le iniezioni di idrossido di alluminio causano gravi
problemi neurologici
-vedi
il Dott.
Domenico Bartolucci, e
la sua preziosissima testimonianza, sulla Sclerosi Multipla.
Danni immunitari con i vaccini:
in questa ricerca vi e' la dimostrazione ed evidenza di
autoimmunità indotta dal vaccino e autoimmunità indotta
anche dagli adiuvanti
-
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26275795
Questi meccanismi sono condivisi da diverse condizioni
innescate da coadiuvanti portano alla sindrome autoimmune /
infiammatoria indotta da adiuvanti (sindrome Asia).
Sindrome
infiammatoria
chiamata "Asia"
scatenata dai vaccini
!
ASIA_Sindrome infiammatoria-dai-vaccini-Riassunto.pdf
Tratto da:
http://www.assis.it/wp-content/uploads/2014/12/ASIARiassunto.pdf
... ed e' noto che... le infiammazioni sono foriere di
qualsiasi tipo di
sintomi,
che i
medici impreparati
allopati,
chiamano erroneamente "malattie"....
- vedi le proteine "infiammatorie" che si formano
principalmente nel fegato:
Le proteine di fase acuta sono proteine presenti nel plasma
sanguigno la cui concentrazione aumenta (proteine positive
di fase acuta) o diminuisce (proteine negative di fase
acuta) in presenza di
infiammazione,
e questa e' la reazione psico-nervosa della
mente
inconscia, che attiva il
sistema endocrino
>
immunitario,
alle
intossicazioni
delle
cellule
e dei
tessuti
colpiti dalle
sostanze tossiche,
e
soprattutto quelle
dei
vaccini,
per insegnare alla
mente conscia
del soggetto che sta compiendo azioni contro la sua
stessa vita !
Importante e bello studio del prof. Katsunari Nishihara
In sostanza questo ricercatore mette in correlazione una
cronica infezione da virus, batteri (qualsiasi, quindi anche
vaccinali) e patogeni di varia natura anche di origine
intestinale, che influirebbero negativamente sul sistema
mitocondriale dei neuroni e provocherebbero psicosi e
problemi sensopercettivi tipici anche e non solo dell'autismo.
ECCEZIONALE SCOPERTA ! UNA PROTEINA DEL
GRANO
INNESCA NEURO-INFIAMMAZIONE
NELLE MALATTIE CRONICHE COME LA
SCLEROSI MULTIPLA
- Vienna, 17 ottobre 2016
Gli scienziati hanno scoperto che una proteina del frumento
innesca l'infiammazione
delle malattie croniche, come la sclerosi multipla, l'asma e
l'artrite reumatoide, e contribuisce anche allo sviluppo di
non-celiaci sensibilità al glutine.
Con gli studi precedenti comunemente concentrandosi su di
glutine e il suo impatto sulla salute dell'apparato
digerente, questa nuova ricerca, presentata alla UEG Week
2016, accende i riflettori su una diversa famiglia di
proteine che si trovano in inibitori amilasi-tripsina di
grano chiamato (ATIS). Lo studio mostra che il consumo di
ATI può portare allo sviluppo di
infiammazione
in tessuti dell'intestino, tra linfonodi, reni, milza e
cervello. L'evidenza suggerisce che ATI può peggiorare i
sintomi di artrite reumatoide, la sclerosi multipla, l'asma,
lupus e steatosi epatica non alcolica, così come la
malattia infiammatoria
intestinale,
specialmente nei soggetti
vaccinati
!
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Sclerosi multipla come
danno da
vaccino
CORTE dei CONTI (I) Riconosce che la Sclerosi e' stata
causata dai
Vaccini - 28/02/1997
La Sezione giurisdizionale della
Lombardia della Corte dei Conti ha emesso il 28/2/1997 una
sentenza (n. 71-97PM) che ha riconosciuto in un militare la
sclerosi multipla come conseguenza della vaccinazione
subìta.
Il militare aveva ottenuto in
precedenza un giudizio negativo dalla commissione medica
ospedaliera deputata a riconoscere l’indennizzo.
Poi aveva fatto ricorso al
ministero, il quale aveva riconosciuto, invece, la
correlazione tra la malattia demielinizzante e la
vaccinazione ricevuta. Si legge nella sentenza: “Il nesso di
dipendenza da causa di servizio ovvero la spiegazione
causale dell’infermità deriva dalla considerazione che
risulta estremamente improbabile la sua insorgenza per
l’intervento di altri processi causali”.
Si legge nella sentenza: “Il nesso di dipendenza da causa
di servizio ovvero la spiegazione causale dell'infermità
deriva dalla considerazione che risulta estremamente
improbabile la sua insorgenza per l'intervento di altri
processi causali”.
Quindi vengono
applicati, come andrebbe sempre fatto, i quattro criteri
fatti propri anche dall’Istituto
Superiore di Sanità, cioè: la correlazione di tempo, la
plausibilità medica, l’assenza di altre cause note e la
presenza di altri casi documentati in letteratura.
Altro caso di danni da vaccino:
Cancro e vaccino antipolio:
la Usl di Rovigo ammette la relazione
Incredibile ma vero: sul
notiziario aziendale della Azienda Ulss 18 di Rovigo, il n.
21 dell’agosto 2000, compare un articolo in cui si asserisce
che il terribile tumore chiamato mesotelioma pleurico è
scatenato dall’ormai
noto SV-40, il virus delle scimmie passato all’uomo
attraverso il vaccino antipolio.
Si legge a pagina 23 del
notiziario: “Il meccanismo patogenetico che sembra alla base
di questa patologia (il mesotelioma, ndr), è da
identificarsi nel virus SV 40, considerato il più potente
cancerogeno virale noto, individuato dal ricercatore
italiano Michele Carbone, docente al Cardinal Bernardin
Cancer Center di Chicago; la diffusione di tale agente
virale è avvenuta in maniera massiva tra gli anni 1955-63
con il vaccino antipolio Salk”.
La Ulss ha però "dimenticato di
scrivere" che l’SV 40 è stato identificato anche nel vaccino
antipolio orale di tipo Sabin e che tuttora si studiano le
sue conseguenze sull’organismo umano.
Perché è accaduto questo ? Perché il virus vaccinico della
polio viene coltivato su terreni di coltura costituiti da
cellule renali di scimmia. E non è tutto.
Nel marzo 1992 la celebre
rivista medica inglese The Lancet pubblica un articolo di
Walter Kyle che riporta evidenze secondo cui l’Aids
si è manifestato dopo che il virus dell’immunodeficienza
delle scimmie (SIV) è entrato nell’organismo umano
attraverso appunto il vaccino antipolio contaminato da
tessuti infetti di scimmia.
L’articolo prosegue affermando
che la
FDA americana sospettavano della contaminazione dei
vaccini antipolio già dagli anni ’50 e che lo seppero per
certo negli anni ’70.
Kyle sostiene inoltre che l’SV40
causa anche leucemie e tumori negli animali da laboratorio.
Nel settembre 1995 il bolletino del National Vaccine
Information Center americano riportò che il patologo
californiano John Martin aveva stabilito che adulti e
bambini, sofferenti di una
disfunzione neurologica,
immunitaria e psichiatrica, erano stati infettati con un
virus atipico risultato poi provenire proprio dalle scimmie
utilizzate per la produzione dei vaccini antipolio.
Cosa poteva significare questo
se non che i controlli sull’SV 40 non venivano fatti e che
il problema non si limitava solo agli anni ’50 ma arrivava
fino a noi ?
Martin riferì tutto ciò all’Institute of Medicine americano
nel ’95. Nell’aprile 1996 sempre il bollettino del NVIC
riporta che il microbiologo californiano Howard Urnovitz
aveva prodotto evidenze secondo cui il virus di tipo 1
dell’Aids è un virus ibrido uomo-scimmia creatosi dopo che
320.000 africani avevano ricevuto negli anni ’50 un vaccino
antipolio sperimentale contaminato dal SIV.
Purtroppo di tutto ciò non si
informa mai la gente…..
Comunicati stampa codacons
“la somministrazione polivalente
dei vaccini (siano essi in unica formulazione o
somministrati l’uno dopo l’altro in un’unica seduta
vaccinale), come ovviamente accade a maggior ragione con la
somministrazione dell’esavalente, può comportare danni da
sovraccarico e choc del sistema immunitario.”
In un comunicato stampa, datato 20 aprile 2011, il governo
degli Stati Uniti ammette che i tanto decantati “vaccini
sicuri” hanno ucciso e/o reso invalidi 2.699
(duemilaseicentonovantanove) bambini in un periodo di
riferimento 1988/2011 – e 101 (centouno) bambini hanno
sviluppato, in conseguenza alle vaccinazioni, l’autismo.
I vaccini per i bambini hanno
ucciso e/o reso handicappati a vita ben 2.699
(duemilaseicentonovantanove) bambini in America, e il
Governo Americano l’ha ammesso nel mese di aprile tramite il
report del National Vaccine Injury Compensation Program he è
parte del Dipartimento della Salute Pubblica e dei Servizi
Sociali – HRSA,
lo scandalo che coinvolge il
CDC e
svela la natura fraudolenta degli studi riguardanti
l’autismo,
frode e riciclaggio quelli del Dr. Poul Thorsen, capo
co-autore di uno studio danese del 2003 finanziato dallo
stesso
CDC che fino ad ora era riconosciuto come il fiore
all’occhiello degli studi scientifici, come il modello che
apparentemente smentiva il nesso tra il mercurio contenuto
nei vaccini e l’autismo.
Per la prima
volta è stata identificata una mutazione genetica che può
essere direttamente collegata allo sviluppo della sclerosi
multipla (SM) - 01/06/2016
La scoperta è opera di ricercatori dell'Università della
British Columbia a Vancouver, che la descrivono in un
articolo pubblicato su “Neuron”. Quella individuata
dagli scienziati è una mutazione (del tipo cosiddetto
missenso) a carico di un gene chiamato NR1H3 che causa la
perdita di funzione del suo prodotto genico, la proteina
LXRA. Questa molecola proteica controlla i livelli di
espressione di diversi geni coinvolti nell'omeostasi
dei lipidi (grassi), nei processi
infiammatori ed
immunitari.
"Anche se questa mutazione è presente solo nell'uno per
mille delle persone con SM, dall'analisi di associazione
abbiamo scoperto che varianti comuni dello stesso gene sono
fattori di rischio per la sclerosi multipla progressiva", ha
detto Vilariño-Güell.
Tratto in sintesi da: lescienze.it,
Sostanze che aiutano la
riparazione dei danni
cellulari da vaccino e NON: La laminine è un
integratore alimentare naturale al 100% a base di
uova di galline fecondate. È l'unica miscela nota di
estratto di uovo e proteine organiche in grado di
riparare i danni alle cellule, ai nervi e ai tessuti
muscolari. Le laminine influenzano,
al pari della fibronectina, la migrazione
embrionale, la crescita ed il differenziamento
cellulare, ad esempio mediando lo spostamento delle
cellule germinali primordiali dal sacco vitellino
embrionale alle gonadi in via di sviluppo,
attraverso il circolo sanguigno. Qui daranno origine
a spermatozoi o uova. Quindi esse sono
riparatrici delle cellule, in particolar modo di
quelle nervose.